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AREE NATURALI TUTELATE E BIODIVERSITÀ

La protezione della biodiversità concorre agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare nell'Obiettivo 15:

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre

Monitoraggio direttive Habitat e Uccelli

Secondo quanto previsto dall'art. 11 della Direttiva Habitat, gli Stati Membri sono tenuti a garantire la sorveglianza dello stato di conservazione degli habitat e delle specie (elencate negli Allegati I, II, IV e V) di interesse comunitario su tutto il territorio nazionale.

I risultati del monitoraggio devono essere trasmessi alla Commissione Europea in accordo con l'articolo 17 della Direttiva Habitat, che prevede ogni sei anni l'elaborazione di un Rapporto Nazionale sullo stato di attuazione delle disposizioni della Direttiva stessa.

Analogamente, il monitoraggio dello stato di conservazione è un'attività indispensabile anche per valutare il raggiungimento di quanto previsto all'art. 2 della Direttiva Uccelli, ovvero il conseguimento per tutte le specie di avifauna di un livello adeguato di conservazione.

Dall’entrata in vigore della Direttiva Habitat sono già stati prodotti dagli Stati Membri quattro National Report, di cui l’ultimo si riferisce al periodo 2013-2018 e i cui risultati sono stati pubblicati nel 2019 con le valutazioni dello stato di conservazione delle specie e degli habitat.

Il IV Report è stato predisposto con il coordinamento nazionale della Direzione Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente, con il supporto tecnico di ISPRA e la collaborazione delle principali Società scientifiche nazionali; le attività di monitoraggio e di rendicontazione sono state effettuate dalle Regioni e Province Autonome. Tale collaborazione ha consentito di raccogliere, elaborare, revisionare e validare una enorme mole di dati e di definire le valutazioni sullo stato di conservazione necessarie alla compilazione dei format predisposti dalla Commissione Europea.

In Regione Piemonte tale attività è stata svolta in collaborazione con l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente e l’Università degli Studi di Torino e ha visto il forte coinvolgimento dei soggetti gestori dei siti Natura 2000 (Aree protette e Province). I dati trasmessi al Ministero dell’Ambiente e all’ISPRA rappresentano un aggiornamento rispetto al III Report in quanto sono il risultato delle più recenti attività di rilievo su campo e di analisi dei dati dei monitoraggi condotti dai Soggetti gestori dei siti Natura 2000 e dall’IPLA.

A seguito della conclusione IV Report, è proseguita l’attività di formazione del personale dei Soggetti gestori e di monitoraggio in campo delle specie e degli habitat per il nuovo ciclo di Reporting 2019-2024, anche sulla base di nuove indicazioni tecnico-scientifiche fornite dal Ministero e dall’ISPRA (Piano nazionale di monitoraggio degli habitat e delle specie d’interesse comunitario).

In Piemonte tale rendicontazione si è basata sulla sintesi dei dati raccolti con AVES.PIEMONTE, piattaforma d’informazione per gli ornitologi e gli osservatori di uccelli e di altri gruppi faunistici della Regione Piemonte, e la fattiva collaborazione del GPSO (Gruppo Piemontese Studi Ornitologici).

PROTEZIONE DELLA BIODIVERSITÀ e DEL PAESAGGIO MEDIANTE ACCORDI DI CUSTODIA

Un modo efficace e di grande interesse per la protezione della biodiversità è l’acquisto diretto di terreni da parte di associazioni che si impegnano a custodire ambienti naturalisticamente significative. 

Un esempio di questo tipo di iniziativa è l’attività della associazione CANALE ECOLOGIA O.D.V., la cui costituzione risale al 1991, che ha realizzato il Piccolo Parco di Mombirone 20.000 mq. di boschi a poca distanza dal centro di Canale d’Alba e l’Oasi di San Nicolao, nella Valle delle Rocche, di grande interesse per la presenza di biotopi tipici delle zone umide che nel 2007 entra a far parte delle Aree Wilderness italiane e si arricchisce di anno in anno , a seguito di campagne mirate di acquisto, di ulteriori aree boschive. 

