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ECOLABEL UE PER STRUTTURE TURISTICHE
Inoltre il marchio Ecolabel apporta tutta una serie di benefici alla struttura ricettiva che lo applica, in particolare:
Per promuovere il sistema Ecolabel in Piemonte, Arpa e Unioncamere hanno realizzato un poster informativo.
Per approfondimenti consulta il sito di Arpa Piemonte.
Per quanto riguarda la certificazione EMAS nel settore turistico, in Piemonte l'ente gestore delle aree protette dell'Ossola ha vinto l'edizione 2018 del premio nazionale per la migliore dichiarazione ambientale EMAS.
la Rete ciclabile di interesse regionale
Progetti Europei
Borghi Sostenibili del Piemonte
Bandiere Arancioni TCI
GLI ECOMUSEI: AMBIENTE E STRATEGIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE
I siti Unesco in Piemonte
Arpa Veneto ha predisposto un video nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione dedicata al turismo sostenibile.
Grazie alla grafica essenziale e alla sottile ironia del fumettista Bruno Bozzetto, ARPAV mette a confronto gli atteggiamenti, i punti di vista, i comportamenti ed i consumi di risorse delle due tipologie di turisti. Il turista che viaggia “in punta di piedi”, rispettoso dei luoghi e delle persone che incontra, che riconosce nel viaggio un’opportunità di crescita, si confronta con il turista che brucia le tappe, distratto e un po’ annoiato.
TURISMO
L'argomento Turismo rientra in più obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi dell'ONU.
Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti
Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti
Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
ECOLABEL UE PER STRUTTURE TURISTICHE
Che cos'è l' Ecolabel UE?
L'Ecolabel UE è un sistema volontario di etichettatura ecologica per incoraggiare, da un lato, la produzione e il consumo sostenibili dei prodotti e, dall’altro, la prestazione e l'uso sostenibile dei servizi. I criteri dell'Ecolabel UE per i servizi di ricettività turistica (Decisione UE/2017/175) promuovono misure che intendono favorire l'uso di fonti di energia rinnovabili, il risparmio idrico ed energetico, la riduzione dei rifiuti, la promozione di prodotti biologici e locali e il miglioramento della biodiversità del territorio. Le ultime statistiche (dicembre 2016) indicano che la Francia, l'Italia e la Germania sono gli Stati membri in cui questo programma volontario ha avuto maggiore successo. A dicembre 2017 il “servizio di ricettività turistica” detiene 188 licenze. Il Piemonte risalta con 14 strutture quasi tutte collegate alle aree dei parchi.
Perché richiedere l’Ecolabel?
Le strutture turistiche che si fregiano del marchio ecologico europeo si distinguono per l’impegno verso la salvaguardia dell’ambiente e, quindi, della salute umana. La presenza dell’Ecolabel fornisce al turista garanzie circa:
L'Ecolabel UE è un sistema volontario di etichettatura ecologica per incoraggiare, da un lato, la produzione e il consumo sostenibili dei prodotti e, dall’altro, la prestazione e l'uso sostenibile dei servizi. I criteri dell'Ecolabel UE per i servizi di ricettività turistica (Decisione UE/2017/175) promuovono misure che intendono favorire l'uso di fonti di energia rinnovabili, il risparmio idrico ed energetico, la riduzione dei rifiuti, la promozione di prodotti biologici e locali e il miglioramento della biodiversità del territorio. Le ultime statistiche (dicembre 2016) indicano che la Francia, l'Italia e la Germania sono gli Stati membri in cui questo programma volontario ha avuto maggiore successo. A dicembre 2017 il “servizio di ricettività turistica” detiene 188 licenze. Il Piemonte risalta con 14 strutture quasi tutte collegate alle aree dei parchi.
Perché richiedere l’Ecolabel?
Le strutture turistiche che si fregiano del marchio ecologico europeo si distinguono per l’impegno verso la salvaguardia dell’ambiente e, quindi, della salute umana. La presenza dell’Ecolabel fornisce al turista garanzie circa:
- il contenimento dell’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo grazie all’uso di prodotti rispettosi dell’ambiente;
- la corretta gestione e differenziazione dei rifiuti;
- la riduzione degli sprechi energetici e di risorse;
- la salvaguardia della biodiversità nelle aree poste sotto il controllo diretto della struttura ricettiva;
- un’alimentazione sana e corretta, che attinge in parte alle produzioni biologiche regionali.
Inoltre il marchio Ecolabel apporta tutta una serie di benefici alla struttura ricettiva che lo applica, in particolare:
- Vantaggi di costo legati all'eco-efficienza: l’adozione di misure di carattere ambientale richiede tempi e sforzi, a volte anche notevoli, ma contribuisce alla riduzione del consumo di risorse naturali quali combustibili fossili, energia e acqua. Consente, a fronte di un investimento iniziale, una riduzione considerevole dei costi nel medio-lungo periodo;
- Pubblicità derivante dall’alta visibilità del marchio: la visibilità dell’etichetta ecologica europea rappresenta una forma ulteriore di pubblicità e un fattore di scelta assolutamente discriminante, soprattutto da parte dei turisti più sensibili al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente che sono sempre più numerosi. Il marchio comunica al cliente che il prezzo pagato non tiene conto esclusivamente delle esigenze personali e della voglia di divertimento, ma contribuisce a dare all’ambiente delle possibilità in più.
L'Italia è il secondo Paese in Europa, dopo la Francia, per numero di licenze Ecolabel UE attribuite ai servizi di ricettività turistica in base alla Decisione (UE) 2017/175 della Commissione Europea.
