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RIFIUTI 

La gestione sostenibile dei rifiuti concorre agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in particolare ai seguenti:


Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili



Obiettivo 12
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

introduzione

La normativa nazionale, recependo le Direttive 2018/850/UE, 2018/851/UE e 2018/852/UE mediante i D. Lgs. 116/2020 e D. Lgs. 121/2020, pone una serie di nuovi obblighi e divieti in merito alla gestione dei rifiuti urbani su un arco temporale piuttosto lungo, ovvero fino al 2035, arco temporale a cui ormai gli atti di pianificazione devono tendere.

I principali obiettivi riguardano l’aumento del tasso di riciclaggio, l’aumento complessivo del recupero e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, la riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili (RUB) da conferire in discarica, il divieto di smaltimento in discarica di tutti i rifiuti idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo e l’adozione di misure necessarie per assicurare che la quantità di rifiuti urbani da collocare in discarica – compresi i rifiuti derivanti dal loro trattamento - sia ridotta ad un valore non superiore al 10%.

In sintesi, gli elementi chiave recepiti nei D. Lgs.116/2020 e D. Lgs. 121/2020 risultano essere i seguenti:
  • definizioni più chiare dei concetti fondamentali in materia rifiuti;
  • nuovi obiettivi vincolanti da conseguire a livello dell’UE entro il 2025, il 2030 e il 2035.
       Questi obiettivi riguardano:
    • nuovi obiettivi di riciclaggio per i rifiuti urbani (55% entro il 2025, 60% entro il 2030, 65% entro il 2035);
    • nuovi obiettivi per il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio (65% entro il 2025, 70% entro il 2030);
    • un obiettivo vincolante per ridurre al massimo al 10% il collocamento in discarica per i rifiuti urbani entro il 2035;
    • il divieto di collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata;
    • la promozione di strumenti economici per scoraggiare il collocamento in discarica;
    • obbligo di raccolta differenziata per i rifiuti organici, per i rifiuti tessili e per i rifiuti ingombranti, compresi materassi e mobili;
  • misure ed obiettivi per ridurre del 50% entro il 2030 i rifiuti alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumatori;
  • definizioni più semplici e adeguate nonché metodi armonizzati per il calcolo del tasso di riciclaggio in tutta l’UE;
  • misure concrete per promuovere il riutilizzo e stimolare la simbiosi industriale trasformando i prodotti di scarto di un'industria in materie prime destinate ad un'altra;
  • incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato e un sostegno ai sistemi di recupero e riciclaggio (es. per imballaggi, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli);
  • requisiti minimi applicabili ai regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR).
Il d.lgs. 116/2020 ha inoltre introdotto il “Programma nazionale per la gestione dei rifiuti” (art. 198-bis al dlgs 152/2006), attraverso cui il Ministero della Transizione ecologica, in collaborazione con ISPRA, individua i macro-obiettivi, i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi nell’elaborazione dei Piani regionali di gestione rifiuti. Il Programma, con un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028), partendo dal quadro di riferimento europeo, è preordinato a orientare le politiche pubbliche ed incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare, a beneficio della società e della qualità dell’ambiente. Il Programma si pone come uno dei pilastri strategici e attuativi della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, insieme al Programma nazionale di Prevenzione dei rifiuti (in aggiornamento) e ad altri strumenti di policy tra cui il PNNR.

La Strategia Nazionale per l’Economia Circolare (SNEC), adottata con D.M. 259 del 24 giugno 2022, costituisce il documento programmatico all’interno del quale sono individuate le azioni, gli obiettivi e le misure che si intendono perseguire nella definizione delle politiche istituzionali volte ad assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare. Con la Strategia nazionale per l’economia circolare si intende, in particolare, definire i nuovi strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, affinché siano competitive in termini di disponibilità, prestazioni e costi rispetto alle materie prime vergini. A tal fine la Strategia agisce sulla catena di acquisto dei materiali (Criteri Ambientali Minimi per gli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione), sui criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), sulla responsabilità estesa del produttore e sul ruolo del consumatore, sulla diffusione di pratiche di condivisione e di “prodotto come servizio”. La Strategia, inoltre, costituisce uno strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e definisce una roadmap di azioni e di target misurabili al 2030, definendo altresì un set di indicatori.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR) dell'Italia, approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio europeo del 13 luglio 2021, che ha recepito la proposta della Commissione europea, prevede in relazione a ciascun investimento e riforma, precisi obiettivi e traguardi, cadenzati temporalmente, al cui conseguimento si lega l'assegnazione delle risorse su base semestrale. Tutte le misure inserite nei PNRR devono essere conformi al principio DNSH (“do no significant harm“, non arrecare un danno significativo all’ambiente) previsto dal quadro legislativo per favorire gli investimenti sostenibili, tramite la definizione di un sistema di classificazione (Tassonomia) ed è compito degli Stati membri dimostrarne il rispetto.

