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PIANO QUALITÀ DELL'ARIA

Le azioni di miglioramento della Qualità dell'aria concorrono agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per Sviluppo Sostenibile in particolare ai seguenti:

Obiettivo 3
Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età


Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili


Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico





Il Piano Regionale per la Qualità dell'Aria

Il Piemonte, come le altre regioni del bacino padano, presenta ancora numerosi superamenti, dovuti principalmente alle particolari condizioni meteo climatiche che ci caratterizzano (la cronicità dei fenomeni di inversione termica nei periodi invernali e l’ assenza di venti) nonché alla complessità del fenomeno di formazione del materiale particolato (PM10) e degli Ossidi di Azoto (NOx) e dell’Ozono (O3).

Sappiamo bene però, che le indicazioni ricevute dall’Europa sono a tutela della salute di tutti i cittadini, specialmente quelli più deboli (anziani e bambini). Dal 2013 ce lo ha detto chiaramente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) che l’effetto carcinogenico e l’influenza sulle cardiopatie dovuta alle polveri fini è un dato di fatto.

Negli ultimi decenni la qualità dell’aria in Piemonte è migliorata significativamente, riducendo sia i valori di lungo periodo (le medie annuali) che i valori di breve criticità (le medie giornaliere o orarie), ma sono ancora stati raggiunti i livelli che la normativa vigente ha indicato a protezione della salute dei cittadini.

Sin dal 2000, la Regione Piemonte si è dotata di una Legge regionale di Piano per la Tutela e il Risanamento della Qualità dell’Aria (L.R. 43/2000), articolata per piani stralcio relativi a singoli comparti di applicazione (Trasporti, Riscaldamento, Industria), che ha permesso di mettere in campo numerose misure che hanno contribuito al miglioramento della qualità dell’aria.

La Regione Piemonte, insieme alle altre regioni del Bacino padano, è già stata oggetto di di una procedura di infrazione comunitaria conclusasi con la condanna da parte della Corte di Giustizia Europea (CURIA) per aver superato i valori limite del PM10 negli anni 2006 e 2007 in numerose zone e agglomerati. 

Attualmente è soggetta a due nuove procedure di infrazione, ormai giunte in Corte di Giustizia Europea, che potrebbe portare al pagamento di pesanti sanzioni, con gravi ripercussioni sulla futura disponibilità di risorse afferenti ai fondi europei.

procedura di infrazione n. 2014/2147 (CURIA n. C644/18). Nel 2014 la Commissione Europea ha avviato un contenzioso con l’Italia per il superamento dei valori limite di PM10, registrati sul territorio nazionale a decorrere dal 1° gennaio 2005. La Commissione Europea nel 2016 ha contestato all’Italia la violazione dell’art. 13, paragrafo 1 – “superamento del limite” giornaliero di PM10 di 50 µg/m3, per più di 35 giorni per anno civile, e il “superamento del limite” annuale di 40 µg/m3 – e ha contestato anche la violazione dell’ art. 23 paragrafo 1 – “prolungato superamento in una determinata zona dei valori limite o dei valori obiettivo di un qualsiasi inquinante, senza che siano state stabilite misure appropriate affinché il tempo di superamento sia il più breve possibile” - della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa. Per quanto riguarda il Piemonte, vengono contestati il superamento dei limiti di PM10 dal 2005 in maniera sistematica e continuativa, nell’Agglomerato di Torino (IT0118), nella zona di pianura (IT0119) e in quella di collina (IT0120). La Commissione ha deferito lo Stato italiano alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (causa n. C644/18), per violazione degli obblighi previsti dagli art. 13 e 23 della Direttiva 2008/50/CE nel 2018. Allo stato attuale l’Italia è in attesa di giudizio.

procedura di infrazione n. 2015/2043 (CURIA n. C-573/19). Nel 2015 la Commissione Europea ha avviato un contenzioso con l’Italia per non aver rispettato dal 2010 in maniera sistematica e continuativa il valore limite annuale di NO2. La Commissione Europea ha contestato all’Italia la violazione dell’art.13, paragrafo 1, in combinato disposto con l’allegato XI, ovvero il “superamento del limite” annuale di 40 µg/m3 e la violazione dell’ art. 23, paragrafo 1 – “prolungato superamento in una determinata zona dei valori limite o dei valori obiettivo di un qualsiasi inquinante, senza che siano state stabilite misure appropriate affinché il tempo di superamento sia il più breve possibile” - della Direttiva 2008/50/CE. Per quanto riguarda il Piemonte, la procedura di infrazione riguarda il solo Agglomerato di Torino. (IT0118). La Commissione ha, anche in questo caso, deferito lo Stato italiano alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (causa n. C573/19), per violazione degli obblighi previsti dagli art. 13 e 23 della Direttiva 2008/50/CE nel 2019. Allo stato attuale l’Italia è in attesa di giudizio.

