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CONSUMO DI SUOLO

L’argomento Consumo di suolo rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

- Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili

Il monitoraggio del consumo di suolo

Il progetto nazionale di Monitoraggio del Consumo di Suolo, completamente realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale, si pone l’obiettivo di monitorare le trasformazioni del territorio dovute a espansioni urbane, infrastrutturali, commerciali, etc. e la conseguente perdita di suolo naturale, agricolo e semi naturale, inteso come risorsa ambientale essenziale e fondamentalmente non rinnovabile.
Gli obiettivi del progetto sono alla base del disegno di legge in materia di contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato (Atto Camera n. 2039, Atto Senato n. 2383), approvato dalla Camera il 12 maggio 2016, riconosce l’importanza del suolo come bene comune e risorsa non rinnovabile, fondamentale per i servizi ecosistemici che produce, anche in funzione della prevenzione e della mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.

Il testo impone l’adeguamento della pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica vigente alla regolamentazione proposta. In particolare consente il consumo di suolo esclusivamente nei casi in cui non esistano alternative consistenti nel riuso delle aree già urbanizzate e nella rigenerazione delle stesse, riconoscendo gli obiettivi stabiliti dall’Unione europea circa il traguardo del consumo netto di suolo pari a zero da raggiungere entro il 2050.

Un aspetto importante all’interno della legge è la gestione della componente di monitoraggio del consumo di suolo, al fine della realizzazione di un quadro conoscitivo affidabile e facilmente aggiornabile. Il testo conferma il ruolo di ISPRA per la diffusione e la pubblicazione di tutti i dati sul consumo di suolo e, insieme al Consiglio per la ricerca in agricoltura e per l’analisi dell’economia agraria, per le attività di monitoraggio.

Il monitoraggio vede coinvolte sul progetto ISPRA e molte Agenzie per la Protezione Ambientale Regionali e Provinciali (ARPA/APPA) attraverso la costituzione di una rete nazionale di Referenti per il Monitoraggio del territorio e del consumo di suolo.

L’edizione 2019 del Rapporto sul consumo di suolo in Italia fornisce il quadro dei processi di trasformazione del nostro territorio, grazie alla cartografia aggiornata del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) che vede ISPRA, insieme alle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome, in un lavoro congiunto di monitoraggio svolto anche utilizzando le migliori informazioni che le nuove tecnologie sono in grado di offrire.

Il Rapporto analizza l’evoluzione del consumo di suolo all’interno di un più ampio quadro delle trasformazioni territoriali ai diversi livelli, attraverso indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo e fornisce nuove valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale, con particolare attenzione alla mappatura e alla valutazione dei servizi ecosistemici del suolo.

Il consumo di Suolo in Piemonte


Il Rapporto SNPA 2019 (riferito allo stato del consumo al 2018) stima per la regione Piemonte un consumo di suolo complessivo di circa 172.000 ettari pari quindi al 6,78 % della superficie totale regionale (circa 2.540.000 ettari). Il valore percentuale risulta inferiore al dato nazionale, che si colloca al 7.64% e tra i più bassi del nord-Italia ed in particolare rispetto alle regioni confinanti di Lombardia (13,01%) e Liguria (8,32%). L’incremento di suolo consumato nel 2018 è stato di 223 ha, denotando una flessione di tale valore sia rispetto al 2017 (552 ha) che al 2016 (392 ha). Se rapportato alla popolazione Il consumo annuale netto procapite per il Piemonte si è attestato a un + 0,5 m2/ab, valore tra i più bassi a livello nazionale ma comunque positivo nonostante il trend demografico recessivo che ha interessato la nostra Regione anche nel 2018.
Questa contraddizione risulta particolarmente evidente se prendiamo in considerazione l’indicatore del consumo di suolo marginale, ovvero il rapporto tra il nuovo consumo di suolo e i nuovi residenti tra un anno e il successivo. Tale indicatore evidenzia quei casi in cui, in un periodo storico di decrescita della popolazione, regioni con valori alti di consumo di suolo e decrescita demografica restituiscono i valori (negativi) relativi alla minore sostenibilità: per il Piemonte questo valore si è attestato a -134 m2/ab, contro + 370 m2/ab di Lombardia, -42 m2/ab della Liguria, -169 m2/ab della Valle d’Aosta e -3.705 m2/ab del Veneto, valore più basso a livello nazionale.

