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PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

L'argomento Pianificazione Territoriale rientra in uno degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi dell'ONU.

Obiettivo 16: Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l'accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli


IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)

A conclusione di un lungo iter di formazione, volto a garantire la più ampia partecipazione dei soggetti interessati e a realizzare uno strumento sempre più completo, comprensibile ed efficace, il consiglio regionale del Piemonte ha approvato, con D.C.R. n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, il Piano Paesaggistico Regionale (PPR), strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, realizzato d’intesa con il ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo.

Le politiche di pianificazione territoriale e paesaggistica possono essere considerate come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; costituiscono infatti un elemento di notevole rilevanza per il consolidamento delle culture e delle economie locali, così come per il rafforzamento della competitività e dell’attrattività della regione rispetto a più ampi contesti europei e internazionali.
Le nuove esigenze e le nuove opportunità legate a tali politiche hanno in particolare trovato riscontro nella Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 45 Paesi membri del Consiglio d’Europa nonché, per quanto riguarda l’Italia, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 42/2004).

Nello spirito della Convenzione europea, il Ppr non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale pregio e bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, comprensivo dei paesaggi della quotidianità, che rappresentano i contesti di vita e lavoro delle persone contribuendo a determinarne la qualità e che vanno quindi difesi dalle trasformazioni incontrollate, e di quelli compromessi o degradati, dei quali promuove il recupero e la riqualificazione.

L’azione di tutela del Piano, per essere pienamente efficace, necessita del fondamentale contributo degli enti locali; a seguito dell’approvazione, infatti, i Comuni sono chiamati ad avviare il processo di revisione dei propri strumenti urbanistici, al fine di recepire le previsioni del Ppr. Oltre alle essenziali finalità di regolamentazione, il Piano mira a diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti del paesaggio, inteso come patrimonio comune da proteggere e valorizzare, accompagnando la crescente sensibilità dei cittadini verso gli obiettivi di tutela. Anche per questo il Piano affianca aspetti di natura strategica e progettuale a quelli più strettamente normativi.

Gli obiettivi del Piano

Il Ppr costituisce atto di pianificazione generale regionale improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Il Ppr definisce modalità e regole volte a garantire che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato, valorizzato e regolato. A tale scopo promuove la salvaguardia, la gestione e il recupero dei beni paesaggistici e la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti e integrati.

Dalle cinque strategie del Ppr discendono 26 obiettivi generali, che sono comuni a Piano paesaggistico e Piano territoriale. Le finalità particolari e le strategie operative per gli aspetti paesaggistico-ambientali sono invece in gran parte differenti da quelle territoriali, in relazione ai temi specifici e agli interessi diversificati che Ppr e Ptr si trovano ad affrontare: il quadro degli obiettivi specifici, pur mantenendo un reciproco coordinamento, è pertanto differenziato per i due strumenti.

Il quadro degli obiettivi specifici costituisce il riferimento per gli aspetti di qualità paesaggistica da individuare in ciascun ambito di paesaggio. A tal fine, nell’allegato B alle Norme di attuazione sono riportati gli obiettivi specifici di maggiore rilevanza per la qualità paesaggistica di ciascun ambito, accompagnati dalle azioni strategiche più opportune per le caratteristiche e le dinamiche di ciascuna parte di territorio.

Perché un Piano paesaggistico regionale?

Il Piano paesaggistico costituisce strumento di pianificazione sovraordinata e prevalente secondo la legislazione nazionale sul paesaggio, che prevede la redazione di un piano esteso a tutto il territorio regionale da predisporre d’intesa tra Regione e Ministero.

Al di là degli obblighi normativi, il piano costituisce presa di coscienza da parte di una comunità del valore del proprio territorio; il paesaggio rappresenta infatti l’espressione della forma di un territorio nel quale si identifica la sua popolazione, in relazione alle dinamiche ambientali, naturali, storiche, culturali, frutto delle trasformazioni operate dall’uomo nel tempo, che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive dalla sua genesi fino a oggi.

Il piano riconosce questi aspetti e si pone come strumento di conoscenza, di regolazione, di pianificazione e programmazione, finalizzate a garantire la salvaguardia delle invarianti del territorio, la riqualificazione delle parti compromesse, la crescita di una coscienza comune sull’importanza dell’attenzione nei confronti del territorio, risorsa non riproducibile, in grado di garantire lo sviluppo delle comunità che lo abitano.

