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L’Economia circolare e la gestione dei rifiuti
Le azioni regionali
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RIFIUTI
L’Economia circolare e la gestione dei rifiuti
Gli attuali sistemi di produzione e di consumo generano molti rifiuti e, assieme alla domanda crescente di beni e servizi e all’esaurimento delle risorse, contribuiscono ad aumentare i costi delle materie prime e dell’energia, generando ancora più inquinamento e rifiuti, aumentando le emissioni globali di gas a effetto serra e causando il degrado del suolo, deforestazione e la perdita di biodiversità.
La transizione verso Economia Circolare sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti. Quel che normalmente si considera come “rifiuto” può essere trasformato in una risorsa.
L’economia circolare, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. Nell’economia lineare, invece, terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica a riprendere continuamente lo stesso schema: estrazione, produzione, consumo, smaltimento.
L’economia circolare prevede la progettazione dall’inizio di un sistema più virtuoso rispetto a quello che regola l’economia lineare: prevede innanzitutto che vengano utilizzate in modo massiccio le fonti di energia rinnovabile (elemento centrale della sostenibilità) e che ci sia un grande passaggio di informazioni tra i diversi soggetti economici. Serve anche una forte capacità di innovazione e prodotti disegnati in maniera efficiente, che durino nel tempo e che nella loro interezza o nelle loro singole parti possano essere riutilizzabili o comunque riciclabili. Ad esempio: le bottiglie dovrebbero essere fatte in modo da rendere più semplice il riutilizzo, piuttosto che il riciclo. Un telefono cellulare dovrebbe essere costruito in modo da rendere semplice ed economico riciclarne i pezzi e recuperarne i materiali rari. Questi prodotti dovrebbero inoltre avere dei prezzi accessibili per il consumatore.
Tutto questo potrebbe portare con sé la fine di uno dei meccanismi su cui si basa l’economia lineare (l’obsolescenza programmata dei prodotti) e potrebbe introdurre anche una serie di cambiamenti a livello culturale.
È proprio in questo contesto che la Commissione europea, con Comunicazione COM (2014) 398 del 2 luglio 2014 “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”, i cui contenuti sono stati ripresi dal Consiglio UE con risoluzione del 9 luglio 2015 sull’efficienza delle risorse e verso un’economia circolare, si impegna affinché, relativamente ai rifiuti, sia rivista la normativa prevedendo la definizione di obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti “urbani, commerciali ed industriali” entro il 2025, un aumento degli obiettivi di riciclaggio per i rifiuti urbani e per i rifiuti di imballaggio, stimolare i mercati dei materiali riciclati derivanti dai rifiuti di costruzione e demolizione, una riduzione della produzione di rifiuti alimentari anche nella fase della produzione e distribuzione delle materie prime, la limitazione dell’incenerimento (anche se con recupero di energia) ai soli rifiuti non riciclabili e non biodegradabili entro il 2020, il divieto di smaltimento in discarica di rifiuti riciclabili ed una riduzione vincolante e graduale di tutti i tipi di smaltimento in discarica fino al divieto completo nel 2030, ad eccezione di determinati rifiuti pericolosi e rifiuti residuali per i quali la discarica rappresenta lo smaltimento più ecologico.
Da ultimo la Commissione UE con la Comunicazione COM (2015) 614 del 2 dicembre 2015 “L'anello mancante - Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare” ha individuato le misure che saranno attuate per i diversi settori (produzione, consumo, gestione dei rifiuti, mercato delle materie prime secondarie, materie prime essenziali, costruzione e demolizione, biomassa e biomateriali, innovazione ed investimenti ed azioni specifiche per la plastica e per i rifiuti alimentari).
In merito alla gestione dei rifiuti, in particolare, le misure che l’UE mette in campo sono relative alla revisione della legislazione (proposte di modifica delle direttive presentate a dicembre 2015), intensificare la cooperazione con gli Stati membri per una migliore attuazione della legislazione UE sui rifiuti e la lotta alla spedizione illecita dei veicoli fuori uso, migliorare il rispetto del regolamento riveduto sulla spedizione di rifiuti, promuovere la certificazione volontaria degli impianti di trattamento dei principali flussi di rifiuti/materiali riciclati, iniziativa sulla trasformazione dei rifiuti in energia nell’ambito dell’Unione dell’energia, individuare e diffondere le migliori prassi in materia di raccolta dei rifiuti.
Consulta Il recente rapporto “Circular economy in Europe- Developing the knowledge base” dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA).
La transizione verso Economia Circolare sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti. Quel che normalmente si considera come “rifiuto” può essere trasformato in una risorsa.
