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PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

La pianificazione della gestione delle risorse ambientali e territoriali concorre a diversi Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nei seguenti:

Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Target
11.4 Rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo

Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico



Obiettivo 16
Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l'accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli







IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)

A conclusione di un lungo iter di formazione, volto a garantire la più ampia partecipazione dei soggetti interessati e a realizzare uno strumento sempre più completo, comprensibile ed efficace, il consiglio regionale del Piemonte ha approvato, con D.C.R. 3 luglio 2017, n. 233-35836, il Piano paesaggistico regionale (Ppr), strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, realizzato d’intesa con il ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo.

Le politiche di pianificazione territoriale e paesaggistica possono essere considerate come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; costituiscono infatti un elemento di notevole rilevanza per il consolidamento delle culture e delle economie locali, così come per il rafforzamento della competitività e dell’attrattività della regione rispetto a più ampi contesti europei e internazionali.

Le nuove esigenze e le nuove opportunità legate a tali politiche hanno in particolare trovato riscontro nella Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 45 Paesi membri del Consiglio d’Europa nonché, per quanto riguarda l’Italia, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. 42/2004).

Nello spirito della Convenzione europea, il Ppr non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale pregio e bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, comprensivo dei paesaggi della quotidianità, che rappresentano i contesti di vita e lavoro delle persone contribuendo a determinarne la qualità e che vanno quindi difesi dalle trasformazioni incontrollate, e di quelli compromessi o degradati, dei quali promuove il recupero e la riqualificazione.

L’azione di tutela del Piano, per essere pienamente efficace, necessita del fondamentale contributo degli enti locali; a seguito dell’approvazione, infatti, i Comuni sono chiamati ad avviare il processo di revisione dei propri strumenti urbanistici, al fine di recepire le previsioni del Ppr. Oltre alle essenziali finalità di regolamentazione, il Piano mira a diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti del paesaggio, inteso come patrimonio comune da proteggere e valorizzare, e ad accrescere la sensibilità dei cittadini verso gli obiettivi di tutela. Anche per questo il Piano affianca aspetti di natura strategica e progettuale a quelli più strettamente normativi.

Gli obiettivi del Piano

Il Ppr costituisce atto di pianificazione generale regionale improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Il Ppr definisce modalità e regole volte a garantire che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato, valorizzato e regolato. A tale scopo promuove la salvaguardia, la gestione e il recupero dei beni paesaggistici e la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti e integrati.

Dalle cinque strategie del Ppr discendono 26 obiettivi generali, che sono comuni a Piano paesaggistico e Piano territoriale. Le finalità particolari e le strategie operative per gli aspetti paesaggistico-ambientali sono invece in gran parte differenti da quelle territoriali, in relazione ai temi specifici e agli interessi diversificati che Ppr e Ptr si trovano ad affrontare: il quadro degli obiettivi specifici, pur mantenendo un reciproco coordinamento, è pertanto differenziato per i due strumenti.

Il quadro degli obiettivi specifici costituisce il riferimento per gli aspetti di qualità paesaggistica da individuare in ciascun ambito di paesaggio. A tal fine, nell’allegato B alle Norme di attuazione sono riportati gli obiettivi specifici di maggiore rilevanza per la qualità paesaggistica di ciascun ambito, accompagnati dalle azioni strategiche più opportune per le caratteristiche e le dinamiche di ciascuna parte di territorio.

Il significato del Piano paesaggistico

Il Piano paesaggistico costituisce strumento di pianificazione sovraordinata e prevalente secondo la legislazione nazionale sul paesaggio, che prevede la redazione di un piano esteso a tutto il territorio regionale da predisporre d’intesa tra Regione e Ministero.

Al di là degli obblighi normativi, il piano costituisce presa di coscienza da parte di una comunità del valore del proprio territorio; il paesaggio rappresenta infatti l’espressione della forma di un territorio nel quale si identifica la sua popolazione, in relazione alle dinamiche ambientali, naturali, storiche, culturali, frutto delle trasformazioni operate dall’uomo nel tempo, che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive dalla sua genesi fino a oggi.

Il piano riconosce questi aspetti e si pone come strumento di conoscenza, di regolazione, di pianificazione e programmazione, per garantire la salvaguardia delle invarianti del territorio, la riqualificazione delle parti compromesse, la crescita di una coscienza comune sull’importanza dell’attenzione nei confronti del territorio, risorsa non riproducibile, in grado di garantire lo sviluppo delle comunità che lo abitano.

Le finalità del Piano paesaggistico

Il Ppr è strumento di:
  • Conoscenza: costituisce un “atlante” complessivo che descrive il territorio piemontese; riconosce i valori fondamentali che lo qualificano, i suoi caratteri identitari, le principali criticità presenti; rappresenta una visione unitaria della regione alla luce delle sue componenti costitutive, delle sue principali vocazioni, delle espressioni caratteristiche che contraddistinguono la sua storia;
  • Programmazione: contiene linee strategiche volte alla tutela del paesaggio e al miglior utilizzo del territorio; il Ppr ha sostenuto numerose azioni già attuate (progetti europei, progetti di valorizzazione, progetti di riqualificazione) e, nella sua parte strutturale, contiene principi e assi tematici che consentiranno nei prossimi anni di dare corso a politiche consapevoli di rigenerazione e valorizzazione del territorio, in una logica di sviluppo del Piemonte volta alla qualificazione e salvaguardia delle sue risorse, verso un’economia sostenibile e per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti;
  • Pianificazione: i contenuti del Ppr costituiscono elemento fondante per il sistema della pianificazione territoriale provinciale e della città metropolitana, della pianificazione urbanistica dei comuni e delle loro forme associative, nonché riferimento essenziale per la definizione di strumenti di pianificazione settoriale coerenti e compatibili con le caratteristiche del territorio piemontese;
  • Regolazione: contiene nella sua parte prescrittiva misure di tutela volte a tradurre i riconoscimenti di valore in disposizioni normative che incidono direttamente o indirettamente sui processi di trasformazione, finalizzate a garantire il corretto equilibrio tra sviluppo delle comunità e salvaguardia dei principali ambiti di pregio paesaggistico.

Dall’approvazione all’attuazione

Conoscenza: l’apparato conoscitivo del Ppr rappresenta il riferimento per tutte le azioni che interessano il governo del territorio in termini di pianificazione e progettazione; al contempo, la diffusione delle informazioni in esso contenute è essenziale per determinare la crescita di una coscienza collettiva sulle caratteristiche del paesaggio piemontese. A tal fine è necessario promuovere intese con il pubblico interessato (Osservatori del paesaggio, associazioni culturali e ambientaliste), sostenere iniziative rivolte alla cittadinanza (attraverso progetti di comunicazione mirati), coinvolgere il mondo dei professionisti e degli operatori del settore (mediante percorsi di formazione e seminari divulgativi).

Programmazione: il quadro strategico costituisce riferimento per la programmazione, sia regionale sia degli altri livelli amministrativi, rivolta alla valorizzazione e tutela delle risorse e alla qualificazione dei sistemi territoriali. L’apparato strategico del Ppr può indirizzare e favorire l’attuazione di alcune linee d’intervento presenti all’interno della programmazione dei fondi comunitari, del programma di sviluppo rurale e di altre iniziative a regia regionale, o promosse da soggetti diversi (pubblici e privati) mediante la stipula di accordi e intese previsti dal Piano stesso. I progetti strategici inseriti e sostenuti dal Ppr sono posti al centro delle politiche regionali di tutela e valorizzazione del paesaggio.

Pianificazione: dalla data di approvazione del Ppr, i comuni conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione urbanistica alle previsioni del piano regionale, perseguendo gli obiettivi, dando attuazione agli indirizzi e alle direttive, rispettando le prescrizioni. Tale processo richiederà una revisione complessiva del Prg; in attesa dell’adeguamento, qualsiasi variante deve comunque dimostrare, per le parti del territorio interessate, la coerenza con i contenuti del Ppr che, in sinergia con il Piano territoriale regionale, costituisce il principale riferimento per la formazione degli strumenti urbanistici. L’adeguamento al Ppr consente l’attuazione delle indicazioni rivolte alla pianificazione locale. È necessario accompagnare l’attuazione del Piano mediante il coinvolgimento delle amministrazioni attraverso incontri divulgativi, percorsi formativi per gli operatori tecnici pubblici e privati, nonché mediante la predisposizione di specifici atti di indirizzo.

