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AGRICOLTURA

I DANNI CAUSATI DALLE AVVERSITÀ CLIMATICHE AL SETTORE AGRICOLO NELL’ANNO 2022

Siccità eccezionale che, a partire dal mese di maggio 2022, ha interessato le province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e la Città Metropolitana di Torino.

Il territorio piemontese, così come tutto il bacino del Po, è stato interessato già da dicembre 2021 da una pressoché continua carenza di precipitazioni sia piovose che nevose. La neve è caduta con grandissima parsimonia e gli accumuli alle quote alte dei bacini idrografici sono stati del tutto insufficienti per poter assicurare una buona riserva idrica a lenta cessione. All’anomalia negativa di gennaio si sono sommate le anomalie di pari segno nei mesi successivi, portando via via a condizioni cumulate di eccezionalità statistica. Solo nei mesi di maggio e, localmente in giugno, si verifica qualche evento piovoso che però apporta solo un certo sollievo di breve-media durata senza peraltro risolvere una criticità che ha assunto carattere cronico e che si mantiene a tutt’oggi su livelli di rischio elevatissimi.

Il deficit pluviometrico dal 1 gennaio oscilla, in molte località, tra il 30 ed il 60 % della media storica. A livello termico si evidenzia come tutti i mesi abbiano fatto registrare valori superiori alla media storica. Solo marzo è risultato allineato alla norma. Considerando però nel complesso il periodo maggio-agosto l’anomalia termica è stata pari mediamente a +2,5° rispetto alla media storica. Tutto ciò si è tradotta in valori di sommatoria termica accumulata superiori di circa 15-25% rispetto alla media, determinando notevoli anticipi delle fasi fenologiche e potenziale accorciamento del ciclo vegeto-produttivo. Anche il mese di settembre nel complesso ha fatto registrare un consistente deficit di precipitazioni rispetto alla media.                               

Per quanto riguarda le colture agrarie, nei primi mesi dell’anno hanno comunque avuto uno sviluppo regolare. Tuttavia con l’andare della stagione hanno iniziato a manifestarsi squilibri fisiologici che hanno portato a processi di crescita e produttività non ottimali. La carenza idrica e le temperature elevate nei mesi di giugno e luglio hanno determinato in molti casi la riduzione o l’arresto e dei processi fotosintetici, con consumo di energie, già accumulate, per la sola sopravvivenza della piante. Gli effetti degli stress termico e idrico si sono tradotti in una diminuzione generalizzata delle produzioni.                                                                                         

La documentazione pervenuta dalle Amministrazioni comunali ha permesso la valutazione, da parte dagli uffici regionali competenti, della consistenza dei danni alle produzioni aziendali: per la Provincia di Alessandria € 168.890.138,00, per la Provincia di Asti € 47.644.580,00, per la Provincia di Biella € 16.189.618,00, per la Provincia di Cuneo € 255.413.480,50, per la Provincia di Novara € 49.804.461,20, per la Città Metropolitana di Torino € 154.097.112,50, per la Provincia del Verbano Cusio Ossola € 6.683.190,01 e per la Provincia di Vercelli € 83.687.801,75

L’importo totale stimato di danni totali a livello regionale è pari a € 782.410.381,96.

                                                                                                                                                                                                  
Grandinate e delle piogge molto forti e persistenti, associate a venti impetuosi, avvenute il 30 giugno e il 4, 25 e 26 luglio 2022, nella provincia di Cuneo e nella Città Metropolitana di Torino.                  

Nei giorni del 30 giugno, 4, 25 e 26 luglio, alcune zone del territorio piemontese sono state sottoposte a violenti temporali, accompagnati da grandine anche di grosse dimensioni e venti molto forti.                                                                  

Tali eventi temporaleschi, hanno scaricato al suolo quantità rilevanti di pioggia in brevissimo lasso di tempo, determinando come conseguenza la messa in crisi dei sistemi di regimazione idraulica, aggravando così, con smottamenti diffusi e frane, le condizioni di normale coltivabilità agraria; l’azione del vento, associata alla grandine, ha, inoltre, seriamente compromesso le strutture di copertura dei fabbricati aziendali e ha prodotto danni eccezionali.                                                                                                           

La documentazione pervenuta dalle Amministrazioni Comunali ha permesso la valutazione, da parte dagli uffici regionali competenti, della consistenza dei danni alle strutture aziendali, per un totale dei danni rilevati pari a € 970.157,00, di cui € 357.000,00 in provincia di Cuneo, ed € 613.157,00, nella Città metropolitana di Torino.

