MONITORAGGIO DELLA QUALITA' DELL'ARIA
Reti di monitoraggio
I valori misurati degli inquinanti sono resi disponibili al pubblico nel sito Sistema Piemonte e possono essere consultati o scaricati come dati, sia orari sia giornalieri in relazione alla tipologia di inquinante, o essere consultati come indicatori per singola area territoriale.
• 58 stazioni fisse per il monitoraggio in continuo di parametri chimici, delle quali 4 di proprietà privata;
• 6 laboratori mobili attrezzati, per realizzare campagne brevi di monitoraggio;
• 1 Centro Operativo Regionale (COR) dove i dati rilevati sono sottoposti alla validazione automatica ed interattiva di primo livello dal personale delle strutture dipartimentali del territorio.
I dati puntuali prodotti dalla rete di rilevamento sono disponibili sulle pagine del sito web di Sistema Piemonte e la figura 1 riporta le stazioni in attività al 31/12/2017
Figura 1
Rete di monitoraggio. Stazioni della qualità dell'aria - anno 2018
Più in dettaglio le stazioni di traffico sono collocate in posizione tale da misurare prevalentemente gli inquinanti provenienti da emissioni veicolari; le stazioni di fondo rilevano livelli di inquinamento non direttamente influenzati da singole sorgenti ma riferibili al loro contributo integrato, mentre quelle industriali rilevano il contributo connesso alle limitrofe attività produttive.
I punti di misura ove sono misurati o campionati i principali inquinanti possono essere descritti in relazione alla loro collocazione per tipo di zona o per tipo di stazione.
Per quanto riguarda il tipo di zona nella tabella 1 si nota come buona parte della strumentazione sia installata in zone urbane, dove vive una parte rilevante della popolazione e ove sono generalmente più elevati i valori degli inquinanti.
Tabella 1
Stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria, suddivisione per tipo di zona
Tipo zona |
Benzene |
Benzo (a) pirene |
NO2 |
SO2 |
CO |
O3 |
PM10 |
PM2,5 |
Metalli tossici |
rurale |
1 |
6 |
10 |
1 |
2 |
9 |
10 |
6 |
6 |
suburbana |
5 |
10 |
15 |
3 |
2 |
11 |
13 |
9 |
9 |
urbana |
17 |
21 |
29 |
7 |
11 |
11 |
37 |
16 |
20 |
Tabella 2
Stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria, suddivisione per tipo di stazione
Tipo stazione |
Benzene |
Benzo (a) pirene |
NO2 |
SO2 |
CO |
O3 |
PM10 |
PM2,5 |
Metalli tossici |
fondo |
14 |
23 |
34 |
5 |
4 |
31 |
38 |
26 |
21 |
industriale |
|
1 |
|
1 |
|
|
1 |
1 | |
traffico |
9 |
13 |
20 |
5 |
11 |
21 |
5 |
13 |
I Dipartimenti Arpa effettuano attività specifiche sul territorio di appartenenza. Nalla tabella 3 si riportano alcuni approfondimenti a livello provinciale.
Tabella 3
Monitoraggio della qualità dell'aria in ambito provinciale
Approfondimenti in ambito provinciale | |
Alessandria Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Asti Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Biella Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Cuneo Stazioni Fisse qualità dell’aria e Mezzo mobile |
Novara Stazioni Fisse qualità dell'aria e Mezzo mobile |
Torino Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Verbania Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Vercelli Stazioni Fisse qualità dell’aria e Mezzo Mobile |
Consulta la Relazione sulla qualità dell'aria della città metropolitana di Torino.
Termovalorizzatore di Torino
Tutte le Amministrazioni, in modo coordinato, esercitano su tale impianto i compiti loro attribuiti dalla legge nel campo della Prevenzione e della Tutela ambientale. Arpa, nello specifico, esercita le attività di controllo e supporta dal punto di vista tecnico-scientifico la Regione, la Città Metropolitana di Torino, i Comuni e le Aziende Sanitarie locali territorialmente coinvolte.
Le principali attività:
- Fase precedente avvio impianto (ante-operam). Questa fase ha avuto l’obiettivo specifico di “fotografare” la situazione prima dell’entrata in funzione del termovalorizzatore. Consulta gli approfondimenti.
