PM10
La valutazione della qualità dell'aria concorre agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare all'Obiettivo 11:
Il particolato PM10 è originato come tale dalle sorgenti (traffico, riscaldamento, attività produttive ecc.) e indirettamente dalla trasformazione di composti gassosi (come gli ossidi azoto).
Il valore limite della media annua per la protezione della salute umana è pari a 40 µg/m3?calcolato come media su un anno civile.
Il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana è pari a 50 µg/m3, da non superare più di 35 volte per anno civile.
Le eccezionali condizioni meteorologiche che si verificano nel bacino del Po a causa della sua particolare topografia rendono molto più difficoltosa, rispetto al resto dell’Europa, la dispersione degli inquinanti atmosferici. In Europa non esiste infatti nessuna area geografica con le stesse caratteristiche avente dimensioni così vaste.
Sebbene negli ultimi decenni le emissioni di molti inquinanti atmosferici siano diminuite in modo sostanziale, determinando una migliore qualità dell’aria ambiente, tuttavia, a causa della complessità del fenomeno dell’inquinamento atmosferico che comporta l’ormai ben nota mancanza di relazione lineare tra emissioni e concentrazioni in aria, i livelli di alcuni inquinanti risultano sempre troppo elevati e i problemi legati alla qualità dell’aria persistono.
Nel bacino padano gli inquinanti che continuano a costituire una criticità sono il particolato atmosferico (PM10 e PM2,5) e l’ozono, entrambi riconosciuti come i principali responsabili degli effetti sulla salute umana, nonché il biossido di azoto (NO2).
PM10 media annuale
Figura 1
PM10, medie annuali misurate nelle stazioni della rete regionale
Figura 2
PM10, medie annuali stimate per i vari comuni con il sistema modellistico
I valori medi di concentrazione rilevati dalle stazioni di monitoraggio della rete regionale nel 2022 sono lievemente superiori rispetto all’anno precedente, pur rimanendo nel rispetto del valore limite medio annuale previsto dalla normativa, pari a 40 µg/m³.
Anche il numero di giornate con concentrazioni medie giornaliere superiori al valore limite – pari a 35 giorni su base annua - ha registrato un leggero incremento rispetto al 2021, soprattutto nelle stazioni dell’agglomerato di Torino.
Le concentrazioni registrate nel corso del 2022 dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale della qualità dell’aria sono state fortemente condizionate dalle condizioni meteorologiche. Infatti, il quadro meteorologico osservato nel 2022 ha creato condizioni favorevoli all’accumulo degli inquinanti in atmosfera, grazie sia alle temperature più elevate rispetto alla norma sia all’assenza di precipitazioni che ha caratterizzato l’anno, specie nell’area metropolitana torinese con un deficit superiore a quello di altre zone della regione. In particolare, l’inverno 2022 è risultato essere decisamente anomalo, risultando contemporaneamente molto secco e molto caldo. Se le temperature più miti nel periodo invernale possono avere portato ad una parziale riduzione delle emissioni associate al riscaldamento, l’assenza di pioggia registrata ad inizio anno ha permesso una maggiore permanenza delle polveri in atmosfera contribuendo così all’incremento delle concentrazioni nei periodi già di consueto meno favorevoli alla dispersione degli inquinanti in atmosfera.
I valori medi di concentrazione rilevati dalle stazioni di monitoraggio della rete regionale sono generalmente confrontabili con quelli dell’anno precedente, mentre risulta di norma superiore il numero di giornate oltre il limite di 35 giorni di superamento del valore di 50 µg/m3. Uno dei fattori principali che hanno originato tale differenza è la minore piovosità dell’ultimo trimestre 2020 - in particolare del mese di novembre - rispetto allo stesso periodo del 2019.
Figura 3
PM10, andamento della media annua - anni 2003-2022
Il valore limite di concentrazione media annuale (40 µg/m3) non è stato superato nel 2022 in nessuna stazione della rete regionale. Si tratta del quinto anno consecutivo in cui tale limite è rispettato su tutto il territorio. Il valore di 40 µg/m3 è stato misurato nella sola stazione di traffico urbano di Torino - Grassi caratterizzata, sebbene con un trend decrescente negli anni, da valori medi sempre molto elevati.
Si conferma tuttavia la difficoltà a garantire il conseguimento del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (pari a 50 µg/m3, da non superare più di 35 volte per anno civile) su tutto il territorio regionale, nonostante il fatto che i valori limite annuali siano rispettati.
Il numero di stazioni con valore medio giornaliero superiore al valore limite di 35 giorni su base annua evidenzia ancora la presenza di superamenti in molte stazioni dell’agglomerato di Torino e in alcune aree urbane della Zona di pianura.