Le finalità del Piano paesaggistico regionale

Il Ppr è strumento di:

- Conoscenza: costituisce un “atlante” complessivo che descrive il territorio piemontese; riconosce i valori fondamentali che lo qualificano, i suoi caratteri identitari, le principali criticità presenti; rappresenta una visione unitaria della regione alla luce delle sue componenti costitutive, delle sue principali vocazioni, delle espressioni caratteristiche che contraddistinguono la sua storia;

- Programmazione: contiene linee strategiche volte alla tutela del paesaggio e al miglior utilizzo del territorio; il Ppr ha sostenuto numerose azioni già attuate (progetti europei, progetti di valorizzazione, progetti di riqualificazione) e, nella sua parte strutturale, contiene principi e assi tematici che consentiranno nei prossimi anni di dare corso a politiche consapevoli di rigenerazione e valorizzazione del territorio, in una logica di sviluppo del Piemonte volta alla qualificazione e salvaguardia delle sue risorse, verso un’economia sostenibile e per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti;

- Pianificazione: i contenuti del Ppr costituiscono elemento fondante per il sistema della pianificazione territoriale provinciale e della città metropolitana, della pianificazione urbanistica dei comuni e delle loro forme associative, nonché riferimento essenziale per la definizione di strumenti di pianificazione settoriale coerenti e compatibili con le caratteristiche del territorio piemontese;

- Regolazione: contiene nella sua parte prescrittiva misure di tutela volte a tradurre i riconoscimenti di valore in disposizioni normative che incidono direttamente o indirettamente sui processi di trasformazione, finalizzate a garantire il corretto equilibrio tra sviluppo delle comunità e salvaguardia dei principali ambiti di pregio paesaggistico.

Che cosa succede dopo l’approvazione

Conoscenza: l’apparato conoscitivo del Ppr rappresenta il riferimento per tutte le azioni che interessano il governo del territorio in termini di pianificazione e progettazione; nel contempo la diffusione delle informazioni in esso contenute è essenziale per determinare la crescita di una coscienza collettiva sulle caratteristiche del paesaggio piemontese. A tal fine è necessario promuovere intese con il pubblico interessato (Osservatori del paesaggio, associazioni culturali e ambientaliste), sostenere iniziative rivolte alla cittadinanza (attraverso progetti di comunicazione mirati), coinvolgere il mondo dei professionisti e degli operatori del settore (mediante percorsi di formazione e seminari divulgativi).

Programmazione: il quadro strategico costituisce riferimento per la programmazione, sia regionale sia degli altri livelli amministrativi, rivolta alla valorizzazione e tutela delle risorse e alla qualificazione dei sistemi territoriali. L’apparato strategico del Ppr può indirizzare e favorire l’attuazione di alcune linee d’intervento presenti all’interno della programmazione dei fondi comunitari, del programma di sviluppo rurale e di altre iniziative a regia regionale, o promosse da soggetti diversi (pubblici e privati) mediante la stipula di accordi e intese previsti dal Piano stesso. I progetti strategici inseriti e sostenuti dal Ppr sono posti al centro delle politiche regionali di tutela e valorizzazione del paesaggio.

Pianificazione: entro due anni dall’approvazione del Ppr gli strumenti di pianificazione dovranno adeguarsi a esso, perseguendo gli obiettivi, dando attuazione agli indirizzi e alle direttive, rispettando le prescrizioni. Tale processo richiederà una revisione complessiva del Prg; in attesa dell’adeguamento qualsiasi variante dovrà comunque dimostrare, per le parti del territorio interessate, la coerenza con i contenuti del Ppr che, in sinergia con il Piano territoriale regionale, costituirà il principale strumento di riferimento per la formazione degli strumenti urbanistici. L’adeguamento al Ppr consentirà la piena attuazione delle indicazioni rivolte alla pianificazione locale; sarà ovviamente necessario accompagnare l’attuazione del Piano mediante il coinvolgimento delle amministrazioni attraverso incontri divulgativi, percorsi formativi per gli operatori tecnici pubblici e privati, nonché mediante la predisposizione di specifici atti di indirizzo.