- Fase di funzionamento: piano di monitoraggio e controllo Consulta gli approfondimenti.
- Fase di funzionamento: piano di sorveglianza sanitaria Consulta gli approfondimenti.
EMISSIONI
A partire dal mese di ottobre del 2013, anno di inizio del funzionamento dell’impianto, Arpa Piemonte ha reso pubblici i dati delle emissioni del Termovalorizzatore del Gerbido attraverso la redazione di report mensili, consultabili nella sezione dedicata all’interno del sito istituzionale dell’Agenzia.
I report offrono un quadro di sintesi in grado di rappresentare le prestazioni emissive del termovalorizzatore sia sul breve periodo, con l’indicazione delle medie semiorarie e degli eventuali superi delle medie giornaliere,che nell’arco temporale mensile (Media mensile).
Tabella 4
Termovalorizzatore del Gerbido (TO) - marzo 2019
PARAMETRI
|
UNITA'
|
MEDIE MENSILI
|
MEDIE GIORNALIERE |
MEDIE SEMIORARIE |
||||||||
Linea |
Linea |
Linea |
Limite |
Linea |
Linea |
Linea |
Limite |
Linea |
Linea |
Linea |
||
|
|
|
Superi |
Min-Max |
||||||||
Acido cloridrico |
mg/Nm3 |
1,6 |
1,7 |
0,8 |
5 |
0 |
0 |
0 |
60 |
0,0 27,7 |
0,3 10,1 |
0,0 4,2 |
Ossido carbonio |
mg/Nm3 |
5,5 |
3,1 |
4,0 |
50 |
0 |
0 |
0 |
100 |
0,0 106,8 |
0,0 107,2 |
0,0 144,4 |
Ossidi di azoto |
mg/Nm3 |
40,4 |
34,2 |
46,2 |
70 |
0 |
0 |
0 |
400 |
0,0 282,5 |
0,0 311,1 |
3,7 360,9 |
Ossidi di zolfo |
mg/Nm3 |
0,6 |
0,8 |
1,1 |
10 |
0 |
0 |
0 |
200 |
0,5 6,8 |
0,6 4,9 |
0,0 3,4 |
Carbonio organico |
mg/Nm3 |
0,1 |
0,6 |
0,6 |
10 |
0 |
0 |
0 |
20 |
0,0 3,7 |
0,3 3,6 |
0,4 3,2 |
Polveri |
mg/Nm3 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
5 |
0 |
0 |
0 |
30 |
0,0 10,2 |
0,0 0,1 |
0,0 4,0 |
Acido fluoridrico |
mg/Nm3 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
0,5 |
0 |
0 |
0 |
4 |
0,0 0,1 |
0,0 0,0 |
0,0 0,0 |
Ammoniaca |
mg/Nm3 |
0,7 |
0,7 |
0,5 |
5 |
0 |
0 |
0 |
15 |
0,0 6,9 |
0,0 3,0 |
0,0 7,1 |
Mercurio |
µg/Nm3 |
9,0 |
1,6 |
13,7 |
- |
0 |
0 |
0 |
- |
0,0 68,1 |
0,0 21,3 |
0,3 86,2 |
ORE MENSILI DI FUNZIONAMENTO IN MARCIA CON RIFIUTO h/mese |
Linea 1 | 335 |
Linea 2 | 744 | |
Linea 3 | 733 |
Si segnala, tuttavia, che durante il mese di marzo l’analizzatore conoscitivo in continuo dell’emissioni di mercurio a camino ha registrato la presenza di valori anomali (concentrazioni semiorarie superio-ri a 50 µg/Nm3 ) su due linee d’incenerimento, legati alla presenza di mercurio nel rifiuto conferito al termovalorizzatore. Nello specifico, si sono avuti: 5 valori anomali sulla Linea 1 e 64 valori anomali per la Linea 3.
