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CONTROLLO INTEGRATO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Tabella 1
Il Piano d’Ispezione Ambientale
Figura 1
Tabella 2
Figura 2
Contributi tecnici di Arpa Piemonte ai fini del superamento di alcune criticità
definizione dei valori di fondo da solventi clorurati maggiormente presenti nelle acque sotterranee
Le aree oggetto di approfondimento nello studio pilota sono collocate rispettivamente una in provincia di Biella (all’interno dei territori dei comuni di Biella, Gaglianico, Ponderano, Sandigliano, Candelo e Verrone), con estensione di circa 20 Km2, e una in provincia di Torino (all’interno dei territori dei comuni di Rivalta di Torino, Piossasco, Orbassano, Beinasco, Nichelino, Moncalieri e Torino), con estensione di circa 60 Km2.
Le informazioni acquisite nella fase iniziale del progetto, unitamente agli approfondimenti analitici condotti, hanno consentito di aumentare la conoscenza di tali aree in termini di assetto idrogeologico, potenziali sorgenti e modalità di diffusione, consentendo di formulare il cosiddetto modello concettuale alla base dell’interpretazione dei fenomeni in atto.
Le campagne di monitoraggio condotte tra la fine del 2019 e il 2020 hanno evidenziato la presenza diffusa di due tipologie di contaminanti: il tetracloroetilene (PCE), talvolta associato ai suoi prodotti di degradazione (tricloroetilene, ecc), afferente prevalentemente al comparto commerciale e industriale, e triclorometano (cloroformio), derivante perlopiù dalle infrastrutture urbane. In particolare le contaminazioni da triclorometano presentano rilevanti analogie nei settori più urbanizzati delle due aree di studio: sembrerebbero infatti legate a processi di formazione connessi al trattamento di clorazione dell’acqua potabile e/o delle acque reflue distribuiti capillarmente attraverso le reti urbane e risultano compatibili con la tipologia di inquinamento a carattere diffuso.
Le contaminazioni da tetracloroetilene presenterebbero peculiarità specifiche correlate al tipo di attività industriale condotta sul territorio e alle caratteristiche idrogeologiche della falda.
Nelle figure seguenti sono riportate le aree di studio, le reti di monitoraggio con l’indicazione delle concentrazioni di tetracloroetilene (PCE), triclorometano (cloroformio) riscontrate e le subaree in cui è stato individuato un inquinamento diffuso.
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Al termine del progetto sperimentale sono state proposte stime dei valori di fondo antropico sulle subaree individuate nelle figure precedenti. I valori ad oggi proposti hanno una valenza metodologica. Il loro utilizzo in ambito di pianificazione nell’area metropolitana di Torino, e in particolare l’eventuale stesura dei sopraccitati appositi piani di gestione, necessita di una estensione dello studio alle porzioni di acquifero adiacenti potenzialmente interessati dalle medesime dinamiche.
MONITORAGGIO E CONTROLLO
Le azioni di politica ambientale richiedono dati e conoscenza affidabili. Per questo motivo la Direttiva quadro sulle acque prevede un complesso sistema di monitoraggio per corsi d’acqua, laghi e acque sotterranee per conoscere lo stato complessivo dell’ecosistema: delle componenti biologiche, della presenza di inquinanti chimici, dell’alterazione morfologica di alvei e sponde, della quantità di acqua presente.
Alla conoscenza sullo stato della risorsa acqua derivante dalle attività di monitoraggio si affianca l’attività di valutazione delle pressioni che causano impatti prevalentemente attraverso l’analisi della presenza degli scarichi civili e industriali, delle derivazioni idriche, della morfologia degli alvei e delle sponde nonchè le pressioni diffuse di origine agricola e zootecnica.
L’insieme di tutti i dati di conoscenza del territorio, sia dello stato che delle pressioni, si integrano tra loro per arrivare a una valutazione del rischio di non raggiungere gli obiettivi previsti dalla Direttiva Acque (integrata con le Direttive Habitat e Alluvioni). L’analisi del rischio è pertanto la base che orienta la scelta delle misure di tutela e risanamento e la loro priorità all’interno della pianificazione regionale e dell’intero bacino padano (Piano di Tutela delle Acque e Piano di Gestione del distretto idrografico del Fiume Po. Le 26 KTM (Key Type Measures - tipologie di misure chiave), con la loro declinazione di dettaglio, sono infatti state definite tra l’Autorità di Bacino e Regioni del distretto del Po per intervenire sul territorio allo scopo di consentire ai corpi idrici di raggiungere un buono stato ecologico e chimico.
La rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua è costituita da una Rete Base (RB), che comprende i Siti di Riferimento e che rimane stabile nella sua composizione quali-quantitativa oltre a una Rete Aggiuntiva (RA), che per sua natura è variabile e definita in relazione alle specifiche finalità. Nel corso del triennio 2014-2016 sono stati monitorati 126 CI della RB e 76 della RA.
Nel 2018 sono stati monitorati 146 punti di monitoraggio appartenenti sia rete base che a quella aggiuntiva.
La rete di monitoraggio regionale dei laghi (RMR-L) comprende una Rete Base costituita da 13 CI dei quali 9 laghi naturali e 4 invasi. Su tutti i corpi idrici della rete è effettuato il monitoraggio chimico secondo un protocollo analitico che comprende i parametri generali di base su tutti i punti, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di punti individuati in base all’Analisi delle Pressioni.
Nel 2018 sono stati monitorati 7 laghi.
La rete di monitoraggio delle acque sotterranee (RMRAS), che è stata riesaminata all’interno della predisposizione del nuovo Programma di Monitoraggio 2015-2019, rimane sostanzialmente invariata. È costituita da 583 punti di monitoraggio, dei quali 376 sono inerenti al sistema acquifero superficiale, 199 a quello profondo e i rimanenti 8 sono relativi alle sorgenti. . L’area di monitoraggio a cui afferiscono è composta da 17 corpi idrici sotterranei (GWB) attinenti al sistema idrico sotterraneo superficiale di pianura e fondovalle, da 6 relativi a quello profondo e da 5 riguardanti il sistema idrico montano e collinare. Fanno parte della rete anche 116 piezometri strumentati.
Consulta gli approfondimenti sulle attività di Arpa Piemonte e alle pagine del sito web della Regione Piemonte dedicate alla revisione del Piano di Tutela delle Acque e del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po.
Alla conoscenza sullo stato della risorsa acqua derivante dalle attività di monitoraggio si affianca l’attività di valutazione delle pressioni che causano impatti prevalentemente attraverso l’analisi della presenza degli scarichi civili e industriali, delle derivazioni idriche, della morfologia degli alvei e delle sponde nonchè le pressioni diffuse di origine agricola e zootecnica.
L’insieme di tutti i dati di conoscenza del territorio, sia dello stato che delle pressioni, si integrano tra loro per arrivare a una valutazione del rischio di non raggiungere gli obiettivi previsti dalla Direttiva Acque (integrata con le Direttive Habitat e Alluvioni). L’analisi del rischio è pertanto la base che orienta la scelta delle misure di tutela e risanamento e la loro priorità all’interno della pianificazione regionale e dell’intero bacino padano (Piano di Tutela delle Acque e Piano di Gestione del distretto idrografico del Fiume Po. Le 26 KTM (Key Type Measures - tipologie di misure chiave), con la loro declinazione di dettaglio, sono infatti state definite tra l’Autorità di Bacino e Regioni del distretto del Po per intervenire sul territorio allo scopo di consentire ai corpi idrici di raggiungere un buono stato ecologico e chimico.
La rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua è costituita da una Rete Base (RB), che comprende i Siti di Riferimento e che rimane stabile nella sua composizione quali-quantitativa oltre a una Rete Aggiuntiva (RA), che per sua natura è variabile e definita in relazione alle specifiche finalità. Nel corso del triennio 2014-2016 sono stati monitorati 126 CI della RB e 76 della RA.
Nel 2018 sono stati monitorati 146 punti di monitoraggio appartenenti sia rete base che a quella aggiuntiva.
La rete di monitoraggio regionale dei laghi (RMR-L) comprende una Rete Base costituita da 13 CI dei quali 9 laghi naturali e 4 invasi. Su tutti i corpi idrici della rete è effettuato il monitoraggio chimico secondo un protocollo analitico che comprende i parametri generali di base su tutti i punti, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di punti individuati in base all’Analisi delle Pressioni.
Nel 2018 sono stati monitorati 7 laghi.
La rete di monitoraggio delle acque sotterranee (RMRAS), che è stata riesaminata all’interno della predisposizione del nuovo Programma di Monitoraggio 2015-2019, rimane sostanzialmente invariata. È costituita da 583 punti di monitoraggio, dei quali 376 sono inerenti al sistema acquifero superficiale, 199 a quello profondo e i rimanenti 8 sono relativi alle sorgenti. . L’area di monitoraggio a cui afferiscono è composta da 17 corpi idrici sotterranei (GWB) attinenti al sistema idrico sotterraneo superficiale di pianura e fondovalle, da 6 relativi a quello profondo e da 5 riguardanti il sistema idrico montano e collinare. Fanno parte della rete anche 116 piezometri strumentati.
Consulta gli approfondimenti sulle attività di Arpa Piemonte e alle pagine del sito web della Regione Piemonte dedicate alla revisione del Piano di Tutela delle Acque e del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po.
