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MITIGAZIONE IMPATTI MORFOLOGICI

L’argomento Mitigazione impatti morfologici rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

Obiettivo 15
: proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre

Gli impatti morfologici consistono in una artificializzazione di alveo e rive con una conseguente riduzione della continuità fluviale longitudinale e trasversale. Rappresentano una componente importante delle alterazioni in atto sui corpi idrici per gli effetti che hanno soprattutto sulla componente biologica vegetale e animale sia acquatica che delle sponde.
L’Unione Europea ha inserito la morfologia tra gli elementi di qualità da monitorare nell’ambito della Direttiva Quadro sulle Acque per l’importanza che questa assume nel raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. Sono state quindi identificate 3 misure chiave (KTM 5, 6 e 23) da inserire nell’ambito della pianificazione per riqualificare questi aspetti.
Nella visione di gestione integrata dei corsi d’acqua perseguita dall’Unione Europea, inoltre, la Direttiva Alluvioni si deve confrontare con la Direttiva Acque 2000/60/CE, per attuare una politica coerente e sostenibile di tutela delle acque e degli ambienti ad esse correlati.
Le due Direttive, pur avendo finalità differenti, convergono sull’importanza di mantenere o ripristinare un corretto assetto idromorfologico del corso d’acqua, funzionale sia alla prevenzione delle alluvioni e alla riduzione del rischio sia al miglioramento degli ecosistemi acquatici e perifluviali. Inoltre entrambe afferiscono al bacino idrografico come unità territoriale di riferimento e obbligano gli Stati Membri a importanti processi di divulgazione e consultazione pubblica. Ne risulta che i due strumenti di pianificazione devono coordinarsi nel ricercare sinergie e vantaggi comuni nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientali previsti per le risorse idriche.
I due Piani indicano, inoltre, la redazione del Programma di gestione dei sedimenti a livello di bacino idrografico come occasione principale per individuare e concretizzare azioni funzionali agli obiettivi di entrambi, in linea con i contenuti dell'articolo 117, comma 2-quater, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
A questa azione si aggiunge, inoltre, la redazione dei Piani di gestione della vegetazione perifluviale (PGV), che ha interessato finora i corsi d’acqua Dora Baltea, Stura di Lanzo, Orba, Belbo e Dora Riparia. I PGV forniscono indirizzi operativi per la gestione della vegetazione arborea lungo le sponde in funzione delle caratteristiche idrauliche del tratto, distinguendo ove effettuare interventi di taglio e diradamento per migliorare il transito delle acque o potenziare la presenza di superficie forestate per rallentare la corrente. Hanno, quindi, finalità sia di manutenzione conservativa e riqualificazione della fascia arborea perifluviale sia di mitigazione del rischio idraulico.

Piani di Gestione della Vegetazione perifluviale (PGV)

Nell’ambito del progetto EAU CONCERT, Interreg Alcotra con partenariato Italia-Francia conclusosi nel 2015, la Regione Piemonte ha messo a punto, con il supporto tecnico dell’AdBPo, AIPO e IPLA, il Piano di Gestione delle Vegetazione ripariale (PGV), utilizzando come area sperimentale il tratto piemontese del Bacino della Dora Baltea, dal confine regionale alla confluenza con il Torrente Chiusella.
La metodologia deriva dalle esperienze maturate dell’AdBPo sul Torrente Parma, con alcune modifiche per meglio adattare lo strumento al contesto regionale. A seguito dell’approvazione della Regione Piemonte delle Norme Tecniche per la redazione dei Piani Aziendali Forestali (PFA), il PGV è considerato un PFA speciale per il contesto fluviale e come tale approvabile, con un periodo di validità di riferimento di 15 anni.

In tal modo il PGV assume una valenza più ampia e può integrarsi con gli altri documenti di programmazione previsti per i corsi d'acqua, come il Piano di gestione dei sedimenti e i Contratti di fiume, nonché piano stralcio per i Siti Natura 2000 e le Aree Protette interessate.
Il PGV viene sviluppato attraverso le seguenti fasi:
  1. definizione dello stato attuale della fascia di pertinenza fluviale, per le componenti morfologiche, idrauliche e vegetazionali;
  2. definizione delle tratte omogenee, in base ai parametri ambientali, morfologici e idraulici;
  3. definizione degli obiettivi generali e specifici;
  4. definizione degli interventi, per la ricerca di una maggiore corrispondenza tra le caratteristiche attuali della vegetazione e quelle auspicate, in funzione degli obiettivi.