QUALITÀ DELL'ARIA
Figura 2
Mappa dell'area circostante il termovalorizzatore con la stazione di monitoraggio di Beinasco
Fonte: Google. Elaborazione: Arpa Piemonte
Il valore di concentrazione media annuale di biossido di azoto misurato nella stazione di Beinasco-Aldo Mei nel 2018 (38 µg/m3) è risultato inferiore rispetto a quello dei due anni precedenti, quando si sono registrati 41 µg/m3 nel 2016 e 48 µg/m3 nel 2017. Tale situazione è comune anche ad altre stazioni sul territorio della Città Metropolitana, in maniera più marcata presso la stazione di Torino-Rebaudengo che nel 2018 registra il calo più evidente rispetto ai due anni precedenti I livelli più bassi registrati nel corso del 2018 sono, almeno in parte, imputabili alle condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli. Mentre il 2017 è risultato un anno con un piovosità molto al di sotto della media del decennio precedente, con soltanto 63 giorni piovosi nell’area urbana torinese (contro 76 di media del decennio) e 540 mm precipitazioni totali (contro 1.062 mm di media del decennio), nel 2018 l’apporto delle precipitazioni è stato considerevole, con circa 1400 mm medi sulla regione che posizionano il 2018 come il 5° anno più piovoso degli ultimi 61, con un surplus pluviometrico del 32% rispetto alla norma 1971-2000, decisamente all’opposto rispetto all’anno prima (-33% nel 2017).
Un rilevante contributo all’anomalia pluviometrica positiva è stato dato dal periodo di prolungato maltempo dei giorni 27 ottobre - 7 novembre 2018.
Occorre evidenziare che il sito di Beinasco è sottovento a importanti arterie stradali (in particolare Strada Torino), alla tangenziale di Torino e ai suoi snodi, nonché alla stessa città di Torino. Per questo motivo nei periodi in cui i venti provengono dall’insieme delle direzioni alle quali il sito è sottovento si osservano mediamente valori più elevati degli ossidi di azoto.
Figura 3
NO2 andamento del giorno medio - anno 2018
Confronto tra la cabina del termovalorizzatore e le stazioni della Rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria
Le fasce orarie 7.30-11.30 e 17.30-21.30 corrispondono alle ore di punta del traffico
PM10 e PM2,5
Confrontando i livelli di concentrazioni di PM10 registrati presso la stazione del termovalorizzatore con quelli misurati presso alcune stazioni della rete fissa di rilevamento si osserva che nel 2018 in tutte le stazioni (tabella 5) è stato abbondantemente (35 giorni/anno), ad eccezione della stazione di fondo sita nel parco de La Mandria a Druento. Tale criticità non è peraltro caratteristica dell’area urbana torinese, ma comune all’intera pianura padana. Nel 2018 il valore limite annuale di PM10 (40 µg/m3) è invece stato rispettato in tutte le stazioni, così come il valore limite annuale di PM2,5 (25 µg/m3), in tabella 6.
Anche nel caso del particolato atmosferico si osserva in generale una diminuzione delle concentrazioni rispetto al 2017, attribuibile a condizioni meteoclimatiche più favorevoli alla dispersione degli inquinanti in atmosfera.
Tabella 5
PM10. Indicatori statistici - anno 2018
PM10 |
Beinasco (Termovaorizzatore) Aldo Mei |
Druento |
Settimo T. Vivaldi |
Torino |
Torino |
Torino |
valori di concentrazioni espressi in µg/m³ |
||||||
Minima media giornaliera |
5 |
5 |
7 |
7 |
5 |
13 |
Massima media giornaliera |
119 |
70 |
114 |
116 |
96 |
119 |
Media delle medie giornaliere |
28 |
22 |
36 |
33 |
28 |
40 |
Giorni validi |
355 |
360 |
313 |
337 |
325 |
308 |
Percentuale giorni validi |
97% |
99% |
86% |
92% |
89% |
84% |
Numero di superamenti livello giornaliero protezione della salute (50 µg/m³) |
41 |
15 |
65 |
55 |
39 |
76 |
Fonte: Arpa Piemonte
Tabella 6
PM2,5. Indicatori statistici - anno 2018
PM2,5 |
Beinasco (Termovalorizzatore) |
Borgaro T. |
Torino |
Torino |
Settimo T. |
valori di concentrazione espressi in µg/m³ |
|||||
Minima media giornaliera |
3 |
5 |
5 |
2 |
5 |
Massima media giornaliera |
97 |
78 |
74 |
89 |
95 |
Media delle medie giornaliere |
20 |
22 |
21 |
25 |
24 |
Giorni validi |
354 |
352 |
324 |
333 |
352 |
Percentuale giorni validi |
97% |
96% |
89% |
91% |
96% |
Mercurio aerodisperso
Nella stazione di Beinasco-Aldo Mei il mercurio elementare gassoso viene analizzato con un analizzatore in continuo che fornisce concentrazioni medie orarie; il mercurio viene inoltre determinato in laboratorio sui campioni di particolato PM10. I valori medi rilevati sono in linea con quanto riportato in letteratura per le aree urbane europee. Sotto il profilo della protezione della salute sia le singole medie mensili che la media annuale risultano nel 2018 inferiori di duecento volte o più al valore di linea guida stabilito dall’OMS e di cinquanta volte o più a quelli stabiliti da US - EPA e ATSDR (US Agency for Toxic Substances and Desease Register).