L’economia circolare, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. Nell’economia lineare, invece, terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica a riprendere continuamente lo stesso schema: estrazione, produzione, consumo, smaltimento.
L’economia circolare prevede la progettazione dall’inizio di un sistema più virtuoso rispetto a quello che regola l’economia lineare: prevede innanzitutto che vengano utilizzate in modo massiccio le fonti di energia rinnovabile (elemento centrale della sostenibilità) e che ci sia un grande passaggio di informazioni tra i diversi soggetti economici. Serve anche una forte capacità di innovazione e prodotti disegnati in maniera efficiente, che durino nel tempo e che nella loro interezza o nelle loro singole parti possano essere riutilizzabili o comunque riciclabili. Ad esempio: le bottiglie dovrebbero essere fatte in modo da rendere più semplice il riutilizzo, piuttosto che il riciclo. Un telefono cellulare dovrebbe essere costruito in modo da rendere semplice ed economico riciclarne i pezzi e recuperarne i materiali rari. Questi prodotti dovrebbero inoltre avere dei prezzi accessibili per il consumatore.
Tutto questo potrebbe portare con sé la fine di uno dei meccanismi su cui si basa l’economia lineare (l’obsolescenza programmata dei prodotti) e potrebbe introdurre anche una serie di cambiamenti a livello culturale.
È proprio in questo contesto che la Commissione europea, con Comunicazione COM (2014) 398 del 2 luglio 2014 “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”, i cui contenuti sono stati ripresi dal Consiglio UE con risoluzione del 9 luglio 2015 sull’efficienza delle risorse e verso un’economia circolare, si impegna affinché, relativamente ai rifiuti, sia rivista la normativa prevedendo la definizione di obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti “urbani, commerciali ed industriali” entro il 2025, un aumento degli obiettivi di riciclaggio per i rifiuti urbani e per i rifiuti di imballaggio, stimolare i mercati dei materiali riciclati derivanti dai rifiuti di costruzione e demolizione, una riduzione della produzione di rifiuti alimentari anche nella fase della produzione e distribuzione delle materie prime, la limitazione dell’incenerimento (anche se con recupero di energia) ai soli rifiuti non riciclabili e non biodegradabili entro il 2020, il divieto di smaltimento in discarica di rifiuti riciclabili ed una riduzione vincolante e graduale di tutti i tipi di smaltimento in discarica fino al divieto completo nel 2030, ad eccezione di determinati rifiuti pericolosi e rifiuti residuali per i quali la discarica rappresenta lo smaltimento più ecologico.
Da ultimo la Commissione UE con la Comunicazione COM (2015) 614 del 2 dicembre 2015 “L'anello mancante - Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare” ha individuato le misure che saranno attuate per i diversi settori (produzione, consumo, gestione dei rifiuti, mercato delle materie prime secondarie, materie prime essenziali, costruzione e demolizione, biomassa e biomateriali, innovazione ed investimenti ed azioni specifiche per la plastica e per i rifiuti alimentari).
In merito alla gestione dei rifiuti, in particolare, le misure che l’UE mette in campo sono relative alla revisione della legislazione (proposte di modifica delle direttive presentate a dicembre 2015), intensificare la cooperazione con gli Stati membri per una migliore attuazione della legislazione UE sui rifiuti e la lotta alla spedizione illecita dei veicoli fuori uso, migliorare il rispetto del regolamento riveduto sulla spedizione di rifiuti, promuovere la certificazione volontaria degli impianti di trattamento dei principali flussi di rifiuti/materiali riciclati, iniziativa sulla trasformazione dei rifiuti in energia nell’ambito dell’Unione dell’energia, individuare e diffondere le migliori prassi in materia di raccolta dei rifiuti.
Consulta Il recente rapporto “Circular economy in Europe- Developing the knowledge base” dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA).
Le azioni regionali
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione – anni 2015-2020
Il Consiglio Regionale, con deliberazione n. 140-14161 del 19 aprile 2016, ha approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione.
Il Piano è uno strumento di pianificazione con ambiziosi obiettivi in termini di sostenibilità e promozione di una cultura ambientale improntata alla riduzione dei rifiuti, al riuso di beni a fine vita e al riciclaggio. I principali contenuti del Piano regionale sono l’autosufficienza regionale nella gestione del rifiuto urbano non destinato alle operazioni di riciclaggio e recupero, la riduzione della produzione dei rifiuti e dalla raccolta differenziata di qualità finalizzata a produrre sostanze che potranno essere utilizzate in alternativa alle materie prime.
