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NEVE

Stagioni invernali 2017-2018 e 2018-2019

Precipitazioni nevose

Per analizzare l'andamento delle precipitazioni nevose è necessario prendere in considerazione le stagioni invernali che hanno interessato l'anno 2018 ossia la stagione invernale 2017-2018 e l'inizio di quella 2018-2019, in quanto le condizioni di innevamento di inizio anno (gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio) sono conseguenza delle nevicate di novembre e dicembre dell'anno precedente.
Durante il 2018 l’andamento delle precipitazioni nevose è stato generalmente superiore alla media soprattutto per quanto riguarda la prima parte dell'anno (figura 1).

Verso la fine dell'anno, in seguito alle abbondanti precipitazioni verificatesi alla fine del mese di ottobre con l’evento alluvionale (27 ottobre - 7 novembre) l’inizio del mese di novembre si è presentato con un abbondante spessore del manto nevoso (notevolmente sopra la media stagionale) alle quote superiori ai 1.800-2.000 m (figura 2). Il periodo che ha presentato la maggiore instabilità durante la prima parte dell'anno si è verificato nel mese di febbraio quando il grado di pericolo ha raggiunto il “4-Forte”, legato soprattutto alla diffusa e latente instabilità del manto nevoso per la presenza di strati basali a cristalli sfaccettati e brina di fondo. Con l’inizio della nuova stagione invernale le copiose precipitazioni nevose registrate ad inizio novembre e metà dicembre hanno apportato un significativo contributo all'instabilità del manto nevoso.

Nella figura 1 viene analizzata la stagione 2017-2018. Come si può notare dalle immagini, il mese con le precipitazioni nevose più continue è stato quello di gennaio seguito poi dai mesi primaverili di marzo e aprile mentre verso la fine dell'anno gli episodi nevosi sono stati più concentrati in modo quasi esclusivo nei mesi di ottobre (fine) e novembre.

Figura 1
Stazione di Lago Vannino, Formazza (VB) - stagione 2017-2018
In alto: andamento giornaliero della neve al suolo (HS)
In basso: nevicate (HN)

Fonte: Arpa Piemonte

In alto HS: la linea blu spessa indica l'andamento giornaliero della neve al suolo
della stagione, la linea tratteggiata indica l’andamento medio dell’HS e l’area colorata in grigio indica +/- la deviazione standard rispetto alla media.
In basso HN: le barre nere indicano i singoli valori di neve fresca giornaliera (asse y di riferimento di sinistra), la linea spessa rossa indica la relativa cumulata, mentre la linea tratteggiata si riferisce alla cumulata media (queste ultime due linee fanno riferimento all’asse y di destra). I numeri riportano rispettivamente il totale di neve fresca della stagione e della media storica.

Nella figura 2 viene analizzata la stagione 2018-2019.
Dall'esame dei grafici delle due stagioni invernali in esame (2017-2018 e 2018-2019) si nota una differenza significativa delle caratteristiche nevose delle due stagioni. La stagione 2017-2018, nel complesso, ha fatto registrare apporti di neve anche notevolmente superiori alla media.
Al contrario la stagione invernale 2018-2019 (almeno fino a marzo 2019) sta facendo registrare quantitativi di neve notevolmente inferiori alle medie storiche di riferimento generalmente in tutti i settori dell'arco alpino piemontese, in particolare su quelli meridionali e sud-occidentali, mentre progressivamente andando verso nord gli apporti nevosi si avvicinano alle medie storiche restando pur sempre inferiori.

Figura 2
Stazione della Diga del Serrù, Ceresole Reale (TO) - stagione 2018-2019
In alto: andamento giornaliero della neve al suolo (HS)
In basso: nevicate (HN)

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Fonte: Arpa Piemonte

In alto HS: la linea blu spessa indica l'andamento giornaliero della neve al suolo
della stagione, la linea tratteggiata indica l’andamento medio dell’HS e l’area colorata in grigio indica +/- la deviazione standard rispetto alla media.
In basso HN: le barre nere indicano i singoli valori di neve fresca giornaliera (asse y di riferimento di sinistra), la linea spessa rossa indica la relativa cumulata, mentre la linea tratteggiata si riferisce alla cumulata media (queste ultime due linee fanno riferimento all’asse y di destra). I numeri riportano rispettivamente il totale di neve fresca della stagione e della media storica.