Regolazione: le norme prescrittive del Ppr, principalmente rivolte ai beni paesaggistici, costituiscono il presupposto per l’autorizzazione paesaggistica dei progetti di trasformazione del territorio, garantendo un supporto ai professionisti per la redazione dei progetti e agli enti preposti all’autorizzazione per la conduzione dell’istruttoria delle istanze presentate, riducendo la discrezionalità e assicurando una maggiore uniformità delle valutazioni. Anche in questo caso è necessario promuovere momenti di conoscenza e approfondimento rivolti principalmente alle componenti tecniche delle amministrazioni (in particolare le Commissioni locali per il paesaggio) e ai professionisti.

La visione strategica

Il Ppr affronta i temi della tutela del territorio e della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia direttamente attraverso i propri contenuti normativi, sia promuovendo programmi, piani e progetti strategici volti alla valorizzazione integrata del territorio, a regia regionale o promossi da soggetti diversi (pubblici e privati), nonché con la realizzazione di approfondimenti tematici, attraverso la definizione di studi e analisi di accompagnamento al processo di attuazione del Ppr.

Il Ppr sostiene politiche e iniziative di livello sovra locale che mirano a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, in particolare relativamente ai seguenti temi:
  • valorizzazione del patrimonio paesaggistico piemontese;
  • implementazione della rete di connessione paesaggistica;
  • contenimento del consumo di suolo;
  • salvaguardia attiva dei paesaggi agrari;
  • definizione di criteri e modalità specifici per la qualificazione dei sistemi urbani e periurbani in termini edilizi, urbanistici e della funzionalità ecosistemica del territorio;
  • implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici;
  • inserimento paesaggistico dei manufatti specialistici e degli impianti tecnologici o di produzione di energia e riqualificazione delle aree dismesse o compromesse.

Il Ppr riconosce quali strumenti di approfondimento di tali tematiche, già attuati o in corso di attuazione, i seguenti programmi e progetti strategici:
  • i progetti relativi ai siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco e delle Riserve della biosfera (MAB);
  • la salvaguardia dei tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano;
  • il progetto Corona Verde;
  • i contratti di fiume e di lago;
  • l’implementazione della rete ecologica regionale;
  • i progetti europei finanziati con il programma di cooperazione trasnazionale “Alpine space”;
  • le attività connesse al monitoraggio del consumo di suolo.

L'attuazione del Piano Paesaggistico Regionale

A seguito dell'entrata in vigore, il 20 ottobre 2017, del Piano paesaggistico regionale (Ppr) approvato con D.C.R. 3 ottobre 2017, n. 233-35836, si è aperta la fase di attuazione del nuovo strumento di pianificazione, processo che si compone di due aspetti, uno più strettamente legato alla pianificazione e l'altro relativo alla promozione di politiche per il paesaggio. Il primo si traduce nel rispetto delle norme dettate dal Ppr e nell'adeguamento degli strumenti di pianificazione sottordinati; il secondo aspetto è diretto alla realizzazione dei programmi e dei progetti strategici riconosciuti dal Piano e alla predisposizione di altri strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.

Per definire ruoli e modalità per l'attuazione del Ppr, la Regione ha predisposto, di intesa con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (ora Ministero della Cultura (MiC)), un Regolamento regionale che stabilisce gli adempimenti tesi a garantire il rispetto delle norme del Piano e la documentazione e necessaria.

Il processo di adeguamento degli strumenti di pianificazione al Ppr

Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Ppr, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale, predisponendo a tal fine apposita variante generale.

Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive, nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.

I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e MiC; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati in un apposito allegato A del Regolamento attuativo.

Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi conoscitivi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.

La coerenza degli strumenti di pianificazione con il Ppr

In attesa dell'adeguamento, a partire dall'approvazione del Ppr, ogni variante apportata agli strumenti di pianificazione, limitatamente alle aree da essa interessate, deve comunque dimostrare di essere coerente e rispettare le norme del Ppr stesso. Anche in questo caso il Regolamento specifica le modalità attraverso le quali dare riscontro della coerenza tra le previsioni della variante e la normativa del Ppr.

Autorizzazioni e semplificazione amministrativa

Il Ppr non introduce, in riferimento alle procedure autorizzative degli interventi ricadenti all'interno di beni paesaggistici, vere e proprie novità, che invece possono risultare di rilievo a seguito del completamento delle procedure di adeguamento degli strumenti urbanistici al Ppr stesso. Fino ad allora, infatti, i soggetti competenti al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche continueranno a verificare la conformità degli interventi proposti con le disposizioni cogenti e immediatamente prevalenti dettate dal Piano paesaggistico. Anche dal punto di vista della semplificazione amministrativa, la conformazione degli strumenti urbanistici costituisce il requisito essenziale per lo snellimento delle procedure autorizzative; in particolare, a seguito dell'adeguamento del piano regolatore al Ppr, il parere del Soprintendente avrà natura obbligatoria ma non vincolante nell’ambito delle autorizzazioni di cui all’articolo 146, comma 5, del Codice.

Il Regolamento regionale di Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte

Al fine di disciplinare l’attuazione del Piano paesaggistico regionale e fornire ai Comuni un supporto per agevolare il processo di adeguamento dei piani locali al Ppr è stato predisposto e approvato con Decreto del Presidente della Giunta regionale 22 marzo 2019, n. 4/R. il Regolamento regionale recante: ”Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte (Ppr), ai sensi dell’articolo 8 bis comma 7 della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 (Tutela e uso del suolo) e dell’articolo 46, comma 10, delle norme di attuazione del Ppr.

Il Regolamento di attuazione del Ppr è previsto dall’articolo 8 bis, comma 7 della L.R. 5 dicembre 1977, n. 56 “Tutela e uso del suolo” e dalle stesse Norme di attuazione del Ppr che richiedono, all’articolo 46 comma 10, la predisposizione di un apposito Regolamento attuativo che disciplini le modalità per garantire il rispetto dei contenuti del Piano stesso. Predisposto dagli uffici regionali, d’intesa con il Ministero, il Regolamento è frutto della sperimentazione condotta, con le Soprintendenze, nell’anno intercorso dall’approvazione del Ppr, soprattutto riguardo al processo di adeguamento dei piani locali (varianti generali, nuovi piani) al Ppr e alle valutazioni effettuate circa il rispetto del Ppr nelle procedure di variante al Prg già in corso o relative a limitate porzioni di territorio.

Il Regolamento fornisce indicazioni puntuali riguardo agli aspetti procedurali che accompagnano il processo di attuazione del Piano, come stabilito dalla L.R. 56/77 e dalle norme di attuazione del Ppr stesso e in particolare disciplina:
  • l’adeguamento al Ppr degli strumenti di pianificazione;
  • l’esame delle varianti agli strumenti di pianificazione che non costituiscono adeguamento al Ppr;
  • la verifica di conformità con le disposizioni del Ppr degli interventi soggetti al rilascio di autorizzazione paesaggistica;
  • la partecipazione del MiC ai procedimenti per le varianti di adeguamento al Ppr e per le altre varianti agli strumenti di pianificazione;
  • la realizzazione dei programmi e progetti strategici previsti dal Ppr;
  • la predisposizione di strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.

A specificazione delle indicazioni generali contenute nel Regolamento, sono stati predisposti i quattro allegati tecnici che forniscono un supporto ai comuni per il processo di adeguamento al Ppr dei Piani regolatori generali e per le varianti ai Piani regolatori precedenti o successive alla variante di adeguamento:
  • ALLEGATO A disciplina le modalità per la verifica del rispetto del Ppr da parte della variante urbanistica di adeguamento
  • ALLEGATO B, disciplina le modalità per la verifica del rispetto del Ppr da parte delle varianti ai Prg che non costituiscono variante di adeguamento;
  • ALLEGATO C definisce i criteri per l’individuazione dei corsi d’acqua che i comuni possono dichiarare irrilevanti ai fini paesaggistici, ai sensi dell’articolo 142, comma 3, del Codice, come specificato all’articolo 10, comma 8 del Regolamento;
  • ALLEGATO D, che descrive gli strumenti conoscitivi e metodologici per agevolare le analisi e le valutazioni necessarie per la procedura di valutazione ambientale strategica relativa alla variante urbanistica di adeguamento al Ppr (articolo 10 e 21 del Regolamento).