Nel 2022 Canale Ecologia ha avviato una campagna di acquisizione di un’area di grande valenza naturalistica e paesaggistica nel Comune di Cisterna d’Asti, a ridosso dei confini con i Comuni di Canale e Montà, di circa 100.000 mq., denominata storicamente “Valle Oscura”, costituita da un insieme di fosse di origine erosiva, alcune delle quali già citate nel medioevo, per destinarla a riserva naturalistica integrale, a salvaguardia della biodiversità che ancora caratterizza il territorio del Roero. 

La Valle Oscura è molto stretta, senza segni di colture agricole, confinata tra rocche, caratterizzata dalla presenza di zone umide, con rii che convergono in piccoli stagni, tra dirupi e creste sabbiose secche ed assolate. Carici, cannucce di palude, ontani neri, sambuchi, salici, evonimi e diverse altre specie idrofile convivono nel fondo valle molto ombroso, tra felci e legno morto ricoperto da muschi, funghi e licheni. 

Sulle pendici si incontrano aceri, castagni, ciliegi sino alle quote più elevate, tutte al di sotto dei 400 m., caratterizzate dalla presenza di pini silvestri, querce e altre specie botaniche xerofile alcune delle quali rare, di grande interesse botanico. 

In zona si notano segni della presenza di diverse specie animali, tra le quali il picchio nero, colombacci, capinere, volpi, cinghiali, mustelidi, anfibi e rettili 

Nella valle c’è un solo ingresso e non sono presenti uscite agevoli, cosa che nel tempo, anche per la presenza di una grande parcellizzazione delle proprietà, ha contribuito a mantenere nell’area caratteri di integrità e unicità, anche paesaggistica.  

UNESCO - Riserve della Biosfera MaB

In Piemonte sono presenti tre Riserve della Biosfera riconosciute dall’UNESCO nell’ambito del Programma Man and Biosphere, si tratta di zone di pregio ambientale che rappresentano un modello di eccellenza nel rapporto equilibrato tra uomo e natura dove si sperimentano, con il coinvolgimento delle comunità locali, modelli di sviluppo “consapevoli” orientati a coniugare lo sviluppo economico e sociale con l’attenzione alla conservazione delle risorse naturali delle aree interessate, in particolare della biodiversità.

In coerenza con le loro finalità istituzionali, alcuni Enti di gestione delle Aree protette, insieme ad un vasto parternariato locale, hanno promosso l’istituzione delle Riserve della Biosfera e ottenuto dall’UNESCO il prestigioso riconoscimento.

Riserva della Biosfera Area MaB Ticino, Val Grande, Verbano

La Riserva della Biosfera Ticino Val Grande Verbano nasce nel 2018 dall’estensione della precedente (dal 2002) Riserva MAB Valle del Ticino ed abbraccia, nel suo perimetro di circa 332.000 ettari a cavallo tra Piemonte e Lombardia, ben 214 Comuni, 5 province, 4 enti parco, 18 aree protette e ben 48 siti della rete Natura 2000. Quest’area custodisce al suo interno un patrimonio culturale, identitario e paesaggistico unico in una cornice di ecosistemi naturali, semi-naturali e di agroecosistemi di qualità che rappresenta un’isola ancora verde all’interno di uno dei territori più antropizzati del mondo - la Pianura Padana.
Nel corso del 2021, la Riserva MAB ha messo in campo numerose iniziative volte a diffondere buone pratiche in materia di sostenibilità - specie quelle connesse alla valorizzazione ambientale, alla gestione virtuosa degli ecosistemi naturali, alla conservazione delle pratiche agricole tradizionali e alla salvaguardia della biodiversità. Altro fronte importante di attività ha riguardato il sostegno ai progetti del territorio relativi ad attività strategiche nell’ambito della sensibilizzazione ed educazione ambientale, nonché la promozione di progettualità di valorizzazione territoriale, del turismo di prossimità e di iniziative finalizzate alla conoscenza del patrimonio culturale e identitario dell’area MAB.
Tra queste iniziative, si annoverano le seguenti:

  • la prosecuzione del progetto “Aretè - acqua in rete”, laboratorio di esportazione buone pratiche in area transition della Riserva, consistenti in interventi di valorizzazione, salvaguardia del reticolo irriguo per migliorare la circolazione dell’acqua e la diversificazione eco-sistemica, la creazione/riqualificazione di aree umide, l’incremento delle superfici gestite a marcita o prato allagato, la realizzazione di tessere agroambientali, il ripristino delle bose, la riqualificazione boschi igrofili, interventi di miglioramento forestale etc.;
  • la sottoscrizione il 19 marzo 2021 di un accordo di collaborazione con la Riserva di Biosfera dello Shouf in Libano, con cui si condividono ampi temi quali la tutela delle aree umide e la valorizzazione delle produzioni agricole locali;
  • la realizzazione del corso online per amministratori locali e portatori di interesse territoriali sui temi MAB UNESCO in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario del programma MAB attraverso il webinar intitolato “Appartenere ad un territorio MAB UNESCO quale scelta etica e opportunità territoriale: la Riserva della Biosfera Ticino Val Grande Verbano”. Il webinar, svoltosi il 25 e 26 novembre 2021 con l’obiettivo di condividere iniziative con potenziali ricadute positive sulle attività del territorio, è disponibile online sulla pagina youTube della Riserva MAB;
  • la distribuzione di una cartellonistica identificativa unitaria per l’area MAB nell’ambito di incontri sul territorio dedicati alle amministrazioni comunali al fine di sensibilizzarle sugli obiettivi del programma MAB e aggiornarle sulle attività in corso;
  • l’invio bisettimanale di una newsletter dedicata agli attori e ai portatori di interesse della Riserva MAB, volta a segnalare opportunità relative a bandi e contributi, approfondimenti sul territorio, buone pratiche, eventi, progetti ed iniziative aventi come tema conduttore la sostenibilità;
  • l’implementazione del processo di governance della Riserva MAB al fine di accrescere il coinvolgimento degli attori territoriali e garantirne la rappresentatività in sede di definizione del Piano d’Azione della Riserva della Biosfera che ha portato nel corso dell’anno alla approvazione da parte dei 4 Parchi del modello di Governance ed attualmente sono in corso gli incontri per definire i rappresentanti dei vari territori che formeranno l’Assemblea Direttiva della riserva.
  • il coinvolgimento della componente giovanile della Riserva in linea con gli obiettivi MAB, a partire dalle attività di educazione ambientale presso gli enti parco e le scuole del territorio fino al supporto alle attività del Ticino Val Grande Verbano Youth Team, gruppo di giovani tra i 18 e i 35 anni appassionati delle tematiche di salvaguardia e valorizzazione ambientale in area MAB. Nel corso dell’anno il Ministero della Transizione ecologica ha concesso alla riserva un finanziamento di 156.626,77 € sulla base della previsione di un Bando proposto nel 2021 a cui la riserva aveva partecipato.
    Con tale finanziamento gli istituti scolastici interessati realizzeranno programmi destinati alle scuole di infanzia e primarie e secondarie di primo grado su temi ambientali.
    Inoltre durante l’anno sono stati progettati e in parte realizzati progetti con finanziamenti pubblici all’interno dei quali è stata prestata particolare attenzione alla implementazione dei collegamenti ecologici lungo il corsi d’acqua artificiali (fasce tampone) e a valorizzare la rete di mobilità dolce.
  • la concessione di patrocini e lettere di supporto a progettualità virtuose in area MAB;
  • la partecipazione agli incontri del Network Nazionale delle Riserve MAB.

Riserva della Biosfera transfontaliera del Monviso

La Riserva interessa un ampio territorio tra Italia e Francia costituito da una core area formata dal Parco naturale del Monviso e dal Parco regionale del Queyras e da una buffer e transition zone composte in totale da 86 comuni in provincia di Cuneo e di Torino e 20 in Francia. Obiettivo della Riserva è attuare una strategia di sviluppo, in stretta collaborazione con gli operatori locali e i soggetti rappresentativi del territorio, che coniughi la gestione degli ecosistemi naturali con iniziative di sviluppo sostenibile in campo energetico, turistico e delle produzioni primarie.