Regolazione: le norme prescrittive del Ppr, principalmente rivolte ai beni paesaggistici, costituiscono il presupposto per l’autorizzazione paesaggistica dei progetti di trasformazione del territorio, garantendo un supporto ai professionisti per la redazione dei progetti e agli enti preposti all’autorizzazione per la conduzione dell’istruttoria delle istanze presentate, riducendo la discrezionalità delle valutazioni e assicurando una maggiore uniformità. Anche in questo caso saranno promossi momenti di conoscenza e approfondimento rivolti principalmente alle componenti tecniche delle amministrazioni (in particolare le Commissioni locali per il paesaggio) e ai professionisti

La visione strategica

Il Ppr affronta i temi della tutela del territorio e della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia direttamente attraverso i propri contenuti normativi, sia promuovendo programmi, piani e progetti strategici volti alla valorizzazione integrata del territorio, a regia regionale o promossi da soggetti diversi (pubblici e privati), nonché con la realizzazione di approfondimenti tematici, attraverso la definizione di studi e analisi di accompagnamento al processo di attuazione del Ppr.

Il Ppr sostiene politiche e iniziative di livello sovra locale che mirano a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, in particolare relativamente ai seguenti temi:
  • valorizzazione del patrimonio paesaggistico piemontese;
  • implementazione della rete di connessione paesaggistica;
  • contenimento del consumo di suolo;
  • salvaguardia attiva dei paesaggi agrari;
  • definizione di criteri e modalità specifici per la qualificazione dei sistemi urbani e periurbani in termini edilizi, urbanistici e della funzionalità ecosistemica del territorio;
  • implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici;
  • inserimento paesaggistico dei manufatti specialistici e degli impianti tecnologici o di produzione di energia e riqualificazione delle aree dismesse o compromesse.

Il Ppr riconosce quali strumenti di approfondimento di tali tematiche, già attuati o in corso di attuazione, i seguenti programmi e progetti strategici:
  • i progetti relativi ai siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco e delle Riserve della biosfera (MAB);
  • la salvaguardia dei tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano;
  • il progetto Corona verde;
  • i contratti di fiume e di lago;
  • l’implementazione della rete ecologica regionale;
  • i progetti europei finanziati con il programma di cooperazione trasnazionale “Alpine space”;
  • le attività connesse al monitoraggio del consumo di suolo.
Per approfondimenti consulta il sito di Regione Piemonte

ADEGUAMENTO DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI ALLE LINEE GUIDA DEI TERRITORI RICONOSCIUTI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ DALL’ UNESCO - STATO DI AVANZAMENTO (anno 2018)

Il riconoscimento del sito Unesco I Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato concorre al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, nello specifico per quanto attiene l’obiettivo 11 e corrispondente target (11.4) “rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo”.
L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle Linee Guida di cui alla DGR 26-2131 del 21.09.2015 (LLGG), è proseguita anche nel corso dell’anno 2018 con il duplice obiettivo di coinvolgere ulteriori Comuni nella procedura e sistematizzare l’esame della documentazione tecnica di analisi paesaggistica da parte delle strutture regionali e provinciali preposte alle verifiche delle stesse.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai comuni, in forma singola o associata.

Con riferimento ai 101 comuni interessati, ricadenti nelle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, una trentina hanno condotto, dopo l’avvio della procedura, ulteriori sedute e, di questi, 12 hanno concluso l’iter del TLP nel 2018 ricevendo le valutazioni finali di chiusura del Tavolo per il prosieguo dell’iter urbanistico - parere contenente indicazioni sia per il perfezionamento degli elaborati presentati sia rispetto alla tipologia di Variante da predisporre (di tipo strutturale o parziale). Nel corso del 2018 si sono svolti 24 tavoli, incontrando tutti i comuni che hanno fatto richiesta, talora raggruppati secondo Unioni amministrative o per ambiti contigui.

TLP - Andamento annuale

Si evidenzia che in totale i Tavoli chiusi nel lasso di tempo 2016 - 2018 risultano 23, con un totale di 26 comuni interessati.