CONTROLLO INTEGRATO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
L’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) è una strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione.
L’AIA (autorizzazione integrata ambientale) in Italia è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto a determinate condizioni che devono garantire che l’impianto sia conforme ai requisiti stabiliti dalla norma. In particolare, l’autorizzazione AIA non considera un impianto solo in termini di rispetto dei limiti alle emissioni, ma entra nella specifica gestione dello stesso sia con l’applicazione delle BAT (Best Available Technologies), sia prevedendo i controlli ai sensi dell’art. 3 comma 1 del Decreto 58 del 6/03/17. L’AIA sostituisce ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale.
Le norme IPPC (Direttiva 1996/61/CE, poi abrogata dalla Direttiva 2008/1/CE) sono state sostituite, a partire dal 7 gennaio 2014, dalla Direttiva 2010/75/UE (cosiddetta “Direttiva emissioni industriali”) relativa alle emissioni industriali; l’Italia ha provveduto al recepimento con Decreto 46 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n. 88 del 14/04/14.
I punti salienti della Direttiva “emissioni” integrate nel DLgs 152/06 e s.m.i. sono:
Il concetto di Best Available Technologies, BAT, è fondamentale nella direttiva IPPC nel determinare gli obblighi degli operatori industriali in relazione alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento per ottenere e mantenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Queste tecniche sono sviluppate su una scala che ne consente l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente attuabili nell’ambito del pertinente comparto industriale e hanno lo scopo principale di limitare le disparità di trattamento a livello dell’Unione relativamente alle emissioni delle attività industriali. È, infatti, la Commissione europea ad adottare conclusioni sulle BAT elaborate attraverso un processo di scambio di informazioni tra gli Stati membri, le rappresentanze delle imprese interessate, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale e la stessa Commissione.
I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzate in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, etc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.
Ad oggi decisioni pubblicate possono essere consultate al link dedicato della Commissione Europea.
In Piemonte un numero consistente di aziende è sottoposto alla normativa IPPC; la tabella 1 riporta i dati aggiornati delle ditte che sono in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (strumento amministrativo per applicare i principi dell’IPPC).
L’AIA (autorizzazione integrata ambientale) in Italia è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto a determinate condizioni che devono garantire che l’impianto sia conforme ai requisiti stabiliti dalla norma. In particolare, l’autorizzazione AIA non considera un impianto solo in termini di rispetto dei limiti alle emissioni, ma entra nella specifica gestione dello stesso sia con l’applicazione delle BAT (Best Available Technologies), sia prevedendo i controlli ai sensi dell’art. 3 comma 1 del Decreto 58 del 6/03/17. L’AIA sostituisce ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale.
Le norme IPPC (Direttiva 1996/61/CE, poi abrogata dalla Direttiva 2008/1/CE) sono state sostituite, a partire dal 7 gennaio 2014, dalla Direttiva 2010/75/UE (cosiddetta “Direttiva emissioni industriali”) relativa alle emissioni industriali; l’Italia ha provveduto al recepimento con Decreto 46 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n. 88 del 14/04/14.
I punti salienti della Direttiva “emissioni” integrate nel DLgs 152/06 e s.m.i. sono:
- inclusione nell’autorizzazione AIA delle attività tecnicamente connesse anche quando condotte da diverso gestore;
- i documenti di riferimento, a cui devono far riferimento le autorizzazioni per il rilascio dell’AIA, sono le BAT Conclusion. In caso di variazioni delle BAT, l’autorità competente ha 4 anni per procedere al rinnovo dell’AIA;
- eliminazione della scadenza e revisione obbligatoria entro 10 anni (12 con certificazione ISO 14001 e 16 con certificazione EMAS);
- introduzione della relazione di riferimento che richiede indagini su sottosuolo e acque sotterranee da predisporre da parte delle aziende e da validare dall’autorità competente;
- introduzione del concetto di “rischio” per programmare la frequenza di controllo presso le aziende;
- programmazione dei controlli in capo alla Regione la cui frequenza tiene conto di quanto previsto all’art. 29-decies comma 11-ter;
- introduzione di sanzioni specifiche per le comunicazioni EPRTR che costituiscono la base dati europea per la valutazione dei reali impatti ambientali delle aziende, secondo il regolamento europeo 166/06 e DPR 157/11;
- variazione delle tipologie di attività soggette ad autorizzazione AIA (ALLEGATO VIII alla Parte Seconda)
Il concetto di Best Available Technologies, BAT, è fondamentale nella direttiva IPPC nel determinare gli obblighi degli operatori industriali in relazione alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento per ottenere e mantenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Queste tecniche sono sviluppate su una scala che ne consente l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente attuabili nell’ambito del pertinente comparto industriale e hanno lo scopo principale di limitare le disparità di trattamento a livello dell’Unione relativamente alle emissioni delle attività industriali. È, infatti, la Commissione europea ad adottare conclusioni sulle BAT elaborate attraverso un processo di scambio di informazioni tra gli Stati membri, le rappresentanze delle imprese interessate, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale e la stessa Commissione.
