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ECOLABEL UE PER STRUTTURE TURISTICHE
Le cinque strutture turistiche piemontesi certificate con Ecolabel EU sono:
Sempre nel settore turistico piemontese si segnala che sono registrati secondo lo schema EMAS (eccellenza dl sistema di eco-gestione e audit pubblico europeo) l'Ente gestore delle aree protette dell'Ossola e l’Ente Parco del Gran Paradiso e i seguenti alberghi sono registrati EMAS:
Infine è certificato secondo la norma internazionale ISO 14001 (sistema di gestione ambientale di natura privatistica) il rifugio più alto d’Europa (4554 mslm): la Capanna Margherita sul Monte Rosa.
la Rete ciclabile di interesse regionale
Borghi Sostenibili del Piemonte
Bandiere Arancioni TCI
GLI ECOMUSEI: AMBIENTE E STRATEGIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE
I SITI UNESCO IN PIEMONTE
I PROGETTI EUROPEI
STRADE STORICHE DI MONTAGNA DI INTERESSE TURISTICO
FONDO UNICO NAZIONALE DEL TURISMO (FUNT) – OSTANA E RIMELLA
LEGGE REGIONALE 18/2022 – UNIONE MONTANA MONDOLE’
STRUTTURE RICETTIVE ALL'APERTO E IL TURISMO ITINERANTE
TURISMO
La gestione sostenibile delle attività turistiche concorre a più Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare:
Obiettivo 8
Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti
Obiettivo 12
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
Obiettivo 8
Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti
Obiettivo 12
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
ECOLABEL UE PER STRUTTURE TURISTICHE
Che cos'è l' Ecolabel UE?
L'Ecolabel UE è un sistema volontario di etichettatura ecologica per incoraggiare, da un lato, la produzione e il consumo sostenibili dei prodotti e, dall’altro, la prestazione e l'uso sostenibile dei servizi. I criteri dell'Ecolabel UE per i servizi di ricettività turistica (Decisione UE/2017/175) promuovono misure che intendono favorire l'uso di fonti di energia rinnovabili, il risparmio idrico ed energetico, la riduzione dei rifiuti, la promozione di prodotti biologici e locali e il miglioramento della biodiversità del territorio. Le ultime statistiche (dicembre 2022) indicano che in Europa sono certificate Ecolabel UE 550 strutture turistiche (di cui 64 in Italia). Questi dati vanno letti tenendo in considerazione che in alcuni stati europei esistono altre certificazioni pubbliche per strutture eco-turistiche. In Piemonte le strutture turistiche certificate Ecolabel UE sono calate nel tempo da 20 a 5; le cause sono da ricercarsi nella contingenza economica e sanitaria ma soprattutto nella scarsa presenza di agevolazioni e riconoscimenti di immagine, finanziari o normativi a livello locale, regionale e nazionale
Perché richiedere l’Ecolabel?
Le strutture turistiche che si fregiano del marchio ecologico europeo si distinguono per l’impegno verso la salvaguardia dell’ambiente e, quindi, della salute umana. La presenza dell’Ecolabel fornisce al turista garanzie circa:
Inoltre il marchio Ecolabel apporta tutta una serie di benefici alla struttura ricettiva che lo applica, in particolare:
L'Ecolabel UE è un sistema volontario di etichettatura ecologica per incoraggiare, da un lato, la produzione e il consumo sostenibili dei prodotti e, dall’altro, la prestazione e l'uso sostenibile dei servizi. I criteri dell'Ecolabel UE per i servizi di ricettività turistica (Decisione UE/2017/175) promuovono misure che intendono favorire l'uso di fonti di energia rinnovabili, il risparmio idrico ed energetico, la riduzione dei rifiuti, la promozione di prodotti biologici e locali e il miglioramento della biodiversità del territorio. Le ultime statistiche (dicembre 2022) indicano che in Europa sono certificate Ecolabel UE 550 strutture turistiche (di cui 64 in Italia). Questi dati vanno letti tenendo in considerazione che in alcuni stati europei esistono altre certificazioni pubbliche per strutture eco-turistiche. In Piemonte le strutture turistiche certificate Ecolabel UE sono calate nel tempo da 20 a 5; le cause sono da ricercarsi nella contingenza economica e sanitaria ma soprattutto nella scarsa presenza di agevolazioni e riconoscimenti di immagine, finanziari o normativi a livello locale, regionale e nazionale
Perché richiedere l’Ecolabel?
Le strutture turistiche che si fregiano del marchio ecologico europeo si distinguono per l’impegno verso la salvaguardia dell’ambiente e, quindi, della salute umana. La presenza dell’Ecolabel fornisce al turista garanzie circa:
- il contenimento dell’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo grazie all’uso di prodotti rispettosi dell’ambiente;
- la corretta gestione e differenziazione dei rifiuti;
- la riduzione degli sprechi energetici e di risorse;
- la salvaguardia della biodiversità nelle aree poste sotto il controllo diretto della struttura ricettiva;
- un’alimentazione sana e corretta, che attinge in parte alle produzioni biologiche regionali.
Inoltre il marchio Ecolabel apporta tutta una serie di benefici alla struttura ricettiva che lo applica, in particolare:
- Vantaggi di costo legati all'eco-efficienza: l’adozione di misure di carattere ambientale richiede tempi e sforzi, a volte anche notevoli, ma contribuisce alla riduzione del consumo di risorse naturali quali combustibili fossili, energia e acqua. Consente, a fronte di un investimento iniziale, una riduzione considerevole dei costi nel medio-lungo periodo;
- Pubblicità derivante dall’alta visibilità del marchio: la visibilità dell’etichetta ecologica europea rappresenta una forma ulteriore di pubblicità e un fattore di scelta assolutamente discriminante, soprattutto da parte dei turisti più sensibili al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente che sono sempre più numerosi. Il marchio comunica al cliente che il prezzo pagato non tiene conto esclusivamente delle esigenze personali e della voglia di divertimento, ma contribuisce a dare all’ambiente delle possibilità in più.
Le cinque strutture turistiche piemontesi certificate con Ecolabel EU sono:
- Bamboo Eco Hotel di Torino (TO)
- Hotel San Luigi di Beinasco (TO)
- Ostello OPEN011 del Comune di Torino (TO)
- Rifugio Alpino Federici Marchesini al Pagarì, – Entraque(CN), la struttura certificata Ecolabel UE più alta d’Europa (2627 metri) nel Parco Alpi Marittime.
- Campeggio provinciale di Roccaverano (AT) il primo campeggio pubblico certificato.
Sempre nel settore turistico piemontese si segnala che sono registrati secondo lo schema EMAS (eccellenza dl sistema di eco-gestione e audit pubblico europeo) l'Ente gestore delle aree protette dell'Ossola e l’Ente Parco del Gran Paradiso e i seguenti alberghi sono registrati EMAS:
- Hotel Il Chiostro di Verbania
- Grand Hotel Bristol di Stresa
- Grand Hotel Dino
- Hotel la Palma
- Hotel Simplon
- Hotel Splendid di Baveno
Infine è certificato secondo la norma internazionale ISO 14001 (sistema di gestione ambientale di natura privatistica) il rifugio più alto d’Europa (4554 mslm): la Capanna Margherita sul Monte Rosa.
la Rete ciclabile di interesse regionale
Il “Progetto di Rete ciclabile di interesse regionale”, approvato con D.G.R. 27 luglio 2015, n. 22-1903, rappresenta il documento di riferimento per la successiva pianificazione e programmazione regionale in materia di mobilità ciclabile.
La Rete dei percorsi ciclabili di interesse regionale, viste anche le numerose richieste avanzate dai territori, è stata sottoposta a una fase di revisione approvata con D.G.R. 16 maggio 2019, n. 83-8992, grazie a un lavoro ricognitivo sui territori, alla collaborazione con il Settore Sistema Informativo Territoriale Ambientale della Direzione Ambiente, Energia e Territorio e il tavolo tecnico interdirezionale, a FIAB. Base di partenza sono stati gli studi di fattibilità finanziati a valere sulla L.R. 4/00, il Piano annuale di attuazione 2015 e il Bando “Percorsi ciclabili sicuri” della Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica.
L’aggiornamento della Rete ciclabile di interesse regionale ha costituito la base di partenza per la stesura del “Programma Regionale della mobilità ciclabile” (documento richiesto alle singole Regioni dalla L. 2/2018 che detta disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica) il cui appalto del servizio di assistenza tecnica e specialistica è stato gestito dalla Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica, e sta portando il Programma ad approvazione VAS.
Il lavoro di progettazione è stato svolto ad integrazione con il processo del Piano regionale della Mobilità e dei Trasporti (PRMT) ed ha portato, con il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC, presentato a luglio 2022), alla redazione del complesso documento che si compone di numerosi elaborati quali il quadro conoscitivo sullo stato attuale, le linee guida progettuali, le linee guida per la valutazione e il monitoraggio e la definizione di un brand regionale per la ciclabilità, processo che ha visto il Turismo coinvolto nelle varie fasi di lavoro.
Nell’ambito del “Piano regionale della mobilità e dei Trasporti” e “Programma regionale della mobilità ciclabile”, il Turismo è componente del Nucleo Tecnico costituito a supporto della redazione dei piani di settore attuativi del PRMT, il PrMoP – Piano regionale della Mobilità delle Persone e il PrLog – Piano regionale della Logistica (redatti dalla Direzione Trasporti). Nel marzo 2023 la Giunta Regionale ha adottato i piani, approvato il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica per la fase di Valutazione Ambientale Strategica con un confronto sui documenti di prima fase (Analisi di contesto e descrizione dell'assetto attuale di reti, nodi e servizi di trasporto) che costituiscono la base conoscitiva per redigere il Documento tecnico preliminare per la Vas (scoping) e per avviare il dibattito con il territorio, attività propedeutiche alla successiva definizione delle misure di piano.
