GREEN ECONOMY E SERVIZI ECOSISTEMICI
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
È ormai consapevolezza diffusa, supportata anche da informazioni sintetizzate da indicatori quali il calcolo del cosiddetto spazio ambientale, dell’estensione dell’impronta ecologica e dell’ammontare dei flussi di materiali necessari al sostentamento dell’economia odierna, che lo sviluppo economico attuale è insostenibile nel lungo periodo e soprattutto che l’ambiente in cui viviamo è severamente danneggiato dal modello economico di attuale diffusione. In base a queste considerazioni e visti, da un lato, i trend crescenti dei livelli di consumo e, dall’altro, il sempre più diffuso interesse generale nei confronti dell’ambiente, sembra essere inevitabile un cambiamento di rotta in termini di comportamenti e approcci allo sviluppo sia da parte dei consumatori sia da parte delle aziende, in modo tale da raggiungere il traguardo di un modello diverso di economia in cui i temi del green e della circolarità dei sistemi produttivi sono i riferimenti a cui ispirarsi.
Se nella fase “natale” di definizione della green economy, questa tendeva a venire identificata come una piccola parte dell’economia riferita alla cosiddetta industria ambientale (clean economy) e in particolare al settore delle energie rinnovabili, tanto da rendere quasi intercambiabili i termini green economy e green energy, oggi tale concetto si è ampliato, investendo la sfera del consumo, fino ad arrivare ad ambiti quali la green life e l’etica sociale. In tale accezione la green economy non è né un sinonimo, né un sostitutivo di Sviluppo Sostenibile, ma è un suo ambito attuativo strategico: un nuovo modello di sviluppo in grado di garantire un migliore e più equo benessere nell’ambito dei limiti del pianeta.
Un’economia verde, quindi, riconosce e investe anche nel capitale naturale, considerando la biodiversità come il tessuto vivente proprio di questo pianeta, che contribuisce al benessere umano e fornisce le economie di risorse preziose sotto forma di servizi elargiti gratuitamente. Questo cosiddetto “ecosistema di servizi” è rappresentato principalmente in natura da beni pubblici, che sono invisibili economicamente, e per questo motivo sottovalutati e mal gestiti.
Una giusta economia, in questo caso davvero verde, stima il valore economico di questi ecosistemi e li introduce, così come gli altri beni, nel mercato economico. Risorse naturali come foreste, laghi, zone umide e bacini fluviali sono componenti essenziali del capitale naturale ed assicurano la stabilità del ciclo dell'acqua e dei suoi benefici per l'agricoltura e per le famiglie, il ciclo del carbonio e il suo ruolo nella mitigazione del clima, la fertilità del suolo e il suo valore per la produzione delle colture, i microclimi locali per gli habitat.
La stessa crisi climatica trova nello sviluppo della green economy, la via principale per gestire in modo efficiente le risorse, secondo un modello di economia circolare, capace di generare nuovo sviluppo, miglior benessere, nuova occupazione, tutela del capitale naturale e dei servizi ecosistemici.
Ad oggi in un’ottica di agire concretamente per assicurare modelli di consumo e produzione sostenibili, è però necessario integrare i concetti della green economy con quelli dell’Economia Circolare.
Un modello di economia che, mutuando la “circolarità” dei sistemi naturali (cicli della materia), lavora per un uso più efficiente e limitato delle risorse basato sul recupero continuo di valore dei prodotti e dei materiali attraverso azioni che agiscono sui sistemi di progettazione, di produzione, di consumo e di smaltimento degli stessi.
Le politiche
2. l’Accordo di Parigi sul Clima con il quale il 12/12/15, 196 capi di Stato e di Governo, unanimemente riconoscendo che gli attuali cambiamenti climatici sono responsabilità della società umana, si sono impegnati a raggiungere al 2030 dei risultati in termini di riduzione delle emissioni compatibili con una traiettoria compatibile a mantenere la soglia di sicurezza dell’innalzamento della temperatura terrestre ben al di sotto dei 2° e ad agire per l’adattamento ai cambiamenti stessi;
3. il pacchetto sull’Economia circolare varato dalla Commissione Europea con la COM(2015) 614 del 2/12/15, che introduce un cambio di paradigma rivoluzionario nel nostro modo di concepire il rapporto economia/risorse e del nostro modo di produrre e consumare.
1. Al fine di promuovere su base sperimentale e sussidiaria la progressiva fuoriuscita dall’economia basata sul ciclo del carbonio e di raggiungere gli standard europei in materia di sostenibilità, all’art. 71 sono state definite le “Oil free zone”. Si tratta di “aree territoriali” nelle quali, entro un determinato arco temporale e sulla base di specifico atto di indirizzo adottato dai comuni del territorio di riferimento, si prevede la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie prodotte da fonti rinnovabili. La Regione Piemonte, prima tra le regioni italiane, sulla base di quanto indicato dalla legge nazionale, si è dotata di una propria norma in materia, la LR 12 del 3/08/18, “Promozione dell’istituzione delle comunità energetiche” che ha trovato attuazione con la successiva DGR 18-8520 del 8/03/19.