Il processo di consumo di suolo segue l’espansione delle aree urbanizzate con caratteri distintivi nelle varie aree della regione, dalle aree dense della conurbazione di Torino e dei molti comuni di prima e seconda cintura, alle altre realtà urbane dei capoluoghi di provincia e dell’eporediese, alle aree a moderata urbanizzazione in molti settori di pianura, nei margini collinari, lungo gli assi vallivi e delle principali vie di collegamento e di comunicazione fino alle realtà del consumo frammentario, polverizzato ma diffuso di molte aree pedemontane e collinari come Langhe e Monferrato.
I vari modelli di espansione urbana congiuntamente allo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare concorrono al disegno di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che incide sensibilmente sulla disponibilità dei suoli ad elevata potenzialità agricola in area di pianura e interessa in modo pressoché uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono sostanzialmente inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani, corona e principale serbatoio forestale, di naturalità e di copertura dei suoli.
A livello provinciale i maggiori incrementi in Piemonte si sono riscontrati in provincia di Cuneo e nella Città Metropolitana di Torino, entrambe con un valore di 72 ha mentre la provincia di Novara rimane al primo posto in termini di suolo consumato percentuale con l’11,10 %. La Città Metropolitana di Torino spicca tra le province piemontesi per il secondo posto in Italia in termini di consumi assoluti in ettari dopo quella di Roma, con un valore di c.ca 59.000 ha di suolo consumato corrispondente all’8,63 % del suo territorio e un incremento di 72 ha nel 2018.
A livello comunale i tre comuni piemontesi con i maggiori incrementi in termini assoluti nel 2018 sono Alessandria (20,8 ha), Sezzadio (10,7 ha) e Settimo T.se (8,2 ha). Torino invece, pur rimanendo tra le grandi città quella con il grado di artificializzazione più alto (65,2 %), denota nel 2018 un saldo negativo con un decremento netto di consumo di suolo di 7 ha derivante da nuovi consumi per circa 4 ha, controbilanciati però da consistenti opere di stombatura del fiume Dora e dal recupero di alcune aree di cantiere a ridosso dell’Allianz Stadium. Anche il comune di Gavi (AL) presenta un saldo netto negativo (12 ha) connesso questo alla rinaturalizzazione delle aree di cantiere per la realizzazione del nuovo ponte della Maddalena, una delle opere di adeguamento nell’ambito dei lavori per il Terzo Valico.
È stata inoltre condotta un’analisi del consumo in funzione delle tipologie di uso del suolo urbano, agricolo e naturale. A livello nazionale si osserva che le superfici artificiali che ricadono in ambito urbano rappresentano il 44,5 %. Questa tendenza alla concentrazione è ancora più evidente tra i comuni capoluogo delle Città Metropolitane, dove le percentuali sono pressoché equivalenti alla percentuale totale del suolo artificiale: il fenomeno è particolarmente rilevante a Torino e Milano che presentano entrambe un valore del 95%.

Infine per quanto riguarda la distribuzione del consumo percentuale su base comunale si riporta che quasi in quarto dei comuni piemontesi ricade nella classe con percentuale di consumo maggiore o uguale al 10%: si tratta della gran parte dei comuni dell’area metropolitana di Torino e degli altri capoluoghi di provincia a cui si aggiungono altri settori specifici come ad esempio quello della direttrice Asti-Cuneo, del novarese nella parte orientale e della fascia di comuni a sud est di Alessandria attraversati dal Torrente Scrivia.

IL NUOVO PORTALE PER L'ACCESSO AI DATI DEL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA

I dati 2019 del Rapporto SNPA sul consumo di suolo in Italia costituiscono il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permettono di valutare l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici. Da quest'anno la presentazione del Rapporto si è arricchita di una nuova e innovativa componente web per l'accesso ai dati sull'intero territorio nazionale.

Figura 2
Portale per l'accesso ai dati del consumo di suolo in italia

Il portale del consumo suolo, realizzato da Arpa Piemonte in collaborazione con ISPRA, mette a disposizione dati, cartografie, indicatori a scala nazionale, regionale e per singolo comune riferiti al quinquennio di osservazione 2012, 2015, 2016, 2017 e 2018.

Nello stesso portale sono inoltre presentati in forma semplificata e divulgativa i principali aspetti ambientali connessi al suolo, ai fenomeni di trasformazione e consumo, ai servizi ecosistemici ad esso correlati. Il portale realizzato con la tecnica e gli strumenti dello storytelling guida l'utente nella scoperta e comprensione della materia attraverso un percorso organizzato in sezioni che integrano testi, immagini, video, mappe e animazioni.

Attraverso l'applicazione è possibile:
  1. consultare lo stato e le tendenze del consumo di suolo attraverso un sezione di sintesi del rapporto 2019 e una apposita dashboard dinamica che attraverso cartogrammi, grafici e tabelle permette di leggere e confrontare i principali indicatori del fenomeno a scala nazionale, regionale e comunale;
  2. accedere alla cartografia del consumo di suolo e consultare l'evoluzione del fenomeno con le mappe nazionali dal 2012 al 2018;
  3. visualizzare attraverso l'Atlante fotografico del consumo di suolo, una serie di casi reali significativi di trasformazioni del territorio emersi ed analizzati nell'ambito delle attività di monitoraggio da parte del sistema agenziale;
  4. scoprire come viene realizzato il monitoraggio annuale attraverso una sezione divulgativa che illustra i principi e le tecniche di analisi utilizzare dal Sistema nazionale e basate sul telerilevamento satellitare ed aereo con particolare riferimento alle immagini messe a disposizione dal programma europeo Copernicus;
  5. approfondire i principali concetti inerenti il solo come risorsa naturale non rinnovabile, i processi e le caratteristiche dei diversi fenomeni di consumo di suolo, il significato e il valore dei servizi ecosistemici garantiti dal suolo.