Nel corso del 2022, il Parco del Monviso ha svolto attività di coordinamento unitamente al Parco regionale francese del Queyras e alcune attività di particolare interesse e rilievo nazionale, in particolare:
  • 4^ edizione del “MAB UNESCO Monviso Youth Camp”. Nei primi due anni (2018-2019) il Camp ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare i partecipanti (negli anni precedenti 25 ragazzi italiani e francesi tra i 15 e i 18 anni) sulle tematiche dello sviluppo sostenibile, dei cambiamenti climatici e del Programma MAB UNESCO mediante incontri, dibattiti e azioni concrete sulla sostenibilità ambientale e di coinvolgimento nella gestione della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso quali agenti del cambiamento e della promozione di una società più equa e sostenibile. Il MAB UNESCO Monviso Youth Camp ha avuto un notevole successo a livello nazionale e internazionale, in particolare, è stato presentato come buona pratica rappresentante dell’Italia a EUROMAB 2019 (Dublino, Aprile 2019). Dopo lo stop dovuto alla pandemia, nel 2021 si è svolto, in forma leggermente ridotta, la 3° edizione del Camp. L’Ostello Antagonisti di Melle, in Val Varaita, ha ospitato 15 ragazzi italiani che si sono confrontati sulle tematiche del programma MaB. In base alle proposte emerse dal Camp, si è svolta una giornata di conoscenza del Fiume Po in collaborazione con Alpstream – Centro per lo studio dei fiumi alpini. Nel 2022 il Camp si è svolto a Briançon, in Francia, con 14 ragazzi che sono stati messi in contatto con diverse realtà pubbliche e private in grado di innescare una riflessione positiva sulle pratiche da attuare e promuovere localmente per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
  • 6^ edizione dei trofei MAB UNESCO: un concorso (che nella Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso assume un carattere transnazionale) volto a premiare progetti di eco-cittadinanza innovativi che si possano tradurre in buone pratiche replicabili su altri territori. Nel 2022 il concorso, rivolto a tutti gli operatori della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso - aziende, associazioni, persone fisiche o scuole - ha riguardato progetti attinenti a: agricoltura locale e responsabile, vita e lavoro nella Riserva della Biosfera (favorire l’occupazione, la qualità della vita e la sostenibilità, legami sociali, intergenerazionali e transfrontalieri), innovazione nell'ambito dell’energia sostenibile, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e delle conoscenze all'interno della Riserva della Biosfera.
  • Rete degli eco-attori. La Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso ha attivato una rete di eco-attori costituita da operatori socio-economici (imprese o associazioni) riconosciuti per il loro impegno sul territorio della Riserva MAB. L’iniziativa è finanziata dal Programma Interreg Alcotra 2014-2020 nell’ambito del PITER Terres Monviso – progetto EcO. Nel corso dell’anno 2022 è proseguita l’animazione territoriale, con la rete di oltre 40 eco-attori attraverso momenti di scambio transfrontalieri, attività di formazione e eventi di promozione delle realtà che ne fanno parte.
  • Alpstream – Centro per lo studio dei fiumi alpini: il centro nato grazie al finanziamento del Programma Interreg Alcotra 2014-2020 nell’ambito del PITER Terres Monviso – progetto EcO, ha proseguito le attività legate alla ricerca scientifica e alla divulgazione dei temi legati ai fiumi montani sia rivolta alle scuole che alla popolazione. Il Centro si pone come punto di riferimento dell’ecologia fluviale, favorendo la collaborazione di numerose università, anche straniere, e promuovendo la conoscenza degli ambienti fluviali.
  • Tour del Viso: prosegue la promozione del trekking intorno al Monviso attraverso un sito dedicato e un video di presentazione del Tour in 4 lingue.

Nel 2023, oltre al proseguimento delle attività già avviate, la Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso ha in calendario una serie di incontri sul territorio, sia con gli amministratori che con gli stakeholders per la stesura del dossier di rinnovo della candidatura presso l’UNESCO e la redazione di un nuovo piano di gestione.

Riserva della Biosfera “CollinaPo”

L’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, avendo propri rappresentanti sia nella Segreteria tecnica sia nel Comitato Esecutivo della Riserva MaB CollinaPo, ha proseguito a mantenere la rete di rapporti costruita con i Comuni della Riserva e con i referenti del Ministero dell’Ambiente (oggi “della Transizione Ecologica”), per le attività istituzionali e amministrative proprie della stessa.
In particolar modo nella core area della Riserva, quella coincidente con il territorio dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, sono state strette collaborazioni con soggetti diversi, pubblici e privati, per realizzare eventi e progettazioni volte a sostenere le attività outdoor con target specifici:

  • spettacoli culturali all’aria aperta;
  • laboratori di lettura e teatro per bambini all’aria aperta;
  • passeggiate con le tecniche del fitwalking e del walk in balance per agevolare il raggiungimento del benessere psico-fisico anche in presenza di criticità;

Sono state incentivate e sostenute attività di educazione ambientale per istituti scolastici ma anche per famiglie, da svolgere con continuità durante l’anno, per stimolare la frequentazione abituale giornaliera delle aree naturali, quali luoghi fondamentali per mantenere un equilibrio psico-fisico sano e relazionarsi positivamente con l’ambiente e il territorio.