2. L'Art 70, in attesa degli appositi decreti legislativi atti a meglio definire il concetto di "servizio ecosistemico", introduce il concetto di Pagamento per i Servizi Ecosistemici Ambientali (PSEA). Inoltre da chiara indicazione dei servizi ecosistemici (SE), per quali si debba prevedere una remunerazione economica. Tra questi, particolare interesse riveste la “fissazione del carbonio delle foreste”, indicazione ripresa dal DLgs 34 del 3/04/18 (art.3 e 4), che affida alle Regioni (art.7) il compito di promuovere lo sviluppo dei PSEA in ambito forestale. Coerentemente con questi indirizzi, peraltro già recepiti dal Piano Forestale Regionale 2017-2027, è stata approvata la DGR 24-4638 del 6/02/17 che ha ampliato l’ambito di sviluppo della valorizzazione economica della fissazione del carbonio oltre che all’ambito forestale anche a quello del verde urbano. Al fine di dare concretezza a quest’ultimo punto è stato attivato il progetto regionale Urban Forestry. Nell’ambito delle politiche di sostenibilità collegate allo sviluppo dei servizi ecosistemici è stata promulgata la DGR 27-8492 del 1/03/19 relativa alla ratifica del “Protocollo di Intesa tra la Città di Torino, la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino e il Comitato Nazionale per lo Sviluppo del Verde Pubblico - MATTM, per lo sviluppo di infrastruttura verde e compensazioni ambientali”.
Il collegato ambientale apporta numerose modifiche, oltre che direttamente al T.U. Ambiente (DLgs 152/06), anche al codice degli appalti pubblici (DLgs 163/06), e sistema della certificazioni con l’introduzione (art.21) dello Schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale denominato Made Green in Italy adottato dal Ministro dell'Ambiente 21/03/18 ed entrato in vigore il 13/06/18.
CONTABILITÀ AMBIENTALE
CARBON FOOTPRINT E LIFE CICLE ASSESSMENT
Progetto Carbon Footprint
In base a quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto, i gas ad effetto serra oggetto di misura sono oltre all'anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), il protossido d’azoto (N2O), gli idrofluorocarburi (HFCs), l'esafluoruro di zolfo (SF6) e i perfluorocarburi (PFCs). Le tonnellate di CO2 equivalente (tCO2e) consentono di valutare l’effetto serra complessivo prodotto da tutti i gas considerati prendendo come riferimento l’effetto serra prodotto dalla CO2. La carbon footprint è quindi un parametro di grande importanza ed utilità per le pubbliche amministrazioni in quanto permette di valutare e quantificare gli impatti emissivi in materia di cambiamenti climatici nell'ambito delle politiche di settore, ma anche per monitorare l'efficienza ambientale ed energetica delle proprie strutture. Per le aziende, in un contesto che vede premiati i fornitori di prodotti o servizi a basse emissioni può essere uno strumento per valorizzare le proprie attività e per promuovere le proprie politiche di responsabilità sociale ed ambientale.
Con la D.G.R. 8 novembre 2019, n.16-476 la Regione Piemonte aderisce, in coerenza con la Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici, all’iniziativa del Ministero dell'Ambiente (MATTM) e promossa nell’ambito del Progetto CReIAMO PA - Linea di intervento 3 “Modelli e strumenti per la transizione verso un’economia circolare” - Work Package 2 “Promozione di modelli di gestione ambientale ed energetica nelle Pubbliche Amministrazioni”, al fine di diffondere la cultura della sostenibilità e a formare gli operatori della pubblica amministrazione in materia di misura e gestione ambientale ed energetica. A tale iniziativa hanno aderito sul territorio regionale anche Arpa Piemonte, IPLA S.p.A. ed il Comune di Saluzzo. In particolare, l’accordo firmato con il Ministero dell’Ambiente prevede che le due parti si impegnino a realizzare azioni mirate a promuovere e valorizzare le attività di misurazione, gestione e miglioramento delle prestazioni ambientali in un’ottica di riduzione delle emissioni di gas climalteranti.
Il progetto, promuovendo i sistemi di calcolo dell’impronta ambientale, dà attuazione al 2° obiettivo previsto dal Settimo Programma Comunitario di Azione per l'ambiente: “trasformare l'Unione in un'economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva”.
