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RISCHI NATURALI

La Regione Piemonte programma ed attua sul territorio regionale iniziative volte alla prevenzione ed alla gestione dei rischi naturali, intervenendo sia sul dissesto idrogeologico (connesso alla dinamica fluviale, torrentizia e valanghiva e ai dissesti di versante) sia sul rischio sismico.
Le molteplici iniziative intraprese oltre a rispondere alla normativa europea (ad es. la Direttiva Alluvioni), nazionale (ad es. il Progetto CARG), di bacino (ad es. il PAI) e regionale (ad es. la pianificazione urbanistica) si inquadrano nelle Strategie per lo Sviluppo Sostenibile, a loro volta sviluppate a scala mondiale, nazionale e regionale.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile propone di intervenire nella gestione dei rischi naturali con gli Obiettivi 11 e 13. 

Obiettivo 11 - Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili

Target 11.5 Entro il 2030, ridurre in modo significativo il numero di morti e il numero di persone colpite da calamità, compresi i disastri provocati dall’acqua, e ridurre sostanzialmente le perdite economiche dirette rispetto al prodotto interno lordo globale, con una particolare attenzione alla protezione dei poveri e delle persone in situazioni di vulnerabilità.

Obiettivo 13 - Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze

Target 13.1 Rafforzare la resilienza e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali in tutti i paesi. 

La Strategia Regionale per lo sviluppo Sostenibile prevede nella macro area strategica 3 di "Curare il patrimonio culturale e ambientale e la resilienza dei territori" e nello specifico, MAS3.A, di "Ridurre il dissesto idrogeologico e il degrado ambientale".














Tutte le iniziative, indipendentemente dalla scala a cui operano, possono essere inquadrate in funzione della tipologia di approccio e della tematica trattata, secondo lo schema riportato in tabella. Alla base di ogni azione si rende necessaria un'adeguata conoscenza del territorio.

Iniziative/Risposte

Tipologia di approccio

Tematica

Conoscenza

Studi, rilievi, acquisizione dati, realizzazione cartografie, proposta di modelli, sviluppo di data base, divulgazione, ecc.

T0 - Geologia


 
T1 - Dinamica fluviale e torrentizia



T2 - Dissesti di versante

 



T3
- Dinamica valanghiva

 

T4 - Sismica

Pianificazione

Pianificazione territoriale e di protezione civile, produzione normativa di settore, regolamenti, procedure, ecc.

Interventi di mitigazione

Interventi strutturali, interventi silvo-colturali, manutenzioni, rilocalizzazioni, ecc.

Gestione emergenza e post-emergenza

Azioni (e relativi strumenti) condotte a seguito di eventi alluvionali, terremoti, ecc.

Conoscenza - T0 - PROGETTO CARG - CARTOGRAFIA GEOLOGICA NAZIONALE 1:50.000

Il progetto CARG prevede la realizzazione, su tutto il territorio nazionale, di fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000 che aggiornano il precedente quadro dei fogli alla scala 1:100.000 realizzati a partire dall’unificazione d’Italia. Avviato alla fine degli anni ‘80, il progetto ha avuto una fase iniziale di avanzamento che ha consentito di realizzare una prima generazione di fogli geologici; a partire dal 2020 è stato ripreso attraverso una serie di successivi finanziamenti.

La disponibilità di un quadro conoscitivo omogeneo su tutto il territorio regionale, definito sulla base di criteri condivisi a scala nazionale, costituisce un importante patrimonio tecnico e scientifico per cittadini, amministratori e professionisti che, opportunamente impiegato, favorisce la divulgazione della conoscenza orientando a scelte di gestione ed utilizzo consapevole del territorio. Oggi la cosiddetta “geologia di base” non è difatti una semplice disciplina accademica, appannaggio di un ristretto gruppo di esperti, ma interessa molti aspetti della vita comune, funzionali anche allo sviluppo economico e sociale. Essa supporta ad esempio gli studi di microzonazione sismica e di pericolosità geologica e lo sviluppo di modelli di dissesto su scala regionale. E’ inoltre un indispensabile supporto per la caratterizzazione idrogeologica, sismica e dei movimenti franosi e per la ricerca e la tutela delle risorse naturali, tra cui le fonti di energia geotermica.

Figura 1
Il Progetto CARG nella Regione Piemonte

Dal 2020 ad oggi, per la realizzazione dei nuovi fogli, si sono susseguiti più finanziamenti statali, gestiti da ISPRA. Per l’avvio dei lavori la Regione Piemonte ha inviato apposite schede di proposta, a cui è seguita la stipula di specifiche convenzioni tra ISPRA, Regione Piemonte e gli enti di ricerca che hanno il compito di realizzare la parte tecnico scientifica dei lavori.

I fogli attualmente in lavorazione sono riportati nella tabella che segue.

Foglio
(nome)
Proposta
(anno)
Ente di ricerca
(nome)
Convenzione (data) Termine previsto (anno)
Novi Ligure 2020 CNR-IGG Luglio 2021 2025
Tortona 2020 CNR-IGG Luglio 2021 2025
Pinerolo 2021 UNITO-DST Ottobre 2022 2026
Casale Monferrato 2022 UNITO-DST in lavorazione 2027

Allo stato attuale sono in corso i rilievi dei fogli Novi, Tortona e Pinerolo.

Le attività in capo alla Regione Piemonte non esauriscono completamente le attività CARG che interessano il territorio regionale. La Regione Liguria sta realizzando i Fogli Albenga e Ormea che insistono in parte sul Piemonte. Parimenti la Regione Valle d’Aosta ha visto approvata la proposta per la realizzazione del Foglio Monte Rosa che copre alcune aree del territorio piemontese.

Conoscenza - T1/2/3 e altre - BOLLETTINI PREVISIONALI SUI RISCHI NATURALI

Il Centro Funzionale di Arpa emette a cadenza regolare una serie di bollettini informativi a supporto della gestione del territorio, utili anche per garantire la tutela della salute della popolazione. I bollettini riguardano in particolare Rischio Inondazioni, Rischio Frane, qualità delle matrici Aria e Acqua.

Nel corso degli anni 2022–2023 sono stati implementati i seguenti bollettini:

Bollettino valanghe

Il bollettino valanghe è un documento che esprime il grado di pericolo valanghe stimato per il giorno successivo a quello di emissione sulle diverse nivo-meteozone del Piemonte; viene emesso quotidianamente alle ore 17:00 da dicembre a maggio.

Bollettino idrologico mensile

Il bollettino aggiornato propone, a cadenza mensile, il quadro più accurato possibile sullo stato della risorsa idrica attraverso i numerosi dati raccolti dall'agenzia e quindi elaborati secondo metodi e indici standardizzati.
Di nuova introduzione sono:
  • l’indice sintetico della siccità, risultato della combinazione di più indicatori relativi a differenti aspetti del ciclo idrologico ed espresso per le 5 macroaree in cui è stato suddiviso il bacino del Po chiuso alla confluenza con il Ticino;
  • il “commento sintetico riassuntivo” che descrive la situazione corrente e la inquadra dal punto di vista climatico;
  • l’indice SPEI (Standard Precipitation Evapotranspiration Index) che descrive l'anomalia rispetto alle precipitazioni e al fenomeno di evapotraspirazione che dipende dalla temperatura;
  • l’indice SSPI (Standardized Snow Pack Index) che quantifica l'anomalia della disponibilità di risorsa idrica accumulata sotto forma di neve.

Altro aspetto rilevante consiste nella pubblicazione dei dati di soggiacenza della falda superficiale ovvero la distanza tra il livello della falda e il piano campagna. I dati sono relativi ai piezometri della rete di monitoraggio dotati di dispositivi per la teletrasmissione. Questa informazione, integrata anche con l’indicazione dei livelli di criticità rispetto ai valori tipici della serie storica e della tendenza rispetto al mese precedente, è di rilevante interesse nei periodi di siccità più estrema come si è osservato nel corso del 2022, ed è particolarmente utile per comprendere lo stato delle acque sotterranee fornendo quindi un ulteriore elemento per stimare la severità del periodo siccitoso che ha colpito e sta tutt’oggi interessando la nostra regione.

Il bollettino, pubblicato sulla pagina del sito dedicata ai bollettini idrologici è corredato da una guida alla consultazione, redatta per rendere più agevole e comprensibile la lettura del bollettino.
Dal 2022 è inoltre disponibile un nuovo Bollettino Frane Monitorate.

Bollettino frane monitorate

Il bollettino rende disponibili le seguenti informazioni relative alla REte Regionale di COntrollo dei Movimenti Franosi - ReRCoMF, comprendente siti attrezzati con Strumenti a Lettura Manuale (SLM) e/o Strumenti a Lettura Remota (SLR), secondo quanto riportato nel Disciplinare per lo sviluppo, la gestione e la diffusione dati di sistemi di monitoraggio su fenomeni franosi del territorio regionale con finalità di prevenzione e governo del territorio (DGR 35-5029 del 13/05/2022):

  • Strumenti automatizzati - Quadro di sintesi dei GDE (indice Grado di Evoluzione) - SLR: quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati con strumentazione a lettura automatizzata (siti "classe A”) e relativo indice GDE, pubblicato settimanalmente.

  • Strumenti manuali - Quadro di sintesi dei GDE- SLM: quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati con strumentazione a lettura manuale (siti "classe B”) e relativo indice GDE; aggiornamento in base alla frequenza di esecuzione delle letture manuali.

  • Siti monitorati: elenco dei siti monitorati attivi.

Conoscenza - T1 - ALIMENTAZIONE PIATTAFORMA FLOODCAT

FLOODCAT (Flood Catalogue) è una piattaforma webGIS ad accesso riservato che svolge la funzione di catalogo nazionale degli eventi alluvionali per le Autorità Competenti (Competent Authority-CA), in attuazione della Direttiva Alluvioni (Floods Directive-FD) ed in particolare degli artt. 4 e 5 che prevedono: “elaborazione e trasmissione alla CE di dati e informazioni inerenti ciascuno degli adempimenti che ogni Stato Membro deve effettuare con modalità, formati e specifiche dati ben codificati”.
La piattaforma, di proprietà del Dipartimento della Protezione Civile (DPC), è stata realizzata con il supporto di ISPRA e, per la parte informatica, da CIMA Research Foundation, secondo i requisiti definiti dall'insieme di norme della Direttiva Alluvioni per la creazione di un catasto degli eventi alluvionali in Europa.
Su FloodCat devono essere caricati tutti gli eventi che, ai fini dell’attività di protezione civile, sono classificati di tipo a-b-c (eventi di livello nazionale - provinciale e regionale - comunale) e tutti gli eventi che hanno comportato almeno una vittima. Il reporting verso l’Unione Europea viene effettuato ogni 6 anni: allo stato attuale si sta procedendo all’elaborazione dei dati relativi al II ciclo di Gestione che va dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2024.
Nel corso del 2022 sono stati caricati e validati sulla piattaforma e sono disponibili per tutti i funzionari regionali che hanno accesso al FloodCat tre eventi:

- i due eventi relativi alla colata detritica che hanno interessato Formazza (VCO) nel 2019 (Ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile (O.C.D.P.C.) n° 620 del 6/12/2019 e Ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile (O.C.D.P.C.) n° 802 del 22/10/2021;

Figura 2
Danni relativi all’evento che ha interessato Formazza (VCO) nell’agosto 2019

- l’evento temporalesco che ha colpito la collina torinese nell’estate del 2020 in particolare i comuni di San Mauro Torinese, Baldissero Torinese e Castiglione Torinese (Ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile (O.C.D.P.C.) n° 743 del 16/02/2021).

Figura 3
Danni relativi all’evento che ha interessato la Collina Torinese nel 2020

Conoscenza - T2 - RETE REGIONALE DI CONTROLLO DEI FENOMENI FRANOSI

La Rete Regionale di Controllo dei Movimenti Franosi (ReRCoMF) è costituita da circa 215 sistemi di controllo strumentale. Le informazioni riguardanti le caratteristiche degli strumenti che compongono la ReRCoMF, nonché tutte le risultanze delle misure effettuate dalla struttura nel corso dell'anno, vengono aggiornate e implementate nel sistema informativo geologico (sottosistema "monitoraggio movimenti franosi").

L’attività di monitoraggio, che coinvolge Regione, Arpa Piemonte ed Enti proprietari dei punti di misura, è regolamentata dal nuovo Disciplinare per lo sviluppo, la gestione e la diffusione dati di sistemi di monitoraggio su fenomeni franosi del territorio regionale con finalità di prevenzione e governo del territorio, approvato con DGR 35-5029 del 13 maggio 2022 ed entrato in vigore dal 1 settembre 2022. Il documento, redatto da Regione e Arpa, aggiorna e sostituisce il precedente Disciplinare (approvato con DGR 18-3690 del 16 aprile 2012) e rappresenta il riferimento per le attività di progettazione, finanziamento e gestione dei sistemi di monitoraggio frane in Piemonte. 

Tra i vari aspetti, il Disciplinare specifica le modalità tecniche di conduzione della rete di controllo da parte di Arpa in coerenza con le Linee Guida del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale per il monitoraggio delle frane n. 32/2021 pubblicate nel settembre 2021, alla cui stesura Arpa Piemonte ha collaborato attivamente. Le LLGG sono finalizzate ad armonizzare le procedure e fornire riferimenti e criteri per la progettazione, l’installazione, la gestione e la manutenzione delle reti di monitoraggio delle frane, nonché per la diffusione dei dati.

Diffusione delle risultanze della Rete di Monitoraggio

Il nuovo Disciplinare introduce alcune importanti novità per rendere più efficaci le attività di monitoraggio e di comunicazione dei dati e per agevolare la visualizzazione e l’utilizzo delle informazioni da parte dei diversi soggetti fruitori del servizio.
Sulla base della tipologia di fenomeno franoso e di una analisi del rischio ad esso connesso e della rappresentatività degli strumenti, i sistemi di monitoraggio della regione sono stati classificati in quattro classi (A, B, C e D) ciascuna delle quali prevede specifiche modalità di gestione e comunicazione dei prodotti.
L’evoluzione nel tempo del fenomeno franoso viene descritta attraverso un indice chiamato GDE (Grado Di Evoluzione) differenziato per Strumenti a Lettura Manuale (SLM) e Strumenti a Lettura Remota (SLR) e acquisizione continua.
Gli indici GDE (SLM e SLR), rispetto ai “Cinematismi” previsti dal Disciplinare precedente, vengono determinati considerando orizzonti temporali ampi (biennali per le misure manuali e settimanali per le misure in continuo), con lo scopo di minimizzare le incertezze di misura.
L’impiego degli indici GDE ha l’obiettivo di comunicare, ai diversi soggetti istituzionali coinvolti nella gestione del territorio, le risultanze strumentali in forma sintetica e rappresentativa dello stato di attività dei fenomeni franosi oggetto di monitoraggio, senza finalità di allertamento.
Sul sito istituzionale di Arpa è possibile consultare le informazioni ad accesso pubblico, mentre la comunicazione dei dettagli sulle risultanze strumentali agli enti interessati avviene attraverso canali web ad accesso riservato.