Anche in Piemonte l’etichetta ecologica europea che certifica le strutture turistiche a ridotto impatto ambientale Ecolabel UE vanta alcuni importanti primati:
In Piemonte luci e ombre nel settore delle certificazioni ambientali applicate alle strutture ricettive: da un lato ci sono i premi nazionali EMAS al complesso alberghiero dell’Hotel Grand Bristol di Stresa (per aver reso fruibili ed accattivanti le informazioni e le misure di sostenibilità adottate) e al Grand Hotel Dino di Baveno per la campagna sul risparmio delle risorse naturali rivolta ai clienti; non altrettanto buona è la situazione Ecolabel per le strutture ricettive certificate Ecolabel in Piemonte che sono calate da 20 a 4 sopratutto a causa della assenza di agevolazioni e riconoscimenti di immagine, finanziari o normativi a livello locale, regionale e nazionale
Le quattro strutture che ancora conservono l'etichetta ecologica europea sono:
Anche in Piemonte l’etichetta ecologica europea che certifica le strutture turistiche a ridotto impatto ambientale Ecolabel UE vanta alcuni importanti primati:
- la struttura certificata Ecolabel UE più alta d’Europa (Rifugio Pagarì a 2627 metri!);
- il primo campeggio pubblico certificato Ecolabel UE (Campeggio di Roccaverano);
- la città italiana con più strutture certificate Ecolabel UE in Italia (Torino);
- la prima residenza universitaria certificata Ecolabel UE in Europa (Residenza Olimpia).
In Piemonte luci e ombre nel settore delle certificazioni ambientali applicate alle strutture ricettive: da un lato ci sono i premi nazionali EMAS al complesso alberghiero dell’Hotel Grand Bristol di Stresa (per aver reso fruibili ed accattivanti le informazioni e le misure di sostenibilità adottate) e al Grand Hotel Dino di Baveno per la campagna sul risparmio delle risorse naturali rivolta ai clienti; non altrettanto buona è la situazione Ecolabel per le strutture ricettive certificate Ecolabel in Piemonte che sono calate da 20 a 4 sopratutto a causa della assenza di agevolazioni e riconoscimenti di immagine, finanziari o normativi a livello locale, regionale e nazionale
Le quattro strutture che ancora conservono l'etichetta ecologica europea sono:
- Bamboo Eco Hotel di Torino (TO)
- Tomato Backpackers Hotel di Torino (TO)
- Hotel San Luigi di Beinasco (TO)
- Rifugio Alpino Federici Marchesini al Pagarì, Località Margine Inferiore Ghiacciaio del Pagarì – Entraque (CN)
Per promuovere il sistema Ecolabel in Piemonte, Arpa e Unioncamere hanno realizzato un poster informativo.
Per approfondimenti consulta il sito di Arpa Piemonte.
Per quanto riguarda la certificazione EMAS nel settore turistico, in Piemonte l'ente gestore delle aree protette dell'Ossola ha vinto l'edizione 2018 del premio nazionale per la migliore dichiarazione ambientale EMAS.
la Rete ciclabile di interesse regionale
Con DGR 22-1903 del 27 luglio 2015 è stato approvato il “Progetto di Rete ciclabile di interesse regionale” documento di riferimento per la successiva pianificazione e programmazione regionale in materia di mobilità ciclabile.
La Rete dei percorsi ciclabili di interesse regionale, viste anche le numerose richieste avanzate dai territori , è attualmente in fase di revisione (DGR 67-6259 del 22.12.2017) grazie ad un lavoro ricognitivo sui territori, alla collaborazione con la struttura SITA e il tavolo tecnico interdirezionale, a FIAB; base di partenza sono stati gli studi di fattibilità finanziati a valere sulla L.R. n. 4/00, Piano annuale di attuazione 2015 e il Bando “Percorsi ciclabili sicuri” della Direzione Trasporti. Sarà presumibilmente definita entro il mese di aprile 2019.
L’aggiornamento della Rete ciclabile di interesse regionale costituirà la base di partenza per la stesura del Programma regionale della mobilità ciclabile (gestito dalla direzione Trasporti) il cui appalto del servizio di assistenza tecnica e specialistica di supporto sarà affidato in tempi stretti.
In materia di segnaletica, è attiva una collaborazione tra Direzione Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport e la Direzione Opere Pubbliche e Trasporti per la formulazione di una proposta di sistema di segnaletica per la rete fruitiva ciclabile ed escursionistica della Regione Piemonte, nell’ambito della programmazione del P.S.R. 2014-2020, oltre alla partecipazione ai tavoli di discussione interministeriale che trattano le tematiche specifiche della mobilità ciclabile.
La Rete dei percorsi ciclabili di interesse regionale, viste anche le numerose richieste avanzate dai territori , è attualmente in fase di revisione (DGR 67-6259 del 22.12.2017) grazie ad un lavoro ricognitivo sui territori, alla collaborazione con la struttura SITA e il tavolo tecnico interdirezionale, a FIAB; base di partenza sono stati gli studi di fattibilità finanziati a valere sulla L.R. n. 4/00, Piano annuale di attuazione 2015 e il Bando “Percorsi ciclabili sicuri” della Direzione Trasporti. Sarà presumibilmente definita entro il mese di aprile 2019.
L’aggiornamento della Rete ciclabile di interesse regionale costituirà la base di partenza per la stesura del Programma regionale della mobilità ciclabile (gestito dalla direzione Trasporti) il cui appalto del servizio di assistenza tecnica e specialistica di supporto sarà affidato in tempi stretti.