Gli obiettivi generali, opportunamente declinati in specifici a seconda del contesto, sono legati a:
  1. rischio di inondazione ed erosione: necessità di rallentare o accelerare il deflusso, di limitare l'apporto solido o l'accumulo di alberi in alveo;
  2. uso del suolo e attività antropiche: valorizzare il paesaggio, definire gli spazi per le attività agricole e selvicolturali sostenibili e quelle ricreative regolamentate;
  3. patrimonio naturale: conservare gli habitat, la flora e la fauna di interesse, contrastare l'eutrofizzazione delle acque e le specie esotiche invasive.

L'utilizzo di questo schema metodologico prevede anche un'indagine sul regime patrimoniale, poiché il rilievo delle proprietà è un elemento essenziale in fase di pianificazione, sulla cui base modulare obiettivi ed interventi realistici e attuabili.
La gestione delle fasce fluviali è senza dubbio un tema complesso e di grande rilevanza che necessita l'attenzione di tecnici e amministratori locali e per il quale l'opinione pubblica è molto sensibile. Le difficoltà nascono dal dover gestire interessi diversi, spesso tra loro in contrasto, come la sicurezza idraulica e la conservazione degli ambienti naturali, la connessione ecologica e le aspettative economiche di vario genere: agricoltura, pioppicoltura, attività estrattive e ricreative. Un ulteriore limite al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento e conservazione degli habitat fluviali naturali è costituito dalla diffusione di specie esotiche invasive, che trovano lungo i fiumi ambienti elettivi. Attraverso i PGV si prende infatti maggiore consapevolezza della estensione che queste specie stanno assumendo nelle fasce perifluviali, rispetto alle quali si iniziano ad intraprendere azioni di contenimento a scala regionale. Oltre alla diminuzione della biodibersità legata a specie autoctone, la presenza di alcune specie esotiche invasive crea seri problemi di dissesto idrogeologico.
Per ottenere una maggiore efficacia nell'azione pianificatoria occorre predisporre strumenti gestionali integrati e tra loro complementari per ogni tematica; sotto questo aspetto anche la valorizzazione economica delle proprietà demaniali lungo le aste fluviali può essere un'utile risorsa, in particolare per il Piemonte dove queste aree raggiungono superfici significative, con migliaia di ettari boscati.
Sulla base dell'esperienza maturata con il progetto “Eau Concert” sono stati redatti altri piani, a partire dal completamento della fascia della Dora Baltea fino alla confluenza nel Po, Stura di Lanzo, Torrente Orba e Dora Riparia. Recentemente è stato completato il PGV del Torrente Belbo, misura di interesse sia per il Piano di gestione delle acque che per il Piano di gestione delle alluvioni che hanno ritenuto opportuna su questa asta una corretta gestione della vegetazione in senso conservativo ma risolvendo al contempo situazioni esistenti di rischio idraulico. In ultimo è stata avviata la stesura del PGV del fiume Sesia.
Alcuni interventi sono stati effettuati, in via sperimentale, con l’ausilio delle squadre forestali regionali, per esempio nei comuni di Borgofranco di Ivrea, Ivrea e Avigliana. A seguito di questo, la Regione si sta organizzando operativamente per dare attuazione ai PGV attraverso il coordinamento con le attività dei settori regionali competenti su opere pubbliche e foreste. Inoltre per dare corso alla realizzazione dei progetti attuativi dei Piani di gestione della vegetazione perifluviale già disponibili la Regione, con DGR 48-8033 del 7 dicembre 2018, ha stanziato 130.000 euro per gli anni 2019 e 2020.
L’Unione Europea ha approvato, nel febbraio 2017 la prosecuzione dei lavori finanziando EAU CONCERT II nel programma Alcotra Italia-Francia 2014-2020.
Con la DGR 46-8771 del 12 aprile 2019, la Regione ha approvato i PGV di Dora Baltea, Dora Riparia, Stura di Lanzo e Orba quali strumenti di indirizzo per la gestione conservativa della vegetazione perifluviale, dando in tal modo la possibilità a soggetti pubblici o privati interessati a vario titolo ad intervenire sulle rive fluviali, di eseguire gli interventi con un approccio corretto e sostenibile.