Questo quadro ha reso necessaria la revisione del precedente Piano Aria, andando a valutare un set di misure maggiormente incisive in termini di riduzione emissiva, relativamente agli inquinanti PM10 ed NO2.
Il nuovo Piano regionale di Qualità dell'Aria ha fatto propri gli obiettivi ambientali che il nostro Paese si è dato, ratificando il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) che all’art. 191 stabilisce:

1. la tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente
2. la protezione della salute umana
3. l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali
4. la promozione di misure destinate a risolvere i problemi ambientali

La stessa norma precisa, inoltre, che le politiche ambientali devono essere ispirate al principio di prevenzione e precauzione, al principio della correzione alla fonte dei danni causati all’ambiente e al principio generale di “chi inquina paga”.
La valutazione globale dell’impatto e la realizzazione degli scenari di Piano (peraltro prevista dalla normativa) è stata realizzata utilizzano i tre strumenti di Valutazione della qualità dell’aria di cui la Regione Piemonte si è dotata: l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA), il Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria (SRRQA), e il Sistema Regionale di modellistica della Qualità dell’Aria. Tali strumenti quindi compongono il Sistema Integrato per la valutazione della qualità dell’aria.
L’Arpa Piemonte è il supporto tecnico di riferimento che realizza di fatto gli scenari di Piano e gli approfondimenti scientifici del caso.

Dopo un lungo percorso, con DCR 25 marzo 2019, n. 364-6854 (Approvazione del Piano regionale di qualità dell’aria ai sensi della legge regionale 7 aprile 2000, n. 43), il Consiglio regionale ha adottato il Piano Regionale di Qualità dell’Aria (PRQA) aggiornando il documento di Piano del 2000; il PRQA rappresenta lo strumento per la programmazione, il coordinamento ed il controllo in
materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute dell'uomo e dell'ambiente.

I contenuti del PRQA

La corposa documentazione relativa al PRQA illustra:
  • lo stato di qualità dell’aria e l’individuazione degli ambiti che hanno maggior peso sulla qualità dell’aria (Agricoltura, Energia, Trasporti, Industria);
  • le misure afferenti a ciascun ambito e relativa quantificazione in termini di riduzione emissiva;
  • i risultati delle simulazioni modellistiche relative all’attuazione delle misure di qualità dell’aria, che indicano il 2030 quale anno di rientro nei nei limiti di qualità dell’aria, definiti nella direttiva 2008/50/CE;
  • approfondimenti tecnici che validano da un punto di vista scientifico i contenuti del PRQA (Source Apportionment Modellistico ed Analitico, Analisi dei consumi energetici e delle riduzioni emissive ottenibili, Valutazione degli effetti ambientali del PRQA in riferimento ai Cambiamenti Climatici, Dichiarazione di Sintesi del percorso di VAS).

In particolare, il documento di Piano adottato è costituito da 10 capitoli.