TLP - Periodo 2016 - 2018

Dei 94 comuni aventi diritto al finanziamento ai sensi della LR 24/96 (comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), 70 hanno formalizzato la relativa richiesta e di questi 44 hanno ricevuto un primo acconto, avendo perfezionato la richiesta di contributo nei tempi stabiliti.
Nel corso del 2018, dopo aver terminato i TLP, almeno 10 Comuni hanno intrapreso l’iter urbanistico di formazione delle Varianti ai PRG di adeguamento alle LLGG Unesco, introducendo le risultanze delle analisi paesaggistiche all’interno dei contenuti dello strumento urbanistico. Da evidenziare in proposito che i Settori regionali competenti in materia urbanistica hanno richiesto che tra i contenuti delle Varianti di adeguamento vengano eliminate e/o fortemente ridimensionate le eventuali previsioni insediative incompatibili con gli indirizzi di tutela del Sito, con particolare riferimento a quelle previste in porzioni marginali e/o in ambiti di interesse ambientale o paesaggistico ovvero caratterizzate dalla presenza di vigneti DOP o di impianto storico o interferenti con porzioni a buona/elevata visibilità.

Per quanto riguarda inoltre il supporto tecnico alle AACC coinvolte, nel corso del 2018 sono stati nuovamente incontrati, presso la sede regionale di Alessandria, i Comuni della Provincia non ancora attivatisi con le finalità di: riprendere il confronto circa il processo di adeguamento dei Piani comunali alle LLGG Unesco, verificare lo stato di avanzamento dei finanziamenti regionali di cui alla LR 24/1996 e illustrare la “documentazione tipo” di supporto alle indagini paesaggistiche, prodotta dagli uffici regionali, in collaborazione con la Provincia ed Arpa, e resa disponibile già dal 2017 sul sito della Regione Piemonte.

Relativamente alle tematiche da trattare nell’ambito delle analisi paesaggistiche, con riferimento specifico alla individuazione dei corridoi ecologici, si segnala la pubblicazione da giugno 2018 del documento: “Recepimento elementi della Rete Ecologica”, disponibile nella succitata sezione del sito web regionale dedicata all'urbanistica in sede locale, riferita alla tematica Unesco Sito Paesaggi vitinicoli Langhe-Roero-Monferrato. Al riguardo si evidenzia che il riconoscimento dei corridoi ecologici nell’ambito delle Analisi paesaggistiche comunali – sotto forma di fasce perifluviali, aree di pertinenza dei corpi idrici, varchi, ecc. – contribuisce, mediante la conoscenza, a tutelare il mantenimento della biodiversità all’interno dei contesti territoriali indagati.
Per quanto attiene al prosieguo dell’attività nel 2019 i competenti Settori regionali intendono elaborare una ipotesi di delibera regionale per l’individuazione dei Comuni solo marginalmente interessati dall’adeguamento alle Linee Guida Unesco in quanto caratterizzati da limitate porzioni di territorio comprese nella buffer zone, valutando i termini per la definizione di una correlata procedura di adeguamento “semplificata”.

Con riferimento alla approvazione del Piano Paesaggistico Regionale avvenuta con DCR n. 233-35836 in data 3 ottobre 2017, si fa presente che, in occasione dell’adeguamento dei PRGC al Piano Paesaggistico Regionale (PPR), da effettuare mediante Variante generale - entro 24 mesi dalla approvazione del PPR come previsto ai sensi dell’articolo 145, comma 4 del Codice dei beni culturali e del paesaggio D.Lgs. 42/2004 - potranno essere utilizzati, quale base di partenza per l’analisi degli aspetti conoscitivi, gli studi già effettuati per il recepimento dei contenuti delle LLGG Unesco, debitamente approfonditi e integrati. Pertanto in caso di redazione di Variante generale da parte dei Comuni appartenenti al sito Unesco, tra gli elaborati di Variante potrà essere ricompreso quanto già sviluppato nell'ambito del Tavolo Tecnico per l'adeguamento alle LLGG Unesco in argomento.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LG Unesco, e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di sanzione o di incentivo per i comuni inadempienti.
E’ quindi possibile che alcune AACC possano decidere di non procedere in questo senso, tuttavia gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate stanno operando, con le modalità di competenza, per promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la protezione ottimale dei valori del Sito.