Parallelamente a livello nazionale, sempre in attuazione alla L. 2/18, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha lavorato alla stesura del Piano Generale della Mobilità ciclistica 2022-2024 (PGMC), che ha portato alla configurazione dello schema di rete delle ciclovie di interesse nazionale oltre alla definizione di una strategia nazionale. Questo processo, basato su un approccio partecipativo tra il MIT e il Coordinamento tecnico della commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni e Province autonome, è stato complesso e ha richiesto ingenti sforzi alle singole regioni che hanno il compito di raccordare il proprio schema di rete con quello proposto a livello nazionale, realizzando un sistema integrato tra dimensione nazionale, regionale e locale.
La Rete dei percorsi ciclabili di interesse regionale, viste anche le numerose richieste avanzate dai territori, è stata sottoposta a una fase di revisione approvata con D.G.R. 16 maggio 2019, n. 83-8992, grazie a un lavoro ricognitivo sui territori, alla collaborazione con il Settore Sistema Informativo Territoriale Ambientale della Direzione Ambiente, Energia e Territorio e il tavolo tecnico interdirezionale, a FIAB. Base di partenza sono stati gli studi di fattibilità finanziati a valere sulla L.R. 4/00, il Piano annuale di attuazione 2015 e il Bando “Percorsi ciclabili sicuri” della Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica.
L’aggiornamento della Rete ciclabile di interesse regionale ha costituito la base di partenza per la stesura del “Programma Regionale della mobilità ciclabile” (documento richiesto alle singole Regioni dalla L. 2/2018 che detta disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica) il cui appalto del servizio di assistenza tecnica e specialistica è stato gestito dalla Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica, e sta portando il Programma ad approvazione VAS.
Il lavoro di progettazione è stato svolto ad integrazione con il processo del Piano regionale della Mobilità e dei Trasporti (PRMT) ed ha portato, con il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC, presentato a luglio 2022), alla redazione del complesso documento che si compone di numerosi elaborati quali il quadro conoscitivo sullo stato attuale, le linee guida progettuali, le linee guida per la valutazione e il monitoraggio e la definizione di un brand regionale per la ciclabilità, processo che ha visto il Turismo coinvolto nelle varie fasi di lavoro.
Nell’ambito del “Piano regionale della mobilità e dei Trasporti” e “Programma regionale della mobilità ciclabile”, il Turismo è componente del Nucleo Tecnico costituito a supporto della redazione dei piani di settore attuativi del PRMT, il PrMoP – Piano regionale della Mobilità delle Persone e il PrLog – Piano regionale della Logistica (redatti dalla Direzione Trasporti). Nel marzo 2023 la Giunta Regionale ha adottato i piani, approvato il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica per la fase di Valutazione Ambientale Strategica con un confronto sui documenti di prima fase (Analisi di contesto e descrizione dell'assetto attuale di reti, nodi e servizi di trasporto) che costituiscono la base conoscitiva per redigere il Documento tecnico preliminare per la Vas (scoping) e per avviare il dibattito con il territorio, attività propedeutiche alla successiva definizione delle misure di piano.
Parallelamente a livello nazionale, sempre in attuazione alla L. 2/18, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha lavorato alla stesura del Piano Generale della Mobilità ciclistica 2022-2024 (PGMC), che ha portato alla configurazione dello schema di rete delle ciclovie di interesse nazionale oltre alla definizione di una strategia nazionale. Questo processo, basato su un approccio partecipativo tra il MIT e il Coordinamento tecnico della commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni e Province autonome, è stato complesso e ha richiesto ingenti sforzi alle singole regioni che hanno il compito di raccordare il proprio schema di rete con quello proposto a livello nazionale, realizzando un sistema integrato tra dimensione nazionale, regionale e locale.
Ciclovia turistica VEnTO
Dopo la sigla del primo protocollo d’intesa tra MIT, il Ministero per i beni e le attività culturali (MIBACT) e le Regioni interessate (28 luglio 2016), per la progettazione e realizzazione della ciclovia turistica VEnTO da Venezia a Torino, si è siglato un ulteriore accordo tra le 4 Regioni interessate e il Politecnico di Milano, sancendone il ruolo di coordinatore scientifico per la progettazione (ottobre 2016). Successivamente, tramite Regione Lombardia (capofila di progetto) è stata affidata la redazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica dell’intero percorso, finanziato dal Ministero e consegnato il 30 aprile 2019, mentre il 2 agosto 2019 si concludeva la conferenza dei servizi preliminare per la valutazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica.
Il 18 aprile 2019 era stato approvato un nuovo protocollo d’intesa tra il MIT e le Regioni interessate (per equiparare tutte le ciclovie strategiche di interesse nazionale).
Successivamente, ciascuna regione, su indicazione del MIT, ha individuato un lotto prioritario di intervento su cui si procederà alla progettazione definitiva/esecutiva e quindi alla realizzazione (in base alle risorse stanziate per ciascuna). La Regione Piemonte ha individuato il tratto Chivasso-Trino Vercellese, facendo coincidere il tratto iniziale (Chivasso-Borgo Revel) con la Ciclostrada del Canale Cavour.
Dopo numerosi incontri la Regione Piemonte ha affidato ad AIPO la successiva progettazione, realizzazione e gestione del Progetto Vento (essendo il tracciato per la maggioranza della sua estensione su tratti arginali del fiume Po), come hanno fatto anche la Regione Lombardia ed Emilia-Romagna. È stata anche modificata la legge istitutiva di AIPO andando ad ampliarne le competenze e I ruoli dello stesso.
Ad oggi il tratto da Chivasso (TO) a Trino Vercellese (VC) di 43Km ha il progetto definitivo in itinere, con un finanziamento di 4,8 M€ per la ciclovia a cui si aggiungono 2,9 M€ per la costruzione del nuovo ponte stradale sulla Dora Baltea di 1,5 Km, il cui progetto esecutivo in itinere è gestito dalla Città Metropolitana di Torino; il tratto di superamento della centrale nucleare di Trino (VC) di 2,5 Km è coperto da un finanziamento di 0,5 M€ derivanti dagli oneri di compensazione ambientale per la dismissione della centrale nucleare ed ha il progetto esecutivo in itinere, mentre l’ultimo tratto da Trino Vercellese (VC) a Valenza (AL) di 38 Km ha un finanziamento di 9,3 M€ derivanti dal PNRR (D.M. 4/2022) con il progetto definitivo in itinere.
Il 18 aprile 2019 era stato approvato un nuovo protocollo d’intesa tra il MIT e le Regioni interessate (per equiparare tutte le ciclovie strategiche di interesse nazionale).
Successivamente, ciascuna regione, su indicazione del MIT, ha individuato un lotto prioritario di intervento su cui si procederà alla progettazione definitiva/esecutiva e quindi alla realizzazione (in base alle risorse stanziate per ciascuna). La Regione Piemonte ha individuato il tratto Chivasso-Trino Vercellese, facendo coincidere il tratto iniziale (Chivasso-Borgo Revel) con la Ciclostrada del Canale Cavour.
Dopo numerosi incontri la Regione Piemonte ha affidato ad AIPO la successiva progettazione, realizzazione e gestione del Progetto Vento (essendo il tracciato per la maggioranza della sua estensione su tratti arginali del fiume Po), come hanno fatto anche la Regione Lombardia ed Emilia-Romagna. È stata anche modificata la legge istitutiva di AIPO andando ad ampliarne le competenze e I ruoli dello stesso.
Ad oggi il tratto da Chivasso (TO) a Trino Vercellese (VC) di 43Km ha il progetto definitivo in itinere, con un finanziamento di 4,8 M€ per la ciclovia a cui si aggiungono 2,9 M€ per la costruzione del nuovo ponte stradale sulla Dora Baltea di 1,5 Km, il cui progetto esecutivo in itinere è gestito dalla Città Metropolitana di Torino; il tratto di superamento della centrale nucleare di Trino (VC) di 2,5 Km è coperto da un finanziamento di 0,5 M€ derivanti dagli oneri di compensazione ambientale per la dismissione della centrale nucleare ed ha il progetto esecutivo in itinere, mentre l’ultimo tratto da Trino Vercellese (VC) a Valenza (AL) di 38 Km ha un finanziamento di 9,3 M€ derivanti dal PNRR (D.M. 4/2022) con il progetto definitivo in itinere.
Via Francigena
All’interno del Progetto interregionale Via Francigena, che prevede un itinerario escursionistico, viene affiancato anche un itinerario cicloturistico. In particolare, in attuazione all’intervento n. 33, il Ministero per i beni e le attività culturali ha stipulato un Accordo con le Regioni, finalizzato a realizzare un percorso di livello nazionale omogeneo, per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e di servizi, tale da poter essere promosso anche a livello internazionale per uniformità e standard.
Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali, per il Piemonte, il Comune di Carema e il Comune di Vercelli (Via Francigena Valle d’Aosta) e l’Unione Montana Valle Susa (Via Francigena Valle di Susa) hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica che beneficeranno di futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Per il tratto della Valle di Susa si aggiungono anche un finanziamento della Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica e un mutuo del Credito sportivo.
Con Decreto rep. 749 del 21.09.2021 dell’Autorità responsabile del Piano Sviluppo e Coesione (FSC) in cui è confluito il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 ex delibera Cipe 3/2016, viene attuata una nuova ricognizione degli interventi facenti capo a Regioni ed Enti Locali ricompresi nel complessivo intervento n. 33 denominato “Via Francigena” ad integrazione del precedente Decreto rep. n. 558 del 20.12.2019. Per il tratto piemontese sono stati confermati 3 interventi finalizzati alla messa in sicurezza del tracciato situati nel Comune di Carema, di Vercelli e in Valle di Susa. Il totale delle risorse stanziate è di euro 1.650.000,00 e come da previsione dell’Accordo, si sono concluse le procedure ad evidenza pubblica funzionali alla realizzazione degli interventi entro il 31.12.2022, mentre la conclusione dei lavori viene fissata entro il 31.10.2025. Con DGR n. 21-4295 del 10.12.2021 si dispone che il Turismo sia individuato come soggetto deputato al coordinamento a livello regionale e che gli Enti territoriali identificati come beneficiari del finanziamento possano assumere il ruolo di stazione appaltante.
Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali, per il Piemonte, il Comune di Carema e il Comune di Vercelli (Via Francigena Valle d’Aosta) e l’Unione Montana Valle Susa (Via Francigena Valle di Susa) hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica che beneficeranno di futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Per il tratto della Valle di Susa si aggiungono anche un finanziamento della Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica e un mutuo del Credito sportivo.
Con Decreto rep. 749 del 21.09.2021 dell’Autorità responsabile del Piano Sviluppo e Coesione (FSC) in cui è confluito il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 ex delibera Cipe 3/2016, viene attuata una nuova ricognizione degli interventi facenti capo a Regioni ed Enti Locali ricompresi nel complessivo intervento n. 33 denominato “Via Francigena” ad integrazione del precedente Decreto rep. n. 558 del 20.12.2019. Per il tratto piemontese sono stati confermati 3 interventi finalizzati alla messa in sicurezza del tracciato situati nel Comune di Carema, di Vercelli e in Valle di Susa. Il totale delle risorse stanziate è di euro 1.650.000,00 e come da previsione dell’Accordo, si sono concluse le procedure ad evidenza pubblica funzionali alla realizzazione degli interventi entro il 31.12.2022, mentre la conclusione dei lavori viene fissata entro il 31.10.2025. Con DGR n. 21-4295 del 10.12.2021 si dispone che il Turismo sia individuato come soggetto deputato al coordinamento a livello regionale e che gli Enti territoriali identificati come beneficiari del finanziamento possano assumere il ruolo di stazione appaltante.
Borghi Sostenibili del Piemonte
Il progetto Borghi Sostenibili del Piemonte: località per un turismo più responsabile nasce nel 2011 per volontà della Regione Piemonte, e vede Environment Park, esperto di tematiche legate alla sostenibilità e alle buone pratiche energetico-ambientali, come partner tecnico.
Il progetto si inserisce nell’ambito delle strategie della Regione Piemonte per la promozione di località e destinazioni turistiche sostenibili, valorizzando e premiando le iniziative in ambito di tutela dell’ambiente e turismo responsabile intraprese dai Comuni del territorio.
L’iniziativa prevede il rilascio di un marchio che valuta oltre 20 criteri tra cui la tutela delle risorse idriche, il risparmio energetico, la valorizzazione del patrimonio architettonico e naturalistico e la qualità ambientale del sistema ricettivo. I Borghi Sostenibili sono attualmente 24 (comuni al di sotto dei 10.000 abitanti); in testa alla classifica c’è la provincia di Cuneo con 10 Borghi, segue la provincia di Torino con cinque. Il progetto nel 2014 si è aggiudicato il premio Smart City.
Per maggiori informazioni scarica la guida “Borghi Sostenibili del Piemonte: località per un turismo più responsabile” (prima parte e seconda parte).
Il progetto si inserisce nell’ambito delle strategie della Regione Piemonte per la promozione di località e destinazioni turistiche sostenibili, valorizzando e premiando le iniziative in ambito di tutela dell’ambiente e turismo responsabile intraprese dai Comuni del territorio.
L’iniziativa prevede il rilascio di un marchio che valuta oltre 20 criteri tra cui la tutela delle risorse idriche, il risparmio energetico, la valorizzazione del patrimonio architettonico e naturalistico e la qualità ambientale del sistema ricettivo. I Borghi Sostenibili sono attualmente 24 (comuni al di sotto dei 10.000 abitanti); in testa alla classifica c’è la provincia di Cuneo con 10 Borghi, segue la provincia di Torino con cinque. Il progetto nel 2014 si è aggiudicato il premio Smart City.
Per maggiori informazioni scarica la guida “Borghi Sostenibili del Piemonte: località per un turismo più responsabile” (prima parte e seconda parte).
Bandiere Arancioni TCI
La Bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano, è stata pensata dal punto di vista del viaggiatore e della sua esperienza di visita. Viene assegnata ai Comuni che, oltre a godere di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. Il marchio è, inoltre, uno strumento qualificante di valorizzazione del territorio e un elemento distintivo agli occhi dei turisti. Oggi i Comuni certificati sono 274 distribuiti in tutta Italia.
Ideata nel 1998, la Bandiera arancione è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come unica esperienza italiana di successo nel campo del turismo sostenibile.
La collaborazione tra il Touring Club Italiano e la Regione Piemonte ha portato in questi anni all’analisi di oltre 300 Comuni e alla certificazione di 40 località con la Bandiera arancione, facendo del Piemonte la prima regione più “arancione” d’Italia assieme alla Toscana.
Ideata nel 1998, la Bandiera arancione è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come unica esperienza italiana di successo nel campo del turismo sostenibile.
La collaborazione tra il Touring Club Italiano e la Regione Piemonte ha portato in questi anni all’analisi di oltre 300 Comuni e alla certificazione di 40 località con la Bandiera arancione, facendo del Piemonte la prima regione più “arancione” d’Italia assieme alla Toscana.
Comuni certificati in Piemonte | ||
1 | Aglié | TO |
2 | Alagna Valsesia | VC |
3 | Arona | NO |
4 | Avigliana | TO |
5 | Barolo | CN |
6 | Bene Vagienna | CN |
7 | Bergolo | CN |
8 | Candelo | BI |
9 | Canelli | AT |
10 | Cannero Riviera | VB |
11 | Cannobio | VB |
12 | Castagnole delle Lanze | AT |
13 | Cherasco | CN |
14 | Chiusa di Pesio | CN |
15 | Cocconato | AT |
16 | Entracque | CN |
17 | Fenestrelle | TO |
18 | Fobello | VC |
19 | Gavi | AL |
20 | Grinzane Cavour | CN |
Comuni certificati in Piemonte | ||
21 | Guarene | CN |
22 | La Morra | CN |
23 | Limone Piemonte | CN |
24 | Macugnaga | VB |
25 | Malesco | VB |
26 | Mergozzo | VB |
27 | Moncalvo | AT |
28 | Monforte d'Alba | CN |
29 | Neive | CN |
30 | Orta San Giulio | NO |
31 | Ozzano Monferrato | AL |
32 | Revello | CN |
33 | Rosignano Monferrato | AL |
34 | Santa Maria Maggiore | VB |
35 | Susa | TO |
36 | Trisobbio | AL |
37 | Usseaux | TO |
38 | Usseglio | TO |
39 | Varallo | VC |
40 | Vogogna | VB |
GLI ECOMUSEI: AMBIENTE E STRATEGIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE
Gli ecomusei sono strumenti culturali di interesse generale e di utilità sociale orientati a uno sviluppo locale sostenibile, volti a recuperare, conservare, valorizzare e trasmettere il patrimonio identitario, culturale, sociale, ambientale, materiale e immateriale di un territorio omogeneo, attraverso la partecipazione delle comunità locali in tutte le loro componenti.
Essi operano con approccio interdisciplinare nei campi della cultura, dell’ambiente, dell’educazione, della formazione, dell’inclusione sociale, dell’agricoltura, del turismo, della pianificazione territoriale e della cura del paesaggio, nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del territorio verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Tali principi generali sono fondati sulla responsabilità collettiva degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, funzionale alla costruzione e alla rivitalizzazione di reti di attività e servizi.
Gli ecomusei adottano logiche di rete e processi partecipati, su ispirazione della Convenzione Europea del Paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000 e dei trattati internazionali dedicati alla salvaguardia dei patrimoni culturali materiali e immateriali della società, nel rispetto delle norme nazionali.
Essi operano favorendo la partecipazione e il coinvolgimento degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, con particolare riguardo alle istituzioni culturali e scolastiche, promuovendo “laboratori di cittadinanza attiva” per la costruzione di mappe di comunità o di analoghi strumenti efficaci nell’integrare i diversi punti di vista in un percorso condiviso di riconoscimento, comprensione, cura e rigenerazione coerente e sostenibile dei patrimoni materiali e immateriali peculiari di ogni luogo.
Negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di processi ecomuseali sul territorio piemontese, che si sono resi interpreti di istanze di cambiamento, per uno sviluppo locale sostenibile, svolgendo un ruolo importante nelle politiche di sviluppo socio-economico regionale.
L’azione svolta dagli ecomusei, sui territori di riferimento, ha confermato il ruolo che essi possono assumere, in rapporto alla valorizzazione e alla cura del paesaggio, al riconoscimento della “bellezza”, attraverso la memoria delle comunità, all’equilibrio fra l’opera dell’uomo e l’opera della natura, rafforzando il legame tra paesaggio, patrimonio culturale e turismo come asse strategico su cui impostare percorsi di conoscenza e progetti di valorizzazione territoriale e turismo sostenibile.
Essi lavorano sulla diffusione di una offerta culturale che sappia agire sulla consapevolezza del valore dei paesaggi piemontesi, basata sui valori e l’elevata qualità della vita che offrono. Un lavoro veicolato anche dal nuovo Piano Paesaggistico del Piemonte, che ha cercato di attivare processi culturali dalla densa valenza politica, anche in attuazione di alcune schede progettuali all’interno della “Strategia Aree interne”, finalizzati ad attuare quel profondo cambiamento auspicato dalla Convenzione europea del paesaggio: “percepito dalle popolazioni che lo abitano”.
Le comunità non sono più quindi solo oggetto di ricerca, ma sono organismi “fruitori attivi del paesaggio” presente e futuro o destinatari dei paesaggi di montagna, pianura, acqua e mare da trasformare mediante un progetto comune, frutto di processi partecipati, che tendono ad accrescere la condivisione di benessere collettivo.
Il patrimonio culturale con cui gli ecomusei si misurano è costituto non solo da quello tutelato per legge, ma anche dal patrimonio “vivente”, materiale e immateriale, naturale e costruito, frutto delle tradizioni locali e delle trasformazioni del paesaggio, che costituisce l’eredità culturale delle popolazioni attive sul territorio.
La creazione di reti a diversa scala è stata una strategia vitale ed efficace per condividere pratiche, progetti ed alimentare entusiasmi promuovendo: contratti di fiume, contratti di lago, sentieristica partecipata, giornate del paesaggio, passeggiate patrimoniali.