Con il Piano la Regione fa propri i principi elaborati a livello europeo e recepiti nella norma nazionale ponendo particolare attenzione nel favorire le azioni tendenti a far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta quindi massimizzando, nell’ordine, la riduzione dei rifiuti, il riuso dei beni a fine vita, il riciclaggio, privilegiando - nei limiti della sostenibilità economica e sociale - il recupero di materia rispetto al recupero di energia e minimizzando, in modo sostanziale, lo smaltimento in discarica.
La programmazione regionale al 2020, si pone pertanto i seguenti principali obiettivi:
È prevista la valorizzazione energetica dei rifiuti indifferenziati residuali o direttamente nell’impianto di termovalorizzazione di Torino o previa produzione di Combustibile Solido Secondario da inviare a coincenerimento in parte al cementificio di Robilante e in parte in impianti fuori regione.
Non è prevista la realizzazione di nuovi impianti di valorizzazione energetica dei rifiuti urbani e dei rifiuti derivanti dal loro trattamento, né di nuovi impianti per il trattamento meccanico biologico del rifiuto indifferenziato. Anche per il fabbisogno di trattamento non soddisfatto della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata, il Piano promuove la valorizzazione dell’impiantistica già esistente, privilegiando potenziamenti o ristrutturazioni funzionali alla realizzazione di sistemi integrati di digestione anaerobica seguita dal trattamento aerobico.
Lo smaltimento in discarica è riservato esclusivamente a scarti e sovvalli derivanti dal trattamento dei rifiuti, scorie e ceneri non pericolose provenienti dalla termovalorizzazione del rifiuto indifferenziato residuale. Anche in questo caso il Piano prevede di valutare prioritariamente la possibilità di ampliamento/potenziamento delle discariche ancora operative al 2020 anziché la realizzazione di nuovi impianti.
Il Piano infine delinea gli indirizzi programmatici di medio e lungo termine (2025 e 2030), in linea con le proposte di attuazione dei principi dell’economia circolare in discussione a livello europeo. La Regione vuole fin da ora orientare le proprie scelte e quelle delle amministrazioni e dei soggetti cui compete il governo e l’organizzazione della gestione dei rifiuti urbani affinché si realizzi - al 2030 - un’ulteriore riduzione della produzione di rifiuti, portandola al di sotto dei 400 kg/ab; un aumento della raccolta differenziata, con una percentuale superiore al 75% e del tasso di riciclaggio, portandolo oltre il 65%; una riduzione del ricorso alla valorizzazione energetica dei rifiuti indifferenziati e della produzione di Combustibile solido secondario; una riduzione del conferimento complessivo dei rifiuti urbani e dei rifiuti derivanti dal loro trattamento in discarica, con una percentuale al di sotto del 10% della loro produzione complessiva.
Sul sito web della Regione Piemonte è possibile trovare le informazioni inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani, le azioni regionali, il Sistema Informativo Rifiuti, i rifiuti speciali e la normativa del settore.
Sul sito web DATI.Piemonte.it è possibile acquisire direttamente le informazioni inerenti la produzione dei rifiuti urbani effettuando un download dei dati (formato csv).
Il Piano è uno strumento di pianificazione con ambiziosi obiettivi in termini di sostenibilità e promozione di una cultura ambientale improntata alla riduzione dei rifiuti, al riuso di beni a fine vita e al riciclaggio. I principali contenuti del Piano regionale sono l’autosufficienza regionale nella gestione del rifiuto urbano non destinato alle operazioni di riciclaggio e recupero, la riduzione della produzione dei rifiuti e dalla raccolta differenziata di qualità finalizzata a produrre sostanze che potranno essere utilizzate in alternativa alle materie prime.
Con il Piano la Regione fa propri i principi elaborati a livello europeo e recepiti nella norma nazionale ponendo particolare attenzione nel favorire le azioni tendenti a far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta quindi massimizzando, nell’ordine, la riduzione dei rifiuti, il riuso dei beni a fine vita, il riciclaggio, privilegiando - nei limiti della sostenibilità economica e sociale - il recupero di materia rispetto al recupero di energia e minimizzando, in modo sostanziale, lo smaltimento in discarica.
La programmazione regionale al 2020, si pone pertanto i seguenti principali obiettivi:
- riduzione della produzione dei rifiuti a 455 kg/ab (a fronte di una stima di produzione al 2020 pari a 486 kg/ab);
- raccolta differenziata di almeno il 65% a livello di ciascun Ambito Territoriale Ottimale (la raccolta differenziata a livello regionale era pari a 52,5% nel 2013 e al 53,5% nel 2014)
- produzione pro capite annua di rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 159 kg (produzione media regionale pari a 212,6 kg/ab nel 2013 e 212,2 kg/ab nel 2014);
- raggiungimento di un tasso di riciclaggio pari ad almeno il 55% in termini di peso (50,1% nel 2013 e nel 2014);
- avvio a recupero energetico solo delle frazioni di rifiuto per le quali non è tecnicamente ed economicamente possibile il recupero di materia;
- in via prioritaria autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi a livello di Ambito Territoriale Ottimale; in ogni caso tale autosufficienza deve essere garantita a livello regionale;
- riduzione del conferimento in discarica dei Rifiuti Urbani Biodegradabili fino ad un loro azzeramento a partire dal 2020;
- abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili
- promozione del riuso.