PM10 SUPERAMENTO DEL LIMITE GIORNALIERO
Il valore limite di concentrazione media annuale (40 µg/m3) non è stato superato nel 2022 in nessuna stazione della rete regionale. Si tratta del quinto anno consecutivo in cui tale limite è rispettato su tutto il territorio. Il valore di 40 µg/m3 è stato misurato nella sola stazione di traffico urbano di Torino - Grassi caratterizzata, sebbene con un trend decrescente negli anni, da valori medi sempre molto elevati.
Si conferma tuttavia la difficoltà a garantire il conseguimento del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (pari a 50 µg/m3, da non superare più di 35 volte per anno civile) su tutto il territorio regionale, nonostante il fatto che i valori limite annuali siano rispettati.
Il numero di stazioni con valore medio giornaliero superiore al valore limite di 35 giorni su base annua evidenzia ancora la presenza di superamenti in molte stazioni dell’agglomerato di Torino e in alcune aree urbane della Zona di pian
Figura 4
PM10, superamenti del valore limite giornaliero misurati nelle stazioni della rete regionale
Cliccando sulle singole stazioni, è possibile visualizzare il dato a partire dal 2009.
Figura 5
PM10, superamenti annuali stimati per i vari comuni con il sistema modellistico
Figura 6
PM10, andamento del superamento limite giornaliero - anni 2003-2022
La riduzione generale dei valori è evidente: nelle stazioni urbane il valore misurato nel 2022 è pari a quasi un quarto di quello misurato nei primi anni dello scorso ventennio.
Nonostante il netto miglioramento, diverse stazioni superano il valore limite consentito dalla normativa.
Il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana è pari a 50 µg/m3, da non superare più di 35 volte per anno civile.
In Piemonte, nel 2022, tale valore è stato superato in circa il 41% delle stazioni contro il 38% dell’anno precedente.
Le stazioni della zona dell’agglomerato di Torino sono quelle che hanno riportato in generale il più elevato numero di superamenti dell’intera rete, con il picco di 98 superamenti registrato nella stazione locale di traffico urbano di Torino – Grassi.
Anche diverse stazioni della Zona di Pianura, soprattutto urbane, hanno presentato superamenti del valore limite normativo di 35 superamenti per anno solare, mentre le stazioni della Zona di Collina hanno riportato risultati ben al di sotto del limite, fatta eccezione per la stazione di fondo suburbano di Ivrea – Liberazione, con 41 superamenti.
Nella zona di Montagna, anche nel 2022, il limite non è mai stato superato ed il maggiore numero di superamenti è stato registrato nella stazione di fondo suburbano di Domodossola - Curotti (24 superamenti).
Rispetto al 2021, il quadro risulta differenziato a livello regionale, con una lieve riduzione del numero di superamenti in alcuni capoluoghi piemontesi ed un peggioramento più evidente a Torino e in alcuni comuni della prima cintura, coerente con l’anomalia nelle precipitazioni evidenziata nel corso del 2022.
Facendo riferimento alle solo stazioni di monitoraggio presenti nei capoluoghi di provincia si evidenzia che:
- il 56% delle stazioni ha superato il limite giornaliero (50 µg/mc) per più di 35 giorni/anno;
- nessuna stazione ha rispettato il riferimento dell’OMS che indica una soglia pari a tre giorni l’anno (di superamento del limite di 50 µg/mc);
- il 44% delle stazioni presenti nei capoluoghi ha presentato un numero di superamenti fino a 35 volte.
Figura 7
PM10, concentrazione media annuale per provincia - anno 2022
Figura 8
PM10, numero di giorni di superamento del valore limite per provincia - anno 2022
**a Torino Consolata la percentuale dei dati validi è uguale all'87% e, nonostante i dati manchino in un periodo critico per l'inquinante, la stazione ha superato il valore limite più di 35 giorni.
Figura 9
PM10, concentrazione media annuale (per zona UE) - anno 2022
Figura 10
PM10, numero di giorni di superamento del valore limite, giornaliero, suddivisi per zona UE – anno 2022
**a Torino Consolata la percentuale dei dati validi è uguale all'87% e, nonostante i dati manchino in un periodo critico per l'inquinante, la stazione ha superato il valore limite più di 35 giorni.
LA MISURA DEL BLACK CARBON IN PIEMONTE
Il black carbon (BC) è un componente del particolato fine ed è definito come l'insieme delle particelle carboniose in grado di assorbire luce con lunghezza d'onda caratteristica nello spettro del visibile (380 ÷ 760 nm).