A partire dal 2019 la Regione si è attivata per calcolare la propria carbon footprint applicando una metodologia sperimentale approntata dal Ministero. Il calcolo è stato sviluppato per alcuni settori e per specifiche attività della Regione. Nel dettaglio sono stati scelti come siti pilota per il calcolo le seguenti sedi:
- sede regionale di via Principe Amedeo 17, Torino
- sede Museo Regionale Scienze Naturali di via Giolitti 36, Torino
È stata realizzata la campagna di raccolta dati presso i settori che occupano gli stabili in materia di mobilità, rifiuti, consumi energetici ecc. Per il calcolo della carbon footprint è stato utilizzato il tool di calcolo Bilan-Carbone® sviluppato nell’ambito del progetto LIFE Clim’foot.
L’impronta della sede Regionale di via Principe Amedeo 17
Figura 1
Distribuzione dei contributi di emissione di gas climalteranti in tCO2e per l’anno 2019 della sede regionale di via Principe Amedeo 17 a Torino
L’impronta della sede museale del Museo Regionale di Scienze Naturali (MRSN)
Figura 2
Distribuzione dei contributi di emissione di gas climalteranti in tCO2e per l’anno 2019 della sede del Museo Regionale di Scienze Naturali a Torino
APPALTI VERDI E GREEN PUBLIC PROCUREMENT (GPP)
Il nuovo Codice Appalti, D.lgs. n. 36/2023 all’art.57 riconferma l’obbligatorietà di applicazione dei criteri ambientali minimi (CAM) nelle procedure di acquisto delle Pubbliche Amministazioni (PA). I CAM sono definiti a livello ministeriale per specifiche categorie di prodotti, servizi e opere strategiche e la loro applicazione ha, tra le altre finalità, quella di ridurre le emissioni di gas serra e delle sostanze nocive lungo le filiere e i cicli produttivi. I lavori per la definizione dei CAM sono risultati utili anche in campi differenti da quello degli appalti, ad es. i CAM per i materiali isolanti sono stati anche utilizzati nelle specifiche per ottenere l’ecobonus 110% sulle ritrutturazioni.
Al fine di dare attuazione a quanto previsto dal Protocollo d'Intesa sottoscritto il 21 settembre 2017 tra la Conferenza Stato-Regioni e il Ministero dell’Ambiente e per dare risposte concrete a specifiche istanze del territorio, nel corso del 2019-2021 si sono svolte delle attività di promozione e formazione per accompagnare la corretta applicazione, nell’ambito delle procedure di acquisto di servizi e forniture per la pubblica amministrazione, dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), approvati con appositi decreti, il cui utilizzo, con l'entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti, è diventato obbligatorio.
I CAM utilizzano diversi sistemi di certificazione per verificare il rispetto dei criteri ambientali richiesti. Nella tabella seguente l’elenco delle principali certificazioni da quella più presente in diversi CAM a quelle più specifiche per alcune categorie di prodotti e di conseguenza presenti solo in un decreto CAM. L’Ecolabel UE è una certificazione ambientale che è possibile ottenere per molte categorie di prodotti e/o servizi quindi la ritroviamo all’interno dei CAM Arredi per interni e per esterni, Calzature, Carta, Apparecchiature informatiche, Edilizia, Pulizie, Ristorazione, Sanificazione strutture sanitarie, Tessili e Veicoli.
Attività formative nell’ambito del Progetto CReIAMO PA
Relativamente alle attività promosse nell'ambito del progetto CReIAMO PA, nel corso degli anni complessivamente sono state coinvolte 25 pubbliche amministrazioni e circa 130 partecipanti tra tecnici e professionisti. Attualmente il MiTE ha messo a disposizione on-line in forma gratuita un'apposita piattaforma dedicata alla formazione in materia di GPP. Le attività di affiancamento “on-job” 2021 hanno visto il coinvolgimento di una singola amministrazione ed hanno previsto la verifica dell’inserimento integrato di diversi CAM nella progettazione di un intervento di riqualificazione urbana.
Attività di formazione e diffusione nell’ambito del progetto life PrepAIR
Nel mese di marzo 2022 si è tenuto il webinar online dal titolo "CAM per la gestione del Verde Pubblico: aspetti normativi ed applicativi". Il webinar è servito per fornire ai funzionari pubblici e ai progettisti informazioni utili per l'applicazione dei CAM per la gestione del Verde Pubblico con la presentazione dello specifico Manuale operativo predisposto nell'ambito del Progetto Life PrepAIR.
Attività di collaborazione tecnica con il MiTE
Nell’ambito della collaborazione in essere con il MiTE, sono in corso di sviluppo specifiche progettualità collegate alla diffusione del GPP ed all’applicazione dei CAM in materia di impronta ambientale e Life Cycle Assessment (LCA).