- la riorganizzazione dei servizi di raccolta rifiuti finalizzata al passaggio da raccolta stradale a raccolta domiciliare almeno per i rifiuti urbani indifferenziati residuali, la frazione organica e rifiuti di carta e cartone.
- la diffusione della tariffazione puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani, individuata quale principale strumento di responsabilizzazione dei cittadini.
È prevista la valorizzazione energetica dei rifiuti indifferenziati residuali o direttamente nell’impianto di termovalorizzazione di Torino o previa produzione di Combustibile Solido Secondario da inviare a coincenerimento in parte al cementificio di Robilante e in parte in impianti fuori regione.
Non è prevista la realizzazione di nuovi impianti di valorizzazione energetica dei rifiuti urbani e dei rifiuti derivanti dal loro trattamento, né di nuovi impianti per il trattamento meccanico biologico del rifiuto indifferenziato. Anche per il fabbisogno di trattamento non soddisfatto della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata, il Piano promuove la valorizzazione dell’impiantistica già esistente, privilegiando potenziamenti o ristrutturazioni funzionali alla realizzazione di sistemi integrati di digestione anaerobica seguita dal trattamento aerobico.
Lo smaltimento in discarica è riservato esclusivamente a scarti e sovvalli derivanti dal trattamento dei rifiuti, scorie e ceneri non pericolose provenienti dalla termovalorizzazione del rifiuto indifferenziato residuale. Anche in questo caso il Piano prevede di valutare prioritariamente la possibilità di ampliamento/potenziamento delle discariche ancora operative al 2020 anziché la realizzazione di nuovi impianti.
Il Piano infine delinea gli indirizzi programmatici di medio e lungo termine (2025 e 2030), in linea con le proposte di attuazione dei principi dell’economia circolare in discussione a livello europeo. La Regione vuole fin da ora orientare le proprie scelte e quelle delle amministrazioni e dei soggetti cui compete il governo e l’organizzazione della gestione dei rifiuti urbani affinché si realizzi - al 2030 - un’ulteriore riduzione della produzione di rifiuti, portandola al di sotto dei 400 kg/ab; un aumento della raccolta differenziata, con una percentuale superiore al 75% e del tasso di riciclaggio, portandolo oltre il 65%; una riduzione del ricorso alla valorizzazione energetica dei rifiuti indifferenziati e della produzione di Combustibile solido secondario; una riduzione del conferimento complessivo dei rifiuti urbani e dei rifiuti derivanti dal loro trattamento in discarica, con una percentuale al di sotto del 10% della loro produzione complessiva.
Sul sito web della Regione Piemonte è possibile trovare le informazioni inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani, le azioni regionali, il Sistema Informativo Rifiuti, i rifiuti speciali e la normativa del settore.
Sul sito web DATI.Piemonte.it è possibile acquisire direttamente le informazioni inerenti la produzione dei rifiuti urbani effettuando un download dei dati (formato csv).
Progetto di Piano Regionale di gestione dei Rifiuti Speciali
La Giunta regionale, con deliberazione n. 29-2234 del 19 giugno 2015, ha approvato il documento di specificazione dei contenuti del Rapporto Ambientale del Piano Regionale di gestione dei Rifiuti Speciali, ai fini dell'avvio del processo di pianificazione in materia rifiuti e contestuale Valutazione Ambientale Strategica, ai sensi dell'art. 13 del d.lgs. 152/2006, attivando conseguentemente la procedura di VAS.
La fase di scoping si è conclusa con l’acquisizione del parere da parte dell’Organo Tecnico Regionale, la procedura per la presentazione in Giunta del Progetto di Piano Regione dei Rifiuti Speciali (PRRS), del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica e del Piano di Monitoraggio è attualmente in corso.
Gli obiettivi generali, individuati nella deliberazione n. 29-2234 del 19 giugno, che dovranno essere presi in considerazione nel Progetto di PRRS sono:
Per conseguire i suddetti obiettivi le possibili azioni, che saranno valutate all’interno del Piano regionale stesso, riguarderanno:
La fase di scoping si è conclusa con l’acquisizione del parere da parte dell’Organo Tecnico Regionale, la procedura per la presentazione in Giunta del Progetto di Piano Regione dei Rifiuti Speciali (PRRS), del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica e del Piano di Monitoraggio è attualmente in corso.