Fondamentalmente, queste particelle di carbonio presentano una microstruttura simile a quella della grafite aggregata in piccole sfere con diametro indicativamente compreso tra 10 e 50 nm. Il BC proviene dalla combustione incompleta di carburanti di origine fossile, principalmente diesel, dalla combustione della biomassa (ad esempio in ambito agricolo o per gli incendi boschivi) e dal riscaldamento domestico (sia con combustibili fossili che con biomasse).
Il monitoraggio del black carbon viene eseguito con strumentazione in grado di fornire anche una prima valutazione della fonte di provenienza - source apportionment - che identifica le due principali categorie di contributo, da fonti fossili e da biomassa; questo monitoraggio ha quindi rilevanza in quanto fornisce informazioni in termini di inquinamento atmosferico al suolo e di riscontro per la valutazione delle politiche di intervento sulle diverse fonti di emissione per la riduzione dei gas climalteranti.
La misura viene effettuata mediante un analizzatore in continuo (Aethalometer Model AE33 – Magee Scientific, successivamente etalometro). Il principio di misura dell’etalometro è basato sull’attenuazione dell’intensità della radiazione luminosa; l’aria aspirata attraversa un nastro di materiale filtrante, creando così un deposito di PM10 a densità crescente, che viene investito da fasci luminosi a diverse lunghezze d’onda: dall’aumento dell’attenuazione della radiazione luminosa tra due misure consecutive si risale alla concentrazione del black carbon. Questa analisi viene eseguita con sette lunghezze d’onda ottiche, comprese tra vicino infrarosso e vicino ultravioletto. Per la misura del BC si utilizza la lunghezza d’onda di 880 nm.Il BC ha effetti tossici trascurabili sui polmoni umani e animali e sulle cellule delle vie aeree come macrofagi e cellule epiteliali respiratorie. È stato invece suggerito che eserciti un ruolo chiave indiretto nella tossicità come vettore universale di sostanze organiche semi-volatili tossiche e altri composti co-rilasciati nei processi di combustione o attaccati alla loro superficie durante il trasporto regionale e a lungo raggio [1].
L’attenzione verso questo componente del particolato è cresciuta negli anni, poiché oltre a contribuire all’inquinamento atmosferico, influisce sul cambiamento climatico ed è stato inserito come inquinante da ridurre insieme al PM2.5 nell’aggiornamento 2012 del Protocollo di Gotheborg, entrato in vigore il 7 ottobre 2019. Il BC infatti, è noto come un forzante climatico a vita breve, ha un forte effetto di riscaldamento ma non persiste nell'atmosfera come l'anidride carbonica (CO2). Tuttavia, ricerche più recenti mostrano che il BC intrappola il calore 680 volte più della CO2. Pertanto, in particolare nel contesto globale dello scioglimento dei ghiacciai, della riduzione della massa di ghiaccio ai Poli, con effetti a catena sulla flora e sulla fauna e l'innalzamento del livello del mare, la riduzione delle emissioni di BC è un obiettivo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici [2]. Per approfondire la relazione tra qualità dell’aria e clima è possibile consultare la sezione dedicata.
Il black carbon in Piemonte viene regolarmente misurato dall’estate 2018 in due stazioni, una di fondo urbano in Torino,, e una di fondo suburbano a Domodossola. Le due stazioni sono collocate in contesti molto differenti, Torino-Lingotto in un parco dell’area urbana torinese, Domodossola-Curotti in una città di 18 mila abitanti, centro principale della val d'Ossola nella piana del fiume Toce, alla confluenza di più valli alpine. Questa differenza è messa in evidenza dalle misure degli inquinanti che vengono effettuate presso le due stazioni. Torino-Lingotto presenta dei valori più critici di biossido di azoto e di PM10 rispetto a Domodossola (vedi Tabella 1 e Figura 11), ma quest’ultima è caratterizzata da livelli di benzo(a)pirene sempre superiori o uguali al valore obiettivo annuale fissato da normativa, pari a 1 µg/m3 (massima media annuale: 1.9 µg/m3 nel 2015 e 2016), quando Torino-Lingotto ha sempre rispettato il limite. Nel 2020 i valori di benzo(a)pirene a Domodossola sono stati quasi doppi rispetto al Lingotto (1.3 µg/m3 contro 0.7 µg/m3 annuali). Ne risulta quindi un particolato molto più ricco di Benzo(a)pirene rispetto a quello a Torino-Lingotto, come si può osservare in Figura 12.