In materia di segnaletica, è attiva una collaborazione tra Direzione Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport e la Direzione Opere Pubbliche e Trasporti per la formulazione di una proposta di sistema di segnaletica per la rete fruitiva ciclabile ed escursionistica della Regione Piemonte, nell’ambito della programmazione del P.S.R. 2014-2020, oltre alla partecipazione ai tavoli di discussione interministeriale che trattano le tematiche specifiche della mobilità ciclabile.
Ciclovia turistica VEnTO
Dopo la sigla del primo protocollo d’intesa tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero per i beni e le attività culturali e Regioni interessate (28 luglio 2016), per la progettazione e realizzazione della ciclovia turistica VEnTO da Venezia a Torino, si è siglato un accordo di collaborazione tra le 4 Regioni interessate e il Politecnico di Milano, sancendone il ruolo di coordinatore scientifico per la progettazione. Successivamente, tramite Regione Lombardia (Capofila di progetto) è stata affidata la redazione dello Studio di Fattibilità tecnica ed economica, finanziata dal Ministero, e che sarà consegnato, salvo eventuali proroghe, nel mese di aprile 2019.
È in corso di approvazione un nuovo protocollo d’intesa tra i Ministeri e le Regioni, per equiparare tutte le ciclovie strategiche di interesse nazionale.
Il passo successivo sarà il livello di progettazione definitivo/esecutivo e l’individuazione, da parte di ciascuna regione, dei lotti di realizzazione prioritari.
Come tutti gli anni, viene organizzato dal Politecnico di Milano e il patrocinio della Regione Piemonte, il VEnTO Bici Tour, per sensibilizzare i territori e contribuire ad una progettazione partecipata.
È in corso di approvazione un nuovo protocollo d’intesa tra i Ministeri e le Regioni, per equiparare tutte le ciclovie strategiche di interesse nazionale.
Il passo successivo sarà il livello di progettazione definitivo/esecutivo e l’individuazione, da parte di ciascuna regione, dei lotti di realizzazione prioritari.
Come tutti gli anni, viene organizzato dal Politecnico di Milano e il patrocinio della Regione Piemonte, il VEnTO Bici Tour, per sensibilizzare i territori e contribuire ad una progettazione partecipata.
Ciclostrada del Canale Cavour
Grazie alle risorse stanziate con D.G.R. n. 27-1743 del 13 luglio 2015 si è siglato l’accordo di Programma tra la Regione Piemonte, Città Metropolitana, Provincia di Novara e Provincia di Vercelli per la progettazione e realizzazione della Ciclostrada del Canale Cavour.
Aderiscono all’accordo, che stanzia due milioni di euro, anche l’Associazione di Irrigazione Est ed Ovest Sesia, le Coutenze Canale Cavour, gli Enti Parco del Po e della Collina torinese e l’Ente Parco del Ticino e del Lago Maggiore. Sono stati coinvolti anche i Comuni interessati dal percorso.
Il soggetto beneficiario e attuatore della stesura della Progettazione è stata la Città Metropolitana di Torino che ha consegnato il progetto che, grazie ad un accordo, prevede la sovrapposizione del primo tratto della ciclostrada Cavour con un tratto della ciclovia Vento. Da Chivasso a Borgo Revel le due ciclovie avranno lo stesso percorso.
Come per VEnTO, sarà presumibilmente individuato un lotto prioritario di intervento, oltre al tratto in comune.
Aderiscono all’accordo, che stanzia due milioni di euro, anche l’Associazione di Irrigazione Est ed Ovest Sesia, le Coutenze Canale Cavour, gli Enti Parco del Po e della Collina torinese e l’Ente Parco del Ticino e del Lago Maggiore. Sono stati coinvolti anche i Comuni interessati dal percorso.
Il soggetto beneficiario e attuatore della stesura della Progettazione è stata la Città Metropolitana di Torino che ha consegnato il progetto che, grazie ad un accordo, prevede la sovrapposizione del primo tratto della ciclostrada Cavour con un tratto della ciclovia Vento. Da Chivasso a Borgo Revel le due ciclovie avranno lo stesso percorso.
Come per VEnTO, sarà presumibilmente individuato un lotto prioritario di intervento, oltre al tratto in comune.
Via Francigena
All’interno del Progetto interregionale Via Francigena che prevede un itinerario escursionistico, viene affiancato anche un itinerario cicloturistico. In particolare, in attuazione all’intervento n. 33, il Ministero per i beni e le attività culturali ha stipulato un Accordo con le Regioni, finalizzato a realizzare un percorso di livello nazionale omogeneo, per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e di servizi, tale da poter essere promosso anche a livello internazionale per uniformità e standard.
Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali i Comuni o Unioni Montane hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica, mentre non è ancora nota l'entità dei futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020.
Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali i Comuni o Unioni Montane hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica, mentre non è ancora nota l'entità dei futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020.
Progetti Europei
Nel corso del 2018 è continuata l’attività di analisi e valutazione dei Programmi europei, transfrontalieri e strutturali di interesse culturale, turistico e sportivo.
Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia, per l’elaborazione dei Piani Integrati TEMatici (PITEM), la Regione Piemonte coordina il progetto PITEM MITO Modelli integrati transfrontalieri per il turismo outdoor (Direzione Opere pubbliche, Difesa suolo, Montagna, Foreste, Protezione civile Trasporti e Logistica Settore Montagna) che si concentrerà sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico transfrontaliero attraverso lo sviluppo del turismo e degli sport all’aria aperta. Inoltre, aderisce al progretto PITEM PACE (PAtrimonio, Cultura, Economia), coordinato da Regione Val d'Aosta, con la candidatura di ben 6 diverse proposte progettuali, per un valore complessivo di ca. 2 milioni di euro. La Regione Piemonte è, infine, coordinatore del progetto P.O.T. (Percorsi outdoor transfrontalieri) che svilupperà la creazione di un prodotto turistico incentrato sull’Outdoor.
Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia, per l’elaborazione dei Piani Integrati TEMatici (PITEM), la Regione Piemonte coordina il progetto PITEM MITO Modelli integrati transfrontalieri per il turismo outdoor (Direzione Opere pubbliche, Difesa suolo, Montagna, Foreste, Protezione civile Trasporti e Logistica Settore Montagna) che si concentrerà sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico transfrontaliero attraverso lo sviluppo del turismo e degli sport all’aria aperta. Inoltre, aderisce al progretto PITEM PACE (PAtrimonio, Cultura, Economia), coordinato da Regione Val d'Aosta, con la candidatura di ben 6 diverse proposte progettuali, per un valore complessivo di ca. 2 milioni di euro. La Regione Piemonte è, infine, coordinatore del progetto P.O.T. (Percorsi outdoor transfrontalieri) che svilupperà la creazione di un prodotto turistico incentrato sull’Outdoor.
Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, la Regione Piemonte partecipa al progetto e-bike con capofila Regione Lombardia mirato alla formazione di un cluster specifico sul prodotto turistico dell’e-bike, con la messa a sistema delle realtà imprenditoriali e la promo-commercializzazione della rete ciclabile con la filiera turistico-culturale adottando modelli innovativi di impresa (ciclo-ateliers).
Inoltre, aderisce con ruolo di capofila al progetto In bici a pelo d’acqua incentrato sullo sviluppo di reti cicloturistiche.
Ha avuto esito positivo la candidatura a valere sul bando Sport del Programma Erasmus+ 2014 2020 del Progetto Let’s fit healthy life – The role of sport in deprived areas, obiettivo è la valorizzazione di uno stile di vita sano e attivo, con la promozione di attività sportive come il fit-walking, la camminata e il power walking: lo sport diviene strumento di inclusione sociale, pari opportunità e valore aggiunto per i territori marginali.
Nell’ambito della partecipazione ai lavori della Rete Necstour – network europeo delle Regioni e comunità locali per il turismo sostenibile è proseguita l’attività con i Gruppi di Lavoro ETIS – indicatori per il turismo sostenibile, Gruppi di Lavoro Piattaforme digitali, Gruppi di Lavoro Annual General Meeting, funzionali agli obiettivi previsti dalla Rete medesima per l’annualità 2018.
Inoltre, aderisce con ruolo di capofila al progetto In bici a pelo d’acqua incentrato sullo sviluppo di reti cicloturistiche.
Ha avuto esito positivo la candidatura a valere sul bando Sport del Programma Erasmus+ 2014 2020 del Progetto Let’s fit healthy life – The role of sport in deprived areas, obiettivo è la valorizzazione di uno stile di vita sano e attivo, con la promozione di attività sportive come il fit-walking, la camminata e il power walking: lo sport diviene strumento di inclusione sociale, pari opportunità e valore aggiunto per i territori marginali.
Nell’ambito della partecipazione ai lavori della Rete Necstour – network europeo delle Regioni e comunità locali per il turismo sostenibile è proseguita l’attività con i Gruppi di Lavoro ETIS – indicatori per il turismo sostenibile, Gruppi di Lavoro Piattaforme digitali, Gruppi di Lavoro Annual General Meeting, funzionali agli obiettivi previsti dalla Rete medesima per l’annualità 2018.
Borghi Sostenibili del Piemonte
Il progetto “Borghi Sostenibili del Piemonte: località per un turismo più responsabile” nasce nel 2011 per volontà della Regione Piemonte, e vede Environment Park, esperto di tematiche legate alla sostenibilità e alle buon pratiche energetico-ambientali, come partner tecnico.
Il progetto si inserisce nell’ambito delle strategie della Regione Piemonte per la promozione di località e destinazioni turistiche sostenibili, valorizzando e premiando le iniziative in ambito di tutela dell’ambiente e turismo responsabile intraprese dai Comuni del territorio.
Il progetto si inserisce nell’ambito delle strategie della Regione Piemonte per la promozione di località e destinazioni turistiche sostenibili, valorizzando e premiando le iniziative in ambito di tutela dell’ambiente e turismo responsabile intraprese dai Comuni del territorio.
L’iniziativa prevede il rilascio di un marchio che valuta oltre 20 criteri tra cui la tutela delle risorse idriche, il risparmio energetico, la valorizzazione del patrimonio architettonico e naturalistico e la qualità ambientale del sistema ricettivo. I Borghi Sostenibili sono attualmente 24 (comuni al di sotto dei 10.000 abitanti); in testa alla classifica c’è la provincia di Cuneo con 10 Borghi, segue la provincia di Torino con cinque. Il progetto nel 2014 si è aggiudicato il premio Smart City.
Per maggiori informazioni scarica la guida “Borghi Sostenibili del Piemonte: località per un turismo più responsabile”.
Per maggiori informazioni scarica la guida “Borghi Sostenibili del Piemonte: località per un turismo più responsabile”.
Bandiere Arancioni TCI
La Bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano, è stata pensata dal punto di vista del viaggiatore e della sua esperienza di visita. Viene assegnata ai Comuni che, oltre a godere di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. Il marchio è, inoltre, uno strumento qualificante di valorizzazione del territorio e un elemento distintivo agli occhi dei turisti. Oggi i Comuni certificati sono 239 distribuiti in tutta Italia.
Ideata nel 1998, la Bandiera arancione è stata riconosciuta
Ideata nel 1998, la Bandiera arancione è stata riconosciuta
dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come unica esperienza italiana di successo nel campo del turismo sostenibile.