Il primo capitolo illustra sinteticamente gli “Indirizzi strategici per la pianificazione Regionale per la qualità dell’aria”, evidenziando, in particolare, che il PRQA non ha la pretesa di esaminare sistematicamente tutte le pressioni sull’ambiente - consumi, popolazione, globalizzazione e l’urbanizzazione - nè di valutare tutti gli impatti ambientali - il cambiamento climatico, l’inquinamento delle acque, la perdita della biodiversità, e i problemi di gestione dei rifiuti - ma tenterà di valutare le conseguenze delle azioni politiche settoriali dell’agricoltura, dei trasporti, dell’ energia e dell’industria che, ad oggi, sono enumerabili tra i maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico. La metodologia utilizzata prevede la realizzazione di uno scenario di riferimento (baseline) a legislazione corrente su cui calare uno scenario futuro - al 2030 - con l’inserimento delle misure che verranno prese per ridurre le emissioni in atmosfera e verificare, mediante l’uso di modelli tridimensionali di diffusione e trasporto in atmosfera degli inquinanti, la possibilità di rientrare nei limiti di legge posti a tutela della salute dei cittadini.
Il secondo capitolo rappresenta l’”Inquadramento normativo”, e, a partire dal primo “Programma d’Azione in materia d’Ambiente (EAP)” del 1973, illustra tutti i provvedimenti normativi approvati, a livello europeo, nazionale e regionale in materia di tutela qualità dell’aria, non tralasciando di presentare anche gli accordi di programma e i protocolli sottoscritti nel corso degli anni, nonché le procedure di infrazione avviate dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia.
I principali documenti programmatori regionali, approvati od in fase di predisposizione, che agiscono sui settori - trasporti, energia, agricoltura, industria – che sono stati anche individuati come ambiti di intervento nel PRQA e la cui attuazione, per le politiche e per le risorse previste, potrebbe avere ricadute sul Piano stesso, sono invece sinteticamente riassunti nel terzo capitolo “Il percorso di Piano e la pianificazione settoriale”. In particolare, i piani e programmi a cui si è fatto riferimento sono “Il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti”, “Il Piano Energetico Ambientale Regionale”, “Il POR FESR per la programmazione 2014 –2020” e “il Piano di Sviluppo Rurale”.
Il “Quadro metodologico” è oggetto del quarto capitolo, in cui si descrive il funzionamento del sistema integrato della qualità dell’aria che è composto dal:

  • Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria, ovvero l’insieme delle stazioni di monitoraggio dislocate sul territorio regionale, che rilevano varie tipologie di inquinante;
  • Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera, ovvero lo strumento che stima su tutto il territorio regionale le emissioni in atmosfera di originale antropica e naturale;
  • Modello di dispersione degli inquinanti.

Il contesto in cui si inserisce il PRQA trova ampia trattazione nel quinto capitolo. Ad una sintetica analisi del contesto territoriale - le caratteristiche generali del territorio e le infrastrutture, gli aspetti demografici, il quadro economico, l’industria e il turismo, il comparto agricolo, il patrimonio edilizio, il parco veicolare, la dimensione energetica – segue l’illustrazione della zonizzazione del territorio ai fini della qualità dell’aria approvata con deliberazione della Giunta regionale n. 41-855 del 29 dicembre 2014. La zonizzazione, sulla base degli obiettivi di protezione per la salute umana per gli inquinanti NO2, SO2, C6H6, CO, PM10, PM2,5, Pb, As, Cd, Ni, B(a) PB[a], nonché degli obiettivi a lungo termine per la protezione della salute umana e della vegetazione relativamente all’ozono, ha ripartito il territorio regionale in cinque zone e agglomerati (Agglomerato di Torino, Zona denominata Pianura, Zona denominata Collina, Zona denominata di Montagna, Zona denominata Piemonte).
Viene quindi richiamata la meteorologia e la sua influenza sulla qualità dell’aria, sottolineando che le caratteristiche meteo-climatiche del Piemonte sono fortemente condizionate dal posizionamento geografico e dalla conformazione topografica dell’area che è inserita alla testata del Bacino Orografico Padano e chiusa su tre lati dai rilievi Alpini: a nord da Alpi Lepontine e Pennine, ad ovest da Alpi Cozie e Graie ed a sud da Alpi Marittime, Liguri ed Appennini. Questa conformazione particolare “a catino”, contribuisce a rendere più difficile il rimescolamento e il ricambio dell’aria, in particolare nei bassi strati, influenzando direttamente ed indirettamente il trasporto, la dispersione e la deposizione al suolo di gas e aerosol presenti in atmosfera, determinando, in autunno ed in inverno, frequenti periodi di stagnazione nelle zone pianeggianti della regione, con calme di vento ed inversioni
Sempre nel quinto capitolo si analizzano i fattori di pressione sulla qualità dell’aria, con l’indicazione dello scenario emissivo base rappresentato dai dati dell’ultimo Inventario Regionale delle Emissioni piemontese riferito all’anno 2010 (IREA Piemonte 2010B), che fornisce la stima a livello comunale delle emissioni annuali di macro e microinquinanti.
Si illustra inoltre lo stato di qualità dell’aria sul territorio regionale, andando ad analizzare anche i vari trend di concentrazione degli inquinanti degli ultimi anni.
In relazione all’ individuazione delle aree di superamento e di rispetto dei valori limite all’anno base, sono state indicate, per ognuna delle zone in cui è stato suddiviso il territorio regionale dalla D.G.R. 29 dicembre 2014, n. 41-855 l’estensione delle aree di superamento, l’estensione delle aree nelle quali le concentrazioni superano le soglie di valutazione superiore o inferiore e la popolazione potenzialmente interessata da tali superamenti.
Infine, a completare la descrizione del contesto in cui si inseriscono le misure del PRQA, sono stati presentati i risultati della “consultazione pubblica sulla Qualità dell’Aria”, effettuata nel periodo compreso tra l’11 maggio ed il 31 agosto 2015 dall’ Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte elaborando e diffondendo on-line sulle proprie pagine web un questionario a compilazione volontaria dedicato alla tematica “Qualità dell’Aria” rivolto alla cittadinanza.
Il sesto capitolo è dedicato agli “scenari emissivi tendenziali”. Per quanto riguarda le analisi di scenario, per la descrizione dello stato “attuale” di qualità dell’aria (scenario base) è stato utilizzato l’input emissivo che fa riferimento all’anno 2010 (IREA 2010B). Per la realizzazione dello scenario futuro o tendenziale si è proceduto con:

  • modifiche quantitative delle emissioni rispetto allo scenario emissivo base o di riferimento, ovvero proiezione dell’input emissivo all’anno 2030 sulla base dei trend evolutivi ottenuti dal modello GAINS ;
  • realizzazione delle simulazioni modellistiche relative a tali scenari - mantenendo invariate le configurazioni meteorologiche e dispersive - in modo da ricostruire lo stato di qualità dell’aria associato a ciascuno scenario;
  • produzione di mappe a scala regionale raffiguranti sia i valori di concentrazione degli inquinanti nei diversi scenari, sia le variazioni rispetto al caso di riferimento (in termini assoluti oppure in termini di indicatori di qualità dell’aria previsti dalla normativa).

Al 2030 si prevede una consistente e diffusa riduzione delle concentrazioni di biossido di azoto, mentre, per quanto riguarda il particolato, si osserva una riduzione delle concentrazioni in particolare nell’Agglomerato di Torino e in altre aree urbane, legato alla prevista riduzione delle emissioni da traffico per le innovazioni tecnologiche ed il miglioramento dei carburanti.
Vengono infine descritte le aree che, applicando lo scenario futuro o tendenziale, si prevede presentino criticità negli anni futuri e, pertanto, devono essere oggetto di ulteriori provvedimenti finalizzati alla loro riconduzione a livelli di inquinamento inferiori ai valori limite. Fra gli inquinanti, sono descritti unicamente quelli maggiormente critici a livello regionale e sui quali devono essere ipotizzate misure di risanamento che agiscano sui componenti primari, ossia particolato PM
10 e PM2,5 e biossido di azoto.
Gli “obiettivi ambientali che il Piano di Qualità dell’Aria” intende raggiungere nel più breve tempo possibile e le misure ed azioni che verranno messe in campo, sono presentati nel settimo capitolo.
Gli obiettivi ambientali discendono direttamente dalla normativa di settore attualmente in vigore, mentre le misure per il risanamento della qualità dell’aria rappresentano la strategia che la Regione Piemonte ha assunto per raggiungere gli stessi. La conoscenza odierna dello stato di qualità dell’aria su tutto il territorio regionale permette di intervenire in maniera mirata su quelle che sono le fonti di inquinamento che determinano il superamento dei limiti. Ne consegue che le misure di prossima attuazione in ambito regionale riguarderanno i settori Trasporti, Energia, Industria e Agricoltura – zootecnia.