I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzate in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, etc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.
Ad oggi decisioni pubblicate possono essere consultate al link dedicato della Commissione Europea.
In Piemonte un numero consistente di aziende è sottoposto alla normativa IPPC; la tabella 1 riporta i dati aggiornati delle ditte che sono in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (strumento amministrativo per applicare i principi dell’IPPC).
Tabella 1
Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate - aggiornamento dicembre 2022
AIA rilasciate |
AL |
AT |
BI |
CN |
NO |
TO |
VCO |
VC |
Piemonte |
N° autorizzazioni |
51 |
27 |
25 |
194 |
56 |
197 |
13 |
40 |
603 |
Nota: sul territorio piemontese sono inoltre presenti 11 AIA Nazionali.
Per alcune province alcuni impianti sono autorizzati per più codici IPPC.
Fonte: Arpa Piemonte
Il Piano d’Ispezione Ambientale
La legislazione ambientale comunitaria ha da sempre evidenziato il valore strategico dei controlli come completamento del regime amministrativo al quale sono sottoposte le attività e gli impianti a elevato impatto ambientale. Il rilascio dell’autorizzazione ambientale comporta l’attivazione di una serie di controlli al fine di verificare il rispetto delle prescrizioni e delle condizioni imposte.
L’attività di controllo delle aziende soggette alla normativa IPPC interessa le aziende autorizzate AIA al fine di integrare i controlli di conformità con i requisiti tecnici previsti dalle BAT, linee guida e/o analisi di comparto e con l’individuazione di indicatori che permettono di valutare le performances ambientali dei Soggetti controllati.
Il DLgs 152/06 - nel recepire la direttiva IED - prevede che le attività ispettive ordinarie e straordinarie presso le installazioni soggette all’autorizzazione integrata ambientale siano definite a livello regionale in un Piano d'ispezione ambientale, periodicamente aggiornato a cura della Regione.
La Regione Piemonte ha adottato il proprio Piano con la DGR 9 maggio 2016, n. 44-3272. Il Piano, in particolare, definisce le procedure per l'elaborazione dei programmi - predisposti e aggiornati annualmente da Arpa - per le ispezioni ambientali ordinarie.
La programmazione dei controlli tiene conto di quanto previsto all’art. 29-decies comma 11-ter e del concetto di “rischio”; a tal fine, il Piano ha fatto proprio il Sistema per il Supporto alla Programmazione dei Controlli (SSPC) adottato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente basato sull’identificazione di parametri assegnati ad ogni stabilimento e raggruppati in insiemi logici che tengono conto del rischio aziendale intrinseco, potenziale e reale, della vulnerabilità del territorio, nonché delle performance ambientali rilevate in esito ai controlli medesimi. Per ciascuna installazione soggetta ad AIA viene determinato un indice di rischio complessivo dell’azienda sulla base del quale è possibile effettuare una graduazione degli interventi di controllo.
La frequenza delle visite in loco per ciascuna installazione è determinata sulla base di una valutazione sistematica dei rischi ambientali che consideri almeno:
È possibile visionare la programmazione che viene aggiornata annualmente alla pagina dedicata del sito di Arpa Piemonte.
L’attività di controllo delle aziende soggette alla normativa IPPC interessa le aziende autorizzate AIA al fine di integrare i controlli di conformità con i requisiti tecnici previsti dalle BAT, linee guida e/o analisi di comparto e con l’individuazione di indicatori che permettono di valutare le performances ambientali dei Soggetti controllati.
Il DLgs 152/06 - nel recepire la direttiva IED - prevede che le attività ispettive ordinarie e straordinarie presso le installazioni soggette all’autorizzazione integrata ambientale siano definite a livello regionale in un Piano d'ispezione ambientale, periodicamente aggiornato a cura della Regione.
La Regione Piemonte ha adottato il proprio Piano con la DGR 9 maggio 2016, n. 44-3272. Il Piano, in particolare, definisce le procedure per l'elaborazione dei programmi - predisposti e aggiornati annualmente da Arpa - per le ispezioni ambientali ordinarie.