La collaborazione tra il Touring Club Italiano e la Regione Piemonte ha portato in questi anni all’analisi di circa 280 Comuni e alla certificazione di 31 località con la Bandiera arancione, facendo del Piemonte la seconda regione più “arancione” d’Italia: 3 in provincia di Vercelli, 4 in provincia di Torino, 11 nel Cuneese, 7 nel Verbano Cusio Ossola, 2 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Novara e 1 Comune a testa per le province di Biella e Asti.
La collaborazione tra il Touring Club Italiano e la Regione Piemonte ha portato in questi anni all’analisi di circa 280 Comuni e alla certificazione di 31 località con la Bandiera arancione, facendo del Piemonte la seconda regione più “arancione” d’Italia: 3 in provincia di Vercelli, 4 in provincia di Torino, 11 nel Cuneese, 7 nel Verbano Cusio Ossola, 2 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Novara e 1 Comune a testa per le province di Biella e Asti.
GLI ECOMUSEI: AMBIENTE E STRATEGIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE
Gli ecomusei sono strumenti culturali di interesse generale e di utilità sociale orientati a uno sviluppo locale sostenibile, volti a recuperare, conservare, valorizzare e trasmettere il patrimonio identitario, culturale, sociale, ambientale, materiale e immateriale di un territorio omogeneo, attraverso la partecipazione delle comunità locali in tutte le loro componenti.
Essi operano con approccio interdisciplinare nei campi della cultura, dell’ambiente, dell’educazione, della formazione, dell’inclusione sociale, dell’agricoltura, del turismo, della pianificazione territoriale e della cura del paesaggio, nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del territorio verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Tali principi generali sono fondati sulla responsabilità collettiva degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, funzionale alla costruzione e alla rivitalizzazione di reti di attività e servizi.
Gli ecomusei adottano logiche di rete e processi partecipati, su ispirazione della Convenzione Europea del Paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000 e dei trattati internazionali dedicati alla salvaguardia dei patrimoni culturali materiali e immateriali della società, nel rispetto delle norme nazionali.
Essi operano favorendo la partecipazione e il coinvolgimento degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, con particolare riguardo alle istituzioni culturali e scolastiche, promuovendo “laboratori di cittadinanza attiva” per la costruzione di mappe di comunità o di analoghi strumenti efficaci nell’integrare i diversi punti di vista in un percorso condiviso di riconoscimento, comprensione, cura e rigenerazione coerente e sostenibile dei patrimoni materiali e immateriali peculiari di ogni luogo.
Negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di processi ecomuseali sul territorio piemontese, che si sono resi interpreti di istanze di cambiamento, per uno sviluppo locale sostenibile, svolgendo un ruolo importante nelle politiche di sviluppo socio-economico regionale.
L’azione svolta dagli ecomusei, sui territori di riferimento, ha confermato il ruolo che essi possono assumere, in rapporto alla valorizzazione e alla cura del paesaggio, al riconoscimento della “bellezza”, attraverso la memoria delle comunità, all’equilibrio fra l’opera dell’uomo e l’opera della natura, rafforzando il legame tra paesaggio, patrimonio culturale e turismo come asse strategico su cui impostare percorsi di conoscenza e progetti di valorizzazione territoriale e turismo sostenibile.
Essi lavorano sulla diffusione di una offerta culturale che sapesse agire sulla consapevolezza del valore dei paesaggi piemontesi, basata sui valori e l’elevata qualità della vita che offrono. Un lavoro veicolato anche dal nuovo Piano Paesaggistico del Piemonte, che ha cercato di attivare processi culturali dalla densa valenza politica, anche in attuazione di alcune schede progettuali all’interno della “Strategia Aree interne”, finalizzati ad attuare quel profondo cambiamento auspicato dalla Convenzione europea del paesaggio: “percepito dalle popolazioni che lo abitano”.
Le comunità non sono più quindi solo oggetto di ricerca, ma sono organismi “fruitori attivi del paesaggio” presente e futuro o destinatari dei paesaggi di montagna, pianura, acqua e mare da trasformare mediante un progetto comune, frutto di processi partecipati, che tendono ad accrescere la condivisione di benessere collettivo.
Il patrimonio culturale con cui gli ecomusei si misurano è costituto non solo da quello tutelato per legge, ma anche dal patrimonio “vivente”, materiale e immateriale, naturale e costruito, frutto delle tradizioni locali e delle trasformazioni del paesaggio, che costituisce l’eredità culturale delle popolazioni attive sul territorio.
La creazione di reti a diversa scala è stata una strategia vitale ed efficace per condividere pratiche, progetti ed alimentare entusiasmi promuovendo: contratti di fiume, contratti di lago, sentieristica partecipata, giornate del paesaggio, passeggiate patrimoniali.
Nel 2009 nasce l’Associazione Rete degli Ecomusei Piemonte (REP) a supporto e sostegno delle attività svolte dagli ecomusei che ne fanno parte. Essa rappresenta e tutela gli interessi dei suoi associati nei confronti di istituzioni o di altre realtà italiane ed internazionali; svolge attività di ricerca, studio, riflessione, confronto e progettazione su tematiche di interesse comune; lavora in rete per ottimizzare azioni e risorse. Tali obiettivi sono perseguiti con la messa in opera di alcune azioni strategiche tra le quali la collaborazione e il confronto con gli enti locali (Regione, Province, Comuni,ecc), la partecipazione a tavoli di lavoro per la definizione delle politiche e delle programmazioni di settore, la messa in campo di iniziative di scambio e collaborazione con altre realtà ecomuseali, la promozione e la sensibilizzazione rispetto ai temi tipici degli ecomusei, sia a livello nazionale sia internazionale.
