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RADIAZIONI IONIZZANTI

MONITORAGGIO RADIOATTIVITA’ NELLE ACQUE

Il D.Lgs. 28/2016, che recepisce la direttiva Direttiva 2013/51 EURATOM è specifico per il controllo della radioattività nelle acque destinate al consumo umano e stabilisce i limiti alla dose indicativa (dovuta all’ingestione), alla concentrazione di trizio e a quella di radon disciolto.

Il monitoraggio dell’acqua potabile, nell'ambito del monitoraggio ambientale della radioattività, è soggetto ad una particolare attenzione in quanto il suo ingente consumo da parte della popolazione può infatti rendere potenzialmente critiche anche situazioni di moderata contaminazione. In situazioni normali, tuttavia, è molto difficile che la radioattività di origine artificiale vada ad inquinare significativamente gli acquiferi di approvvigionamento di acqua potabile: il severo regime autorizzativo e di controllo degli scarichi dei reflui radioattivi, basati su precise formule di scarico calcolate sulla ricettività ambientale, rende infatti questa eventualità piuttosto remota. La radioattività di origine naturale può invece essere presente, talvolta in modo significativo, nelle acque potabili, soprattutto quelle di origine sotterranea.

Arpa ha iniziato ad effettuare analisi di radioattività sui principali acquedotti piemontesi nei primi anni 2000, quindi ben prima dell’uscita del D.Lgs. 28/2016, e al momento sono stati analizzati circa 2000 campioni coprendo praticamente tutto l’intero territorio regionale. Il 2021 è stato il quarto anno in cui è stato effettuato il monitoraggio ai sensi del suddetto decreto. Il monitoraggio, che prevede circa 350 campioni all’anno, è stabilito con la Regione e con le ASL che curano il prelievo dei campioni. Negli anni 2018, 2019 e 2020 tali piani hanno sempre interessato in modo sistematico tutti gli acquedotti che servono una popolazione superiore ai 5000 abitanti, corrispondenti al 74,3% della popolazione piemontese, oltre a una piccola frazione di acquedotti minori corrispondenti in totale al 9,1% della popolazione.

Con il piano del 2021 è stata attuata un’accelerazione ricomprendendo nel monitoraggio un ulteriore 7,3% di popolazione servita da piccoli acquedotti.

Il monitoraggio negli anni dal 2018 al 2021 ha raggiunto l’88,7% della popolazione piemontese.

Nel piano di monitoraggio sono previste analisi di attività alfa e beta totale e di radon. La Regione ha stabilito che non è necessario effettuare con regolarità le analisi di trizio nelle acque destinate al consumo umano. Infatti, il trizio è un radionuclide sia di origine naturale (si forma dall’interazione dei raggi cosmici con le molecole dell’aria) sia di origine artificiale (reattori nucleari). Poiché l’eventuale diffusione di trizio intorno ai siti nucleari del Piemonte è tenuta sotto controllo tramite la rete locale di monitoraggio dei siti nucleari, le concentrazioni che si misurano in ambiente sono tutte dovute al trizio di origine naturale.

Le concentrazioni misurate da Arpa Piemonte in matrici ambientali nel corso degli anni sono ampiamente inferiori al limite di 100 Bq/l indicato dalla normativa per le acque destinate al consumo umano, in quanto i valori massimi si attestano su pochi Bq/l.

Analisi di attività alfa totale e beta totale

Le analisi di attività alfa totale e beta totale fungono da misure di screening, permettendo di escludere il superamento del limite di dose indicativa di 0,1 mSv/anno stabilito dalla normativa. Solo, infatti, se le concentrazioni sono uguali o superiori ai livelli di riferimento indicati dalla normativa, pari a 0,1 Bq/l per l’attività alfa totale e 0,5 Bq/l per l’attività beta totale, vi è la possibilità che la dose indicativa dovuta al consumo di acqua raggiunga o superi il limite di 0,1 mSv/anno. In questi casi occorre effettuare analisi di approfondimento per identificare i radionuclidi presenti nell’acqua e poter calcolare con precisione la dose. Non è detto infatti che il superamento dei limiti per l’attività alfa totale o beta totale causi il superamento anche per il limite di dose. Nelle acque piemontesi non è mai stata rivelata una concentrazione di attività beta totale prossima o superiore al livello di riferimento di 0,5 Bq/l. In pochi casi (qualche punto percentuale) la concentrazione di attività alfa totale è risultata prossima o di poco superiore al livello di riferimento di 0,1 Bq/l.

 
Analisi di uranio
Sui campioni che raggiungono o superano la concentrazione di attività alfa totale di 1 Bq/l vengono effettuate in primis misure di uranio. Quando la concentrazione di uranio spiega completamente la concentrazione di attività alfa totale si può affermare con certezza che tutta l’attività alfa totale è dovuta all’uranio. In questi casi, poiché l’uranio è un radionuclide poco radio tossico e la concentrazione necessaria a causare una dose di 0,1 mSv/anno è quindi relativamente elevata (dell’ordine di 3 Bq/l), vi è la certezza che il consumo di acqua non causi una dose di 0,1 mSv/anno. Negli altri casi occorrerebbe effettuare altre analisi (Radio, Polonio) per identificare i radionuclidi presenti nel campione e poter così calcolare la dose. In alternativa è possibile effettuare un calcolo dosimetrico per eccesso, attribuendo tutta l’attività alfa residua al radionuclide più radio tossico, il Po-210. In questo modo ci si pone nella condizione più cautelativa e se la dose così calcolata è inferiore a 0,1 mSv/anno si ha la certezza che tale limite non viene superato.