Informazioni ad accesso pubblico (disponibili sul sito istituzionale):
BOLLETTINO FRANE MONITORATE (sulla pagina web si possono consultare tre prodotti):
- Strumenti automatizzati - Quadro di sintesi dei GDE-SLR: quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati con strumentazione a lettura automatizzata (siti "classe A”) e relativo indice GDE, pubblicato settimanalmente;

Figura 4
Bollettino frane monitorate - strumenti automatizzati

  • Strumenti manuali - Quadro di sintesi dei GDE - SLM: quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati con strumentazione a lettura manuale (siti "classe B”) e relativo indice GDE; aggiornamento in base alla frequenza di esecuzione delle letture manuali;

Figura 5
Bollettino frane monitorate - strumenti manuali

  • Siti monitorati - elenco dei siti monitorati attivi

Figura 6
Bollettino frane monitorate - siti monitorati

BANCA DATI SIFraP (Sistema Informativo Frane in Piemonte)

Comprende le perimetrazioni georiferite dei fenomeni franosi e le schede descrittive associate. Le informazioni sono consultabili in forma geografica tramite i servizi webGIS pubblicati sul Geoportale dell’Agenzia e/o in forma tabellare dal sito istituzionale. Il Geoportale rende inoltre disponibili i metadati con tutte le informazioni relative alle modalità di utilizzo consentite e alle eventuali limitazioni d’uso.


Figura 7
Geoportale di Arpa Piemonte

Informazioni ad accesso riservato

La comunicazione dei dettagli delle risultanze strumentali agli enti interessati avviene attraverso canali web ad accesso riservato; nello specifico, il portale rende disponibili le seguenti informazioni:
• anagrafica di dettaglio dei siti monitorati;
• risultanze delle letture in forma tabellare e grafica;
• documentazione storico/tecnica allegata;
• per i siti di classe A, settimanalmente vengono pubblicati gli indici GDE-SLR relativi alle misure acquisite dagli strumenti automatizzati;
• per i siti di classe B, dopo la validazione delle misure degli strumenti a lettura manuale presenti, viene pubblicato un report tecnico a commento delle risultanze;
• per i siti di classe C, in caso di movimenti significativi o necessità di manutenzione, viene pubblicato un report sintetico a commento delle risultanze strumentali.

Figura 8
Esempio di grafico inclinometrico a disposizione sulla piattaforma ad accesso riservato.

Figura 9
Esempio di corografia e dati tabellari a disposizione sulla piattaforma ad accesso riservato.

Figura 10
Esempio di documentazione storico/tecnica allegata ad un sito di monitoraggio, a disposizione sulla piattaforma ad accesso riservato.

Il nuovo Disciplinare aggiorna e sostituisce il precedente Disciplinare (approvato con DGR 16 aprile 2012, n.18-3690). Rimangono ancora disponibili sul sito istituzionale gli allegati alla precedente normativa, con ultimo aggiornamento al 31/12/2021: l'Allegato 2 "Elenco dei siti inclusi nella ReRCoMF", e l’Allegato 3 "Fascicoli monografici delle postazioni automatiche a sonde inclinometriche fisse".

Attività di approfondimento conoscitivo

Parallelamente all’attività di monitoraggio condotta nell’ambito della rete ReRCoMF, che si configura come un servizio che Arpa, con il supporto di Regione, compie nei confronti dei comuni per promuovere una costante attenzione al territorio, il nuovo Disciplinare prevede che i comuni svolgano una periodica attività di approfondimento conoscitivo, attraverso lo svolgimento di sopralluoghi e la raccolta di informazioni.
Ogni territorio soggetto a fenomeni franosi è infatti un caso a sé e presenta un comportamento unico. Tutti i soggetti che operano sul territorio, in primis le amministrazioni comunali, devono avere contezza di tali condizioni e della loro variabilità nel tempo; uno dei principali problemi nel governo del territorio è infatti l’attuazione di interventi efficaci o azioni compatibili con le condizioni di debolezza e di instabilità potenziale del territorio stesso, in continua evoluzione sia per gli aspetti naturali sia per gli stessi interventi antropici.

Le attività di approfondimento conoscitivo sono modulate in funzione della classe A, B, C del sito e dell’indice GDE. L’indice GDE viene attribuito a ciascuno strumento di misura e restituito da Arpa anche in forma planimetrica; ciò permette di individuare con facilità a quali settori del versante si riferisca.

Le attività di approfondimento conoscitivo previste sono:
- verifica dello stato manutentivo degli strumenti di monitoraggio;
- verifica, tramite sopralluogo, da parte di personale anche non esperto, di eventuali evidenze superficiali di movimento su terreno e/o su manufatti, sul corpo di frana e/o nel suo intorno (fratture o rigonfiamenti, crolli, interferenze con l’idrografia o con i manufatti);
- raccolta di informazioni provenienti dai residenti e/o dai gestori di infrastrutture/servizi/impianti.

L’allegato C del Disciplinare mette a disposizione un apposito modulo per registrare le attività di approfondimento conoscitivo condotte su ciascun fenomeno franoso.
Nel 2022, con l’entrata in vigore del nuovo Disciplinare, i tecnici di Arpa e Regione hanno inoltre avviato una serie di incontri con i comuni, tuttora in corso, per promuovere un confronto sulle attività di approfondimento conoscitivo da svolgersi sul territorio.

Conoscenza -T2- SERVIZIO EUROPEO DI GROUND MOTION (EGMS)

Nel corso del 2022 e nei primi mesi del 2023, alcuni tecnici di Regione e Arpa Piemonte hanno partecipato ai workshop divulgativi promossi dal tavolo nazionale ISPRA/Geologia Operativa sul nuovo Servizio Europeo di Ground Motion (EGMS).
Attivato nel 2022, finanziato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e parte del COPERNICUS Land Monitoring Service (CLMS), il servizio EGMS fornisce informazioni relative ai movimenti del terreno a scala europea. Il servizio si basa sull'analisi interferometrica multitemporale delle immagini radar acquisite dal satellite Sentinel-1 a partire dal 2015. La tecnica consente di identificare punti di misura affidabili (che possono coincidere con edifici, strutture artificiali, affioramenti in roccia e aree non vegetate in genere) per i quali vengono resi disponibili i valori di velocità di movimento (in termini di millimetri all’anno) e le serie temporali di deformazione. Tali dati possono essere impiegati anche per lo studio e il monitoraggio dei fenomeni franosi.
Il servizio EGMS, aperto a tutti, copre buona parte del territorio europeo e comprende interamente il territorio italiano; allo stato attuale fornisce dati relativi al periodo 2015-2021, ma sono previsti progressivi aggiornamenti che renderanno disponibili dati più recenti.
Di default il servizio EGMS permette di visualizzare i dati ORTHO/Verticali (sono disponibili sia le componenti ortho/vertical che ortho/east/west); è tuttavia possibile visualizzare anche i dati CALIBRATED (ascendenti e discendenti), attivando, per il Piemonte, le strisciate A20-161 e A21-088 (ascendenti) e D20-139 e D21-066 (discendenti). Lo strumento “geographic archive search” consente infine di selezionare e scaricare i dati di interesse.

Figura 11
EGMS - Dati ORTHO/Verticali (periodo 2016-2021) - spostamenti in mm relativi al fenomeno franoso di Sauze d’Oulx e serie temporale di uno dei punti.

Conoscenza -T2- PIATTAFORMA NAZIONALE IDROGEO

La piattaforma IdroGEO, realizzata da ISPRA nel 2021, consente la consultazione, il download e la condivisione, per l'intero territorio nazionale:
- di dati, mappe, report, documenti dell'Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia - IFFI
- delle mappe nazionali di pericolosità per frane e alluvioni e degli indicatori di rischio.
Per quanto riguarda il territorio piemontese, grazie all'attività congiunta di Arpa Piemonte, Regione Piemonte ed ISPRA (attraverso il tavolo nazionale ISPRA/IFFI), la sezione IFFI della piattaforma rende oggi disponibili i dati relativi ai fenomeni franosi caricati nel Sistema Informativo Frane Piemonte (SIFRAP), a partire dalla realizzazione del progetto IFFI fino all'agosto del 2022 quando la piattaforma Idrogeo e il sistema Sifrap sono stati allineati.
Attraverso la piattaforma Idrogeo, dal 2022 è inoltre possibile consultare anche le informazioni di base relative alla rete regionale di controllo dei movimenti franosi (RERCOMF).

Figura 12
Piattaforma Idrogeo - Fenomeno franoso ID 0960006401 - informazioni sul sistema di monitoraggio RERCOMF

Conoscenza - T1/2/3/4
ATTIVITÀ CONNESSE ALL’UTILIZZO DEI SISTEMI AEREI A PILOTAGGIO REMOTO (SAPR - DRONI)

Il Settore Geologico della Regione Piemonte è dotato di un sistema di riprese aeree volto all’acquisizione di video ed immagini fotografiche per lo svolgimento delle attività istituzionali. Il personale dedicato ha seguito uno specifico percorso formativo riconosciuto dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) ed ha ottenuto l’attestato di pilota di SAPR. 

L’utilizzo dei droni è finalizzato ad effettuare il controllo del territorio, anche a seguito di calamità naturali sia arealmente estese che puntuali, evitando l’impiego di personale in sopralluoghi spesso connotati da un significativo grado di rischio. I velivoli radiocomandati risultano, inoltre, estremamente utili per l’osservazione dall’alto di aree non raggiungibili via terra, oppure per la verifica di strutture architettoniche colpite da terremoti.

Nello specifico i droni vengono utilizzati per:

  • effettuare riprese aeree e studi di aree in dissesto sia lungo i versanti che i corsi d’acqua;
  • attività ispettive in occasione di eventi calamitosi (frane, alluvioni, terremoti, ecc.);
  • supportare le attività ispettive degli altri Settori regionali consentendo di riprendere dall’alto aree di difficile accesso;
  • realizzare la mappatura del territorio;
  • realizzare modelli tridimensionali del terreno dai quali evidenziare, tra l’altro, discontinuità strutturali, fratture e segnali di movimenti incipienti;
  • supportare le decisioni in merito al transito su vie di comunicazione potenzialmente soggette a dissesti di versante;
  • altre criticità ambientali riguardanti il territorio regionale.

Si dispone della seguente attrezzatura:
  • n. 1 DJI Phantom 4 PRO PLUS V2.0 (camera 4k e sensore da 1 pollice CMOS da 20 Mpixels)
  • n. 1 DJI Phantom 4 RTK con antenna D-RTK 2 Mobile (camera 4k e sensore da 1 pollice CMOS da 20 Mpixels)
  • n. 1 DJI Mavic 2 PRO (camera Hasselblad con un sensore da 1 pollice CMOS da 20 Mpixels)
  • n. 1 DJI Mini 2 (camera 2.7k e sensore da 1/2,3” pollici da 12 Mpixels)

Per l’elaborazione delle immagini viene utilizzato un software commerciale di tipo professionale.
Sono inoltre disponibili appositi visori (goggles) che permettono di superare le problematiche connesse all’ispezione di aree di medie e grandi dimensioni con settori ad illuminazione differente e variabile, quali ad esempio versanti boscati. In tal caso, infatti, l’ispezione viene condotta da due piloti: il primo si occupa esclusivamente delle manovre di volo ed il secondo si dedica alle operazioni di ispezione visiva e videoripresa utilizzando il visore per un miglior inquadramento dell’area sorvolata.

Interventi effettuati

Nel corso del 2022 i droni sono stati utilizzati, anche su richiesta di altri Settori regionali, nelle situazioni di seguito elencate, principalmente a causa della difficoltà di accesso ai luoghi e/o per la necessità di disporre di un modello tridimensionale del terreno o di riprese video dall’alto:

  • attività esercitativa prevista nell'ambito del Progetto Faster (finalizzato alla progettazione, sviluppo, test e disseminazione di strumenti tecnologici legati alla ricerca applicata a vari settori, tra cui anche la Protezione Civile). L’attività, che si è svolta nell’arco di tre giorni nel Comune di Avigliana ha riguardato il rilievo tramite mezzi aerei di un’ansa del fiume Dora Riparia ed ha visto tra i partecipanti il Coordinamento regionale del volontariato di Protezione Civile, l’ANA Piemonte, il Corpo Regionale AIB, l’Associazione Nazionale Carabinieri, la CRI Piemonte, l'ANC (per le componenti del volontariato), l’Arpa Piemonte, il CSI Piemonte ed i settori Geologico e Protezione Civile della Regione Piemonte.
  • partecipazione alla simulazione di uno scenario post evento alluvionale, organizzata in ambito regionale dal Settore Protezione Civile della Regione, finalizzata a sperimentare l’utilizzo sul campo dello strumento “Chatbot Faster” per lo scambio di dati, informazioni e documenti dal territorio verso la sala operativa regionale e viceversa; in particolare in tale occasione il Settore ha effettuato il rilievo di un tratto spondale del torrente Sesia e di un ponte ferroviario sul torrente stesso nel Comune di Romagnano Sesia;
  • rilievi e fotografie aeree di alcuni edifici scolastici in vari comuni della Città Metropolitana di Torino, su richiesta della Direzione regionale Istruzione, Formazione e Lavoro, ai fini del loro censimento e inserimento nel database nazionale;
  • rilievi su aree in frana che hanno coinvolto la viabilità provinciale nei comuni di Molare, Ovada e Carrega Ligure.


Figura 13
Immagine acquisita da drone (11/05/22) relativa al fenomeno franoso di tipo complesso che il primo maggio 2022 ha comportato l’interruzione della SP 147 nel territorio di Carrega Ligure (AL).

Sono inoltre state svolte alcune attività di pratica in campo, utilizzando i droni nelle varie conformazioni di volo, nonché attività riguardanti l’utilizzo del software per l’elaborazione delle immagini acquisite. 
Infine, nell’ottica del confronto tra soggetti che svolgono attività di rilievo degli effetti relativi agli eventi alluvionali e soggetti che possono offrire, con l'impiego di aeromobili, un contributo nella definizione del quadro dei dissesti, nel corso dell’anno 2022 è emersa la necessità di approfondire il quadro degli strumenti attualmente disponibili a livello regionale per gestire contesti emergenziali e post-emergenziali. A tal fine si sono tenuti alcuni incontri, coordinati dal Settore regionale Protezione Civile, volti a vagliare l’eventuale contributo di più soggetti (le organizzazioni di volontariato operanti sul territorio piemontese o gli uffici regionali, come il Settore Geologico), che impiegano aeromobili per le loro attività.

Conoscenza -T3- PROGETTO “RIS(K) - STUDIO DEL RISCHIO VALANGHIVO SULLA VIABILITA’ TRANSFRONTALIERA PRESSO IL COLLE DELL’AGNELLO (VALLE VARAITA)

Il Progetto Ris(k) fa parte del PITER ALCOTRA 2014-2020 “Terres Monviso”, è stato avviato nel 2019, con un finanziamento totale di € 1.647.059,00, di cui € 955.294,22 per la parte di competenza della Regione Piemonte, e si è concluso il 25 Marzo 2023.
Il partenariato è composto dalla Communauté de Communes du Guillestrois et du Queyras (Capofila), dal Département des Hautes Alpes e dalla Regione Piemonte (che ha individuato la Provincia di Cuneo e l’Unione Montana Valle Stura quali soggetti attuatori).
Il progetto sul versante italiano è stato mirato alla realizzazione di interventi per il miglioramento della sicurezza della viabilità transfrontaliera (al Colle della Maddalena in Valle Stura attraverso un sistema di distacco programmato delle valanghe ed al Colle dell’Agnello in Valle Varaita con la messa in opera di barriere di sicurezza) ed a favorire la creazione di rapporti istituzionali ed operativi fra i vari soggetti gestori per l’individuazione di una policy condivisa per la gestione della mobilità transfrontaliera.
Nel corso dello sviluppo delle attività progettuali è inoltre emersa la necessità, al fine di alimentare i rispettivi sistemi d’informazione agli utenti sulla viabilità gestita sia dalla Provincia di Cuneo che dal Dipartimento Hautes Alpes (Inforoute 05), di procedere alla redazione e sottoscrizione di un protocollo operativo per la gestione dell’apertura della Strada del Colle dell’Agnello SP 251 in tarda primavera ed in autunno, nel contesto delle relazioni transfrontaliere instaurate.
Nell’ambito delle attività previste dal dossier progettuale la Regione Piemonte ha provveduto all’affidamento di uno studio del rischio valanghivo presso il Colle dell’Agnello, finalizzato anche alla definizione di una metodologia transfrontaliera per la gestione del rischio sulla viabilità.
Lo studio è stato esteso anche al tratto della SP 251 interessato da valanghe, compreso tra il capoluogo di Pontechianale e l’abitato di Chianale.