Figura 4
Beinasco (Termovalorizzatore). Concentrazione media mensile del mercurio
Con il termine generico di “diossine” si indica un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati, divisi in due famiglie: PCDD e PCDF. Le diossine sono sottoprodotti indesiderati di una serie di processi chimici e/o di combustione. Si tratta di composti stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso; in particolare 17 congeneri destano preoccupazione dal punto di vista tossicologico.
I policlorobifenili (PCB) sono una serie di 209 composti aromatici clorurati. Solo 12 congeneri presentano caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche paragonabili alle diossine e ai furani: questi vengono definiti PCB dioxin-like (PCB DL).
Per i microinquinanti (PCDD/DF e PCB) rilevati in aria ambiente presso la stazione di monitoraggio nel 2018 si conferma un andamento di tipo stagionale, situazione tipica del bacino padano, dovuta al progressivo aumento delle condizioni di stabilità atmosferica dai mesi autunnali a quelli invernali, con tendenza al confinamento degli inquinanti in prossimità del suolo e valori leggermente più alti nei periodi invernali.
Le quantità rilevate sono in linea con quelle normalmente riscontrate in un sito urbano e sempre inferiori alle Linee guida della Germania LAI-Laenderausschuss fuer Immissiosschutz - Comitato degli Stati per la protezione ambientale), pari a 150 fg I-TEQ/m3 per la somma PCDD/DF + PCB dioxin like, espressa con i fattori di tossicità WHO 2005 (figura 5).
Figura 5
Beinasco (Termovalorizzatore). Sommatoria PCDD/DF e PCB DL in aria ambiente
Solo nel mese di dicembre 2012, in un periodo antecedente alla messa in funzione dell’impianto di TRM, bassa piovosità e stabilità atmosferica avevano fatto sì che la concentrazione di diossine fosse superiore alle linee guida del Belgio e della Germania.
Deposizioni atmosferiche
Tabella 7
Valori medi annuali di deposizione di Hg a Beinasco confrontati con valori di letteratura
Flusso deposizione mercurio su base annuale ng/(m2 x d) | |||||
Anno | Beinasco TRM Aldo Mei |
Media Europea (fonte: Agenzia Europea per l'ambiente) |
Area circostante i due inceneritori di Coriano - Forlì Media su 5 anni (fonte: Arpa EMR) |
Area circostante l'inceneritori di Rimini Media su 4 anni (fonte: Arpa EMR) |
Valore limite stabilito dalla normativa nazionale in Germania e Croazia |
2013 | 36 | 27 |
540 |
660 |
1.000 |
2014 | 35 | ||||
2015 | 27 | ||||
2016 | 122 | ||||
2017 | 30 | ||||
2018 | 39 |
I valori di deposizione atmosferica relativi ai microinquinanti (PCDD/DF e PCB) sono confrontabili con quelli del 2016 e in linea con siti che presentano analoghe caratteristiche ubicati nel territorio provinciale/regionale o i cui dati sono disponibili nella letteratura scientifica (figura 6).
Figura 6
Medie annuali della sommatoria PCDD/DF + PCB dioxin like nelle deposizioni
SALUTE DELLA POPOLAZIONE
Mediante il programma SPoTT (Sorveglianza sulla salute della Popolazione nei pressi del Termovalorizzatore di Torino) si è creato un sistema di sorveglianza che consente di valutare gli effetti avversi sulla salute dell’inquinamento ambientale nelle aree circostanti il termovalorizzatore di Torino.