Le iniziative di carattere sportivo sono state incrementate per una maggiore richiesta da parte dell’utenza e delle associazioni di categoria, che stanno riscoprendo l’opportunità di praticare all’aria aperta attività in precedenza svolte esclusivamente al chiuso.

Nell’anno 2022 sono state organizzate diverse iniziative a promozione e sostegno della mobilità sostenibile, come ad esempio la fiera del cicloturismo organizzata nell’area Le Vallere di Moncalieri che ha avuto più di 5.000 partecipanti.

Sono state sostenute numerose collaborazioni con soggetti locali dediti alle attività di partecipazione e solidarietà con finalità sociale e civile, in favore della conservazione dell’ambiente. Le iniziative di pulizia di aree naturali, di piccole manutenzioni degli spazi verdi pubblici, di recupero di aree degradate e di messa a dimora di vegetazione arborea e arbustiva per incrementarne la biodiversità, sono sicuramente aumentate rispetto agli anni passati e hanno visto una maggiore partecipazione, sia da parte delle amministrazioni sia da parte degli utenti. Tanto per citare un paio di esempi, si va da piccole ma costanti attività locali, quali Piazza Ragazzabile – cantiere laboratorio di cittadinanza ed ecologia urbana proposto nel periodo estivo – a grandi progettazioni con importanti ricadute territoriali, come la Foresta condivisa del Po piemontese. Proprio quest’ultima iniziativa ha dato la possibilità di intercettare i finanziamenti stanziati per il contrasto ai cambiamenti climatici, in particolare a favore delle aree metropolitane, ma anche di coinvolgere Associazioni, Aziende (agricole e non), Comuni e singoli cittadini puntando a un obiettivo facilmente verificabile e duraturo.

L'INFORMAZIONE AMBIENTALE COME RISPOSTA

L’ambiente è un bene pubblico è in quanto tale può essere ottenuto solo collettivamente, in un contesto di responsabilità diffuse e universali. I “benefici ambientali” non sono appropriabili né commerciabili, e dunque la loro comunicazione risponde a logiche pubbliche e di servizio e non privatistiche e di mercato.
L’azione pubblica è resa difficile dal crescente contenuto tecnico dei problemi ambientali e dal fatto che le “risorse ambientali collettive” (acque, atmosfera, ozono, clima, biodiversità ecc.) hanno caratteri “fisici” che sono per definizione non circoscrivibili.
In tale contesto, dunque, l’informazione pubblica ambientale assume un ruolo fondamentale: dalla definizione dell’agenda alla corretta descrizione di ciascun intervento, tutto ciò che riguarda le politiche ambientali si incontra – e spesso si scontra – con sensibilità, visioni e percezioni a prima vista inconciliabili.
Per quanto riguarda la tematica relativa alle Aree naturali protette, la Regione Piemonte si è dotata da anni di strumenti volti a facilitare i flussi comunicativi per avvicinare i cittadini ai temi trattati, utilizzando un approccio divulgativo su vasta scala orientato a informare, coinvolgere, educare e ascoltare.
Gli strumenti utilizzati si sono evoluti negli anni e alla storica rivista Piemonte Parchi sono state affiancati una newsletter settimanale e la presenza sui principali social, cercando di dare sostanza alla normativa che pone l’informazione ambientale tra i diritti fondamentali dei cittadini (DLgs 195 del 19/08/05 in attuazione della direttiva comunitaria 2003/4/CEE) dando particolare rilievo al principio per cui l'informazione ambientale sia fornita “sistematicamente […] anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili”. Il lavoro viene svolto con la convinzione che una informazione continuativa e strutturata possa essere non solo il veicolo per promuovere la funzione e la fruizione delle Aree naturali protette ma che possa fornire il supporto per facilitare la comprensione di leggi e regolamenti da parte di un pubblico più vasto.