La nuova legge regionale in materia di ecomusei (L.R. n. 13 del 03/08/2018 “Riconoscimento di ecomusei del Piemonte”, che ha abrogato la precedente L.R. n. 31/1995), accoglie il punto più maturo delle esperienze ecomuseali che la Rete ha registrato dopo decenni di attività, nate anche dal confronto internazionale del Forum ICOM di Milano 2016 “Ecomuseums, Community museums and cultural landscapes”.
La recente legge regionale all’articolo 7, promuove la partecipazione degli ecomusei riconosciuti alle politiche e alle azioni regionali di valorizzazione del paesaggio attuative del piano paesaggistico regionale approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 3 ottobre 2017, n. 233 – 35836 e alle finalità della legge regionale 16 giugno 2008, n. 14 (Norme per la valorizzazione del paesaggio).
Con la previgente legge regionale in materia di ecomusei, la Regione ha istituito 25 Ecomusei del Piemonte:
Essi operano con approccio interdisciplinare nei campi della cultura, dell’ambiente, dell’educazione, della formazione, dell’inclusione sociale, dell’agricoltura, del turismo, della pianificazione territoriale e della cura del paesaggio, nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del territorio verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Tali principi generali sono fondati sulla responsabilità collettiva degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, funzionale alla costruzione e alla rivitalizzazione di reti di attività e servizi.
Gli ecomusei adottano logiche di rete e processi partecipati, su ispirazione della Convenzione Europea del Paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000 e dei trattati internazionali dedicati alla salvaguardia dei patrimoni culturali materiali e immateriali della società, nel rispetto delle norme nazionali.
Essi operano favorendo la partecipazione e il coinvolgimento degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, con particolare riguardo alle istituzioni culturali e scolastiche, promuovendo “laboratori di cittadinanza attiva” per la costruzione di mappe di comunità o di analoghi strumenti efficaci nell’integrare i diversi punti di vista in un percorso condiviso di riconoscimento, comprensione, cura e rigenerazione coerente e sostenibile dei patrimoni materiali e immateriali peculiari di ogni luogo.
Negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di processi ecomuseali sul territorio piemontese, che si sono resi interpreti di istanze di cambiamento, per uno sviluppo locale sostenibile, svolgendo un ruolo importante nelle politiche di sviluppo socio-economico regionale.
L’azione svolta dagli ecomusei, sui territori di riferimento, ha confermato il ruolo che essi possono assumere, in rapporto alla valorizzazione e alla cura del paesaggio, al riconoscimento della “bellezza”, attraverso la memoria delle comunità, all’equilibrio fra l’opera dell’uomo e l’opera della natura, rafforzando il legame tra paesaggio, patrimonio culturale e turismo come asse strategico su cui impostare percorsi di conoscenza e progetti di valorizzazione territoriale e turismo sostenibile.
Essi lavorano sulla diffusione di una offerta culturale che sapesse agire sulla consapevolezza del valore dei paesaggi piemontesi, basata sui valori e l’elevata qualità della vita che offrono. Un lavoro veicolato anche dal nuovo Piano Paesaggistico del Piemonte, che ha cercato di attivare processi culturali dalla densa valenza politica, anche in attuazione di alcune schede progettuali all’interno della “Strategia Aree interne”, finalizzati ad attuare quel profondo cambiamento auspicato dalla Convenzione europea del paesaggio: “percepito dalle popolazioni che lo abitano”.
Le comunità non sono più quindi solo oggetto di ricerca, ma sono organismi “fruitori attivi del paesaggio” presente e futuro o destinatari dei paesaggi di montagna, pianura, acqua e mare da trasformare mediante un progetto comune, frutto di processi partecipati, che tendono ad accrescere la condivisione di benessere collettivo.
Il patrimonio culturale con cui gli ecomusei si misurano è costituto non solo da quello tutelato per legge, ma anche dal patrimonio “vivente”, materiale e immateriale, naturale e costruito, frutto delle tradizioni locali e delle trasformazioni del paesaggio, che costituisce l’eredità culturale delle popolazioni attive sul territorio.
La creazione di reti a diversa scala è stata una strategia vitale ed efficace per condividere pratiche, progetti ed alimentare entusiasmi promuovendo: contratti di fiume, contratti di lago, sentieristica partecipata, giornate del paesaggio, passeggiate patrimoniali.
Nel 2009 nasce l’Associazione Rete degli Ecomusei Piemonte (REP) a supporto e sostegno delle attività svolte dagli ecomusei che ne fanno parte. Essa rappresenta e tutela gli interessi dei suoi associati nei confronti di istituzioni o di altre realtà italiane ed internazionali; svolge attività di ricerca, studio, riflessione, confronto e progettazione su tematiche di interesse comune; lavora in rete per ottimizzare azioni e risorse. Tali obiettivi sono perseguiti con la messa in opera di alcune azioni strategiche tra le quali la collaborazione e il confronto con gli enti locali (Regione, Province, Comuni,ecc), la partecipazione a tavoli di lavoro per la definizione delle politiche e delle programmazioni di settore, la messa in campo di iniziative di scambio e collaborazione con altre realtà ecomuseali, la promozione e la sensibilizzazione rispetto ai temi tipici degli ecomusei, sia a livello nazionale sia internazionale.
La nuova legge regionale in materia di ecomusei (L.R. n. 13 del 03/08/2018 “Riconoscimento di ecomusei del Piemonte”, che ha abrogato la precedente L.R. n. 31/1995), accoglie il punto più maturo delle esperienze ecomuseali che la Rete ha registrato dopo decenni di attività, nate anche dal confronto internazionale del Forum ICOM di Milano 2016 “Ecomuseums, Community museums and cultural landscapes”.
