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CONSUMO DI SUOLO

Conservare il suolo e la sua qualità concorre agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare all'Obiettivo 15:

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili


Il consumo di suolo è il processo associato alla perdita della risorsa ambientale fondamentale, limitata e non rinnovabile, dovuta all’occupazione della superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale con una copertura artificiale. E' un fenomeno legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali ed è prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, fabbricati e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.

Il consumo di suolo è, quindi, definito come la variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato).
L’Europa e le Nazioni Unite hanno posto la tutela del suolo, del patrimonio ambientale, del paesaggio e il riconoscimento del valore del capitale naturale costituito dal suolo tra gli obiettivi di sostenibilità.

L’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo era stato proposto a livello europeo già con la Strategia tematica per la protezione del suolo del 2006 - Comunicazione della Commissione: COM(2006)231 - mai diventata cogente, e più di recente rafforzato dal Parlamento europeo con l'approvazione del PAA – Programma generale di azione dell’Unione in materia di ambiente fino al 2020 - Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta.

In sintesi, gli obiettivi da raggiungere sono: azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050 (Parlamento europeo e Consiglio, 2013); protezione adeguata del suolo anche con l’adozione di obiettivi relativi al suolo in quanto risorsa essenziale del capitale naturale entro il 2020 (Parlamento europeo e Consiglio, 2013); allineamento del consumo alla crescita demografica reale entro il 2030 (UN, 2015); bilancio non negativo del degrado del territorio entro il 2030 (UN, 2015).

L’impermeabilizzazione del suolo, ovvero la copertura permanente di parte del terreno con materiali artificiali (quali asfalto o calcestruzzo) per la costruzione, ad esempio, di edifici e strade, costituisce la forma più evidente e diffusa di copertura artificiale.

Da notare che esistono altre forme di consumo di suolo che vanno dalla perdita totale della “risorsa suolo” attraverso la rimozione per escavazione (comprese le attività estrattive a cielo aperto), al degrado ed alla perdita parziale della funzionalità della risorsa a causa di fenomeni quali ad esempio, la compattazione che non sono contabilizzate nel rapporto.

  • un rischio accresciuto di inondazioni,
  • contribuisce ai cambiamenti climatici,
  • minaccia la biodiversità,
  • provoca la perdita di terreni agricoli fertili e aree naturali e seminaturali
  • contribuisce alla progressiva e sistematica distruzione del paesaggio
  • contribuisce alla perdita delle capacità di regolazione dei cicli naturali e di mitigazione degli effetti termici locali

Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 57,5 kmq, ovvero, in media, circa 16 ettari al giorno, un incremento che, purtroppo, non mostra segnali di rallentamento e che, in linea con quelli rilevati nel recente passato, fa perdere al nostro Paese quasi due metri quadrati di suolo ogni secondo.

Il consumo di suolo è più intenso nelle aree già molto compromesse. Nelle città a più alta urbanizzazione, solo nell’ultimo anno, si sono persi 29 metri quadrati per ogni ettaro di aree a verde (erano 24 lo scorso anno). Come effetto secondario, ma non meno rilevante, tale incremento contribuisce a far diventare sempre più calde le nostre città, con il fenomeno delle isole di calore dove la differenza di temperatura estiva tra aree a copertura artificiale densa o diffusa rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi.

 

IL MONITORAGGIO DEL CONSUMO DI SUOLO


Le attività di monitoraggio del territorio in termini di uso, copertura e consumo di suolo nel nostro Paese, sono assicurate dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) come previsto dalla L.132/2016, , è infatti compito del Sistema, ai sensi della legge 132/2016, seguire le trasformazioni del territorio e la perdita di suolo naturale, agricolo e seminaturale, inteso come risorsa ambientale essenziale e non rinnovabile, vitale per il nostro ambiente, il nostro benessere e la nostra stessa economia.

In particolare il servizio di Monitoraggio del Consumo di Suolo è realizzato attraverso il lavoro congiunto di ISPRA e delle le Agenzie per la Protezione Ambientale Regionali e Provinciali (ARPA/APPA), attraverso la rete nazionale dei Referenti per il Monitoraggio del territorio e del consumo di suolo.

Questo ruolo di monitoraggio è fondamentale soprattutto in attesa di una normativa nazionale sul consumo di suolo, oggetto negli ultimi 10 anni di numerosi disegni di legge ancora non approdati alla fase conclusiva, in proposito si veda in fondo la sezione contenuti correlati.

L’attività di monitoraggio realizzata dal SNPA permette di avere un quadro aggiornato con frequenza annuale a scala nazionale, regionale e comunale dell’evoluzione dei fenomeni di consumo di suolo, delle dinamiche di trasformazione del territorio e della crescita urbana, in particolare, attraverso la produzione di cartografia tematica e l’elaborazione di indicatori specifici.