Il progetto APE
Il nuovo Protocollo A.P.E., “Protocollo d’intesa per l’attuazione degli acquisti pubblici ecologici sul territorio della Città metropolitana di Torino” mette ora in rete:
- PA del territorio e più in generale organizzazioni che costituiscono “il lato della domanda”, chiamate ad applicare i CAM;
- associazioni di categoria, ordini professionali, ecc. che rappresentano il “lato dell’offerta” chiamato a produrre e offrire beni e servizi più performanti dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Progetto CircPro
La collaborazione del Progetto CircPro vede coinvolte undici autorità ed agenzie nazionali, regionali e locali provenienti da Finlandia, Spagna, Grecia, Portogallo, Bulgaria, Croazia, Lituania, Estonia, Norvegia e Italia, che partecipa con la Direzione Ambiente, Energia e Territorio di Regione Piemonte e il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino. La partnership, che ha iniziato la propria attività di collaborazione nel 2018 e proseguirà fino al 2023, affronterà le sfide utili alla diffusione del Circular Procurement attraverso:
- l’identificazione di progetti ed iniziative, attori, organizzazioni e reti utili alla promozione e adozione di appalti circolari nell’ambito delle pubbliche amministrazioni;
- l’individuazione - per committenti e fornitori - dei principali ostacoli legali e procedurali ed accrescimento delle relative competenze in ambito di appalti circolari;
- la creazione di un contesto di incontro e confronto volto a migliorare il dialogo tra i committenti e i fornitori.
Nella prima fase del progetto i partner di CircPro si stanno dedicando:
- allo scambio di esperienze ed iniziative attraverso l’organizzazione e partecipazione ad incontri internazionali dedicati a tematiche specifiche (per esempio il trattamento dei rifiuti sanitari, la gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche);
- alla condivisione di pratiche che – a seguito di un processo di valutazione e validazione da parte di esperti tematici – verranno inserite nel database della Policy Learning Platform di Interreg Europe, ovvero un archivio che riunisce il know-how maturato nell’ambito dei progetti e reso disponibile a tutti;
- alla costituzione (in ogni stato partecipante) di un tavolo con attori chiave territoriali in grado di arricchire il dialogo sulle tematiche di progetto: decisori politici, committenti, fornitori, stazioni appaltanti, esperti di sostenibilità o circular economy.
I sistemi volontari di certificazione ambientale
Esistono sistemi volontari di gestione ambientale di tipo pubblico come il sistema di ecogestione EMAS e il sistema di etichettatura ecologico europeo Ecolabel UE oppure di tipo privatistico come ISO 14001, ISO 50001, PEFC e FSC.
Altri strumenti importanti sono gli “appalti verdi” effettuati da parte delle amministrazioni pubbliche.
Anche la gestione biologica delle aziende agricole è uno strumento diffuso di gestione ecocompatibile dei processi produttivi, informazioni relativi alla sua diffusione in Piemonte della si trovano alla pagina dedicata all'agricoltura.
SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE (EMAS-ISO 14001)
Figura 3
Organizzazioni Emas per regione - aggiornamento 31/12/2022
Le organizzazioni registrate EMAS in Piemonte al 31/12/2022 erano 71 (69 nel 2021), pari al 6,4% del totale nazionale. La maggior parte delle organizzazioni sono localizzate in provincia di Torino (39%) e nella provincia di Cuneo (30%).
Ogni organizzazione registrata EMAS può registrare più siti produttivi in EMAS; escludendo le filiali bancarie in Italia i siti registrati sono 2.077 e in Piemonte 70.
ISO 14001
In Piemonte il numero delle certificazioni ISO 14001 è in aumento (+10% rispetto al 2021), la maggior parte delle aziende certificate (54%) sono localizzate in provincia di Torino, il 13% nel cuneese e il 9% nell’alessandrino.
Figura 4
Siti certificati ISO 14001 per provincia - aggiornamento al 31/12/2022
UNI CEI EN ISO 50001
ETICHETTATURA ECOLOGICA EUROPEA
Al 31/12/2022 erano 414 le licenze Ecolabel UE in vigore in Italia (307 nel 2021), per un totale di 13.243 prodotti/servizi certificati, distribuiti in 17 gruppi di prodotto. Il gruppo di prodotti con il maggior numero di licenze Ecolabel UE in Italia è “Servizi di pulizia” (148, +100% rispetto al 2021), seguito da “Strutture ricettive” (64 licenze), e “Tessuto carta e prodotti in tessuto carta” e “Prodotti per la pulizia per superfici dure” (41 licenze).
La ripartizione geografica delle licenze Ecolabel UE italiane mostra una netta prevalenza di licenze rilasciate al Nord (62 %), seguono poi il Centro Italia con il 21% e infine Sud e isole con il 16 % delle licenze totali. Le regioni con il maggior numero di prodotti Ecolabel sono la Lombardia (settore cosmetici da risciacquare), Veneto e Piemonte. I servizi turistici certificati Ecolabel sono concentrati in Trentino, Lazio e Sicilia.