Gli obiettivi generali, individuati nella deliberazione n. 29-2234 del 19 giugno, che dovranno essere presi in considerazione nel Progetto di PRRS sono:
- ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti speciali;
- favorire il riciclaggio, ossia il recupero di materia;
- favorire le altre forme di recupero, in particolare il recupero di energia;
- minimizzare il ricorso alla discarica, in linea con la gerarchia dei rifiuti;
- garantire la sostenibilità ambientale ed economica del ciclo dei rifiuti, favorendo la realizzazione di un sistema impiantistico territoriale che consenta di ottemperare al principio di prossimità;
- promuovere, per quanto di competenza, lo sviluppo di una “green economy” regionale.
Per conseguire i suddetti obiettivi le possibili azioni, che saranno valutate all’interno del Piano regionale stesso, riguarderanno:
- la definizione di linee guida ed indirizzi operativi per la corretta gestione dei rifiuti derivanti da particolari comparti produttivi di interesse ovvero per la corretta gestione di specifiche tipologie di rifiuti;
- l’incentivazione di azioni d’informazione, formazione e sensibilizzazione;
- la promozione di accordi, anche settoriali, per incoraggiare le imprese a predisporre piani di prevenzione dei rifiuti ed intese, finalizzate a favorire lo scambio di informazioni sulla prevenzione dei rifiuti e dei prodotti a minor impatto ambientale;
- l’individuazione di misure atte a favorire la cooperazione tra le attività imprenditoriali locali, per incentivare ed implementare prassi innovative delle gestioni aziendali, finalizzate alla riduzione, al riciclo, al riutilizzo ed al recupero dei rifiuti;
- l’incentivazione, ove sostenibile dal punto di vista tecnico-economico ed ambientale, dello sviluppo di un’impiantistica in grado di rispondere ai fabbisogni di area, nel rispetto del principio di prossimità, consentendo il contenimento degli impatti ambientali legati al trasporto dei rifiuti e dei relativi rischi di incidenti e fornendo maggior sicurezza e affidabilità, relativamente al corretto conferimento e alla destinazione finale dei rifiuti prodotti;
- l’attuazione di misure atte alla semplificazione amministrativa a carico delle PMI, al fine di favorirne una maggiore competitività di mercato (processo di semplificazione amministrativa, agenda digitale 2014-2017, istanze digitali, AUA e AIA);
- la promozione dell’utilizzo di sistemi di gestione ambientale (quali EMAS e ISO 14001) e delle certificazioni ambientali dei prodotti (Ecolabel), da parte delle aziende.
Intesa istituzionale con la Provincia di Novara
Sottoscritto il 24 dicembre 2013 e con termine 30 giugno 2016, l’Accordo di programma tra la Regione Piemonte e la Provincia di Novara prevede la realizzazione o l’adeguamento di cinque centri di raccolta rifiuti (un nuovo centro di raccolta a Novara, adeguamento dei centri di raccolta di Borgo Ticino, Galliate, Grignasco e Sizzano) ed installazione di un impianto fotovoltaico sui tetti di due istituti scolastici di Novara.
Il contributo regionale per l’attuazione di quanto previsto dall’accordo ammonta a 1.050.000 Euro. Nel corso del 2015 sono stati realizzati gli interventi relativi ai centri di raccolta di Novara e Galliate, oggi già aperti ai cittadini. Sono inoltre stati avviati i lavori di adeguamento dei centri di raccolta di Sizzano e Grignasco, mentre nel mese di marzo 2016 sono state attivate le procedure di gara per la realizzazione dei lavori relativi al centro di raccolta di Borgo Ticino e per l’installazione dell’impianto fotovoltaico.
Il contributo regionale per l’attuazione di quanto previsto dall’accordo ammonta a 1.050.000 Euro. Nel corso del 2015 sono stati realizzati gli interventi relativi ai centri di raccolta di Novara e Galliate, oggi già aperti ai cittadini. Sono inoltre stati avviati i lavori di adeguamento dei centri di raccolta di Sizzano e Grignasco, mentre nel mese di marzo 2016 sono state attivate le procedure di gara per la realizzazione dei lavori relativi al centro di raccolta di Borgo Ticino e per l’installazione dell’impianto fotovoltaico.
