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SALUTE

Speranza di vita alla nascita

L’argomento Speranza di vita alla nascita in buona salute rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

- Obiettivo 3: Salute e benessere
La speranza di vita alla nascita (anno 2015) in Piemonte è simile a quella nazionale, con gli uomini che hanno raggiunto la speranza di 80 anni di vita, permanendo una differenza tra generi di 4 anni (figura 1). Va ricordato che il 2015 è stato un anno di maggiore mortalità e che quindi ha visto una riduzione, seppur lieve, di questo indicatore, negli ultimi anni costantemente in crescita.

Per quanto riguarda la speranza di vita in buona salute alla nascita (anno 2013), il dato è rilevato mediante un questionario e i valori sono invertiti con gli uomini che dichiarano un maggior numero di anni in buona salute rispetto alle donne (figura 2). 
Il dato medio piemontese per la speranza di vita alla nascita in buona salute è di 59,6 anni.

Figura 1
Speranza di vita

Figura 2
Speranza di vita in buona salute

poPOLAZIONE ESPOSTA A FRANE E AD ALLUVIONI


L’argomento Popolazione esposta a frane e alluvioni rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

- Obiettivo 1: Sconfiggere la povertà
L’Obiettivo 1 intende porre fine alla povertà attraverso un approccio integrato secondo il quale il benessere umano è strettamente legato alla salute degli ecosistemi naturali. Il cambiamento climatico provoca conseguenze sull’ambiente e sugli ecosistemi, ma anche sul sistema socio-economico, danneggiando il territorio con conseguenze di rilievo sulle attività produttive, nelle infrastrutture, per le persone. A tale proposito, per questo obiettivo si sono scelti due indicatori che mettono in evidenza come la gestione, la manutenzione e la salvaguardia del capitale naturale siano aspetti essenziali per garantire un utilizzo sostenibile delle risorse, per la prosperità a lungo termine e per il benessere umano.

Il Piemonte, dal punto divista geomorfologico, è suddivisibile in tre aree circa omogenee: una zona montuosa, costituita da Alpi Occidentali e Appennino, una zona di pianura e una zona collinare, costituita da Monferrato e Langhe.
L’area montana si estende per il 48,7% del territorio regionale, ossia per una superficie di 12380 km2, l’area collinare occupa il 6570 km2 (25,9%) e l’area di pianura i restanti 6450 km2 (il 25,4% del territorio).
I processi morfodinamici che interessano le diverse aree sono suddivisi in:
1. Processi sui versanti (frane e valanghe), che si verificano in ambiente sia montano che collinare;
2. Processi lungo i corsi d’acqua di ordine inferiore (erosione e trasporto solido), che si verificano anch’essi in ambiente montano e collinare;
3. Processi lungo i corsi d’acqua nei fondivalle e in pianura (erosioni di sponda, tracimazioni, allagamenti), che si verificano prevalentemente in ambiente di pianura.
La distribuzione semiconcentrica delle tre tipologie di aree, con le catene montuose all’esterno, rende peculiare il clima, in quanto il Piemonte risulta zona di incontro delle masse d'aria continentali provenienti dalla Piana del Po, dell'umidità proveniente dal Mediterraneo e delle correnti atlantiche nord-occidentali che interagiscono con i rilievi innescando frequenti circolazioni locali e favorendo la presenza di microclimi.
Il territorio risulta fragile ed esposto, proprio perché frequentemente soggetto a fenomeni naturali con forte impatto sia sulla popolazione e sulle attività antropiche, sia sulla morfologia del territorio.

Facendo riferimento ai dati Arpa aggiornati al 2019 si può evidenziare come il 96,28% dei comuni piemontesi abbia un’area interessata da Pericolosità per frana (P3 e P4) e/o una interessata da Pericolosità idraulica.
A fronte del coinvolgimento della quasi totalità dei comuni piemontesi, tuttavia il computo della popolazione residente esposta al rischio risulta piuttosto basso, attestandosi intorno al 4,11%.