Il servizio prevede l’analisi e la redazione annuale della cartografia tematica attraverso l'utilizzo di reti di monitoraggio puntali e di tecniche di earth observation per l’analisi del territorio, avvalendosi delle migliori informazioni che le nuove tecnologie sono in grado di offrire e dei dati derivanti da satelliti di osservazione della terra, tra cui quelle del programma Copernicus.









L’edizione 2021 del Rapporto su consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici (riferita al monitoraggio del 2020) è giunta alla ottava edizione e fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione del nostro territorio e di perdita della risorsa suol e delle sue funzioni e servizi ecosistemici.

Il Rapporto, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici. In particolare il Rapporto analizza l’evoluzione del territorio e del consumo di suolo all’interno di un più ampio quadro di analisi delle dinamiche delle aree urbane, agricole e naturali ai diversi livelli, attraverso indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo, della crescita urbana e delle trasformazioni del paesaggio, fornendo valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale del suolo, con particolare attenzione alle funzioni naturali perdute o minacciate.

Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” è un prodotto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assicura le attività di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo. Il Rapporto,Il Rapporto è divenuto negli anni base conoscitiva essenziale a supporto delle diverse politiche e attività sul territorio e costituisce un fondamentale contributo offerto dal SNPA per lo sviluppo del quadro normativo in materia di monitoraggio e di valutazione delle trasformazioni del territorio e dell’ambiente, nonchè per supportare le decisioni a livello locale per limitare, mitigare o compensare l'impermeabilizzazione del suolo e per la pianificazione urbanistica e territoriale.