Tabella 1
Riepilogo dei danni per avversità meteorologiche registrati dalla Regione Piemonte nel 2022.

  

DANNI ANNO 2022

STRUTTURE

PRODUZIONI

GRANDINATE

SICCITA'

 PROVINCE

ALESSANDRIA

168.890.138,00

ASTI

   

47.644.580,00

BIELLA

16.189.618,00

CUNEO

357.000,00

255.413.480,50

NOVARA

49.804.461,20

TORINO

313.157,00

154.097.112,50

VERBANO CUSIO OSSOLA

 

6.683.190,01

VERCELLI

83.687.801,75

TOTALE REGIONE

970.00,157

782.410.381,96

Fonte: Regione Piemonte, Direzione Agricoltura

I DANNI CAUSATI DAGLI ATTACCHI DELLA CIMICE ASIATICA (Halyomorpha halys)

La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è un insetto originario dell’Asia orientale, dove si comporta come fitofago occasionale su svariate colture, oltre che su piante spontanee ed ornamentali. La specie venne segnalata per la prima volta in Italia nel 2012, in provincia di Modena, mentre in Piemonte la prima segnalazione risale all’agosto 2013, in un impianto di nettarine ubicato nel Comune di Cuneo.

Nel giro di pochi anni la cimice asiatica si è espansa a macchia d’olio in tutto il territorio piemontese: la sua diffusione, come accade di norma per le specie alloctone, è stata facilitata dalla totale assenza di antagonisti efficienti e specifici.

Figura 1
Cimice asiatica

Femmina di cimice asiatica
- fotografata su una foglia di fagiolo nel laboratorio della Fondazione Edmund Mach, Italia -

Fonte: Wikipedia

La cimice asiatica attacca i frutti dalla loro comparsa alla raccolta, provocandone la cascola o malformazioni che rendono il prodotto non più commerciabile e in casi estremi neppure utilizzabile come materia prima per trasformazioni industriali. Le coltivazioni più a rischio sono quelle con maturazione e raccolta nel periodo estivo-autunnale, mentre le coltivazioni precoci subiscono meno danni perché raccolte prima dell’incremento estivo delle popolazioni della cimice.

In Piemonte gli attacchi hanno interessato, come nelle altre regioni dell’Italia settentrionale, un numero crescente di colture con relativo incremento dei danni economici causati. In pochissimi anni la cimice asiatica è diventata l’avversità entomologica più grave per numerose colture, sia per i danni che può arrecare, sia per la difficoltà nel controllarne le popolazioni.

Le possibilità di difesa attiva sono modeste, a causa dell’estrema mobilità degli adulti e della buona capacità di spostamento anche degli stadi giovanili: gli insetticidi a disposizione sono quelli ad azione per contatto, la loro efficacia risulta non particolarmente elevata contro gli adulti (che possono sfuggire al contatto diretto al momento del trattamento volando via), mentre l’azione residua nei giorni successivi al trattamento è molto ridotta, anche per le temperature elevate del periodo estivo. Inoltre, in certe colture, come il nocciolo, la densità della chioma ostacola una buona distribuzione della soluzione insetticida, diminuendo la possibilità di colpire direttamente l’insetto. 

Il nocciolo è una delle specie più interessate dalle infestazioni di cimice asiatica: essa è in grado di attaccare i frutti in formazione per un periodo di tempo molto lungo, fino alla raccolta. Mentre nel passato le infestazioni delle cimici autoctone risultavano limitate e richiedevano al massimo uno o due trattamenti insetticidi specifici in areali circoscritti caratterizzati da una loro maggior presenza, la diffusione della cimice asiatica ha creato gravi problemi per l’estensione territoriale e l'entità degli attacchi, con conseguenti elevate percentuali di cimiciato (macchie superficiali sul seme causate dalle punture di nutrizione della cimice) in tutte le aree di coltivazione del nocciolo. Le difficoltà di contenimento delle popolazioni, pur a fronte di numerosi trattamenti insetticidi, sono dovute, oltre che alle caratteristiche etologiche della cimice asiatica, alla difficoltà di raggiungere con la soluzione insetticida giovani e adulti su piante di taglia elevata e con vegetazione particolarmente densa.

