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IMPRESA E INNOVAZIONE

L'adozione delle migliori pratiche ambientali nei processi industriali concorre agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nell'Obiettivo 15:

Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l'innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

Il controllo integrato delle attività produttive

La strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per la verifica delle prestazioni ambientali derivanti dalle attività produttive (che comprendono le attività di produzione di beni, commerciali e artigianali nonché, in questo contesto, anche gli allevamenti) soggette ad autorizzazioni ambientali, prevede autorizzazioni articolate per temi (emissioni in atmosfera, scarichi in corpi idrici, gestione e trattamento di rifiuti) o, nel caso delle installazioni ricadenti nell’applicazione della direttiva 2010/75/UE (Industrial Emission Directive - IED), un’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) in cui gli aspetti tematici sono affrontati congiuntamente, anche tenendo conto di valutazioni relative al razionale utilizzo delle risorse naturali, delle materie prime e dell’energia.

L'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA)

Per le imprese sotto soglia AIA, il legislatore italiano ha previsto, con il DPR 59/13, l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) nella quale confluiscono i titoli abilitativi ambientali ivi richiamati:
  1. autorizzazione agli scarichi;
  2. comunicazione preventiva per l'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue provenienti dalle aziende ivi previste; (*)
  3. autorizzazione alle emissioni in atmosfera;
  4. autorizzazione di carattere generale alle emissioni in atmosfera;
  5. comunicazione o nulla osta in materia di impatto acustico;
  6. autorizzazione all'utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltura;
  7. autorizzazione semplificata (comunicazione) in materia di rifiuti.

Sulla scorta di tale regolamento, e in attuazione delle leggi regionali in materia di semplificazione, la Regione Piemonte ha adottato i regolamenti regionali 5/R del 2015 e 7/R del 2016 tramite i quali è stata definita la modalità informatizzata per la compilazione e la trasmissione in via telematica delle istanze formate secondo una modulistica standardizzata. Dal 1° ottobre 2015 al 1° aprile 2019 sono state inviate attraverso il servizio digitale regionale oltre 6.300 istanze. I contenuti informatici delle domande costituiranno peraltro la base per la realizzazione del Sistema delle Conoscenze Ambientali (SCA) - già attivo ed in via di alimentazione - che costituirà un utile servizio regionale di riferimento consultabile dall’utenza pubblica e privata.

(*) La comunicazione di cui alla lettera b) è presentata attraverso il servizio digitale collegato all'Anagrafe agricola unica del Piemonte.

L'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)

Per le imprese soggette ad AIA, l’autorizzazione integrata rappresenta il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto a condizioni che garantiscano le migliori prestazioni ambientali al di là della conformità ai requisiti stabiliti dalla norma e sostituisce ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale. In particolare, l’AIA - attuando il principio della prevenzione e del controllo integrati dell’inquinamento postulato dalla direttiva originaria 96/61/CE (c.d. IPPC: Integrated Pollution Prevention and Control) - non considera un impianto solo in termini di rispetto dei limiti alle emissioni, ma entra nella specifica gestione dello stesso sia verificando l’applicazione delle migliori tecniche disponibili (BAT - Best Available Techniques), sia prevedendo i controlli di parte pubblica e da parte del gestore in un apposito Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) pure allegato all’AIA.

Si rimanda alla sezione Aria Risposte Industria e alla sezione Acqua Risposte Monitoraggio e controllo per maggiori approfondimenti e alla sezione Territorio Risposte Agricoltura in merito agli allevamenti.

Ricerca e Innovazione

Il Piemonte, come tutte le regioni industriali mature, ha intrapreso da tempo un processo di trasformazione degli assetti produttivi e di riconfigurazione tecnologica e organizzativa del sistema delle imprese; un contesto nel quale la ricerca e l’innovazione giocano un ruolo cruciale in una prospettiva di medio-lungo termine e potendo contare su alcuni fondamentali punti di forza:
  • un elevato livello di spesa privata in Ricerca e Innvoazione (R&I)
  • un articolato sistema regionale della ricerca e dell’innovazione composto da Enti di ricerca, Università, Poli d’Innovazione, Parchi Scientifici, incubatori, imprese innovative
  • una grande tradizione manifatturiera, con elevate competenze diffuse
  • un’elevata propensione all’internazionalizzazione
  • la presenza di aziende leader in settori prioritari per lo sviluppo regionale