Il Piano paesaggistico regionale (Ppr) - Dall'approvazione all'attuazione

Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Ppr, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare, mediante variante, i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale.
Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive (previsioni che, per essere attuate, richiedono necessariamente il recepimento all'interno dei Piani sottordinati), nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.
I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (ora Ministero della Cultura (MiC)) secondo quanto stabilito nel Regolamento di Attuazione del Piano paesaggistico regionale approvato con Decreto del Presidente della Giunta regionale 22 marzo 2019, n. 4/R; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati negli allegati tecnici A-B-C-D del Regolamento attuativo. Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.

Dare attuazione al Piano paesaggistico regionale (Ppr) e alle politiche che esso delinea, può rappresentare l’occasione per rivedere l’impianto strategico del PRG, perfezionando il metodo di costruzione dello strumento di pianificazione locale. 

Al fine di orientare le politiche di sviluppo, con attenzione alle specificità dei diversi contesti territoriali, il Ppr fornisce gli strumenti e le conoscenze, a partire dal sistema delle strategie e degli obiettivi del piano che costituiscono il quadro di riferimento per le scelte di pianificazione locale.
A oggi sono circa 400 i Comuni che hanno presentato richiesta di finanziamento ai sensi della L.R. 30 aprile 1996, n. 24 “Sostegno finanziario ai Comuni per l’adeguamento obbligatorio della strumentazione urbanistica” ai fini dell’adeguamento del P.R.G. al Piano Paesaggistico regionale, mentre sono 17 le Associazioni di Comuni che hanno presentato analoga richiesta di finanziamento ai sensi dell’art. 2 (Concessione di contributi) della L.R. 24 sopra citata.

Nel complesso, nel corso dell’anno, sono stati più di 70 i tavoli tecnici, gli incontri e le conferenze di copianificazione, e sono stati predisposti 16 esiti conclusivi dei Tavoli tecnici, condivisi con il MiC, parte integrante del contributo regionale da produrre in sede di Conferenza di copianificazione.

Il paesaggio come motore per lo sviluppo sostenibile del territorio

Con il Piano paesaggistico regionale (Ppr), la Regione sostiene politiche di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio piemontese, risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile. Per farlo, collabora alla realizzazione di progetti promossi da soggetti diversi, pubblici e privati.

È proseguita la collaborazione con la Compagnia di San Paolo nell’ambito di una Convenzione tra la Compagnia stessa, Regione e Ministero della Cultura; avviato nel 2019, il progetto a carattere sperimentale, promuove l’attuazione del Piano paesaggistico su Ambiti di paesaggio regionali individuati dal Ppr.

Oggetto della sperimentazione sono i contenuti strategici del Piano: vengono infatti messe in luce e valorizzate le valenze paesaggistiche specifiche di ciascun territorio, come occasione di sviluppo locale. Il progetto coinvolge ambiti di paesaggio diversi, per restituire un’esperienza sufficientemente articolata, tale da poter rappresentare un modello replicabile sul territorio regionale; al contempo, la selezione di uno specifico ambito paesaggistico rappresenta un’opportunità per il coinvolgimento delle comunità locali nel processo di riconoscimento delle peculiarità del proprio paesaggio. Attraverso tale consapevolezza passa infatti la possibilità di creazione delle condizioni per uno sviluppo sostenibile e condiviso del territorio.

La sperimentazione si è sviluppata grazie all’attività di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico, guidato da una Cabina di regia costituita da Regione Piemonte, Ministero della Cultura e Compagnia di San Paolo: le analisi si sono soffermate sulle potenzialità paesaggistiche del territorio, in collaborazione con le comunità, le amministrazioni locali e i portatori d’interesse. L’obiettivo centrale consiste nella tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico, naturale e culturale, in vista non solo del miglioramento del quadro di vita delle popolazioni e della loro identità culturale, ma anche del rafforzamento dell’attrattività della regione e della sua competitività nelle reti di relazioni che si estendono a scala globale.

Nell’ambito della Convenzione con la Compagnia di San Paolo e il MiC è proseguita e si è conclusa l’attività di sperimentazione di attuazione del Ppr sull’area dell’alta Valle Bormida piemontese, inserita all’interno della Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree interne del Paese (SNAI); inoltre, si è conclusa l’attività inerente al progetto finalizzato alla "sperimentazione di azioni e buone prassi nell’attuazione del Piano Paesaggistico", che ha riguardato l’area di indagine dell’Eporediese.

Attuazione della Legge regionale n. 14 del 16 giugno 2008 "Norme per la valorizzazione del paesaggio"

Nel corso dell’anno la legge è stata finanziata; sono stati quindi predisposti il Programma regionale e la Deliberazione della Giunta regionale, in vista della sua approvazione, e avviato il finanziamento (DGR n. 2-5275 del 1 luglio 2022).
È stato cofinanziato un progetto per la qualità del paesaggio richiesto dal comune di Santa Vittoria d’Alba (CN) conseguente al concorso di progettazione finanziato nel 2019 e avviato il rispettivo iter. Si è inoltre dovuto impegnare e assegnare con Determinazione Dirigenziale n. 617 del 09/11/2022 l’incremento delle somme stabilite con Determinazione Dirigenziale n. 353 del 13/07/2022, determinata in base ai costi aggiuntivi quantificati per la realizzazione dell’intervento in base al "Prezzario Regione Piemonte Edizione straordinaria luglio 2022", approvato con DGR n. 3-5435 del 26/07/2022, per fare fronte agli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici negli appalti pubblici di lavori, dovuti alla particolare congiuntura economica mondiale.
Sono state proseguite le attività connesse al cofinanziamento dello studio per la valorizzazione del centro storico del Comune di Mombercelli (AT) cofinanziato nel 2020 e dei progetti per la qualità del paesaggio dei comuni di Perletto (CN) e Terruggia (AL) cofinanziati nel 2021 e, a fine anno 2022, conclusi gli iter di finanziamento dello studio e del progetto di Perletto (CN). Il progetto di Terruggia concluderà l’iter del cofinanziamento nei primi mesi del 2023.

LA COMUNICAZIONE DEL PAESAGGIO E DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Avvalendosi dello strumento, ormai consolidato, del sito Paesaggiopiemonte, si è proseguito con la divulgazione al vasto pubblico delle tematiche paesaggistiche, tramite la redazione di articoli e l’invio della newsletter collegata, che conta attualmente più di 1.800 iscritti.

Nell’ambito delle attività di divulgazione delle tematiche inerenti al paesaggio si sono promossi incontri di divulgazione delle tematiche inerenti il paesaggio al fine di incrementare la conoscenza e la sensibilità di tecnici, amministratori e cittadini; tra gli altri si segnala il progetto “Castelli di comunità”, dedicato all’importanza del raccontare il paesaggio quale elemento formativo per giornalisti e guide naturalistiche.

In occasione del centenario della prima legge di tutela del paesaggio si è svolto a Torino il Seminario "Paesaggio, una storia lunga un secolo". Dalla tutela alla valorizzazione attraverso la pianificazione" (in presenza).

ATTIVITÀ DI TUTELA E VALORIZZAZIONE DEGLI ALBERI MONUMENTALI

In ottemperanza a quanto richiesto dalla legge nazionale 10/2013, la Regione prosegue le attività di indagine sul territorio piemontese, finalizzate a individuare ulteriori esemplari arborei da inserire all’interno del censimento degli alberi monumentali, in particolare in aree del Piemonte poco coperte da segnalazioni, al fine di completarlo.
La campagna di indagine, partita nell’estate 2018, è proseguita anche nel corso del 2022 e ha consentito di esaminare la candidatura di n. 92 nuovi alberi o insiemi omogenei nell’ambito del gruppo di lavoro costituito a livello interdirezionale, integrato dalle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per l’aggiornato degli elenchi autorizzati.
Dall’istruttoria congiunta sono risultati idonei n. 75 nuovi esemplari, mentre si è preso atto di n. 8 eliminazioni, dovute a eventi accidentali, che portano a un totale di n. 308 esemplari monumentali sul territorio regionale.
Nel corso del 202,2 con la collaborazione con il Settore Foreste, si sono supportate le amministrazioni comunali e i privati in merito a questioni procedurali legate alla necessità di intervenire su alberi monumentali ex l. 10/2013 inseriti al contempo in aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D.lgs. 42/2004 o su alberi monumentali con vincolo paesaggistico apposto con specifico provvedimento.