Fra le drupacee, oltre al pesco la cimice attacca ciliegio, albicocco e susino; i danni maggiori sono causati su molte varietà di pero, sul nashi (pero giapponese) e su diverse varietà di mele. Nelle ultime annate sono aumentati anche gli attacchi su kiwi, in particolare su quello a polpa gialla. La copertura con reti degli impianti da frutto non ha sempre dato risultati soddisfacenti nel contenimento dei danni alla raccolta, ma ha sicuramente comportato un aggravamento di costi per le aziende.

Gli attacchi della cimice asiatica interessano anche le colture orticole e i piccoli frutti: i danni maggiori si registrano sulle colture in pieno campo di fagiolo, fagiolino, peperone, pomodoro, melanzana, zucchino, lampone, mora e fragola. Anche i seminativi di pieno campo risentono degli attacchi di cimice, specialmente a fine estate: soia e mais risultano le coltivazioni più colpite.

Infine, si registrano danni anche nel settore della pioppicoltura: le pioppelle nei primi anni presentano una corteccia sottile che attira giovani e adulti di cimice che si nutrono praticando ripetute punture. Gli enzimi iniettati causano la formazione di spaccature o ingrossamenti a carico delle pioppelle, con accrescimento stentato e maggior predisposizione a spaccarsi in caso di vento.

La diffusione di nuovi insetti alloctoni, specie se particolarmente dannosi come la cimice asiatica, tende sempre a stravolgere le strategie di difesa delle colture sensibili. Già in assenza di nuovi insetti esotici, la difesa fitosanitaria di numerose colture, in particolare di quelle frutticole, comporta un numero di trattamenti insetticidi e fungicidi decisamente importante, con implicazioni economiche non trascurabili per le aziende e soprattutto un impatto ambientale e tossicologico rilevante, anche per le aziende che aderiscono ai programmi agro-ambientali.

La quantificazione dei danni da cimice asiatica risulta particolarmente complessa, a causa dell’ampia varietà di colture interessate e della loro distribuzione territoriale: la Direzione regionale Agricoltura ha trasmesso al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in data 29 novembre 2019, una relazione in ordine alla diffusione della cimice asiatica nonché una prima stima dei danni ad essa correlati subiti dalle colture sul territorio regionale.

La legge del 27 dicembre 2019, n. 160, derogando all’articolo 1, comma 3, lettera b), del DLgs n. 102/04 e s.m.i., ha consentito gli interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva di cui all’articolo 5 del citato decreto legislativo, per le imprese agricole ubicate nei territori che hanno subito danni dagli attacchi della cimice asiatica e ad essa correlati, e che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi.

Il Settore regionale Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici ha confermato che, sulla base dei monitoraggi eseguiti, i danni da cimice asiatica hanno interessato in Piemonte i comparti frutticolo, orticolo e dei piccoli frutti, in percentuali variabili a seconda della varietà della coltivazione.

Gli uffici regionali competenti hanno stimato l’importo dei danni alle produzioni a livello regionale nel periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2019 per un totale pari a € 180.631.000,00.

A partire dal 2017 si è aperta per gli agricoltori la possibilità di prevenire i danni dovuti alle infestazioni da cimice asiatica aderendo ai bandi emanati nell’ambito dell’operazione 5.1.1 – tipologia 2 del PSR 2014-2020, che finanzia la difesa tramite reti anti-insetto. Per le edizioni 2021 e 2022 del bando in questione è stata prevista una dotazione complessiva pari a € 2.414.228, 58.

Inoltre, dopo aver provveduto alla delimitazione delle zone colpite dall'infestazione da cimice asiatica ed in seguito all’assegnazione di fondi statali per complessivi € 6.796.510,64 (decreto di riparto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, prot. n. 9335758 del 24/11/2020), la Regione Piemonte ha dato attuazione al D.M. 8 aprile 2020 emanando nel 2020 il bando per la presentazione della domanda di aiuto ai sensi del Dlgs 102/2004 per i danni subiti dalle aziende agricole a seguito dell'infestazione da cimice asiatica.

Il bando ha visto la presentazione di 302 domande ed al termine del procedimento istruttorio, tra il 2021 ed il 2022, ne sono state liquidate 141, per un importo complessivamente erogato pari a € 2.379.787,81.