Come per il precedente settennio di programmazione, la strategia regionale di R&I per il periodo 2021-2027 è basata sulla Strategia di Specializzazione Intelligente (S3), costruita a partire dai vantaggi competitivi propri del Piemonte e volta a rafforzare la ricerca e l’innovazione come strumento per trasformare i settori della tradizione industriale piemontese, disegnare nuove traiettorie e valorizzare nuove competenze.
La S3 2021-2027, approvata con DGR n. 43-4315 del 10/12/2021 è frutto di un lungo percorso di revisione/aggiornamento di quella del settennio precedente, rispetto alla quale presenta un’architettura rinnovata alla luce dei cambiamenti osservati nel sistema produttivo regionale, delle sfide per l’innovazione individuate, del quadro di riferimento strategico-programmatico a livello europeo, nazionale e regionale nonché delle risultanze del confronto con imprese, esperti e stakeholder regionali di riferimento.

I due pilastri su cui si fonda sono:
  • le Componenti Trasversali dell’Innovazione (CTI): 1) la transizione digitale; 2) la transizione ecologica; 3) l’innovazione a impatto sociale e territoriale; a queste si aggiunge una quarta componente (“capacità e competenze”) quale criterio qualitativo di indirizzo o premiale degli interventi;
  • i Sistemi Prioritari dell’innovazione (SPI), evoluzione delle aree di specializzazione della precedente S3: Aerospazio; Mobilità Sostenibile; Manifattura avanzata; Tecnologie, risorse e materiali verdi; Food; Salute.
CTI e SPI sono strettamente interconnessi: infatti i SPI delineano i campi di specializzazione settoriale a cui dovranno afferire i progetti che verranno presentati nell’ambito dei bandi che la Regione attiverà, ma al loro interno saranno sostenuti esclusivamente quei progetti, programmi, soluzioni connessi ad almeno una delle CTI, secondo un approccio trasversale e integrato.

Risulta quindi evidente l’importanza che la S3 2021-2027, al pari di quella per il periodo 2014-2020, assegna alla capacità di coniugare innovazione e uso efficiente e sostenibile delle risorse, che, oltre a contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dalla normativa e dagli accordi internazionali, sempre più si pone come potente fattore di competitività. La S3 persegue questo obiettivo sia sostenendo, in un’ottica trasversale e inclusiva, attraverso la CTI “Transizione ecologica”, la riconversione e l’innovazione in chiave sostenibile dei sistemi produttivi esistenti, con la crescita dell’offerta di beni e servizi di positivo impatto ambientale, sia individuando campi applicativi dei singoli SPI direttamente connessi allo sviluppo di prodotti/processi e tecnologie green.

Tra i SPI vale evidenziare quello relativo a Tecnologie, risorse, materiali verdi, che include attività che forniscono i beni intermedi e gli input per la transizione ecologica. All’interno di questa sono compresi la produzione di energia pulita e in generale il settore delle utilities, ma anche l’industria dei materiali nelle sue diverse componenti, con riferimento particolare ai materiali per l’edilizia sostenibile e per i lavori infrastrutturali, e all’industria tessile, con l’obiettivo di posizionare il sistema industriale piemontese all’avanguardia del processo di decarbonizzazione, sviluppare nuove filiere legate a materiali e vettori energetici verdi e rilanciarne altre in chiave sostenibile.

Anche negli altri SPI il tema della transizione eco-sostenibile assume un ruolo rilevante; ad esempio nell’ambito dell’Aerospazio, dove le sfide della trasformazione e della transizione ecologica assumono una rilevanza dirimente per rendere i velivoli maggiormente sostenibili ed efficienti, anche alla luce dell’evoluzione normativa; nell’ambito della Mobilità, dove i campi di applicazione individuati dalla S3 riguardano, tra gli altri, il riposizionamento del sistema della componentistica nel paradigma della mobilità digitale e sostenibile e la progettazione e implementazione di sistemi di trasporto e di mobilità a basso impatto; nell’ambito della Manifattura avanzata, le sfide poste dalla S3 includono il rinnovamento strategico delle imprese di alcuni settori di specializzazione (tessile-abbigliamento, gioielli, prodotti in metallo) in chiave green e digitale.

Le misure di attuazione

Il Piemonte si è dotato nel tempo di un robusto impianto di politiche a sostegno dell’innovazione, che mobilitano gli attori principali del sistema regionale (imprese, centri di ricerca e università) e supportano la capacità di produrre ricerca e innovazione, di generare, assorbire e trasferire nuove tecnologie e di anticipare/rispondere rapidamente alle nuove sfide competitive.
Le politiche di R&I sono attuate principalmente attraverso le misure del POR FESR, cofinanziato con il fondo europeo di sviluppo regionale.