Il consumo di Suolo in Piemonte

Il Monitoraggio del consumo di suolo avviato nel 2008 dalla Regione avvalendosi del CSI, è lo strumento conoscitivo di riferimento per le politiche regionali di carattere territoriale e settoriale e per l’attuazione della normativa urbanistica regionale, degli obiettivi e delle strategie del Piano territoriale regionale e del Piano paesaggistico regionale, in materia di contenimento del consumo di suolo.
In continuità con i precedenti rileamenti, la nuova edizione del rapporto “Il monitoraggio del consumo di suolo in Piemonte 2022” (deliberazione della Giunta regionale n. 2-6683 del 4 aprile 2023) presenta l’aggiornamento dei dati sul consumo di suolo 2022 così come rilevati nel corso del 2021. Con tale deliberazione la Giunta ha inoltre approvato le disposizioni applicative per l’attuazione del comma 10, dell’articolo 31 “Contenimento del consumo di suolo” delle Norme di attuazione del Piano territoriale regionale, che riguardano i criteri di calcolo della soglia di incremento, la disciplina dei casi di superamento della soglia di incremento e gli adempimenti per i comuni. Il servizio dei dati di monitoraggio del consumo di suolo, con le serie storiche di dati e indici, è disponibile sul GeoPortalePiemonte.
I dati storici e le tendenze Il metodo di rilevazione del consumo di suolo, adottato dalla Regione Piemonte, è stato progressivamente approfondito e affinato in relazione all’informazione e alle tecnologie disponibili (cfr. paragrafo 2.2). I dati riconducibili alla prima fase del progetto (1991, 1998, 2001 e 2005), a differenza di quelli relativi alle successive soglie temporali (2008 e 2013), non registravano, infatti, la quota di consumo determinata dalla rete delle infrastrutture viarie. Pertanto, per garantire un confronto attendibile, le serie storiche di seguito illustrate, riferite all’intero arco temporale 1991-2021, prendono in considerazione esclusivamente i dati sul consumo di suolo da superficie urbanizzata (CSU) e quelli sul consumo reversibile (CSR).
Per gli aggiornamenti relativi alla edizione 2022 del Monitoraggio del Consumo di Suolo, si è fatto riferimento ai dati della Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti aggregata (BDTRE - https://www.geoportale.piemonte.it/) nella sua ultima edizione pubblicata nel 2021, scaricabile dal Geoportale della Regione Piemonte. Nella base dati della BDTRE, tra il 2013 e il 2021, sono state integrate diverse cartografie prodotte a livello comunale con specifici bandi (Comunità Collinare Valtriversa, Comuni di Carrosio, Voltaggio e Fraconalto, Comunità Montana Valle Stura, Unione dei Comuni Roero Rocche e Peschiere, Comune di Montezemolo, Unione dei Comuni della Comunità Collinare Monferrato Valle Versa, Comune di Vercelli) oppure cartografie prodotte in autonomia dai Comuni del Progetto Corona Verde: Beinasco, Collegno, Nichelino, Rivoli, Settimo Torinese. Per queste aree, come per il resto della regione, sono stati integrati i fabbricati catastali aggiornati al novembre 2019, frutto del lavoro di riposizionamento e mosaicatura (Progetto Mosaicatura Catastale di riferimento regionale). Come nelle edizioni precedenti sono stati selezionati gli oggetti della cartografia che concorrono a determinare il consumo del suolo, con particolare attenzione rivolta alle nuove aree edificate che determinano il consumo di suolo da superficie urbanizzata (CSU). I dati dei fabbricati catastali sono stati sottoposti a controlli di validità tramite verifica con ortofoto o immagini satellitari, essendo presenti nelle basi dati catastali edifici non più rilevabili sul territorio. Tale verifica, in particolare nei comuni montani, ha permesso di non considerare come “nuove aree consumate” quelle relative a vecchi edifici ridotti a ruderi o del tutto scomparsi che in passato non erano presenti nella cartografia regionale. A seguito di tale verifica, gli edifici ridotti a ruderi sono stati opportunamente identificati, quelli del tutto scomparsi eliminati e pertanto non hanno contribuito alla determinazione di aree consumate. Per ciascun oggetto cartografico rappresentato nella BDTRE, corrispondente a una componente del mosaico territoriale a forte pressione antropica, è stata generata la superficie di suolo consumato, mediante la realizzazione di un buffer geometrico e di un successivo contro-buffer, entrambi di 50 metri. Alla base di tali elaborazioni vi è il concetto di pertinenza e l’obiettivo di includere tra le superfici consumate anche le porzioni di territorio comprese tra componenti del mosaico territoriale che generano consumo di suolo distanti meno di 100 metri. Tale procedura ha permesso di considerare quali superfici consumate anche aree intercluse che, seppur non direttamente alterate, risultano compromesse dai processi di urbanizzazione a esse circostanti. La modifica della base dati rispetto ai monitoraggi precedenti comporta naturalmente una variazione nel computo degli indici calcolati che, in alcuni casi, ne rende poco significativo il confronto con le edizioni precedenti. Anche la componente reversibile del consumo di suolo (CSR), è derivata da oggetti della BDTRE trattati con la medesima metodologia (buffer e contro-buffer). Il consumo di suolo connesso alla superficie infrastrutturata (CSI) è costituito dai poligoni di viabilità o ferrovie al di fuori delle aree di CSU o CSR. Diversamente dalle edizioni passate è stato possibile utilizzare direttamente le aree senza ricorrere ad un ingombro derivatodai grafi di strade e ferrovie
Il Rapporto regionale stima un consumo di suolo a livello regionale e per tipologia, così articolato
CSI - Consumo di suolo da superficie infrastrutturata 34.965 ha pari al 1,38%
CSU - Consumo di suolo da superficie urbanizzata 148.849 ha pari al 5,86%
CSR - Consumo di suolo reversibile 7.082 ha pari al 0,28%
CSCI (CSI+CSU) - Consumo di suolo irreversibile pari a 183.814 ha pari al 7,24%
CSC (CSCI+CSR) - Consumo di suolo complessivo 190.897 ha pari al 7,52%
Il peso delle province e della CM di Torino sul consumo di suolo irreversibile, regionale è così suddiviso: Alessandria 25.013 ha, Asti 12.790 ha , Biella 8.978 ha , Cuneo 37.433 ha , Novara 16.578 ha , CM Torino 63.588 ha , VCO 8.960 ha , Vercelli 10.985 ha.
Rispetto a quanto pubblicato da ISPRA nel rapporto del 2021 emergono poche difformità di particolare evidenza in termini di dimensione di suolo consumato. Come evidenziato nei casi rappresentati di seguito, le maggiori divergenze sono imputabili a differenze nella definizione (in particolare in termini di reversibilità del consumo) o di tardivo aggiornamento della BDTRE che, a seconda delle aree di analisi, potrebbe non aver ancora recepito come consolidate alcune trasformazioni del territorio in atto. Mentre il primo caso è da considerare del tutto fisiologico, il secondo si pone come opportunità di verifica periodica del corretto avanzamento della base dati regionale; l’evidenza di mancati aggiornamenti verrà infatti, fin da subito, sanata attraverso l’aggiornamento della BDTRE e la relativa pubblicazione con periodicità trimestrale (che, potenzialmente, consentirebbe un aggiornamento del monitoraggio del consumo di suolo con la medesima periodicità).


Suolo consumato a livello regionale e di ripartizione geografica (% 2020)


Fonte : elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA
I vari modelli di espansione urbana congiuntamente allo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare concorrono al disegno di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che incide sensibilmente sulla disponibilità dei suoli ad elevata potenzialità agricola in area di pianura e interessa in modo pressoché uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono sostanzialmente inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani, corona e principale serbatoio forestale, di naturalità e di copertura dei suoli.