La programmazione dei controlli tiene conto di quanto previsto all’art. 29-decies comma 11-ter e del concetto di “rischio”; a tal fine, il Piano ha fatto proprio il Sistema per il Supporto alla Programmazione dei Controlli (SSPC) adottato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente basato sull’identificazione di parametri assegnati ad ogni stabilimento e raggruppati in insiemi logici che tengono conto del rischio aziendale intrinseco, potenziale e reale, della vulnerabilità del territorio, nonché delle performance ambientali rilevate in esito ai controlli medesimi. Per ciascuna installazione soggetta ad AIA viene determinato un indice di rischio complessivo dell’azienda sulla base del quale è possibile effettuare una graduazione degli interventi di controllo.
La frequenza delle visite in loco per ciascuna installazione è determinata sulla base di una valutazione sistematica dei rischi ambientali che consideri almeno:
- gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti;
- il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
- l’eventuale adesione volontaria, da parte del Gestore dell’installazione, al sistema comunitario di ecogestione e audit di cui al regolamento (CE) n. 1221/09 (EMAS).
È possibile visionare la programmazione che viene aggiornata annualmente alla pagina dedicata del sito di Arpa Piemonte.
Figura 1
Programmazione dei controlli nelle aziende AIA
Nell’anno 2022 sono stati effettuati 256 controlli integrati ordinari su un obiettivo programmato di 277 installazioni da controllare, lo scostamento è stato dovuto alla cessata attività dia lacune imprese, al mancato avvio delle attività autorizzate o alla mancata conclusione dei procedimenti di riesame BATc.
La tabella 2 riporta il numero dei controlli effettuati da Arpa Piemonte sulle aziende IPPC nel corso del 2022.
La tabella 2 riporta il numero dei controlli effettuati da Arpa Piemonte sulle aziende IPPC nel corso del 2022.
Tabella 2
I controlli effettuati da Arpa Piemonte agli impianti IPPC - anno 2022
|
Dipartimento Arpa Piemonte Sud-Est |
Dipartimento Arpa |
Dipartimento Arpa Piemonte Sud-Ovest |
Dipartimento Arpa Piemonte Nord-Ovest |
Aziende controllate per quadrante |
36 |
55 | 62 | 103 |
I settori più rappresentati sono stati:
- impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW;
- impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche;
- impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base;
- impianti per l’eliminazione o il recupero di rifiuti pericolosi;
- Impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi;
- discariche;
- Accumulo temporaneo di rifiuti pericolosi;
- Macelli e trattamento e trasformazione del latte;
- impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini.
Figura 2
Controlli effettuati da Arpa Piemonte per tipologia di impianto IPPC - anno 2022
I controlli effettuati permettono di restituire all’Autorità competente un quadro di riferimento completo sul rispetto dell’AIA. Gli esiti dei controlli così effettuati garantiscono in generale all’Amministrazione competente le informazioni necessarie per l’adozione dei provvedimenti di competenza nei confronti dei soggetti controllati ovvero per il rinnovo degli atti in scadenza.
Criticità rilevate
Sul territorio regionale vi sono situazioni molto diverse fra loro dovute sia alle diverse tipologie di impianti che al contesto territoriale.
Le ispezioni “ordinarie” eseguite hanno portato ad effettuare 37 comunicazioni di notizie di reato alle Procure e 37 sanzioni amministrative.
L’applicazione della legge 68/2015 cosiddetta “Ecoreati” ha comportato l’attivazione di 28 procedure di estinzione di reato mediante il pagamento della sanzione amministrativa e l’ottemperanza a specifiche prescrizioni ambientali per la correzione dei problemi ambientali.
Sono stati effettuati 666 sopralluoghi ordinari e 598 campionamenti e misure ordinarie.
Inoltre, sono state effettuate ulteriori attività di controllo “straordinarie” a seguito di gravi inosservanze, considerando altri vincoli previsti dalla normativa di settore (es. controlli impianti di depurazione per Piano Gestione scarichi, campionamento PFAS per Legge Regionale 25/21) o per criticità locali, per un totale di circa 50 aziende.
In Provincia di Alessandria nel 2022 sono stati effettuati - come già negli anni precedenti - numerosi controlli straordinari nel polo chimico di Spinetta Marengo.
In provincia di Asti nel 2022 non sono state rilevate criticità ambientali significative, così come in provincia di Vercelli.
In Provincia di Novara sono emerse criticità odorigene legate a un impianto di recupero rifiuti pericolosi e un allevamento di suini, mentre in Provincia di Biella le medesime criticità sono state segnalate per impianti di depurazione.
Nel quadrante Sud-Ovest Piemonte le criticità nel 2022 sono state riconducibili di massima a segnalazioni per la non corretta gestione degli effluenti zootecnici rispetto al Regolamento regionale 10/R e problematiche odorigene legate in particolare al settore della carta. In entrambe le occasioni è stato attivato il Tavolo odori previsto dalla DGR D.G.R. 9/01/2017 n. 13-4554 “Linee Guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno".