Il progetto strategico Corona Verde

L’argomento rientra in tre Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU:



  • Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili


  • Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico


  • Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età





Corona Verde
è il progetto strategico che la Regione Piemonte ha attivato per dare attuazione alle proprie politiche paesaggistico-ambientali in ambito metropolitano, attraverso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde che mette a sistema e integra integri la Corona di Delizie delle Residenze Reali (sistema di Residenze sabaude elette a Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco) con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali presenti nell’area torinese, al fine di per salvaguardare natura e paesaggi e migliorare la qualità di vita degli abitanti.
Per dare forza al progetto, si è costruito un sistema articolato di governance territoriale per favorire la collaborazione tra gli enti e le comunità locali e per integrare una molteplicità di politiche e azioni sinergiche. 84 Comuni e altri 18 soggetti tra pubblici e privati, hanno firmato il Protocollo d’Intesa per condividere obiettivi e impegni. Il territorio interessato comprende la Città di Torino e altre 92 municipalità con un’estensione di quasi 165.000 ha e una popolazione di circa 1.800.000 abitanti. Ai fini operativi questa area è stata suddivisa in 6 Ambiti territoriali coordinati da altrettanti Comuni capofila.
La partecipazione è garantita da una struttura di governo: una Cabina di Regia di ampia rappresentatività territoriale (MIBACT, Città metropolitana di Torino, sei Comuni capofila, Parco del Po e della Collina torinese) supportata da una Segreteria Tecnica, entrambe coordinate dalla Regione Piemonte, con il supporto scientifico del Politecnico di Torino.
Strumento fondamentale del Progetto è il Masterplan: elaborato in modo partecipato e condiviso, rappresenta lo strumento utile ad attivare un programma con orizzonte di medio e lungo periodo (15-20 anni), in cui il Verde, al pari agli altri sistemi di rete tradizionali (trasporti, rete dei servizi, etc.), rappresenta un elemento fondante dello sviluppo urbano.
Il Masterplan è strutturato in 4 strategie che costituiscono le direttrici principali di Corona Verde:
  1. Potenziamento della rete ecologica
  2. Completamento e qualificazione della rete fruitiva
  3. Qualificazione dell’agricoltura periurbana
  4. Ridisegno dei bordi e delle porte urbane.
La fase operativa di Corona Verde sostenuta dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR-FESR 2007/2013) con 10 Milioni di Euro, si è conclusa con la realizzazione di 18 interventi sul territorio (corridoi ambientali e di fruizione, interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, parchi urbani, etc.) che sono parte della infrastruttura verde, disegnata dal Masterplan. Molti interventi si sono focalizzati sulla strategia dedicata alla fruizione: gli amministratori hanno evidenziato che è ancora necessario investire su tale aspetto per stimolare affezione al territorio da parte dei cittadini, unica garanzia per mantenere nel tempo le opere realizzate.
Corona Verde, quale intervento di riqualificazione urbana avanzato che mira alla conservazione della biodiversità e, parallelamente, alla valorizzazione di tale patrimonio in sinergia con quello storico e culturale, rappresenta pertanto un esempio concreto di green economy che gestisce in modo intelligente le attività economiche, la mobilità, le risorse ambientali, le relazioni tra le persone, le politiche dell’abitare ed il metodo di amministrazione, in una visione di flessibilità, diversificazione e interdisciplinarietà.
Lavorare per mantenere il patrimonio naturale con progetti incentrati sulle infrastrutture verdi si sta dimostrando una soluzione efficace anche sotto il profilo dei costi: per quanto sia difficile stimare in modo esauriente il valore della biodiversità, data la sua intrinseca complessità, è evidente che la natura ci fornisce un’ampia varietà di servizi che solo in parte, e comunque con costi elevatissimi, potrebbero essere ottenuti attraverso mezzi tecnologici. Non solo la perdita di questi servizi avrebbe un costo difficilmente stimabile, ma nessun mezzo permette di sostituire i valori estetici e ricreativi che la natura offre.
Per approfondimenti Quaderno Torino strategica Corona verde