Figura 14
Il tracciato della S.P. 251 presso il Colle dell’Agnello

Figura 15
Individuazione dei settori di studio tra la loc. Chianale ed il Colle dell’Agnello

Lo studio è stato basato su un rilievo aerofotogrammetrico di dettaglio, effettuato con drone, della SP 251 dal km 7+000 (Grangia del Rio) al Passo del Colle dell’Agnello al km 14+700.
Oltre all’intorno della sede stradale, il rilievo di dettaglio si è esteso ai crinali più critici e direttamente prospicienti la strada per un’estensione complessiva pari a 2,8 km2, con quote variabili da 2000 m s.l.m. nella zona di fondovalle, fino a 3000 m s.l.m. nella zona delle creste.
Un’indagine preliminare storico-documentale è stata svolta attraverso l’analisi di documentazione bibliografica e la consultazione di testimonianze orali del personale addetto allo sgombero neve, in riferimento agli eventi abituali ed eccezionali dei fenomeni valanghivi nella zona del Colle dell’Agnello.
Sulla base del modello digitale del terreno (DTM) prodotto dal rilievo aerofotogrammetrico e di quello della Regione Piemonte (risoluzione 50 cm e 5 m rispettivamente) sono state eseguite specifiche analisi morfo-cliviometriche del versante oggetto di indagine, a supporto dell’individuazione delle aree di potenziale distacco delle differenti valanghe mediante l’applicativo AFRA (Avalanches Flow and Run-out Algorithms) sviluppato dalla società incaricata Flow-Ing; è stata così prodotta una cartografia di suscettività al distacco di valanghe ed una perimetrazione, con un approccio tipo statistico-topografico, delle aree potenzialmente interessate dallo scorrimento ed arresto delle valanghe in condizioni estreme.

Figura 16
Esempio di delimitazione delle aree valanghive di un settore di studio attraverso l’applicativo AFRA - Avalanches Flow and Run-out Algorithms

Analisi nivo-meteorologiche sono state condotte sui dati delle stazioni nivometeorologiche automatiche di ARPA Piemonte di un intorno significativo, con utilizzo di una metodologia di analisi statistica di tipo “regionale”; tali analisi statistiche hanno permesso di stimare i valori di progetto (ovvero per quota e tempo di ritorno predefiniti) delle variabili nivometriche relative all’altezza di neve al suolo ed all’incremento di tale valore in uno, due e tre giorni consecutivi.
Per identificare le aree interessate da valanghe sono state effettuate anche modellazioni di tipo dinamico mediante il software “RAMMS” (RApid Mass MovementS) per la modellazione numerica del movimento di valanghe di tipo denso su topografie complesse, dalle fasi di distacco fino all’avvenuto arresto, sviluppato dall’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) di Davos.

Figura 17
Rappresentazione delle aree di distacco e di scorrimento delle valanghe determinate con l’applicativo RAMMS

Sono stati considerati 6 diversi scenari di simulazione con tempi di ritorno pari a 2, 5, 15, 50 e 150 anni, che hanno consentito di definire un valore di soglia di altezza del manto nevoso per il quale la viabilità non viene interessata da valanghe.
Lo studio ha inoltre definito un piano di monitoraggio, che prevede l’utilizzo dei bollettini istituzionali (Arpa Piemonte) attualmente già disponibili a scala regionale, oltre all’eventuale implementazione di strumenti di monitoraggio dedicati al contesto del Colle dell’Agnello. Sono stati previsti l’esecuzione di attività di campo da parte di tecnici abilitati ai fini della valutazione delle condizioni di stabilità del manto nevoso (mediante esecuzione di profili stratigrafici e test di stabilità su pendii rappresentativi). A livello sperimentale è stata proposta l’implementazione, nel contesto del Colle dell’Agnello, di sistemi innovativi di monitoraggio radar del manto nevoso in zona di distacco.
Infine, un piano delle procedure ha costituito la base delle azioni da adottare per una gestione coordinata tra la Provincia di Cuneo e il Dipartimento Hautes Alpes delle fasi di chiusura al traffico del Colle dell’Agnello in relazione alle condizioni d’innevamento ed al rischio valanghe.

Figura 18
Piano delle procedure per la gestione dell’apertura / chiusura della viabilità del Colle dell’Agnello in relazione al rischio di valanghe

Conoscenza - T1/2/3/4 - PROGETTI DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA E FORMAZIONE/INFORMAZIONE SULLE TEMATICHE DI PROTEZIONE CIVILE

Progetto È-Geologica

Il Progetto È - Geologica, frutto della collaborazione tra Ordine dei Geologi del Piemonte e Settore regionale di Protezione Civile, avviato nel 2021, ha avuto pieno svolgimento negli anni scolastici 2021/22 e 2022/23.

Nel primo anno sono stati effettuati interventi presso 6 scuole medie di Torino. Il progetto è stato riconfermato per tutto l’anno scolastico 2022/2023 con la realizzazione di numerosi interventi formativi, congiunti con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, nelle scuole superiori, licei, istituti tecnici e professionali.


Percorso formativo rivolto agli studenti

Parallelamente, con la collaborazione del Comune di Nichelino e dei volontari del gruppo comunale, è stato organizzato un percorso formativo di 2 incontri rivolto agli studenti dell’ultimo anno dell’Istituto Erasmo da Rotterdam, presso il plesso scolastico a Nichelino, per illustrare le attività della Sala Operativa Regionale e Comunale ed informare I ragazzi sulla gestione degli eventi emergenziali che hanno riguardato in tempi recenti il loro comune.

Percorso formativo rivolto agli agli operatori del sistema di protezione civile

In merito alla formazione rivolta agli operatori del sistema di protezione civile, nell'anno 2022, è proseguita l’attività formativa concernente il Laboratorio didattico Vai in Panicoc, con la realizzazione di 4 edizioni rivolte a funzionari e pubblici amministratori che hanno coinvolto una cinquantina di partecipanti ed una edizione rivolta ai volontari di protezione civile che ne ha coinvolti 12.
Il gioco di ruolo “Vai in PaniCOC” ha come obiettivo principale la comprensione delle dinamiche che entrano in gioco durante un evento di protezione civile, attraverso la simulazione di una situazione di emergenza (che suscita panico) che vede interagire il COC, Centro Operativo Comunale, ossia l’organo deputato alla gestione delle emergenze su un territorio comunale, con la cittadinanza.
Ciascun partecipante ricopre un ruolo ben definito, dal Sindaco alla Polizia municipale, ai Servizi tecnici, al volontario, al medico ospedaliero, intesi anche come singoli cittadini, dal pensionato all’insegnante, alla mamma, al contadino, al parroco, al commerciante. Ciascuno con il suo ruolo, ciascuno con le sue reazioni e il suo compito da svolgere.
Il gioco è stato simulato in un comune alpino di fantasia, in un territorio a rischio idrogeologico, sismico e industriale. L’attività consiste nella comunicazione tra COC e cittadino in un dialogo continuo al fine di comprendere la capacità dei diversi soggetti di prendere decisioni logiche di fronte alla calamità. Al termine l’Amministrazione deve giustificare le proprie scelte. Se l’obiettivo non viene raggiunto I cittadini avanzano altre richieste al COC, se è raggiunto il gioco è terminato.
Conclusa la simulzione il gioco può offrire interessanti spunti di discussione. Lo scopo è quello di promuovere la cultura della protezione civile e sensibilizzare ragazzi e operatori del sistema a queste tematiche.

Figura 19
Incontro con gli studenti a Nichelino (TO) sulle tematiche di protezione civile (a sinistra) e attività formativa con il Laboratorio didattico “Vai in Panicoc” rivolta agli operatori del sistema di protezione civile (a destra).

Conoscenza -T1/2/3/4- PROGETTO EUROPEO RISK ACT

Con D.G.R. n. 25-4825 del 27/03/2017, la Regione ha approvato il deposito di n. 7 Piani Integrati Tematici - Pitem, nell’ambito del Programma Interreg V-A Italia Francia ALCOTRA 2014-2020, tra cui il PITEM “RISK - Resilienza, Informazione, Sensibilizzazione, Comunicazione, Cittadini” – a valere sull'Asse 2 “Ambiente sicuro” (All. 3) e Obiettivo specifico 2.2 “Prevenzione dei rischi”. Il PITEM RISK nasce dalla volontà di unire due reti transfrontaliere sul territorio Alcotra – la rete di gestione dei rischi naturali e la rete di gestione delle emergenze – che le regioni transfrontaliere delle Alpi occidentali, nelle precedenti programmazioni, hanno costituito e consolidato in materia di rischi, con l’ambizioso obiettivo di considerare il territorio Alcotra come un unico grande laboratorio di azione, per attivare soluzioni congiunte in grado di aumentare la resilienza dei territori maggiormente esposti ai rischi, anche attraverso la realizzazione di interventi innovativi di comunicazione ed educazione capaci di raggiungere direttamente la popolazione. Il PITEM RISK rappresenta, altresì, una grande opportunità per il territorio Alcotra, per sperimentare nuove modalità di intervento in risposta anche ai rischi emergenti, attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative (es. comunicazione su social network, simulazione in Realtà Virtuale, messa in comune di database esistenti, ecc.) in grado di rendere più efficace la gestione dei rischi e delle emergenze. Il Progetto n. 5 “RISCK ACT - Azioni esemplari di resilienza dei territori transfrontalieri per far fronte ai rischi naturali in montagna”, in particolare, riferendosi all’Asse 2 “Resilienza, Informazione, Sensibilizzazione e Comunicazione ai cittadini” a valere sull’obiettivo specifico 2.2. “Aumentare la resilienza dei territori Alcotra maggiormente esposti ai rischi”, ha inteso applicare i prodotti scaturiti da altri progetti su casi pilota del territorio transfrontaliero:

  • attuando le strategie di gestione del territorio e delle emergenze nei confronti dei rischi naturali e testando approcci innovativi di comunicazione e di formazione verso i cittadini e i tecnici
  • realizzando e testando sul territorio strumenti innovativi di comunicazione del rischio indirizzati alla popolazione, al fine di renderli sempre più performanti ed efficaci e dando origine ad un sistema integrato di comunicazione in situazioni di emergenza, condiviso a livello transfrontaliero e promosso presso la cittadinanza, per una risposta tempestiva da parte dei cittadini attraverso la messa in pratica di comportamenti virtuosi e consapevoli
  • prevedendo una rete transfrontaliera di formazione-educazione in materia di rischi naturali che consentisse di connettere i Centri di formazione esistenti in un’unica rete transfrontaliera di formazione degli operatori.


Più in particolare il progetto, conclusosi formalmente il 23 Marzo 2023, ha disposto l’avvalimento di ARPA Piemonte e di Politecnico di Torino in qualità di soggetti attuatori per conto di Regione Piemonte:

  • il Politecnico di Torino, specificatamente per le attività riconducibili alla WP 4 .”CREAZIONE DI UNA RETE FRANCO – ITALIANA DI FORMAZIONE ED EDUCAZIONE SUI RISCHI”, articolata secondo le seguenti azioni:

  • WP 4.1: MESSA IN RETE DI SITI FORMAZIONE ED EDUCAZIONE SULLA TEMATICA DEI RISCHI - Creazione di una rete transfrontaliera di scuole di formazione interconnesse impostata sulla realtà virtuale, con l’obiettivo di riuscire a collegare n. 3 Centri specializzati che lavorassero basandosi sugli stessi software e allo scopo, in particolare, di insegnare il comportamento corretto da osservare di fronte ai rischi.
  • WP 4.2: ORGANIZZAZIONE DI FORMAZIONI E ADDESTRAMENTI IN REALTA' VIRTUALE E SPERIMENTAZIONE DI UN PROGRAMMA DI SENSIBILIZZAZIONE/PARTECIPAZIONE INNOVATIVO – Utilizzo di tecnologie 3D di Realtà Virtuale per diffondere buone pratiche e consapevolezza del rischio in un ambiente montano”.
  • WP 4.3: ORGANIZZAZIONE DI GIORNATE DI SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE PER IL GRANDE PUBBLICO – Sensibilizzazione della popolazione ai rischi presenti sul territorio con strumenti innovativi (es. Realtà Virtuale), attraverso una serie di giornate e momenti di formazione ed educazione per gli studenti delle scuole e per i volontari di protezione civile nel corso delle quali utilizzare la Piattaforma di Realtà Virtuale.


  • Arpa Piemonte, per le attività riconducibili alla WP 3 ”CREAZIONE DI UNA RETE DI SITI PILOTA TRANSFRONTALIERI”, specificatamente in relazione alla seguente azione:

  • WP 3.2: SPERIMENTAZIONE E VALUTAZIONE SU SITI PILOTA DI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE VERSO LA POPOLAZIONE IN CASO DI CRISI – Realizzazione e sperimentazione di alcune applicazioni:
  • un portale che esponesse le informazioni meteorologiche sui rischi in comune tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, condiviso tra le medesime Regioni
  • una App di riferimento per il settore delle previsioni meteo a livello transfrontaliero
  • modelli di intervento su un “sito pilota”, vicino al confine tra Francia e Italia, al fine di validare – attraverso una serie di test e e dimostrazioni – gli strumenti e le metodologie utilizzate.


Il Settore Protezione Civile, tramite ARPA, ha realizzato e rilasciato su piattaforme Android e IoS una WebAPP denominata “Meteo 3R”, aggiornato il portale "Rischi Naturali" e realizzato un portale di consultazione di specifici dati e indici funzionali all’emissione del nuovo Bollettino Pericolo Incendi. Tramite Il Politecnico, invece, ha provveduto all’acquisto di n. 3 portatili e altrettanti visori di Realtà Virtuale e realizzato: un software per la formazione simulata a distanza in VR all’utilizzo del modulo europeo di protezione civile“High Capacity Pumping” (Rif. Più di n. 70 Volontari di Protezione Civile formati) ed un gioco 3D per la simulazione/gestione partecipata di un evento alluvionale coinvolgente un’abitazione (Rif. circa 140 studenti di Scuole Medie Superiori coinvolti).

Figura 20
Software VR HCP per l’addestramento all’utilizzo del Modulo di Pompaggio acqua a sinistra. Gioco VR per la diffusione della conoscenza e consapevolezza del rischio idraulico a destra.

Figura 21
Due momenti formativi in Realtà Virtuale: a sinistra, con il software HCP per l’addestramento del Volontariato di Protezione Civile all’utilizzo del Modulo di Pompaggio acqua; a destra, con il gioco partecipativo ideato per le scuole e finalizzato all’utilizzo e diffusione di buone pratiche in caso di evento alluvionale.