Figura 5
Ecolabel per regioni, suddivisione tra prodotti e servizi certificati - aggiornamento al 31/12/2022
Tabella 1
Aziende piemontesi che realizzano prodotti con certificazione Ecolabel (al 31/12/2022)
AZIENDA |
PROV |
GRUPPO DI PRODOTTI |
Kemika S.p.A. |
AL |
Prodotti per la pulizia di superfici dure, detergenti per lavastoviglie, Prodotti cosmetici da sciacquare |
Sutter Industries S.p.A. |
AL |
Prodotti per la pulizia di superfici dure, detergenti per bucato, detergenti multiuso e per servizi sanitari, Prodotti cosmetici da sciacquare, Detersivi per lavastoviglie |
Direct Clean |
TO |
Prodotti per la pulizia di superfici dure, detergenti lavastoviglie, detergenti piatti, Prodotti cosmetici da sciacquare |
Deterplast S.p.A. |
AL |
Detersivi per bucato |
De Fazio |
TO |
Detersivi per superfici dure |
Chemitech |
TO |
Detersivi per bucato industriale, superfici dure, detersivi per piatti |
ICEFOR |
NO |
Prodotti per la pulizia di superfici dure, Detersivi lavastoviglie, detersivi per piatti |
Alca Chemica S.p.A. |
TO |
Prodotti per la pulizia detersivi per bucato, piatti, lavastoviglie, superfici dure |
Falpi S.r.l. |
BI |
Mobili, Prodotti tessili |
FIDIVI S.p.A.. |
TO |
Prodotti tessili |
Felice De Palma s.n.c. |
BI |
Prodotti tessili |
Rotoalba |
CN |
Carta stampata |
Gestione Servizi Integrati srl |
TO |
Servizi di pulizia |
Special Group |
AL |
Servizi di pulizia |
SO.TR.A.F. Srl |
AL |
Servizi di pulizia |
GSI Green Division |
TO |
Servizi di pulizia |
Deluxe S.r.l. |
TO |
Servizi di pulizia |
Samsic |
TO |
Servizi di pulizia |
Orso blu Cooperativa sociale |
BI |
Servizi di pulizia |
Boni Eco |
TO |
Servizi di pulizia |
CM Service Green |
TO |
Servizi di pulizia |
Il Poliedro Soc. Cooperativa |
VC |
Servizi di pulizia |
Mav Chemical Srl |
NO |
Lubrificanti |
Novamont S.p.A. |
NO |
Lubrificanti |
Errebi Paper S.r.l. |
CN |
Tessuto carta |
Casalino S.r.l. |
AL |
Tessuto carta |
Kimberly Clark S.p.a. |
NO |
Tessuto carta |
Open 011 |
TO |
Struttura turistica |
Bamboo Eco Hostel |
TO |
Struttura turistica |
Rifugio Alpino Pagari |
CN |
Struttura turistica |
Hotel S.Luigi |
TO |
Struttura turistica |
Campeggio Roccaverano |
CN |
Struttura turistica |
Certificazione FSC e PEFC
In Italia gli ettari certificati secondo lo standard di gestione forestale FSC sono 81.590 a fine 2022, con una crescita dell’8%. In Piemonte sono certificati oltre 56.000 ettari. Il 2022 segna anche l’ingresso di importanti novità: in ordine di certificazione, si citano Oasi Zegna (BI), parco naturale privato di 1.700 ettari votato alla conservazione e alla promozione turistico-ricreativa e il Comune di Torino (429 ha), con un importante investimento sulla certificazione dei servizi ecosistemici in ambito peri-urbano.
A fine 2022 risultano certificati PEFC 900.000 ettari in Italia di cui quasi 58.000 ettari in Piemonte.
Le più vaste foreste certificate in Piemonte sono quelle del Consorzio Forestale delle Valli Antigorio Divedro Formazza, il Consorzio Forestale Alta Valle di Susa e il Gruppo PEFC Valli Chisone e Germanasca.
I SERVIZI ECOSISTEMICI
Gli ecosistemi naturali sono multifunzionali: possono fornire un'ampia gamma di servizi contemporaneamente. La portata e il flusso di questi benefici dipendono in gran parte dalla biodiversità e dalle condizioni dell'ecosistema. Una rete di ecosistemi sani fornisce spesso alternative convenienti alle tradizionali infrastrutture "grigie", offrendo vantaggi ai cittadini dell'UE e alla biodiversità.
Alcuni servizi sono di interesse globale (es. regolazione della composizione chimica dell’atmosfera), altri dipendono dalla struttura del mosaico ambientale (es. funzione di protezione degli insediamenti da eventi calamitosi), altri ancora si esplicano solo localmente (es. funzione ricreativa).