Il Piano per la Transizione ecologica, approvato dal CITE in data 8 marzo 2022, risponde alla sfida che l’Unione Europea con il Green Deal ha lanciato al mondo: assicurare una crescita che preservi salute, sostenibilità e prosperità del pianeta, attraverso l’implementazione di una serie di misure sociali, ambientali, economiche e politiche, aventi come obiettivi, in linea con la politica comunitaria, la neutralità climatica, l’azzeramento dell’inquinamento, l’adattamento ai cambiamenti climatici, il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, la transizione verso l’economia circolare e la bioeconomia.

Un approfondimento merita la disciplina sull'End of waste, che in questi ultimi anni ha subito diverse evoluzioni. Con il termine End of waste, ovvero “Cessazione della qualifica di rifiuto”, si indica il procedimento attraverso il quale un rifiuto, sottoposto ad un processo di recupero, perde tale qualifica per acquisire quella di prodotto nuovamente utilizzabile, sostituendo altri materiali che sarebbero altrimenti impiegati. La nozione di End of waste nasce in ambito comunitario con la Direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008, Direttiva quadro in materia di rifiuti: un rifiuto cessa di essere tale quando è stato sottoposto a un’operazione di recupero e soddisfa tutte le precise condizioni stabilite dall’art. 6 della Direttiva quadro, come modificata dalla Direttiva 2018/851/UE:

a) la sostanza o l'oggetto sono destinati ad essere utilizzati per scopi specifici;

b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;

c) la sostanza o l'oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;

d) l'utilizzo della sostanza o dell'oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana.

Nel recepire la Direttiva 2008/98/CE, nel D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, è stata introdotta la disposizione di cui all’art. 184-ter relativa, appunto, alla “Cessazione della qualifica di rifiuto”.

Negli anni l'articolo è stato oggetto di numerosi interventi di modifica e l’attuale disciplina dispone che i criteri End of waste siano adottati in conformità a quanto stabilito dalla disciplina comunitaria oppure, in mancanza di criteri comunitari, caso per caso per specifiche tipologie di rifiuto attraverso uno o più decreti ministeriali. In mancanza dei succitati criteri specifici (comunitari o ministeriali) le autorizzazioni per gli impianti di recupero dei rifiuti possono essere rilasciate o rinnovate nel rispetto delle condizioni individuate dalla direttiva 2008/98/CE e sulla base di criteri dettagliati, definiti nell'ambito dei medesimi procedimenti autorizzatori. Il comma 3 ter dell’art. 184 ter del d.lgs. 152/2006, istituisce un sistema di controlli delle autorizzazioni rilasciate per il caso specifico attribuendone la competenza al Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente.

A livello comunitario e nazionale sono stati adottati i seguenti provvedimenti:
  • Regolamento    (UE) n. 333/2011 del 31 Marzo 2011 - Rottami metallici                        
  • Regolamento    (UE) n. 1179/2012 del 10 Dicembre 2012 - Rottami vetrosi  
  • Regolamento    (UE) n. 715/2013 del 25 Luglio 2013 - Rottami di rame          
  • Dm Ambiente 14 febbraio 2013 n. 22 - Combustibile solido secondario (CSS)             
  • Dm Ambiente 28 marzo 2018 n. 69 - Conglomerato bituminoso        
  • Dm Ambiente 15 maggio 2019, n. 62 - Prodotti assorbenti per la persona (PAP)  
  • Dm Ambiente 31 marzo 2020, n. 78 - Gomma riciclata da pneumatici fuori uso (PFU)            
  • Dm Ambiente 22 settembre 2020, n. 188 - Carta e cartone     
  • Dm Ambiente 27 settembre 2022 n. 152 – Rifiuti inerti da costruzione e demolizione
Altro elemento da considerare è quanto previsto nella Direttiva 2019/904 - la Direttiva sui prodotti in plastica monouso. Dal luglio 2021 sono vietati i prodotti monouso in plastica per i quali esistono alternative quali ad esempio posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce, mescolatori per bevande e aste dei palloncini. Il divieto è esteso anche ai prodotti di plastica oxodegradabile ed ai contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso. Per i prodotti in plastica per i quali, invece, non esistono alternative – prevede la Direttiva – gli Stati membri dovranno mettere a punto piani nazionali, con misure dettagliate, per ridurre significativamente il loro utilizzo, da trasmettere alla Commissione entro due anni dall’entrata in vigore della Direttiva. La normativa fissa, inoltre, un obiettivo di raccolta del 77% per le bottiglie monouso in plastica per bevande entro il 2025, che salirà al 90% entro il 2029, e stabilisce un contenuto minimo di materiale riciclato nella produzione di bottiglie per bevande fabbricate in PET di almeno il 25% entro il 2025, che salirà ad almeno il 30% al 2030 contemplando tutte le plastiche monouso utilizzate per la fabbricazione di bottiglie per bevande.

