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Figura 1
Figura 2
Figura 3
Fonte Arpa Piemonte
Figura 4
Figura 5
Figura 6
NH3
L’ammoniaca gassosa (NH3) svolge un ruolo importante nel campo della qualità dell’aria in quanto, partecipando al ciclo dell’azoto, contribuisce alla neutralizzazione degli acidi (come acido nitrico e acido solforico, derivanti dall’ossidazione in fase gassosa, rispettivamente, di SO2 ed NOx) e alla formazione del particolato atmosferico, in particolare quello fine (PM2.5).
Le normative nazionale e comunitaria sulla qualità dell’aria non prevedono valori limite o standard da rispettare per le concentrazioni in atmosfera di ammoniaca. La proposta di nuova direttiva sulla qualità dell’aria indica la misura dell’ammoniaca nelle stazioni individuate come supersiti, ovvero stazioni di monitoraggio in siti di fondo urbano o rurale nei quali condurre il campionamento per raccogliere dati a lungo termine su diversi inquinanti atmosferici anche non regolamentati, al fine di contribuire alla comprensione scientifica dei loro effetti sulla salute e sull’ambiente.
La rete di monitoraggio della qualità dell’aria della regione Piemonte è attualmente dotata di due analizzatori di ammoniaca che nel tempo sono stati utilizzati per monitorarne le concentrazioni in diversi siti in provincia di Cuneo e nella Città Metropolitana di Torino. Nella tabella si riportano i periodi di monitoraggio presso le varie stazioni.
Le normative nazionale e comunitaria sulla qualità dell’aria non prevedono valori limite o standard da rispettare per le concentrazioni in atmosfera di ammoniaca. La proposta di nuova direttiva sulla qualità dell’aria indica la misura dell’ammoniaca nelle stazioni individuate come supersiti, ovvero stazioni di monitoraggio in siti di fondo urbano o rurale nei quali condurre il campionamento per raccogliere dati a lungo termine su diversi inquinanti atmosferici anche non regolamentati, al fine di contribuire alla comprensione scientifica dei loro effetti sulla salute e sull’ambiente.
La rete di monitoraggio della qualità dell’aria della regione Piemonte è attualmente dotata di due analizzatori di ammoniaca che nel tempo sono stati utilizzati per monitorarne le concentrazioni in diversi siti in provincia di Cuneo e nella Città Metropolitana di Torino. Nella tabella si riportano i periodi di monitoraggio presso le varie stazioni.
PROVINCIA DI CUNEO | REVELLO - STAFFARDA 28/05/2016 - 27/03/2018 |
BRA 28/03/2018 - 21/04/2021 |
CAVALLERMAGGIORE 22/04/2021 - in corso al 30/05/2023 |
CITTA' METROPOLITANA DI TORINO |
TORINO - RUBINO 24/05/2016 - 14/11/2016 |
TORINO - LINGOTTO 15/11/2016 – in corso al 30/05/2023 |
Secondo l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) piemontese, riferito all’anno 2019, il comparto agricoltura e allevamento contribuisce all’emissione totale regionale di NH3 per il 92%, di cui l’86% proveniente dal settore “gestione dei reflui azotati”. Il restante 8% di ammoniaca deriva principalmente dai macrosettori: trattamento e smaltimento rifiuti (3%), riscaldamento domestico (3%) e trasporti stradali (1%).
Figura 1
Inventario Regionale delle emissioni IREA 2019
Figura 2
Emissioni a livello comunale di NH3 relative alla totalità dei comparti emissivi
La Figura 2 rappresenta la pressione emissiva dell’ammoniaca a livello comunale derivante dalla totalità delle emissioni di NH3 e la figura 3 quella riconducibile al solo comparto emissivo agricoltura e allevamento per l’anno 2019.
Fonte Arpa Piemonte
Figura 3
Emissioni a livello comunale di NH3 relative al solo comparto Agricoltura e Allevamento
Fonte Arpa Piemonte
L’apporto relativo al macrosettore agricoltura e allevamento sul totale di NH3 risulta esiguo (22%) nel comune di Torino – stazione di misura di Torino-Lingotto - mentre tale apporto risulta decisamente sostanziale (pari al 99%) nei tre comuni cuneesi Bra, Cavallermaggiore e Revello in cui è stato posizionato a rotazione un secondo strumento.