Le misure del periodo 2014-2020 sono attualmente in fase di chiusura mentre quelle nell’ambito del Programma Regionale FESR 2021-2027 approvato con Decisione C(2022) 7270 del 7/10/2022 e con successiva D.G.R. 41-5898 del 28/10/2022 sono in fase di avvio e troveranno piena attuazione a partire da giugno 2023; tali misure saranno finalizzate a supportare la messa in atto della S3 2021-2027 garantendo un pieno allineamento con il contesto regolamentare europeo per il medesimo periodo e pertanto la nuova programmazione includerà misure volte a sostenere l’innovazione green e la transizione in chiave sostenibile dei sistemi produttivi esistenti.
L'attenzione ad una declinazione sostenibile dello sviluppo attraverso il sostegno del sistema produttivo regionale, troverà diretta declinazione all’interno della programmazione del FESR 21 -27, oltre che in modo trasversale a tutte le linee programmatiche, in coerenza, inoltre, con il principio DNSH, anche attraverso l’obbiettivo specifico di programmazione “Rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle PMI e la creazione di posti di lavoro nelle PMI, anche grazie agli investimenti produttivi”, chje sarà declinato con apposite Misure coerenti.

Proprio al fine di definire gli ambiti tematici delle nuove misure è stato dato avvio ai Tavoli tematici previsti dalla S3 (luoghi di confronto istituzionale tra i diversi attori del sistema dell’innovazione regionale e organizzati sulla base dei Sistemi Prioritari dell’Innovazione), tra i quali, in particolare, qui rileva quello dedicato alle tecnologie, materiali e risorse verdi.

Con più specifico riferimento all’attuazione del PR FESR 21 -27, il sostegno alla transizione verde del sistema produttivo regionale trova specifico ambito di applicazione nell’obbiettivo specifico “RSO1.3. Rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle PMI e la creazione di posti di lavoro nelle PMI, anche grazie agli investimenti produttivi” e coerentemente all’Azione I.1iii.1 “Supporto alla competitività e alla transizione sostenibile del sistema produttivo regionale” sarà attuata la Misura “Digitalizzazione e efficientamento produttivo delle imprese” che avrà tra i suoi obbiettivi quello di sostenere programmi organici di investimento attuati da PMI, piccole imprese a media capitalizzazione e imprese a media capitalizzazione, finalizzati a innovare il processo produttivo al fine di:
  • realizzare prodotti maggiormente sostenibili;
  • rendere il processo produttivo più efficiente, anche dal punto di vista energetico, ambientale, dell’utilizzo delle risorse ed in termini di sicurezza.

Poli d’Innovazione

I Poli di Innovazione, istituiti nel 2009 e riproposti nel periodo 2014-2020 dopo un processo di riorganizzazione in coerenza con le aree di specializzazione e le traiettorie della S3, sono aggregati di PMI, grandi imprese e organismi di ricerca operanti in specifici ambiti tecnologici/settoriali. I soggetti gestori, sostenuti dalla Regione, si pongono come “agenti dell’innovazione”, promuovendo il trasferimento di tecnologie, la condivisione di strutture e lo scambio di conoscenze e competenze e assistendo le imprese associate.
I 7 Poli d’Innovazione attualmente operanti afferiscono alle aree Smart Manufacturing and Products, Energy and Clean Tech, Green Chemistry and Advanced Materials, Life Sciences, Agrifood, Textile e ICT. Coerentemente con gli ambiti tematici coperti, ogni Polo definisce e aggiorna la propria agenda di ricerca, riferimento per i bandi con cui la Regione finanzia i progetti di R&S delle imprese associate ai Poli.

