INDUSTRIA
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Primi tre mesi 2023 - anno 2022
Primi tre mesi 2023
In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio emerge come, nei primi tre mesi del 2023, siano nate in Piemonte 7.749 aziende, 25 in meno rispetto al I trimestre 2022. Le cessazioni (valutate al netto delle cessazioni d’ufficio) si sono attestate a 9.387 contro le 8.021 del I trimestre 2022. Il saldo è risultato negativo per 2.062 unità. Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2023 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta quindi a 423.811 realtà imprenditoriali.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita negativo pari al -0,38%, dato lievemente peggiore sia rispetto a quanto registrato a livello nazionale (-0,12%) nel trimestre in esame, sia nei confronti del risultato piemontese del I trimestre 2022 (-0,20%).
L’analisi per forma giuridica conferma il trend ormai consolidato di sviluppo delle società di capitale, che mostrano un tasso di crescita del +0,54% e raggiungono un peso pari al 20,9% del totale delle aziende con sede legale in Piemonte.
Nei primi tre mesi dell’anno solo gli altri servizi (+0,05%) e le costruzioni (-0,06%) hanno mostrato una tenuta del tessuto imprenditoriale. Gli altri settori hanno accusato cali superiori alla media regionale. L’agricoltura con un tasso del -1,23% ha evidenziato il risultato peggiore nel trimestre in esame.
Anno 2022
Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2022 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 425.873 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle imprese nazionali. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,25%, in diminuzione rispetto a quanto registrato nel 2021 (+1,1%), anno del rimbalzo.
A livello di forma giuridica si evidenzia, in linea con le dinamiche riscontrate a livello nazionale, una sostenuta espansione delle società di capitale (+3,01%) e una contrazione, più o meno accentuata, di tutte le altre realtà imprenditoriali.
La flessione più intensa ha riguardato le società di persone, che hanno subito un calo del 1,19%, seguite dalle altre forme, con una flessione del 0,59%. Le ditte individuali hanno segnato una contrazione più contenuta, registrando un tasso di crescita del -0,15%.
Il rallentamento delle iscrizioni di nuove imprese e la contemporanea ripresa della crescita delle cessazioni ha inciso con intensità differente a seconda dei settori. In particolare va evidenziata la forte espansione segnata dal comparto edile, che mostra nel 2022 -così come avvenuto nell’anno precedente, grazie anche agli incentivi che hanno caratterizzato il settore - il tasso di crescita migliore. Il comparto delle costruzioni chiude infatti il 2022 segnando un incremento del 2,23%, seguito - con un risultato con il segno più - solo dagli altri servizi (+1,30%). Il turismo mostra una debole contrazione (-0,10%), mentre commercio (-0,91%) e industria in senso stretto (-0,95%) segnano una battuta d’arresto di poco al di sotto del punto percentuale. La performance peggiore nel 2022 appartiene al comparto agricolo, il cui tasso di crescita si attesta al -1,5%.
Il contesto regionale risulta la sintesi di dinamiche differenti a seconda delle realtà provinciali considerate. Torino (+0,67%), Novara (+0,35%) e Asti (+0,24%) evidenziano ancora risultati positivi a differenza del resto del Piemonte.
Le imprese femminili
Nel corso del 2022, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha segnato la nascita di 5.885 imprese femminili, a fronte delle 6.169 che hanno cessato la propria attività: il saldo tra i due flussi è risultato negativo per 284 unità, traducendosi in un tasso di crescita del -0,3%.
Un quarto delle 95.593 imprese guidate da donne svolge la propria attività nel commercio, seguito, da: attività dell’agricoltura (13,0%), turismo (9,7%), altre attività dei servizi (12,2%) e attività immobiliari (7,9%).
L’analisi territoriale rivela come la componente femminile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Alessandria (23,2%) e di Novara e Verbania, realtà in cui le imprese femminili rappresentano il 23,0% delle imprese provinciali. A Vercelli l’incidenza delle imprese femminili si attesta al 22,8% e ad Asti al 22,7%. Al di sotto della media regionale, infine, risulta la concentrazione di imprese femminili a Cuneo (22,4%), Torino (22,3%) e a Biella (21,0%).