Nella figura 3 viene rappresentata la quantità di neve fresca cumulata dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018 spazializzata, tenendo conto della quota, sui settori alpini a partire dai dati delle stazioni nivometriche automatiche e manuali e sulle zone di pianura viene riportato il valore puntuale della stazione. In questa mappa si può vedere come valori stimati prossimi a 10 -12 metri di neve cumulata si possano riscontrare solo alle quote più elevate dei settori compresi tra i settori di confine tra le Alpi Lepontine e le Cozie N, mentre sono puntuali sulle quote più elevate dei settori meridionali.

Figura 3
Spazializzazione della neve fresca cumulata sui settori alpini - 1° gennaio-31 dicembre 2018

Fonte: Arpa Piemonte
Complessivamente nell’anno 2018 gli apporti di neve fresca sono stati pressoché in tutti i settori superiori alla media (periodo 1981-2010) o di poco al di sotto alle quote medie (1.500 m) nei settori settentrionali. In generale oltre i 2.000 m il surplus di neve fresca rispetto alla media annuale è compreso tra il 10% e il 30% circa, mentre per le quote medie è più limitato e non supera il 10%-15% (figura 4).

Figura 4
Valori di neve fresca cumulata media - anno 2018 in confronto al periodo 1981-2010

Fonte: Arpa Piemonte

Consulta le serie storiche degli indicatori ambientali in relazione alle Precipitazioni nevose e  ai Giorni di permanenza della neve al suolo.

Andamento della neve -  Anni 1960-2018

Per avere un’indicazione sulle quantità di neve fresca è stato utilizzato l’indice standardizzato di anomalia nevosa (SAI – Standardized Anomaly Index): un indice SAI positivo indica una quantità di neve superiore alla media dell’intero periodo, mentre un indice negativo è legato ad un deficit. L’indice SAI esprime l’entità delle anomalie in termini di multipli di deviazione standard.

Analizzando tutta la serie storica dei mesi da novembre a maggio dal 1960 al 2018 (figura 5), si può notare che gli anni con anomalia negativa sono concentrati in prevalenza negli ultimi trent’anni. Nello stesso periodo compare il 2008 che è stato l’anno, dopo il 1950, con anomalia positiva maggiore.

Si evidenzia un periodo, dal 1970 al 1980, caratterizzato da stagioni prevalentemente nevose.

Figura 5
Indice standardizzato di anomalia nevosa (SAI – Standardized Anomaly Index) nei mesi da novembre a maggio dal 1960 al 2018, rispetto al periodo 1981-2010, considerando i valori medi delle stazioni sull’arco alpino piemontese


Fonte: Arpa Piemonte
In blu gli anni in cui le nevicate sono state superiori alla media, in rosso gli anni con deficit nevoso. Nell’immagine sono indicati i percentili della distribuzione (10°, 25°, 75° e 90°). Le variazioni dei valori compresi tra le linee arancioni continue (25° e 75° percentile) sono da considerarsi normali mentre quelle oltre le linee tratteggiate sono da considerarsi situazioni anomale (10° e 90° percentile).

Analizzando i dati presenti nella figura 5 si rileva che nel complesso la stagione invernale 2017-2018 risulta sopra la media. Si può considerare anomala come quantitativi di neve fresca precipitati in quanto ricade nella zona compresa tra il 75° e il 90° percentile.
Considerando i valori mensili si osserva inoltre come in questi ultimi 30 anni ci sia stata una maggiore variabilità nelle precipitazioni dei mesi di novembre e dicembre tanto da far registrare un’elevata frequenza di eventi eccezionali sia positivi che negativi.