Nell’estate 2022, a seguito della grave carenza di acqua, è stata condotta un’attività di controllo straordinaria sull’intera regione, verificando le derivazioni idriche. In particolare, sono stati effettuati controlli di derivazioni ad uso produttivo su 21 installazioni AIA. Il bilancio dei controlli ha evidenziato violazioni quali l’assenza dei misuratori di portata prescritti per gli attingimenti da falda, il mancato rispetto del volume massimo derivabile da falda, la mancata raccolta e/o trasmissione dei consuntivi volumi attinti e la mancata misura della soggiacenza della falda.
Le ispezioni “ordinarie” eseguite hanno portato ad effettuare 37 comunicazioni di notizie di reato alle Procure e 37 sanzioni amministrative.
L’applicazione della legge 68/2015 cosiddetta “Ecoreati” ha comportato l’attivazione di 28 procedure di estinzione di reato mediante il pagamento della sanzione amministrativa e l’ottemperanza a specifiche prescrizioni ambientali per la correzione dei problemi ambientali.
Sono stati effettuati 666 sopralluoghi ordinari e 598 campionamenti e misure ordinarie.
Inoltre, sono state effettuate ulteriori attività di controllo “straordinarie” a seguito di gravi inosservanze, considerando altri vincoli previsti dalla normativa di settore (es. controlli impianti di depurazione per Piano Gestione scarichi, campionamento PFAS per Legge Regionale 25/21) o per criticità locali, per un totale di circa 50 aziende.
In Provincia di Alessandria nel 2022 sono stati effettuati - come già negli anni precedenti - numerosi controlli straordinari nel polo chimico di Spinetta Marengo.
In provincia di Asti nel 2022 non sono state rilevate criticità ambientali significative, così come in provincia di Vercelli.
In Provincia di Novara sono emerse criticità odorigene legate a un impianto di recupero rifiuti pericolosi e un allevamento di suini, mentre in Provincia di Biella le medesime criticità sono state segnalate per impianti di depurazione.
Nel quadrante Sud-Ovest Piemonte le criticità nel 2022 sono state riconducibili di massima a segnalazioni per la non corretta gestione degli effluenti zootecnici rispetto al Regolamento regionale 10/R e problematiche odorigene legate in particolare al settore della carta. In entrambe le occasioni è stato attivato il Tavolo odori previsto dalla DGR D.G.R. 9/01/2017 n. 13-4554 “Linee Guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno".
Nell’estate 2022, a seguito della grave carenza di acqua, è stata condotta un’attività di controllo straordinaria sull’intera regione, verificando le derivazioni idriche. In particolare, sono stati effettuati controlli di derivazioni ad uso produttivo su 21 installazioni AIA. Il bilancio dei controlli ha evidenziato violazioni quali l’assenza dei misuratori di portata prescritti per gli attingimenti da falda, il mancato rispetto del volume massimo derivabile da falda, la mancata raccolta e/o trasmissione dei consuntivi volumi attinti e la mancata misura della soggiacenza della falda.
Contributi tecnici di Arpa Piemonte ai fini del superamento di alcune criticità
Altre criticità dell’anno 2022 con produzione di contributi tecnici ai fini del loro superamento
Tenuto conto di quanto previsto all’art. 29-quater comma 6 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. , è stato concretizzato l’obiettivo consistente nella definizione di un format generico di Piano di Monitoraggio e Controllo da allegare al parere di competenza nei procedimenti di riesame/rilascio/rinnovo AIA. L’obiettivo era quello dell’uniforme applicazione dei controlli di parte privata e di parte pubblica su tutto il territorio regionale, anche attraverso l’uso di format per la restituzione dei dati dei report annuali da parte dei gestori..
Si è altresì proceduto a strutturare l’obiettivo di omogeneizzare l’attività di supporto istruttorio in ambito di procedure di AUA (Autorizzazione Unica Ambientale ex DPR 59/2013).
Il 2022 ha visto anche un impegno notevole di Arpa Piemonte dal punto di vista istruttorio su base regionale sui procedimenti di riesame AIA riferiti alle BATc in scadenza tra il 2022 e 2023, tra le quali quelle relative al comparto dei gestori rifiuti, delle alimentari, dei grandi impiantii di combustione e degli inceneritori/coinceneritori di rifiuti.