Pianificazione - T1/2/3/4 - DEFINIZIONE DEL QUADRO DEL DISSESTO RELATIVO AI COMUNI CHE NON HANNO ANCORA PROVVEDUTO AD ADEGUARE IL PROPRIO STRUMENTO URBANISTICO AL PAI

Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto. Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 maggio 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal PAI medesimo. A più di 20 anni dall’entrata in vigore del PAI, tuttavia, non tutti i comuni hanno proceduto alle verifiche sopra richiamate.

Figura 22
Comuni piemontesi suddivisi per stato di adeguamento al PAI

Figura 23
Numero di comuni adeguati al PAI suddivisi per provincia

Figura 24
Percentuale di comuni adeguati al PAI suddivisi per provincia

Applicazione di provvedimenti cautelari ai comuni non adeguati al PAI

Allo scopo di colmare la carenza di informazioni derivanti dalla mancanza di un quadro del dissesto omogeneo, anche al fine di quantificare i fabbisogni degli interventi di mitigazione della pericolosità geologica a scala regionale, la Direzione regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica, attraverso il Settore Geologico, ha proseguito l'attività avviata nel 2020, ai sensi della DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018, che ha portato a definire il quadro del dissesto di ulteriori comuni non ancora adeguati al PAI. La definizione del quadro del dissesto è propedeutica all’applicazione dei provvedimenti cautelari di cui all’art. 9 bis della Legge Urbanistica Regionale n. 56/1977 (LUR) alle aree in dissesto dei Comuni che dispongono di studi geologici ed idraulici condivisi con gli uffici regionali (GIL), ma che non hanno attivato la variante di adeguamento al PAI.
Nel corso del 2022 sono state predisposte 42 DGR, con i relativi allegati, attraverso le quali sono stati applicati i provvedimenti cautelari di cui al citato art. 9 bis, approvati nella seduta della Giunta regionale del 25 novembre 2022.

Tali provvedimenti prevedono limitazioni all’uso del territorio qualora si ricada all’interno di dissesti, in sintonia con le limitazioni previste dall’articolo 9 delle Norme di Attuazione del PAI, fino all’adozione della variante di adeguamento al PAI del PRG comunale.

Per quanto riguarda i restanti comuni che hanno un adeguamento al PAI in corso, ma non ancora condiviso a livello regionale, si segnala che, per le aree in dissesto individuate dal PAI e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono, comunque, le disposizioni dell’art. 9 delle norme PAI medesimo fino all’approvazione della variante al PRG.


Contestualmente ai provvedimenti cautelari, è in corso l’aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs 152/2006, al fine di attualizzare la cartografia del PAI medesimo. Successivamente all’approvazione di questa Variante al PAI, il quadro del dissesto contenuto nelle DGR ex art. 9 bis della Legge Urbanistica Regionale n. 56/1977, entrerà definitivamente in vigore fino ad eventuali successivi adeguamenti degli strumenti urbanistici al nuovo quadro del dissesto ivi rappresentato, ai sensi dell’art.18 comma 4 delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI.

Il percorso sopra delineato ha trovato formale compimento, per alcuni dei comuni che non hanno ancora provveduto ad adeguare il proprio strumento urbanistico al PAI, attraverso l’approvazione delle DGR di applicazione dei provvedimenti cautelari riportate nei bollettini di seguito elencati.

Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 50 del 10 dicembre 2020, Supplemento ordinario n. 3:

applicazione dei provvedimenti cautelari ai comuni di Carrosio, Denice, Morbello, Pareto, Ponzone, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, Spigno Monferrato e Trisobbio in provincia di Alessandria; Coazzolo in provincia di Asti; Bastia Mondovì, Battifollo, Castelnuovo di Ceva, Gorzegno, Isasca, Mombarcaro, Rifreddo e Valmala (Busca) in provincia di Cuneo; Mombello di Torino, Noasca e Ribordone in provincia di Torino; Toceno in provincia di Verbania; Sabbia (Varallo) e Vocca in provincia di Vercelli.

Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 44 del 4 novembre 2021, Supplemento ordinario n. 2: applicazione dei provvedimenti cautelari ai comuni di Balmuccia in provincia di Vercelli, Brondello in provincia di Cuneo, Bricherasio e Scalenghe in provincia di Torino.

Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 6 del 10 febbraio 2022, Supplemento ordinario n. 3: applicazione dei provvedimenti cautelari ai comuni di Callabiana e Caprile in provincia di Biella, Bagnasco, Brondello, Caprauna, Castelletto Uzzone, Castino, Envie, Frabosa Soprana, Pamparato, Paroldo, Roburent e Viola in provincia di Cuneo, Bricherasio, Scalenghe e Traversella in provincia di Torino, Aurano, Intragna e Caprezzo in provincia di Verbania

Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 51 del 22 dicembre 2022, Supplementi ordinari n. 1 e Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 51 del 22 dicembre 2022, Supplementi ordinari n.2: applicazione dei provvedimenti cautelari ai comuni di Altavilla Monferrato, Borghetto di Borbera, Carbonara Scrivia, Castelletto d'Erro, Castelnuovo Bormida, Merana, Molare, Mongiardino Ligure, Montaldeo, Montechiaro d'Acqui, Mornese, Odalengo Piccolo, Oviglio, Paderna, Rivarone, Sant'Agata Fossili, Valenza, Villaromagnano, Volpedo e Viale in provincia di Alessandria, Dorzano in provincia di Biella, Belvedere Langhe, Garessio, Margarita, Monasterolo Casotto, Niella Tanaro, Robilante, Rocca Cigliè, Sambuco, Serralunga d’Alba e Torre Mondovi in provincia di Cuneo, Briona, Meina e Pisano in provincia di Novara, Baldissero C.se, Campiglione Fenile, Cavagnolo e San Giorio di Susa in provincia di Torino, Arola in provincia di Verbania, Arborio, Carisio e Civiasco in provincia di Vercelli.

Comuni Esonerati dall’adeguamento al PAI nel 2001 e
Aggiornamento e integrazione dei criteri di valutazione del rischio idraulico contenuti nella D.G.R. n. 64-7417 del 7 aprile 2014.

Al fine di poter avere un quadro del dissesto aggiornato anche per quei territori ricadenti in Comuni che erano stati esonerati dall’adeguamento al PAI nel 2001, in quanto ritenuti adeguati al PAI, si è revocata la DGR n. 63-5679 del 25/03/2002. I Comuni interessati erano 116 e in allora sono stati ritenuti “adeguati” al PAI in quanto dotati di strumenti urbanistici recenti e le cui indagini geologiche erano basate sulla Circolare PGR 7/Lap/1996. Negli anni alcuni Comuni hanno comunque provveduto a un aggiornamento del proprio quadro del dissesto, mentre chi non vi ha provveduto avrà 36 mesi di tempo per adempiere a tale disposizione, deliberata con DGR 27-6373 del 28/12/2022 (pubblicata sul BUR n. 1 del 22/01/2023); decorso tale termine i comuni saranno considerati non adeguati al PAI e pertanto si applicheranno le norme del PAI medesimo, così come specificate dalla D.G.R. n. 25-7286 del 30 luglio 2018, come modificata dalla D.G.R. n. 17-7911 del 23 novembre 2018. I comuni “esonerati” e non ancora adeguati a PAI e PGRA, pertanto devono rivedere il proprio strumento urbanistico sulla base del quadro conoscitivo aggiornato, anche attraverso strumenti di pianificazione di bacino (PAI con varianti alle fasce fluviali e PGRA con scenari di pericolosità H,M,L), oltrechè degli interventi di riduzione del rischio realizzati o delle trasformazioni occorse negli anni e degli eventi alluvionali succedutisi nel tempo.
Con tale DGR inoltre sono stati modificati dei criteri di valutazione del rischio idraulico nei centri edificati retrostanti le linee B di progetto contenuti nella DGR n. 64-7417 del 7 aprile 2014. Visto l’aggiornamento degli strumenti analitici e le basi topografiche numeriche disponibili, vi è la possibilità oggi di definire con un’ottima approssimazione, non solo l’estensione degli scenari di piena ma anche la loro potenziale intensità, in termini di altezze idriche al suolo e velocità della corrente. Inoltre, le mappe di pericolosità del PGRA individuano, tra gli altri, anche gli scenari di piena “poco frequenti” (M/P2), tracciati tenendo conto dei livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento (tempo di ritorno 100-200 anni), che a tergo dei limiti B di progetto rappresentano la pericolosità in assenza dell’opera Pertanto, nei centri e nuclei abitati (ex art.12 lr 56/1977) ubicati nella fascia C del PAI a tergo del “limite di progetto tra la fascia B e la fascia C”, si è ritenuto possibile che i comuni possano dettagliare le norme d’uso del suolo in relazione alle specifiche condizioni di intensità del fenomeno atteso, recependo gli esiti di recenti studi aventi un elevato grado di confidenza e costituenti il quadro conoscitivo della pianificazione di bacino, secondo le modalità riportate nel documento tecnico allegato alla DGR, che costituisce aggiornamento e integrazione dei criteri di valutazione del rischio idraulico contenuti nella DGR n. 64-7417 del 7 aprile 2014.

Processo di acquisizione ed elaborazione dati per la digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del servizio "Scheda del territorio"

Nel 2022 è proseguito il processo di acquisizione dei dati delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico, in collaborazione con i tecnici del CSI Piemonte, ed è stato organizzato seguendo un flusso di lavoro che prevede il seguente schema:
a) raccolta dei dati dei Piani regolatori, Delibere di Giunta Regionale, ecc.
b) verifica dei dati e compilazione della scheda trasposizione per ogni Comune.
c) trasmissione del materiale, relativa digitalizzazione e collaudo finale.
d) accodamento nel database.
L’avanzamento delle attività prevede l’utilizzo di un database regionale georiferito con cui si gestisce la tipologia e la localizzazione del dato, la sua completezza, anche in merito ad eventuali prescrizioni d’ufficio, ed il suo stato di acquisizione.
Al momento si ha la disponibilità, nel database vettoriale, di circa 400 carte di sintesi di cui un centinaio sono quelle che sono state acquisite ‘ex novo’ durante l’anno, compiendo per intero il flusso di lavoro rappresentato in precedenza. Tali dati sono stati resi fruibili attraverso il Geoportale Piemonte e il servizio ‘Scheda del territorio’.
Per circa altri 400 Comuni è stato compiuto il percorso fino al punto ’c’ ovvero sono in attesa di essere digitalizzati, mentre per altri circa 150 Comuni si sta procedendo alla verifica dei dati (punto ‘b’). Si ricorda che circa 250 Comuni risultano non ancora adeguati e quindi privi di carte di sintesi.

Pianificazione - T1 - PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI (PGRA) E PAI

Aggiornamento mappe della pericolosità e del rischio

È stata conclusa la predisposizione delle mappe di pericolosità per il secondo ciclo di pianificazione (2022-2027), di cui alla Direttiva 2007/60/CE del 23 ottobre 2007, che prevede il primo riesame e aggiornamento delle mappe della pericolosità e del rischio di alluvione, ai fini dell'aggiornamento del PGRA (Piano di gestione rischio alluvioni).

In data 16 dicembre 2021 la Conferenza Operativa dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po ha espresso parere positivo sull’Aggiornamento e revisione del Piano di gestione del rischio alluvioni che è quindi stato pubblicato il 22 dicembre 2021, nel rispetto delle scadenze fissate dalla Direttiva 2007/60/CE.
In data 20 dicembre 2021 con Delibera_5/2021_PGRAPo, la Conferenza Istituzionale Permanente ha adottato l’aggiornamento del PGRA ai sensi degli art.65 e 66 del D.Lgs 152/2006 e l’approvazione del primo aggiornamento del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni è avvenuta con DPCM 1 dicembre 2022.
Le amministrazioni e gli enti pubblici si conformano alle disposizioni del Piano di gestione del rischio di alluvioni del distretto idrografico del fiume Po ai sensi dell’articolo 65, commi 4, 5 e 6, del decreto legislativo n. 152 del 2006.

Il riesame del PGRA tiene anche conto degli effetti dei cambiamenti climatici sul verificarsi delle alluvioni.

La Regione Piemonte, nei propri atti attuativi del PGRA nel settore urbanistico (DDGR n. 25-7286 del 30/07/2018 e n. 17-7911 del 23/11/2018), ha ritenuto opportuno prevedere un aggiornamento annuale delle mappe, al fine di consentire un più rapido allineamento tra la pianificazione e il quadro delle conoscenze in continua evoluzione.

L’aggiornamento delle mappe è stato altresì integrato con le aree di pericolosità derivanti dagli strumenti urbanistici adeguati al PAI.

Il Piano è pubblicato sul sito istituzionale alla pagina dedicata.

Aggiornamento delle fasce fluviali del PAI del fiume Tanaro e dei torrenti Varaita e Chisola

Sono state approvate le Varianti alle fasce fluviali del fiume Tanaro e del torrente Varaita con Decreti del Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.

Decreto n. 72 del 10 giugno 2022 - Approvazione dell’aggiornamento degli elaborati n. 3 e 8 del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI_PO) e delle mappe della pericolosità e del rischio di alluvione del PGRA del Distretto idrografico del fiume Po: fiume TANARO da Ceva alla confluenza in Po.

e, contestualmente: Adozione di un Progetto di aggiornamento degli elaborati n. 3 e 8 del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI_PO) ) e delle mappe della pericolosità e del rischio di alluvione del PGRA del Distretto idrografico del fiume Po: fiume TANARO nei comuni di ALESSANDRIA, ALLUVIONI PIOVERA, OVIGLIO E SOLERO e sua pubblicazione, ai fini della partecipazione attiva delle parti delle parti interessate, ai sensi dell’art. 68, comma 4 ter del D.Lgs. n. 152/2006 e della successiva approvazione.

Decreto n. 73 del 10 giugno 2022 - Approvazione dell’aggiornamento degli elaborati n. 3 e 8 del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI_PO) e delle mappe della pericolosità e del rischio di alluvione del PGRA del Distretto idrografico del fiume Po: torrente VARAITA da Castigliole Saluzzo alla confluenza in Po.

Inoltre, con Decreto del Segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 156 del 27 dicembre 2022 è stato approvato l’Aggiornamento del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI-Po) e del PGRA del Distretto idrografico del fiume Po: torrente Chisola da Cumiana alla confluenza nel fiume Po.