La dimensione dell’efficienza nell’uso delle risorse e l’adozione del modello di economia circolare sono presenti in vario modo nelle agende di ricerca dei diversi Poli d’Innovazione. Due Poli, tuttavia, operano in ambiti tematici direttamente connessi a questo tema:

  • Polo Clever (Energy and Clean Tech), le cui aree tematiche sono:
    • efficienza e uso razionale dell’energia;
    • efficienza e uso razionale delle risorse idriche;
    • Economia Circolare (es. tecnologie per gestione rifiuti, riuso di materie seconde);
    • Mobilità sostenibile;
    • Clean Solutions (es. applicazioni per sostenibilità processi produttivi, ecodesign);
    • Cambiamenti climatici, che riguarda tecnologie e sistemi per l’adattamento al cambiamento climatico e soluzioni per la previsione, monitoraggio ed allerta del rischio industriale ed antropico;

  • Polo Cgreen (Green Chemistry and Advanced Materials), le cui traiettorie strategiche riguardano, tra gli altri:
    • prodotti da materie prime rinnovabili e biodegradabili (bio-based products);
    • riduzione dell’impatto ambientale con modifiche di processo e sostituzione di prodotto;
    • materiali a migliori prestazioni;
    • processi di produzione di energia e calore da biomassa (agroforestale, di scarto da produzione o rifiuto organico);
    • efficienza energetica degli impianti di produzione e modelli di gestione dell’energia con scambio in rete (smart grid).

In coerenza con l’aggiornamento della S3 e con gli indirizzi del POR FESR 2021-2027, a partire dal 2021 la Regione ha avviato una rinnovata politica di Cluster a sostegno della ricerca e innovazione, caratterizzata, rispetto al passato, da un modello di azione sistemico e in grado di promuovere e attuare azioni, programmi, progetti di ricerca e innovazione caratterizzati da una forte cross settorialità secondo le tre principali traiettorie della trasformazione digitale, transizione ecologica e del benessere delle persone e della comunità.
In tale ottica, il 25 ottobre 2022 è stato lanciato il Sistema Poli Piemonte, che ha l’obiettivo di valorizzare, mettendole a sistema, le competenze settoriali acquisite dal 2009 dai sette Poli e va al di là delle singole specializzazioni verticali, facendo dello scambio e della contaminazione un punto di forza.

Il sostegno della Regione alla misura per il Sistema Poli Piemonte proseguirà per tutto il settennio 2021-2027.

La strategia regionale per l’idrogeno

L’idrogeno è una delle componenti chiave per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione energetica e industriale indicati dall’Unione Europea nei suoi principali documenti strategico-programmatici, nonché quelli posti a livello nazionale dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Ulteriore sostegno alla decarbonizzazione è stato fornito dalla Commissione Europea con l’emanazione del Pacchetto “Fit for 55%” per la revisione e l’aggiornamento della normativa europea sul clima, che costituisce il presupposto fondativo del Piano “RePower EU”, nato per ridurre la dipendenza energetica dai combustibili di importazione russa; relativamente all’idrogeno rinnovabile, RePower EU si propone - anche attraverso meccanismi di sostegno finanziario - l’obiettivo specifico di produrre di 10 milioni di tonnellate internamente all’UE e di importarne ulteriori 10 milioni entro il 2030.

Considerato che il Piemonte è una delle poche regioni europee a vantare un ecosistema regionale dell’idrogeno completo, in termini di ricerca e sviluppo, trasferimento tecnologico, sistema manifatturiero attivo negli ambiti della mobilità, della produzione e degli usi industriali, in questo contesto la Regione Piemonte ha definito una Strategia Regionale per l’Idrogeno, approvata con D.G.R. n. 12-5285 del 01 luglio 2022.
La Strategia regionale per l’Idrogeno adotta una visione integrata, al fine di cogliere le opportunità derivanti dal quadro internazionale per:
  • valorizzare le competenze presenti, qualificando il Piemonte come area di eccellenza per lo sviluppo delle tecnologie dell’idrogeno e supportando le filiere industriali;
  • sostenere l’introduzione del vettore idrogeno nel sistema energetico, industriale e dei trasporti, sia per contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione che come occasione di miglioramento di competitività del territorio.

La Strategia è articolata su quattro principali aree di intervento:

  • Diversificazione produttiva, Ricerca, Sviluppo e Innovazione;
  • Mobilità e trasporti;
  • Produzione, distribuzione e uso energetico dell’idrogeno;
  • Aree Trasversali.

A ciascuna delle aree di intervento corrispondono obiettivi specifici e Azioni per realizzarli, con riferimento all’intera catena del valore dell’idrogeno.
La governance dell’attuazione della Strategia è affidata a un apposito “Team Idrogeno”, il cui nucleo fondante risiede nelle Direzioni regionali costituenti il Gruppo di Lavoro Interdirezionale che ha supportato l’elaborazione della Strategia e che supporterà anche la sua attuazione, anche con il coinvolgimento degli stakeholders del sistema regionale, che ha caratterizzato la fase di definizione della Strategia stessa.