La Figura 4 mostra un focus della distribuzione spaziale delle emissioni di ammoniaca provenienti dal comparto agricoltura e allevamento su celle con risoluzione di 4 km relative all’area del basso torinese e alto cuneese. Tale distribuzione spaziale si ottiene a partire dall’attribuzione dei quantitativi emessi a specificheparti di territorio su cui agiscono i diversi fattori di pressione, prendendo in considerazione le differenti informazioni cartografiche disponibili, tra cui l’uso del suolo e altri elementi di dettaglio relativi alle particelle catastali. Nella zona del cuneese la figura evidenziauna significativa differenza di quantitativi emessi nelle celle in cui sono localizzate le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, con un apporto di ammoniaca emessa nell’intorno della stazione di Bra decisamente inferiore.
La Figura 4 mostra un focus della distribuzione spaziale delle emissioni di ammoniaca provenienti dal comparto agricoltura e allevamento su celle con risoluzione di 4 km relative all’area del basso torinese e alto cuneese. Tale distribuzione spaziale si ottiene a partire dall’attribuzione dei quantitativi emessi a specificheparti di territorio su cui agiscono i diversi fattori di pressione, prendendo in considerazione le differenti informazioni cartografiche disponibili, tra cui l’uso del suolo e altri elementi di dettaglio relativi alle particelle catastali. Nella zona del cuneese la figura evidenziauna significativa differenza di quantitativi emessi nelle celle in cui sono localizzate le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, con un apporto di ammoniaca emessa nell’intorno della stazione di Bra decisamente inferiore.
Figura 4
Distribuzione spaziale su maglia 4x4 km delle emissioni di NH3 del comparto Agricoltura e Allevamento: focus della zona relativa al basso torinese e alto cuneese
Fonte Arpa Piemonte
I dati acquisiti dagli analizzatori di ammoniaca dal 2016 ad oggi sono stati elaborati al fine di confrontare le distribuzioni delle concentrazioni misurate, nei diversi periodi, presso i vari punti di monitoraggio; nel caso di Torino, le concentrazioni misurate presso le stazioni di Torino-Lingotto e Torino-Rubino sono state aggregate in una sola serie, data la sostanziale analogia dei punti di misura.
Dall’esame dei dati, illustrati in Figura 5, emerge come il sito di Cavallermaggiore sia quello caratterizzato dalle concentrazioni mediamente più alte, mentre le concentrazioni di picco orarie più elevate, anche superiori ai 300 µg/m³, si registrano presso il sito di Staffarda. Le stazioni di Bra e di Torino presentano invece concentrazioni fra di loro confrontabili. Tale situazione è compatibile con quanto emerso dal quadro emissivo precedentemente illustrato.
Complessivamente i valori medi di Torino-Lingotto sono meno della metà rispetto a quelli di Cavallermaggiore nello stesso periodo (rispettivamente 12 e 30 µg/m³).
Dall’esame dei dati, illustrati in Figura 5, emerge come il sito di Cavallermaggiore sia quello caratterizzato dalle concentrazioni mediamente più alte, mentre le concentrazioni di picco orarie più elevate, anche superiori ai 300 µg/m³, si registrano presso il sito di Staffarda. Le stazioni di Bra e di Torino presentano invece concentrazioni fra di loro confrontabili. Tale situazione è compatibile con quanto emerso dal quadro emissivo precedentemente illustrato.
Complessivamente i valori medi di Torino-Lingotto sono meno della metà rispetto a quelli di Cavallermaggiore nello stesso periodo (rispettivamente 12 e 30 µg/m³).
Figura 5
Concentrazioni orarie rilevate nelle varie stazioni di monitoraggio.
Fonte Arpa Piemonte
Confrontando le medie mensili del periodo 22 aprile 2021 – 21 aprile 2023 su Cavallermaggiore e Torino-Lingotto, si evidenzia come per il sito di Cavallermaggiore le concentrazioni medie più elevate si osservino nei mesi di febbraio, giugno e ottobre, mentre a Torino-Lingotto il picco di concentrazioni sia limitato al mese di febbraio.
Figura 6
Andamento delle concentrazioni medie mensili del periodo 22 aprile 2021-21 aprile 2023 rilevate a Cavallermaggiore e Torino-Lingotto.
Fonte Arpa Piemonte