Il Bando Periferie

Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 maggio 2016 è stato approvato il cosiddetto Bando Periferie, con il quale si è inteso finanziare progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta (G.U. n. 127 del 1 giugno 2016).
La Città Metropolitana di Torino ha elaborato e coordinato una proposta di progetto complessiva denominata TopMetro che coinvolge 11 Comuni contermini a Torino con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Contemporaneamente è emerso un forte interesse di questi Comuni per una progettualità trasversale che nel concetto di rigenerazione urbana e resilienza tenesse in conto le significative esperienze di governance maturate negli scorsi anni su Corona Verde con riferimento ad un’azione trasversale sul tema della mobilità sostenibile.
Corona Verde, infatti, rappresenta per il territorio della città metropolitana non soltanto un sistema di governo partecipato che ha come obiettivo la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde, ma ha anche consentito nel tempo l’avvio e il consolidamento di un sistema di rapporti e di metodo di lavoro tra tutti i soggetti coinvolti nella firma del suo Protocollo di Intesa. In particolare la collaborazione con i Comuni ha permesso la costruzione di un patrimonio di progettualità integrata e ha innescato una consapevolezza, senza bisogno di regole e vincoli, della dimensione sovralocale dei temi da affrontare: con Corona Verde si è concretizzato l’interesse del territorio a trovare soluzioni di rete per il recupero delle aree marginali a cavallo tra i confini comunali, quei bordi urbani che possono e devono essere oggetto di attenzione per contrastare i danni del cambiamento climatico alla città densa, per limitare il consumo di suolo, per portare nuovi servizi a disposizione degli abitanti migliorando la qualità di vita delle periferie.
La Regione, pertanto, ha messo a disposizione il patrimonio progettuale e relazionale costruito con Corona Verde al fine di caratterizzare le azioni singole presentate nel Dossier TopMetro, costruendo una scheda progetto di azioni immateriali utili a dotare le comunità locali di strumenti di programmazione e di gestione sostenibile, anche nelle aree di periferia, delle aree verdi e dei servizi legati alla mobilità ciclabile, prima e dopo la loro riqualificazione.
La scheda progetto presentata denominata Corona Verde: l’infrastruttura verde per riqualificazione e ricucitura sostenibile delle periferie, a cui sono stati destinati complessivamente circa 1,2 milioni di Euro, prevede la redazione di:
  1. un Piano per la Governance della Corona Verde teso ad individuare il modello di governo più efficace a garantire la gestione integrata e a scala sovralocale dell’infrastruttura verde metropolitana
  2. un Programma di Azione della mobilità ciclabile metropolitana, che prevede la pianificazione di una rete diffusa di percorsi ciclabili sicuri e segnalati a partire dal sistema già esistente per spostamenti casa/lavoro/scuola e turistico/ricreativi, la localizzazione e la progettazione di stazioni bike-sharing diffuse a potenziamento del servizio To-Bike, l’individuazione e la progettazione di punti d'interscambio bici/treno, bici/bus, bici/metro e l’individuazione di punti multifunzionali di parcheggio/noleggio/sharing/riparazioni.

Il progetto è stato ammesso a finanziamento con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 maggio 2017 e in data 27 dicembre 2017 è stata sottoscritta la Convenzione tra Città Metropolitana di Torino e la PCM per la realizzazione del progetto “Top Metro” di cui la Regione Piemonte rappresenta uno dei soggetti attuatori. Successivamente il 12 luglio 2018 Città Metropolitana di Torino e gli Enti attuatori degli interventi del Dossier “Bando periferie Top Metro” (compresa la Regione Piemonte) hanno sottoscritto un Accordo di partenariato per dare attuazione al progetto. A causa di una sospensione del finanziamento dovuta al Decreto Milleproroghe 2018 le attività sono state sospese fino all’approvazione della Legge di Bilancio 2019 che ha permesso di dare nuovamente il via alla realizzazione del progetto previa modifica degli atti formali e loro approvazione con DGR n. 121 – 9028 del 16 Maggio 2019.