Sono inoltre individuate le misure sovra-regionali, oggetto del Nuovo Accordo di Bacino Padano 2017, con cui sono state introdotte azioni vincolanti che porteranno a rivedere alcune norme nazionali, relative ai settori sopra citati. Di seguito sono inoltre riportate le azioni e le misure previste nel PRQA, definite in maniera esaustive nell’”Allegato A – Misure di Piano”:

MISURE DI PIANO

MOBILITÀ/TRASPORTI

Rimodulazione accise carburanti

Rimodulazione della tassa automobilistica

Limitazione della circolazione in ambito urbano per veicoli alimentati a gasolio

Elettrificazione Linee Ferroviarie

Potenziamento del Sistema Ferroviario Metropolitano

Realizzazione prolungamento della Linea 1 della Metropolitana di Torino

Realizzazione della Linea 2 della Metropolitana di Torino

Rinnovo veicoli adibiti al Trasporto Pubblico Locale (TPL)

Introduzione della Congestion Charge

Low Emission Zone

Promozione del Telelavoro e dello smart working e dematerializzazione dei rapporti cittadino - PA

Promozione della mobilità ciclistica

Promozione della mobilità elettrica e del car sharing

Sistemi di Trasporto intelligenti (ITS)

Mobility Management

Estensione delle Zone a Traffico Limitato (ZTL) e delle aree pedonali

Logistica in ambito urbano

Piano Urbano della Mobilità sostenibile

Ticketing & fidelizzazione utenza

Adozione e integrazione di criteri ambientali nella ripartizione dei fondi destinati al TPL

Gestione delle tariffe dei parcheggi

Limitazione alla circolazione e all’uso dei mezzi off-road

ENERGIA

Incentivazione dello stoccaggio di energia negli invasi alpini

Riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici pubblici

Riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici privati

Sviluppo del teleriscaldamento efficiente

Riqualificazione ed efficientamento energetico degli impianti termici

Regolamentazione dell’utilizzo delle biomasse per climatizzazione ambienti e produzione di acqua calda sanitaria

Promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili che non prevedano il ricorso a processi di combustione

Promozione della produzione di energia da fonte rinnovabile nell’edilizia

Informazione e formazione sui temi del risparmio energetico e dell’uso di fonti rinnovabili in edilizia

INDUSTRIA

Applicazione delle BAT (Best Available Techniques) ai processi produttivi – Aziende soggette ad AIA

Applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili ai processi produttivi: autorizzazioni alle emissioni in atmosfera

Riqualificazione ed efficientamento energetico dei processi produttivi (audit energetico)

Riduzione delle emissioni di Composti Organici Volatili COV

Riduzione alle emissioni diffuse di polveri: cantieri, off-road









AGRICOLTURA

Sostegno ad investimenti per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera

Sostegno all’apporto di matrici organiche in sostituzione della concimazione minerale

Sostegno all’adozione di tecniche agronomiche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera

Riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera dal comparto zootecnico

Limitazione della combustione dei residui colturali in campo

Rinnovo del parco macchine off-road

RIQUALIFICAZIONE URBANA Sostituzione edilizia degli edifici

Attività forestali compensative urbane

COMUNICAZIONE Informazione sulla qualità dell’aria e sui rischi per la salute umana
Promozione di campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza
Attivazione di progetti formativi ed educativi sulle buone pratiche per la cittadinanza attraverso il mondo scolastico, il mondo del lavoro, il terzo settore
Promozione della partecipazione attiva del cittadino e definizione di strumenti per la gestione dei conflitti ambientali



Nell'ottavo capitolo sono conseguentemente descritti gli scenari di piano. Le misure di Piano sono state reinterpretate - ai fini della predisposizione dello scenario di Piano - in termini di scenario emissivo, individuandone ambiti d’intervento (comparti emissivi coinvolti), efficacia (percentuale di riduzione dei diversi inquinanti), grado di penetrazione (diffusione nell’ambito del comparto emissivo coinvolto). Gli effetti delle misure sulle varie sorgenti emissive sono stati considerati cumulativamente, ovvero - definita una scala di priorità delle misure - le riduzioni emissive associate a ciascun intervento sono state applicate, per lo stesso comparto e per lo stesso inquinante, alla quota di emissioni restante dopo l’applicazione dell’intervento precedente. L’applicazione del Piano prevede una consistente e diffusa riduzione delle concentrazioni degli inquinanti, che si collocano ampiamente al di sotto dei valori limite previsti dalla normativa; fanno eccezione alcune aree dell’Agglomerato di Torino, nelle quali il valore medio annuale del biossido di azoto si attesta tra la soglia di valutazione superiore e il valore limite. Gli effetti sulla qualità dell’aria derivanti dall’applicazione delle misure di Piano, finalizzate a ricondurre le aree ancora critiche nello scenario tendenziale 2030 a livelli di inquinamento inferiori ai valori limite e illustrati nel dettaglio nel capitolo 8, portano a concludere che, per la situazione dello scenario di Piano al 2030, si registra un generale rispetto dei valori limite per gli inquinanti particolato PM10, particolato PM2,5 e biossido di azoto (NO2) su tutti comuni della regione.