Nel 2009 nasce l’Associazione Rete Ecomusei Piemonte (REP) a supporto e sostegno delle attività svolte dagli ecomusei che ne fanno parte. Essa rappresenta e tutela gli interessi dei suoi associati nei confronti di istituzioni o di altre realtà italiane ed internazionali; svolge attività di ricerca, studio, riflessione, confronto e progettazione su tematiche di interesse comune; lavora in rete per ottimizzare azioni e risorse. Tali obiettivi sono perseguiti con la messa in opera di alcune azioni strategiche tra le quali la collaborazione e il confronto con gli enti locali (Regione, Province, Comuni, ecc.), la partecipazione ai tavoli di lavoro per la definizione delle politiche e delle programmazioni di settore, la messa in campo di iniziative di scambio e collaborazione con altre realtà ecomuseali, la promozione e la sensibilizzazione rispetto ai temi tipici degli ecomusei, sia a livello nazionale sia internazionale.
La nuova legge regionale in materia di ecomusei (LR 13 del 03/08/18 “Riconoscimento degli ecomusei del Piemonte”, che ha abrogato la precedente L.R. n. 31/1995), accoglie il punto più maturo delle esperienze ecomuseali che la Rete ha registrato dopo decenni di attività, nate anche dal confronto internazionale del Forum ICOM di Milano 2016 “Ecomuseums, Community museums and cultural landscapes”.
La recente legge regionale all’articolo 7, promuove la partecipazione degli ecomusei riconosciuti alle politiche e alle azioni regionali di valorizzazione del paesaggio attuative del piano paesaggistico regionale approvato con DCR 233-35836 del 3/10/17 e alle finalità della LR 14 del 16/06/08 (Norme per la valorizzazione del paesaggio).
Con la previgente legge regionale in materia di ecomusei, la Regione ha istituito 25 Ecomusei del Piemonte, che sono di seguito elencati:
La maggior parte dei 25 Ecomusei regionali sono nati e operano in area montana, per il recupero e la riqualificazione dei borghi e dei centri storici e per lo sviluppo ecosostenibile delle produzioni forestali e dell’economia del legno. Essi pertanto, sono stati coinvolti nella strategia prevista dalla Regione Piemonte, con la recente LR 14 del 5/04/19 (Disposizioni in materia di tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna), che all’Art. 21 (Valorizzazione della cultura della montagna piemontese) promuove il sostegno agli ecomusei e ai centri per la documentazione e altresì la tutela e la valorizzazione delle espressioni della cultura dell’area montana piemontese.
Quanto sopra premesso è in linea con la strategia di adattamento dell’UE, la quale si propone di contribuire a rendere l’Europa più resiliente ai cambiamenti climatici. Ciò richiede una migliore preparazione, consapevolezza e capacità di reazione agli impatti dei cambiamenti climatici a livello locale, regionale e nazionale.
Su tale obiettivo si inserisce l’impegno degli Ecomusei, in merito alla emergenza climatica ed ecologica, i quali affrontano la crisi attuale, curandone le cause e aumentando la resilienza delle comunità locali. Attraverso lo studio delle modificazioni del clima su scala locale e degli impatti sul territorio di riferimento, essi creano gruppi di lavoro dedicati alla mobilità dolce e ai green jobs e danno il massimo supporto per la realizzazione di ciclostazioni. Prediligono, inoltre, gli acquisti con emissioni a rifiuti zero e incoraggiano il ritorno alla terra. Per sensibilizzare le nuove generazioni, attivano attività didattica e laboratori, per tramandare suggerimenti pratici di risparmio idrico ed energetico. Infine gli ecomusei, attraverso bandi e progetti, ribadiscono la necessità alle amministrazioni locali di un intervento concreto sui territori di riferimento, per ridurre l’inquinamento e promuovere la cultura della tutela ambientale, creando un’opportunità per riflettere sul ruolo dei musei e degli ecomusei per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU e in particolare sensibilizzando l’opinione pubblica sull’urgenza dell'azione climatica.
Nel 2020 in epoca di piena pandemia, si è assiste ad un potenziamento del confronto tra le Reti ecomuseali locali, regionali e internazionali, che cooperano tra loro al fine di elaborare progetti. Tale collaborazione ha dato origine ad un vero e proprio “network della conoscenza”, con la moltiplicazione dei contatti per il Laboratorio ecomusei e la Rete locale stessa, sfociata nella virtuosa preparazione di iniziative per l’Anno 2021.
Per aumentare con efficacia ed economicità la qualità della vita degli abitanti che vivono sul territorio di riferimento, considerando diversi profili: identità, paesaggio, prodotti locali, accoglienza turistica, sicurezza ambientale e sviluppo sostenibile, sono state avviate alcune iniziative con l’aiuto delle nuove tecnologie per valorizzare il nostro patrimonio territoriale in una prospettiva di benessere collettivo.
Nel corso dell’ Anno 2021 l’Associazione Rete Ecomusei Piemonte ha aggiornato e implementato il proprio sito web, in occasione del workshop annuale che nel 2021 è stato dedicato al rapporto tra Ecomusei, Musei e Patrimonio culturale diffuso.
Il tema trainante della rete piemontese e della rete nazionale si è espresso nella Lezione online UNISCAPE “Ecomusei del paesaggio – conservazione del patrimonio paesaggistico attraverso la partecipazione della comunità e l'economia circolare verde” del 1° giugno 2021
Un ecomuseo del paesaggio è un'area sviluppata come museo a cielo aperto, che collega l'ambiente naturale, i suoi servizi ecosistemici e le componenti del patrimonio culturale del paesaggio in un'unica unità olistica, incentrata sull'identità di un luogo, in gran parte basata sulla partecipazione locale e mirando a migliorare il benessere e lo sviluppo delle comunità locali.
Per approfondimenti si segnala che è stato pubblicato nella collana "Studi e Progetti" della Maggioli Editore, il volume a cura di Raffaella Riva Ecomuseums and cultural landscapes. State of the art and future prospects. La versione ebook del volume è liberamente scaricabile dall'archivio istituzionale dei prodotti della ricerca del Politecnico di Milano.
Essi operano con approccio interdisciplinare nei campi della cultura, dell’ambiente, dell’educazione, della formazione, dell’inclusione sociale, dell’agricoltura, del turismo, della pianificazione territoriale e della cura del paesaggio, nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del territorio verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Tali principi generali sono fondati sulla responsabilità collettiva degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, funzionale alla costruzione e alla rivitalizzazione di reti di attività e servizi.
Gli ecomusei adottano logiche di rete e processi partecipati, su ispirazione della Convenzione Europea del Paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000 e dei trattati internazionali dedicati alla salvaguardia dei patrimoni culturali materiali e immateriali della società, nel rispetto delle norme nazionali.
Essi operano favorendo la partecipazione e il coinvolgimento degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, con particolare riguardo alle istituzioni culturali e scolastiche, promuovendo “laboratori di cittadinanza attiva” per la costruzione di mappe di comunità o di analoghi strumenti efficaci nell’integrare i diversi punti di vista in un percorso condiviso di riconoscimento, comprensione, cura e rigenerazione coerente e sostenibile dei patrimoni materiali e immateriali peculiari di ogni luogo.
Negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di processi ecomuseali sul territorio piemontese, che si sono resi interpreti di istanze di cambiamento, per uno sviluppo locale sostenibile, svolgendo un ruolo importante nelle politiche di sviluppo socio-economico regionale.
L’azione svolta dagli ecomusei, sui territori di riferimento, ha confermato il ruolo che essi possono assumere, in rapporto alla valorizzazione e alla cura del paesaggio, al riconoscimento della “bellezza”, attraverso la memoria delle comunità, all’equilibrio fra l’opera dell’uomo e l’opera della natura, rafforzando il legame tra paesaggio, patrimonio culturale e turismo come asse strategico su cui impostare percorsi di conoscenza e progetti di valorizzazione territoriale e turismo sostenibile.
Essi lavorano sulla diffusione di una offerta culturale che sappia agire sulla consapevolezza del valore dei paesaggi piemontesi, basata sui valori e l’elevata qualità della vita che offrono. Un lavoro veicolato anche dal nuovo Piano Paesaggistico del Piemonte, che ha cercato di attivare processi culturali dalla densa valenza politica, anche in attuazione di alcune schede progettuali all’interno della “Strategia Aree interne”, finalizzati ad attuare quel profondo cambiamento auspicato dalla Convenzione europea del paesaggio: “percepito dalle popolazioni che lo abitano”.
Le comunità non sono più quindi solo oggetto di ricerca, ma sono organismi “fruitori attivi del paesaggio” presente e futuro o destinatari dei paesaggi di montagna, pianura, acqua e mare da trasformare mediante un progetto comune, frutto di processi partecipati, che tendono ad accrescere la condivisione di benessere collettivo.
Il patrimonio culturale con cui gli ecomusei si misurano è costituto non solo da quello tutelato per legge, ma anche dal patrimonio “vivente”, materiale e immateriale, naturale e costruito, frutto delle tradizioni locali e delle trasformazioni del paesaggio, che costituisce l’eredità culturale delle popolazioni attive sul territorio.
La creazione di reti a diversa scala è stata una strategia vitale ed efficace per condividere pratiche, progetti ed alimentare entusiasmi promuovendo: contratti di fiume, contratti di lago, sentieristica partecipata, giornate del paesaggio, passeggiate patrimoniali.
Nel 2009 nasce l’Associazione Rete Ecomusei Piemonte (REP) a supporto e sostegno delle attività svolte dagli ecomusei che ne fanno parte. Essa rappresenta e tutela gli interessi dei suoi associati nei confronti di istituzioni o di altre realtà italiane ed internazionali; svolge attività di ricerca, studio, riflessione, confronto e progettazione su tematiche di interesse comune; lavora in rete per ottimizzare azioni e risorse. Tali obiettivi sono perseguiti con la messa in opera di alcune azioni strategiche tra le quali la collaborazione e il confronto con gli enti locali (Regione, Province, Comuni, ecc.), la partecipazione ai tavoli di lavoro per la definizione delle politiche e delle programmazioni di settore, la messa in campo di iniziative di scambio e collaborazione con altre realtà ecomuseali, la promozione e la sensibilizzazione rispetto ai temi tipici degli ecomusei, sia a livello nazionale sia internazionale.