Valutazione del consumo di suolo da parte di Regione Piemonte

La Regione da alcuni anni ha avviato e attuato iniziative e studi finalizzati a definire gli usi del suolo e la misurazione dei territori “consumati” dall’azione di trasformazione antropica; in particolare il monitoraggio regionale del consumo di suolo è stato lo strumento conoscitivo di riferimento per le politiche regionali in materia di governo del territorio e tutela del suolo, in attuazione del Piano territoriale regionale e in coerenza con gli obiettivi di tutela definiti dal Piano paesaggistico regionale. L’ultima campagna di rilevamento regionale è stata effettuata nel 2014 e pubblicata nel 2015, nel corso del 2019 si dovrà quindi avviare la nuova campagna di rilevamento per rispettare la cadenza quinquennale stabilita dalla direttiva di cui al comma 7 dell’art. 31 del Ptr stesso.
Le nuove attività di monitoraggio rappresenteranno attività complementare e sinergica con il monitoraggio del consumo di suolo effettuato da Arpa Piemonte d’intesa con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) che ha cadenza annuale e una metodologia di rilevamento diversa rispetto a quella regionale.
Il rilevamento del fenomeno e l’analisi dei dati costituiscono - oltre che un riferimento fondamentale per monitorare gli effetti delle politiche e degli strumenti di pianificazione regionali finalizzati alla tutela e al governo del territorio - anche un riferimento a scala comunale per verificare la coerenza tra le previsioni di nuova edificazione contenute negli strumenti urbanistici comunali e la direttiva di cui al comma 10 dell’art. 31 delle NdA che stabilisce la soglia del 3% quale limite per le previsioni di incremento di consumo di suolo ad uso insediativo consentito ai comuni per ogni quinquennio, calcolato a partire dalla prima variante allo strumento urbanistico successiva all’approvazione del Ptr, utilizzando come dato di riferimento le rilevazioni contenute nel monitoraggio del consumo di suolo elaborato periodicamente dalla Regione.

Al rafforzamento delle politiche e degli strumenti regionali per contenere il consumo di suolo libero, agricolo, naturale e seminaturale, occorre promuovere in forma sistematica il recupero e il riuso di singoli edifici e la riqualificazione, urbanistica, architettonica, sociale e ambientale degli insediamenti urbani.
Per il conseguimento di tali obiettivi, sono stati predisposti due proposte di disegno di legge, tra loro complementari e presentati contestualmente, finalizzati il primo ad introdurre norme urbanistiche e ambientali per il progressivo contenimento del consumo di suolo, il secondo a disciplinare procedure edilizie innovative per promuovere il riuso, la riqualificazione e il recupero dell’edificato quale scelta prioritaria e alternativa rispetto all’occupazione di suolo libero.
Principi ispiratori dell’iniziativa regionale sono da un lato il contributo alla progressiva riduzione del consumo di suolo, al fine di concorrere al raggiungimento del consumo pari a zero nel 2050, in coerenza con gli obiettivi e le strategie definite a livello europeo e dall’altro la conservazione delle superfici libere, idonee alla produzione agricola, alla salvaguardia dei livelli di biodiversità e di qualità paesaggistica del territorio piemontese.

Per approfondimenti consulta la pagina specifica nella Relazione Stato Ambiente 2017

Valutazione dell'impermeabilizzazione del suolo negli Ambiti di Integrazione territoriale (AIT)

L’indicatore si prefigge di quantificare il consumo di suolo dovuto alle aree edificate e alle infrastrutture lineari nel territorio di ciascun AIT attraverso una stima del grado di impermeabilizzazione del suolo connesso con la presenza delle infrastrutture di trasporto e dall’urbanizzazione sul territorio.
Una prima analisi dell’andamento nel tempo dell’indicatore mostra che l’impermeabilizzazione del territorio si è sostanzialmente stabilizzata e che in molti ambiti si registrano regressioni sia pur contenute del parametro. Una diminuzione che permette il cambio di classe da Alta a Media si evidenzia nell'AIT di Alessandria. L’ambito che presenta il maggior valore di impermeabilizzazione del suolo è l’AIT 9 “Torino” che tuttavia manifesta una diminuzione di circa il 5% rispetto ai valori del 2007. In ultimo si rimarca la controtendenza registrata nell’ AIT di Bra nel quale nel decennio considerato si è registrato un aumento di circa il 20%.

Figura 3
Impermeabilizzazione del suolo negli Ambiti di integrazione territoriale - anni 2007-2018

Fonte: Arpa piemonte