Scendendo nel dettaglio, i comuni interessati al rischio frane sono 801 (68% dei comuni piemontesi), con una percentuale di popolazione esposta dello 0,54%. Ciò è dovuto per lo più all’ubicazione delle aree interessate da frane che, essendo in area montana-alpina, sono di per sé scarsamente abitate. Ne consegue che le province con un maggior numero di abitanti esposti al rischio frane sono quelle con territorio prevalente montuoso, come le province del VCO e di Cuneo. Il dato nazionale per il 2017 è del 2,2%.

I comuni interessati al rischio alluvioni sono 1073 pari al 90,86% con una percentuale di popolazione esposta del 3,59%.
La provincia con il maggior numero di abitanti esposti al rischio alluvioni (11,36%) è il Verbano Cusio Ossola, con più del 90% dei comuni interessati. Il dato nazionale per il 2017 è del 10,2%

Gli indicatori relativi alla popolazione esposta al rischio frane e al rischio alluvione, così come l’indice di franosità, devono intendersi come un’indicazione sullo stato della situazione regionale, in quanto inadatti all’individuazione di un trend annuale. Infatti, anche a fronte di interventi per la gestione e la rimodulazione del rischio, la variazione di popolazione esposta è quasi impercettibile.

Figura 3
Percentuale abitanti interessati al rischio frane e al rischio alluvioni sul totale abitanti

IMPATTO SULLA SALUTE DEI SITI CONTAMINATI

Nell’ambito dello studio Sentieri 2011 e  Sentieri 2014 sono state eseguite dall’Istituto Superiore di Sanità varie analisi di mortalità, incidenza e ricoveri ospedalieri dei Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche (SIN), in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia Ambientale di Arpa Piemonte.

Per quanto riguarda il territorio Piemontese l’analisi ha riguardato:
  • Il SIN di Balangero
  • Il SIN di Serravalle Scrivia
  • Il SIN di Pieve Vergonte
  • Il SIN della Valle Bormida

Si riportano le conclusioni del Rapporto di Mortalità SENTIERI pubblicato sul supplemento speciale della rivista Epidemiologia e Prevenzione nel 2011. La mortalità è stata studiata per ogni sito, nel periodo 1995-2002, attraverso i seguenti indicatori: tasso grezzo, tasso standardizzato, rapporto standardizzato di mortalità (SMR) e SMR corretto per un indice di deprivazione socioeconomica messo a punto ad hoc. Nella standardizzazione indiretta sono state utilizzate come riferimento le popolazioni regionali.
SIN di Balangero

Il profilo di mortalità nel SIN mostra, nel complesso delle principali cause di morte, un eccesso della mortalità per tutte le cause, in entrambi i generi, per le malattie del sistema circolatorio nelle donne, per le malattie degli apparati respiratorio e digerente negli uomini.
La correzione per indice di deprivazione non muta questo quadro. Per le cause di morte per le quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali del SIN non si osservano eccessi o difetti. È presente un incremento della mortalità per tumore della pleura negli uomini, dato affetto da un’imprecisione della stima.

Tabella 1
Balangero. Mortalità per le principali cause di morte

Numero di casi osservati (OSS), rapporto standardizzato di mortalità grezzo (SMR) e corretto per deprivazione (SMR ID); IC 90%: intervalli di confidenza al
90%; riferimento regionale (1995-2002). Uomini e Donne
Causa



Uomini

Donne

OSS SMR ID (IC 90%) SMR ID (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%)
Tutte le cause 334 119 (109-131) 117 (107-128) 362 116 (107-127) 112 (103-123)
Tutti i tumori 99 107 (90-127) 108 (91-128) 78 107 (88-129) 110 (90-132)
Malattie dell’apparato circolatorio 124 116 (99-135) 112 (96-131) 194 130 (115-146) 122 (108-137)
Malattie dell’apparato respiratorio 34 159 (117-212) 155 (114-206) 14 77 (47-121) 77 (47-121)
Malattie dell’apparato digerente 27 209 (148-289) 203 (143-280) 15 112 (69-173) 108 (67-167)
Malattie dell’apparato genitourinario 4 115 (59-263) 122 (42-278) 3 80 (22-208) 76 (21-196)