Il 14 gennaio 2022 è entrato  in vigore il Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 196, di attuazione della Direttiva (UE) 2019/904 (c.d. “Direttiva SUP“) sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 41 alla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 285 del 30 novembre 2021.

Le azioni regionali

Attuazione delle Legge Regionale n. 1/2018, in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, modificata dalla Legge Regionale 4/2021

Con la Legge Regionale 10 gennaio 2018 n. 1 - “Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n. 7”, la Regione ha operato una integrale revisione della propria legislazione di settore, comprendendo in un unico testo normativo la disciplina di alcune materie disciplinate da diverse leggi risalenti nel tempo.
In particolare, la Legge disciplina:

  • gli strumenti di pianificazione regionale;
  • l’organizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani;
  • l’organizzazione della gestione dei rifiuti speciali;
  • il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti;
  • il sistema sanzionatorio in materia di produzione dei rifiuti e di tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti.

La Legge regionale 1/2018, come modificata dalla Legge Regionale 16 febbraio 2021, n. 4, fissa poi specifici obiettivi di produzione annua pro capite di rifiuto indifferenziato, in coerenza con gli obiettivi stabiliti dal Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, da raggiungere a partire dall’anno 2018 (produzione annua non superiore a 190 chilogrammi ad abitante), entro l’anno 2020 (produzione annua non superiore a 159 chilogrammi ad abitante) ed entro l’anno 2025 (produzione annua non superiore a 126 chilogrammi ad abitante). A tali obiettivi è collegata una sanzione amministrativa regionale. Introduce, infine, un differimento temporale del termine posto per il raggiungimento dei predetti obiettivi per la sola Città di Torino, in ragione della sua dimensione demografica e delle sue caratteristiche peculiari.

Con le modifiche apportate dalla L. R. 4/2021 è stata operata una parziale revisione della governance del sistema dei rifiuti urbani che è ora organizzato in un unico ambito territoriale ottimale coincidente con il territorio della Regione, articolato in sub ambiti di area vasta (coincidenti, nella fase di prima attuazione, con il territorio dei “consorzi di bacino” di cui alla L.R. 24/2002) per l’organizzazione delle funzioni inerenti alla prevenzione della produzione dei rifiuti urbani, alla riduzione della produzione dei rifiuti indifferenziati, alla raccolta differenziata, al trasporto e all'avvio a specifico trattamento delle raccolte differenziate, ad esclusione del rifiuto organico e del rifiuto ingombrante, alla raccolta e al trasporto dei rifiuti urbani indifferenziati e alle strutture a servizio della raccolta differenziata (centri di raccolta).
Nei sub ambiti di area vasta la governance è esercitata da consorzi di comuni (denominati consorzi di area vasta) e nell’ambito unico regionale è confermato l’esercizio della governance attraverso la costituzione di una Conferenza d’ambito composta dai consorzi di area vasta e dalla Città di Torino (sub ambiti), dalle province e dalla Città metropolitana per l’individuazione e la realizzazione, laddove mancanti o carenti, degli impianti a tecnologia complessa, comprese le discariche autorizzate ai sensi del d.lgs. 36/2003, e per l’organizzazione del relativo segmento di servizio (avvio a trattamento del rifiuto indifferenziato, del rifiuto organico e del rifiuto ingombrante).

Attualmente si è ancora nella fase transitoria di attuazione della governance del servizio integrato di gestione dei rifiuti: i consorzi di bacinohanno provveduto tutti all’adeguamento dei propri atti costitutivi e dello statuto agli atti tipo approvati con la legge regionale 1/2018, come modificati dalla l.r. 4/2021, dalla l.r. 25/2021  e dalla l.r. 3/2023 (al 31 dicembre 2022 18 consorzi hanno provveduto); i consorzi di area vasta, le Province e la Città Metropolitana di Torino hanno approvato la Convenzione istitutiva della Conferenza d’Ambito regionale, sulla base degli Schemi-tipo di Convenzione e di Statuto per la costituzione della Conferenza d’Ambito territoriale regionale approvati dalla Giunta regionale con deliberazione n. 10-3952 del 22/10/2021 (al 31 dicembre 2022 hanno provveduto 16 consorzi, 6 province e la CM di Torino) e al momento stanno provvedendo,coordinati dall'ATO-R (l'Associazione di ambito territoriale ottimale del territorio della Città Metropolitana di Torino), alla predisposizione degli adempimenti necessari per l'atto di costituzione della Conferenza d'ambito avanti il notaio anche sulla base delle indicazioni fornite dalla Giunta regionale con proprio atto di indirizzo.

