Il modello DPSIR

Introduzione

Sul sito della relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte si può trovare un'ampia varietà di indicatori ambientali che informano sulle tendenze dello stato dell'ambiente e monitorano i progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi della politica ambientale.

Gli indicatori ambientali sono diventati consueti nel dibattito sui temi ambientali e indispensabili per i responsabili politici nella costruzione delle politiche ambientali.

Per comprendere il significato e l’uso corretto degli indicatori ambientali è necessario strutturare e analizzare gli indicatori e le interconnessioni ambiente/società a cui fanno spesso riferimento.

Perché abbiamo bisogno di indicatori?

La comunicazione è la funzione principale degli indicatori: essi dovrebbero consentire o promuovere lo scambio di informazioni sul problema che descrivono.

La temperatura corporea è un esempio di indicatore che usiamo regolarmente, esso fornisce informazioni critiche sulla nostra condizione fisica; allo stesso modo gli indicatori ambientali forniscono informazioni sui fenomeni che sono considerato tipici e/o critici per la qualità ambientale. L’abbondanza di una specie di uccelli in una certa area e il volume totale di sostanze emesse dall'industria in un certo periodo di tempo sono solo due dei numerosi indicatori che consentono la comunicazione in materia ambientale problemi.

La comunicazione richiede semplicità, infatti gli indicatori rendono comprensibili realtà complesse e si concentrano solo su alcuni aspetti che vengono presi in considerazione e per i quali sono disponibili dati. Il loro significato va però oltre quello ottenuto direttamente dalle proprietà osservate; ad esempio, il numero di uccelli di una certa specie in una certa area può essere soddisfacente di per sé ma può essere più significativo confrontare il numero in quest'area specifica con l'abbondanza in un'area simile, ma meno disturbata. In questo caso l’informazione che viene comunicata è la qualità ambientale in quella specifica area in quanto più o meno adatta ad ospitare una carta specie animale. Gli indicatori ambientali sono utilizzati quindi per comunicare aspetti considerati critici o tipici per la complessa interrelazione tra specie viventi, componenti abiotiche del sistema ambientale e attività umane.

In relazione all'elaborazione delle politiche, ovvero le regole che indirizzano o vincolano le attività di una società, gli indicatori ambientali sono utilizzati per tre scopi principali:
  1. fornire informazioni sui problemi ambientali, al fine di consentire ai decisori politici, governi e assemblee elettive, di valutare la loro importanza;
  2. sostenere lo sviluppo delle politiche e la definizione delle priorità, individuando i principali fattori che esercitano pressione sull'ambiente mettendolo a rischio o causando direttamente impatti;
  3. monitorare gli effetti delle risposte per limitare le pressioni, diminuire i rischi o rimediare agli impatti.
Inoltre, gli indicatori ambientali possono essere utilizzati come un potente strumento per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle questioni ambientali. Fornire informazioni su quali siano i fattori che generano pressione sull’ambiente, gli impatti e le misure di risposta, è una strategia comune per rafforzare il sostegno pubblico alle politiche di tutela dell’ambiente.

Classificazione degli indicatori ambientali

L’Agenzia Europea per l’Ambiente utilizza a questo scopo lo schema DPSIR (Driving forces, Pressure, State, Impact, Response ovvero Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti e Risposte) nelle sue attività di reporting.
La maggior parte degli indicatori ambientali in uso riguarda fisici, biologici o chimici e riflettono la visione delle relazioni tra il sistema ambientale e il sistema umano rappresentato in Figura 1.


Figura 1 Il modello DPSIR per l’analisi delle questioni ambientali


Secondo tale modello, gli sviluppi di natura economica e sociale (Determinanti) esercitano Pressioni che producono alterazioni sulla qualità e quantità (Stato) dell’ambiente e delle risorse naturali; l’alterazione delle condizioni ambientali determina degli Impatti sulla salute umana, sugli ecosistemi e sull’economia, che richiedono Risposte da parte della società.

Gli indicatori utilizzati per descrivere ciascuna fase del modello sono così definiti:
  • Indicatori di Determinanti: individuano gli sviluppi sociali, demografici ed economici nella società, gli stili di vita, i livelli di consumo e di produzione complessivi, la presenza di impianti, strutture ed infrastrutture, i determinanti esplicano pressione sull’ambiente;
  • Indicatori di Pressione: misurano le emissioni di sostanze, di agenti fisici e biologici, l’uso delle risorse e l’uso del terreno. Le pressioni esercitate dalla società sono trasportate o trasformate in una quantità di processi naturali fino a manifestarsi con cambiamenti delle condizioni ambientali;
  • Indicatori di Stato: danno una descrizione quantitativa e qualitativa della situazione fisica (come ad esempio la temperatura), biologica (come la quantità di pesci in uno specchio d’acqua), e chimica (ad esempio la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera) dell’ambiente in una certa area. Gli indicatori di stato possono, ad esempio, descrivere lo stato delle foreste e della natura presente, la concentrazione di fosforo e zolfo in un lago oppure il livello di rumore nelle vicinanze di un aeroporto;
  • Indicatori di Impatto: a causa delle pressioni sull’ambiente lo stato dell’ambiente cambia, l’impatto è dunque un cambiamento – positivo o negativo - della situazione ambientale o delle funzioni sociali ed economiche forniti dall’ambiente, quali la fornitura di adeguate condizioni di salute o la disponibilità di risorse e la biodiversità;
  • Indicatori di Risposta: danno conto delle azioni previste o attuate da gruppi sociali, individui o - più comunemente dai governi per evitare, compensare, mitigare o adattarsi ai cambiamenti indesiderati (impatti negativi) dello stato dell’ambiente. Alcune di queste risposte si connotano come limiti e divieti, altre come regolamenti e controlli o ancora come incentivi economici o non economici. Altre risposte hanno come obiettivo quello di elevare l’efficienza dei processi e la qualità dei prodotti attraverso la ricerca e lo sviluppo di tecnologie pulite.

Le azioni di risposta possono avere una ricaduta diretta su qualsiasi elemento del sistema:
  • determinanti, attraverso interventi strutturali, incentivi e disincentivi;
  • sulle pressioni, attraverso regolamenti, divieti, prescrizioni, limiti e controlli;
  • sullo stato, attraverso azioni di bonifica;
  • sugli impatti, attraverso mitigazioni e compensazioni del danno.

In senso più generale, i vari elementi del modello costituiscono i nodi di un percorso circolare di politica ambientale che comprende la percezione dei problemi, la formulazione dei provvedimenti politici, il monitoraggio dell’ambiente e la valutazione dell’efficacia dei provvedimenti adottati.

Nel modello DPSIR esiste una relazione di tipo causa-effetto tra le diverse categorie ma le risposte che la società predispone possono agire indipendentemente sui fattori che generano l’impatto, sulle pressioni, sullo stato dell’ambiente e sugli impatti, producendo un effetto retroattivo, possibilmente positivo.

L’organizzazione degli indicatori e delle pagine della Relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte

Nella Relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte si è adottato uno schema semplificato del modello DPSIR adottato dalla Agenzia Europea dell’Ambiente, condensando i determinanti e le pressioni nella categoria dei fattori e non dando conto delle relazioni complesse di causa-effetto che richiedono approfondimenti che vanno oltre lo scopo del lavoro, come illustrato nella Figura 2.

Figura 2 Il modello DPSIR e le relazioni tra i suoi elementi


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