PIEMONTE PARCHI

Piemonte Parchi è la rivista di informazione e divulgazione naturalistica della Regione Piemonte. Pubblicata in forma cartacea dal 1983, dal 2001 è presente sul web con un proprio sito

Piemonte Parchi arriva oggi ai suoi lettori tramite una newsletter (Piemonte Parchi News) inviata ogni settimana a oltre 13mila iscritti che sono in costante crescita ed è presente su (quasi) tutte le piattaforme social più seguite: Facebook, Instagram, Twitter e YouTube.
Su Piemonte Parchi trovano spazio le notizie dai parchi piemontesi, il calendario degli appuntamenti costantemente aggiornato, approfondimenti del mondo dei parchi piemontesi e dei parchi nel mondo, e su flora, fauna, ambiente e territorio.

Ogni anno viene inoltre stampato su carta un numero ‘speciale’ dedicato a un tema monografico sempre diverso: quello più recente è stato dedicato alle passeggiate nella natura piemontese ed è in distribuzione gratuita presso gli Enti di gestione e in download in formato pdf dal sito della rivista.

Oggi la redazione si è ridotta a due componenti fissi (di cui uno è direttore responsabile) e si avvale della collaborazione di alcuni colleghi dipendenti degli Enti di gestione delle aree protette inseriti in un percorso di formazione giornalistica che ha dato vita alla Redazione diffusa dei parchi piemontesi e di alcuni collaboratori esterni free lance.

Web: 35.000 visitatori unici mensili
Tiratura media numero monografico “speciale”: 5.000 copie
Newsletter settimanale: 13.534 iscritti
Facebook: 7.848 followers
Twitter: 6.205 followers
Instagram: 4.533 followers
Tempo di permanenza medio sul sito: oltre 3 minuti (la media di permanenza su una pagina web è di norma solo 20 secondi).