Il tema dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute è stato sviluppato nel nono capitolo. Nel capitolo, in particolare, si illustrano i contenuti ed i risultati del progetto “VIIAS, Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute”, e del progetto LIFE MED HISS. La metodologia adottata per il progetto VIIAS, unitamente ai risultati del progetto LIFE MED HISS, sono stati utilizzati per valutare lo scenario di piano al 2030, rispetto all’attuale situazione. Gli indicatori ottenuti mostrano un sensibile miglioramento del rischio da esposizione. Nel corso degli anni tali indicatori saranno ricalcolati in funzione dei reali progressi sulla qualità dell’aria avvenuti attraverso l’applicazione delle misure proposte nel PRQA.

Infine nel decimo capitolo si definiscono gli strumenti per il Monitoraggio del PRQA e la comunicazione delle informazioni ambientali.

I piani stralcio per l’attuazione del PRQA

L’articolo 6 della legge regionale 43/2000 stabilisce che il PRQA può articolarsi in “piani stralcio o parti di piano”. I Piani Stralcio sono provvedimenti approvati dal Consiglio regionale che stabiliscono, per gli specifici ambiti di intervento previsti nel PRQA (agricoltura, energia, industria, riqualificazione urbana, trasporti, comunicazione), le prescrizioni e le indicazioni, prevalentemente di carattere tecnico, nonché gli obblighi, i divieti e gli eventuali finanziamenti, necessari ad implementare le misure individuate nel Piano ai fini di raggiungere le riduzioni emissive necessarie a rientrare nei limiti stabiliti dalle norme.
I Piani stralcio dovranno essere elaborati con le strutture regionali competenti nella materia trattata (agricoltura, energia, industria, trasporti, comunicazione) avvalendosi del supporto di un Nucleo Tecnico e coinvolgendo gli enti locali interessati.
Il Nucleo verrà incardinato nell’ambito del gruppo di lavoro per la Strategia regionale sul Cambiamento climatico, e sarà indicativamente composto, oltre che dalla Direzione Ambiente, anche da rappresentanti del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale e delle Direzioni regionali Sanità; Coesione sociale; Opere pubbliche, Difesa del Suolo, Montagna, Foreste, Protezione civile, Trasporti e Logistica; Agricoltura; Competitività del Sistema regionale; Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport.
Il Nucleo Tecnico potrà altresì consultare gli stakeholder, individuati sulla base delle specifiche tematiche trattate. 

In particolare dovranno essere elaborati i Piani Stralcio inerenti:

  • la regolamentazione all’uso della biomassa per la climatizzazione ambientale e la produzione di acqua calda sanitaria;
  • l’ambito dell’agricoltura, inerente le attività per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera;
  • l’ambito industria, al fine di confermare l’attività già avviata negli anni pregressi sul territorio regionale;
  • l’ambito energia;
  • misure nell’ambito trasporti finalizzate a ridurre la necessità di spostamento motorizzato ed i km percorsi (logistica in ambito urbano, Smartworking e telelavoro, mobility management)
  • misure nell’ambito trasporti finalizzate a trasferire quote di mobilità verso modalità più sostenibili (sviluppo TPL, promozione di mobilità ciclistica ed alternativa, estensione ZTL ed aree pedonali, PUMS);
  • misure nell’ambito trasporti finalizzate a migliorare l’efficienza di veicoli e infrastrutture (miglioramento del TPL, miglioramento parco mezzi off-road, sviluppo ITS, promozione della mobilità elettrica e del car sharing);
  • un piano di comunicazione finalizzato all’informazione sulla qualità dell’aria e rischi sulla salute, sensibilizzazione degli stakeholder, attività formative.

Con la determinazione dirigenziale n. A10 86 del 19.03.2020 della Direzione della Giunta Regionale è stato istituito il gruppo di lavoro interdirezionale “Qualità dell’aria”, con il compito di fornire gli apporti, gli strumenti e le specifiche conoscenze correlati alle competenze istituzionali delle diverse strutture regionali utili alla redazione dei Piani stralcio, attuativi del Piano regionale di qualità dell’aria (PRQA). Tale strumento rappresenta formalmente l’avvio dei lavori per l’elaborazione dei piani stralcio, anche se alcune attività sono state già avviate in via propedeutica.