POR FESR 2014-2020 Asse V Natura - Parco Stupinigi

Con DGR n. 20-7685 del 12 ottobre 2018 si è dato avvio alla Misura “Valorizzazione delle risorse ambientali nell’ambito della Regione Piemonte” e si sono individuate le aree di attrazione naturale regionale e definite le modalità di attuazione della misura. Il Parco di Stupinigi, essendo uno dei nodi fondamentali e polo di valore naturale e culturale dell’infrastruttura verde metropolitana torinese – Corona Verde è stato inserito tra le aree da finanziare. Si è pertanto potuto proseguire nel percorso di riqualificazione che era stato portato avanti con i precedenti fondi del POR FESR 2007-2013 con la realizzazione del progetto Nichelino.06.
Il progetto ha l’obiettivo principale di proseguire l’attività di riqualificazione della rete dei tracciati esistenti per migliorare la fruibilità del Parco e la sua connessione con il territorio circostante in particolare con l’infrastruttura verde metropolitana denominata Corona Verde e di mettere a sistema le cascine storiche presenti, tutelando al contempo le componenti di pregio ambientale. Si vuole restituire un telaio di strade quiete, percorribili prevalentemente in bici, che renda appetibile e accessibile la piana a sud del Parco e i territori rurali limitrofi, mettendo in rete i centri e i beni isolati ancora leggibili tra il Sangone e il Chisola. Rispetto ai precedenti interventi che hanno riguardato prevalentemente il ripristino di rotte longitudinali rispetto alla Palazzina di Caccia, si interviene per riqualificare percorsi e rotte che si sviluppano ortogonalmente andando a collegare tra loro le cascine storiche attualmente utilizzate ed affittate.Tale processo di riqualificazione è volto a realizzare le condizioni favorevoli all’attrazione di maggiori flussi turistici e a creare condizioni che possano rappresentare un efficace volano di sviluppo economico e sociale del territorio attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale presente nel Parco. Allo stesso tempo sono previsti interventi di tutela della componente naturalistica di pregio presente all’interno del Parco, attraverso una maggiore protezione e la chiusura al pubblico di un’area naturalistica all’interno del Parco. In tale area sono presenti specchi d’acqua che ospitano specie di anfibi e rettili inserite tra quelle a maggior protezione negli elenchi della Direttiva Habitat. La realizzazione di una porzione di territorio lasciata all’evoluzione naturale assume particolare importanza ovviamente per la tutela della biodiversità ma anche per la sua funzione divulgativa, didattica ed educativa all’interno di progetti di visite guidate.
Le principali linee di azione sono le seguenti:
  1. Implementare le connessioni del Parco con l’infrastruttura verde di Corona Verde;
  2. Tutelare e conservare il sistema storico originario delle rotte di caccia,
  3. Tutelare e conservare il sistema idraulico naturale e quello realizzato nel XVIII che costituiscono la rete irrigua del Parco Naturale;
  4. Rendere fruibili in modo sostenibile tutti i percorsi ciclo-pedonali del Parco;
  5. Migliorare o ricostruire le caratteristiche naturalistico-ambientali del contesto;
  6. Garantire la sicurezza nelle intersezioni con la viabilità esistente.


LA COMUNICAZIONE DEL PAESAGGIO E DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

L’intero anno 2018 è stato caratterizzato dallo sviluppo e dalla diffusione del progetto di comunicazione “IL PAESAGGIO È TUO”.

Avvalendosi dello strumento, ormai consolidato, del sito internet Paesaggiopiemonte, si è proseguito con la divulgazione al vasto pubblico delle tematiche paesaggistiche, tramite la redazione di articoli e l’invio di newsletter periodiche; si è inoltre provveduto alla distribuzione alla cittadinanza, col tramite gli URP regionali, dei materiali informativi realizzati nell’anno precedente (tabloid, opuscoli, cartoline…).

La campagna ha avuto un significativo momento di presentazione nella giornata del 25 giugno 2018. Il convegno – che ha trattato, con l’apporto di esperti provenienti da tutta Italia, in due distinte sessioni, di comunicazione e pianificazione del paesaggio – ha visto la partecipazione di circa 250 persone, prevalentemente amministratori pubblici, tecnici e appartenenti agli Ordini professionali che a vario titolo operano sul paesaggio, oltre a cittadini che hanno raccolto l’invito loro recapitato tramite la newsletter dedicata. L’interesse suscitato da questo appuntamento ha chiarito la necessità di estendere una comunicazione non solo tecnica e istituzionale anche al Piano paesaggistico regionale, la cui effettiva attuazione ha avuto inizio nel 2018, con i primi adeguamenti degli strumenti urbanistici comunali.

Al di là della sua componente normativa, infatti, il Piano è il risultato di un’articolazione di aspetti conoscitivi, di un sapere multidisciplinare sviluppato nel corso di ricerche di lunga durata: per illustrarli, è stato realizzato un numero monografico, interamente dedicato al Ppr, della rivista “Atti e Rassegna Tecnica” della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, grazie al contributo della legge regionale n. 14 del 16 giugno 2008 Norme per la valorizzazione del paesaggio – che promuove, tra le altre iniziative, “attività di comunicazione e sensibilizzazione della società civile e degli operatori pubblici e privati al valore del paesaggio”.

Ancora con la finalità di accrescere la consapevolezza dell’importanza del paesaggio presso ampie fasce della popolazione, avvalendosi il più possibile di strumenti innovativi, a fine 2018 è stata avviata una collaborazione con Cinemambiente, festival per la divulgazione delle tematiche ambientali e della sostenibilità. Il progetto si concretizzerà nell’anno 2019, con l’inserimento del paesaggio fra gli argomenti della rassegna principale e con la creazione del “percorso paesaggio” all’interno del portale cinemambiente.tv, contenitore di film e dossier tematici destinati alle scuole di ogni ordine e grado.