DEFINIZIONE E CARATTERIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI ISOLE DI SENESCENZA

L’individuazione di Isole di Senescenza, ovvero superfici boschive lasciate a evoluzione naturale da lungo tempo e con presenza di alberi maturi e microhabitat, consente di pianificare interventi conservativi a tutela di tutte le specie dell'ecosistema forestale (in particolare quelle animali dipendenti dal legno morto) ed una maggiore diffusione delle specie vegetali autoctone, incrementando così la biodiversità complessiva dell’habitat. La definizione è stata recentemente accolta nella normativa nazionale con il Decreto n. 604983 del 18 novembre 2021“Approvazione delle linee guida per l'identificazione delle aree definibili come boschi vetusti” che designa come “Isole di Senescenza” aree destinate ad accrescere la complessità strutturale e la biodiversità dei sistemi forestali che hanno caratteristiche di vetustà, ma che non raggiungano le superfici minime richieste da quest’ultime. 
Nell’ambito delle attività di monitoraggio ai sensi dell’art.46 della L.R. n.19 del 29 giugno 2009 che ARPA svolge per il settore regionale competente per le aree protette e la biodiversità, su suggerimento dell’Ente di Gestione delle Aree del Po Piemontese, nel 2021 è iniziato un programma triennale per identificare un approccio metodologico per la selezione delle Isole e la loro caratterizzazione ecologica nell’ambito della ZPS IT1180028 – “Fiume Po - tratto vercellese alessandrino” in modo da pianificare interventi a carico dell’Ente in quanto gestore dell’area Natura 2000. 
L'attività è finalizzata a definire e caratterizzare i popolamenti afferenti all’habitat Natura 2000 incluso nell'Allegato I della Direttiva 92/43/CEEQuerceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinionbetuli” nei boschi collinari in sponda destra Po tra i comuni di Gabiano e Coniolo (AL) all’interno della ZPS IT1180028 – “Fiume Po - tratto vercellese alessandrino” per quanto riguarda la presenza di grandi alberi, microhabitat e legno morto, fondamentali per il mantenimento di adeguati livelli di biodiversità degli ambienti forestali. 
I boschi si sviluppano su terreni coltivati fino alla metà del secolo scorso, periodo di maggior espansione dalla civiltà rurale del Monferrato e attualmente caratterizzati da estesa ricolonizzazione secondaria ed elevato grado di invasività di specie opportuniste. 
Data l’estensione del territorio da indagare l’attività è stata concentrata in una sua ampia porzione (1300 ha), che a partire dai territori boschivi a monte del comune di Gabiano (AL) termina in comune di Coniolo (AL) Di inziali 19 aree indagate ne sono state scelte 8 caratterizzate dalla presenza di specie principalmente comprese nell’habitat 9160, all’interno delle quali sono stati effettuati i rilievi sui grandi alberi, sulla necromassa e sui microhabitat. 
Il lavoro, tuttora in itinere, è stato articolato nelle seguenti fasi: 
- iniziale raccolta bibliografica di informazioni delle aree interessate (piano di gestione della ZPS, gestione forestale del territorio, tipologie di popolamenti forestali, etc..) ed indicazioni relative a siti potenzialmente idonei grazie al supporto di esperti naturalisti ed interpreti ambientali locali; 
- individuazione di siti idonei per l’attività in programma e perlustrazione degli stessi per una loro prima caratterizzazione; 
- selezione delle aree che sarebbero state oggetto di approfondimento 
- caratterizzazione dei siti selezionati mediante rilievi: dendrometrici, del legno morto (in piedi ed a terra), dei microhabitat, floristici e della fauna saproxilica 
- elaborazione dei dati raccolti, considerazioni in merito ai risultati ottenuti. 
Il rilievo dendrologico e della necromassa dei popolamenti individuati è stato realizzato tramite il rilevamento di alcuni parametri strutturali del piano arboreo come da protocolli già applicati da Arpa Piemonte. All’interno dell’area di rilievo è stato effettuato il censimento della necromassa con diametro superiore a 7,5 cm, distinguendo tra legno morto a terra ed in piedi. La prima categoria comprende grossi rami, tronchi a terra e alberi sradicati, mentre la seconda include le ceppaie e le piante morte in piedi o stroncate a varia altezza. 
Il rilevamento della presenza di microhabitat faunistici è stato eseguito contemporaneamente ai rilievi della necromassa facendo riferimento alle categorie incluse nel catalogo elaborato dall’European Forest Institute (Kraus et a., 2016 Catalogo dei microhabitat degli alberi-elenco di riferimento da campo). 
Le indagini condotte hanno così permesso di delineare un primo quadro conoscitivo in merito ad alcuni descrittori utili a valutare lo stato di conservazione ed il grado di naturalità delle cenosi forestali, necessari ad esempio per garantire l’idoneità ambientale dei popolamenti di invertebrati saproxilici (= legati al legno deperiente o morto). A tale scopo è stato effettuato nel 2022 un monitoraggio del Lucanus cervus (cervo volante) con riconoscimento visivo e conteggio di esemplari in volo nelle ore crepuscolari in un’area campione tra quelle indagatesecondo la metodologia indicata nei manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali (Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. ISPRA, Serie Manuali e linee guida,141/2016). Sono stati individuati una dozzina di esemplari, dato più che soddisfacente per dimostrare l’idoneità ambientale di tali boschi. 
È stato inoltre svolto uno studio della componente erbacea del sottobosco mediante rilievi su transetti partendo dalle fasi precoci primaverili più favorevoli all’individuazione delle specie nemorali (= di bosco) che crescono e fioriscono approfittando della luce che penetra tra i rami spoglie a seguire al culmine della stagione vegetativa. I rilievi hanno confermato che i popolamenti delle specie più rarefatte e dipendenti da suoli forestali profondi si trovano prevalentemente in questi lembi con piante vetuste, confermando anche questo gruppo di specie come buoni indicatori delle isole di senescenza. 




Mappe 1-2: Dislocazione delle 8 aree di saggio comprese tra i Comuni di Gabiano e Coniolo (AL) 


La rete ecologica della Provincia di Cuneo


Fin dalla approvazione della legge regionale 19/2009 Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità la Regione Piemonte ha individuato gli elementi della rete ecologica regionale, costituita dalle aree protette e dalla Rete Natura 2000 oltre a corridoi ecologici e “…altre aree ed elementi territoriali importanti per la biodiversità...”.  
La medesima legge sottolinea lo stretto legame tra la rete ecologica e gli strumenti di pianificazione territoriale: all’art. 3 infatti prevede che Comuni e Provincie adeguino i propri strumenti di pianificazione territoriale “sulla base dello stato dell'ambiente naturale del Piemonte, evidenziando i valori naturali e le necessarie connessioni ecologiche, comprese le relative norme di conservazione e salvaguardia”.  
In seguito a tali disposizioni normative, nell’ambito della pianificazione a livello comunale, provinciale e regionale, sono stati approvati diversi strumenti di pianificazione; si tratta però di approcci basati su presupposti metodologici diversi che hanno portato all’individuazione sul territorio di reti ecologiche molto diversificate e alla definizione di strumenti di pianificazione non sempre coordinati ed integrati fra loro. 