La norma regionale introduce poi una disposizione transitoria volta alla valutazione dell’efficienza dell’organizzazione dei sub ambiti di area vasta, con un periodo di osservazione stabilito fino alla pubblicazione dei dati relativi alla produzione dei rifiuti e alla percentuale di raccolta differenziata riferiti all’anno 2022, al termine del quale la Giunta regionale provvederà a riorganizzare i consorzi di area vasta che non raggiungono gli obiettivi stabiliti dalla legge regionale, dalla norma nazionale di riferimento e dal Piano regionale mediante la nomina di un commissario ad acta.

Attuazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dei Fanghi di Depurazione

Azioni di attuazione della Pianificazione (programmi di finanziamento comunitari e nazionali)

Nel corso del 2021 particolare attenzione è stata posta alla ricognizione dell’impiantistica esistente, all’analisi dei fabbisogni di trattamento non ancora soddisfatti e ad un confronto con le Amministrazioni locali e gli Enti competenti per la predisposizione delle proposte di interventi da presentare nell’ambito dei finanziamenti del PNRR per l’economia circolare (Missione M2C1), interventi per i quali è richiesta la coerenza con la vigente pianificazione regionale.

Sono state pertanto analizzate le proposte presentate dal territorio ed affrontate le tematiche e criticità inerenti i decreti relativi agli investimenti 1.1 e 1.2 della Missione M2C1 (DM 396 del 28/09/2021 e DM 397 del 28/09/2021) e relativi avvisi per la presentazione delle proposte, adottati in data 15/10/2021 e rettificati con decreti nn. 117 e 118 del 24/11/2021.

Nell’ambito delle linee di intervento un particolare approfondimento è stato effettuato sulla linea di investimento PNRR – M2C1.1.I1.1 mediante un censimento delle proposte progettuali che per quanto emerso interessano principalmente gli interventi relativi alla linea B – “ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata” e alla linea C – “Ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili” ed in secondo luogo alla linea A - “miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani”.

Per la linea B l’interesse riguarda in particolar modo l’implementazione e la realizzazione dell'impiantistica necessaria al trattamento della frazione organica raccolta differenziatamente, con le finalità di completare e ottimizzare il sistema impiantistico regionale di trattamento in funzione delle esigenze di riciclaggio e recupero del territorio; per la linea C l’interesse è verso la realizzazione o il potenziamento delle linea di trattamento dei fanghi presso impianti di depurazione delle acque reflue urbane al fine di promuovere attività propedeutiche al recupero di materia dagli stessi fanghi; per la linea A la realizzazione di centri di raccolta dei rifiuti urbani.

La Giunta regionale, con deliberazione n. 20-4555 del 21 gennaio 2022, ha approvato i criteri per il rilascio del nulla osta circa la coerenza degli interventi oggetto di avvisi PNRR M2C.1.1 I 1.1 con gli obiettivi della pianificazione regionale in materia di rifiuti, tenendo conto dei fabbisogni di trattamento non soddisfatti e dei fabbisogni di servizio anche in ragione delle peculiarità territoriali e della sostenibilità ambientale.

Misure finalizzate alla promozione dell’economia circolare, alla riduzione della produzione di rifiuti ed alla promozione della simbiosi industriale, in linea con le azioni previste sia nel Piano rifiuti urbani che nel Piano dei rifiuti speciali, sono state proposte nell’ambito della nuova programmazione POR-FESR 2021-2027. Con D.G.R. 8 aprile 2022, n. 3-4853 è stata adottata la Proposta di Programma Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2021-2027 per la presentazione alla Commissione Europea, approvato il Rapporto Ambientale e la Sintesi Non Tecnica, per avviare le consultazioni pubbliche per la Valutazione ambientale strategica (VAS), ai sensi del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152.

ATTUAZIONE DEL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E DEI FANGHI DI DEPURAZIONE

Azioni di attuazione della Pianificazione (programmi di finanziamento comunitari e nazionali)

La Giunta regionale, con deliberazione n. 20-4555 del 21 gennaio 2022, ha approvato i criteri per il rilascio del nulla osta circa la coerenza degli interventi oggetto di avvisi PNRR M2C.1.1 I 1.1 con gli obiettivi della pianificazione regionale in materia di rifiuti, tenendo  conto dei fabbisogni di trattamento non soddisfatti e dei fabbisogni di servizio anche in ragione delle peculiarità territoriali e della sostenibilità ambientale.