Nel SIN, agli eccessi per le principali cause di morte possono aver contribuito fattori di rischio individuali. Il confronto dei dati relativi al mesotelioma pleurico con i due studi analitici citati nel paragrafo precedente sottolinea l’importanza dell’ampiezza temporale degli studi.
Il SIN di Serravalle Scrivia

Il profilo di mortalità nel SIN mostra, nel complesso delle principali cause di morte, un eccesso nelle donne per tutte le cause e per le malattie dell’apparato circolatorio.
L’eccesso nella mortalità per tutte le cause può essere in parte attribuibile all’aumento di rischio per malattie dell’apparato circolatorio. Si osservano altri eccessi, affetti però da imprecisione della stima.
Per le cause di morte per le quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali del SIN si documenta un eccesso negli uomini per tumore dello stomaco.

Tabella 2
Serravalle Scrivia. Mortalità per le principali cause di morte

Numero di casi osservati (OSS), rapporto standardizzato di mortalità grezzo (SMR) e corretto per deprivazione (SMR ID); IC 90%: intervalli di confidenza al
90%; riferimento regionale (1995-2002). Uomini e Donne
Causa
Uomini


Donne

OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%)
Tutte le cause 458 103 (95-111) 104 (96-113) 487 119 (110-128) 121 (112-130)
Tutti i tumori 130 93 (80-107) 93 (80-107) 101 106 (89-125) 105 (88-124)
Malattie dell’apparato circolatorio 173 98 (86-111) 100 (87-113) 238 120 (107-133) 123 (110-137)
Malattie dell’apparato respiratorio 41 113 (86-147) 116 (88-150) 26 108 (76-150) 110 (77-153)
Malattie dell’apparato digerente 24 121 (83-170) 120 (83-169) 14 80 (48-125) 79 (48-123)
Malattie dell’apparato genitourinario 9 153 (80-266) 154 (80-268) 7 142 (67-267) 144 (68-271)

Gli eccessi di mortalità osservati dovrebbero essere ulteriormente valutati tramite analisi di lungo periodo, anche in considerazione della esigua numerosità della popolazione.


Il SIN di Pieve Vergonte

Il profilo di mortalità nel SIN di Pieve Vergonte mostra un eccesso tra gli uomini e le donne per tutte le cause, tutti i tumori e per le malattie circolatorie.
Per le cause di morte per le quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali del SIN si osserva un eccesso per il tumore del colon-retto tra le donne e per il tumore dello stomaco in entrambi i generi, seppure con stime imprecise.

Tabella 3
Pieve Vergonte. Mortalità per le principali cause di morte

Numero di casi osservati (OSS), rapporto standardizzato di mortalità grezzo (SMR) e corretto per deprivazione (SMR ID); IC 90%: intervalli di confidenza al
90%; riferimento regionale (1995-2002). Uomini e Donne
Causa
Uomini


Donne

OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%)
Tutte le cause 275 114 (103-126) 113 (102-125) 256 109 (98-121) 108 (97-120)
Tutti i tumori 96 119 (100-141) 118 (99-140) 72 119 (97-145) 120 (98-146)
Malattie dell’apparato circolatorio 104 117 (98-138) 116 (98-137) 127 117 (101-136) 116 (99-134)
Malattie dell’apparato respiratorio 13 74 (44-118) 73 (43-116) 12 91 (53-148) 91 (52-147)
Malattie dell’apparato digerente 13 115 (68-183) 114 (68-182) 9 87 (45-152) 86 (45-150)
Malattie dell’apparato genitourinario 6 211 (92-417) 211 (92-416) <3