ADEGUAMENTO DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI ALLE LINEE GUIDA REGIONALI NEI TERRITORI UNESCO - STATO DI AVANZAMENTO (ANNO 2021)

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è proseguita anche nel corso dell’anno 2022 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.
La procedura dei TLP Unesco di cui alle citate LLGG 2015 risulta essere stata portata a termine, sui 100 Comuni potenzialmente interessati, in quanto ricadenti nel sito Unesco “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, da un totale di n. 45 Comuni delle tre Province coinvolte (AL, AT, CN), così distribuiti:
  • per la provincia di Alessandria: n. 13
  • per la provincia di Asti: n. 19
  • per la provincia di Cuneo: n. 13.

Figura 1
Paesaggio di Castiglione Tinella

Figura 2
Infernot di Cella Monte

Il successivo adeguamento, mediante Variante urbanistica, è stato concluso da un totale di n. 20 Comuni, di cui:

  • per la provincia di Alessandria: n. 11
  • per la provincia di Asti: n. 5
  • per la provincia di Cuneo: n. 4

A fine 2022, allo stato attuale, su un totale di 100 Comuni, 20 hanno terminato la Variante di adeguamento alle LLGG Unesco; si tratta pertanto del 20%, rispetto all’insieme dei comuni ricadenti nel Sito. Tra gli ultimi troviamo il Comune di Casale M.to che ha approvato una Variante parziale al PRGC a luglio 2022 ed il Comune di Fubine Monferrato che ha approvato una Variante strutturale al PRGC , a dicembre 2022 seguendo la procedura delle Conferenze di copianificazione, .
Il bilancio di tale esperienza è risultato parzialmente positivo, in quanto la metà dei Comuni ricadenti nel sito Unesco hanno concluso la procedura propedeutica di adeguamento alle Linee Guida e solo una ventina di essi hanno terminato l’iter urbanistico correlato.

Si evidenzia nella Provincia di Alessandria, il maggior ricorso alla modalità della Variante parziale di cui all’articolo 17, comma 5, della LR 56/77 e smi, espressamente ammessa dalle LLGG 2015 (paragrafo 2.3), che ha consentito l’approvazione dalle pertinenti Varianti parziali, con Delibera Consiliare di approvazione del Progetto Definitivo, da parte di 10 Comuni alessandrini (il comune di Fubine, che sarebbe 11°, ha approvato una Variante di tipo strutturale).
Tale possibilità, più celere nelle tempistiche e nei passaggi progettuali, ha probabilmente consentito ad un maggior numero di Comuni alessandrini, rispetto a quelli delle altre due Province, di portare a conclusione la procedura urbanistica di adeguamento alle medesime LLGG 2015, prioritariamente per i Comuni ricadenti nella buffer zone.

Figura 3
Vista panoramica da uno dei belvedere di Vignale M.to

Figura 4
Infernot a Ozzano M.to

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017.
Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.
Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.

LA REVISIONE DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE - ADOZIONE DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO

Con la D.G.R. n. 1-6558 del 6 marzo 2023 la Giunta regionale ha adottato il Documento programmatico, comprensivo delle informazioni necessarie per il processo di VAS, dando così formalmente avvio, ai sensi dell’articolo 7, comma 1 della l.r. 56/1977, alla predisposizione degli elaborati per la revisione del Piano territoriale regionale, approvato con D.C.R. n. 122-29783 del 21 luglio 2011.
Il giorno 23 marzo 2023 è stata avviata consultazione dei soggetti con competenza ambientale per la fase di specificazione di VAS; nel corso dell’incontro sono stati illustrati i principali contenuti del Documento programmatico e del Rapporto preliminare ai sensi dell’art. 13, c. 1 del D.lgs. 152/2006 e s.m.i., che ne costituisce parte integrante.
Il Documento programmatico sviluppa e approfondisce i contenuti del Documento preliminare per la revisione del Piano territoriale regionale “Programmare e pianificare il territorio per il rilancio del Piemonte”, approvato con D.G.R. 1-3116 del 23 aprile 2021, che, a dieci anni dall’entrata in vigore del Piano vigente, illustrava le ragioni e i temi fondamentali dell’aggiornamento.
Nel Documento programmatico trovano sintesi le attività condotte per rinnovare i contenuti del Piano del 2011 in funzione dei mutamenti socio-economici intercorsi e in coerenza con i più recenti indirizzi di livello globale, nazionale e regionale per le politiche territoriali e ambientali.
Al fine di garantire l’efficacia del processo, i lavori hanno coinvolto un’ampia e diversificata platea di soggetti: anzitutto le diverse strutture regionali coinvolte nelle tematiche settoriali con rilevanza territoriale, con le quali è stato intrapreso un ciclo di incontri tecnici sui temi specifici, ma anche istituiti di ricerca, Politecnico ed Enti territoriali competenti, con cui sono state promosse attività sperimentali e collaborazioni, finalizzate a condividere gli argomenti chiave dell’aggiornamento e testarne le principali novità:
  • Revisione del quadro strategico (strategie, obiettivi generali e obiettivi specifici)
  • Definizione dei temi che indirizzeranno la revisione dell’apparato normativo
  • Aggiornamento della componente conoscitiva dell’apparato cartografico
  • Conferma e rafforzamento della lettura del territorio regionale per Ambiti di integrazione territoriale (Ait)

Nei corso dell’anno si procederà alla redazione dei nuovi elaborati del Piano territoriale regionale, anche in esito alle indicazioni derivanti dalla fase di specificazione dei contenuti del Rapporto Ambientale per la VAS. Parallelamente proseguirà la consultazione degli attori del territorio, per un processo il più possibile partecipato e inclusivo, che conduca a uno strumento efficace e coordinato con la programmazione socio-economica e la pianificazione settoriale regionale, capace di individuare gli elementi che caratterizzano il capitale territoriale regionale e di orientare le trasformazioni secondo i principi della sostenibilità, nonché di aumentare l’attrattività dei territori e di favorirne un concreto sviluppo.

Piano Regionale delle attività estrattive

Nel corso del 2022 è proseguito il lavoro di redazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE).

Nel primo semestre del 2022 il gruppo di lavoro si è concentrato sulla redazione della relazione di Piano e sulla redazione del Rapporto Ambientale relativo alla Valutazione Ambientale Strategica del Piano, redigendo anche la relazione necessaria per la Valutazione di incidenza ecologica.
Al termine di questa prima fase di redazione, i documenti sono stati oggetto di una prima condivisione all’interno dei settori regionali, al fine di acquisire suggerimenti e contributi specialistici da parte dei diversi settori.
Nel corso dei mesi successivi sono state redatte le Norme Tecniche di Attuazione che hanno tradotto in termini prescrittivi i risultati degli studi e delle considerazioni contenuti nei documenti precedentemente citati.
Anche questo documento è stato condiviso ed è stato perfezionato con il contributo di specialisti dei diversi settori.
In parallelo al lavoro di redazione dei documenti è proseguito il lavoro di aggiornamento della cartografia al fine di ottenere una base di riferimento per il Piano da adottare.
In data 16 dicembre 2022 con DGR 81-6285 la Giunta Regionale del Piemonte ha adottato il Piano Regionale delle Attività Estrattive della Regione Piemonte (PRAE) e la DGR è stata pubblicata sul BU della Regione Piemonte n. 51 del 22 dicembre 2022.
Il giorno 22 dicembre 2022 è stata data comunicazione dell’avvenuta adozione del PRAE ed è stata convocata la seconda conferenza di copianificazione, finalizzata all'acquisizione dei contributi e delle osservazioni sulla documentazione di Piano del PRAE e sul Rapporto ambientale, ai sensi dell’art. 5 c.1 lettera c della l.r.23/2016 e degli artt. 13 e 14 del d.lgs. 152/2006. Contestualmente alla convocazione della seconda Conferenza di copianificazione è stato dato avvio alla consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico, prevista dall’articolo 14 del d.lgs. 152/2006.