Sempre in relazione a documenti correlati al supporto istruttorio di Arpa alle Autorità competenti, Arpa Piemonte ha collaborato a portare a pubblicazione, dopo approvazione in Consiglio Federale, quanto elaborato nei lavori del precedente triennio dei tavoli interagenziali del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA), ovvero in ambito di AIA i seguenti documenti:
- la “Linea Guida per lo sviluppo del PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO ai fini dell’aggiornamento rispetto alla direttiva IED 2010/75/UE recepita con D.Lgs. 46/2014 del documento "Il contenuto minimo del piano di monitoraggio e controllo" elaborato dal Gruppo di consultazione APAT/ARPA/APPA su IPPC nel 2007
- la “Linea di indirizzo per l’applicazione dei BAT-AEL” che evidenzia le differenze tra le modalità di campionamento e analisi definite dai BAT-AEL e la vigente normativa di settore (D.Lgs. 152/06, Parte Terza e Parte Quinta), suggerisce criteri di campionamento e analisi utili ad evitare la duplicazione dei campionamenti per le installazioni nelle quali è previsto il monitoraggio di parametri soggetti al rispetto dei BAT-AEL e di Valori Limite alle Emissioni definiti dalla norma settoriale di cui al D.Lgs. 152/2006 e l’applicazione uniforme sul territorio nazionale dei BAT-AEL in modo tale da consentire una omogenea raccolta di dati utile per elaborare e confrontare l’impatto delle installazioni ricadenti nella medesima categoria anche al fine di orientare politiche nazionali e/o regionali di settore.
- La “Procedura di coinvolgimento del SNPA nel processo ascendente del Bref”: la Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali (IED), prevede che per definire le BAT e limitare le disparità a livello dell’Unione relativamente al livello di emissioni delle attività industriali, è opportuno elaborare “documenti di riferimento sulle BAT”, da riesaminare e, ove necessario, aggiornare periodicamente attraverso uno scambio di informazioni tra le parti interessate. La procedura riporta le modalità di espressione dei contributi di SNPA eventualmente richiesti dalle AA.CC.
- La Rete dei Referenti nell’ambito del TIC II ha infine elaborato nel corso del 2022 i dati dei controlli nazionali AIA-RIR per l’anno 2021.
Tenuto conto di quanto previsto all’art. 29-quater comma 6 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. , è stato concretizzato l’obiettivo consistente nella definizione di un format generico di Piano di Monitoraggio e Controllo da allegare al parere di competenza nei procedimenti di riesame/rilascio/rinnovo AIA. L’obiettivo era quello dell’uniforme applicazione dei controlli di parte privata e di parte pubblica su tutto il territorio regionale, anche attraverso l’uso di format per la restituzione dei dati dei report annuali da parte dei gestori..
Si è altresì proceduto a strutturare l’obiettivo di omogeneizzare l’attività di supporto istruttorio in ambito di procedure di AUA (Autorizzazione Unica Ambientale ex DPR 59/2013).
Il 2022 ha visto anche un impegno notevole di Arpa Piemonte dal punto di vista istruttorio su base regionale sui procedimenti di riesame AIA riferiti alle BATc in scadenza tra il 2022 e 2023, tra le quali quelle relative al comparto dei gestori rifiuti, delle alimentari, dei grandi impiantii di combustione e degli inceneritori/coinceneritori di rifiuti.
Sempre in relazione a documenti correlati al supporto istruttorio di Arpa alle Autorità competenti, Arpa Piemonte ha collaborato a portare a pubblicazione, dopo approvazione in Consiglio Federale, quanto elaborato nei lavori del precedente triennio dei tavoli interagenziali del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA), ovvero in ambito di AIA i seguenti documenti:
- la “Linea Guida per lo sviluppo del PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO ai fini dell’aggiornamento rispetto alla direttiva IED 2010/75/UE recepita con D.Lgs. 46/2014 del documento "Il contenuto minimo del piano di monitoraggio e controllo" elaborato dal Gruppo di consultazione APAT/ARPA/APPA su IPPC nel 2007
- la “Linea di indirizzo per l’applicazione dei BAT-AEL” che evidenzia le differenze tra le modalità di campionamento e analisi definite dai BAT-AEL e la vigente normativa di settore (D.Lgs. 152/06, Parte Terza e Parte Quinta), suggerisce criteri di campionamento e analisi utili ad evitare la duplicazione dei campionamenti per le installazioni nelle quali è previsto il monitoraggio di parametri soggetti al rispetto dei BAT-AEL e di Valori Limite alle Emissioni definiti dalla norma settoriale di cui al D.Lgs. 152/2006 e l’applicazione uniforme sul territorio nazionale dei BAT-AEL in modo tale da consentire una omogenea raccolta di dati utile per elaborare e confrontare l’impatto delle installazioni ricadenti nella medesima categoria anche al fine di orientare politiche nazionali e/o regionali di settore.