Si raccomanda l’acquisizione di dati per valutare la permanenza nel SIN dell’inquinamento ambientale da DDT e metalli di rilevanza tossicologica e una eventuale attività di sorveglianza epidemiologica per esiti diversi dalla mortalità, anche alla luce della più recente rassegna epidemiologica degli effetti sulla salute dell’esposizione a DDT e/o DDE (dicloro-difenil-etilene). La rassegna ha incluso gli studi pubblicati dal 2003 al 2008 e conclude che in letteratura aumenta e si consolida l’evidenza relativa al fatto che l’esposizione a DDT e al suo sottoprodotto DDE può essere associata con effetti sulla salute quali il tumore della mammella, il diabete, una diminuita qualità dello sperma, aborti spontanei e alterato sviluppo neurologico nei bambini.

Il SIN Valle Bormida

I risultati di SENTIERI mostrano, per la maggior parte delle principali cause di morte e per entrambi i generi, che l’osservato è simile all’atteso regionale. La mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori negli uomini e delle malattie dell’apparato respiratorio in entrambi i generi risultano in difetto rispetto all’atteso. Non viene registrato nessun eccesso di rischio e la correzione per deprivazione non modifica le stime.
Per quanto riguarda i gruppi di cause di morte, per i quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali presenti nel SIN, si osserva un eccesso in entrambi i generi per il tumore dello stomaco e un eccesso (basato su 10 casi) nelle donne, per l’asma, sia in presenza sia in assenza di correzione per fattori socioeconomici; negli uomini si osservano solo tre casi per i quali la stima di rischio, seppur imprecisa, è in difetto.

Tabella 4
Valle Bormida. Mortalità per le principali cause di morte

Numero di casi osservati (OSS), rapporto standardizzato di mortalità grezzo (SMR) e corretto per deprivazione (SMR ID); IC 90%: intervalli di confidenza al
90%; riferimento regionale (1995-2002). Uomini e Donne

Causa

Uomini


Donne

OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%)
Tutte le cause 2342 95 (92-98) 95 (92-98) 2217 99 (95-102) 99 (95-102)
Tutti i tumori 717 92 (86-98) 92 (86-98) 480 92 (85-99) 93 (86-100)
Malattie dell’apparato circolatorio 955 98 (93-104) 99 (94-105) 1072 99 (94-104) 100 (95-106)
Malattie dell’apparato respiratorio 142 72 (62-83) 73 (63-84) 102 82 (69-97) 84 (71-99)
Malattie dell’apparato digerente 94 86 (72-102) 86 (72-102) 95 98 (82-116) 97 (82-115)
Malattie dell’apparato genitourinario 35 103 (76-137) 102 (76-136) 27 95 (67-132) 93 (65-128)


In conclusione, il profilo di mortalità nel SIN, nonostante una situazione ambientale degna di attenzione, mostra un profilo di mortalità non molto distante dall’atteso regionale, a eccezione di eccessi di rischio per il tumore gastrico, osservati in entrambi i generi.
L’interpretazione dei risultati è resa complessa dal fatto che gli inquinanti sono veicolati dal fiume Bormida, pertanto potrebbe essere utile monitorare i comuni siti lungo il corso del fiume, come effettuato in passato dall’indagine OMS. Da quell’analisi supplementare, tuttavia, non si trassero spunti ulteriori, anche a causa dell’instabilità delle stime di rischio dovuta alle ridotte dimensioni della popolazione, soprattutto sul versante piemontese.

IMPATTO SULLA SALUTE DEI RAGGI ULTRAVIOLETTI

Tutte le persone sono esposte quotidianamente a una certa dose di radiazioni ultraviolette (UV), in gran parte derivanti dal sole, ma anche da fonti artificiali. Le radiazioni UV coprono quella porzione dello spettro elettromagnetico con una lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nanometri (nm) e si dividono in tre categorie principali:
  • UVA (315-400 nm)
  • UVB (280-315 nm)
  • UVC (100-280 nm)