Nel primo trimestre 2022, sulla base dei criteri definiti dalla Giunta regionale con deliberazione n. 20-4555 del 21/01/2022, si è conclusa la verifica di compatibilità con la vigente pianificazione in materia di rifiuti urbani delle proposte progettuali relative alla linea A “miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani” (centri di raccolta), Linea B “ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata” (in particolare per trattamento della frazione organica) e Linea C “Ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili” (trattamento fanghi presso impianti depurazione acque reflue al fine di promuoverne il recupero).
Al termine dell’attività istruttoria sono stati rilasciati 12 nulla osta per la presentazione delle istanze di finanziamento relative a impianti di trattamento (principalmente realizzazione o ampliamento di impianti di digestione anaerobica del rifiuto organico), 3 nulla osta per centri di raccolta con bacino di utenza inferiore a 5.000 abitanti e 17 dichiarazioni di coerenza con la programmazione regionale per interventi relativi alla realizzazione di centri di raccolta, centri del riuso, misurazione del rifiuto indifferenziato e applicazione della tariffa puntuale, raccolta domiciliare esternalizzata con ecoisole ad accesso controllato.
Nel corso del 2022 si sono svolti diversi incontri nell’ambito della nuova programmazione PR-FESR 2021-2027 al fine di individuare misure finalizzate alla promozione dell’economia circolare e della simbiosi industriale in linea con le azioni previste sia nel Piano rifiuti urbani che nel Piano dei rifiuti speciali.

Sono stati definiti i contenuti delle 2 azioni II.2vi.1 “Prevenzione della produzione dei rifiuti e promozione della simbiosi industriale” e II.2vi.2 “Applicazione e diffusione di tecnologie di riciclaggio per frazioni di rifiuti critiche quantitativamente o qualitativamente o contenenti materie prime critiche”.

Le azioni individuate, con dotazione finanziaria pari a 20.000.000,00 euro ciascuna, si propongono principalmente di:
  • ridurre la produzione di rifiuti promuovendo la riparazione ed il riutilizzo di beni, anche tramite la realizzazione di centri del riuso (beneficiari pubblici e soggetti del terzo settore)- ridurre la produzione di rifiuti alimentari tramite interventi di recupero delle eccedenze (beneficiari soggetti del terzo settore);- realizzare progetti di simbiosi industriale e di utilizzo di sottoprodotti (beneficiari PMI)- ampliamento o efficientamento di impianti di riciclaggio di rifiuti (RAEE, car fluff, ecc) (beneficiari PMI e Società di gestione rifiuti urbani)

L’approvazione delle schede di Misura e l’apertura dei bandi avverrà presumibilmente nelle annualità 2024 e 2025 in considerazione delle tempistiche necessarie per l’approvazione dell’aggiornamento dei Piani regionali di gestione rifiuti urbani e speciali, condizione abilitante ancora non soddisfatta per l’attuazione ed il finanziamento delle azioni del PR FESR sull’economia circolare.

Azioni di attuazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani

Nel corso del 2022 è proseguita l’attività di monitoraggio tecnico e amministrativo relativa ai programmi di finanziamento approvati dalla Giunta regionale precedente e finalizzati all’attuazione delle azioni prioritarie per il raggiungimento degli obiettivi di Piano relativi alla riduzione della produzione totale di rifiuti, alla riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati residuali, all’incremento della raccolta differenziata e del riciclaggio. In particolare:

Programma di finanziamento in attuazione della Misura 50 del Piano Riparti Piemonte “Raccolta differenziata e Economia circolare” (anni 2020-2022): avviato nel 2020 prevede la concessione di contributi a fondo perduto ai Consorzi di gestione dei rifiuti urbani, per spese di investimento finalizzate al miglioramento della raccolta differenziata e del riciclaggio dei rifiuti “anche in considerazione delle nuove esigenze connesse alla pandemia”. Le risorse a disposizione, pari a 5 mln di euro, derivano dal gettito del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti e sono destinate – come per il precedente Programma di finanziamento 2017-2020 – a sostegno delle azioni prioritarie previste dal Piano di gestione dei rifiuti urbani, ossia la riorganizzazione dei servizi di raccolta con passaggio da raccolta stradale a raccolta domiciliare dei rifiuti, la misurazione del quantitativo di rifiuti indifferenziato per l’applicazione della tariffazione puntuale, la realizzazione/adeguamento di centri di raccolta a servizio di bacini comunali o sovracomunali di almeno 5.000 abitanti. È stata inoltre prevista la finanziabilità di interventi per la realizzazione o adeguamento di aree per la messa in riserva di rifiuti differenziati, al fine del successivo inoltro agli impianti di riciclo.

Sono stati finanziati 15 interventi, ad esaurimento della dotazione finanziaria della Misura, di cui:
  • n. 5 progetti relativi alla riorganizzazione dei servizi di raccolta con modalità domiciliare per circa 166.000 abitanti complessivi (di cui 40.000 nella città di Torino);
  • n. 3 progetti relativi alla misurazione almeno del quantitativo di rifiuto indifferenziato per l’applicazione della tariffa puntuale per complessivi 114.000 abitanti circa;
  • n. 6 progetti relativi alla realizzazione di 1 nuovo centro di raccolta rifiuti e ampliamento/adeguamento di n. 38 centri di raccolta consortili a servizio di circa 400.000 abitanti complessivi;
  • n. 1 progetto relativo alla realizzazione di un impianto di messa in riserva di rifiuti differenziati a servizio di un bacino di circa 157.000 abitanti.

