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CONTAMINAZIONE DIFFUSA DEL SUOLO

Le azioni di conservazione del suolo e della sua qualità concorrono agli i Obiettivi dell'Agenda 2030 per Sviluppo Sostenibile in particolare all'Obiettivo 15:

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.

Target 15.3: Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno.



Il suolo è lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, organici, acqua, aria e organismi viventi; rappresenta una risorsa essenzialmente non rinnovabile, che svolge numerose funzioni e fornisce servizi fondamentali per le attività umane e la sopravvivenza degli ecosistemi.

Il suolo e la moltitudine di organismi che in esso vivono forniscono cibo, biomassa, fibre e materie prime, regolano i cicli dell'acqua, del carbonio e dei nutrienti e rendono possibile la vita sulla terra.
La matrice suolo ha un ruolo prioritario nella salvaguardia delle acque sotterranee dall’inquinamento, nel controllo della quantità di CO2 atmosferica, nella regolazione dei flussi idrici superficiali con dirette conseguenze sugli eventi alluvionali e franosi, nel mantenimento della biodiversità, nei cicli degli elementi nutritivi ecc.

Dallo stato di salute del suolo dipende la qualità della biomassa vegetale con evidenti ripercussioni sull’intera catena alimentare.

Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono attribuibili ad un unico soggetto chiaramente individuabile, o da fonti diffuse alle quali è riconducibile la contaminazione di aree in genere estese, per le quali risulta difficile o impossibile discriminare il contributo delle singole fonti che hanno causato la contaminazione.

La contaminazione diffusa del suolo è un fenomeno che può avere ripercussioni negative sulla qualità dell’ambiente, sulla salute dell’uomo e sull’economia.
I contaminanti che si depositano al suolo possono infatti essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse, soprattutto nel caso di presenza contemporanea di più contaminanti la cui interazione può amplificare gli effetti negativi.
Le attività industriali, il traffico automobilistico, gli impianti di produzione energetica e di trattamento dei rifiuti, il riscaldamento domestico e altre attività umane immettono nell’atmosfera inquinanti che si depositano al suolo e permangono per lunghi periodi prima di essere degradati o trasportati dall’acqua.
Anche l’utilizzo prolungato in agricoltura di concimi, antiparassitari, liquami zootecnici e fanghi di depurazione delle acque può provocare un progressivo accumulo di metalli pesanti e altri contaminanti.

La rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte


Arpa realizza un programma di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte, con l'obiettivo di valutare la presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del suolo, individuare aree critiche caratterizzate da elevate probabilità di superamento dei limiti individuati dalle normative vigenti e fornire parametri statistici di riferimento dei contaminanti a diverse scale di rappresentazione.

I dati forniti dalla rete di monitoraggio rappresentano una indispensabile base scientifica di riferimento in attività correlate alla valutazione della qualità dell’ambiente, alla pianificazione territoriale, all'adozione di pratiche di gestione sostenibile, alla certificazione della qualità del suolo, all’utilizzo sostenibile e circolare delle terre da scavo e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo.

Il monitoraggio dei suoli è effettuato raccogliendo ed analizzando campioni su una rete di punti distribuiti su tutto il territorio regionale.

Il campionamento dei suoli è stato ampliato progressivamente con approfondimenti realizzati in base ai risultati ottenuti in corso d'opera (Figura 1).

Figura 1
Stazioni della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte posizionate su rete sistematica (arco alpino 9x9 km, pianura 4,5x4,5 km, aree critiche 3x3 e 1,5x15 km) e con criteri di rappresentatività.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (2022)

Per ogni stazione di monitoraggio sono analizzate a diverse profondità le concentrazioni dei metalli pesanti per i quali sono fissati valori limite dal D.Lgs. 152/06 (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A) per i suoli ad uso verde pubblico, privato e residenziale e dal D. n. 46/2019 per i suoli agricoli.