- La “Procedura di coinvolgimento del SNPA nel processo ascendente del Bref”: la Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali (IED), prevede che per definire le BAT e limitare le disparità a livello dell’Unione relativamente al livello di emissioni delle attività industriali, è opportuno elaborare “documenti di riferimento sulle BAT”, da riesaminare e, ove necessario, aggiornare periodicamente attraverso uno scambio di informazioni tra le parti interessate. La procedura riporta le modalità di espressione dei contributi di SNPA eventualmente richiesti dalle AA.CC.
- La Rete dei Referenti nell’ambito del TIC II ha infine elaborato nel corso del 2022 i dati dei controlli nazionali AIA-RIR per l’anno 2021.
definizione dei valori di fondo da solventi clorurati maggiormente presenti nelle acque sotterranee
Per contrastare la forma di inquinamento diffuso di origine antropica più rilevante per le acque sotterranee del territorio piemontese, è stato sviluppato uno studio propedeutico alla definizione dei valori di fondo antropico dei solventi clorurati più diffusi, nato dalla collaborazione tra la Regione Piemonte, Direzione Ambiente, Energia e Territorio, Settori “Tutela delle Acque” e “Servizi Ambientali” ed ARPA Piemonte, ai sensi dell’’art. 239, comma 3 D.lgs. 152/06 che assegna alle Regioni il compito di intervenire e contrastare l’inquinamento ascrivibile ad una “collettività indifferenziata”, attraverso la stesura di appositi piani di gestione.
Una sintesi delle prime attività svolte partire dal 2018 è reperibile nell’RSA del 2020
Le aree oggetto di approfondimento nello studio pilota sono collocate rispettivamente una in provincia di Biella (all’interno dei territori dei comuni di Biella, Gaglianico, Ponderano, Sandigliano, Candelo e Verrone), con estensione di circa 20 Km2, e una in provincia di Torino (all’interno dei territori dei comuni di Rivalta di Torino, Piossasco, Orbassano, Beinasco, Nichelino, Moncalieri e Torino), con estensione di circa 60 Km2.
Le informazioni acquisite nella fase iniziale del progetto, unitamente agli approfondimenti analitici condotti, hanno consentito di aumentare la conoscenza di tali aree in termini di assetto idrogeologico, potenziali sorgenti e modalità di diffusione, consentendo di formulare il cosiddetto modello concettuale alla base dell’interpretazione dei fenomeni in atto.
Le campagne di monitoraggio condotte tra la fine del 2019 e il 2020 hanno evidenziato la presenza diffusa di due tipologie di contaminanti: il tetracloroetilene (PCE), talvolta associato ai suoi prodotti di degradazione (tricloroetilene, ecc), afferente prevalentemente al comparto commerciale e industriale, e triclorometano (cloroformio), derivante perlopiù dalle infrastrutture urbane. In particolare le contaminazioni da triclorometano presentano rilevanti analogie nei settori più urbanizzati delle due aree di studio: sembrerebbero infatti legate a processi di formazione connessi al trattamento di clorazione dell’acqua potabile e/o delle acque reflue distribuiti capillarmente attraverso le reti urbane e risultano compatibili con la tipologia di inquinamento a carattere diffuso.
Le contaminazioni da tetracloroetilene presenterebbero peculiarità specifiche correlate al tipo di attività industriale condotta sul territorio e alle caratteristiche idrogeologiche della falda.
Nelle figure seguenti sono riportate le aree di studio, le reti di monitoraggio con l’indicazione delle concentrazioni di tetracloroetilene (PCE), triclorometano (cloroformio) riscontrate e le subaree in cui è stato individuato un inquinamento diffuso.
Figura 3
Suddivisione delle aree indagate e individuazione dell’aree ascrivibili alla tipologia inquinamento diffuso da tetracloroetilene in falda – Provincia di Biella
Fonte: Arpa piemonte
Figura 4
Area ascrivibile alla tipologia inquinamento diffuso da triclorometano in falda – Provincia di Biella
Fonte: Arpa piemonte
Figura 5
Zonazione della contaminazione diffusa da tetracloroetilene nell’area di indagine – Provincia di Torino
Fonte: Arpa piemonte
Figura 6
Zonazione della contaminazione diffusa da triclorometano nell’area di indagine. Provincia di Torino
Fonte: Arpa piemonte
Al termine del progetto sperimentale sono state proposte stime dei valori di fondo antropico sulle subaree individuate nelle figure precedenti. I valori ad oggi proposti hanno una valenza metodologica. Il loro utilizzo in ambito di pianificazione nell’area metropolitana di Torino, e in particolare l’eventuale stesura dei sopraccitati appositi piani di gestione, necessita di una estensione dello studio alle porzioni di acquifero adiacenti potenzialmente interessati dalle medesime dinamiche.