La Strategia Nazionale Aree Interne

Le Aree interne sono identificate come un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni, significativamente distanti dai principali centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità) e che in molti casi sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi, con ripercussioni sul trend demografico sia in termini di numero di residenti, sia di composizione per età e natalità;
il potenziale sviluppo economico legato alle aree interne è rappresentato dal capitale territoriale, spesso inutilizzato, caratterizzato da importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) in esse presenti.
Il concorso di tre livelli di governo, locale, regionale e nazionale, intende creare nuove possibilità di reddito e assicurare agli abitanti l’accessibilità ai servizi essenziali (sanità, istruzione e trasporti) per contrastare processi di marginalizzazione in atto o evitare che i fenomeni si manifestino.
Le azioni attuate in Regione Piemonte consistono nella definizione di un programma di investimenti integrato d’area gestito dai Comuni in forma associata che prevede l’attivazione di strumenti destinati sia al miglioramento nella fornitura di servizi essenziali in campo sanitario, scolastico e della mobilità che al sostegno all’avvio di processi di sviluppo locale (aiuti alle imprese per la creazione e il rafforzamento delle filiere produttive locali e finanziamento di progetti che valorizzino il patrimonio naturale e culturale delle aree e il miglioramento delle opportunità di formazione, occupazione e inclusione sociale mediante la progettazione e realizzazione di opere pubbliche e l’acquisizione di beni e servizi.

La Regione Piemonte è impegnata a supportare la realizzazione delle Strategie delle quattro aree pilota della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) individuate nel periodo 2014-2020: Area Interna “Valle Maira e Grana”, Area Interna “Valli dell’Ossola”, Area Interna “Valle Bormida” e Area Interna “Valli di Lanzo”, per cui le aree hanno iniziato a lavorare in maniera graduale, per blocchi e in modo coerente con le disponibilità finanziarie assicurate dello Stato, attraverso il Fondo di rotazione, per quanto concerne il pilastro del rafforzamento dei servizi essenziali (scuola, mobilità e salute).
Nel ciclo di programmazione 2021-27, in linea con le previsioni del Documento Strategico Unitario (DSU) approvato dal Consiglio Regionale, il sostegno della Regione Piemonte continuerà nella direzione di:

  • rafforzare il ruolo guida delle forme di associazionismo (Unione di Comuni Capofila d’area);
  • agevolare la realizzazione degli investimenti programmati nelle Strategie e la valutazione delle realizzazione e dei risultati degli interventi previsti nei Programmi integrati d’area inseriti negli Accordi di Programma Quadro di riferimento sottoscritti dal Capofila dell’area, dalla Regione Piemonte, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e dei Trasporti, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dal Ministero della Salute, dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e dall’Agenzia per la Coesione Territorialeora Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
  • informare e agevolare i Capofila d’area nell’attrazione delle risorse aggiuntive per le aree interne previste: dalla riprogrammazione delle risorse non impegnate del Fondo di rotazione a favore del contrasto agli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile (Decreto Legge 8 settembre 2021, n. 120, art. 4), dal PNNR (Missione 5 Inclusione e Coesione - componente 5 C3 Interventi speciali per la coesione territoriale per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità e il consolidamento dei servizi sanitari di prossimità) e dal Fondo complementare al PNNR per il miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade (Decreto Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili di concerto con il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale e il Ministro dell’Economia e delle Finanze del 27 settembre 2021);
  • dare continuità alla sperimentazione avviata nel ciclo 2014-2020, rendendo strutturale l’intervento delle SNAI sul territorio piemontese, con l’individuazione di nuove aree target.

Nella cornice programmatica della Politica di Coesione Europea e nel lavoro di definizione dei Programmi Regionali (PR) la Regione Piemonte ha rafforzato l’approccio delle Strategie Territoriali (ST) per favorire la definizione di soluzioni sentite proprie nei luoghi marginalizzati ed ha riproposto il sostegno a singole aree/coalizioni locali che partecipano alla SNAI con il modello “strategia d’area- progetto integrato d’area”, nel quale il progetto è un insieme di operazioni connesse finalizzate all’attuazione della prima, a prevalente impegno dei fondi comunitari e all’interno della programmazione regionale.

Il modello di intervento è tipizzato per l’attuazione dell’obiettivo strategico di policy (OP) 5 Un’Europa più vicina ai cittadini - art. 5 (e) del Regolamento UE 2021/1060 di disposizioni comuni (RDC) e l’approccio SNAI è considerato per l’Italia il principale riferimento per l’obiettivo specifico e/ii Promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo a livello locale, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza nelle aree diverse da quelle urbane dell’art. 3 del Regolamento UE n. 2021/1058 relativo all’intervento del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (Fesr), ma a cui contribuiscono anche altri Fondi comunitari (in particolare il Fondo Sociale Europeo Plus e il Fondo Europeo per lo Sviluppo Agricolo Regionale) e nazionali.
Proprio la numerosa presenza sul territorio regionale di aree meno densamente urbanizzate, con svantaggi naturali anche permanenti legati principalmente alla condizione transfrontaliera e all’altitudine (che in Piemonte coincidono sostanzialmente con le zone rurali di alta collina e di montagna che hanno risentito di un secolare percorso di abbandono e dove si rilevano i maggiori disagi per la distanza dai centri di offerta dei servizi, ma alle quali si guarda con rinnovato interesse, anche alla luce delle nuove urgenze emerse con la pandemia) e il fatto che siano esposte ad un crescente isolamento, all’invecchiamento della popolazione e all’impoverimento delle dotazioni infrastrutturali (anche come conseguenza del processo di mutamento industriale in corso da tempo), dei servizi e all’abbandono del presidio umano e della cura del territorio ha reso necessario la programmazione di un’azione dedicata - Strategie territoriali per le Aree Interne - del Programma Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale del periodo 2021-2027, che beneficerà anche del contributo del Programma FSE+ nelle priorità dedicate all’occupazione, all’istruzione/formazione e all’inclusione sociale e della possibilità per le coalizioni locali di accedere al Fondo per la progettazione territoriale istituito con Decreto legge n. 121/2021 (art. 12, comma 1, lett. a), convertito in legge n. 156/2021 con regole di accesso riservate ai Comuni inseriti nella Classificazione nazionale Aree Interne.

L’azione prevista dal POR FESR avverrà nella forma di investimenti territoriali integrati (ITI) ai sensi dell’art. 28 lett. a del Reg. 2021/1060, nei seguenti ambiti di investimento:

  • valorizzazione delle risorse naturali (ambiente, paesaggio e risorse naturali, incluse i siti Natura 2000 e le aree di pregio paesaggistico e naturalistico per contribuire alla conservazione della biodiversità) e culturali specifiche dei luoghi, attraverso interventi capaci di rendere l’offerta turistica più attrattiva, moderna e appetibile, e ampliare così il fronte della domanda sia da parte delle comunità locali sia dei fruitori esterni;
  • riuso e gestione dei beni pubblici abbandonati o non utilizzati, anche al fine di promuovere l'insediamento di nuove economie, capaci di creare nuovi valori per le comunità locali e favorire al contempo la tutela attiva e la resilienza dei territori (affrontando però con determinazione le criticità e le debolezze relative agli strumenti di gestione e alle forme di governance efficaci dei sistemi e delle reti di beni/servizi);
  • interventi per la fruizione dolce dei territori, fatta di ciclovie, percorsi tematici e cammini in grado di collegare frazioni, borghi e centri abitati isolati;
  • interventi a supporto dell'inclusione digitale delle comunità;
  • processi per l’inclusione attiva e il miglioramento della qualità e disponibilità dei servizi di prossimità alla cittadinanza, con il concorso di risorse statali e del POR FSE+.