In generale, la capacità di penetrazione e quindi la “pericolosità” per l’uomo dei raggi UV aumenta al diminuire della lunghezza d’onda e, di conseguenza, all’aumentare della frequenza.
La maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UVA e, in piccola parte, UVB, mentre gli UVC sono totalmente assorbiti dall’atmosfera.
Sulla base della letteratura scientifica, l’Oms ha identificato nove malattie strettamente legate all’esposizione a radiazioni ultraviolette, tra cui melanoma cutaneo, carcinomi squamo e baso cellulari, cheratosi, ustioni, cataratta corticale, pterigio e riattivazione dell’herpes labiale.
Di questi, il melanoma cutaneo, per la sua pericolosità, è oggetto di particolare sorveglianza dal punto di vista epidemiologico.
In Italia i dati AIRTUM (Associazione italiana registri tumori)
stimano (2009) una media di circa 13 nuovi casi all’anno ogni 100.000 persone nel nord Italia e di 6-7 casi ogni 100.000 abitanti nel sud, con un impatto nazionale (2009) di circa 3.150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2.850 tra le donne. Inoltre, l'incidenza è in continua crescita in Italia ed è raddoppiata negli ultimi 10 anni.

Dal 2011 Torino è al primo posto tra le città italiane per numero di melanomi diagnosticati con circa 19 casi all'anno ogni 100.000 abitanti e con un’incidenza quasi quintuplicata dal 1985 ad oggi. Le popolazioni del nord Italia sono a maggior rischio per la carnagione chiara e per la scarsa abitudine della pelle all'esposizione solare.

Per approfondimenti consulta la Relazione Stato Ambiente del 2017 

Atlante Regionale Ambiente e Salute 1980-2013

L’Atlante Regionale Ambiente e Salute della Regione Piemonte intende visualizzare le correlazioni tra l’inquinamento delle matrici e i danni sanitari che ne possono conseguire.

L’Atlante nasce come prodotto previsto dalla programmazione regionale di implementazione del Il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018.
Nel Piano Nazionale della Prevenzione sono stati definiti obiettivi e indicatori per misurare il progresso della prevenzione nei macro-obiettivi di salute prioritari a livello nazionale. In attuazione di questi indirizzi, la Regione Piemonte ha approvato gli obiettivi del Piano Nazionale ed ha redatto il Piano Regionale di Prevenzione 2015-2018, in cui sono indicati i programmi, gli obiettivi e le azioni da intraprendere nel quadriennio, sulla base del contesto epidemiologico regionale.
Il PNP 2014-2018 ha tra i suoi macro obiettivi il “ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente pericolose per la salute” (Macro obiettivo nazionale 8).
Particolare attenzione riveste l’Obiettivo centrale 8.2: “Migliorare la conoscenza del rapporto inquinanti ambientali/salute attraverso:
- il monitoraggio degli inquinanti ambientali cui è esposita la popolazione
- il potenziamento della sorveglianza epidemiologica”
La Regione Piemonte, ha tradotto l’indicazione nazionale con un obiettivo specifico che prevede di “Ampliare le conoscenze epidemiologiche sugli effetti dei contaminanti ambientali (radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, rumore, sostanze chimiche di origine industriale ed agricola) in diverse matrici: aria, acqua, suolo”
Tra le attività di potenziamento della sorveglianza epidemiologica ambientale previste dal Piano vi è anche l’aggiornamento di un precedente “Atlante Regionale Ambiente e Salute, con mappatura dei livelli conosciuti di esposizione e dei rischi correlati” ad opera di Arpa Piemonte.