Nel corso del 2016 è iniziata l'ultima fase di SPOTT: circa 400 persone, 200 residenti nell’area di ricaduta delle emissioni dell’impianto (ossia a Beinasco, Grugliasco, Orbassano e Rivalta), 200 torinesi residenti nel quartiere Mirafiori, 13 allevatori e un gruppo di dipendenti sia di TRM che di imprese in appalto hanno effettuato nei mesi di giugno e luglio l'ultima fase di prelievi prevista dal Protocollo SPoTT. Si tratta di un importante appuntamento utile a valutare se ci siano state modifiche nella quantità di alcuni inquinanti presenti nell'organismo, a tre anni dall'avvio dell'impianto del Gerbido.
Figura 7
Confronto Σ6NDL-PCB e Σ30NDL-PCB al baseline (T0) e dopo tre anni dall’avvio dell’impianto (T2), divisi per ASL di residenza e considerando tutto il campione in studio
Analizzando l’andamento nel tempo, si è osservata una riduzione significativa delle concentrazioni di PCDD, PCDF e PCB nella popolazione in studio al T2 rispetto alle concentrazioni misurate prima dell’avvio dell’impianto per entrambe le aree di esposizione.
Consulta l’approfondimento in Aria Impatti Salute
Molestie olfattive
Le emissioni odorigene in atmosfera derivanti dalle attività produttive sono divenute un problema sempre più attuale, anche in relazione all’aumentata sensibilità della popolazione nei confronti degli odori e alla progressiva estensione delle aree urbanizzate, che in molti casi hanno portato le zone residenziali a ridosso delle aree industriali generando situazioni conflittuali sul territorio.
Talvolta l’odore può erroneamente essere associato ad una possibile tossicità dell’aria. Tuttavia bisogna considerare che, se è vero che l’odore per la maggior parte dei casi non è causa di conseguenze sulla salute, è altrettanto documentato in letteratura come, a lungo andare nei soggetti che avvertono le suddette problematiche possano subentrare fattori psicologici in grado di peggiorare la percezione del proprio stato.
Spesso gli esposti o segnalazioni, con cui i cittadini lamentano situazioni di disagio, riguardano disturbi olfattivi. Per dare un’idea della dimensione del fenomeno, sul solo territorio dell’area metropolitana di Torino, dal 2014 al 2017, Arpa ha ricevuto 1.829 esposti che riguardano le molestie olfattive su di un totale di 2.470 esposti per tutte le matrici ambientali (74% del totale complessivo). Nel 2018 invece le segnalazioni relative al disturbo olfattivo sono state 373, rispetto ad un totale riferito alle diverse matrici di 467 (quasi l'80%).
La problematica non è avvertita solamente nel torinese. La figura 8 rappresenta i dati raccolti su tutto il Piemonte da Arpa attraverso l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP), riferiti al numero di contatti, che comprende segnalazioni, esposti, richieste di informazioni, richieste di accesso agli atti e informazioni sullo stato di avanzamento di una pratica.
I dati sono riportati dal 2012 anno in cui, per monitorare meglio le tipologie di richieste e segnalazioni, l’URP ha inserito all’interno della voce “aria” la sottovoce “puzze”. L’anno 2015 ha fatto registrare il numero più alto di contatti per le puzze, pari al 10,5% del totale.
Figura 8
Contatti URP a livello regionale - anni 2012-2018
Dovendo affrontare questa tipologia di problematiche, diventa quindi importante “quantificare” questa sensazione, per renderla meno soggettiva possibile.
La vasta gamma di sostanze potenzialmente odorigene, la soggettività fisica e psichica della percezione di un odore, i fattori ambientali, uniti alla complessità del sistema olfattivo, rappresentano una serie di ostacoli che rendono la caratterizzazione degli odori e il controllo dell’inquinamento olfattivo particolarmente complessi. Ciononostante, anche l’odore può essere quantificato, attraverso l’applicazione di procedure standardizzate a livello europeo. In questo modo i risultati ottenuti dalle misurazioni sono confrontabili anche fra laboratori diversi.