Figura 1
Erosione Dora Baltea

Finanziamenti per la riqualificazione dei corpi idrici piemontesi

In base all’analisi delle pressioni condotta in occasione della stesura del PdG Po-2015, l’alterazione delle caratteristiche morfologiche dei corsi d’acqua, che è significativa per circa il 64 % dei corpi idrici fluviali monitorati, è emersa tra le criticità di maggior rilievo per il reticolo naturale piemontese, i cui corpi idrici presentano una diffusa artificializzazione delle sponde e dell’alveo, opere trasversali, riduzione della fascia boscata perifluviale.
Nel programma di misure del PdG Po-2015 sono pertanto inserite misure di riqualificazione morfologica riconducibili al miglioramento della vegetazione ed al ripristino della naturalità dell’alveo, nel rispetto delle concomitanti esigenze di riduzione del rischio idraulico per abitati ed infrastrutture.
Il finanziamento degli interventi di riqualificazione morfologica è reso possibile ricorrendo all’applicazione dell’articolo 21 del regolamento 15/R del 2004 che prevede la destinazione di una quota non inferiore al 5% dell'introito dei proventi relativi all'uso dell'acqua pubblica al finanziamento delle attività regionali di attuazione del Piano di Tutela delle Acque.
Con DGR 38-6589 del 9 marzo 2018 la Regione ha definito gli obiettivi che si intendono raggiungere e specificato le condizioni ed i criteri per finanziare progetti di riqualificazione tramite bando pubblico rivolto ai comuni, alle province ed agli enti parco e ai gestori dei siti RN2000.
Per affrontare le criticità di natura morfologica sono stati ritenuti ammissibili al finanziamento interventi coerenti con quattro categorie di misure del Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po-2015 che insieme concorrono al ripristino della naturalità di alveo e sponde fluviali e lacustri. Nello specifico sono state individuate alcune tipologie di interventi afferenti a:
  • KTM 5 “Miglioramento della continuità longitudinale”
  • KTM 6 “Miglioramento delle condizioni idromorfologiche dei corpi idrici, diverse dalla continuità longitudinale”
  • KTM 18 “Misure per prevenire o per controllare gli impatti negativi delle specie esotiche invasive e malattie introdotte”
  • KTM 23 “Misure per la ritenzione naturale delle acque”.

Particolare premialità è stata attribuita ad interventi localizzati su corpi idrici in stato di qualità ecologico “sufficiente” dove questa tipologia di interventi può essere incisiva nel determinare quel miglioramento necessario al raggiungimento dell’obiettivo di buono stato ecologico richiesto dalla normativa europea.
Il primo bando, pubblicato il 26 aprile 2018, ha visto la presentazione di 11 progetti di cui, a seguito della istruttoria regionale, sono stati finanziati 7 interventi per un importo di 1.311.572,35 euro complessivi.
I progetti ammissibili a finanziamento sono stati presentati da amministrazioni in forma singola o, più spesso, associata, arrivando a coinvolgere una trentina di soggetti quali Enti Locali (Città Metropolitana, Province e Comuni), Enti Parco e Consorzi irrigui distribuiti su un’ampia porzione del territorio regionale. Gli interventi interessano tratti significativi di asta fluviale, fin oltre i 20 km, e ampie porzioni di aree perifluviali.
Dato il positivo esito dell’iniziativa, la Regione con DGR 48-8033 del 7 dicembre 2018 ha confermato il ricorso al bando come strumento per finanziare la riqualificazione morfologica dei fiumi e dei laghi, a cui sono stati affiancati interventi di gestione conservativa della vegetazione perifluviale da attuarsi anche tramite il ricorso agli addetti forestali in forza alla regione Piemonte attraverso apposito finanziamento di 130.000,00 euro.
Il nuovo bando, aperto fino al 17 maggio 2019, permetterà di destinare ulteriori 3.300.000 euro per interventi di miglioramento morfologico e per azioni mirate al controllo del deflusso minimo vitale in alveo ed alla teletrasmissione dei dati di prelievo d’acqua.