La nuova legge regionale in materia di ecomusei (LR 13 del 03/08/18 “Riconoscimento degli ecomusei del Piemonte”, che ha abrogato la precedente L.R. n. 31/1995), accoglie il punto più maturo delle esperienze ecomuseali che la Rete ha registrato dopo decenni di attività, nate anche dal confronto internazionale del Forum ICOM di Milano 2016 “Ecomuseums, Community museums and cultural landscapes”.
La recente legge regionale all’articolo 7, promuove la partecipazione degli ecomusei riconosciuti alle politiche e alle azioni regionali di valorizzazione del paesaggio attuative del piano paesaggistico regionale approvato con DCR 233-35836 del 3/10/17 e alle finalità della LR 14 del 16/06/08 (Norme per la valorizzazione del paesaggio).
Con la previgente legge regionale in materia di ecomusei, la Regione ha istituito 25 Ecomusei del Piemonte, che sono di seguito elencati:
- Ecomuseo della Pietra da Cantoni (AL)
- Ecomuseo di Cascina Moglioni (AL)
- Ecomuseo dei Feudi imperiali (AL)
- Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone (AL)
- Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano (AT)
- Ecomuseo della Pietra Ollare e degli Scalpellini (VB)Ecomuseo del Biellese (BI)
- Ecomuseo delle Rocche del Roero (CN)
- Ecomuseo della Segale (CN)
- Ecomuseo dei Certosini e della Valle Pesio (CN)
- Ecomuseo della Pastorizia (CN)
- Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite (CN)
- Ecomuseo del Marmo di Frabosa Soprana (CN)
- Ecomuseo delle Terre del Castelmagno (CN)
- Ecomuseo dell'Alta Valle Maira (CN)
- Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone (NO)
- Ecomuseo della Val Germanasca (TO)
- Ecomuseo Colombano Romean (TO)
- Ecomuseo delle Terre di confine (TO)
- Ecomuseo dell'Alta Val Sangone (TO)
- Ecomuseo del Freidano (TO)
- Ecomuseo dell’Argilla – Munlab (TO)
- Ecomuseo del Granito di Montorfano (VB)
- Ecomuseo delle Terre d'acqua (VC)
- Ecomuseo della Valsesia (VC)
La maggior parte dei 25 Ecomusei regionali sono nati e operano in area montana, per il recupero e la riqualificazione dei borghi e dei centri storici e per lo sviluppo ecosostenibile delle produzioni forestali e dell’economia del legno. Essi pertanto, sono stati coinvolti nella strategia prevista dalla Regione Piemonte, con la recente LR 14 del 5/04/19 (Disposizioni in materia di tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna), che all’Art. 21 (Valorizzazione della cultura della montagna piemontese) promuove il sostegno agli ecomusei e ai centri per la documentazione e altresì la tutela e la valorizzazione delle espressioni della cultura dell’area montana piemontese.
Quanto sopra premesso è in linea con la strategia di adattamento dell’UE, la quale si propone di contribuire a rendere l’Europa più resiliente ai cambiamenti climatici. Ciò richiede una migliore preparazione, consapevolezza e capacità di reazione agli impatti dei cambiamenti climatici a livello locale, regionale e nazionale.
Su tale obiettivo si inserisce l’impegno degli Ecomusei, in merito alla emergenza climatica ed ecologica, i quali affrontano la crisi attuale, curandone le cause e aumentando la resilienza delle comunità locali. Attraverso lo studio delle modificazioni del clima su scala locale e degli impatti sul territorio di riferimento, essi creano gruppi di lavoro dedicati alla mobilità dolce e ai green jobs e danno il massimo supporto per la realizzazione di ciclostazioni. Prediligono, inoltre, gli acquisti con emissioni a rifiuti zero e incoraggiano il ritorno alla terra. Per sensibilizzare le nuove generazioni, attivano attività didattica e laboratori, per tramandare suggerimenti pratici di risparmio idrico ed energetico. Infine gli ecomusei, attraverso bandi e progetti, ribadiscono la necessità alle amministrazioni locali di un intervento concreto sui territori di riferimento, per ridurre l’inquinamento e promuovere la cultura della tutela ambientale, creando un’opportunità per riflettere sul ruolo dei musei e degli ecomusei per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU e in particolare sensibilizzando l’opinione pubblica sull’urgenza dell'azione climatica.
Nel 2020 in epoca di piena pandemia, si è assiste ad un potenziamento del confronto tra le Reti ecomuseali locali, regionali e internazionali, che cooperano tra loro al fine di elaborare progetti. Tale collaborazione ha dato origine ad un vero e proprio “network della conoscenza”, con la moltiplicazione dei contatti per il Laboratorio ecomusei e la Rete locale stessa, sfociata nella virtuosa preparazione di iniziative per l’Anno 2021.
Per aumentare con efficacia ed economicità la qualità della vita degli abitanti che vivono sul territorio di riferimento, considerando diversi profili: identità, paesaggio, prodotti locali, accoglienza turistica, sicurezza ambientale e sviluppo sostenibile, sono state avviate alcune iniziative con l’aiuto delle nuove tecnologie per valorizzare il nostro patrimonio territoriale in una prospettiva di benessere collettivo.
- “Gli Ecomusei sono Paesaggio” dalla Rete degli EcoMusei Italiani (EMI). Una riflessione in diretta streaming sul ruolo che gli ecomusei rivestono nel creare una consapevolezza nei confronti del Paesaggio, basata sul principio di sana appartenenza e responsabilità dei luoghi quale unica vera garanzia per il raggiungimento di un equilibrio dinamico nello sviluppo dei territori e delle comunità che li vivono. Quello che sta accadendo con la pandemia in corso, ha costretto a rivedere radicalmente il modo di abitare il territorio. Le esperienze presentate descrivono l’universo di buone pratiche degli ecomusei italiani, dalle Alpi al Mediterraneo, secondo gli approcci che le diverse condizioni socio-economiche impongono ai rispettivi territori, nell’intento di favorire lo sviluppo di reti di cooperazione e scambio tra queste. In questo quadro di eccezionale crisi economica, sociale e sanitaria, la creazione di solide e ramificate reti locali, ricche di capitale relazionale e sociale, assumono un’importanza decisiva nel determinare le capacità competitive di un territorio e dunque le sue probabilità di successo nella crescita della coesione sociale ancor prima che economica. Una iniziativa che, dovendo svolgersi a distanza, sconta necessariamente un limite alla partecipazione in tempo di pandemia, evidenziando come la tecnologia è certamente un alleato importante. È organizzato in più sessioni, per dare continuità all’iniziativa e far sì che diventi un momento annuale di riflessione amplia ed inclusiva per tutto il movimento ecomuseale per la gestione partecipata del territorio. Una piattaforma di condivisione di obiettivi e di progetti per il futuro che guardino al paesaggio come luogo di “rinascita” civile e culturale post-pandemica delle comunità e di un rinnovato dialogo con le istituzioni ed il mondo del terzo settore.
- Ecomusei come attrattiva turistica ispirata ad un turismo sostenibile, che valorizza il territorio, prendendosi cura dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni locali con il coinvolgimento degli abitanti del posto. In quest'ottica oggi molti enti locali (Regioni, Città metropolitane, Comuni) applicano l'Agenda 21 nella pianificazione territoriale locale. Diverse sono le varianti utilizzate per indicare il concetto di “turismo responsabile”: si va dal turismo sostenibile (con riferimento al concetto economico dello sviluppo sostenibile), al turismo solidale (con riferimento al commercio equo-solidale o alle iniziative di solidarietà verso il Terzo Mondo), al turismo consapevole (con riferimento al consumo).
- Comunità resilienti e valorizzazione dell’ambiente di vita. Momenti periodici di riflessione con la Rete locale e il Coordinamento Nazionale e attività di ricerca e mappatura per incoraggiare comportamenti collettivi, sostenere azioni resilienti in Aree Interne e nelle Nuove comunità territoriali, favorendo modelli di innovazione sociale ed economica. L’obiettivo è individuare e far emergere pratiche e modelli che facciano del rispetto dell’ambiente un asset importante delle loro attività economiche, organizzative-sociali. L’attività sostiene la trasferibilità della conoscenza, a fronte delle difficoltà indotte dall’emergenza sanitaria Covid-19. L’indagine è trasversale ai territori e ai settori economici e sociali (può riguardare ambiti diversi, quali agricoltura, abitare, modelli socio-sanitari, culturali, educativi, energetici, turismo et al.) con l’obiettivo di decodificarne la capacità di resilienza, soprattutto nella fase di crisi/emergenza sanitaria ancora in corso, attraverso interviste e video.
Nel corso dell’ Anno 2021 l’Associazione Rete Ecomusei Piemonte ha aggiornato e implementato il proprio sito web, in occasione del workshop annuale che nel 2021 è stato dedicato al rapporto tra Ecomusei, Musei e Patrimonio culturale diffuso.
Il tema trainante della rete piemontese e della rete nazionale si è espresso nella Lezione online UNISCAPE “Ecomusei del paesaggio – conservazione del patrimonio paesaggistico attraverso la partecipazione della comunità e l'economia circolare verde” del 1° giugno 2021
Un ecomuseo del paesaggio è un'area sviluppata come museo a cielo aperto, che collega l'ambiente naturale, i suoi servizi ecosistemici e le componenti del patrimonio culturale del paesaggio in un'unica unità olistica, incentrata sull'identità di un luogo, in gran parte basata sulla partecipazione locale e mirando a migliorare il benessere e lo sviluppo delle comunità locali.
Per approfondimenti si segnala che è stato pubblicato nella collana "Studi e Progetti" della Maggioli Editore, il volume a cura di Raffaella Riva Ecomuseums and cultural landscapes. State of the art and future prospects. La versione ebook del volume è liberamente scaricabile dall'archivio istituzionale dei prodotti della ricerca del Politecnico di Milano.