In Piemonte dal 2013 Arpa ha allestito un laboratorio olfattometrico per la determinazione della concentrazione di odore e ha introdotto nel laboratorio chimico uno strumento per la caratterizzazione chimica delle sostanze odorigene a basse concentrazioni. Tale esperienza ha consentito all’Agenzia di collaborare con le Autorità competenti per la migliore gestione delle problematiche legate alla percezione di odori molesti manifestate in questi anni.
Nel 2016 l’Agenzia ha aggiunto alla sua dotazione strumentale un sistema automatico per il monitoraggio dell'odore (IOMS), più comunemente detto "naso elettronico", per implementare la capacità di indagine in campo olfattometrico, integrando le possibilità già presenti con l'utilizzo dell'olfattometro. Il naso, una volta messe a punto le metodiche del suo utilizzo, può aiutare a discernere tra le varie fonti odorigene quelle responsabili dei disturbi in vari contesti ambientali.
Queste attività sono integrate e completate con la modellistica meteodispersiva, utilizzata per la stima dell’impatto delle sostanze odorigene emesse da diverse tipologie di sorgenti, al fine di individuare le aree di interesse dei fenomeni di molestia olfattiva. Arpa utilizza, per gli studi di dettaglio ad elevata risoluzione su area limitata, un sistema basato su modelli tridimensionali in grado di descrivere i fenomeni di trasporto e dispersione di inquinanti prodotti da specifiche sorgenti in condizioni orograficamente e meteorologicamente complesse; nel caso delle molestie olfattive e, più in generale, nel caso di simulazione di inquinanti considerati come non reattivi, la dispersione in atmosfera è descritta attraverso un modello lagrangiano a particelle che permette di valutare l’impatto di specifiche sorgenti anche su singoli episodi.
L’olfattometria dinamica
L’olfattometria dinamica permette di ottenere la concentrazione di odore, espressa in unità odorimetriche al metro cubo (ou/m3) a 20 °C, che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché l’odore sia percepibile dal 50% della popolazione.
Il panel di valutatori viene selezionato con la logica di scartare sia i nasi troppo sensibili sia quelli che lo sono troppo poco, in modo da rappresentare il livello medio di percezione dell’odore. I campioni d’aria vengono prelevati dal sito oggetto di indagine e raccolti in sacchetti e successivamente condotti in laboratorio, dove vengono analizzati per mezzo di uno strumento, l’olfattometro, che diluisce l’aria osmogena campionata con aliquote di aria neutra secondo rapporti definiti.
Nonostante la metodologia olfattometrica sia riconosciuta come la tecnica più idonea per il monitoraggio delle emissioni odorigene, la sua applicazione non è sufficiente a valutare completamente i casi di molestia olfattiva. Infatti, tale tecnica non è applicabile per un monitoraggio in continuo, inoltre, necessita tempi di analisi ristretti tra campionamento e analisi (massimo 30 ore). Per tale ragione, l’olfattometria dinamica è spesso affiancata ad altre metodologie (caratterizzazione chimica, valutazione delle segnalazioni della popolazione e indagini in campo, uso di sensori e analizzatori in continuo monoparametrici e multiparametrici, nasi elettronici) con l’intento di poterne superare le limitazioni e ottenere informazioni aggiuntive, utili allo scopo di valutare complessivamente il problema legato alla molestia olfattiva.
Linee guida
Le linee guida piemontesi si applicano agli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale che possano determinare emissioni olfattive e alle attività soggette a Valutazione di Impatto Ambientale o Verifica di assoggettabilità da cui derivino emissioni odorigene; vengono inoltre definite le modalità di gestione di problematiche olfattive, dovute ad attività diverse dalle precedenti, a fronte del coinvolgimento di significative porzioni di territorio o di popolazione dove approcci preliminari per la risoluzione del problema siano risultati inefficaci.
- una metodologia di monitoraggio sistematico della percezione olfattiva avvertita dalla popolazione (parte II), che include la verifica e la validazione delle segnalazioni;
- le modalità di campionamenti olfattometrici in campo, per la determinazione dell’impatto odorigeno (parte III);
- la metodologia di caratterizzazione chimica delle sostanze odorigene (parte IV);
- i requisiti che devono essere soddisfatti nella redazione di uno studio di impatto olfattivo mediante simulazione modellistica meteodispersiva (parte V).