I dati provvisori del I^ semestre 2022 relativi ai progetti che hanno completato la riorganizzazione dei servizi di raccolta con modalità domiciliare (circa 40.000 abitanti) evidenziano un valore di RD generalmente > 70% ed una produzione pro capite di RU inferiore a 159 kg/anno, obiettivo del Piano a partire dall’anno 2020; il Quadrilatero S. Salvario (circa 10.500 residenti) ed il quartiere San Donato (circa 29.000 residenti) della città di Torino nei quali è stata implementata la raccolta domiciliare esternalizzata tramite “ecoisole” ad accesso controllato hanno conseguito, nel loro complesso, un risultato di RD pari al 56% ed una produzione di RU pro capite pari a circa 200 kg*anno, risultati sicuramente migliorativi rispetto a quelli conseguiti con la raccolta stradale ma non ancora in linea con gli obiettivi di Piano.

Approvazione Piano regionale di gestione dei rifiuti Urbani e di Bonifica della Aree Inquinate - PRUBAI 


La Giunta regionale con Deliberazione 12 marzo 2021, n. 14-2969 ha approvato l'Atto di indirizzo in materia di programmazione della gestione dei rifiuti urbani e bonifiche - Aggiornamento della pianificazione regionale e adeguamento alla disciplina nazionale di recepimento delle Direttive europee relative al pacchetto Economia circolare." pubblicata sul BU n. 11 del 18/03/2021.

Con deliberazione della Giunta regionale n. 30-5191 del 14 giugno 2022 è stato adottato il Progetto di Piano regionale di gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI) ed approvato il relativo Rapporto Ambientale, il Piano di Monitoraggio Ambientale e la Sintesi non tecnica del Rapporto Ambientale, ai fini del processo di pianificazione in materia rifiuti e contestuale Valutazione Ambientale Strategica. Il progetto di Piano rappresenta un aggiornamento del PRGRU 2016 e pone obiettivi ed azioni con un orizzonte temporale di breve termine al 2025, di medio termine al 2030 e di lungo termine al 2035, in linea con i termini di raggiungimento degli obiettivi delle direttive UE 2018/850, 2018/851, 2018/852.

L’autorità competente per la VAS, struttura incardinata presso  il Settore Valutazioni ambientali e procedure integrate della Direzione Ambiente, Energia e Territorio, con deliberazione di Giunta regionale n. 21 - 5708 del 30 settembre 2022 ha espresso il proprio parere motivato, con indicazioni e raccomandazioni descritte dettagliatamente nella relazione istruttoria predisposta dall’Organo Tecnico Regionale.

Con deliberazione di Giunta regionale n. 19-5977 del 18 novembre 2022, sentita la Conferenza regionale dell’Ambiente, è stato adottato il Progetto di Piano di gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI) comprensivo del Rapporto Ambientale, della dichiarazione di sintesi, del Piano di Monitoraggio, della Sintesi non tecnica.

Con deliberazione n. 277–11379  del  9 maggio 2023 il Consiglio regionale ha approvato il Piano regionale per la gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI) ed il Piano di monitoraggio ambientale (PMA), prendendo atto del Rapporto ambientale, della relativa Sintesi non tecnica e della Dichiarazione di sintesi, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 152/2006.

Aggiornamento Piano Regionale Rifiuti Speciali (PRRS)

Al fine dell'adeguamento dei contenuti della pianificazione vigente sui rifiuti speciali alle quattro direttive del "pacchetto dell'economia circolare" del 30 maggio 2018 (n. 849/2018/Ue, 850/2018/Ue, 851/2018/Ue e 852/2018/Ue), è stato avviato un percorso di  aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali (PRSS2023), in quanto il Piano vigente approvato con D.C.R. 16 gennaio 2018, n. 253-2215, benchè predisposto alla luce delle disposizioni contenute nella comunicazione COM (2014) 389 del 2 luglio 2014 e dalla risoluzione del Consiglio UE del 9 luglio 2015, non permette una misurazione degli effetti legati all’attuazione degli obiettivi ed azioni su un orizzonte temporale compatibile con quanto previsto nelle suddette direttive.

Inoltre, considerato che la legge 4 ottobre 2019, n. 117 “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018”, all’articolo 15 prevede che “1. Nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2018/850 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, il Governo è tenuto a seguire, oltre ai principi e criteri direttivi generali di cui all'articolo 1, comma 1, anche i seguenti principi e criteri direttivi specifici: (..omissis...) 5. prevedere la redazione di specifici piani regionali di gestione dei fanghi di depurazione delle acque reflue, all'interno dei piani regionali di gestione dei rifiuti speciali, mirati alla chiusura del ciclo dei fanghi nel rispetto dei principi di prossimità e di autosufficienza”, l'aggiornamento del PRRS2023 conterrà un capitolo dedicato ai fanghi di depurazione delle acque reflue. Tale capitolo sarà redatto sulla base dei contenuti dell’atto di indirizzo approvato con D.G.R. 17 luglio 2020, n. 13-1669 "Approvazione dell’Atto di indirizzo relativo alla gestione dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane (EER 190805), al fine di adeguare la pianificazione regionale all’evoluzione normativa di Settore ed alle migliori tecnologie disponibili".