Tabella 1 – dati statistici anno 2020 per le stazioni Torino-Lingotto e Domodossola-Curotti
|
Domodossola - Curotti, NO2 (µg/m3) |
Torino-Lingotto, NO2 (µg/m3) |
Domodossola - Curotti, NO (µg/m3) |
Torino-Lingotto, NO (µg/m3) |
Domodossola - Curotti, Black Carbon (µg/m3) |
Torino-Lingotto, Black Carbon (µg/m3) |
Dati orari validi |
8672 |
8364 |
8667 |
8357 |
8399 |
8486 |
Percentuale dati validi |
99% |
95% |
99% |
95% |
96% |
97% |
Media delle medie mensili dei massimi giornalieri |
33 |
48 |
42 |
55 |
4.88 |
3.24 |
Media dei massimi giornalieri |
33 |
49 |
42 |
57 |
4.61 |
3.16 |
Media dei valori orari |
17 |
31 |
12 |
23 |
1.96 |
1.68 |
Figura 11
Medie annuali di PM10 a Torino-Lingotto e Domodossola-Curotti
Figura 12
Percentuale di benzo(a)pirene nel PM10 – anni 2014-2020
Tale criticità relativamente al benzo(a)pirene ha fatto subito supporre come molto significativa la fonte riscaldamento tramite combustione di biomasse. Questa ipotesi è stata poi supportata dal source apportionment modellistico relativo al 2015 effettuato per il nuovo Piano Regionale per la Qualità dell’Aria della Regione Piemonte, nel quale è indicato un contributo percentuale alla media annuale del PM10 del riscaldamento a legna del 44.2% a Torino-Lingotto e del 76.7% a Domodossola, mentre complessivamente il traffico veicolare contribuisce al 35.7% del PM10 a Torino-Lingotto, contro il 10.3 % di Domodossola [3]. Per approfondimenti metodologici sul source apportionment modellistico è possibile consultare il capitolo 4.2 e l’allegato B del Piano Regionale di Qualità dell’Aria.
Come si può vedere in Tabella 1 ed in Figura 13, nel 2020, come avvenuto nel 2019, la media annua di BC a Domodossola è superiore a quella di Torino, mentre per il PM10 è vale il contrario, pertanto il BC ha un contributo maggiore nel PM10 a Domodossola rispetto a Torino (8,2% contro 5,6%). I valori giornalieri presentano un andamento tipico annuale con massimi invernali e minimi estivi, correlato a quello del PM10.
Figura 13
Andamento giornaliero del BC a Torino e Domodossola nel 2020
L’utilizzo di un analizzatore in continuo di BC nelle due stazioni ha consentito di quantificare la percentuale di black carbon attribuibile alla combustione delle biomasse in entrambi i siti, calcolata applicando il metodo elaborato da Sandradewi, J. et al. [4]. La verifica della correttezza di questo tipo di stima è stata approfondita in uno studio di Arpa Piemonte nel sito di Torino-Lingotto [5]. Nel 2019 il BC attribuibile alla combustione di biomasse è stato pari al 31% a Domodossola, e al 14% a Torino-Lingotto, aumenta nel 2020 (38% e 20% rispettivamente). Considerando solo il periodo freddo ottobre – marzo i valori a Domodossola nel 2018-19 sono il doppio di Torino (46% contro 23%, 3.28 µg/m3 di BC contro 2.63 µg/m3), nel 2019-20 a Domodossola aumenta la percentuale attribuibile alla combustione delle biomasse fino al 51%, mentre a Torino scende al 21%, nel 2020-21 a Domodossola rimane pressoché invariata (48%), mentre a Torino sale al 35%. Anche l’analisi del profilo medio giornaliero degli inverni 2018-19, 2019-20 e 2020-21 del BC da combustione di biomasse e da combustione di combustibili fossili indica che a Domodossola ci sia una fonte aggiuntiva di BC attribuibile a questa fonte; l’ultimo inverno è osservabile nella Figura 14.
Figura 14
Andamento del giorno medio per il BC da combustione di biomasse periodo ottobre 2020
marzo 2021
Figura 15
Andamento del giorno medio per il BC da combustione di combustibili fossili periodo ottobre 2020
marzo 2021
Tale affermazione può trovare conferma dall’analisi delle temperature e delle precipitazioni.
Per entrambe le stazioni la piovosità è stata inferiore nell’inverno 2020-2021 rispetto a quello precedente, con un deficit pluviometrico di 379 mm a Domodossola e 265 mm a Torino. I fenomeni piovosi si sono verificati soprattutto nei mesi di ottobre e dicembre a Domodossola, a ottobre e gennaio a Torino. L’inverno 2020-2021 di Domodossola ha registrato temperature medie leggermente inferiori a quello 2019-2020 (6.2 °C contro 6.9 °C), così come le medie dei massimi giornalieri (12.2 °C contro 13 °C). A Torino le temperature medie invece sono scese maggiormente (8.5 °C contro 9.4 °C), in particolare da fine novembre a metà febbraio. Questo può aver influito su un maggior utilizzo del combustibile legnoso a Torino e circondario, ricordando che le concentrazioni misurate in una stazione dipendono anche da sorgenti esterne alla città di Torino.