In particolare i piani stralcio sulle misure dei trasporti, essendo sono considerate un unicum con i piani di settore previsti dal piano strategico regionale della mobilità e dei trasporti (PRMT)  e grazie anche alla simultaneità della pianificazione con il PRQA, nonchè alla stretta interconnessione degli obiettivi dei due piani regionali, sono in corso di elaborazione.

Relativamente al Piano stralcio sulla regolamentazione all’uso della biomassa sono in corso gli approfondimenti necessari per la predisposizione della documentazione tecnica. Nel corso del 2020 è stata avviata una collaborazione con il Politecnico di Torino per approfondire lo stato di conoscenza del parco generatori di calore a biomassa sul territorio regionale

A fine 2020 sono state avviate alcune attività di reperimento delle informazioni utili  agli approfondimenti sul piano stralcio agricoltura, con particolare riferimento al peso della combustione dei residui vegetali in agricoltura (per l’inquinante PM10) ed alle attività di gestione dei reflui zootecnici (per l’inquinante NH3).

Il modello RIAT+ e la Progettazione Europea

Il modello RIAT+ è uno strumento di supporto alle decisioni (DSS “Decision Support System”): sviluppato nell’ambito del Progetto Europeo Life+ OPERA, è stato progettato per aiutare i decisori regionali nella individuazione delle misure ottimali di riduzione delle emissioni ai fini del miglioramento della qualità dell’aria.


Il modello RIAT+ è stato anche applicato all’interno del progetto Alcotra CLIMAERA.
Uno degli obiettivi del progetto è quello di fornire alle autorità locali strumenti che permettano di stabilire politiche sostenibili sia dal punto di vista della qualità dell’aria sia da quello dei cambiamenti climatici: nell’ambito del progetto CLIMAERA il modello RIAT+ è stato implementato con nuove funzionalità. La nuova versione di RIAT+, essendo in grado di stimare le emissioni di gas serra associate alle differenti strategie di riduzione dell’inquinamento atmosferico selezionate, è in grado di identificare le misure win-win con duplice effetto su clima e qualità dell’aria,
Per risultare applicabile sui diversi territori Alcotra il modello è stato “addestrato” dai partner di progetto (Regione Liguria, Arpa Piemonte, Arpa Valle d’Aosta, AtmoSud per la regione PACA, Atmo-Aura per la regione Auvergne Rhône-Alpes) sulle specifiche situazioni emissive e meteoclimatiche regionali.
Nel caso del Piemonte l’addestramento ha richiesto 22 simulazioni modellistiche emissive e meteodispersive annuali con dettaglio orario: al termine delle simulazioni è stato avviato il processo di individuazione – per ogni cella del dominio di calcolo - di funzioni S/R in grado di replicare i risultati della serie di simulazioni effettuate con il modello deterministico.
Il modello S/R identificato consente di correlare le matrici di emissione (emissioni annuali spazializzate su griglia di calcolo) con le matrici di concentrazione (indicatori di qualità dell’aria sulla stessa griglia di calcolo) per una rapida valutazione dei potenziali miglioramenti della qualità dell’aria derivanti da misure di riduzione delle emissioni (es. misure di Piano), a supporto della pianificazione regionale e in previsione di quanto richiesto dalla normativa comunitaria in ambito IPR.

Il modello RIAT+ verrà inoltre applicato all’interno del progetto Integrato LIFE+ prepAIR.

L’implementazione del sistema di sostegno decisionale RIAT+ nel Bacino del Po, che rappresenta un’area particolarmente critica per la qualità dell’aria, rappresenta l’obiettivo di una specifica Azione del progetto prepAIR. RIAT+ sarà applicato all’interno del progetto con lo scopo di valutare le misure previste all’interno dei Piani regionali e dell’Accordo di Bacino.