Nell’ambito della procedura di VAS è stato redatto il “Documento di specificazione dei contenuti del Rapporto Ambientale” al fine di acquisire informazioni utili in merito ai contenuti del Rapporto Ambientale.

La fase di specificazione si è conclusa  il  26 gennaio 2023.

Attuazione del Piano Regionale di gestione dei Rifiuti Speciali vigente (PRRS) + sottoprodotti

Sono proseguite alcune delle attività che nei prossimi anni dovranno essere sviluppate e implementate al fine di dare attuazione alle azioni previste nel Piano, tra le quali incentivare la realizzazione di un sistema impiantistico idoneo a trattare i rifiuti, incoraggiare le imprese all’applicazione di tecniche industriali volte a minimizzare gli scarti e al riciclo di questi nei cicli produttivi, attivare delle sinergie con i soggetti interessati per incoraggiare il mercato del recupero anche prevedendo servizi informativi che mettano in comunicazione domanda e offerta, coinvolgere Province/Città Metropolitana di Torino – in qualità di enti competenti al rilascio delle autorizzazioni, affinché si uniformino sul territorio regionale le autorizzazioni e si risolvano congiuntamente eventuali problematiche relative agli impianti autorizzati.

Al fine di perseguire i principi dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile, negli ultimi anni si sono poste le basi per promuovere e rendere più agevole l’applicazione concreta della disciplina dei “sottoprodotti”, di fondamentale importanza per il raggiungimento degli obiettivi della pianificazione regionale. Attraverso una collaborazione costruttiva tra la pubblica amministrazione e gli operatori privati del settore sono state approvate con DGR 11 aprile 2023, n. 10-6722 le linee guida contenente le prime  indicazioni a supporto degli operatori che devono produrre documentazione utile a provare il soddisfacimento delle condizioni per l’impiego dei sottoprodotti.

Inoltre si è costituito un gruppo di lavoro “GDLSottoprodotti” regionale costituito da Regione, Arpa Piemonte e le associazioni di categoria  al fine di favorire e rendere più agevole l’applicazione concreta della disciplina dei sottoprodotti attraverso lo scambio di esperienze e di buone pratiche. In particolare ha lo scopo di  fare degli approfondimenti su residui di produzione e loro filiere che presentano potenziali elementi di criticità rispetto alla gestione come sottoprodotto.

Per quanto riguarda alcune azioni previste nel Piano tra le quali la promozione della simbiosi industriale e l’applicazione e diffusione di tecnologie di riciclaggio per frazioni di rifiuti critiche quantitativamente o qualitativamente o contenenti materie prime critiche, si segnale che tali azioni sono state inserite nella Proposta di Programma Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2021-2027.

La proposta del Programma Regionale FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale) 2021-2027 è stata approvata dalla Commissione europea con Decisione C (2022) 7270 del 7/10/2022 e successiva presa d’atto della Giunta regionale con deliberazione n. 41-5898 del 28/10/2022. Nell’ambito della Priorità II l’obiettivo specifico RSO2.6. “Promuovere la transizione verso un'economia circolare ed efficiente sotto il profilo delle risorse”, con dotazione pari a 40 mln euro, sono previste azioni per prevenire la produzione dei rifiuti, promuovere la simbiosi industriale, favorire l’efficientamento dei sistemi di trattamento dei rifiuti urbani e speciali, massimizzare il riciclaggio e minimizzare gli scarti di processo.

Attività su emergenze regionali o extra regionali legate alla gestione dei rifiuti urbani

Emergenza rifiuti urbani in Regione Liguria – Trattamento di rifiuti urbani prodotti nella Città Metropolitana di Genova presso impianti piemontesi

Nel corso del 2022 è proseguita l’attività (iniziata nel 2014) a favore della Regione Liguria, consentendo il trattamento di rifiuti urbani liguri in alcuni impianti piemontesi situati nelle province di Alessandria, Asti, Torino e Cuneo. In particolare nel corso del 2022 dalla Città metropolitana di Genova sono giunte in Piemonte tra gennaio e dicembre 100.723 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati (codice EER 200301) ed ulteriori 5.636 tonnellate di rifiuti urbani ingombranti (codice EER 200307): tali rifiuti sono stati trattati per essere successivamente rinviati in Regione Liguria, ovvero sono confluiti presso impianti di valorizzazione energetica nel caso dell’impianto di termovalorizzazione di rifiuti TRM di Torino e del cementificio Buzzi di Robilante (CN), ma in ogni caso non sono stati smaltiti presso discariche piemontesi. Tali rifiuti sono confluiti in 5 dei 8 impianti potenzialmente utilizzabili per il trattamento dei rifiuti liguri (rispetto agli 8 impianti piemontesi potenzialmente utilizzabili per il trattamento dei rifiuti liguri), localizzati nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino. Pertanto nel periodo compreso tra ottobre 2014 e dicembre 2022 sono state complessivamente trattate in Piemonte circa 810.000 tonnellate di rifiuti urbani prodotti dalla Città Metropolitana di Genova.