Accordo di Programma per la progettazione delle opere di compensazione ambientale del termovalorizzatore del Gerbido
Nell’anno 2013 è stato sottoscritto dagli Enti pubblici interessati l’Accordo di programma per la revisione del precedente accordo del 21 novembre 2008 e per la realizzazione del secondo stralcio di interventi di compensazione ambientale. Tali interventi relativi al secondo stralcio sono in corso di realizzazione e saranno realizzati in parte con le risorse regionali, già impegnate nell’anno 2011 per euro 2.400.000,00, ed in parte con la somma maturata a titolo di compensazione da TRM (Trattamento Rifiuti Metropolitani) S.p.A.
Tale somma è stata destinata per euro 1.800.000,00 a favore della Provincia di Torino per la realizzazione di interventi di "Riqualificazione energetica e ambientale del complesso scolastico del Barrocchio" (euro 600.000) e per il "Primo lotto funzionale del movicentro del San Luigi di Orbassano della linea FM5 (ricadente nei Comuni di Orbassano, Beinasco, Rivalta, Grugliasco e Torino)" (euro 1.200.000,00) e per euro 600.000,00 a favore del Comune di Beinasco per la realizzazione di interventi di "Riqualificazione energetica e ambientale di edifici scolastici".
In merito all'intervento da realizzarsi nel Comune di Beinasco, nel mese di dicembre 2015 è stato trasmesso il contratto di appalto dei lavori ed è stata predisposta l'erogazione del 1^ acconto del finanziamento (euro 180.000,00).
Tale somma è stata destinata per euro 1.800.000,00 a favore della Provincia di Torino per la realizzazione di interventi di "Riqualificazione energetica e ambientale del complesso scolastico del Barrocchio" (euro 600.000) e per il "Primo lotto funzionale del movicentro del San Luigi di Orbassano della linea FM5 (ricadente nei Comuni di Orbassano, Beinasco, Rivalta, Grugliasco e Torino)" (euro 1.200.000,00) e per euro 600.000,00 a favore del Comune di Beinasco per la realizzazione di interventi di "Riqualificazione energetica e ambientale di edifici scolastici".
In merito all'intervento da realizzarsi nel Comune di Beinasco, nel mese di dicembre 2015 è stato trasmesso il contratto di appalto dei lavori ed è stata predisposta l'erogazione del 1^ acconto del finanziamento (euro 180.000,00).
Attività inerenti a situazioni emergenziali
A partire dall’ottobre 2014 la Regione Liguria ha beneficiato della collaborazione fattiva della Regione Piemonte nel contribuire ad affrontare la situazione emergenziale nella gestione dei rifiuti urbani causata dall’evento alluvionale svoltosi in quei giorni, cui ha fatto seguito la chiusura per frana della discarica di Genova Scarpino. I vari nulla osta della nostra Regione hanno consentito il recupero energetico e lo smaltimento dei rifiuti urbani provenienti dalla Città Metropolitana di Genova, per quantitativi che nel periodo ottobre 2014 - dicembre 2015 hanno fatto registrare 182.000 tonnellate di conferimenti nella nostra Regione. I conferimenti stanno proseguendo anche per l’anno in corso, e sono destinati a 7 impianti piemontesi che per caratteristiche e disponibilità sono in grado di offrire soluzioni di recupero energetico o di smaltimento compatibili con i dettami della programmazione regionale. Entro l’anno in corso è prevedibile che la discarica di Scarpino possa almeno in quota parte riprendere l’attività, determinando conseguentemente la fine o il drastico ridimensionamento dell’emergenza rifiuti ligure.
A partire dal luglio 2015 si è attivata una ulteriore collaborazione con la Regione Liguria riguardante la Provincia di Savona: in attesa che l’impianto di trattamento del rifiuto urbano indifferenziato venga attivato, parte del rifiuto urbano di tale Provincia viene avviato a stabilizzazione presso un impianto piemontese; dopo il trattamento di stabilizzazione aerobica tale rifiuto viene interamente rimandato alla Provincia di Savona. Questa attività ha riguardato nel corso dell’anno 2015 circa 18.500 tonnellate di rifiuti urbani, e sarà presumibilmente attiva ancora fino alla fine dell’anno in corso.
A partire dal luglio 2015 si è attivata una ulteriore collaborazione con la Regione Liguria riguardante la Provincia di Savona: in attesa che l’impianto di trattamento del rifiuto urbano indifferenziato venga attivato, parte del rifiuto urbano di tale Provincia viene avviato a stabilizzazione presso un impianto piemontese; dopo il trattamento di stabilizzazione aerobica tale rifiuto viene interamente rimandato alla Provincia di Savona. Questa attività ha riguardato nel corso dell’anno 2015 circa 18.500 tonnellate di rifiuti urbani, e sarà presumibilmente attiva ancora fino alla fine dell’anno in corso.