Una buona dotazione di Servizi Ecosistemici aumenta la ricchezza pro-capite in termini di capitale naturale, riduce la vulnerabilità, migliora la salute e la resilienza dei territori. La qualità, quindi il valore dei Servizi Ecosistemici presenti in un dato ambito territoriale, può variare in base alla vulnerabilità e resilienza complessiva dell’ambito stesso.
Al fine di introdurre nelle proprie politiche di tutela e governo del territorio il tema dei servizi ecosistemici per valorizzarne le potenzialità anche economiche nonché come elementi di conoscenza e caratterizzazione del territorio ai fini della valutazione degli effetti delle trasformazioni territoriali sono state attivate specifiche progettualità sperimentali e di promozione e assistenza sul territorio.
Progetto Urban Forestry
Nel corso del 2019, a partire dai risultati delle elaborazioni effettuate nel 2018 sulle specie arboree presenti su 3 aree pilota (piazza Benefica, corso San Martino e parco Michelotti) scelte in accordo con i tecnici del Settore Verde Pubblico della Città di Torino, sono stati fatti i confronti secondo quanto emerso dalle misure del Leaf Area Index (LAI) ed ulteriori rilievi dendrometrici al parco del Valentino. I dati ottenuti costituiscono la base per il bilancio del carbonio e la quantificazione di alcuni dei servizi ecosistemici del verde urbano e possono essere già utilizzati per la certificazione dei servizi stessi all'interno delle aree pilota oggetto delle misure.
Le misure sperimentali di LAI e i rilevamenti fotografici, hanno reso possibile stimare (attraverso misure dirette e successive elaborazioni con il modello AirTREE) il sequestro di gas serra e di inquinanti (polveri e ozono) rappresentativi dell’intero parco del Valentino, e delle tre aree pilota precedentemente individuate del Parco Michelotti, dell'area verde di Piazza Benefica e dell'alberata di c.so San Martino a Torino.
Tabella 2
Assorbimenti globali 2018 nelle 4 aree pilota (Carbonio, Ozono, Polveri)
|
C tot (kg) |
O3 tot (kg) |
PM10 tot (kg) |
PM2,5 tot (kg) |
PM1 tot (kg) |
Parco Valentino |
22.638,9 |
66,4 |
342,0 |
52,0 |
9,2 |
Parco Michelotti |
7.227,0 |
23,0 |
74,0 |
10,4 |
1,8 |
corso San Martino |
4,1 |
4,1 |
5,8 |
0,8 |
0,1 |
piazza Benefica |
2,4 |
2,4 |
6,4 |
0,8 |
0,1 |
Tabella 3
Valori e classi di assorbimento di CO2 unitari per specie
Specie |
Classe media (cm) |
C kg m-2 |
classe |
Pinus nigra var. austriaca
|
40 |
1,07 |
alta |
Ulmus pumila
|
25 |
0,86 |
alta |
Quercus robur
|
65 |
0,73 |
media |
Acer negundo
|
45 |
0,72 |
media |
Acer platanoides
|
50 |
0,70 |
media |
Platanus acerifoliaacerifolia
|
110 |
0,68 |
media |
Acer saccharinum
|
85 |
0,66 |
media |
Prunus cerasifera
|
15 |
0,66 |
media |
Acer campestre
|
45 |
0,65 |
media |
Pinus strobus
|
55 |
0,61 |
media |
Carpinus betulus
|
35 |
0,61 |
media |
Populus nigra var. italica
|
70 |
0,60 |
media |
Fraxinus excelsior
|
35 |
0,57 |
bassa |
Aesculus hippocastanum
|
52 |
0,57 |
bassa |
Tilia europaeaeuropaea
|
37 |
0,50 |
bassa |
Celtis australis
|
83 |
0,32 |
bassa |
Sulla base di questi dati, sono state definite e approvate con D.G.R. 18 Febbraio 2022, n. 24-4672 le disposizioni, in attuazione della D.G.R. 24-4638 del 6 febbraio 2017, per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio e la valorizzazione dei servizi ecosistemici in ambito non forestale della Regione Piemonte, il cui utilizzo permetterà di gestire e progettare il verde con l’obiettivo di migliorare i servizi ecosistemici secondo criteri di sostenibilità, in base alle esigenze ed alle criticità ambientali peculiari del contesto urbano/periurbano. In quest'ottica sono in corso le valutazioni ed approfondimenti tecnici finalizzati ad avviare ulteriori siti d'indagine per valutare i servizi ecosistemici nell'ambito dei siti UNESCO della Regione Piemonte, oltre a quello avviato, ed ora in fase di ultimazione, in collaborazione con il Consorzio della Residenze Reali Sabaude presso i giardini della Reggia di Venaria Reale. Ulteriori siti d’indagine sono in corso di attivazione presso i comuni di Asti, di Novara e di Bianzè (VC).