Modifica alle norme del PAI per l’aggiornamento dei PRG al PAI

Per quanto riguarda l'aggiornamento dei Piani regolatori in adeguamento al PAI, nonchè rivisti a seguito dell'entrata in vigore del PGRA, vi è stata un’intensa attività legata alle nuove disposizioni dettate dal decreto semplificazione n. 76/2020, convertito in legge 120/2020, che ha apportato modifiche sostanziali alle procedure per l’adozione dei progetti di piano stralcio, modificando l’art. 68 del D.Lgs 152/2006 con l’introduzione dei commi 4bis e 4ter. L’interpretazione di tale modifica ha comportato ampia discussione tra i principali soggetti interessati, ovvero le Regioni (anello di congiunzione tra i Comuni e gli enti sovraordinati), l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdB) e il Ministero della Transizione Ecologica (MITE), in forza delle ricadute che tale norma avrebbe avuto sul territorio in campo pianificatorio. L’esito della discussione è stato definitivamente chiarito nella Conferenza Operativa dell’AdB del 16 dicembre 2021, in cui è stata presentata, da parte di AdB stessa, la bozza di modifica alle norme di attuazione del PAI, art. 1, c. 10 e art. 18, e una bozza di Regolamento procedurale attuativo dell’art. 68 del D.Lgs 152/2006 come modificato, condivisi con le Regioni e il MITE.
Tali punti sono stati oggetto della deliberazione n. 6/2021, che ha consentito di adottare il Progetto di Variante alle norme di attuazione del PAI e affidare la delega al Segretario Generale per l’adozione del Regolamento (ancora in fase di redazione da parte di AdB) recante la disciplina delle procedure di aggiornamento degli elaborati cartografici dei PAI e del PGRA, nella Conferenza Istituzionale Permanente (CIP) dell’AdB stessa tenutasi in data 20 dicembre 2021.
Per quanto riguarda le ricadute immediate, si è condivisa con AdB una scheda tecnica sintetica di accompagnamento per ogni Variante al PRG di adeguamento al PAI successiva all’entrata in vigore della legge di semplificazione (16 luglio 2020), rivista nel 2022, e applicata per la trasmissione di 14 comuni. I quadri del dissesto di questi comuni sono stati oggetto di approvazione da parte del Segretario Generale di AdB che li ha approvati con propri decreti, escluso il Comune di Castelletto sopra Ticino, in quanto l’Autorità di bacino non ha ritenuto sufficiente la documentazione trasmessa. Tale decreto è stato poi emesso nel 2023.
L'attività di acquisizione dei PRG dei comuni adeguati PAI è comunque proseguita regolarmente e nel corso del 2022 sono stati acquisiti 50 piani regolatori arretrati, oltre ai 33 approvati da Adb nel 2021 e 2022 per un totale di 83.

Pianificazione - T1/2 -PIANI DI EMERGENZA

Nodo idraulico di Ivrea

L’area della piana di Ivrea, posta allo sbocco della Valle d’Aosta e attraversata dalle acque del fiume Dora Baltea, è soggetta a rilevanti fenomeni di allagamento. Le caratteristiche morfologiche del territorio consentono di individuare nella stretta di Ivrea una singolarità del territorio che rappresenta la causa principale delle numerose recenti alluvioni del Eporediese. Gli eventi alluvionali del 1993 e del 2000 hanno evidenziato l’inevitabilità dello straripamento della Dora Baltea nel paleoalveo in occasione di portate particolarmente elevate, con battenti, in taluni punti, dell’ordine di alcuni metri, con gravi danni a strutture ed infrastrutture e perdita di vite umane.

In seguito al più recente evento alluvionale del 2-3 ottobre 2020 che ha comportato la chiusura dell’autostrada A5 Torino-Quincinetto con conseguenti pesanti ripercussioni sulla viabilità secondaria, la Prefettura di Torino aveva già richiesto alla società ATIVA S.p.A. (concessionaria della suddetta arteria autostradale) la tempestiva comunicazione dei dati di monitoraggio a questa imputati sulla scorta di un protocollo di gestione in uso per il dispositivo di sbarramento alla progressiva km. 41+100 e reputato di dare corso ad una pianificazione speditiva per mitigare l’impatto di tali fenomeni sulla rete viaria; da tale esigenza e per i soli aspetti connessi alla viabilità, fu predisposto un primo “Piano Speditivo Viabilità del Nodo Idraulico di Ivrea”.

Un ulteriore passo avanti è stato fatto con la redazione di un apposito “Accordo per l’attuazione delle azioni previste nel Piano Speditivo, la presa in carico ed il mantenimento delle opere e dei sistemi idrovori nel Nodo”, sottoscritto nell’ottobre 2022 tra Regione Piemonte, Città Metropolitana, AIPO e i nove Comuni interessati e finalizzato a confluire in una risposta coordinata da parte dell’organizzazione locale, sia in fase di previsione che di gestione dell’emergenza, per l’attivazione degli impianti di sollevamento (chiaviche realizzate a ridosso degli argini e per la sorveglianza degli stessi); tale accordo costituisce il cardine per una pianificazione di più ampio respiro (in fase avanzata di bozza e quasi pronta per una prossima approvazione) e apportante significativi aggiornamenti rispetto alla versione speditiva di natura viaria, in particolare rispetto:

  • alla riconsiderazione del ruolo dei precursori di evento ed alla focalizzazione di un possibile quadro cronologico di passaggio tra Fasi e Sottofasi Operative, anche a causa dell’aumento di probabilità di fenomeni meteo-climatici particolarmente intensi e rapidi;
  • all’estensione dell’area di intervento pianificato della Protezione Civile, con l’inclusione di un certo numero di Comuni nelle operazione di sorveglianza e monitoraggio del territorio, anche ai fini di una più corretta gestione della rete viaria, del flusso veicolare e della eventuale confluenza di risorse esterne;
  • alla ridefinizione ed integrazione degli scenari di evento già scanditi secondo Fasi e Sottofasi operative in seno al “Piano Speditivo Viabilità del Nodo Idraulico di Ivrea”: quest’ultimo, riferisce ad un solo Scenario “Minimo” (non previsto dal PGRA, ma registrato dagli effetti al suolo durante l’evento alluvionale dell’Ottobre 2020 quando il livello della Dora Baltea, in meno di 12 ore, arrivò a sfiorare la soglia di pericolo nell’idrometro di Tavagnasco, senza che però fosse raggiunta l’attivazione dell’Incile di Fiorano), mentre la pianificazione di emergenza già approntata in bozza riferirà, attraverso l’aggiunta di ulteriori azioni/attività, a tre differenti eventi prevedibilmente posti in successione con gravità crescente e territorialmente delimitati da Scenari di Pericolosità, rispettivamente definiti come “Scenario Minimo H0” (Rif. Alluvione Ottobre 2020, Tr=4-5 anni), “Scenario H” (PGRA High, Tr=20-50 anni) e "Scenario M" (PGRA Medium, Tr=100-200 anni), con lo Scenario H a segnare l’attivazione dell’incile di Fiorano;
  • alla previsione ed all’integrazione di alcune azioni specifiche relative al “Piano Speditivo della Frana di Quincinetto”, che può comportare, a monte del Nodo, la chiusura di un tratto autostradale della medesima A5 a ridosso del limite regionale tra Piemonte e Val D’Aosta, provocando così una condizione di stress sul traffico veicolare che similmente può così precedere le chiusure di tratti viari alternativi già previsti dal “Piano Speditivo Viabilità del Nodo idraulico di Ivrea”;
  • alla verifica delle Componenti Comunali di Protezione civile;
  • alla gestione, in prevenzione ed in emergenza, delle opere di protezione idraulica del Nodo normate dall’Accordo siglato nell’ottobre 2022, attraverso l’introduzione, all’interno delle Fasi Operative già previste dal precedente Piano Speditivo, di alcuni significativi passaggi, tra i quali:
- l'individuazione dell’istante (cioè del livello idrico necessario sull’asta principale oppure nelle intensità pluviometriche che vengono registrate in corso di evento) nel quale si attivano automaticamente gli impianti di pompaggio fissi, con la possibilità di poter verificare la loro effettiva attivazione;
- l’invio di comunicazioni specifiche o azioni di supporto tecnico logistico nei confronti della ditta convenzionata con il Comune di Ivrea per la gestione degli impianti di pompaggio per il "preallertamento", "l'assistenza da remoto” e "l'assistenza in presenza”.

Figura 25
“Scenario Minimo” già compreso nel Piano Viabilità (a sinistra). Scenari “H” ed “M” aggiuntivi (a destra).

Pianificazione -T1/2- ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E SORVEGLIANZA DI PUNTI CRITICI DEL TERRITORIO

Presidi territoriali idraulici

Nell’ambito dell’obiettivo regionale che si propone di regolamentare l’attività delle strutture coinvolte nella gestione dei presidi territoriali idraulici, è stata avanzata una proposta di “governance” condivisa con i settori regionali coinvolti (settori tecnici, difesa del suolo, pronto intervento e protezione civile), che prevede il supporto logistico del volontariato di protezione civile agli uffici tecnici regionali, nelle attività di prevenzione in tempo ordinario e di sorveglianza in condizioni di emergenza, di punti critici preventivamente individuati.

Figura 26
Schema di “governance” (in alto). Due momenti formativi rivolti al Volontariato sull’attività di sorveglianza territoriale (in basso).

Pianificazione -T1/2/3/4- SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE

Piattaforma Piani Comunali

Secondo il nuovo Codice della Protezione Civile (d.lgs. n. 1/2018), così come integrato dalla direttiva del PdCM 30 aprile 2021 inerente gli “Indirizzi di predisposizione dei piani di Protezione Civile”, i piani di protezione civile sono redatti digitalmente secondo i principi di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 “Codice dell’Amministrazione Digitale”, tali da garantire la standardizzazione, la gestione, la diffusione, l’accesso, la conservazione, lo scambio e l’aggiornamento dei dati e dei documenti in modalità “nativamente digitale”. Il principio è necessario ad avviare e supportare un processo di “piano digitale” di protezione civile a tutti i livelli territoriali, nel rispetto delle autonomie locali, che può essere dinamicamente aggiornato e consultato nell’ambito di un sistema informativo federato di protezione civile.

Recentemente il Dipartimento della Protezione Civile ha emanato le “Indicazioni operative inerenti all’organizzazione informativa dei dati territoriali necessari all’implementazione di una piattaforma informatica integrata a livello nazionale definita “Catalogo nazionale dei piani di protezione civile”.

Alla luce di tali indicazioni il Settore protezione civile regionale ha evidenziato la necessità di procedere alla revisione e all’aggiornamento dell’applicativo PESER “Esercitazioni e Piani speditivi di protezione civile” e di implementare un nuovo strumento WebGIS che consenta l’inserimento e l’interrogazione dei piani di protezione civile.

Gli obiettivi che si intendono conseguire con il nuovo strumento sono:

  • fornire ai comuni delle linee guida operative di supporto per la redazione dei piani;
  • disporre di dati completi e coerenti e di una base dati omogenea a livello regionale, indispensabile sia in fase di ordinaria, sia in fase di emergenza;
  • rendere accessibile a tutti i comuni i medesimi livelli informativi geografici, esposti sotto forma di geo-servizi wms;
  • poter esprimere un giudizio circa la qualità dei piani redatti da ciascun comune, utili a far emergere elementi di eccellenza da usare quali best practices, o viceversa eventuali lacune in fase di pianificazione rispetto alle quali adottare accorgimenti al fine di evitare criticità in fase di emergenza;
  • assicurare l’interoperabilità tra il sistema informativo regionali e quello nazionale.


Nell’ambito del progetto Agenda Digitale, il Settore protezione civile, con la collaborazione di CSI Piemonte e ARPA Piemonte, ha recentemente completato lo sviluppo di una versione “beta” della nuova piattaforma regionale piani comunali. Questa piattaforma, attualmente limitata ai soli piani comunali, sarà oggetto nei prossimi mesi di una estensiva fase di test, con il coinvolgimento sia di attori istituzionali che di professionisti esterni, in modo da ottimizzare lo strumento e fare sì che sia in grado di rispondere in modo efficace alle esigenze dei futuri utilizzatori (comuni, province, regione, dipartimento, strutture operative, cittadini, professionisti).

Nell’ottica di limitare i costi, ottimizzare l’integrazione con gli applicativi regionali, favorire l’interoperabilità e semplificare gli sviluppi evolutivi futuri si è scelto di fare uso unicamente di software open-source. Dopo un’attenta analisi delle soluzioni attualmente disponibile si è deciso di adottare la piattaforma G3W-Suite sviluppata dalla Gis3W Snc (https://g3wsuite.it/). Si tratta di una soluzione ideata per semplificare la pubblicazione e la gestione di servizi WebGis da parte di qualsiasi tipologia di utente, che permette di pubblicare direttamente i progetti cartografici realizzati con il software OS QGIS mantenendo le caratteristiche grafiche e informative ad esso associate.

Si è quindi proceduto alla creazione degli strati informativi (layer) e del relativo database relazionale (PostGres) secondo le Indicazioni operative redatte dal Dipartimento della protezione civile. Questi possono essere riassunti come segue.

Livelli informativi:

1. Introduzione

2. Inquadramento del territorio

- Inquadramento amministrativo e demografico

- Edifici ed opere infrastrutturali di valenza strategica

- Attività produttive

- Reti delle infrastrutture e dei servizi essenziali

- Aree verdi boschive e protette

3. Individuazione dei rischi e dei relativi scenari

- Tipologia di Rischio

- Pericolosità

- Esposti

4. Modello di intervento

- Uffici di Protezione Civile

- Sistema di Allertamento

- Centri Operativi di Coordinamento

- Aree e strutture di emergenza

- Telecomunicazioni

- Accessibilità

- Presidio territoriale

- Servizio sanitario e assistenza alle persone in condizioni di fragilità sociale e con disabilità

- Strutture operative

- Volontariato

- L’organizzazione del soccorso

- La logistica

- Il censimento dei danni

- La condizione limite per l’emergenza (CLE)

- La continuità amministrativa

- Le procedure operative

5. Informazione alla popolazione

6. Anagrafica piano

Nella piattaforma sono inoltre resi disponibili un elevato numero di “dati di base” a supporto della pianificazione di protezione civile che possono essere distinti, a seconda della fonte di origine, in:

1. Elementi forniti dal DPC o per il tramite del DPC: si tratta di dati di base utili o di supporto alla pianificazione che non devono essere prodotti, in quanto resi disponibili, in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, dal DPC o per il tramite del DPC (nel caso in cui la titolarità del dato sia di terze parti). Tali dati possono essere utilizzati a supporto della predisposizione dei contenuti dei piani ai diversi livelli territoriali.

2. Elementi forniti dalla Regione: si tratta di dati di base utili o di supporto alla pianificazione che non devono essere prodotti, in quanto resi disponibili, in modo omogeneo su tutto il territorio regionale. Tali dati possono essere utilizzati a supporto della predisposizione dei contenuti dei piani ai livelli territoriali provinciali, di ambito e comunali.
Per quanto riguarda i dati forniti dal DPC si è al momento in attesa delle indicazioni operative che specificheranno le modalità con cui gli stessi verranno resi disponibili. Per quanto riguarda invece i dati di competenza regionale si è proceduto a popolare il database utilizzando i dati disponibili nella Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti (BTRE)/Geoportale, selezionando quelli utili alla pianificazione di protezione civile. E’ importante fare notare come la stessa piattaforma permetterà di ottenere un importante arricchimento della stessa BDTRE, per tramite della validazione dei dati e loro integrazione da parte degli enti locali.

Figura 27
Piattaforma Piani Comunali di Protezione Civile - Schema di funzionamento (sopra). Interfaccia utente (sotto)

Pianificazione -T1/2- ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI CONTRASTO AGLI EVENTI ALLUVIONALI

La Direzione Regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica ha al suo interno i Settori (Settore Protezione Civile, Difesa del Suolo, Geologico, Settori Tecnici, Sismico, Infrastrutture e Pronto Intervento) che si occupano, in caso di eventi alluvionali, della previsione, del monitoraggio dei fenomeni, della gestione delle criticità territoriali, del rilievo degli effetti e dei danni e della restituzione con relazioni analitiche e cartografiche dell’evento.
Già nel corso del 2021 un gruppo di lavoro intersettoriale si è dedicato alla stesura di una prima bozza del documento “Gestione attività post evento alluvionale” atto a definire gli adempimenti in capo ai Settori di cui sopra con particolare riguardo alle azioni da svolgere, ai dati da raccogliere e alle banche dati da popolare e consultare.
Nell’ambito della settimana nazionale della Protezione Civile tenutasi tra il 10 e il 16 ottobre 2022 è stata organizzata, martedì 11, un’esercitazione per testare le attività che la Direzione svolge a fronte degli eventi alluvionali, volta anche a “verificare” i contenuti della bozza del documento “Gestione attività post evento alluvionale”.