L’Atlante è stato pensato come accesso ai dati di mortalità e primo ricovero ospedaliero, secondo la patologia o il comune di residenza al momento dell'evento.
È pertanto costituito nella sua versione attuale da una serie di tabelle e mappe elaborate a livello comunale, sulla base della mortalità e del primo ricovero per 61 cause selezionate, per tutte le età e nel periodo 1980-2013 (mortalità) e 2002-2013 (primo ricovero ospedaliero).
L'accesso all'Atlante è permesso secondo due possibili ordinamenti di ricerca: per patologia e per comune.
L'accesso secondo la patologia presenta un indice di forma tabellare nel quale sono elencate le cause di mortalità e incidenza di primo ricovero ospedaliero, suddivise per sesso (donne e uomini) nella fascia di età 0-99 anni. I dati sono rappresentati sia a livello cartografico, attraverso una carta tematica totale del Piemonte riportante i rischi presenti sul territorio regionale, sia a livello tabellare, con la tabulazione a livello comunale degli indici di rischio calcolati per patologia.
L'accesso secondo il comune presenta una lista a tendina attraverso la quale è possibile selezionare i comuni del Piemonte. Per ciascun comune gli indicatori sono riportati secondo la patologia, il flusso informativo (dimissioni, mortalità) e il genere (donne, uomini, entrambi) nella fascia di età 0-99 anni.
Con questo prodotto il Piemonte si allinea alle altre regioni italiane che mettono a disposizione i dati sanitari di dettaglio utili ai proponenti per gli Studi di Impatto Ambientale, permettendo di inquadrare lo stato di salute della popolazione nel territorio comunale oggetto della proposta progettuale, nonché per ogni sindaco o abitante piemontese desideroso di conoscere in dettaglio lo stato di salute del proprio comune.
L’Atlante è accessibile alla pagina dedicata del sito Arpa Piemonte:

Una documentazione e un guida alla lettura dei dati accompagna il materiale disponibile sul sito.

Nella figura 4 si riporta un esempio di rappresentazione dei rischi (Mortalità generale, uomini, tutte le età) sul territorio regionale.
Nelle tabelle 5-6 si presenta un estratto delle tabelle secondo la patologia e secondo un comune. Si rimanda alla documentazione disponibile on line per l’interpretazione degli indicatori.

Figura 4
Carta tematica secondo il comune di residenza
Mortalità generale, uomini, tutte le età

Tabella 5
Esempio di estrazione dati secondo la patologia
Mortalità generale, uomini, tutte le età

Tabella 6
Esempio di estrazione dati secondo il comune di residenza
Comune di Balangero, esiti sanitari, tutte le età

Ambiente e Salute nel PNP 2014-2018: rete nazionale di epidemiologia ambientale, valutazione di impatto integrato sull’ambiente e salute, formazione e comunicazione (EpiAmbNet)

Nel mese di dicembre 2018 si sono concluse le attività legate al Progetto Ambiente e Salute nel PNP 2014-2018: rete nazionale di epidemiologia ambientale, valutazione di impatto integrato sull’ambiente e salute, formazione e comunicazione (EPIAMBNET), finanziate dal Centro nazionale per la Prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della Salute nel 2016.


Il progetto intendeva rafforzare il contributo della epidemiologia sul tema Ambiente e Salute secondo le linee indicate dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018, attraverso il coinvolgimento e il lavoro congiunto delle strutture ambientali e sanitarie.

L’integrazione delle attività tra il settore ambientale e quello sanitario è di importanza fondamentale per proteggere la salute dai rischi derivanti dalla contaminazione ambientale e per garantire luoghi abitativi e di lavoro che tutelino la salute dei residenti e dei lavoratori.

Non si può ignorare infatti che sui temi ambiente e salute si registrino ancora numerosi aspetti critici nelle attribuzioni delle competenze tra strutture Arpa e SSN, una formazione generale su questi aspetti ancora carente ed eterogenea, e differenze inter-regionali che rendono necessari programmi di azione e di formazione coordinati, coerenti e non settoriali.

Il PNP presenta il Macro obiettivo 8 Ambiente e Salute offrendo, per la prima volta, l’occasione del potenziamento e della standardizzazione a livello nazionale delle esperienze virtuose su questo tema già disponibili a livello di alcune regioni, inserendole in modo organico nel contesto istituzionale delle attività del sistema ambientale e della salute.

Per approfondimenti consulta la pagina Aria Impatti Salute