La recente legge regionale all’articolo 7, promuove la partecipazione degli ecomusei riconosciuti alle politiche e alle azioni regionali di valorizzazione del paesaggio attuative del piano paesaggistico regionale approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 3 ottobre 2017, n. 233 – 35836 e alle finalità della legge regionale 16 giugno 2008, n. 14 (Norme per la valorizzazione del paesaggio).
Con la previgente legge regionale in materia di ecomusei, la Regione ha istituito 25 Ecomusei del Piemonte:
- Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano (AT)
- Ecomuseo Colombano Romean (TO)
- Ecomuseo di Cascina Moglioni (AL)
- Ecomuseo della Segale (CN)
- Ecomuseo del Lago d‘ Orta e Mottarone (NO)
- Ecomuseo dell'Alta Val Sangone (TO)
- Ecomuseo del Freidano (TO)
- Ecomuseo della Pastorizia (CN)
- Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite (CN)
- Ecomuseo delle Terre d'acqua (VC)
- Ecomuseo della Valsesia (VC)
- Ecomuseo dell'Alta Valle Maira (CN)
- Ecomuseo del Biellese (BI)
- Ecomuseo della Val Germanasca (TO)
- Ecomuseo della Pietra da Cantoni (AL)
- Ecomuseo delle Rocche del Roero (CN)
- Ecomuseo delle Terre al confine (TO)
- Ecomuseo dei Certosini e della Valle Pesio (CN)
- Ecomuseo dei Feudi imperiali (AL)
- Ecomuseo dell’Argilla – Munlab (TO)
- Ecomuseo del Granito di Montorfano (VB)
- Ecomuseo del Marmo di Frabosa Soprana (CN)
- Ecomuseo delle Terre del Castelmagno (CN)
- Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone (AL)
- Ecomuseo della Pietra Ollare e degli Scalpellini (VB)
I siti Unesco in Piemonte
Gran parte del territorio piemontese è coinvolto in processi legati all’attuazione delle Convenzioni internazionali o a programmi sviluppati dall'UNESCO nel settore culturale o delle scienze naturali, attraverso numerosi riconoscimenti ottenuti e iniziative di candidatura in corso.
Le diverse tipologie di riconoscimenti presenti in Piemonte rappresentano gli strumenti messi in atto dall’organizzazione internazionale in tempi diversi per il raggiungimento di altrettanti obiettivi strategici: tali obiettivi, avviati su percorsi paralleli al momento della loro prima definizione, sono stati via via integrati nell’alveo di una comune visione focalizzata sul perseguimento dello sviluppo sostenibile.
Alcuni programmi sono dichiaratamente nati “per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente” (Man and Biosphere), come “laboratori di sviluppo sostenibile” (Global Geoparks), e “per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile” (Creative Cities Network). In essi il concetto di rete è stato identificato quale elemento costitutivo e fondante dell’azione, impegnando i rispettivi siti al confronto e alla condivisione – anche nell’ambito dell’attuazione della Convenzione sulla protezione del patrimonio Mondiale, culturale e naturale del 1972, con la Lista del Patrimonio Mondiale.
Si è quindi transitati da una formulazione incentrata sulla conservazione e la protezione di elementi e di valori puntuali, ai fini della trasmissione alle future generazioni, ad una visione attenta al contesto e alla molteplicità dei valori di un territorio o di un fenomeno, nonché al ruolo centrale delle comunità, fino a giungere ad integrare l’obiettivo originario nella più ampia missione dello sviluppo sostenibile (Dichiarazione di Budapest sul patrimonio mondiale, 2002).
La Convenzione per la salvaguardia del patrimonio immateriale del 2003 e la Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali, conclusa a Parigi il 20 ottobre 2005, sono poi intervenute a sancire la necessità di salvaguardare la diversità culturale, secondo il fine ultimo di creare condizioni propizie allo sviluppo sostenibile, rinnovando altresì l’impegno alla sensibilizzazione ed al coinvolgimento dei cittadini, la cui consapevolezza e partecipazione sono la chiave per garantire il raggiungimento di tali obiettivi.
Più di recente, con la definizione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, la cultura non compare in maniera esplicita attraverso la definizione di obiettivi dedicati, ma quale fattore imprescindibile da considerare nella definizione di qualsiasi azione di sviluppo economico, sociale o ambientale che intenda qualificarsi come sostenibile.
Le designazioni derivanti dall’attuazione delle Convenzioni internazionali o dai diversi programmi promossi dall’UNESCO forniscono dunque una gamma completa di strumenti finalizzati a promuovere lo sviluppo sostenibile: agendo sia a livello globale, sia a livello locale, ma con valenze che superano i confini territoriali, manifestano una naturale vocazione a caratterizzarsi come luoghi di sperimentazione di modelli di sviluppo aderenti agli obiettivi dell’Agenda 2030.
In particolare, i riconoscimenti piemontesi sono fortemente rappresentativi della visione che pone al centro le interrelazioni tra uomo, natura e cultura, ma sono operativamente gestiti secondo modalità differenti nelle quali la Regione svolge ruoli diversi, da cui la necessità di incoraggiare il loro coordinamento, al fine di promuovere la conoscenza e lo scambio di informazioni, l'integrazione di progetti, lo sviluppo di attività multidisciplinari e l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie, nell’ambito di una visione comune.
Per sviluppare tale potenziale la legge regionale 1 agosto 2018, n. 11 “Disposizioni coordinate in materia di cultura” ha previsto l'istituzione del Tavolo di lavoro Distretto Piemonte UNESCO, quale strumento di partecipazione nell’ambito della programmazione dell’attività regionale.