Figura 28
Due momenti di condivisione degli strumenti utilizzati nelle attività post-evento in Sala Operativa Regionale di Torino.

Ai fini dell’esercitazione (che voleva simulare un evento simile per estensione territoriale e gravità a quelli avvenuti a novembre 2016 e a ottobre 2020) è stato predisposto un programma con le attività schedulate che hanno consentito di testare strumenti e modalità di lavoro. Dalla Sala Operativa regionale di Protezione Civile gli organizzatori dell'evento hanno coordinato le attività previste per i partecipanti (funzionari regionali, di Arpa Piemonte e volontari) presenti nelle aree di Romagnano Sesia (NO) e Ceva (CN). Nel corso della giornata sono stati utilizzati strumenti di comunicazione ordinari (telefono, mail, WhatsApp), il sistema radio EmerComNet, il Faster Bot (strumento di comunicazione realizzato nell’ambito del progetto Europeo Faster). Sono stati effettuati rilievi aerei con l’ausilio di droni e aeromobili a supporto delle squadre che a terra simulavano il rilevamento del dissesto.

Figura 29
Fase di registrazione a Ceva (CN) e briefing a Romagnano Sesia (NO) dei piloti coinvolti nei rilievi aerei durante l’esercitazione del 11 di ottobre.

L’organizzazione dell’evento ha comportato un’impegnativa fase preparatoria, con incontri e sessioni di lavoro congiunte e momenti dedicati all’illustrazione dei contenuti generali dell’iniziativa ai partecipanti. Nei giorni seguenti l’esercitazione sono stati effettuati due “debriefing” ai quali hanno partecipato sia i funzionari regionali che i volontari.
Successivamente, alla luce dell’esercitazione e dei “debriefing” svolti, il documento “Gestione attività post evento alluvionale” e i suoi allegati sono stati rivisti e infine approvati con una determina del Direttore della Direzione Regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica (DD n.3715/A1800A).

Pianificazione -T1/2/3/4- PROGETTO EUROPEO FASTER

Il progetto FASTER del Programma HORIZON 2020 aveva l’obiettivo di realizzare strumenti di tecnologia applicata alla gestione delle attività in emergenza pensati per i primi soccorritori che intervengono negli scenari di un evento di protezione civile. Il progetto ha visto la fattiva una collaborazione, a livello europeo, tra Enti di ricerca applicata e sistemi di protezione civile. 

Nel 2022 la Regione Piemonte, tramite il Settore Protezione Civile, ha svolto le attività relative al quarto anno del progetto in qualità di Parte Terza. Il progetto ha previsto la partecipazione del Settore nei seguenti gruppi di attività (“work packages”): WP3.1 raccolta requisiti utenti, WP8.4 realizzazione di uno strumento informatico di gestione del volontariato durante le missioni (“ChatBot”), WP10.1 organizzazione di esercitazioni su casi studio (“pilot”), WP11 diffusione dei risultati del progetto.

A gennaio 2022, in concomitanza con il raduno periodico dei partecipanti denominato “General Assembly”, si è svolto ad Avigliana il “pilot” che ha consentito di testare in maniera definitiva gli strumenti realizzati nell’ambito del progetto (software per la mappatura 2D e 3D del territorio, stazione meteorologica portatile, applicazione “Chat bot” sviluppata in ambiente Telegram per acquisire informazioni dagli operatori sul campo, “Smart Textiles” incorporati in cinture indossabili dagli operatori per il rilievo di parametri ambientali e fisiologici, servizi di rete dati locale, modulo per visualizzare “messaggi social” inerenti le emergenze, visualizzatore dati in tempo reale per sale operative). A seguire, a fronte dello svolgimento del “pilot”, è stato condotto l’incontro con i portatori di interesse denominato “Stakeholders Meeting” e, alla fine della primavera, il progetto si è concluso. In particolare il progetto ha consentito di sviluppare lo strumento “Chat bot” denominato Faster Bot all’interno dell’applicazione di rapida messaggistica Telegram, quale strumento per la comunicazione tra le squadre di operatori in campo e le sale operative ed un visualizzatore per Sale Operative che consente di ricevere le informazioni delle squadre in campo, entrambi strumenti da inserire nella suite strumentale che il Settore utilizza in attività di protezione civile. L’uso di queste applicazioni permette di avere in Sala Operativa un quadro dettagliato ed aggiornato di informazioni territoriali utili a contestualizzare significativamente lo scenario d’evento, orientando di conseguenza la risposta del sistema regionale di protezione civile. Il Faster Bot è utilizzabile su device mobile, sia da operatori del volontariato che da operatori tecnici ed è stato oggetto di una campagna di formazione che ha coinvolto il volontariato ed i tecnici regionali.

Figura 30
“Chat bot” - immagine tratta dal visualizzatore delle informazioni acquisite in campo (a sinistra). Visualizzazione dei dati misurati dalla stazione portatile durante lo svolgimento del “Pilot” ad Avigliana (a destra).

Pianificazione -T1- ATTIVITÀ DI VERIFICA PER LA CORRETTA GESTIONE DEGLI SBARRAMENTI E DEGLI INVASI ARTIFICIALI

Per quanto riguarda le attività di verifica, in aggiunta/aggiornamento a quanto già riferito nella Relazione Stato Ambiente 2022, si specifica quanto segue.

Sbarramenti autorizzati alla prosecuzione all'esercizio

Le attività della Regione Piemonte sono rivolte alla vigilanza sulla costruzione e controllo della gestione per gli sbarramenti artificiali per l'accumulo idrico con altezze inferiori ai 15 m e invasi inferiori al milione di metri cubi.
All’interno del Catasto sbarramenti di competenza regionale, risultano censiti in esercizio circa 840 sbarramenti di questo tipo, prevalentemente di uso agricolo e poi idroelettrico, di dimensioni ricadenti nella classe di volumetria tra i 10.000 ed i 30.000 m3 ed altezze dello sbarramento tra 5 e 10 m, con sbarramento in terra omogenea. Nel 2022 sono state autorizzate le prosecuzioni all’esercizio per 6 sbarramenti e sono stati autorizzati diversi lavori per manutenzioni straordinarie in due casi tramite specifico atto dirigenziale data la rilevanza dei lavori.

Nuovo regolamento regionale

Il regolamento 12/R, il quale dettava le regole per la costruzione, la conduzione, la vigilanza e il monitoraggio degli sbarramenti idrici regionali, è stato abrogato e sostituito dal D.P.G.R. 9 marzo 2022 n.2/R.
Il nuovo regolamento definisce tre classi di rischio potenziale - basso, medio e alto - consentendo così una notevole semplificazione degli adempimenti da parte dei proprietari delle opere a rischio basso e permettendo di focalizzare l’azione di vigilanza, ora suddivisa fra il settore regionale Difesa del suolo e le cinque strutture tecniche regionali, sugli sbarramenti a rischio maggiore.
L’assegnazione dei circa 840 sbarramenti censiti alle suddette classi di rischio è avvenuta con un lavoro di analisi e valutazione puntuale su ciascuna opera, ed è stata formalizzata dalla determinazione direttoriale n. 3716 del 1/12/2022. Gli invasi a rischio basso sono risultati essere circa 400, quelli a rischio medio circa 240 e quelli a rischio alto circa 200.

Verifiche sul territorio per sbarramenti abusivi

È proseguita l’attività di verifica degli invasi schedati a seguito del censimento condotto da satellite a livello nazionale alla fine degli anni '80. Sono stati verificati circa 190 punti, riscontrando una decina di sbarramenti di competenza regionale abusivi.

Invasi artificiali di nuova realizzazione

Nel corso del 2022 sono stati registrati diversi procedimenti per la creazione di nuovi impianti gestiti soprattutto a livello provinciale e rivolti all'utilizzo idroelettrico ed al potenziamento dell’innevamento artificiale. Per quanto riguarda i procedimenti di autorizzazione per la costruzione di nuovi invasi e acquisizione dei titoli abilitativi necessari alla realizzazione e all'esercizio degli invasi stessi (art. 8 del D.P.G.R. 12/R del 2004 e L. 241/1990), nel corso del 2022 è stato concluso un procedimento relativo al progetto di "Realizzazione di invaso di laminazione di Tipologia L, cat. A, in Località Piana Gallo nel comune di Grinzane Cavour (CN)”.

Invasi artificiali con progetto di gestione del materiale sedimentato approvato

La situazione relativa all'approvazione dei progetti di gestione del materiale sedimentato negli invasi artificiali risulta essere alla fine del 2022 la seguente.
Totale di circa 73 progetti approvati:
  • 52 dighe nazionali;
  • 12 dighe regionali per le quali esistono deroghe all’obbligo di presentazione del progetto;
  • 1 diga transnazionale;
  • 8 progetti di asta.

Nel 2022 sono stati rinnovati 4 progetti di gestione per la traversa regionale di Calasca Castiglione (VCO), per la diga di Toggia (VCO), la traversa di Roccasparvera (CN), la diga di Valla (AL).
Con decreto interministeriale n. 205 del 12 ottobre 2022 è stato approvato il nuovo Regolamento recante criteri per la redazione del progetto di gestione degli invasi, che porterà la Regione Piemonte, entro un anno dal 25/01/2023, a dover aggiornare il proprio regolamento regionale in materia.

Attività correlate alla predisposizione dei piani di emergenza delle grandi dighe

Il PED di Rochemolles

Secondo quanto disposto dalla Direttiva PCM 08/07/2014 il Piano di Emergenza Diga (PED) è il documento che, a partire dagli studi idraulici sulla propagazione delle piene artificiali per manovre volontarie degli organi di scarico e per ipotetico collasso dello sbarramento, definisce:

  • gli scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall'onda di piena,
  • le strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza, mediante l'allertamento, l'allarme, le misure di salvaguardia anche preventive, l'assistenza ed il soccorso della popolazione
  • il modello di intervento, che definisce il sistema di coordinamento con l'individuazione dei soggetti interessati per il raggiungimento di tale obiettivo e l'organizzazione dei Centri Operativi.

Con DGR n. 18 – 5416 del 22/07/2022, è stato approvato Il PED della diga di Rochemolles, il quale descrive due possibili scenari:

  • l’apertura contemporanea degli scarichi profondi e di superficie, con una portata liberata di 110 m3/s, la quale potrebbe sommergere una passerella e due ponti nel territorio di Bardonecchia, ma non dovrebbe interessare edifici;
  • il collasso della struttura, evento estremamente improbabile, il quale causerebbe un’onda di piena che si propagherebbe lungo il fondo valle, arrivando ad Alpignano in circa sette ore e interessando circa 6.800 persone.
Il documento è stato redatto in collaborazione fra i settori Protezione civile e Difesa del suolo della Regione Piemonte, in raccordo con la Prefettura di Torino, ed è stato presentato ai comuni valsusini interessati dalla propagazione dell’onda di piena, che vanno da Bardonecchia ad Alpignano. Il PED sarà aggiornato quando i comuni interessati individueranno compiutamente le aree di emergenza ai fini di protezione civile e ogni qual volta saranno acquisiti nuovi studi idraulici specifici, che possano concorrere a variazioni rilevanti nei contenuti del documento.
Essendo il primo piano redatto in Piemonte, escludendo quello relativo alla diga transfrontaliera del Moncenisio, che per le sue dimensioni non può essere adottato come modello di riferimento, l’esperienza fatta per la redazione del PED della diga di Rochemolles, in termini di rapporti con i soggetti interessati e di definizione dei contenuti, sarà utile alla stesura dei PED delle altre grandi dighe presenti in Piemonte, che avverrà nei prossimi anni.

Gruppo di lavoro interdirezionale “Nuove capacità di invaso”

Il 2022 è stato l’anno idrologico con il peggior afflusso di precipitazioni oltre che l’anno più caldo degli ultimi 65 anni, rendendo drammaticamente evidente la situazione emergenziale relativa alla carenza idrica, che sta causando gravi effetti sulle riserve idropotabili, sull’agricoltura e non solo. I diversi modelli previsionali per il prossimo futuro presentano tutti una situazione in continuo peggioramento, sebbene con diversi indici di gravità.
Per questo motivo, la Regione Piemonte nel luglio del 2022, ha istituito il Gruppo di lavoro interdirezionale “Nuove capacità di invaso”, con lo specifico obiettivo di elaborazione di un documento programmatico che provveda alla ricognizione di nuove capacità di invaso e delle potenziali aree di localizzazione sul territorio piemontese, andando ad incrementare le collaborazioni sul tema già in essere da 5 anni tra le 3 Direzioni Ambiente, Energia e Territorio, Agricoltura e Cibo, Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica.
Il gruppo, che è coordinato dal Settore regionale Difesa del Suolo e composto da tecnici delle diverse direzioni regionali competenti in materia, con la collaborazione di esperti di Arpa Piemonte, ha iniziato i propri lavori nell’ottobre del 2022.
Il coordinamento tra le strutture regionali e con l’Autorità di Distretto del fiume Po ha permesso, per il Decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili n. 259 del 29 agosto 2022 e del Decreto Direttoriale n. 19056 del 13 ottobre 2022 che finanzia progetti di fattibilità tecnico ed economica attraverso fondi a favore delle Autorità di bacino distrettuale e delle Aree ZES, di fornire delle proposte regionali. Si è a tal proposito predisposto a novembre un elenco di 4 interventi (Invaso in Valle di Lanzo, Invaso in Valle Maira, Invasi per Canale Cavour, Sistema di approvvigionamento acquedottistico per il lago d’Orta) per i quali si richiedeva un totale di circa 4 milioni di euro necessari per la progettazione PFTE. La verifica delle proposte regionali e la classificazione di interventi prioritari è stata successivamente condotta dall’Autorità di Distretto in raccordo con il MIT.

Regolazione estiva dei livelli idrometrici del Lago Maggiore

Sono proseguite le attività relative alla traversa della Miorina di regolazione del lago Maggiore, gestita dal Consorzio del Ticino e considerata sbarramento interregionale, per la quale con la deliberazione del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del fiume Po n.7/2021 del 20/12/2021 si è approvato il proseguimento della sperimentazione della regolazione estiva dei livelli del Lago Maggiore nel quinquennio 2022-2026 e si è ribadito l’apposito protocollo, già utilizzato nel quinquennio precedente, contenente indicazioni per azioni di svaso preventivo a seguito di previsioni di allerte meteo (laminazione dinamica), che dovrebbero essere ridiscusse nel corso del 2023. Le riunioni sono state per il Tavolo tecnico nei primi tre mesi dell'anno e per lo specifico Gruppo di Lavoro II (Analisi del Modello di calcolo per la previsione del livello idrometrico) a giugno.