I SITI UNESCO IN PIEMONTE
Da decenni l’UNESCO sostiene il ruolo chiave della cultura nelle politiche di sviluppo, facendo di questo tema una delle proprie missioni istituzionali ed impegnandosi per sensibilizzare i decisori internazionali ad intendere le iniziative e gli investimenti in ambito culturale come essenziali per garantire che i processi di globalizzazione siano di beneficio e non vadano a discapito delle comunità locali, e ad integrare gli aspetti culturali nelle politiche pubbliche, dall’educazione alle scienze, all’ambiente, alla pianificazione urbanistica, al turismo.
L’approccio allo sviluppo incentrato sulla cultura, intesa non come rigido schema di valori a cui aderire o da mantenere, ma come forza dinamica composta da eredità e creatività, è stato assunto in diverse risoluzioni delle Nazioni Unite, fino all’Agenda 2030 nel 2015.
L’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile non ha individuato per l’ambito culturale un obiettivo specifico, conferendogli invece un ruolo trasversale e fondante per il raggiungimento dei vari obiettivi di sostenibilità - dalla dignità del lavoro all’educazione di qualità, dal consumo e dalla produzione responsabile, alla pianificazione di città e insediamenti umani sostenibili.
Un’azione di sviluppo che non tenga conto anche degli aspetti culturali non può dirsi sostenibile; al contrario integrare la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, promuovere ed incoraggiare il dialogo, la creatività e la diversità culturale, sostenere prodotti e saperi locali, oltre a contribuire in maniera diretta allo sviluppo del settore culturale attraverso il sostegno delle industrie creative e apportando benefici in termini di lotta alla povertà e coesione sociale, favorisce anche una crescita calibrata sul contesto locale.
Lo sforzo dell’UNESCO nell’assicurare la continuità di tale approccio è garantito da decenni ed ha condotto nel 2019 alla definizione degli Indicatori tematici per la cultura nell’Agenda 2030 (Culture|2030 Indicators), che intendono fornire uno strumento di sensibilizzazione ulteriore, dimostrando in modo misurabile il contributo che la cultura e l’attuazione delle Convenzioni culturali danno all’implementazione degli obiettivi di sostenibilità.
Esaminando le principali Liste, create in attuazione delle Convenzioni internazionali o dei programmi promossi dall’UNESCO, emerge quanto gli obiettivi di base siano integrabili e come gli strumenti di attuazione consentano di agire a livello locale, ma con valenze che superano i confini territoriali, e di sperimentare modelli di sviluppo che promuovono la diversità culturale e la sostenibilità su ampia scala, considerata la molteplicità di soggetti e valori coinvolti:
Con cinque siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale (Residenze Sabaude, Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, Siti Palafitticoli Preistorici dell'Arco Alpino, Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX secolo), quattro elementi nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale (Arte dei suonatori di corno da caccia, Arte della costruzione in pietra a secco e, Alpinismo e Cerca e Cavatura del tartufo), tre aree riconosciute come Riserve della Biosfera nell’ambito del Programma Uomo e Biosfera (Ticino Val Grande Verbano, Monviso, Collina Po) ed una nella Rete dei Geoparchi Mondiali (Geoparco Sesia Val Grande), tre Città creative (Torino per il Design, Alba per la Gastronomia, Biella per l’Artigianato e l’arte popolare) e numerose candidature in corso, gran parte del territorio e delle comunità piemontesi sono interessate da riconoscimenti connessi all’attuazione delle Convenzioni o dei programmi UNESCO.
Sul territorio sono anche presenti due Cattedre UNESCO (Sviluppo sostenibile e gestione del territorio presso l’Università degli Studi di Torino e Nuovi paradigmi e strumenti per la gestione del paesaggio bio-culturale presso il Politecnico di Torino).
La Regione riconosce la valenza strategica delle designazioni conferite dall’UNESCO, impegnandosi nel loro sostegno, in quanto eccellenze da non intendersi come destinazioni per un turismo di consumo, quanto piuttosto come occasioni per costruire modelli di salvaguardia di saperi e risorse culturali e naturali, di fruizione e sviluppo economico integrato, attento al dialogo con le comunità e alle relazioni con tematiche di grande scala, quali il cambiamento climatico e i fenomeni migratori.
Per sviluppare tale potenziale, come previsto dalla legge regionale 1 agosto 2018, n. 11 “Disposizioni coordinate in materia di cultura”, è stato istituito il Tavolo di lavoro Distretto Piemonte UNESCO, di cui fanno parte i rappresentanti di tutti i soggetti che gestiscono i riconoscimenti UNESCO piemontesi, finalizzato a promuovere la partecipazione nell’ambito della programmazione dell’attività regionale, il coordinamento e lo scambio di conoscenze ed informazioni, l'integrazione di progetti, lo sviluppo di attività multidisciplinari e l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie, per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Nella stessa ottica, l’amministrazione ha individuato nei riconoscimenti UNESCO un ambito strategico per l’assegnazione e l’impiego di risorse europee di investimento finalizzate al recupero e all’ampliamento della fruizione del patrimonio culturale per la promozione di modelli di crescita sostenibile dei territori.
Nel 2023 inoltre il Piemonte ospiterà il World tourism event – salone mondiale dedicato alla presentazione dei siti Patrimonio Mondiale, allo scambio tra domanda e offerta turistica e al dibattito su temi di comune confronto.
L’approccio allo sviluppo incentrato sulla cultura, intesa non come rigido schema di valori a cui aderire o da mantenere, ma come forza dinamica composta da eredità e creatività, è stato assunto in diverse risoluzioni delle Nazioni Unite, fino all’Agenda 2030 nel 2015.
L’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile non ha individuato per l’ambito culturale un obiettivo specifico, conferendogli invece un ruolo trasversale e fondante per il raggiungimento dei vari obiettivi di sostenibilità - dalla dignità del lavoro all’educazione di qualità, dal consumo e dalla produzione responsabile, alla pianificazione di città e insediamenti umani sostenibili.
Un’azione di sviluppo che non tenga conto anche degli aspetti culturali non può dirsi sostenibile; al contrario integrare la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, promuovere ed incoraggiare il dialogo, la creatività e la diversità culturale, sostenere prodotti e saperi locali, oltre a contribuire in maniera diretta allo sviluppo del settore culturale attraverso il sostegno delle industrie creative e apportando benefici in termini di lotta alla povertà e coesione sociale, favorisce anche una crescita calibrata sul contesto locale.
Lo sforzo dell’UNESCO nell’assicurare la continuità di tale approccio è garantito da decenni ed ha condotto nel 2019 alla definizione degli Indicatori tematici per la cultura nell’Agenda 2030 (Culture|2030 Indicators), che intendono fornire uno strumento di sensibilizzazione ulteriore, dimostrando in modo misurabile il contributo che la cultura e l’attuazione delle Convenzioni culturali danno all’implementazione degli obiettivi di sostenibilità.
Esaminando le principali Liste, create in attuazione delle Convenzioni internazionali o dei programmi promossi dall’UNESCO, emerge quanto gli obiettivi di base siano integrabili e come gli strumenti di attuazione consentano di agire a livello locale, ma con valenze che superano i confini territoriali, e di sperimentare modelli di sviluppo che promuovono la diversità culturale e la sostenibilità su ampia scala, considerata la molteplicità di soggetti e valori coinvolti:
- la Lista del Patrimonio Mondiale (in attuazione della Convenzione sulla protezione del patrimonio Mondiale, culturale e naturale del 1972), da principio incentrata sulla conservazione e la protezione di elementi puntuali, si è più recentemente evoluta verso una lettura attenta alla salvaguardia del contesto e della molteplicità dei valori di un territorio o di un fenomeno, nonché al ruolo centrale delle comunità;
- la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio immateriale del 2003 e la Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali del 2005 sono intervenute per sancire la necessità di salvaguardare la diversità culturale, secondo il fine ultimo di creare condizioni propizie allo sviluppo sostenibile, rinnovando altresì l’impegno alla sensibilizzazione ed al coinvolgimento dei cittadini, la cui consapevolezza e partecipazione sono la chiave per garantire il raggiungimento di obiettivi condivisi; in particolare, la Lista del Patrimonio Culturale immateriale è stata creata con l’obiettivo di rappresentare la diversità del patrimonio intangibile dell’umanità e ad aumentare la consapevolezza della sua importanza e del suo valore.
- nel 2004 è stato avviato il programma della Rete delle Città Creative per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato nell’industria culturale e creativa la chiave per lo sviluppo urbano sostenibile;
- i programmi UNESCO che conferiscono riconoscimenti nel campo delle scienze promuovono su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente (Riserve del programma Uomo e Biosfera) e la diversità geologica (Geoparchi Mondiali) secondo un approccio olistico, focalizzato sulle comunità, che considera in maniera unitaria conservazione, educazione e sviluppo ed integra diversità naturale e culturale.
Con cinque siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale (Residenze Sabaude, Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, Siti Palafitticoli Preistorici dell'Arco Alpino, Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX secolo), quattro elementi nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale (Arte dei suonatori di corno da caccia, Arte della costruzione in pietra a secco e, Alpinismo e Cerca e Cavatura del tartufo), tre aree riconosciute come Riserve della Biosfera nell’ambito del Programma Uomo e Biosfera (Ticino Val Grande Verbano, Monviso, Collina Po) ed una nella Rete dei Geoparchi Mondiali (Geoparco Sesia Val Grande), tre Città creative (Torino per il Design, Alba per la Gastronomia, Biella per l’Artigianato e l’arte popolare) e numerose candidature in corso, gran parte del territorio e delle comunità piemontesi sono interessate da riconoscimenti connessi all’attuazione delle Convenzioni o dei programmi UNESCO.
Sul territorio sono anche presenti due Cattedre UNESCO (Sviluppo sostenibile e gestione del territorio presso l’Università degli Studi di Torino e Nuovi paradigmi e strumenti per la gestione del paesaggio bio-culturale presso il Politecnico di Torino).
La Regione riconosce la valenza strategica delle designazioni conferite dall’UNESCO, impegnandosi nel loro sostegno, in quanto eccellenze da non intendersi come destinazioni per un turismo di consumo, quanto piuttosto come occasioni per costruire modelli di salvaguardia di saperi e risorse culturali e naturali, di fruizione e sviluppo economico integrato, attento al dialogo con le comunità e alle relazioni con tematiche di grande scala, quali il cambiamento climatico e i fenomeni migratori.