Riguardo alla necessità di inserire questa attività in una stabile cornice programmatoria interregionale su indicazione congiunta di entrambe le Regioni si è provveduto a redigere ed approvare da parte di entrambi gli Enti un apposito Accordo che a partire dall’ottobre 2022 è andato a sostituire la precedente Intesa di validità triennale (avente validità nel periodo 2020/2022); in tale Accordo (di cui alla D.G.R. 22-5759 del 7.10.2022), e fino al 31.12.2023, si collocano i rapporti tra le due Regioni relativi alla gestione dei rifiuti urbani.

RAPPORTI DI MONITORAGGIO INERENTI IL PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E DEI FANGHI DI DEPURAZIONE E IL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI

Nel corso del 2022 sono proseguiti gli approfondimenti finalizzati alla redazione  del secondo Rapporto di monitoraggio ambientale, previsto dal Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA) del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dei fanghi di depurazione (PRGRU).

Nel mese di marzo 2023 è stato approvato il secondo Rapporto di monitoraggio (Determina di approvazione n 241/A16033B del 29 marzo 2023); tale documento è l’esito di un lavoro di raccolta e valutazione dei dati delle annualità 2018-2020 relativi agli indicatori di monitoraggio (stato, descrittivi e prestazionali) individuati nel PMA  e in parte aggiornati nel primo Rapporto di monitoraggio, al fine di rendere gli indicatori facilmente reperibili e correlabili alle priorità del PRGRU al 2020 ed agli indicatori al 2025 e 2030. Questo documento si inserisce nell’ambito di un procedimento di aggiornamento del Piano (PRGRU) iniziato sostanzialmente dopo la redazione del primo Rapporto e la pubblicazione, a livello europeo, delle direttive relative al “pacchetto economia circolare”.

PARTECIPAZIONE ALLA STRATEGIA NAZIONALE RIFIUTI - PNGR

La Regione dal 2020 ha in corso un continuo confronto con il MITE (ora MASE) sullo stato di attuazione della propria pianificazione anche in riferimento ai lavori del Programma Nazionale di Gestione dei rifiuti. In particolare nel corso del 2022 ha inviato i propri contributi nell'ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica del Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR). I contributi di cui all’articolo 13, comma 5-bis del d.lgs. 152/2006, sono stati approvati con D.G.R . n. 19-4954 del 29 aprile 2022. Successivamente all’approvazione del PNGR (DM 265 del 24 giugno 2022) sono proseguite le attività del  tavolo tecnico istituzionale per il PNGR.

Incendi in impianti di trattamento rifiuti e pianificazione della Prevenzione

Continuano le attività per contrastare il fenomeno degli incendi presso gli impianti di trattamento rifiuti - un'emergenza che ha coinvolto soprattutto il nord Italia.

Anche nel 2021 il lavoro si è concentrato sulle attività di prevenzione di fenomeni di incendio negli impianti a seguito delle disposizioni di cui all’art. 26 – bis della Legge 1° dicembre 2018, n.132 così come specificate dalla Circolare ministeriale prot. 2730 del 13.2.2019 che hanno previsto l’obbligo di predisporre un apposito “piano di emergenza interna” (PEI) per tutti i gestori degli impianti di stoccaggio e trattamento di rifiuti, esistenti o di nuova costruzione, nonché la predisposizione del “piano di emergenza esterna” (PEE), elaborato dal prefetto d’intesa con le regioni e gli enti interessati sulla base delle informazioni fornite dai gestori stessi.

Il 7 ottobre 2021 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPCM 27 agosto 2021, che approva le “Linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e per la relativa informazione della popolazione per gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti”. A seguito delle quali, sono stati attivati dei gruppi di lavoro presso le Prefetture - in particolare Torino, Biella, Novara, con la partecipazione di Regione Piemonte, Arpa Piemonte e Città Metropolitana di Torino e Vigili del Fuoco per condividere le informazioni e le esperienze al fine condividere un percorso metodologico per predisporre uno schema di PEE.
Riferimenti

Sul pagina web dedicata ai Rifiuti del sito della Regione Piemonte è possibile trovare le informazioni inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani, le azioni regionali, il Sistema Informativo Rifiuti, i rifiuti speciali e la normativa del settore.
Sul sito web Dati.Piemonte.it è possibile acquisire direttamente le informazioni inerenti la produzione dei rifiuti urbani effettuando un download dei dati (formato csv).