Piano Operativo FSC infrastrutture 2014-2020 - dighe

Il Cipe, con delibera n. 25 del 10 agosto 2016, ha approvato l’individuazione delle aree tematiche e dei relativi obiettivi strategici su cui impiegare la dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e coesione, tra le quali è prevista l’area tematica “Infrastrutture”.
Le dighe sono infrastrutture che interagiscono con il territorio in modo molto rilevante, sia dal punto di vista idraulico che ambientale. Date le disastrose conseguenze di eventuali incidenti, le norme stabiliscono che le “grandi dighe” siano costantemente controllate, nonché soggette, da parte dei concessionari, a manutenzioni ordinarie o straordinarie e ad interventi di adeguamento/miglioramento nei confronti dei vari standard tecnici di sicurezza.
Nel 2022 è stata richiesta dai gestori, e approvata, una rimodulazione dei finanziamenti (Settore di intervento: 05.02 - “Risorse Idriche” (Ex Asse D) di competenza della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche) per le dighe alessandrine che portano a ridurre quello assegnato alla diga di Lago Lungo (meno 9 milioni di euro) e ad aumentare quello per le dighe della Lavagnina inferiore e di lago Lavezze (ciascuna 2,5 milioni di euro), inserendo inoltre ex novo la diga Badana (4 milioni di euro).

Piano straordinario per la realizzazione di interventi urgenti nel settore idrico

Facendo seguito al Piano straordinario finanziato con fondi PNNR del 2021, ad ottobre 2022 si è raggiunta l'Intesa in Conferenza Unificata, ai sensi dell’articolo 1, comma 561-bis della legge 27 dicembre 2017, n. 205, sullo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con i Ministri della transizione ecologica, delle politiche agricole alimentari e forestali, della cultura e dell’economia e delle finanze di adozione delle modalità e dei criteri per la redazione e l’aggiornamento del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico e la rendicontazione degli interventi. L'approvazione del decreto rientrava tra le riforme che costituivano obiettivi del PNRR M2C4. Il nuovo Piano nazionale si occuperà dei finanziamenti per gli interventi strategici nel campo idrico nei prossimi anni.

Pianificazione - T1/2 - SFRUTTAMENTO DELLA RISORSA MINERARIA IN MODO COMPATIBILE RISPETTO AI RISCHI NATURALI LEGATI AI SISTEMI IDROGRAFICI ED ALLA STABILITÀ DEI VERSANTI

L’intervento dell’Amministrazione, tramite il Settore Regionale Polizia Mineraria cave e miniere, nella valutazione complessiva generale del rischio ambientale nell’ambito delle attività estrattive è dettagliatamente illustrato nel relativo capitolo, cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento.

Già nelle precedenti edizioni di questo capitolo, si era rilevato come gli aspetti ambientali legati alla geologia del territorio (nel senso più ampio del termine) possano, spesso, essere influenzati dall’attività di coltivazione mineraria. Quest’ultima, modificando fisicamente in modo più o meno rilevante il territorio, può conseguentemente avere ricadute, anche severe, sull’equilibrio idrogeologico o, in altri termini, sui rischi naturali connessi ai sistemi idrografici e dei versanti.
Per conseguenza, si era evidenziato come azioni specifiche da adottarsi in fase di coltivazione mineraria e recupero morfologico ambientale del sito estrattivo fossero essenziali per il raggiungimento dell’obiettivo di uno sfruttamento ambientalmente compatibile della risorsa mineraria. In questo contesto, si era inoltre evidenziato come la L.R. n. 45/1989 dalla Regione Piemonte (recepimento del testo unico del 30 dicembre 1923 n. 3267) si prefigga di minimizzare gli effetti dell'erosione dei terreni anche ad opera delle acque meteoriche e di ruscellamento: per tanto i pareri “idrogeologici”, resi per quanto di competenza nell’ambito più ampio della legge mineraria, dovrebbero essere il più possibile strumenti efficaci, uniformati e contestualizzati rispetto alla prevenzione dei rischi naturali.
In quest’ottica, nel 2022 è stato dato seguito ad un obiettivo pluriennale, definito nel 2021, incentrato sulla formulazione di specifiche prescrizioni che condizionino il parere geologico favorevole ai sensi della LR 45/1989, con particolare attenzione al tema del contrasto all'erosione dei terreni anche ad opera delle acque meteoriche e di ruscellamento.
Il piano di azione dell’obiettivo pluriennale prevedeva, per il 2022, la verifica delle opere di regimazione esistenti sul comparto estrattivo omogeneo analizzato nel 2021, con valutazione della loro efficacia anche ai fini della verifica/rimodulazione delle prescrizioni formulate, nonché la prosecuzione del lavoro effettuato nel 2021 con interessamento di altri comparti estrattivi omogenei.
L’attività di verifica svolta nel 2022 ha consentito la validazione del lavoro svolto nel 2021, perfezionandone i contenuti. L’attività connessa allo sviluppo del lavoro svolto nel 2021 ha consentito di approfondire le differenze e le peculiarità dei vari comparti in relazione alle problematiche connesse alla regimazione delle acque superficiali e sotterranee e ha inoltre consentito di estendere l’applicabilità del lavoro effettuato nel 2021 ad altri comparti (cave di monte a cielo aperto di pietra ornamentale) e sottocomparti (strutture di deposito e ripristini morfologici funzionali al recupero ambientale di siti estrattivi).

Nel 2022 la Regione Piemonte, con DGR 81 del 16.12.2022, ha adottato il Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE); il piano è corredato dalle Norme Tecniche di Attuazione (NTA), dal rapporto Ambientale (VAS), dalle schede relative ai bacini, dall’individuazione dei Poli estrattivi e delle cave attive fuori Polo, oltre agli allegati cartografici della Relazione di Piano. Con la finalità di rendere lo sfruttamento della risorsa mineraria il più possibile compatibile con il reticolato idrografico e la stabilità dei versanti, il Settore Geologico è stato coinvolto nella stesura di 6 articoli delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PRAE riferiti ad aspetti in materia di vincolo idrogeologico (stabilità degli scavi, dei riporti, dei depositi di copertura, regimazione, raccolta e allontanamento delle acque meteoriche).
Nell'ambito della procedura di VAS per il PRAE, in virtù della delega dell'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po al Settore regionale Difesa del suolo, al fine di rendere compatibile lo strumento di pianificazione delle attività estrattive della Regione Piemonte con il PAI, secondo quanto normato dagli artt. 41 e 22 delle norme di attuazione del PAI stesso, sono stati richiamati i criteri già previsti dalla DGR 24-13678 del 18.10.2004 (“Norme transitorie in ordine ai criteri per la redazione dei piani provinciali per l’attivita’ estrattiva (PAEP) e per la valutazione dei singoli progetti di attività estrattiva, ai sensi della LR 40/98, nei territori interessati dal PAI”). Tale DGR stabilisce infatti che i Piani delle Attività Estrattive provinciali (PAEP) o sovraprovinciali devono essere redatti sulla base di studi finalizzati all'analisi della compatibilità idraulico-geologico-ambientale (ex art. 22 del PAI) e della compatibilità idraulico-ambientale (ex art. 41 del PAI), in conformità ai criteri di cui al punto 7 della deliberazione n. 10/02 dell'Autorità di bacino del fiume Po ("Criteri per la redazione dello studio di compatibilità idraulico-geologico-ambientale di cui agli artt. 22 e 41 del PAI"), e sulla base di quelli contenuti nell'allegato 1, che fa parte integrante della citata deliberazione, nonché sulla scorta di indagini idrauliche, di trasporto solido, storiche e geomorfologiche, già previste dal Documento di Programmazione Attività Estrattiva (DPAE). Il PRAE adottato a dicembre 2022 è risultato al momento carente a fornire gli elementi utili per poter valutare la compatibilità con la pianificazione di bacino sulla base dei criteri sopra citati.

Figura 31
Interferenza tra attività di cava e assetto idrogeologico del versante

Pianificazione - T4 - INIZIATIVE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Razionalizzazione, semplificazione e dematerializzazione delle procedure regionali

Il processo di riordino regionale della materia sismica, avviato con l'aggiornamento della classificazione del 2019, è stato completato con la revisione delle procedure regionali per la gestione e il controllo delle attività urbanistico-edilizie ai fini della prevenzione del rischio sismico stabilita dalla D.G.R. n. 10-4161 del 26 novembre 2021, i cui effetti hanno trovato piena applicazione a partire dal 1° febbraio 2022.
Il provvedimento ha uniformato le procedure edilizie nelle diverse zone sismiche del territorio regionale, semplificato significativamente gli adempimenti per gli interventi di minore importanza e concentrato le attività di controllo da parte degli Uffici Tecnici regionali (UTR) su alcune tipologie di costruzioni di particolare importanza.
Sotto il profilo della dematerializzazione, l'estensione del portale “ARCA EOS” (Archivio Regionale Cemento Armato e Opere Strutturali) a tutti i Settori Tecnici regionali ha permesso, a partire dal 2021, la gestione telematica dell'intero processo connesso alle denunce delle opere edilizie soggette al DPR 380/2001 di competenza regionali.

Figura 32
Distribuzione, per aree di competenza, delle istanze pervenute ai Settori Tecnici regionali nel corso del 2022

Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico ed iniziative correlate

Come già evidenziato nella precedente edizione, la Regione Piemonte ha demandato al Settore Sismico la gestione e il coordinamento dei contributi per interventi sugli edifici e per studi di microzonazione sismica (MS) previsti dal Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico, istituito con la L.77/2009 a seguito del terremoto dell’Aquila e coordinato dal Dipartimento di Protezione Civile.

Il primo finanziamento del Piano, con valenza pluriennale (2010-2016) e regolato da Ordinanze per le singole annualità, è in fase di completamento.
Secondo quanto stabilito dalle Ordinanze, i Comuni del Piemonte che possono usufruire dei contributi sono 140 e risultano concentrati in massima parte nella Provincia di Cuneo e nell’area della Città metropolitana di Torino e, subordinatamente, nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
Per quanto riguarda gli studi di MS, in particolare, nel corso del 2022 sono state completate le attività residuali relative all’ultima annualità della programmazione 2010-2016, che ha portato complessivamente a 59 i Comuni interessati da studi di MS di livello 1 ed associata analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE), oltre ad 1 Comune con studi di MS di livello 2.

Figura 33
Comuni finanziati per studi di MS e CLE

evidenziati in verde gli studi realizzati con la programmazione 2010-2016 ed in rosso quelli avviati con la programmazione in corso; in giallo i Comuni potenzialmente interessati dai contributi.
A seguito del rifinanziamento delle linee di intervento previste con la L.77/2009 attuato con l’OCDPC n. 780 del 20 maggio 2021, sono state stabilite le risorse da trasferire alle regioni per le annualità 2019-2020-2021, e nel corso del 2021, nel corso del 2022 sono stati individuati gli 11 Comuni beneficiari dei finanziamenti ed avviate le attività di indirizzo per la realizzazione dei nuovi studi.

Programma Nazionale di soccorso per il rischio sismico

Il “Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico” (Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014) si pone come obiettivo il coordinamento e la direzione unitaria del Servizio Nazionale della Protezione Civile per il contrasto agli eventi sismici e la predisposizione di Piani Nazionali per l’attuazione delle misure di emergenza. In tale ottica è richiesto alle Regioni di indicare, in apposita relazione, gli elementi conoscitivi del territorio regionale e gli aspetti salienti dell’organizzazione del sistema regionale di protezione civile.

La Regione Piemonte ha redatto un apposito documento, denominato secondo quanto previsto dalla direttiva “Allegato 2 - Organizzazione di protezione civile ed elementi conoscitivi del territorio”, con l’intento di fornire una rappresentazione, quanto più possibile completa e funzionale, degli aspetti organizzativi, infrastrutturali e strutturali della realtà regionale piemontese, ai sensi e nel rispetto di quanto disciplinato dall’art. 6, comma 3, della L n.225 del 24 febbraio 1992 e s.m.i. e sulla base di quanto stabilito dalla Ordinanza PCM n.3519 del 28 aprile 2006.

Particolare attenzione è posta ai criteri e alle modalità d’intervento del Sistema regionale di Protezione Civile, alla catena di coordinamento operativo e ai relativi flussi di comunicazione, al raccordo con le Prefetture, al modello di intervento sanitario, alle procedure di attivazione della Colonna mobile regionale, all’impiego del Volontariato regionale, alle azioni di supporto ai Comuni e agli Enti Locali. Il tutto in riferimento al principio di sussidiarietà e con particolare riguardo agli aspetti del soccorso, dell’assistenza alla popolazione e del ripristino della continuità dell’azione amministrativa.

La redazione del documento è stata affidata al Settore regionale Protezione Civile, della Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica della Giunta regionale, nella convinzione che la necessaria esperienza e la profonda conoscenza delle complesse dinamiche del Sistema siano bagaglio del Settore, unitamente alla capacità di coordinare gli altri Settori regionali, depositari di differenti know-how, esperienze, competenze.
In tale ottica è stato istituito un apposito Gruppo di Lavoro intersettoriale, in cui figurano, a supporto del personale in forza al Settore Protezione Civile, componenti del Settore Sismico, componenti decentrati del Settore Protezione Civile e personale del Consorzio per il Sistema Informativo (CSI) per quanto riguarda le attività della tecnologia dell’informazione.

Al fine di raccogliere e produrre dati condivisi e concertati con il territorio, sono state rese partecipi del processo le Province/Città Metropolitana, principalmente attraverso il personale di Protezione Civile distaccato presso tali enti, le Aziende Sanitarie (ASL), il Servizio 118, nonché i coordinamenti territoriali e regionali e le associazioni dei volontari di Protezione Civile.

Figura 34
Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico (Allegato 2) - Organizzazione di protezione civile ed elementi conoscitivi del territorio.

Interventi di mitigazione - T1 - PROGETTO CASSA DI LAMINAZIONE DORA RIPARIA - FASE DI PARTECIPAZIONE

L'attività relativa all'anno 2022 per l’attuazione della cassa di laminazione prevista dal Piano di assetto idrogeologico vigente a monte della Città di Torino sul fiume Dora Riparia, è consistita nell'aver ulteriormente migliorato il progetto al fine di diminuire l’impatto sui terreni agricoli all’interno della cassa di laminazione. Il progetto di fattibilità tecnico economica è in corso di approvazione da parte di AIPO, si resta in attesa dei risultati degli ultimi sondaggi. L’AIPO sta inoltre redigendo una versione del progetto (richiesta dai comuni) senza l’argine maestro di suddivisione della cassa di laminazione, anche al fine di portare in Conferenza di VIA una soluzione alternativa. E’ stato richiesto un parere al Ministero Ambiente per la competenza in ordine alla procedura di VIA e si è in attesa della risposta. Si è comunque condiviso con il Settore VIA-VAS (in linea con la procedura seguita dalla Regione Emilia Romagna per un caso simile) di procedere con una procedura di VIA regionale.

A seguito di incontri con la nuova Giunta del Comune di Torino è stato riaperto il confronto con la Città stessa e i comuni interessati dall’intervento in merito al tema degli indennizzi. Tuttavia la Città non sembra concordare con il percorso avviato sul tema della partecipazione economica alla perequazione. Questo metterebbe in discussione anche la stesura dell’Accordo. Si è in attesa di un ulteriore incontro politico che si svolgerà nel 2023.

A livello regionale, circa tale tematica, è stata redatta (a dicembre 2022) e approvata dalla Giunta regionale (nella prima Giunta del 2023) la deliberazione “Legge regionale 54/1975, articolo 6, comma 7-ter. Approvazione delle modalità di calcolo dell'indennità spettante ai proprietari delle superfici oggetto di realizzazione di aree di laminazione controllata per le quali non si proceda tramite ablazione del diritto di proprietà” che ha come allegato “Criteri e modalità di calcolo dell'indennizzo spettante ai proprietari delle superfici oggetto di realizzazione di aree di laminazione controllata per le quali non si proceda tramite ablazione del diritto di proprietà".