La Regione concentrerà il metodo e le risorse dell’azione su aree interne, selezionate sulla base dei criteri definiti a livello nazionale (“Criteri per la Selezione delle Aree Interne da sostenere nel ciclo 2021 – 2027”, a cura di Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Politiche di Coesione - Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione, gennaio 2022), esclusivamente con associazioni di Comuni che costituiscano il soggetto pubblico di riferimento della Strategia Territoriale (ST), la quale dovrà prevedere un coordinamento con quanto previsto dal FEASR tramite gli interventi del Programma di Sviluppo Regionale e sviluppare le adeguate sinergie tra LEADER/CLLD e SNAI per contribuire allo sviluppo delle zone rurali.

In ragione del riparto delle risorse statali del Fondo di rotazione disponibili (art. 1 c. 314 L n. 160/2019), approvato nella seduta del Comitato Tecnico Nazionale Aree Interne del 9 febbraio 2022, la Regione concentrerà il suo intervento, sia nel territorio alpino che in quello appenninico (già oggetto di specificazione programmativa nella Convenzione delle Alpi e nella Convenzione degli Appennini promossa dal progetto Appennino Parco d’Europa), individuando come prioritario il sostegno a due nuove aree interne, Valsesia e Terre del Giarolo, una con caratteristiche proprie delle Alpi e condizioni di debolezza dovute alla difficile accessibilità e una con condizioni di fragilità proprie dell’Appennino come da Deliberazione della Giunta regionale n. 28-5251 del 21 giugno 2022.
Con la Deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 22 luglio 2022 ha preso atto degli esiti dell’istruttoria nazionale con l’individuazione delle due aree citate nella Strategia Nazionale per le Aree Interne del periodo 2021-2027.

Per il Piemonte il potenziale di sviluppo economico legato alle aree interne, che sono state identificate dal livello nazionale nel ciclo 2024-20 e che lo saranno nel ciclo 2021-27 in quanto ritenute meritevoli di inserimento nella rinnovata SNAI, è rappresentato dal capitale territoriale, spesso inutilizzato, caratterizzato dalle importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali materiali e immateriali di pregio (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) in esse presenti; in queste aree, inoltre, si concentra una maggiore opportunità per la Regione di mantenere programmi e azioni per lo sviluppo sostenibile, ovvero che perseguono unitamente gli obiettivi di crescita economica con quelli dell’integrità degli ecosistemi e dell’equità sociale, che interessino il territorio e le comunità che vi risiedono, per contribuire a raggiungere gli obiettivi definiti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (Agenda 2030) declinati nella Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS), presentata dalla Regione Piemonte alla collettività dal 10 giugno 2021, in coerenza con la Strategia Nazionale.


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PRIORITÀ

5P

SDG

1 ACCOMPAGNARE LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO PIEMONTESE VERSO UN MODELLO IN GRADO DI CONIUGARE COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ

1.3 Cura e sviluppo del potenziale dei territori

PROSPERITÀ

2 FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA, L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

2.2 Pianificazione energetica ambientale: più rinnovabili, efficientamento energetico; meno emissioni climalteranti e consumi energetici

PIANETA

3 CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE E LA RESILIENZA DEI TERRITORI

3.2 Ridurre le marginalità territoriali

Lo Sviluppo Urbano Sostenibile

La Regione, nel quadro della Politica di Coesione Europea 2014-20, sostiene la crescita territoriale riconoscendo il ruolo strategico dei poli urbani e, contestualmente, rileva importanti criticità (nella qualità/quantità dei servizi di e-government ed e-health, relativamente all’efficienza energetica nonché alla competitività delle destinazioni turistiche) che richiedono l’attivazione di strategie di medio periodo incentrate su azioni di contrasto a tali problematiche.
Con la previsione di un asse dedicato, Asse IV Sviluppo Urbano Sostenibile del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, si promuove la redazione di Strategie integrate per lo sviluppo nei sette capoluoghi di provincia: la Città di Alessandria, la Città di Asti, il Comune di Biella, la Città di Cuneo, il Comune di Novara, la Città di Verbania e la Città di Vercelli, al fine di renderli - secondo il paradigma smart cities - luoghi maggiormente innovativi, efficienti e competitivi.
Le Strategie sono indirizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
  1. miglioramento, nell'ambito dell'Obiettivo Tematico 2 della Politica di Coesione Europea “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) nonché il loro utilizzo e qualità”, dell’offerta di servizi digitali da parte delle Amministrazioni Pubbliche a vantaggio dei cittadini e delle imprese e con effetti diffusi a scala vasta;
  2. miglioramento, nell'ambito dell'Obiettivo Tematico 4 della Politica di Coesione Europea “Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, del risparmio energetico di edifici pubblici non residenziali, a favore dell’abbattimento dei costi di gestione e delle emissioni climalteranti;
  3. miglioramento, nell’ambito dell’Obiettivo Tematico 6 della Politica di Coesione Europea “Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’efficienza delle risorse”, della valorizzazione dei poli culturali come volano della promozione turistica del territorio.
Le azioni consistono nella adozione di:
  1. soluzioni tecnologiche per la realizzazione di servizi di e-government interoperabili e di soluzioni integrate per le Smart Cities and Communities negli ambiti prioritari cultura-turismo, energia-ambiente, government e mobilità;
  2. interventi per l’eco-efficienza e la riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche attraverso interventi di ristrutturazione, ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti;
  3. interventi per la riduzione dei consumi energetici delle reti di illuminazione pubblica, mediante la sostituzione di punti luce, l’istallazione di Smart lamp post in grado anche di erogare servizi smart e innovativi;
  4. interventi per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, destinati ad attivare processi di sviluppo economico.

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1 ACCOMPAGNARE LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO PIEMONTESE VERSO UN MODELLO IN GRADO DI CONIUGARE COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ

1.3 Cura e sviluppo del potenziale dei territori

PROSPERITÀ

PIANETA

2 FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA, L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

2.2 Pianificazione energetica ambientale: più rinnovabili, efficientamento energetico; meno emissioni climalteranti e consumi energetici

3 CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE E LA RESILIENZA DEI TERRITORI 3. Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale
Il territorio regionale è anche connaturato da zone rifunzionalizzate per effetto di processi di decentramento manifatturiero, di catene logistico-distributive e di attraversamenti infrastrutturali che rappresentano un’opportunità di crescita economica, di creazione di occupazione e soddisfacimento di nuovi bisogni sociali espressione di rinnovate esigenze di qualità della vita, di domanda di servizi culturali e sociali, di infrastrutture connettive e interventi sul patrimonio. Per ridurre le importanti criticità rilevate, nel mix produttivo, nella localizzazione delle funzioni per l’economia, nella qualità/quantità dei servizi disponibili per l’attrattività e la vita quotidiana, che si riflettono sui divari di sviluppo territoriale - tra il centro metropolitano e le periferie e tra l’area metropolitana e i centri intermedi urbani - sono richieste strategie di medio periodo incentrate su azioni di contrasto a tali problematiche.

Nel ciclo di programmazione 2021-27, la Regione continua a riconoscere un ruolo strategico alle aree urbane e sostiene uno sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza, attraverso una azione dedicata - le Strategie Urbane d’Area (SUA) - del Programma Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2021-2027 per concorrere al perseguimento dell’Obiettivo Strategico 5 Un’Europa più vicina ai cittadini attraverso le promozione dello sviluppo sostenibile e integrato di tutti i tipi di territorio e delle iniziative locali previsto dalla Politica di Coesione Europea. Mediante il coinvolgimento delle comunità locali, la Regione promuove la redazione e l’attuazione di Strategie Urbane d’Area (SUA) nei sistemi intercomunali a densità intermedia e gravitanti su centri maggiori, che includono Comuni di diverse dimensioni ma che hanno relazioni di funzionalità reciproca, di contiguità geografica e di omogeneità storico-culturale e sociale. Le SUA, in linea con quelli definiti Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs) e dalla Nuova Carta per le Città Sostenibili, sono strumenti indirizzati al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
  1. rigenerazione urbana;
  2. tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico, culturale, turistico e naturale;
  3. miglioramento dell’utilizzo e della qualità delle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) mediante l’offerta di servizi digitali interoperabili e di soluzioni integrate con effetti diffusi a scala vasta in ambiti prioritari.

Per approfondimenti visita la pagina dedicata.