LA DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DELL’ALPE VERCIO

Il 30 luglio 2018, con DGR n. 55-7316, è stato dichiarato il notevole interesse pubblico dei terreni presso l’Alpe Vercio e mulattiera di accesso dalla frazione Bracchio in Comune di Mergozzo (VCO). Il provvedimento finale ricalca il lavoro istruttorio condotto dalla commissione regionale incaricata di formulare proposte per la dichiarazione di notevole interesse pubblico, costituita nel settembre 2015, ai sensi dell’articolo 137 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio e dell’articolo 2 della legge regionale n. 32/2008.

La dichiarazione riconosce le valenze panoramiche e di testimonianza storica del peculiare paesaggio dell’area, frutto del suo precoce impiego come alpeggio, attestato fin dal Medioevo, nonché della particolare cura e manutenzione dedicata al luogo in virtù del significato religioso e devozionale a esso attribuito fin dall’antichità e ancora in tempi recenti. I terreni, collocati su un costone del Monte Faiè, a circa 900 m di altitudine, sono infatti caratterizzati da estese porzioni prative, all’interno delle quali spiccano pregevoli esemplari arborei isolati e singolari macchie di vegetazione arbustiva, che si distinguono nettamente dal bosco che occupa la restante parte del versante. Al sito si accede, dalla frazione Bracchio, tramite un’antica mulattiera lastricata; il suo percorso ha inizio in prossimità di una cappella settecentesca ed è costellato da punti di belvedere che consentono ampie visuali sul paese sottostante, sui laghi di Mergozzo e Maggiore e sulle montagne circostanti, fino al Monte Rosa. La strada e le aree interessate dal provvedimento di tutela compongono un sistema unitario di forte valenza panoramica, storico-identitaria, paesaggistica e scenico-percettiva, all’interno del quale spicca l’emergenza architettonica dell’Oratorio, settecentesco anch’esso, della Beata Vergine delle Grazie, circondato da svariati edifici rurali, per lo più ben conservati. Il valore non solo storico-paesaggistico, ma anche identitario e devozionale di questo paesaggio è particolarmente percepito da una parte della popolazione, che ha promosso l’istanza successivamente assunta e sviluppata dalla commissione, anche in raccordo con l’amministrazione comunale. Il provvedimento di tutela prosegue sulla via tracciata dalla commissione nella propria attività, ossia nell’integrazione delle previsioni normative del Codice con lo spirito della Convenzione Europea del Paesaggio, che ne sottolinea l’importanza quale fattore di qualità di vita delle popolazioni e di rispecchiamento della loro identità.

Applicazione del metodo BAT per il PTR: Macroambito Urbanizzazione

Nell’ambito del Piano territoriale regionale (PTR), approvato nel 2011, è stata sviluppata una ripartizione territoriale articolata per Ambiti di Integrazione Territoriale (AIT), la scala territoriale ottimale per elaborare e rappresentare lo Stato di salute del Piemonte.

Tale articolazione del territorio regionale definisce 33 Ambiti di Integrazione Territoriale (AIT), insiemi di comuni che rappresentano sistemi territoriali e funzionali di livello regionale.
Consulta la pagina introduttiva sugli AIT 

Di seguito sono riportati i risultati dell’applicazione del metodo BAT, per i 33 Ambiti di Integrazione Territoriale, con approfondimento sul macroambito urbanizzazione.
Nelle tavole è evidenziato il confronto con i dati della precedente applicazione del metodo (PTR 2007). Le differenze sono rappresentate in positivo o negativo, sia per AIT, che per singoli comuni.


Per le Fonti si osserva come si noti un moderato peggioramento in particolare nella pianura tra torinese e cuneese mentre per le pressioni effettive si riscontra un significativo peggioramento su tutto il territorio regionale, con eccezione di alcune aree pedemontane e alpine e della zona delle risaie novaresivercellesi in cui si riscontra una decisa diminuzione delle pressioni.

Macroambito Urbanizzazione, Bilancio Ambientale Territoriale 2017 e confronto
con dati PTR 2007

Figura 4

Figura 5

Figura 6

Figura 7

Figura 8

Figura 9

Fonte: Arpa Piemonte