Cinque siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale (Residenze Sabaude, Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, Siti Palafitticoli Preistorici dell'Arco Alpino, Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX secolo), tre aree riconosciute come Riserve della Biosfera nell’ambito del Programma Uomo e Biosfera (Ticino Val Grande Verbano, Monviso, Collina Po) ed una nella Rete dei Geoparchi Mondiali (Geoparco Sesia Val Grande), due città inserite nella Rete delle Creative cities (Torino per il Design e Alba per la Gastronomia).
A Torino sono presenti, inoltre, due Cattedre UNESCO - “Sviluppo sostenibile e gestione del territorio” presso l’Università degli Studi e “Nuovi paradigmi e strumenti per la gestione del paesaggio bio-culturale” presso il Politecnico.
Le diverse tipologie di riconoscimenti presenti in Piemonte rappresentano gli strumenti messi in atto dall’organizzazione internazionale in tempi diversi per il raggiungimento di altrettanti obiettivi strategici: tali obiettivi, avviati su percorsi paralleli al momento della loro prima definizione, sono stati via via integrati nell’alveo di una comune visione focalizzata sul perseguimento dello sviluppo sostenibile.
Alcuni programmi sono dichiaratamente nati “per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente” (Man and Biosphere), come “laboratori di sviluppo sostenibile” (Global Geoparks), e “per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile” (Creative Cities Network). In essi il concetto di rete è stato identificato quale elemento costitutivo e fondante dell’azione, impegnando i rispettivi siti al confronto e alla condivisione – anche nell’ambito dell’attuazione della Convenzione sulla protezione del patrimonio Mondiale, culturale e naturale del 1972, con la Lista del Patrimonio Mondiale.
Si è quindi transitati da una formulazione incentrata sulla conservazione e la protezione di elementi e di valori puntuali, ai fini della trasmissione alle future generazioni, ad una visione attenta al contesto e alla molteplicità dei valori di un territorio o di un fenomeno, nonché al ruolo centrale delle comunità, fino a giungere ad integrare l’obiettivo originario nella più ampia missione dello sviluppo sostenibile (Dichiarazione di Budapest sul patrimonio mondiale, 2002).
La Convenzione per la salvaguardia del patrimonio immateriale del 2003 e la Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali, conclusa a Parigi il 20 ottobre 2005, sono poi intervenute a sancire la necessità di salvaguardare la diversità culturale, secondo il fine ultimo di creare condizioni propizie allo sviluppo sostenibile, rinnovando altresì l’impegno alla sensibilizzazione ed al coinvolgimento dei cittadini, la cui consapevolezza e partecipazione sono la chiave per garantire il raggiungimento di tali obiettivi.
Più di recente, con la definizione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, la cultura non compare in maniera esplicita attraverso la definizione di obiettivi dedicati, ma quale fattore imprescindibile da considerare nella definizione di qualsiasi azione di sviluppo economico, sociale o ambientale che intenda qualificarsi come sostenibile.
Le designazioni derivanti dall’attuazione delle Convenzioni internazionali o dai diversi programmi promossi dall’UNESCO forniscono dunque una gamma completa di strumenti finalizzati a promuovere lo sviluppo sostenibile: agendo sia a livello globale, sia a livello locale, ma con valenze che superano i confini territoriali, manifestano una naturale vocazione a caratterizzarsi come luoghi di sperimentazione di modelli di sviluppo aderenti agli obiettivi dell’Agenda 2030.
In particolare, i riconoscimenti piemontesi sono fortemente rappresentativi della visione che pone al centro le interrelazioni tra uomo, natura e cultura, ma sono operativamente gestiti secondo modalità differenti nelle quali la Regione svolge ruoli diversi, da cui la necessità di incoraggiare il loro coordinamento, al fine di promuovere la conoscenza e lo scambio di informazioni, l'integrazione di progetti, lo sviluppo di attività multidisciplinari e l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie, nell’ambito di una visione comune.
Per sviluppare tale potenziale la legge regionale 1 agosto 2018, n. 11 “Disposizioni coordinate in materia di cultura” ha previsto l'istituzione del Tavolo di lavoro Distretto Piemonte UNESCO, quale strumento di partecipazione nell’ambito della programmazione dell’attività regionale.
Cinque siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale (Residenze Sabaude, Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, Siti Palafitticoli Preistorici dell'Arco Alpino, Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX secolo), tre aree riconosciute come Riserve della Biosfera nell’ambito del Programma Uomo e Biosfera (Ticino Val Grande Verbano, Monviso, Collina Po) ed una nella Rete dei Geoparchi Mondiali (Geoparco Sesia Val Grande), due città inserite nella Rete delle Creative cities (Torino per il Design e Alba per la Gastronomia).
A Torino sono presenti, inoltre, due Cattedre UNESCO - “Sviluppo sostenibile e gestione del territorio” presso l’Università degli Studi e “Nuovi paradigmi e strumenti per la gestione del paesaggio bio-culturale” presso il Politecnico.
Arpa Veneto ha predisposto un video nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione dedicata al turismo sostenibile.
Grazie alla grafica essenziale e alla sottile ironia del fumettista Bruno Bozzetto, ARPAV mette a confronto gli atteggiamenti, i punti di vista, i comportamenti ed i consumi di risorse delle due tipologie di turisti. Il turista che viaggia “in punta di piedi”, rispettoso dei luoghi e delle persone che incontra, che riconosce nel viaggio un’opportunità di crescita, si confronta con il turista che brucia le tappe, distratto e un po’ annoiato.