Per sviluppare tale potenziale, come previsto dalla legge regionale 1 agosto 2018, n. 11 “Disposizioni coordinate in materia di cultura”, è stato istituito il Tavolo di lavoro Distretto Piemonte UNESCO, di cui fanno parte i rappresentanti di tutti i soggetti che gestiscono i riconoscimenti UNESCO piemontesi, finalizzato a promuovere la partecipazione nell’ambito della programmazione dell’attività regionale, il coordinamento e lo scambio di conoscenze ed informazioni, l'integrazione di progetti, lo sviluppo di attività multidisciplinari e l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie, per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Nella stessa ottica, l’amministrazione ha individuato nei riconoscimenti UNESCO un ambito strategico per l’assegnazione e l’impiego di risorse europee di investimento finalizzate al recupero e all’ampliamento della fruizione del patrimonio culturale per la promozione di modelli di crescita sostenibile dei territori.
Nel 2023 inoltre il Piemonte ospiterà il World tourism event – salone mondiale dedicato alla presentazione dei siti Patrimonio Mondiale, allo scambio tra domanda e offerta turistica e al dibattito su temi di comune confronto.
I PROGETTI EUROPEI
Nel corso del 2021 sono stati sviluppati i progetti europei, a valere sui Programmi di Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia e Italia-Svizzera 2014-2020, di interesse culturale, turistico e sportivo.
Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia, per l’elaborazione dei Piani Integrati Tematici (PITEM), la Regione Piemonte coordina e sviluppa il PITEM MITO (Modelli Integrati transfrontalieri per il Turismo Outdoor) e il PITEM PACE (Patrimonio, Cultura, Economia) che si concentra sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico transfrontaliero attraverso lo sviluppo del turismo e degli sport all’aria aperta.
Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, la Regione Piemonte sviluppa il progetto E-Bike, insieme al capofila Regione Lombardia. Il progetto nasce dall’esigenza di una valorizzazione turistica del territorio con un approccio ambientalmente sostenibile che privilegi l’uso di energie rinnovabili e il consumo di prodotti locali di qualità, promuovendo la filiera del turismo “dolce”. L’agevolazione della mobilità ciclistica assistita viene supportata dall’introduzione di un sistema di servizi specifico (aree noleggio, sosta, ciclofficine, siti di ricarica) e da interventi sulla rete sentieristica a basso impatto, con la creazione di itinerari cicloturistici e la formazione specifica di guide turistiche.
Sul Programma I-CH, Regione Piemonte aderisce al progetto In bici a pelo d’acqua incentrato sullo sviluppo dell’itinerario cicloturistico transfrontaliero cd. La Via del Mare, adeguatamente collegato e dotato di una serie di servizi, quali le ciclofficine, servizi di noleggio bici e recapito bagagli, strutture ricettive dotate di caratteristiche specifiche (es. locale ricovero bici, trasporto bagagli, miniofficina) tali da poter rientrare nella definizione di Bike Hostel/Hotel Bike Friendly.
Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia, per l’elaborazione dei Piani Integrati Tematici (PITEM), la Regione Piemonte coordina e sviluppa il PITEM MITO (Modelli Integrati transfrontalieri per il Turismo Outdoor) e il PITEM PACE (Patrimonio, Cultura, Economia) che si concentra sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico transfrontaliero attraverso lo sviluppo del turismo e degli sport all’aria aperta.
Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, la Regione Piemonte sviluppa il progetto E-Bike, insieme al capofila Regione Lombardia. Il progetto nasce dall’esigenza di una valorizzazione turistica del territorio con un approccio ambientalmente sostenibile che privilegi l’uso di energie rinnovabili e il consumo di prodotti locali di qualità, promuovendo la filiera del turismo “dolce”. L’agevolazione della mobilità ciclistica assistita viene supportata dall’introduzione di un sistema di servizi specifico (aree noleggio, sosta, ciclofficine, siti di ricarica) e da interventi sulla rete sentieristica a basso impatto, con la creazione di itinerari cicloturistici e la formazione specifica di guide turistiche.
Sul Programma I-CH, Regione Piemonte aderisce al progetto In bici a pelo d’acqua incentrato sullo sviluppo dell’itinerario cicloturistico transfrontaliero cd. La Via del Mare, adeguatamente collegato e dotato di una serie di servizi, quali le ciclofficine, servizi di noleggio bici e recapito bagagli, strutture ricettive dotate di caratteristiche specifiche (es. locale ricovero bici, trasporto bagagli, miniofficina) tali da poter rientrare nella definizione di Bike Hostel/Hotel Bike Friendly.
Progetto Interreg Italia-Francia “MITO”
Nell’ambito del Programma Interreg Italia-Francia (Alcotra) 2014-2020, la Direzione Coordinamento politiche e fondi europei - Turismo e Sport coordina il Progetto POT – Percorsi Outdoor Transfrontalieri (Capofila regione Valle d’Aosta) del PITEM MITO (Capofila Regione Piemonte, Direzione Montagna). Il Progetto POT è un modulo, un intervento cicloturistico a scavalco tra la Valle di Susa, la Maurienne e il Distretto di Brianconne, denominato “ViAlps”, che si interseca con le azioni del PITER Cuore delle Valli; il secondo un intervento escursionistico, “Sentieri (Selvaggi) tra Piemonte e Valle d’Aosta” tra il Canavese e la Valle d’Aosta.
Nel corso del 2022 il soggetto attuatore Consorzio Forestale Alta Valle Susa ha concluso una serie di azioni finalizzate, nello specifico, allo sviluppo dell’intervento programmato “ViAlps”.
Nel corso del 2022 il soggetto attuatore Consorzio Forestale Alta Valle Susa ha concluso una serie di azioni finalizzate, nello specifico, allo sviluppo dell’intervento programmato “ViAlps”.
Progetto Interreg Italia-Svizzera “E-Bike”
Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, con il progetto E-Bike, la Regione Piemonte si propone di creare un Cluster per la mobilità ciclabile elettrica, l’infrastrutturazione di due percorsi ciclabili (inseriti all’interno della Rete ciclabile regionale), uno di ciclo-escursionismo che da Domodossola raggiunge la Svizzera attraverso il Passo San Giacomo e l’altro di cicloturismo, che da Domodossola scende lungo il Toce per collegarsi attraverso la Rete ciclabile regionale ad Ivrea e quindi alla Valle d’Aosta. Tra le azioni in comune con i partner un portale condiviso, una cartografia dei percorsi, una serie di ciclo-atelier, corsi di formazione.
Nel corso dell’annualità 2022 Ipla s.p.a. ha concluso alcuni servizi tra cui lo studio del fabbisogno di colonnine di ricarica ed il raccordo con i vari Enti territoriali. Sono state inoltre conclusi gli interventi operati dai soggetti attuatori pubblici individuati con apposite convenzioni dalla Regione Piemonte, quali i Comuni di Crevoladossola, Domodossola, Formazza ed Ornavasso, interventi finalizzati alla messa in sicurezza di tratti di sentieri, ad una Velo-stazione, all’acquisto di attrezzature specifiche a servizio dei cicloturisti.
Sullo stesso programma gli ulteriori progetti che lavorano sulla ciclabilità sono: “In bici a pelo d’acqua”, “Monti e Laghi Bike”, “TvA”, “Saastal Valle Anzasca bike”, “Paes.ch.it”, “Mobster”; per il loro coordinamento esiste un tavolo di confronto tra la Regione e gli attori coinvolti (Atl, Unioni Montane, Associazioni albergatori, sportive).
Nel corso dell’annualità 2022 Ipla s.p.a. ha concluso alcuni servizi tra cui lo studio del fabbisogno di colonnine di ricarica ed il raccordo con i vari Enti territoriali. Sono state inoltre conclusi gli interventi operati dai soggetti attuatori pubblici individuati con apposite convenzioni dalla Regione Piemonte, quali i Comuni di Crevoladossola, Domodossola, Formazza ed Ornavasso, interventi finalizzati alla messa in sicurezza di tratti di sentieri, ad una Velo-stazione, all’acquisto di attrezzature specifiche a servizio dei cicloturisti.
Sullo stesso programma gli ulteriori progetti che lavorano sulla ciclabilità sono: “In bici a pelo d’acqua”, “Monti e Laghi Bike”, “TvA”, “Saastal Valle Anzasca bike”, “Paes.ch.it”, “Mobster”; per il loro coordinamento esiste un tavolo di confronto tra la Regione e gli attori coinvolti (Atl, Unioni Montane, Associazioni albergatori, sportive).
STRADE STORICHE DI MONTAGNA DI INTERESSE TURISTICO
La legge Regionale 9/2021 ha inteso riconoscere e valorizzare le strade storiche di montagna di interesse turistico allo scopo di favorire il turismo.
A partire da un censimento delle stesse, ed attraverso il sostegno a progetti di gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria, promozione e valorizzazione (rivolto anche ai relativi manufatti ed edifici storici presenti lungo i percorsi individuati) si è inteso promuovere un turismo sostenibile, all’aria aperta e a contatto con la natura nonché conservare la memoria storica e culturale di tali tragitti.
Nell’anno 2022, con i provvedimenti nel seguito elencati, si è dato un primo avvio all’attuazione della legge stessa:
A partire da un censimento delle stesse, ed attraverso il sostegno a progetti di gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria, promozione e valorizzazione (rivolto anche ai relativi manufatti ed edifici storici presenti lungo i percorsi individuati) si è inteso promuovere un turismo sostenibile, all’aria aperta e a contatto con la natura nonché conservare la memoria storica e culturale di tali tragitti.
Nell’anno 2022, con i provvedimenti nel seguito elencati, si è dato un primo avvio all’attuazione della legge stessa:
- Con Decreto del presidente della Giunta Regionale 30.09.2022 n. 6/R è stato approvato il relativo regolamento regionale.
- Con Deliberazione G.R. 25-5983 del 12.09.2022 è stata data attuazione (nelle more dell’avvio delle procedure di riconoscimento delle strade storiche di montagna di interesse turistico), all’iniziativa a titolarità regionale volta all’individuazione delle prime linee di intervento del programma di Investimenti prioritari per l’anno 2022 provvedendo a:
- Individuare i criteri e le modalità attuative
- destinare 850.000,00 euro.