Per parte delle stazioni di monitoraggio sono inoltre analizzati diossine e furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
L'elaborazione dei dati attraverso modelli predittivi geostatistici consente di ottenere rappresentazioni spaziali della concentrazione dei contaminanti a diverse scale di dettaglio (regionale, comunale, di dettaglio).
In base ai risultati ottenuti dai modelli previsionali, sono delimitate sul territorio aree omogenee di concentrazione dei contaminanti e aree critiche che presentano probabilità elevate di superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 152/06.
Per ogni area omogenea sono effettuate valutazioni relative alla presenza, origine, intensità della contaminazione diffusa e vengono forniti i principali parametri statistici di riferimento.
I risultati evidenziano per il Piemonte la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa:
  • Contaminanti di prevalente origine naturale: metalli pesanti quali cromo (Cr), nichel (Ni), cobalto (Co), vanadio (V) e arsenico (As) che presentano aree critiche solitamente molto estese e ben delimitate sul territorio, con concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati rispetto ai limiti di legge. L’origine è principalmente attribuibile al substrato litologico e/o ai sedimenti che hanno contribuito alla formazione del suolo.
  • Contaminanti di prevalente origine antropica: metalli pesanti piombo (Pb), rame (Cu), zinco (Zn) e antimonio (Sb) che presentano aree critiche di dimensioni ridotte, concentrazioni più elevate in corrispondenza degli orizzonti superficiali ad indicare deposizione da contaminazione diffusa. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche (traffico stradale, riscaldamento domestico, attività industriali etc…) ed attività legate all’agricoltura intensiva (utilizzo di concimi, fitofarmaci, fanghi di depurazione, liquami zootecnici etc…) (Figura 2).
  • Contaminanti organici: diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) di origine prevalentemente antropica (combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti etc…). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono state individuate zone critiche, mentre i pochi superamenti riscontrati sono da attribuire a casi isolati di contaminazione puntuale.

Figura 2
Zinco (Zn) nei suoli del territorio piemontese

I – Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg. II – Stima della concentrazione in mg/kg. III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(1). IV – Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge. V - Box plot della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge (linea orizzontale rossa)(1).
(1) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (2019).

Carta delle concentrazioni di cromo, nichel e cobalto nei suoli del Piemonte

La Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474 prende atto dello studio di Arpa Piemonte sulla contaminazione diffusa del suolo, per la definizione di valori di fondo naturale ed ai fini della valutazione di situazioni di inquinamento diffuso ai sensi del D. Lgs. 152/2006, effettuato per il comune di Torino e cintura (Figura 3, Figura 4).

Nella delibera vengono sanciti il percorso metodologico ed i criteri di acquisizione, elaborazione e gestione dei dati, da utilizzare nei processi di valutazione della contaminazione diffusa e nella determinazione dei valori di fondo naturale a grande scala di dettaglio per i suoli piemontesi.

Obiettivo principale dello studio, che verrà progressivamente esteso a tutto il territorio piemontese, è fornire parametri statistici, ricavati da suoli con caratteristiche naturali e privi di forme rilevanti di contaminazione diffusa.

La spazializzazione della concentrazione dei contaminanti attraverso modelli predittivi geostatistici consente di individuare aree omogenee di concentrazione a scala di dettaglio 1:50.000.

Le ipotesi relative all’origine prevalente naturale di Cr, Ni e Co sono verificate attraverso lo studio della variabilità verticale della concentrazione, l’individuazione di correlazioni statisticamente significative tra i contaminanti e la valutazione di indici di arricchimento.

Per le aree omogene di concentrazione sono calcolati i valori di fondo naturale e parametri statistici interpretabili con il termine più esteso di descrittori del fondo, da utilizzare come elementi scientifici di confronto.

Figura 3
Comune di Torino e cintura - Aree omogenee di concentrazione del cromo

Fonte: Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474

Figura 4
Statistica descrittiva, percentili, valori di fondo(1) e confronto con il limite di legge(2) della concentrazione di nichel (Ni) in mg/kg(3) per aree omogenee di concentrazione dei suoli(4) del comune di Torino e cintura.

(1) Valore di fondo-naturale calcolato al 90° percentile della popolazione ricostruita di dati, ottenuta dopo aver rimosso gli eventuali outliers. (2) Limite di legge D.Lgs. 152/06 per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale (120 mg/kg - Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, col A). (3) Concentrazione riferita alla totalità dei materiali secchi della frazione inferiore a 2 mm comprensiva dello scheletro frazione 2 cm - 2 mm. (4) Elaborazione dei campioni di suolo B (30 - 80 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli). (5) Soglia outliers = Q3+1,5(Q3-Q1). (6) Valore di fondo non determinato per numero insufficiente di campioni.

