risposte
Torna su

AMIANTO

L’argomento Amianto rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

Obiettivo 3
: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

3.9 Entro il 2030, ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da contaminazione e inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo

L’amianto rappresenta uno di temi ambientali di grande interesse, sia in relazione alla sua presenza naturale sia al suo sfruttamento nelle lavorazioni industriali cui la Regione dedica la necessaria e costante attenzione al fine di tutelare la qualità ambientale del territorio e vigilare sulla salute di tutti i cittadini.

Risanamento dell'amianto

La presenza, in passato, di due realtà quali l'ex Stabilimento Eternit di Casale Monferrato e l'ex miniera di amianto di Balangero ha determinato una grande diffusione di manufatti contenenti amianto sul territorio piemontese. Di conseguenza, il risanamento del territorio costituisce una problematica rispetto alla quale, da molti anni, la Regione Piemonte ha messo in campo specifiche azioni.

Con l'approvazione, in data 1 marzo 2016, del Piano Regionale Amianto 2016-2020 è stata data nuova spinta al processo di mappatura e bonifica del Piemonte, mediante azioni e le strategie su più fronti, di carattere ambientale e sanitario.

Il Piano effettua una ricognizione del fenomeno amianto in Piemonte e si focalizza, per gli aspetti ambientali, sulla mappatura e censimento dei siti, sulla bonifica dei siti, sullo smaltimento dei manufatti rimossi. Il Piano prevede che si giunga a una graduale eliminazione dei manufatti contenenti amianto ed individua tra le priorità la bonifica degli edifici pubblici, partendo dalle scuole, così come attuato negli ultimi anni e come tutt'ora in corso.

Completare la mappatura dell’amianto di origine naturale e antropica e la bonifica dei siti di interesse nazionale di Casale Monferrato e Corio-Balangero, smaltire i rifiuti che lo contengono, individuando nuovi siti di stoccaggio o metodi alternativi, sviluppare l’attività sanitaria del centro per la lotta al mesotelioma, informare i cittadini attraverso appositi sportelli comunali e formare nuovi tecnici: sono solo alcune delle misure previste dal Piano regionale Amianto 2016-2020, discusso e approvato il 1° marzo dal Consiglio regionale del Piemonte.
Con tale provvedimento la Regione si dota di uno strumento fondamentale per affrontare in maniera organica e complessiva uno dei principali problemi ambientali che affliggono il territorio regionale e la salute dei cittadini. Si avvia così una strategia tesa a ridurre in modo deciso l’impatto nocivo dell’amianto, attraverso misure che vanno dalle bonifiche alla mappatura, dallo smaltimento in sicurezza agli interventi in ambito sanitario, informativo e formativo. Per quanto riguarda la mappatura della presenza naturale di amianto, mediante più step di aggiornamento ed implementazione delle informazioni, sono sviluppati approfondimenti di dettaglio che vengono resi disponibili on-line, così come i dati della mappatura dell'amianto di origine antropica; la consultazione dei dati rilevati può avere luogo tramite il Geoportale della Regione Piemonte o dal sito web di Arpa Piemonte.

Anche ai fini di un maggiore coinvolgimento dei soggetti privati proprietari di manufatti contenenti amianto, con D.G.R. n. 58-4532 del 29.12.2016 sono state definite le modalità operative per la comunicazione e l'acquisizione dei dati ai sensi dell'art. 9 della L.R. 30/2008. Accedendo al sito web della Regione Piemonte è possibile scaricare la scheda in formato editabile e procedere alla comunicazione.

Ai sensi dell'art 5 della L.R. 30/2008 nel 2016 sono stati assegnati i contributi, ai Comuni singoli ed associati per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento di piccoli quantitativi di amianto; i servizi così attivati tramite il contributo regionale sono mirati ad incentivare i soggetti privati a procedere alla bonifica dei manufatti di loro proprietà.

Per maggiori approfondimenti vedi anche la sezione Territorio - Risposte - Siti Contaminati.

Il sito Eternit di Casale Monferrato

Lo stabilimento “Eternit” di Casale Monferrato, per dimensione e mole produttiva, è stato uno dei maggiori centri nazionali di produzione manufatti in fibrocemento; l’insediamento si estendeva su di un’area di circa 94.000 m2; l’attività produttiva ebbe inizio nel 1907 e cessò completamente nel 1986.
Una vasta area del casalese è stata di conseguenza interessata da una larghissima diffusione di materiali contenenti amianto, in matrice friabile e compatta ed è stata perimetrata, con Decreto del Ministero dell'Ambiente del 10 gennaio 2000, quale sito di interesse nazionale (SIN).

Il territorio classificato come SIN si estende su una superficie di circa 730 km2 e comprende il territorio di 48 Comuni, dei quali 45 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Vercelli e 1 in provincia di Asti.

La programmazione degli interventi per il risanamento del territorio ha avuto avvio con finanziamenti statali e regionali sui programmi PTTA 1994-96, poi integrati con le risorse finanziarie attribuite dal Ministero dell'Ambiente nell'ambito dello specifico Piano Nazionale
delle Bonifiche. Il soggetto attuatore dell’intervento è il Comune di Casale Monferrato, individuato quale capofila tra i Comuni perimetrati del SIN. Nel corso degli anni è stato avviato un intenso programma che va dalle bonifiche concluse dell’area dello stabilimento “Eternit” e della sponda destra del fiume Po - oggetto degli scarichi dello stabilimento - alla realizzazione di un impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti delle bonifiche, alle attività di censimento degli edifici e dei siti con amianto, alla bonifica dei manufatti contenenti amianto e del polverino, alle campagne di monitoraggio ambientale per il controllo dell’ inquinamento da amianto.

Oggi l’intervento principale su tale sito consiste prevalentemente nella decontaminazione attraverso la bonifica di utilizzi impropri degli sfridi di produzione dei manufatti di cemento-amianto (il cosiddetto “polverino”) e delle coperture in cemento-amianto.