Tabella 2
Medie e variazioni percentuali degli inquinanti a Torino inverno 2018-19, 2019-20 e 2020-21
|
Torino - Lingotto, PM10 |
Torino - Lingotto, Stima % BC da combustione di biomassa |
Torino - Lingotto, BC |
Torino - Lingotto, BCbb |
Torino - Lingotto, BCff |
media inverno 2018-2019 |
40 |
23 |
2.63 |
0.71 |
1.92 |
media inverno 2019-2020 |
39 |
21 |
1.79 |
0.44 |
1.34 |
media inverno 2020-2021 |
40 |
35 |
3.12 |
1.11 |
1.97 |
____________________________________
BC = black carbon; BCbb = black carbon da combustione di biomassa; BCff black carbon da combustione di combustibili fossili
Tabella 3
Medie e variazioni percentuali degli inquinanti a Domodossola inverno 2018-19, 2019-20 e 2020-21
|
Domodossola - Curotti, PM10 |
Domodossola - Curotti, Stima % BC da combustione di biomassa |
Domodossola - Curotti, BC |
Domodossola - Curotti, BCbb |
Domodossola - Curotti, BCff |
media inverno 2018-2019 |
24 |
46 |
3.28 |
1.69 |
1.52 |
media inverno 2019-2020 |
30 |
51 |
2.96 |
1.71 |
1.25 |
media inverno 2020-2021 |
33 |
48 |
3.63 |
1.97 |
1.65 |
____________________________________
BC = black carbon; BCbb = black carbon da combustione di biomassa; BCff black carbon da combustione di combustibili fossili
Figura 16
Andamento del BC da combustione di biomassa a Domodossola-Curotti
Figura 17
Andamento del BC da combustione di biomassa a Torino-Lingotto
Figura 18
Andamento del BC da combustione di combustibili fossili a Domodossola – Curotti
Figura 19
Andamento del BC da combustione di combustibili fossili a Torino - Lingotto
Bollettino PM10
I dati sono il risultato dell'applicazione in modalità previsionale di un sistema modellistico di trasformazione chimica, trasporto e dispersione degli inquinanti, messo a punto da Arpa Piemonte a supporto dei compiti istituzionali della direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte e facente parte degli strumenti indicati nel Programma di Valutazione della Qualità dell’aria, redatto ai sensi del d.lgs 155/2010 ed approvato con Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2019, n. 24-903.
I campi di concentrazione di PM10, prodotti dal sistema modellistico con cadenza oraria sul dominio di simulazione che copre tutto il territorio della regione Piemonte, vengono dapprima aggregati temporalmente su base giornaliera e in seguito spazialmente per ottenere un valore di concentrazione univoco per ciascun territorio comunale. Il valore così ottenuto viene infine classificato in 5 classi, basate sulle soglie di valutazione superiore e inferiore e sul valore limite di 50 µg/m3 stabiliti per la concentrazione media giornaliera dal DLgs 155/10 e rappresentato in mappa.
Il bollettino è reso disponibile sul sito di Arpa Piemonte.
Figura 18
Bollettino previsionale PM10
CONTENUTI CORRELATI
Consulta la serie storica dell'indicatore PM10 media annua e PM10 superamenti limite giornaliero
Consulta il sito di Arpa Piemonte alla pagina sulla qualità dell’aria
Consulta la pagina di Sistema Piemonte
Per approfondimenti sul Black carbon, bibliografia
[1] Janssen N. et al., (2012) Health Effects Of Black Carbon, World Health Organization
[2] Entry into force of amended Gothenburg Protocol is landmark for clean air and climate action
[3] Regione Piemonte risultati del source apportionment modellistico
[4] Sandradewi, J. et al., (2008) Using Aerosol Light Absorption Measurements for the Quantitative Determination of Wood Burning and Traffic Emission Contributions to Particulate Matter, Environ. Sci. Technol. 42, 3316–3323
[5] Sacco M. et al, (2019) Caratterizzazione della componente carboniosa del particolato aero-disperso in un sito di fondo urbano torinese, Atti VII Convegno Nazionale Il controllo degli agenti fisici - Monitoraggio ambientale: dalla produzione all’analisi del dato, Arpa Piemonte in collaborazione con AIRP (Associazione Italiana di Radioprotezione)