Fattori che influenzano lo stato della risorsa
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CLIMA

Relazione clima e qualità dell’aria

Il Clima e la qualità dell’aria sono fattori strettamente connessi tra di loro, infatti la comunità internazionale è particolarmente coinvolta nel bisogno di limitare le emissioni di gas serra per prevenire e mitigare il riscaldamento atmosferico globale. I parametri meteorologici però influenzano a loro volta la diffusione e le concentrazioni degli inquinanti atmosferici.

Valutare quindi le tendenze della qualità dell´aria è argomento molto complesso e risulta difficile poter addebitare un miglioramento della qualità dell’aria negli anni esclusivamente alle politiche di riduzione delle emissioni, bisogna considerare anche le conseguenza di condizioni meteo favorevoli.

A questo proposito vengono messe in relazione le concentrazioni giornaliere di PM10 con la pioggia e il vento nella stazione di Torino Consolata per l’anno 2013.
Le concentrazioni maggiori si rilevano in inverno, periodo in cui alle altre sorgenti di PM10 si aggiungono le emissioni degli impianti di riscaldamento e contemporaneamente si verificano le condizioni meteorologiche più sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Il valor medio annuo di PM10 è stato di 41 μg/m3, mentre la concentrazione media nel primo trimestre dell’anno è stata pari a 57 μg/m3. Nei mesi da aprile a settembre, in cui prevalgono
condizioni di instabilità atmosferica favorevoli alla dispersione degli inquinanti, il valore medio è risultato pari a 23 μg/m3. Si ricorda che la normativa vigente prevede un limite annuale pari a 40 μg/m3.
Il numero di superamenti giornalieri nel 2013, pari a 100, è stato minore rispetto ai 118 del 2012 (per legge non devono superare i 35). Rispetto al valore medio del primo trimestre del 2012 (82 μg/m3), per il 2013 questo valore è stato inferiore (57 μg/m3). Probabilmente le precipitazioni più consistenti del 2013 hanno contribuito alla riduzione dei valori di PM10, comunque non abbastanza per rispettare il valore limite.
Dalle figure 1 e 2 si può notare come la concentrazione di PM10 si sia ridotta in concomitanza alla presenza di venti più forti, di piogge o nevicate più intense e come durante l’evento piovoso del 24 e 25 dicembre le concentrazioni di PM10 siano diminuite passando da 78 a 8 μg/m3 (figura 1).
Nel giorno 6 febbraio sono stati registrati forti venti, con raffiche massime di 16,3 m/s, che hanno ridotto i valori di concentrazione di PM10, portandoli da 75 μ­g/m3 a 21 µg/m3. Analogamente, in concomitanza all’evento di foehn del 10-11 novembre, caratterizzato da raffiche fino a 18,5 m/s, si è passati da valori di PM10 del 8 novembre pari a 120 μg/m3 al valore di 31 μg/m3 del giorno 11 novembre (figura 2).

Figura 1
Concentrazione giornaliera di PM10 (μg/m3) e precipitazioni totali giornaliere registrate a Torino - anno 2013

Figura 2
Concentrazione giornaliera di PM10 (μg/m3) e raffiche giornaliere registrate a Torino - anno 2013

Variazioni delle frazioni fine e grossolana del particolato
e influenza del vento e delle precipitazioni

Il particolato (PM) è costituito dall'insieme di tutto il materiale non gassoso, generalmente solido, in sospensione nell'aria, costituito da particelle di diversa dimensione.
È stato riscontrato che l’aumento delle concentrazioni del particolato, che si verifica nei mesi freddi dell’anno, è dominato dalle variazioni della frazione fine PM2,5, mentre la frazione “coarse” o grossolana” delle polveri (con diametro aerodinamico compreso tra 2,5 e 10 µm) non presenta variabilità stagionali evidenti.
Gli episodi di inquinamento rilevanti, e in particolare i superamenti del limite giornaliero, sono generalmente caratterizzati da elevate concentrazioni della frazione fine e pertanto da un elevato rapporto PM2,5/PM10.
Inoltre, le condizioni climatiche (in particolare il vento e la pioggia) rivestono un ruolo importante nella riduzione delle concentrazioni di particolato. Infatti il rapporto PM2,5/PM10 raggiunge valori minimi nelle giornate ventose a causa dell’abbattimento che il vento determina in modo significativo sulle polveri con diametro aerodinamico inferiore a 2,5 µm. Mentre il vento non riesce a rimuovere la frazione grossolana delle polveri, le precipitazioni atmosferiche risultano efficaci nella riduzione di entrambe le frazioni.

Per approfondimenti, consulta la relazione finale.