AGRICOLTURA
Emissioni da agricoltura
1Settori 10.01, 10.02 e 10.03, da classificazione SNAP.
Figura 1
Emissioni da agricoltura (PM10, NH3, NMVOC e CH4) - anno 2013
- Obiettivo 2: Sconfiggere la fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile
Per evidenziare i potenziali effetti dell’agricoltura non solo sulla qualità dell’aria, ma anche sui cambiamenti climatici, sono state rappresentate - nelle carte tematiche di seguito riportate - le emissioni di protossido di azoto (N2O) da agricoltura, suddivise a seconda dell’utilizzo o no di fertilizzanti nelle pratiche colturali.
Figura 2
Emissioni da agricoltura di protossido di azoto (N2O) con e senza fertilizzanti - anno 2013
Tabella 1
Riparto territoriale delle emissioni gassose (espresse come t CO2 equivalente l’anno) di origine agricola e zootecnica
Comparto |
AL |
AT |
BI |
CN |
NO |
TO |
VCO |
VC |
Totale complessivo |
|
Gestione delle colture agricole, compresa fertilizzazione minerale |
122 |
17 |
45 |
166 |
284 |
200 |
10 |
622 |
1.467 |
|
Gestione dei reflui zootecnici, dalla stalla alla distribuzione in campo |
62 |
60 |
29 |
815 |
56 |
366 |
6 |
33 |
1.431 |
|
Emissioni fisiologiche degli animali ruminanti |
55 |
50 |
22 |
551 |
43 |
328 |
9 |
22 |
1.081 |
|
Totale |
238 |
127 |
97 |
1.532 |
384 |
894 |
25 |
680 |
3.978 |
100% |
Percentuale |
6% |
3% |
2% |
39% |
10% |
22% |
1% |
17% |
100% |
|
I coefficienti emissivi vengono applicati al numero di capi allevati e alla superficie delle colture agricole di ciascun territorio.
Maggiori dettagli sono consultabili alla pagina web di Sistema Piemonte
L'ambiente di risaia: una possibile fonte di gas climalteranti e di particolato
Tabella 3
Caratteristiche delle aziende risicole - anno 2017
Province |
Aziende |
Superficie totale ettari (ha) |
AL |
189 |
7.626 |
AT |
- |
- |
BI |
92 |
4.081 |
CN |
9 |
197 |
NO |
647 |
34.023 |
TO |
4 |
122 |
VCO |
- |
- |
VC |
1.095 |
70.436 |
Piemonte |
1.879 |
116.486 |
In Italia il 75% della superficie a riso è coltivato in sommersione, poiché questo permette sia di soddisfare le esigenze idriche della coltura sia di svolgere una funzione termoregolatrice, limitando le escursioni termiche che la pianta subirebbe.
La situazione di anaerobiosi dell'ambiente sommerso è causa dell'emissione di metano (CH4), specialmente se le paglie vengono interrate in prossimità della sommersione, mentre, durante i drenaggi, la nitrificazione e denitrificazione microbica nel suolo producono protossido di azoto (N2O), soprattutto a seguito delle applicazioni di fertilizzanti azotati. A causa della peculiare tecnica colturale, il riso rappresenta, insieme alla zootecnia, uno dei settori agricoli caratterizzati da significative emissioni di gas serra.
Un ettaro coltivato a riso emette mediamente 3,52 kg di metano e 1,17 kg di protossido di azoto all'anno (metodologia Corinair).
A parità di quantità emessa, il metano ha un effetto serra sul clima circa 28 volte superiore a quello dell’anidride carbonica, il protossido oltre 300 volte superiore. Tecniche agronomiche alternative, volte ad una gestione ottimale dell’acqua e delle paglie per la mitigazione delle emissioni di CH4, possono essere adottate, ma non in tutti gli ambienti agrari; la ricerca scientifica lavora attivamente su questi temi da alcuni anni anche in Piemonte.
Un ulteriore fattore di pressione sulla qualità dell’aria è legato alla gestione delle paglie del riso. A causa della sua elevata percentuale di silice, la paglia di riso trova difficilmente un riutilizzo in zootecnia o nella produzione di energie rinnovabili, a differente delle paglie di altri cereali. In alcune tipologie di terreni, caratterizzati da una lenta degradazione della sostanza organica dei residui colturali, permane la tecnica tradizionale della bruciatura. Questo intervento è fonte di particolato, che nei mesi invernali, caratterizzati dall’inversione termica, ha un’estrema rilevanza sull’inquinamento atmosferico. La bruciatura, che è una pratica limitata a meno del 5% della superficie piemontese a riso, nell’ottica della tutela e della valorizzazione della sostanza organica del suolo agrario è in via di abbandono, anche grazie all’esplicito divieto previsto dalla LR 9/19 nel periodo tra il 1° settembre ed il 31 marzo di ogni anno.
Le stime fornite da Ente Nazionale Risi per il Piemonte indicano che la superficie seminata in asciutta è più che raddoppiata negli ultimi anni, passando dall’8 % della superficie complessiva a riso del 2010, al 19% nel 2016.