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1.3 Cura e sviluppo del potenziale dei territori

PROSPERITÀ

2 FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA, L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

2.2 Pianificazione energetica ambientale: più rinnovabili, efficientamento energetico; meno emissioni climalteranti e consumi energetici

PIANETA

3 CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE E LA RESILIENZA DEI TERRITORI

3. Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale

La Strategia per la Banda Ultralarga e la Strategia per la Crescita Digitale in Piemonte

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che gli investimenti degli operatori privati in Italia sono insufficienti a permettere il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea (DAE).
Le reti a banda ultralarga rappresentano un fattore chiave per lo sviluppo della Società dell’Informazione e sono una condizione abilitante per la crescita economica. La diffusione della banda ultralarga sul territorio, grazie alla maggiore velocità e affidabilità di trasmissione, abiliterà in modo significativo la diffusione dell’informazione, la condivisione e l’accessibilità del patrimonio pubblico, lo sviluppo e l’adozione di nuovi servizi digitali (o potenziamento degli esistenti), sia nel settore pubblico che privato, l’inclusione e la partecipazione dei cittadini, favorendo l’innovazione e il cambiamento in campo sociale ed economico.
Il Piano di Investimenti per la diffusione della banda ultralarga, cardine dell’investimento pubblico nelle reti infrastrtturali, è concepito in stretta sinergia con la Strategia per la crescita Digitale, dal momento che entrambe intendono contribuire all’aumento della digitalizzazione dell’economia e della società e di conseguenza delle potenzialità di innovazione del territorio.
A livello regionale, la due strategie convergono nelle misure che incidono sull’obiettivo tematico 2 della politica di coesione “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), nonché il loro utilizzo e qualità” e nei contenuti programmatici di un asse dedicato: l’Asse II Agenda Digitale del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Gli investimenti perseguono l’obiettivo di migliorare la performance digitale del Piemonte, allineandola ai valori della media europea, prendendo in considerazione cinque dimensioni chiave: connettività, capitale umano, utilizzo dei servizi internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali riassunte nell’indice europeo DESI Index (The Digital Economy and Society Index).
Con le azioni in essere si intende:
  • garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana in coerenza con l’Agenda digitale europea;
  • contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, favorendo l'innovazione e la crescita economica, culturale e sociale del Paese, promuovendo l’alfabetizzazione digitale di cittadini e imprese, creando nuove conoscenze e opportunità di sviluppo.
A livello di dotazione infrastrutturale è previsto il potenziamento delle dotazioni con la previsione di:
  • copertura ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana;
  • copertura ad almeno 30 Mbps garantita alla totalità della popolazione italiana;
  • copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare), delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici
  • garanzia di internet veloce nelle aree dove gli operatori di mercato non hanno programmato di investire direttamente e ridurre le marginalità territoriali mettendo in condizione ogni territorio di disporre dell’infrastruttura di rete;
  • assicurare il rilegamento in fibra ottica delle sedi della Pubblica Amministrazione centrale e locale (edifici pubblici quali scuole, sedi e presidi sanitari, sedi delle forze dell’ordine, sedi comunali) e nelle aree industriali.


Per approfondimenti visita la pagina dedicata all'Agenda Digitale della Regione Piemonte e dell'Osservario ICT.

Gli investimenti per le reti a banda ultralarga, come ripreso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), valutato positivamente con Decisione del Consiglio ECOFIN del 13 luglio 2021, notificata all’Italia dal Segretariato generale del Consiglio con nota LT 161/21, del 14 luglio 2021, devono essere accompagnati da interventi mirati allo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini; secondo i dati del Digital Economy and Society Index 2021, l’Italia è terzultima in Europa nella dimensione del capitale umano. Solo il 42 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (56 % nell'UE) e solo il 22 % dispone di competenze superiori a quelle base (31 % nell'UE). Nel quadro del sostegno della transizione digitale del Paese e la modernizzazione della PA, delle infrastrutture di comunicazione e del sistema produttivo, la Regione è impegnata nell’attuazione della Misura 1.7.2 “Rete di servizi di facilitazione digitale” prevista dalla Missione 1 Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo - Componente 1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione. Con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 62 – 6055 del 25 novembre 2022 è stato approvato il Piano operativo regionale che prevede un bando non competitivo rivolto a diverse forme di aggregazione tra comuni piemontesi (cosiddetti soggetti sub attuatori), allo scopo di favorire la predisposizione ed il finanziamento di reti locali di facilitazione, le tempistiche per la definizione delle progettualità, la creazione di 199 nodi di facilitazione digitale entro il 30 giugno 2023 e l’erogazione dei servizi di facilitazione erogati a 160.000 cittadini entro il 31 dicembre 2025; il 10 gennaio 2023 è stato sottoscritto l’Accordo per la realizzazione della Misura 1.7.2 “Rete di servizi di facilitazione digitale” tra la Regione Piemonte Direzione Competitività del Sistema Regionale e la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per la trasformazione digitale.
L’obiettivo generale del progetto “Rete di servizi di facilitazione digitale” è legato all’accrescimento delle competenze digitali diffuse per favorire l’uso autonomo, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie, per promuovere il pieno godimento dei diritti di cittadinanza digitale attiva da parte di tutti e per incentivare l’uso dei servizi online dei privati e delle Amministrazioni Pubbliche, semplificando il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione.
Con l’azione si intende contribuire all’aumento del grado di utilizzo dei servizi pubblici digitali (e-government) e della digitalizzazione della società, allineando il Piemonte al valore della dimensione “Connettività” dell’indice Digital Economy and Society Index (DESI) alla media UE.

Per approfondimenti visita la pagina dedicata.

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1 ACCOMPAGNARE LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO PIEMONTESE VERSO UN MODELLO IN GRADO DI CONIUGARE COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ

3. Cura e sviluppo del potenziale dei territori

PROSPERITÀ




LA STRATEGIA DELLE INFRASTRUTTURE VERDI

Le infrastrutture verdi, secondo la definizione comunitaria, sono "una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici. Ne fanno parte gli spazi verdi (o blu, nel caso degli ecosistemi acquatici) e altri elementi fisici in aree sulla terraferma (incluse le aree costiere) e marine. Sulla terraferma, le infrastrutture verdi sono presenti in un contesto rurale e urbano".
Nell'UE le infrastrutture verdi includono la rete Natura 2000, quale struttura portante, nonché spazi naturali e seminaturali al di fuori di Natura 2000, come parchi, giardini privati, siepi, fasce tampone vegetate lungo i fiumi o paesaggi rurali ricchi di strutture con determinate caratteristiche e pratiche, ed elementi artificiali come giardini pensili, muri verdi, oppure ponti ecologici e scale di risalita per pesci.

La Strategia europea delle Infrastrutture Verdi nasce dall'acquisita consapevolezza che la Società umana dipende dai benefici prodotti dalla natura, cioè dai Servizi Ecosistemici. Tutti questi benefici vengono però usati come se la loro offerta fosse pressoché illimitata e trattati come beni gratuiti il cui vero valore non è pienamente riconosciuto e apprezzato.
L’UE descrive le Infrastrutture Verdi come uno strumento destinato a fornire benefici ecologici, economici e sociali attraverso soluzioni in armonia con la natura, per aiutare a comprendere i vantaggi che la natura offre alla società umana, e per mobilitare gli investimenti che sostengono e valorizzano questi benefici. Ad esempio, le infrastrutture verdi possono essere utilizzate per ridurre la quantità di acque meteoriche di dilavamento che confluiscono nelle reti fognarie e, infine, in laghi, fiumi e torrenti, attraverso la ritenzione naturale e le capacità di assorbimento della vegetazione e dei suoli. I benefici delle Infrastrutture Verdi in un caso del genere potrebbero includere maggiore sequestro di carbonio, miglioramento della qualità dell'aria, mitigazione dell'effetto delle isole di calore urbane, ulteriore habitat per la fauna selvatica e spazi ricreativi. Le aree verdi contribuiscono inoltre al paesaggio culturale e storico, conferendo identità ai luoghi e allo scenario delle aree urbane e periurbane, in cui le persone vivono e lavorano.
Le Infrastrutture Verdi consentono ad ecosistemi sani di rafforzare la propria funzionalità affinché forniscano costantemente beni e servizi, aumentando la resilienza e riducendo le vulnerabilità dei paesaggi. Sono il luogo di produzione dei Servizi Ecosistemici anche all’interno dei paesaggi antropici (agricoli e/o urbani).