Sono inoltre proseguiti gli incontri di progettazione partecipata con i territori interessati dall’intervento, ad opera della società Chintana incaricata da AIPO, allo scopo di minimizzare il dissenso dei proprietari delle aree.

Interventi di mitigazione - T1/2/3 - RILOCALIZZAZIONI

Per quanto riguarda il tema delle rilocalizzazioni preventiva degli immobili ad uso abitativo ricadenti in aree a rischio idrogeologico, nel corso del 2022, è stata complessivamente liquidata a n. 2 Comuni la somma di circa 760.000 €.

Per la prima volta si è attuata, in comune di Bussoleno, la misura che riguarda la riduzione della vulnerabilità in via preventiva degli elementi esposti non rilocalizzabili di immobili ad uso abitativo ubicati in area a rischio idraulico e idrogeologico, in questo caso, in froldo alla Dora Riparia. Il contributo, che ammonta a 650.000 €, viene erogato per la prima volta in applicazione del criterio contenuto nella DGR n. 31-6223 del 2017, riguardante, appunto, immobili vulnerabili ma non rilocalizzabili per la particolare configurazione dell’impianto urbanistico o per loro peculiari caratteristiche storiche o sociali.

È iniziata, inoltre, la realizzazione di un database che identifichi e georiferisca gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione preventiva delle aree a rischio idrogeologico, ai sensi delle DDGR n. 31-6223 del 22/12/2017 e n. 9-4034 del 05/11/2021. Il DB consente di:

  • georiferire gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione preventiva ai sensi delle varie DGR,
  • permettere un rapido inquadramento dei dati di maggior interesse dell’istanza,
  • consentire una veloce consultazione dei principali atti connessi alla rilocalizzazione medesima.

Ad oggi il DB è stato implementato con i dati relativi a circa 30 pratiche delle quali 19 chiuse e 11 ancora in corso. E’ pertanto necessario continuare e concludere il caricamento dei dati relativi alle rimanenti pratiche ancora in corso (circa 16). Sarà inoltre opportuno prevedere un’attività continuativa di aggiornamento e implementazione del sistema in modo da avere uno strumento aggiornato in tempo reale.

Interventi di mitigazione -T1/2/3- PNRR - PROGETTO DI RINATURAZIONE DELL’INTERA ASTA DEL PO

La Regione sta partecipando alla predisposizione degli atti che daranno avvio alle attività legate al Progetto di rinaturazione dell’intera asta del Po a partire dagli interventi contenuti nel Programma di Gestione dei Sedimenti del fiume Po (PGS-Po) vigente e che costituisce uno degli interventi di punta del PNRR. Il tutto è coordinato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, per conto del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Il soggetto che progetterà gli interventi sarà AIPO.

La Misura 3 della componente C4 della Missione 2 del PNRR contiene, appunto, l’Investimento 3.3 Rinaturazione dell’area del Po, che prevede interventi di restauro ecologico e di ripristino ambientale lungo l’intera asta fluviale, con riattivazione di lanche e rami abbandonati e riforestazione di almeno 337 ettari, per consolidare e ampliare le fasce boscate presenti, adeguare i pennelli di navigazione, contenere le specie alloctone invasive. L’Investimento è finanziato per 357 milioni di euro e ha come target la riduzione dell’artificialità dell’alveo, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva 2000/60/CE, in linea con la strategia per la biodiversità (Biodiversity strategy 2030 barrier removal for river restoration) tesa a ripristinare almeno 25.000 km di fiumi a flusso libero entro il 2030 attraverso azioni di recupero della connettività del corpo idrico. La rimozione delle barriere obsolete, il ripristino dei meandri abbandonati, delle lanche e della vegetazione riparia sono azioni che favoriscono la connettività longitudinale e laterale del sistema fluviale.

Interventi di mitigazione -T1/2/3- PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI CONTRO IL DISSESTO IDROGEOLOGICO

Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)

Il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (Rendis) è lo strumento tramite il quale le Regioni rendono disponibili al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), all’Autorità di Bacino competente per il territorio regionale e all’Ispra, le informazioni sui progetti di intervento di mitigazione che la Regione intende attuare con i fondi nazionali disponibili a tal fine.
Il DPCM 27 settembre 2021, che ha sostituito il DPCM 28 maggio 2015, pur mantenendo i criteri e le modalità per definire le priorità per l’attribuzione delle risorse, introduce importanti novità come quella relativa all’attribuzione del punteggio dell’intervento che ora avviene a valle della valutazione a cura dell’Autorità di Distretto (con il precedente DPCM il punteggio veniva attribuito al momento della validazione regionale). Il DPCM, inoltre, fissa i termini per la valutazione da parte dell’Autorità di Distretto ed introduce la classificazione IFFI o floddCat per gli interventi dovuti ad eventi calamitosi recenti; richiede una relazione di compatibilità con la pianificazione di bacino in cui siano illustrati gli effetti indotti dall’opera nel contesto fisico-ambientale di riferimento e come le opere previste nel progetto incidano sulla mitigazione o riduzione della pericolosità o del rischio idraulico e idrogeologico (questa valutazione viene accompagnata da un analisi condotta mediante un sistema informatizzato messo a disposizione delle Regioni dall’Autorità di Distretto). Il DPCM ha introdotto anche la relazione circa l’interazione tra opere proposte ed individuate con i fenomeni di degrado degli ecosistemi fluviali e degli habitat riparali, ciò al fine di impedire o minimizzare il deterioramento dei corpi idrici come riportato all’art. 4, punti 7, 8 e 9 della Direttiva Acque (DIR/2000/60/CE).
Nel corso del 2022 si è iniziato a dare attuazione alle disposizioni del nuovo DPCM 27 settembre 2021, sempre mediante l’utilizzo del sistema Rendis. In una prima fase, in attesa che l’Ispra rendesse disponibile Rendis aggiornato al nuovo DPCM, gli interventi precedentemente inseriti sono stati opportunamente accantonati dall’Ispra in sezioni temporanee disponibili alla Regione; in tal modo si sono potuti riutilizzare, in caso di permanenza dell’esigenza d’intervento, con i dovuti adeguamenti e aggiornamenti alle nuove regole del DPCM.
Nel corso del 2022 l’attività regionale sul sistema ha visto coinvolti tutti i Settori regionali interessati al caricamento e validazione degli interventi; tale attività non è conclusa anche per il sopraggiungere della crisi internazionale che si è manifestata al livello delle progettazioni con l’incremento eccezionale dei prezzi delle materie prime e dei materiali. Tale crisi ha indotto la predisposizione di un primo aggiornamento dei prezzari regionali delle opere pubbliche nel luglio del 2022 e successivamente nel febbraio 2023.


Programmazione attivata

Nel corso del 2022 è stata avviata dal MASE la procedura per la definizione della programmazione di interventi di carattere preventivo a valere sui fondi di bilancio 2022 del ministero; la Regione, secondo le linee programmatiche comunicate dal Ministero, ha proposto n. 9 nuovi interventi per complessivi 30,2 M€ di cui 2 interventi erano già stati avviati alla progettazione con il Fondo dedicato a tale scopo. Tra gli interventi proposti si notano quello per la Realizzazione del canale scolmatore di Fontanetto Po e 2 interventi sul torrente Mellea in Comune di Savigliano. Gli interventi saranno finanziati a cura del Commissario di Governo.

Per il Fondo progettazioni, nel 2022 è stata avviata una programmazione che si è conclusa con la proposta regionale di n 4 nuovi interventi la cui progettazione è finanziata per € 663.000 ma il cui valore complessivo traguarda ad oltre 12 M€. Gli interventi riguardano la progettazione di importanti opere di difesa dalle esondazioni nei Comuni di Nichelino-Moncalieri, Pancalieri, Vogogna e San Giorio di Susa.

Nel corso del 2022 si è inoltre conclusa la procedura per l’ottenimento del finanziamento per interventi di riassetto funzionale del reticolo idrografico mediante fondi disponibili al Dipartimento Casa Italia della PCM. Gli interventi proposti dalla Regione sono stati 40 ma ne sono stati finanziati 38 fino alla concorrenza delle risorse disponibili. Il valore complessivo di detti interventi ammonta a 16,6 M€; tra di essi si annoverano il rialzo delle arginature sul Tanaro a monte del ponte ferroviario di Alessandria, il completamento del rialzo arginale sul Tanaro in Comune di Asti. Il programma contiene anche n. 5 interventi relativi al reticolo di competenza di consorzi irrigui.

Le anzidette misure, tendenti alla mitigazione e riduzione del rischio appaiono comunque insufficienti rispetto ai reali bisogni che emergono dal territorio a causa dei continui dissesti naturali; ciò emerge, in particolare, se si confronta il valore dei danni conseguenti agli eventi alluvionali ed il valore degli stanziamenti per la prevenzione contro il dissesto idrogeologico. Nell’ottica di raggiungere una migliore efficacia degli stanziamenti pubblici contro il dissesto, non vengono in soccorso le recenti iniziative del Ministero dell’Interno o di altre Amministrazioni che, autonomamente e senza osservare piani e programmi prestabiliti dal ministero competente e dalle Regioni, ha finanziato ai Comuni interventi contro il dissesto idrogeologico; non viene in soccorso neppure la sovrabbondante produzione normativa, prevalentemente di derivazione comunitaria, relativa alle fasi di gestione delle opere pubbliche e dei fondi. Questa, infatti, ha rallentato notevolmente la realizzazione degli interventi; sarebbe, invece, necessario semplificare realmente i flussi decisionali, le procedure per poter ridurre il tempo che oggi occorre tra il finanziamento e la conclusione dell’intervento.

Gestione emergenza e post-emergenza - CRISI IDRICA 2022 

La siccità che sta interessando il Piemonte (l’evento siccitoso è dettagliatamente illustrato nel relativo capitolo, cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento) ha inizio già nel 2021 quando, ad una primavera fresca ma povera di precipitazioni, è seguita una stagione estiva con piogge scarse. Già nell’autunno si registrava un deficit idrico del 15 % a cui è seguito un inverno tra i più caldi e secchi degli ultimi 65 anni. Questa scarsità anomala di precipitazioni non ha permesso l'accumulo delle naturali riserve di acqua.
Al 2021 è succeduto un 2022 da record, in cui la precipitazione cumulata è stata inferiore del 41% rispetto alla media climatica del trentennio 1991-2020 con percentuali tra il 90 e il 70 nel periodo tra gennaio e marzo. L’anno solare 2022 è risultato il secondo più secco di sempre; nel Torinese e nell’Alessandrino l’anomalia annuale è stata di oltre -50% e localmente ha raggiunto i valori di -60%.
Nel 2022 la concessione dello Stato di Emergenza per la crisi idrica ha permesso il finanziamento, con fondi di emergenza nazionale, di interventi di interconnessione, potenziamento di condotte, realizzazione di nuovi pozzi e serbatoi, per 6,9 milioni di euro.
Oltre agli interventi messi in campo dai gestori del servizio idrico integrato sotto il coordinamento delle ATO e della Direzione Ambiente della Regione Piemonte (dettagliatamente illustrato nel relativo capitolo, cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento), è stato interessato anche il volontariato regionale di protezione civile in regime di convenzione con il Settore Protezione Civile regionale, intervenuto in supporto ad alcune realtà locali in forte difficoltà o con utenze anche sensibili fuori dalla gestione del servizio idrico integrato:
  • interventi sul territorio dell'ATO 6 Alessandria nei Comuni di Cortemilia (CN), Monastero Bormida (AT), Ponzone (AL) e Casaleggio Boiro (AL) nel periodo 25/07/2022 - 26/09/2022, per un totale di 645 interventi (trasporto acqua su autobotte) e 39.063 km percorsi dal Coordinamento Regionale del volontariato di PC;
  • interventi sul territorio dell'ATO 4 Cuneo nel Comune di Monterosso Grana (CN) nel periodo 18/12/2022 - 14/02/2022 per un totale di 28 interventi (trasporto acqua su cisterna) e 1926 km percorsi dal Corpo AIB Piemonte.

Gestione emergenza e post-emergenza -T4- IL SISTEMA ERIKUS A SUPPORTO DELLE FASI EMERGENZIALI POST EVENTO E DELLE POLITICHE DI PREVENZIONE

Il sistema Erikus, sviluppato nel 2016 da Regione ed Arpa Piemonte in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile per la gestione delle istanze di sopralluogo presentate dai cittadini a seguito di un evento sismico e basato sul software libero QGIS, è stato ormai consolidato e testato in diverse situazioni emergenziali o esercitative.
Fra le tappe più significative del suo sviluppo si ricordano le seguenti:
  • l’implementazione del modulo Erikus-ric, su richiesta dal Commissario Straordinario per la Ricostruzione dei comuni dell'isola d'Ischia colpiti dall’evento sismico del 2017,  finalizzato allo sviluppo di specifiche funzionalità necessarie per la gestione della delicata fase di ricostruzione (per approfondimenti si rimanda al video Erikus–ric)
  • l’archiviazione nel sistema Erikus dei dati relativi agli edifici soggetti a tutela per valenza culturale ricadenti nei comuni piemontesi della zona sismica 3S e 3, come prosecuzione delle attività informative e formative avviate nel 2019 in collaborazione con il Segretariato regionale del Mibact di Piemonte e Lombardia. Tale attività, condotta anche nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro con il Liceo Norberto Rosa di Susa, ha comportato una raccolta di dati sui beni culturali nella zona sismica 3, utilizzando l’app predisposta da Arpa Piemonte su G3W-Suite;
  • l’utilizzo del sistema come valido strumento didattico innovativo, nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro tra gli Istituti scolastici e gli Uffici della Regione Piemonte che ha portato all’ulteriore acquisizione di dati geometrici e costruttivi dell’edificato in specifiche aree. La collaborazione, già sperimentata con vari istituti superiori a partire dall’anno scolastico 2017-2018 è proseguita negli anni successivi, con il coinvolgimento di oltre 450 studenti ed in particolare nel 2022 è stata condotta con gli allievi del Liceo Norberto Rosa di Susa;
  • la partecipazione e l’organizzazione di alcune esercitazioni per la raccolta dati sull’edificato svolte in Piemonte, in Lazio e nelle Marche nell’ambito della Summer school – Vulnerabilità sismica e centri storici, in collaborazione con alcune associazioni di volontariato (Gruppo Erikus del Coordinamento Regione Piemontese, Network Esperti Tecnici Protezione Civile-Net.Pro e Associazione Ingegneri Volontari per l'Emergenza – AIVEM). 
  • la presentazione del sistema Erikus alla Regione Liguria attraverso una giornata formativa; 
  • la partecipazione all’esercitazione “Sisma Stretto 2022” in Sicilia e Calabria, organizzata dal Dipartimento di Protezione Civile, Regione Sicilia e Regione Calabria nell’ambito della funzione censimento danni all’interno del COC (Centro Operativo Comunale). Nell’esercitazione è stato testato il collegamento del Sistema Erikus utilizzato a livello di COC con il sistema Agitec utilizzato a livello di DICOMAC (Direzione di Comando e Controllo). Inoltre è stato testato lo scambio dei dati con i Vigili del Fuoco e l’utilizzo del triage per la pianificazione dei sopralluoghi.