 
Analisi di radon
I campioni sui quali effettuare le analisi di radon disciolto vengono scelti sulla base della litologia del sottosuolo, dando la precedenza agli acquedotti che insistono in zone ricche di radioattività di origine naturale. Queste misure sono effettuate unicamente da Arpa, senza l’ausilio delle ASL, in quanto il prelievo è parte integrante del metodo di misura. Le analisi devono essere effettuate, inoltre, entro poco tempo dal prelievo. Il radon contenuto nell’acqua si disperde, infatti, facilmente in aria e decade con emivita di circa quattro giorni. Queste caratteristiche sono però a vantaggio di una minima esposizione della popolazione. Infatti, in genere, al punto di utilizzo, la concentrazione non è mai molto elevata, specie se l’acqua staziona per un certo tempo in vasche o serbatoi. Per questo motivo la concentrazione della quasi totalità dei campioni risulta inferiore al valore di parametro di 100 Bq/l stabilito dal D.Lgs. 28/2016, oltre il quale si rendono necessari ulteriori approfondimenti. Lo stesso Decreto pone come Livello di riferimento per il radon un valore di 1000 Bq/l.

PIANO DI MONITORAGGIO ANNO 2021

Figura 1: Analisi di radioattività in campioni di acqua potabile effettuate nel 2021

Fonte: Arpa Piemonte

Come si vede la percentuale di superamenti è bassa per l’attività alfa totale e nulla per l’attività beta totale, l’uranio e il radon. Le 30 misure di uranio sono state eseguite su campioni la cui concentrazione di attività alfa totale superava o era prossima al livello di riferimento indicato dalla normativa. In tutti i casi la concentrazione di uranio è risultata inferiore al limite specifico per l’uranio.

Figura 2: Analisi di attività alfa totale e di uranio nei campioni che nel 2021 hanno presentato concentrazioni di attività alfa totale più elevate

Fonte: Arpa Piemonte

Il limite specifico per l’uranio è di 3 Bq/l, molto superiore alle concentrazioni misurate. Per il campione 21NE00647, la cui concentrazione di uranio è inferiore alla concentrazione di attività alfa totale, è stata fatta una valutazione dosimetrica specifica.

Figura 3: Analisi di concentrazione di attività radon in acqua relativo ai campioni prelevati nel 2021 (11 campioni + 2 campioni non di rete acquedottistica)

I rettangoli bianchi indicano che la misura ha fornito un risultato inferiore alla sensibilità strumentale.

Fonte: Arpa Piemonte
Ormai da alcuni anni i dati di radioattività delle acque sono fruibili sul servizio Geoportale di Arpa Piemonte. Il servizio viene periodicamente aggiornato con le misure di attività alfa e beta totale, trizio, radon e uranio.

Consulta tutte le informazioni relative al monitoraggio della radioattività nelle acque sul sito Arpa

Consulta le analisi che vengono effettuate sulle acque potabili alla pagina Uso civile delle acque

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Gli obiettivi di sicurezza nell’esposizione alle radiazioni ionizzanti

Sulla base delle raccomandazioni della Commissione internazionale per la protezione radiologica (ICRP) è stata emanata la direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio del 5 dicembre 2013 che è stata recepita nel Decreto legislativo n.101 del 31 luglio 2020 Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117”.

Tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presente nelle acque destinate al consumo umano
La direttiva 2013/51/Euratom del Consiglio del 22 ottobre 2013 stabilisce requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano. La direttiva è stata recepita nel corpo legislativo nazionale con il D.Lgs.15 febbraio 2016, n. 28 “Attuazione della direttiva 2013/51/EURATOM del Consiglio, del 22 ottobre 2013, che stabilisce requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano”

si applica a:
  • tutte le acque trattate o non trattate, destinate a uso potabile, per la preparazione o la cottura di cibi o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, cisterne, o in bottiglie o contenitori;
  • tutte le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o sostanze destinati al consumo umano, salvo il caso in cui le autorità nazionali competenti ritengano che la qualità dell’acqua non possa avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale.

Altra Normativa

Europea:

Guidelines for drinking water, 4th edition, WHO, Geneva, 2011.

 
Italiana:

Decreto Legislativo 5 febbraio 2016, n. 28

D.M. 2/08/17


Regionale:

Legge regionale del Piemonte n. 5 del 18 febbraio 2010 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti”

D.G.R. 115-6307 del 22/12/17 “Attuazione delle disposizioni contenute nel Decreto del Ministro della Salute 2 agosto 2017 e nel decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 28. Approvazione del programma regionale di controllo per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano”

D.G.R. 19 Gennaio 2018, n. 23-6389 "Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti". Direttive per le attivita' di controllo ambientale della radioattivita' di origine naturale ed artificiale. Revoca della D.G.R. n. 17-11237 del 09.12.2003


Attività di Arpa Piemonte
  • Arpa effettua attività di campionamento e misure radiometriche di matrici ambientali e alimentari nell'ambito delle reti nazionale e regionale di monitoraggio della radioattività ambientale
  • Arpa effettua attività di campionamento e misure radiometriche di matrici ambientali e alimentari nell’ambito delle reti locali di sorveglianza dei siti nucleari di Saluggia, Trino e Bosco Marengo
  • Arpa svolge interventi a supporto della mappatura per l'individuazione di aree a rischio radon e per risolvere problemi puntuali (risanamenti); attività di supporto al Piano Nazionale Radon