Con D.G.R. n. 27-7183 del 3 marzo 2014 la Regione Piemonte ha riconosciuto la necessità di definire un unico disegno di rete che rappresenti in maniera più adeguata la distribuzione della biodiversità e laconnettività ecologica del territorio regionale.  
La metodologia di individuazione degli elementi della rete ecologica regionale è stata approvata con DGR n. 52-1979 del 31 luglio 2015
Inoltre, in base alla DGR n. 1 – 2681 del 29 dicembre 2020 si è stabilito che le attività di identificazione della rete ecologica a livello comunale e provinciale devono essere coerenti e conformi alla suddetta metodologia.

Il progetto BIODIV’CONNECT e la rete ecologica della Provincia di Cuneo 
Con il Progetto Integrato ALCOTRA Italia/Francia Biodiv'connect, è stato realizzato il disegno di rete ecologica della Provincia di Cuneo applicando la metodologia regionale per l'individuazione della rete ecologica affiancata dalla metodologia expert based e da approfondimenti specifici con monitoraggi e verifiche in campo.  


La metodologia regionale  
In sintesi, la metodologia regionale prevede di individuare le aree a valore ecologico e la carta della connettività ecologica sulla base della carta degli habitat fino ai 1400 mt di quota, realizzata mediante banche dati e cartografie disponibili in Piemonte (BDTRE, Carta Forestale, anagrafe agricola e banca dati zone umide). 

Figura 1
Rete ecologica della Provincia di Cuneo – Connettività ecologica

Fonte: Arpa Piemonte
La metodologia completa è consultabile sul sito di Arpa Piemonte.


Metodo expert based
Il coinvogimento degli esperti locali, già stato sperimentato per la definizione del disegno di rete ecologica della Provincia di Novara con ottimi risultati, si basa sul coinvolgimento di esperti  delle componenti specifiche animali o vegetali sul territorio indagato per individuare le aree con maggior ricchezza di habitat e specie di un determinato territorio – aree sorgente – e le aree prioritarie per la biodiversità. Nel caso della Provincia di Cuneo sono stati coinvolti 38 esperti in 7 tavoli tematici: vegetazione, micologia, entomologia, cenosi acquatiche, erpetologia, ornitologia e teriologia. Sovrapponendo tutte le aree individuate dagli esperti dei diversi tavoli e le aree sorgente individuate dalla metodologia regionale, sono state individuate 19 aree aorgente della rete ecologica della Provincia di Cuneo.

Figura 2
Rete ecologica della Provincia di Cuneo

Fonte: Arpa Piemonte
La sintesi dei due metodi e i risultati finali
Per l'individuazione degli elementi di connessione ecologica si è fatto affidamento principalmente alla metodologia regionale e ad una campagna di verifiche e monitoraggi in campo mediante i quali sono stati definiti i corridoi ecologici principali della Provincia oltre a definire nel dettaglio gli ultimi "varchi" ancora esistenti che permettono alla fauna di attraversare anche gli ambiti maggiormente impattati dalla presenza antropica.

Con il contributo degli esperti, oltre alle cartografie di sintesi delle diverse componenti della rete ecologica provinciale, sono state realizzate delle schede monografiche descrittive delle aree sorgente e dei 34 varchi rilevati sul territorio provinciale. Tutta la documentazione è scaricabile alla pagina web: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/rete-ecologica-provincia-cuneo-progetto-biodivconnect

I dati cartografici sono scaricabili dal geoportale della Regione Piemonte.

 
Applicazioni della rete ecologica
Gli elementi della rete ecologica individuati sono un riferimento per inserire la tutela della biodiversità negli strumenti di pianificazione locale (piani provinciali e PRGC) e nell'ambito delle procedure di valutazione ambientale (VIA, VAS, VINCA).