POLLINI
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Rete di monitoraggio dei pollini
Tutte le patologie allergiche sono in aumento e si stima che le manifestazioni cliniche oculari, rinosinusali e bronchiali da allergia al polline costituiscano la terza causa di malattia cronica. Le pollinosi sono un fenomeno che interessa oggi circa cinque milioni di italiani, con una tendenza in aumento a causa dei cambiamenti climatici. Questo giustifica e dà conto dell’importanza di avere una rete di monitoraggio che fornisca informazioni continue e aggiornate circa la concentrazione in aria dei pollini allergenici. Sulle serie storiche di questi dati sono costruiti i calendari pollinici calendari pollinici che sono un valido strumento ai fini di prevenzione e per attuare in modo tempestivo le terapie desensibilizzanti e i trattamenti antiallergici per i soggetti atopici.
Da tempo è oggetto di approfondimento la relazione tra cambiamenti climatici e concentrazioni polliniche sotto l’ipotesi che un aumento della temperatura media globale induca un allungamento della stagione pollinica con un connesso anticipo di fioritura oltre ad un intensificarsi della quantità di polline emesso in atmosfera.
Le conseguenze sulla salute sono evidenti, si stima, infatti, che i pazienti allergici ai pollini debbano assumere farmaci per un periodo più lungo rispetto al passato. Inoltre, si stima un aumento di soggetti polisensibili, allergici a due o più specie.
Di recente evidenza è la dimostrazione di correlazione tra integrale pollinico annuale, specificamente quercia, e numero di encefaliti da zecche nei due anni successivi come comunicato durante la 16° giornata nazionale del polline, 21 marzo 2023, a cura della fondazione Mack di Trento.
Per valutare la quantità e la qualità dei pollini aerodispersi Arpa effettua il monitoraggio continuo durante tutto l’anno solare, attraverso strumenti di campionamento specifici e produce un bollettino settimanale dei pollini allergenici, che viene pubblicato e messo a disposizione degli allergologi e dei pazienti allergici, consultabile sul sito istituzionale e diffuso attraverso molteplici canali mediatici.
Il monitoraggio aerobiologico permette di evidenziare le variazioni stagionali del contenuto atmosferico dei pollini e di elaborare calendari per la zona oggetto del campionamento. Dal 2013 sono anche disponibili i calendari pollinici, che illustrano l’andamento annuale “stimato” delle concentrazioni per le diverse famiglie polliniche. I bollettini e i calendari forniscono i livelli di concentrazione pollinica, dando indicazioni sui tempi di permanenza in atmosfera dei pollini. I bollettini settimanali sintetizzano le concentrazioni giornaliere di famiglie e specie allergizzanti e danno un’indicazione della tendenza del numero di pollini nella settimana successiva in relazione anche alle previsioni meteorologiche. I calendari pollinici consentono di evidenziare le variazioni stagionali del tipo e della quantità dei pollini presenti in atmosfera, mettono in evidenza i periodi di fioritura delle piante allergeniche che variano a seconda della famiglia pollinica presa in esame e in parte anche dalle condizioni climatiche. Il dato sulla durata della pollinazione di ogni pianta e sulla quantità di pollini presenti in atmosfera assume quindi una valenza, oltre che sanitaria, ambientale.
Figura 1
Rete di monitoraggio dei Pollini
Andamento concentrazioni Pollini allergenici 2022 e confronto serie storiche
Di seguito si presentano i dati di maggior interesse emersi da questo approfondimento, effettuato su alcune tra le specie e/o famiglie di maggiore interesse dal punto di vista allergenico.
BETULACEAE
Il polline delle Betulaceae (ontano e betulla) è uno tra i primi a fare la sua comparsa verso fine gennaio-inizio febbraio e la sua massima presenza si riscontra tra aprile-maggio. Anche nel 20212, così come negli ultimi anni, la concentrazione di Betulaceae in tutte le stazioni presenta un doppio picco, più alto a febbraio e più basso ad aprile. la concentrazione è risultata più alta nella stazione di Omegna (integrale pollinico 2022 circa pari a 16.523 pollini per m3). Nel resto del Piemonte si osserva effetto “latitudine” che porta ad un decremento di concentrazione dal nord al sud. Cuneo registra il più basso integrale pollinico annuale del 2022, pari a 5.321 pollini per m3, oltre che un picco di concentrazione media primaverile più alto del picco di concentrazione di inizio anno.
Figura 2
Betulaceae VCO (Confronto concentrazioni medie settimanali) - anno 2022
Fonte: Arpa Piemonte
FAGACEAE
Il polline delle Fagaceae (quercia, faggio e castagno) compare verso il mese di aprile e raggiunge le massime concentrazioni nei mesi di giugno-luglio. Anche la concentrazione di questo polline nel 2022 è stata maggiore a Omegna, con concentrazioni medie in aumento rispetto alla serie storiche, mentre l'integrale pollinico annuale tende a diminuire con il ridursi della latitudine. Si nota, inoltre, su tutto il territorio piemontese, che le concentrazioni medie del 2022 sono superiori alle concentrazioni medie degli anni precedenti con un anticipo nel raggiungimento del valore massimo rispetto alla serie storica.