Le esportazioni
Il risultato positivo evidenziato dal Piemonte nel corso del 2022 è stato lievemente meno intenso rispetto a quello medio nazionale. Le esportazioni italiane hanno registrato, infatti, un incremento del 20,0% rispetto all’anno precedente.
Grazie alla crescita a doppia cifra delle vendite oltre confine, il Piemonte si conferma anche nel 2022 la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,4% delle esportazioni complessive nazionali, dato inferiore al 2021 (9,6%).
I mezzi di trasporto si confermano il primo settore per l’export regionale, con una quota pari al 22,4%: registrano una crescita del 36,1% rispetto al 2021. Il comparto meccanico occupa la seconda posizione con una variazione di +11,3% rispetto al 2021. L’alimentare, con oltre 8 miliardi di merci esportate nel 2022, si attesta in terza posizione.
Il comparto tessile (+24,5%) accelera rispetto al 2021 e realizza un aumento superiore a quello medio regionale.
Analizzando le destinazioni delle vendite piemontesi all’estero, si osserva come il principale bacino di riferimento risulti – anche nel 2022 – l’Ue 27, verso cui è diretto il 56,2% dell’export regionale, contro il 43,8% destinato ai mercati extra-Ue 27.
Unità Locali Delle Imprese Attive
Nell’ambito di queste categorie, la maggior presenza di unità locali risulta a carico delle Costruzioni con 43.973 imprese seguita dalle Attività Manifatturiere (32.478 imprese).
Nella figura 1 si evidenzia l’andamento negli anni 2012-2020 delle cinque categorie considerate. Mediamente il numero di imprese è diminuito del 14,5% con le Estrazioni di minerali e le Costruzioni i settori più colpiti (-17,7% e -16,7% rispettivamente). In controtendenza la fornitura di energia elettrica con + 32,5%.
Nella figura 2 viene riportato il trend degli ultimi 9 anni (2012-2020) a livello provinciale: dal 2012 al 2019 la costante diminuzione del numero di imprese ha interessato la totalità delle province; nel 2020 si rileva una lieve ripresa su tutto il territorio regionale.
Figura 1
Principali Unità locali delle imprese attive per attività economica (Ateco 2007) - anni 2012-2020
Figura 2
Principali Unità locali delle imprese attive con suddivisione provinciale - anni 2012-2020
Addetti nell'industria
Per quanto riguarda la suddivisione provinciale (figura 4), la provincia di Torino è quella con il più elevato numero di addetti (229.156), seguita dalla provincia di Cuneo (78.924 addetti). Il calo più consistente degli addetti si è evidenziato nelle province di Biella (-13,9%) e del Verbano Cusio Ossola (-13,5%).
Figura 3
Addetti nelle principali Unità locali delle imprese attive per attività economica (Ateco 2007) - anni 2012-2020
Figura 4
Addetti nelle principali Unità locali delle imprese attive con suddivisione provinciale - anni 2012-2020
Emissioni dall' Industria
Le pressioni emissive industriali sono state valutate utilizzando l’ultima versione disponibile dell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA), che fa riferimento all’anno 2019. La definizione di settore industriale deriva dalla classificazione delle attività economiche (Ateco 2007) predisposta dall’Istituto nazionale di statistica; pertanto le emissioni ad esso associate ricomprendono le attività di estrazione di minerali (Macrosettore SNAP 05), le attività manifatturiere (Macrosettori SNAP 03, 04 e 06), la produzione industriale di energia elettrica (Macrosettore SNAP 01) e il trattamento industriale delle acque e dei rifiuti (Macrosettore SNAP 09) catalogate nella classificazione SNAP97 (Selected Nomenclature for sources of Air Pollution che suddivide le fonti di emissioni inquinanti in undici macrosettori).,
La distribuzione delle emissioni industriali di particolato primario (PM10) e di ossidi di azoto risulta ovviamente connessa alla localizzazione sul territorio delle grandi attività produttive. In particolare, sul territorio piemontese, gli ossidi di azoto sono collegati alla presenza di centrali termoelettriche, di cementifici ealle lavorazioni dei prodotti petroliferi, del vetro e dei laterizi, mentre il particolato primario può essere rapportato alla presenza di industrie per la produzione e lavorazione del poliestere, di industrie cartarie, del ferro e dell’acciaio.