IL PORTALE PER L'ACCESSO AI DATI DEL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA

Come negli anni passati, i dati completi del consumo del suolo, dello stato di artificializzazione del territorio e delle diverse forme insediative, degli impatti prodotti sui servizi ecosistemici e sullo stato di degrado del suolo, sono rilasciati in formato aperto e liberamente accessibili sul sito dell’ISPRA e del SNPA e rappresentano uno strumento che il Sistema mette a disposizione dell’intera comunità istituzionale e scientifica nazionale.
Per il terzo anno consecutivo la presentazione del Rapporto SNPA si avvale del Portale del consumo di suolo, realizzato dal Sistema informativo geografico ambientale di Arpa Piemonte in collaborazione con Ispra che mette a disposizione dati, cartografie, indicatori a scala nazionale, regionale e per singolo comune riferiti al periodo di osservazione 2012-2020.

Figura 2
Portale per l'accesso ai dati del consumo di suolo in italia

Nel portale sono presentati in forma semplificata e divulgativa i principali aspetti ambientali connessi al suolo, ai fenomeni di trasformazione e consumo, ai servizi ecosistemici ad esso correlati.

Il portale guida l'utente nella scoperta e comprensione della materia attraverso un percorso organizzato in sezioni che integrano testi, immagini, video, mappe e animazioni.

Attraverso l'applicazione è possibile:

  • consultare lo stato e le tendenze del consumo di suolo attraverso una sezione di sintesi del rapporto 2020 ed una apposita dashboard dinamica che attraverso cartogrammi, grafici e tabelle permette di leggere e confrontare i principali indicatori del fenomeno a scala nazionale, regionale e comunale;
  • accedere alla cartografia del consumo di suolo e consultare l'evoluzione del fenomeno con le mappe nazionali;
  • visualizzare attraverso l'Atlante fotografico una serie di casi reali significativi di trasformazioni del territorio emersi e analizzati nell'ambito delle attività di monitoraggio da parte di Snpa;
  • scoprire come viene realizzato il monitoraggio annuale attraverso una sezione divulgativa che illustra i principi e le tecniche di analisi utilizzare dal Sistema nazionale e basate sul telerilevamento satellitare e aereo, con particolare riferimento alle immagini messe a disposizione dal programma europeo Copernicus;
  • approfondire i principali concetti inerenti il suolo come risorsa naturale non rinnovabile, i processi e le caratteristiche dei diversi fenomeni di consumo di suolo, il significato e il valore dei servizi ecosistemici garantiti dal suolo.

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A fine 2020 la Commissione Europea ha lanciato la nuova strategia dell’UE per la protezione del suolo per ribadire come la salute del suolo sia essenziale per conseguire gli obiettivi in materia di clima e di biodiversità del Green Deal europeo. La consultazione pubblica sulla strategia si è chiusa il 27 aprile 2021 e la Commissione prevede la sua adozione nel mese di ottobre di quest’anno. L’iniziativa aggiornerà l’attuale strategia per affrontare il degrado del suolo con l’obiettivo di:
  • proteggere la fertilità del suolo;
  • ridurre l'erosione e l'impermeabilizzazione;
  • aumentare la sostanza organica;
  • individuare i siti contaminati;
  • ripristinare i suoli degradati;
  • definire il "buono stato ecologico" dei suoli.
La strategia terrà conto anche degli impegni internazionali, contribuendo a formare la posizione dell’UE per i prossimi negoziati a livello globale, ad esempio per la Convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità.
Inoltre le istituzioni comunitarie promuovono, attraverso atti politici di indirizzo per gli Stati membri, quali la “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse”, il contenimento del consumo del suolo e dei suoi impatti attraverso politiche e azioni finalizzate al “limit land take” and “soil sealing” ovvero a “limitare il più possibile l'occupazione e l'impermeabilizzazione dei terreni”, con l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allinearlo alla crescita demografica e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030.

Altre informazioni nella sezione Soil and Land del sito della Commissione Europea
In Italia permane l’assenza di una legge quadro nonostante la presentazione di numerosi disegni di legge in materia di contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato, accomunati dal riconoscimento dell’importanza del suolo come bene comune e risorsa non rinnovabile, fondamentale per i servizi ecosistemici che produce, anche in funzione della prevenzione e della mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
in ogni caso la futura legge nazionale dovrà costituire da un lato dovrà contenere principi e obiettivi tenendo conto nel contempo delle normative e dei disposti applicativi contenuti nelle Leggi regionali già approvate, al fine di integrare le strategie e e le politiche nazionali con quelle regionale in un'ottica di collaborazione istituzionale e omogeneizzazione delle attività di monitoraggio e di attuazione delle politiche volte al perseguimento dell’obiettivo del raggiungimento del bilancio del consumo di suolo pari a zero al 2050 proposto dalla UE.

In tale quadro la gestione della componente di monitoraggio del consumo di suolo, al fine della realizzazione di un quadro conoscitivo affidabile e facilmente aggiornabile costituisce uno degli aspetti fondamentali per la costruzione di politiche condivise ed efficaci.