Figura 3
Fagaceae VCO (Confronto concentrazioni medie settimanali) - anno 2022
Fonte: Arpa Piemonte
GRAMINEAE
Le graminacee generano i pollini che inducono il maggior numero di allergie nella popolazione. La loro comparsa si registra a partire dal mese di aprile e persiste fino all’autunno, con il periodo di massima presenza nei mesi di maggio e giugno. Il picco di concentrazione viene raggiunto ad aprile a Novara e nelle settimane successive ad Omegna e a Cuneo. L’integrale pollinico annuale di questo polline risulta esser il doppio a Novara rispetto alle altre due stazioni menzionate.
Figura 4
Gramineae NO (Confronto concentrazioni medie settimanali) - anno 2022
Fonte: Arpa Piemonte
PINACEAE
La concentrazione delle Pinaceae (abete, pino, larice) nelle stazioni piemontesi ha avuto una distribuzione simile alla distribuzione storica nella stazione di Omegna, mentre la distribuzione risulta essere più alta della media degli anni passati sia a Novara sia a Cuneo, con un picco massimo settimanale medio raggiunto a maggio a Novara ed il mese successivo a Cuneo.
Figura 5
Pinaceae CN (Confronto concentrazioni medie settimanali) - anno 2022
Fonte: Arpa Piemonte
PLATANACEAE
Nel 2022, la concentrazione di questo polline presenta valori medi superiori alla media storica in tutte le stazioni attive in primavera. La stazione di Novara si caratterizza per un picco settimanale di circa 900 pollini/m3 e con un integrale pollinico annuale di circa 11.500 pollini/m3.
Figura 6
Platanaceae NO (Confronto concentrazioni medie settimanali) - anno 2022
Fonte: Arpa Piemonte
URTICACEAE
Il polline di queste piante erbacee, la più rappresentativa delle quali è la parietaria, fa la sua comparsa in primavera ed esprime il suo picco massimo di presenza nei mesi estivi di agosto e settembre. Nel 2022, la distribuzione di concentrazione media settimanale di polline di URTICACEAE è stata in media concentrazioni settimanali storiche in tutti i punti di monitoraggio della rete piemontese ad eccezione di Novara, stazione in cui si è rilevato un picco primaverile superiore alla media degli anni passati.&n
Figura 7
Urticaceae NO (Confronto concentrazioni medie settimanali) - anno 2022
Fonte: Arpa Piemonte
AMBROSIA ARTEMISIIFOLIA
Si tratta una specie esotica di particolare interesse dal punto di vista sanitario, in quanto causa reazioni allergiche importanti.
Figura 8
Ambrosia: serie storica dell'integrale pollinico per stazione di rilevamento
Fonte: Arpa Piemonte
L'andamento delle concentrazioni annuali di polline di Ambrosia dal 2008 è in media decrescente sia per la stazione di Novara, sia per la stazione di Alessandria. Lo stesso andamento mostra la presenza di due picchi, negli anni 2011-2012 (quando si è raggiunto il valore massimo di integrale pollinico annuale nelle due stazioni analizzate) e nel 2019-2021. Sarà dirimente notare il valore delle concentrazioni di ambrosia nel 2023.
L’Ambrosia origina dal Sud-America ma ormai da circa 20 anni si è diffusa ovunque in Europa ed è di difficile eradicazione, ha un suo antagonista naturale nell'insetto Ophraella communa.
Si tratta di un coleottero che si nutre quasi esclusivamente di foglie e fiori di composite con una spiccata predilezione per la specie Ambrosia artemisiifolia.
L’Ophraella communa svolge gran parte del suo ciclo di vita sulla parte aerea della pianta. Larve e adulti si alimentano principalmente delle foglie, sulle quali vengono anche deposte le uova, ma non trascurano i fiori.
Su A. artemisiifolia ha localmente causato gravi defogliazioni e un generale intristimento delle piante colpite, che risultano aver subìto danni rilevanti nelle condizioni d’infestazione più severe. In alcuni casi l’effetto in pieno campo è paragonabile a un diserbo selettivo.
Come negli ultimi anni, continua l’andamento decrescente della presenza di questo polline rispetto agli anni precedenti.
Figura 9
Ambrosia Serravalle
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 10
Ambrosia Vignole
Fonte: Arpa Piemonte
CONTENUTI CORRELATI
William R. L. Anderegg, Leander D. L. Anderegg, Leonard Bielory, Patrick L. Kinney and Lewis Ziska (2021)
Anthropogenic climate change is worsening North American pollen seasons PNAS Vol. 118 | No. 7
Temperature-related changes in airborne allergenic pollen abundance and seasonality across the northern hemisphere: a retrospective data analysis,
The Lancet Planetary Health, Volume 3, Issue 3,
Ziello C, Sparks TH, Estrella N, Belmonte J, Bergmann KC, Bucher E, et al. (2012)
Changes to Airborne Pollen Counts across Europe.
PLoS ONE 7(4): e34076.