Le GBI si compongono di Nature Based Solutions (NBS). Le NBS Sono soluzioni ispirate e basate sulla ricostruzione di processi della natura, come per esempio la capacità di immagazzinare carbonio o di regolare il flusso dell’acqua. Si caratterizzano a seconda del paesaggio e dei Servizi Ecosistemici erogati. Sono convenienti in termini di costi e al contempo forniscono contemporaneamente vantaggi ambientali, sociali ed economici e aiutano a costruire resilienza dei territori. Tali soluzioni possiedono caratteristiche e attivano processi naturali, efficienti sotto il profilo delle risorse, diversificati e adattati a livello locale nelle città.
Componente fondamentale delle NBS è la vegetazione. La selezione della vegetazione e delle specie da utilizzare per progettare e costruire le NBS deve considerare:

  • le condizioni climatiche,
  • le caratteristiche chimico/fisiche dei suoli,
  • le esigenze di risposta, ovverosia i benefici/servizi ecosistemici necessari,
  • le caratteristiche delle specie rispetto ai servizi ecosistemici che la NBS deve erogare (raccolta polveri, filtrazione dell’acqua, ombreggiamento, sostenere la biodiversità,
  • la capacità della vegetazione di autosostenersi nel tempo (mantenere funzioni e bassa manutenzione).

La Regione Piemonte per lo sviluppo delle infrastrutture verdi ha promosso negli ultimi 20 anni progetti strategici di area vasta e locali così come progetti pilota. Le Infrastrutture Verdi infatti forniscono il contesto per sperimentare approcci innovativi nella pianificazione e gestione del territorio, esaltando la multi funzionalità e la pluralità di valori e rispondendo a diversi obiettivi, quali:
  • aumentare la connettività tra aree naturali e seminaturali esistenti, arginando la perdita di biodiversità e migliorando la permeabilità del paesaggio,
  • rafforzare la funzionalità degli ecosistemi,
  • mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici,
  • migliorare la qualità della vita dell’uomo, salvaguardandone la salute,
  • contribuire alla conservazione del patrimonio storico culturale ed alle opportunità di sviluppo economico legate, ad esempio, al turismo.

Il progetto strategico Corona Verde


Corona Verde è il progetto strategico regionale, nato alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso per dare una risposta ai problemi di degrado e di consumo di suolo dell’area metropolitana torinese. Mettendo a sistema la Corona di Delizie delle Residenze Reali sabaude con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali, Corona Verde ha promosso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde attorno alla città di Torino che recupera un rapporto più equilibrato tra Città e Natura, migliora la qualità di vita degli abitanti e promuove processi di sviluppo locale sostenibile.
Grazie a una nuova visione di sviluppo territoriale condivisa con gli Enti di gestione dei Parchi e il Politecnico di Torino, a partire dal 2003, la Regione Piemonte ha stanziato 12,5 milioni di euro del DOCUP 2000/2006, finanziando 36 interventi con il coinvolgimento di 24 enti pubblici (5 Enti parco e 19 Comuni).

Nel 2009, con la seconda fase del progetto, 10 milioni di euro del POR-FESR 2007/2013 sono stati utilizzati per finanziare 18 interventi, privilegiando i progetti sovraterritoriali che meglio riuscivano a coniugare obiettivi diversi e/o a creare sinergie e complementarietà con le pianificazioni e le programmazioni già avviate sul territorio.

Corona Verde si propone di:
  • tutelare e riqualificare le componenti ecosistemiche di pregio del territorio;
  • potenziare la rete fruitiva connettendo le risorse naturalistiche e storico-culturali di maggiore interesse;
  • valorizzare l’agricoltura periurbana per gestire e mantenere il sistema degli spazi aperti e dei paesaggi rurali tradizionali;
  • ridisegnare i bordi e le porte urbane per salvaguardare le aree non costruite; contrastare il consumo di suolo.
Per dare forza al progetto, si è costruito un sistema articolato di governance territoriale per favorire la collaborazione tra gli enti e le comunità locali - 84 Comuni e altri 18 soggetti tra pubblici e privati - e per integrare una molteplicità di politiche e azioni sinergiche.

Strumento fondamentale del Progetto è il Masterplan: elaborato in modo partecipato e condiviso, rappresenta lo strumento utile ad attivare un programma con orizzonte di medio e lungo periodo (15-20 anni).

Corona Verde è divenuta il quadro di riferimento per le progettualità territoriali in chiave green dell’area metropolitana torinese, sviluppate a partire da interventi di natura ambientale (agricoltura km0, turismo slow, ciclofficine, ecc.): un riconoscimento per la validità di un progetto che merita di essere implementato e arricchito con nuovi tasselli.
Nella consapevolezza che l’infrastruttura verde possa aiutare a riconnettere sia dal punto di vista ambientale che sociale il tessuto urbano delle periferie particolarmente frammentato, la Regione Piemonte ha colto, nel 2016, l’occasione del cosiddetto Bando Periferie per investire sul futuro di Corona Verde.
Nell’ambito del progetto ToP Metro – Città Metropolitana Riqualificazione Periferie della Città Metropolitana di Torino, la Regione ha presentato l’intervento di area vasta Corona Verde: l’infrastruttura verde per riqualificazione e ricucitura sostenibile delle periferie, dedicato all’implementazione di azioni immateriali, tra le quali un nuovo Piano per la Governance e un Programma della Mobilità ciclabile metropolitana per pianificare, gestire e monitorare in modo integrato, connettendo le aree di periferia con servizi, centri urbani, aree di interesse ambientale e culturale, potenziando e mettendo in sicurezza i sistemi esistenti, integrando la ciclabilità con il trasporto pubblico locale e la mobilità sostenibile.

I PROGETTI EUROPEI DI COOPERAZIONE TERRITORIALE: BLUE GREEN CITY

La Regione Piemonte nel 2023 ha concluso la seconda ed ultima fase del progetto Blue Green City (Blue and Green Infrastructure for Sustainable Cities) - finanziato dal Programma di cooperazione territoriale Interreg Europe. 
Il progetto mirava a migliorare le politiche che promuovono le Green e Blue Infrastructure (GBI) come parte integrante di una strategia locale o regionale di conservazione del patrimonio naturale. L’ obiettivo si è raggiunto attraverso l’accrescimento delle conoscenze individuali e organizzative delle parti interessate sui concetti di servizi ecosistemici e di valore delle infrastrutture verdi e blu. A tal fine il progetto ha promosso la condivisione di esperienze e lo scambio di buone pratiche realizzate attraverso eventi di progetto, seminari e formazione per facilitare il processo interregionale di apprendimento delle politiche e la collaborazione nella ricerca di soluzioni comuni alle sfide comuni poste dai cambiamenti climatici.

Il progetto è stato avviato ad agosto 2019 e si è sviluppato in due fasi, la prima si è conclusa a gennaio 2022 e aveva come obiettivi l'apprendimento collettivo attraverso lo scambio di buone pratiche tra partner e l’adozione di un Action Plan, la seconda fase terminata a gennaio 2023,  riguarda l'implementazione dell’Action Plan al fine di migliorare gli strumenti di policy dedicati alla realizzazione delle infrastrutture verdi (il POR-FESR 2021-2027 per la Regione Piemonte).

Fra i risultati del progetto Blue Green City, in ottica di contribuire a migliorare lo strumento programmatico regionale del PR-FESR e di favorire l'integrazione delle infrastrutture verdi e blu (IVB) nella pianificazione territoriale regionale, sono state realizzate le Linee Guida per la pianificazione sostenibile delle Infrastrutture Verdi e Blu per le aree urbane e periurbane della regione, un manuale per supportare policy maker, tecnici pubblici e privati nella pianificazione delle IVB e nella scelta delle Nature Based Solutions (NBS) e le Raccomandazioni per il Programma Regionale a valere sui fondi FESR 2021-2027 al fine di definire obiettivi, contenuti e criteri dei bandi per il finanziamento delle IVB e delle NBS.