Fonte: Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474.

Aggiornamento dei risultati

La D.G.R. 8-3474 della Regione Piemonte demanda alla Direzione Ambiente, Energia e Territorio di valutare e di mettere in atto le attività necessarie per estendere gradualmente all’intero territorio regionale gli approfondimenti contenuti nello studio di Arpa Piemonte effettuato inizialmente per il comune di Torino e cintura.

Le attività di aggiornamento sono svolte da Arpa Piemonte con l’obiettivo di completare inizialmente la carta delle concentrazioni di cromo, nichel e cobalto dei suoli della pianura piemontese, con particolare attenzione alle aree critiche precedentemente individuate per poi approfondire il rimanente territorio (Figura 5, Figura 6, Figura 7).

Figura 5
Suoli di pianura – Aree critiche con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(1) per cromo, nichel e cobalto.

(1) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, col A) e dal D.M. 46/2019 per i suoli agricoli.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (2022).

Figura 6
Suoli di pianura - Aggiornamento dei valori di fondo per Cr, Ni e Co in base alla Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (2022).

Figura 7
Provincia di Torino - Suoli di pianura - Aree omogenee di concentrazione del cromo

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli - geoportale Arpa – (2022)

Accesso ai risultati tramite geoportale

La cartografia progressivamente aggiornata delle aree omogenee di concentrazione di Cr, Ni e Co è consultabile e scaricabile dal Geoportale di Arpa.

I valori di fondo forniti per ciascuna area omogenea sono calcolati in base agli standard internazionali ISO 19258/2005 “Soil quality - Guidance on the determination of background values”.
Ad integrazione dell'informazione “limitata” contenuta nel valore di fondo, per le aree omogenee sono inoltre riportati parametri statistici ed elaborazioni grafiche da utilizzare come termine di confronto e verifica dello stato di contaminazione effettiva del sito di interesse (Figura 8):
  • Tabelle con parametri di statistica descrittiva (media, mediana, deviazione standard – dev st, coefficiente di variazione – CV, valori minimi - min, valori massimi - max, 25°- 50° - 75° - 90° e 95° percentile, soglia outliers, valori di fondo naturale, numero e percentuale di campioni che superano i limiti di legge;
  • Box plot della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione;
  • Curve di densità della distribuzione e istogrammi della densità di distribuzione;
  • Curve di distribuzione cumulata di frequenza in percentili.
 
Compatibilmente alla copertura di dati attualmente disponibile, i risultati possono essere elaborati in forma personalizzata a scala di dettaglio comunale e/o locale.

Figura 8
Concentrazione del cromo (Cr)(1) nei suoli(2)  dell’area omogenea di concentrazione TO_08, confronto con valori di fondo(3) (linea tratteggiata nera) e limiti di legge(4) (linea continua rossa).

(1) Concentrazione in mg/kg riferita alla totalità dei materiali secchi della frazione inferiore a 2 mm comprensiva dello scheletro frazione 2 mm - 2 cm.
(2)
Elaborazione dei campioni di suolo B (30 - 80 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20-30 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).

(3) Valore di fondo-naturale calcolato secondo la normativa ISO 19258/2005, corrisponde al 90° percentile della popolazione ricostruita di dati ottenuta dopo aver rimosso gli eventuali outliers.
(4) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, col A).
(5)
Soglia outliers = Q3+1,5(Q3-Q1).

Fonte: Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474.

Utilizzo dei dati nell'ambito della normativa vigente

Nell'ambito dell'applicazione della normativa che riguarda la contaminazione del suolo (D.Lgs. 152/06 – Siti contaminati, D.P.R. 120/2017 – Terre e rocce da scavo, D.M. 46/2019 – Suoli agricoli), i parametri statistici forniti sono rappresentativi dello strato superficiale 0-100 cm.
Le aree omogenee di concentrazione individuate per Cr, Ni e Co sono comparabili con la definizione riportata dal D.P.R. 120/2017 di “ambito territoriale con fondo naturale”.
I parametri statistici di riferimento forniti sono utilizzabili come riferimento al piano di indagine in base a quanto stabilito nell’articolo 11 comma 1 del D.P.R. 120/2017.
I valori di fondo naturale forniti per le aree omogene di concentrazione sono compatibili con la definizione del D.M. 46/2019 di “fondo geochimico”.
Le ipotesi riferite alla prevalente origine naturale di Cr, Ni e Co derivano dall’analisi di una popolazione di dati statisticamente significativa a scala di dettaglio 1: 50.000. Non è quindi possibile escludere a priori la presenza di casi di superamento dei limiti di legge e/o valori di fondo naturale proposti, riconducibili a contaminazione diffusa di origine antropica rilevabile a scala di maggior dettaglio.