Oltre alle misure ed alle sperimentazioni sul verde "esistente", è proseguito il monitoraggio sul sito "Parco Stura" dove nel marzo 2019, grazie al finanziamento di FPT Industrial, è stato possibile realizzare un intervento di forestazione urbana con la messa a dimora di 1050 piante forestali arboree e arbustive autoctone, di 34 specie differenti. L'impianto è stato realizzato su terreno già inerbito lavorato a file con ripper e fresatrice, su 1,23 ettari; le piante sono state individualmente dotate di polimeri idroretentori, micorrize, ammendante da compost frazione organica, pacciamatura in stuoia biodegradabile o con cippato autoprodotto in loco, rete con canna di protezione antirosura e danneggiamento.
A tre anni di distanza dall’impianto forestale è stato rilevato un buon sviluppo, con un aumento medio fin dal primo anno d’impianto, in termini di diametro del 114% e di altezza del 284%; conseguentemente l’area basimetrica (somma delle superfici circolari dei diametri di tutte le piante) nel triennio è aumentata del 356%, con una differenza rispetto al secondo anno del 165%.
il volume della biomassa totale del popolamento, calcolato a fine 2021, è di 35 m³/ha, con un aumento rispetto all’anno precedente di 16,3 m³/ha;
la fitomassa del popolamento, a fine 2021, risulta di 21 t/ha, con un aumento rispetto all’anno precedente di 11 t/ha e di 16 t/ha rispetto al primo anno (2019);
la CO? equivalente fissata dal momento dell’impianto al terzo anno risulta complessivamente di circa 38 t/ha, corrispondente a circa 10 t/ha di carbonio contenuto nella biomassa epigea, con un aumento di 18 t/ha rispetto all’anno precedente.
Poichè tra le finalità del progetto Urban Forestry vi è quella di avviare il mercato volontario del carbonio e contestualmente di rendere possibile il riconoscimento dei Pagamenti per i Servizi Ecosistemici Ambientali (PSEA) come previsto dalla L. 221 del 28.12.2015 art. 70, si è osservata la necessità di mettere a punto processi in grado di quantificare e certificare il valore dei servizi ecosistemici (SE) attraverso standard o protocolli riconosciuti a livello nazionale ed internazionale. Al fine di dare risposta a questa necessità e quindi per certificare i SE nell’ambito dello sviluppo del progetto Urban Forestry e quindi nel contesto urbano e suburbano, sono stati aperti tavoli di discussione e lavoro con FSC e PEFC, al fine di:
- individuare metodologie per la misura dei SE e protocolli di monitoraggio per gli ambiti forestali
- definire protocolli di certificazione dei SE per le superfici non forestali
Entrambi gli schemi sono stati disponibili recepire le metodologie che saranno sperimentate nei siti pilota del progetto Urban forestry, eventualmente incorporando i risultati in documenti interni (linee guida, indirizzi, protocolli specifico, ecc..) a seconda di cosa prevede il singolo standard.
Parallelamente è stata stipulata un’apposita convenzione con l’Ente Nazionale di Normazione (UNI) finalizzato alla definizione di una “Prassi di Riferimento UNI” “per l’individuazione e quantificazione dei Servizi Ecosistemici in ambito urbano e periurbano”.
Il progetto Urban Forestry prosegue le sue attività, definendo sulla base dei risultati ottenuti dalle sperimentazioni attuate gli “indirizzi per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio e la valorizzazione dei servizi ecosistemici in ambito non forestale (urbano e rurale”; dal punto di vista sperimentale verranno avviate nuove attività in ambito urbano approfondendo i benefici ambientali forniti dal “verde verticale”.
Assistenza per la gestione del verde pubblico nei piccoli comuni
Le attività progettuali, destinate ai comuni di pianura e collina con popolazione inferiore ai 10.000 ab. e si pongono ad integrazione e completamento di altre progettualità regionali tutt’ora in corso hanno visto il coinvolgimento di 46 comuni per la raccolta dati mentre gli affiancamenti tecnici si sono svolti presso 20 amministrazioni comunali.
Le attività di affiancamento ai tecnici comunali per la gestione delle aree verdi sono consistite in:
- censimento alberi del verde pubblico cittadino e sua informatizzazione in banca-dati;
- utilizzo del censimento per la programmazione e progettazione degli interventi gestionali, monitoraggio per la conservazione, la riqualificazione, la valorizzazione ecosistemica;
- supporto alla stesura del regolamento del verde pubblico;
Le attività svolte sono sinergiche con altre progettualità regionali; ad esempio la costruzione di adeguati sistemi di monitoraggio/censimento sono funzionali all’implementazione dei modelli di calcolo per la valorizzazione ecosistemica del verde ma anche a dare applicazione ad alcuni obblighi di legge previsti dal D.M.10 marzo 2020 “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde”.
L’attività progettuale è continuata anche nel 2021 con l’affiancamento/assistenza alle restanti 26 amministrazioni alle quali non è stato possibile fornire supporto nel corso del 2020.