PROPOSTA DI NUOVA DIRETTIVA SULLA QUALITÀ DELL’ARIA

Lo scorso 26 ottobre è stata pubblicata dalla Commissione Europea una proposta di nuova direttiva sulla qualità dell’aria dal titolo: “Proposal for a directive of the European Parliament and of the Council on ambient air quality and cleaner air for Europe”.
Con questa proposta è stato avviato il processo che porterà, verosimilmente nell’arco di un paio di anni, alla pubblicazione della nuova direttiva sulla qualità dell’aria, che sostituirà e unificherà quelle attualmente in vigore (la direttiva 2008/50/EC e la 2004/107/EC).
L’obiettivo della proposta di direttiva è quella di contribuire alla realizzazione del Piano d’azione per l’inquinamento zero: ridurre entro il 2050 l’inquinamento atmosferico a livelli non più considerati dannosi per la salute umana e gli ecosistemi naturali.
Per raggiungere gli obiettivi a lungo termine sono stati posti degli obiettivi intermedi: questi prevedono la riduzione entro il 2030 di almeno il 55% (rispetto al 2005) degli impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico (quantificati in termini di riduzione dei decessi prematuri attribuibili all’esposizione) e del 25% di quelli sugli ecosistemi, obiettivi che potranno essere perseguiti solo se si ridurranno ancora significativamente le emissioni dei principali inquinanti.
Gli standard di qualità dell’aria proposti dalla Commissione europea fanno riferimento alle linee guida pubblicate dall’OMS nel 2021, pur rimanendo, in particolare per alcuni parametri, parzialmente superiori agli “air quality guideline level”. A differenza della precedente versione, vengono introdotti valori limite per gli inquinanti atmosferici rispetto ai quali la direttiva 2008/50/CE definiva solo valori obiettivo (arsenico, nichel, cadmio e benzo(a)pirene contenuti nella frazione PM10 del particolato atmosferico). Viene in aggiunta prevista una nuova disposizione che impone una riduzione progressiva nel tempo dell’esposizione media della popolazione al PM2,5 e al biossido di azoto verso i livelli raccomandati dall’OMS. Sono inoltre introdotte anche delle soglie di allerta per l’esposizione a breve termine a livelli particolarmente alti di PM10 e PM2,5, in aggiunta alle soglie di allerta già esistenti per il biossido di azoto e il biossido di zolfo.
Per quanto riguarda la valutazione della qualità dell’aria, viene richiesto agli Stati membri di istituire “supersiti” ovvero punti di misura dove, accanto agli inquinanti già monitorati nella rete di monitoraggio, si monitora la composizione chimica del particolato, la distribuzione dimensionale e la concentrazione in numero delle particelle ultrafini, del black carbon, del potenziale ossidativo del materiale particolato, la concentrazione di ammoniaca e di numerosi idrocarburi policiclici aromatici.
L’obiettivo che viene prefisso agli Stati Membri è di mettere in campo le misure necessarie per ridurre l’inquinamento atmosferico al di sotto dei limiti proposti, o almeno di ridurre al minimo il periodo di superamento, con la prospettiva di raggiungere il loro rispetto entro il 2030. I piani dovranno, inoltre, essere monitorati costantemente per verificarne l’effettiva applicazione ed aggiornati regolarmente nel caso in cui per tre anni consecutivi si continui a superare i limiti.
La proposta di direttiva prevede la possibilità di posticipare il termine per il raggiungimento dei limiti nel caso in cui, in una determinata zona, le caratteristiche di dispersione sito-specifiche, le condizioni orografiche, le condizioni climatiche sfavorevoli o i contributi transfrontalieri, ostacolino, a parità di riduzione delle emissioni, il rispetto dei nuovi limiti. Ogni Stato membro potrà posticipare tali termini una sola volta per un massimo di 5 anni per quella specifica zona, a condizione che vengano dimostrate oggettivamente le condizioni che determinano tale situazione e siano comunque stati messi in atto i piani di risanamento. I piani per la qualità dell’aria definiti dagli Stati Membri dovranno anche analizzare il rischio di superamento delle soglie di allerta e prevedere una maggiore integrazione dei piani d’azione a breve termine – necessari per far fronte al superamento delle soglie di allerta – con i piani d’azione a più lungo termine.
Gli Stati membri dovranno curare anche particolarmente l’informazione al pubblico; ad esempio è richiesto che sia implementato un indice di qualità dell’aria omogeneo a livello europeo e relativo al biossido di zolfo, al biossido di azoto, al PM10 e PM2,5 e all’ozono. Le informazioni relative ai livelli dovranno essere diffuse al pubblico, analogamente a quanto già avviene a livello europeo.