Normativa di riferimento

Le attività di monitoraggio ambientale dei suoli finalizzate alla definizione di valori di riferimento a grande scala di dettaglio, sono coerenti con quanto disposto da normative europee, nazionali e regionali:
  • Strategia del Suolo per il 2030 approvata dalla Commissione Europea, che sarà parte integrante dell’attuazione del Green Deal europeo, indica una serie di punti fermi e di azioni da realizzare nei prossimi anni tra le quali potenziare la ricerca, la raccolta di dati e il monitoraggio del suolo. Da segnalare anche l’intenzione di favorire l’istituzione di un “passaporto” per i suoli scavati e riutilizzati, con il fine di controllare la qualità e migliorane il riutilizzo del suolo promuovendone l’economia circolare. Qui un video che illustra la Strategia: https://audiovisual.ec.europa.eu/en/video/I-212163?lg=INT
  • D.Lgs. 152/2006, parte IV, titolo V: disciplina la materia della bonifica dei siti contaminati e definisce l'inquinamento diffuso quale "la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine".
  • D.Lgs. 152/2006, art. 239 - c: prevede che “gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso sono disciplinati dalle regioni con appositi piani, fatte salve le competenze e le procedure previste per i siti oggetto di bonifica di interesse nazionale"
  • D.Lgs. 152/2006, art. 240 - b: specifica che "nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in un’area interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o più concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono pari al valore di fondo esistente per tutti i parametri superati";
  • D.P.R. 120/2017, art. 2 - h: introduce il concetto di "ambito territoriale con fondo naturale" definendolo come "porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti";
  • D. 46/2019, art. 2 - d: definisce il "valore di fondo geochimico" quale "distribuzione di una sostanza nel suolo derivante dai processi naturali, con eventuale componente antropica non rilevabile o non apprezzabile"
  • D. 46/2019, all. 2, art. 3: stabilisce le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) per i suoli delle aree agricole da utilizzare solo in assenza di Valori di Fondo Geochimico (VFG) validati da ARPA/APPA;
  • L.R. Piemonte 42/2000, art. 2: stabilisce che la Regione Piemonte promuove la realizzazione di studi, di indagini, di ricerche, di documentazioni, di progettazioni, di organizzazione di dati anche finalizzati all'attività di pianificazione e che la stessa è competente in ordine alla formulazione dei piani di disciplina degli interventi di inquinamento diffuso;
  • D.G.R. Piemonte 8-3474: prende atto dello studio di Arpa Piemonte sui valori di concentrazione di cromo, nichel e cobalto nei suoli del Comune di Torino, sancisce il percorso metodologico da utilizzare per la determinazione dei valori di fondo naturale a grande scala di dettaglio e prevede di estendere gradualmente all’intero territorio regionale gli approfondimenti contenuti nello studio.

Utilizzo dei dati della rete di monitoraggio nell’ambito del Dpr 13 giugno 2017, n. 120 (Terre e rocce da scavo)

Per quanto riguarda l’applicazione della normativa concernente le terre e rocce da scavo, l’articolo 11 comma 1 del DPR 120 del 13/06/17 cita:

Qualora la realizzazione dell'opera interessi un sito in cui, per fenomeni di origine naturale, nelle terre e rocce da scavo le concentrazioni dei parametri di cui all'allegato 4, superino le concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto n. 152 del 2006, è fatta salva la possibilità che le concentrazioni di tali parametri vengano assunte pari al valore di fondo naturale esistente. A tal fine, in fase di predisposizione del piano di utilizzo, il proponente segnala il superamento di cui sopra ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e contestualmente presenta all'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente un piano di indagine per definire i valori di fondo naturale da assumere. Tale piano, condiviso con la competente Agenzia, è eseguito dal proponente con oneri a proprio carico, in contraddittorio con l'Agenzia entro 60 giorni dalla presentazione dello stesso.
Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine. Sulla base delle risultanze del piano di indagine, nonché di altri dati disponibili per l'area oggetto di indagine, l'Agenzia di protezione ambientale competente per territorio definisce i valori di fondo naturale. Il proponente predispone il piano di utilizzo sulla base dei valori di fondo definiti dall'Agenzia.