- Con Atto DD 370/A2108A/2022 del 01.12.2022, e relativa rettifica di cui all’atto DD 427/A2108A/2022, si è provveduto ad impegnare la somma a favore dei seguenti promotori-capofila per le seguenti strade:
- Comune di Canosio -strada dell’Altopiano della Gardetta;
- Ente di Gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime - Ciclovia del Duca;
- Comune di Limone Piemonte – strada Alta via del Sale;
- Unione Montana Alta Val di Susa:
- Strada Susa-Meana di Susa- Colle Finestre- Prà Catinat-Depot di Fenestrelle (SP172), l
- Strada dell’Assietta
- Strada Fenil, Pramand, Foens, Jafferau, Galleria Seguret “dei Saraceni”
- Strada Bardonecchia- Rochemolles Colle del Sommelier
- Strada dei Monti della Luna
- Strada della Val Argentera;
- Comune di Formazza: strada Cascata del Toce – Riale – Passo San Giacomo;
- Comune di Aurano: Strada Cadorna: tratto Colle – Passo Folungo – Pian Vadà e salita Monte Spalavera;
- Comune di Cannero Riviera :Strada Cadorna: tratto Pian Cavallo – Cima Morissolo;
- Comune di Ornavasso: Strada Cadorna: tratto Ornavasso – Forte di Bara – Punta di Migiandone;
- Comune di Mergozzo : Strada Cadorna: Prato Michelaccio / Mulattiera – Montorfano;
- Comune di Andorno Micca : Sentiero Rosazza al Colle Gragliasca;
- Comune di Alagna Valsesia : via regia lungo l’antica via d’Aosta.
FONDO UNICO NAZIONALE DEL TURISMO (FUNT) – OSTANA E RIMELLA
Con atto di programmazione del FUNT di conto capitale per l’anno 2022 (adottato con Decreto del Ministero del Turismo prot. n. 7618 del 14,06,2022) è stato stabilito il riparto delle risorse messe a disposizione delle regioni e Province Autonome per l’anno 2022: per la Regione Piemonte tale quota è pari ad Euro 1.513.800,00.
Tale importo è finalizzato alla realizzazione di interventi volti alla valorizzazione di un turismo che stimoli l’impronta ecologica del settore attraverso investimenti di riqualificazione dei territori. Lo scopo è aumentare le potenzialità attrattive in termini turistici o rifunzionalizzare aree pubbliche per accogliere nuove iniziative.
Con Deliberazione della Giunta Regionale 30 settembre 2022, n. 28-5715 si è disposto di presentare al Ministero del Turismo i progetti che si sono posizionati al secondo e al terzo posto della graduatoria approvata con la D.G.R. n. n. 2 - 4762 del 14 marzo 2022 nell’ambito della Misura 2,1 “Attrattività dei Borghi” del PNRR, secondo le seguenti modalità:
Tale importo è finalizzato alla realizzazione di interventi volti alla valorizzazione di un turismo che stimoli l’impronta ecologica del settore attraverso investimenti di riqualificazione dei territori. Lo scopo è aumentare le potenzialità attrattive in termini turistici o rifunzionalizzare aree pubbliche per accogliere nuove iniziative.
Con Deliberazione della Giunta Regionale 30 settembre 2022, n. 28-5715 si è disposto di presentare al Ministero del Turismo i progetti che si sono posizionati al secondo e al terzo posto della graduatoria approvata con la D.G.R. n. n. 2 - 4762 del 14 marzo 2022 nell’ambito della Misura 2,1 “Attrattività dei Borghi” del PNRR, secondo le seguenti modalità:
- Comune di Ostana "Interventi di valorizzazione del borgo di Ostana (CN)", per un totale complessivo di investimento pari a euro 2.000.000,00 di cui ero 1.000.000,00 di risorse FUNT e la restante quota pari a euro 1.000.000,00 come cofinanziamento regionale;
- Comune di Rimella "Interventi di valorizzazione del borgo di Rimella (VC)", per un totale complessivo di investimento pari a euro 1.027.600,00 di cui euro 513.800,00 di risorse FUNT e la restante quota pari a euro 513.800,00 come cofinanziamento regionale.
LEGGE REGIONALE 18/2022 – UNIONE MONTANA MONDOLE’
La legge regionale 18/2022, ha come finalità, attraverso il riconoscimento di un contributo a fondo perduto, di favorire lo sviluppo, il potenziamento, la qualificazione dell’offerta turistica piemontese e dei servizi offerti, nonché la messa in sicurezza delle strutture ricettive e degli impianti turistici, col fine di consolidare la competitività sul mercato nazionale e internazionale.
La stessa ha previsto, tra le altre cose, la concessione di un contributo straordinario a favore dell’Unione Montana di Mondolè per un importo pari a 100.00,00 Euro quale contributo per la realizzazione di una pista di sci alpinismo all’interno del comprensorio sciistico di Mondoleski di Prato Nevoso, Artesina e Frabosa Soprana.
L’intervento consente la messa in sicurezza di un percorso sciistico all’interno del comprensorio: il percorso diventerebbe fruibile anche per lo sci escursionismo, per le ciaspole e, in estate, utilizzabile anche dagli appassionati di mountain-bike.
Tale intervento, rientrante nelle finalità e obiettivi ella Legge regionale 4/2000, conformemente ai principi del turismo sostenibile: promuovere lo sviluppo, la rivitalizzazione ed il miglioramento qualitativo di un territorio già a vocazione turistica ed in ultimo concorrere ad un ulteriore sviluppo economico dello stesso.
Con DGR 47-6251 del 16.12.2022 si è approvato il relativo schema di accordo e collaborazione.
La stessa ha previsto, tra le altre cose, la concessione di un contributo straordinario a favore dell’Unione Montana di Mondolè per un importo pari a 100.00,00 Euro quale contributo per la realizzazione di una pista di sci alpinismo all’interno del comprensorio sciistico di Mondoleski di Prato Nevoso, Artesina e Frabosa Soprana.
L’intervento consente la messa in sicurezza di un percorso sciistico all’interno del comprensorio: il percorso diventerebbe fruibile anche per lo sci escursionismo, per le ciaspole e, in estate, utilizzabile anche dagli appassionati di mountain-bike.
Tale intervento, rientrante nelle finalità e obiettivi ella Legge regionale 4/2000, conformemente ai principi del turismo sostenibile: promuovere lo sviluppo, la rivitalizzazione ed il miglioramento qualitativo di un territorio già a vocazione turistica ed in ultimo concorrere ad un ulteriore sviluppo economico dello stesso.
Con DGR 47-6251 del 16.12.2022 si è approvato il relativo schema di accordo e collaborazione.
STRUTTURE RICETTIVE ALL'APERTO E IL TURISMO ITINERANTE
Sul BURP del 29/12/2022 è stato pubblicato il Regolamento Regionale n. 11/R del 29/12/2022 in attuazione dell’articolo 19 della legge regionale 22 febbraio 2019, n. 5 (disciplina dei complessi ricettivi all’aperto e del turismo itinerante) riguardante le nuove norme di riferimento per le attività di campeggio, villaggio turistico, aree per il turismo itinerante.
L’entrata in vigore di tale regolamento sarà a far data dal 13.01.2023 e produrrà l’efficacia operativa della suddetta Legge, in armonia con i principi e le finalità espressi dall’art. 1 e che si sintetizzano nel seguito:
Le principali tematiche regolamentate sono:
L’entrata in vigore di tale regolamento sarà a far data dal 13.01.2023 e produrrà l’efficacia operativa della suddetta Legge, in armonia con i principi e le finalità espressi dall’art. 1 e che si sintetizzano nel seguito:
- riconoscimento del ruolo strategico del turismo all'aperto per lo sviluppo economico, sociale e occupazionale della Regione;
- incremento della crescita competitiva dell'offerta del sistema turistico regionale, anche ai fini dell'attuazione del riequilibrio territoriale dei flussi turistici e in relazione all'opportunità di indirizzare le presenze verso le aree meno congestionate e i piccoli borghi rappresentativi del territorio piemontese;
- valorizzazione delle risorse ambientali, i beni culturali, i beni e i valori paesaggistici e le tradizioni locali per uno sviluppo turistico sostenibile, con l'obiettivo di ampliare l'offerta integrata di servizi riguardanti arte, natura, ambiente, paesaggio, cultura ed enogastronomia;
- sostegno al ruolo delle imprese operanti nel settore turistico all'aperto, con particolare riguardo alle micro, piccole e medie imprese e migliorarne la qualità dell'organizzazione e dei relativi servizi;
- promozione dei processi di riqualificazione urbanistica, paesaggistica e territoriale dei centri che rivestono una particolare rilevanza sotto il profilo turistico-ricettivo;
- incentivazione del turismo itinerante per vivere la vacanza a stretto contatto con la natura e la cultura dei luoghi visitati, lontano dalle destinazioni di massa e dal turismo stanziale;
- proposta di azioni condivise per agevolare la fruizione dei servizi turistici, con particolare riguardo ai soggetti con ridotte o impedite capacità motorie e sensoriali, in linea con i principi di diritto interno e internazionale in materia di accessibilità, con specifico riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta a New York il 13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva dalla legge 3 marzo 2009, n.18 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità);
- disciplina dell'offerta turistica all'aperto in aree e spazi privati in un'ottica di economia condivisa dei servizi offerti.
Le principali tematiche regolamentate sono:
- Gestione dell’attività;
- Periodi di apertura e limiti di permanenza
- Destinazione urbanistica e criteri di localizzazione
- Servizi aggiuntivi
- Preparazione, somministrazione e vendita di alimenti e bevande Classificazione
- Riserva di denominazione
- Segni distintivi
- Pubblicità e obblighi informativi
- Caratteristiche dei servizi turistici offerti per la denominazione di “posto tappa”
- Logo distintivo e comunicazione pubblica per la denominazione aggiuntiva di “posto tappa”
- Soluzioni ricettive innovative