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ALDEIDI E SOSTANZE ORGANICHE VOLATILI

La formaldeide in ambienti indoor

La formaldeide o aldeide formica è una sostanza gassosa per la quale è stata recentemente aggiornata la valutazione di cancerogenicità. Oggi risulta classificata in categoria 1B ai sensi del “Regolamento CLP” n° 1272/2008, con indicazione di pericolo H 350 - può provocare il cancro. La presenza negli ambienti di lavoro della formaldeide deve essere quindi valutata ai sensi di quanto previsto nel Capo II “cancerogeni e/o mutageni” del Titolo IX del DLgs 81/08 e s.m.i. .
La particolarità di tale inquinante è quella di essere presente anche nei luoghi di vita, sia in ambienti outdoor sia in quelli indoor. In quanto inquinante ubiquitario, per una corretta valutazione dell’esposizione professionale deve essere considerata l’eventuale esposizione della popolazione generale.
Arpa Piemonte, Rischio industriale e Igiene Industriale, ha recentemente avviato un monitoraggio in ambienti outdoor in differenti siti del Piemonte che ha permesso di caratterizzarne i livelli in funzione della tipologia di sito (rurale o urbano) e della stagionalità.

I livelli outdoor sono relativamente contenuti
, con valori massimi di 2,9 µg/m3 e medie annuali inferiori ai 2 µg/m3.
Diversa è la situazione negli ambienti indoor, dove le concentrazioni possono essere anche relativamente simili a quelle misurabili nei luoghi di lavoro a causa di diverse sorgenti, come ad esempio la presenza di arredi.

Sono stati quindi effettuati diversi monitoraggi in locali ad uso ufficio, fisicamente separati dai reparti di lavoro, finalizzati alla definizione di livelli di controllo aggiornati di formaldeide.

Sono stati misurati 20 uffici, in diversi periodi dell’anno e in alcuni casi sono stati ripetute alcune misure. Le concentrazioni misurate sono risultate tutte comprese tra un minino di 5 µg/m3 e un massimo di circa 20 µg/m3. Il valore medio si colloca a 13 µg/m3, mentre il 95° percentile della distribuzione è pari a 25 µg/m3

Figura 1
Esiti del monitoraggio della formaldeide in ambiente indoor

Negli uffici non si sono riscontrate concentrazioni di picco anomale, con una distribuzione dei risultati sufficientemente contenuta.
I risultati indicano chiaramente come i valori indoor di formaldeide sono significativamente superiori al fondo esterno ambientale, anche nei suoi valori massimi riscontrabili nelle aree urbane.
Sulla base delle concentrazioni misurate, si ritiene ragionevole indicare, come esposizioni sicuramente professionali, le concentrazioni medie che eccedono i 25 µg/m3, mentre per livelli inferiori è possibile una sovrapposizione tra i livelli della popolazione e quelli professionali.

Monitoraggio di inquinanti non convenzionali nell'aria

Nell’ambiente esterno sono presenti alcuni inquinanti che possono essere considerati ubiquitari e che comunemente si ritrovano nei processi industriali.

Al fine di acquisire informazioni importanti sulla loro diffusione nel territorio regionale è stato attivato un monitoraggio outdoor delle Aldeidi e di alcune Sostanze Organiche Volatili (SOV) da parte di Arpa, Struttura di Igiene Industriale, nel corso del 2016 che di fatto costituisce il proseguimento di una prima esperienza condotta in precedenza tra il 2014 e 2015.

L’obiettivo è stato quello di valutare la presenza nell’ambiente esterno di alcuni inquinanti al fine di acquisire informazioni importanti sulla loro diffusione nel territorio regionale.
Sono stati, quindi, eseguiti monitoraggi per la ricerca di aldeidi e sostanze organiche volatili e, precisamente, dei seguenti parametri: formaldeide, acetaldeide, benzaldeide, butilaldeide, esanale, glutaraldeide, isovaleraldeide, propionaldeide e valeraldeide; mentre tra le SOV sono state ricercate: benzene, toluene, etilbenzene, o,m,p xilene, 1,2,4-trimetilbenzene, diclorometano, tetracloruro di carbonio, tetracloroetilene.
L’attenzione si è concentrata su tali sostanze a causa della loro tossicità (alcuni composti sono cancerogeni o sospetti cancerogeni, tossici per via inalatoria, irritanti per le vie respiratorie e per la cute) e per il loro largo uso, soprattutto in passato, in vari processi produttivi.
Il progetto è iniziato a marzo 2016 e si è concluso nei primi mesi del nel 2017. Le misure sono state eseguite in cinque località differenti (di cui tre già comprese nel progetto 2014/15) e la frequenza dei monitoraggi è stata bimensile. Per la determinazione delle aldeidi e selle SOV sono stati utilizzati campionatori passivi.
I risultati conseguiti hanno confermato in generale i dati rilevati nella precedente esperienza evidenziando i seguenti aspetti:
le aldeidi sono risultate maggiormente presenti nelle aree urbane, rispetto alle aree rurali montane e di pianura;
le stesse aree urbane hanno poi evidenziato, come era ipotizzabile, una maggiore concentrazione di inquinanti tipici del traffico veicolare quali benzene, toluene, xileni, etilbenzene.

Per quanto riguarda i composti organoalogenati si osserva una concentrazione pressoché costante di carbonio tetracloruro nei campioni, indipendentemente dalla tipologia di stazione urbana o rurale; infatti, anche i monitoraggi del 2016/17 evidenziano la presenza di tetracloruro di carbonio in tutte le postazioni controllate, nonostante tale prodotto sia ormai sostanzialmente assente dalle lavorazioni industriali.
Il progetto ha permesso di incrementare le informazioni e di ottenere un aggiornamento dei livelli di concentrazione nell’aria ambiente anche di inquinanti che normalmente non vengono determinati dalle normali attività di controllo e monitoraggio della qualità dell’aria, valutandone i livelli in differenti siti e stagioni.
Sono stati acquisiti elementi importanti e utili soprattutto nei casi in cui si debbano valutare delle situazioni espositive a basse concentrazioni, ad esempio in fase di valutazione del rischio chimico in ambienti di lavoro ove risultino presenti alcune delle sostanze monitorate in concentrazioni prossime a quelle riscontrabili in outdoor.
Sulla base dei risultati conseguiti è apparso evidente il carattere ubiquitario di diversi inquinanti di natura antropica per i quali sinora si hanno serie limitate di dati di esposizione della popolazione piemontese, nonostante l’elevata tossicità per la salute dell’uomo.

Per Approfondimenti consulta Lo Stato dell'ambiente 2018