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Riciclo Garantito – Studio permanente per la verifica dell’effettivo recupero dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato
Nell’ambito delle attività relative alla proroga del protocollo d’intesa sottoscritto nell’agosto 2012 tra Regione Piemonte e CONAI, a dicembre 2015 è terminato il monitoraggio sui flussi dei rifiuti raccolti differenziatamente, in particolare carta, vetro, plastica, metallo, legno organico, verde, tessili, attraverso l’analisi dei MUD relativi ai rifiuti urbani e speciali e dei dati forniti dai Consorzi nazionali di filiera degli imballaggi.
Dei quantitativi monitorati per l’anno 2013, pari a 958.811 tonnellate di rifiuti differenziati, è stato verificato che ne sono stati avviati a recupero l’87%, pari a 834.433 tonnellate. Carta, vetro,
Dei quantitativi monitorati per l’anno 2013, pari a 958.811 tonnellate di rifiuti differenziati, è stato verificato che ne sono stati avviati a recupero l’87%, pari a 834.433 tonnellate. Carta, vetro,
legno, metallo e verde si attestano su percentuali di recupero superiori al 90%, i tessili al 89%, l’organico al 80% ed infine gli imballaggi in plastica, più complessi da differenziare, sono stati recuperati al 65%.
I dati relativi all’effettivo recupero delle raccolte differenziate piemontesi, sono disponibili sul sito web della Regione, dove è possibile consultare e scaricare una relazione e un pieghevole destinato ai cittadini.
I dati relativi all’effettivo recupero delle raccolte differenziate piemontesi, sono disponibili sul sito web della Regione, dove è possibile consultare e scaricare una relazione e un pieghevole destinato ai cittadini.
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HORIZON 2020 - PROGETTO SMART GROUND
Nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, la Giunta regionale, con deliberazione n. 11-1892 del 27 luglio 2015, ha approvato la partecipazione, in qualità di partner, al progetto SMART GROUND. Le direzioni coinvolte sono la Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio e Direzione Competitività del Sistema Regionale. Responsabile del progetto il direttore della Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio.
Oltre alla Regione Piemonte partecipano altri 13 soggetti, per la maggior parte di altre nazionalità (Ungheria, Finlandia, Gran Bretagna, Spagna). Il coodinamento scientifico è a cura dell’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra.
Il progetto, iniziato il 1 ottobre 2015, della durata di 30 mesi, ha l’intento di coinvolgere diversi soggetti, quali le società di gestione dei rifiuti, le istituzioni (centri di ricerca, università, PMI), i fornitori
Oltre alla Regione Piemonte partecipano altri 13 soggetti, per la maggior parte di altre nazionalità (Ungheria, Finlandia, Gran Bretagna, Spagna). Il coodinamento scientifico è a cura dell’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra.
Il progetto, iniziato il 1 ottobre 2015, della durata di 30 mesi, ha l’intento di coinvolgere diversi soggetti, quali le società di gestione dei rifiuti, le istituzioni (centri di ricerca, università, PMI), i fornitori
di tecnologia (networking, organismi di formazione e autorità pubbliche).
L’obiettivo principale è quello di migliorare la disponibilità e l’accesso delle informazioni relativamente alle materie prime secondarie, in un ottica di razionalizzazione dell’utilizzo delle stesse. Per fare questo il progetto intende integrare tutti i dati provenienti da database esistenti e da nuove informazioni recuperate in una singola banca dati europea; le principali informazioni riguardano le discariche per rifiuti e le discariche per rifiuti minerari.
La creazione di tale banca dati renderà possibile lo scambio di informazioni tra i vari soggetti interessati; migliorerà la raccolta dei dati sulle materie prime secondarie presenti in tali contesti, attraverso la definizione di nuovi e migliori metodi e standard di acquisizione dati; collaborerà con le altre attività in corso dell'UE.
L’obiettivo principale è quello di migliorare la disponibilità e l’accesso delle informazioni relativamente alle materie prime secondarie, in un ottica di razionalizzazione dell’utilizzo delle stesse. Per fare questo il progetto intende integrare tutti i dati provenienti da database esistenti e da nuove informazioni recuperate in una singola banca dati europea; le principali informazioni riguardano le discariche per rifiuti e le discariche per rifiuti minerari.
La creazione di tale banca dati renderà possibile lo scambio di informazioni tra i vari soggetti interessati; migliorerà la raccolta dei dati sulle materie prime secondarie presenti in tali contesti, attraverso la definizione di nuovi e migliori metodi e standard di acquisizione dati; collaborerà con le altre attività in corso dell'UE.
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IL RICICLAGGIO IN PIEMONTE
L’articolo 11 della direttiva 2008/98/CE, recepito dall’art. 181 del DLgs n. 152/06 stabilisce che entro il 2020 “la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di peso”.