Per il territorio piemontese il riferimento a “dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine”, può essere effettuato tramite confronto con i risultati della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli realizzata da Arpa.
I risultati della rete evidenziano la presenza sul territorio piemontese di aree critiche caratterizzate da probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (DLgs 152/06 - Allegato 5 - Tabella 1 - colonna A) attribuibili in prevalenza “a caratteristiche naturali del terreno” per: Cromo (Cr), Nichel (Ni), Cobalto (Co), Arsenico (As) e Vanadio (V).
Le aree critiche di concentrazione di questi metalli sono comparabili, con le dovute considerazioni attinenti alla scala di dettaglio con la quale sono presentate, alla definizione di "ambito territoriale con fondo naturale": riportata da DPR 120/17 nell’articolo 2 (lettera h):
"ambito territoriale con fondo naturale": porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti;

È opportuno specificare che l’utilizzo dei parametri di riferimento della rete di monitoraggio, per dimostrare che i superamenti dei limiti di legge riscontrati sono principalmente attribuibili a caratteristiche naturali del terreno, può essere effettuata esclusivamente per siti che ricadono nelle aree critiche contrassegnate con le lettere “d” e/o “e”, caratterizzate da alte probabilità (>50%) di superamento dei limiti di legge.
Le ipotesi relative alla prevalente origine naturale sono relative all’analisi di una popolazione di dati statisticamente significativa a grande scala di dettaglio.

Nelle aree critiche non è quindi possibile escludere a priori la presenza di casi di superamento dei limiti di legge e/o valori di fondo proposti, riconducibili a contaminazione puntuale di origine antropica, come del resto non è possibile escludere localmente la presenza di valori superiori al fondo determinato in termini probabilistici dovuto a cause naturali. Occorre inoltre considerare che le elevate concentrazioni riscontrate nelle aree critiche, caratterizzate da concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati, possono “mascherare” forme di contaminazione da deposizione superficiale anche di intensità rilevante.
Per i motivi sopra elencati, l’acquisizione di dati rappresentativi a scala di dettaglio comunale e/o locale è sempre vincolato ad un ulteriore approfondimento con caratterizzazione di maggiore dettaglio ed eventuale speciazione dei metalli per meglio comprendere l’origine dell’elemento considerato.
Per l’interpretazione e il confronto con i parametri statistici forniti dalla rete di monitoraggio per aree omogenee di concentrazione è opportuno considerare alcuni aspetti di fondamentale importanza:
  • I parametri statistici e i valori di fondo forniti per area omogenea di concentrazione possono essere utilizzati come riferimento esclusivamente per lo strato superficiale interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi, per una profondità coerente con le profondità di campionamento utilizzate nel presente studio (cfr. capitolo sul campionamento dei suoli pagg. 9 - 10).
  • Le determinazioni analitiche in laboratorio sono condotte sull'aliquota di granulometria inferiore a 2 mm. La concentrazione del campione si riferisce alla totalità dei materiali secchi della sola frazione inferiore a 2 mm senza includere la frazione di scheletro 2 cm - 2 mm. I dati forniti dalla rete di monitoraggio non sono pertanto direttamente confrontabili con valori di concentrazione relativi a campioni riferiti alla totalità dei materiali secchi (comprensiva dello scheletro frazione 2 cm - 2 mm in base alle modalità previste dalla legge sulle bonifiche e per la gestione delle terre e rocce da scavo).


contenuti correlati

Come accedere ai risultati delle elaborazioni della rete di monitoraggio

Risultati a scala regionale: E' possibile scaricare la relazione “Arpa Piemonte - Analisi ambientale sulla contaminazione diffusa del suolo del territorio regionale per la definizione dei valori di fondo riguardanti diverse categorie di inquinanti”.

Per approfondimenti sulla contaminazione dei suoli consulta la pagina del portale sui siti contaminati

Per approfondimenti consulta il sito di Arpa Piemonte per la rete di monitoraggio del suolo

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi ai metalli pesanti nei suoli

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi agli inquinanti organici nei suoli