Tra i risultati del progetto in via di definizione è la stesura di linee guida regionali per la gestione del verde urbano.
Progetto di monitoraggio dei servizi ecosistemici da telerilevamento satellitare
Considerata la necessità di disporre in futuro di dati in grado di fornire delle serie storiche, e dalla possibilità di usufruire di dati forniti da entrambe le agenzie spaziali di riferimento (ESA e NASA) sono state inoltre messe a confronto, in via preliminare, le serie di dati di tre anni di riferimento (2017-2018-2019) desunte dai satelliti Landsat 8 (NASA) e Sentinel 2(ESA).
Gli indici NDVI e SAVI sono stati calcolati a partire dalla serie di immagini disponibili per gli anni 2017-2018-2019, per ogni anno sono state desunte 4 immagini, una per stagione, dove ogni pixel assume il massimo valore stagionale. A partire dai valori massimi degli indici stagionali sono stati calcolati i valori medi (media dei massimi per ogni UPA) per le singole unità di paesaggio al fine di poterli confrontare con i corrispondenti valori di BTC attraverso tecniche di regressione multivariata in cui i regressori sono i valori di NVVI e SAVI relativi alle quattro stagioni e la variabile dipendente è la BTC. Tutte le procedure sono state condotte utilizzando i dati desunti da Landsat 8, successivamente confrontati in collaborazione con Arpa Piemonte con serie analoghe desunte da Sentinel-2 al fine di poterli confrontare tra loro e per verificare la possibilità di utilizzare i dati provenienti da entrambi i sensori e di poter disporre, immaginando di continuare la sperimentazione, di serie storiche di dati e di poter sfruttare le opportunità e le peculiarità di sensori diversi.
Figura 8
Area pilota oggetto di indagine e individuazione delle Unità di Paesaggio (UPA)
- i processi di costruzione dei due indici sono comunque molto diversi, la BTC (a questa scala di applicazione) si basa sull'attribuzione di un determinato "punteggio", il cui range di valori è desunto da dati bibliografici solo parzialmente modificabili sulla base dell'esperienza e della sensibilità degli operatori in sede di sopralluogo, a specifiche classi d'uso del suolo definite su cartografie non sempre aggiornate e precise. A partire da questo presupposto è ragionevole immaginare che per un contesto territoriale come quello analizzato, e per la scala di lavoro adottata, difficilmente la BTC in un arco di tempo ridotto (1-5 anni) è in grado di leggere le variazioni ambientali, salvo casi particolari e localizzati es. estese aree percorse da incendi in contesti forestali o importanti trasformazioni urbanistiche in contesti antropizzati. Al contrario gli indici telerilevati forniscono una misura oggettiva e continua di tutto il territorio, sensibile alle variazioni stagionali e a qualunque tipo di trasformazione o cambiamento derivante da trasformazioni sia antropiche (es. urbanizzazione) che naturali (es. siccità, attacco di patogeni, ecc.). Sulla base di queste considerazioni gli scostamenti osservati dalle misure non necessariamente dimostrano una criticità ma evidenziano la maggiore sensibilità e rappresentatività del sistema basato sull'indagine satellitare.
- eventuali scostamenti tra i valori degli indici desunti da sensori diversi (Sentinel 2, Landsat 8) o tra gli indici e il valore di BTC a livello stagionale sono da attribuirsi alla diversa disponibilità delle immagini da satellite, a seconda dei passaggi (i giorni di passaggio dei satelliti sulle aree d'interesse non sono sempre gli stessi) e a seconda della presenza o meno della copertura nuvolosa che potrebbe rendere utilizzabili immagini di inizio o fine stagione sbilanciando quindi le stime degli indici.
Come già detto si giudica in modo complessivamente positivo l'esperienza sin qui condotta considerato comunque il suo carattere assolutamente preliminare e sperimentale, che quindi proseguirà valutando l'utilizzo di altri sensori (MODIS) e indagando un maggior numero di anni.
BILANCIO SOCIALE DI ARPA PIEMONTE
Con questo documento Arpa Piemonte intende fornire una fotografia degli impatti sociali, economici e ambientali dell'Agenzia stessa e una sintesi delle attività svolte e della loro rispondenza agli obiettivi istituzionali.
In particolare la misurazione della performance ambientale si è basata su quattro settori di intervento prioritari:
- appalti verdi: sostenibilità ambientale degli acquisti
- efficienza energetica: contenimento dei consumi energetici e incremento dell’uso di fonti rinnovabili
- mobilità sostenibile: promozione mobilità sostenibile e gestione integrata spostamenti casa-lavoro
- dematerializzazione: digitalizzazione delle procedure
Per approfondimenti visita la pagina dedicata del sito web di Arpa Piemonte.
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