Lo Stato italiano nel 2013 ha individuato la metodologia - fra le quattro proposte dalla decisione 2011/753/UE - per la rendicontazione alla Commissione europea dei dati relativi alle percentuali di riciclaggio raggiunte dall’Italia, facendo ricadere
Lo Stato italiano nel 2013 ha individuato la metodologia - fra le quattro proposte dalla decisione 2011/753/UE - per la rendicontazione alla Commissione europea dei dati relativi alle percentuali di riciclaggio raggiunte dall’Italia, facendo ricadere
la scelta sul metodo 2 e includendo come frazioni da conteggiare esclusivamente carta e cartone, plastica, metalli, vetro, legno e frazione organica (comprensiva della frazione verde). La Regione Piemonte ha conteggiato il tasso di riciclaggio sui dati di produzione rifiuti urbani 2014, sulla base di tale metodo, rilevando una percentuale del 50,1%.
Consulta gli approfondimenti inerenti la metodologia sul tasso di riciclaggio riportati nella pubblicazione: Riciclo Garantito - Come, dove e quanto sono stati recuperati i rifiuti raccolti differenziatamente in Piemonte nel 2013.
Consulta gli approfondimenti inerenti la metodologia sul tasso di riciclaggio riportati nella pubblicazione: Riciclo Garantito - Come, dove e quanto sono stati recuperati i rifiuti raccolti differenziatamente in Piemonte nel 2013.
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Iniziative di comunicazione promosse dalla Regione Piemonte
La Regione Piemonte nel primo semestre del 2014 in collaborazione con CONAI e IPLA (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente) ha realizzato il video “Non siamo irrecuperabili”, con l’intento di dimostrare quanto ancora di recuperabile c’è nel rifiuto indifferenziato piemontese e di divulgare i benefici della corretta differenziazione dei rifiuti e del riciclaggio.
Nel secondo semestre 2014 la Regione Piemonte ha promosso due iniziative di diffusione del video: la prima ha riguardato la proiezione di uno spot da due minuti nelle sale cinematografiche del Piemonte, mentre la seconda ha visto la diffusione del filmato presso gli istituti scolastici piemontesi, iniziativa sostenuta per tutto il 2015.
In ultimo, sempre nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa fra la Regione Piemonte e il Conai, sono stati organizzati, in collaborazione con le Province piemontesi, degli incontri di divulgazione dei contenuti dell’ Accordo quadro ANCI – CONAI.
L’Accordo, sottoscritto al fine di garantire l'attuazione del principio di corresponsabilità tra produttori, utilizzatori e Pubblica Amministrazione, per la gestione dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico, regola per il periodo 01.04.2014 – 31.03.2019 l’entità dei corrispettivi da riconoscere ai Soggetti convenzionati, per i “maggiori oneri” derivanti dalla raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio e stabilisce le modalità di raccolta di tali rifiuti in relazione alle esigenze delle attività di riciclaggio e recupero. Tramite l’Accordo sottoscritto, il CONAI ed i Consorzi di filiera assicurano il ritiro dei rifiuti di imballaggio provenienti dalla raccolta differenziata, nonché sostengono, attraverso il contributo, parte dei costi di raccolta proporzionalmente alla qualità dei rifiuti di imballaggio conferiti.
Nel secondo semestre 2014 la Regione Piemonte ha promosso due iniziative di diffusione del video: la prima ha riguardato la proiezione di uno spot da due minuti nelle sale cinematografiche del Piemonte, mentre la seconda ha visto la diffusione del filmato presso gli istituti scolastici piemontesi, iniziativa sostenuta per tutto il 2015.
In ultimo, sempre nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa fra la Regione Piemonte e il Conai, sono stati organizzati, in collaborazione con le Province piemontesi, degli incontri di divulgazione dei contenuti dell’ Accordo quadro ANCI – CONAI.
L’Accordo, sottoscritto al fine di garantire l'attuazione del principio di corresponsabilità tra produttori, utilizzatori e Pubblica Amministrazione, per la gestione dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico, regola per il periodo 01.04.2014 – 31.03.2019 l’entità dei corrispettivi da riconoscere ai Soggetti convenzionati, per i “maggiori oneri” derivanti dalla raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio e stabilisce le modalità di raccolta di tali rifiuti in relazione alle esigenze delle attività di riciclaggio e recupero. Tramite l’Accordo sottoscritto, il CONAI ed i Consorzi di filiera assicurano il ritiro dei rifiuti di imballaggio provenienti dalla raccolta differenziata, nonché sostengono, attraverso il contributo, parte dei costi di raccolta proporzionalmente alla qualità dei rifiuti di imballaggio conferiti.