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RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Popolazione esposta ai campi magnetici generati da elettrodotti ad alta e altissima tensione

Sulla base delle circa 1.800 misure complessivamente effettuate negli anni sul territorio regionale, insieme ai dati sulla popolazione del censimento 2011, è stata fatta una stima della distribuzione della popolazione residente nelle aree indagate in diverse classi di esposizione: non esposti (<0,5µT), esposizione medio-bassa (0.5 - 3µT), esposizione medio-alta (3 - 10µT), esposizione elevata (>10µT).

Figura 1
Livello di esposizione della popolazione residente nelle sezioni di censimento intersecate da linee ad alta e altissima tensione, per le quali sono state effettuate misure di campo magnetico

Fonte: Arpa Piemonte

La stima è stata effettuata calcolando il valore medio di campo magnetico rilevato nei punti di misura per ciascuna sezione di censimento, e associando quindi la popolazione di quella determinata sezione alla corrispondente classe di esposizione. Si può osservare come la maggior parte della popolazione residente nelle aree monitorate (in prossimità degli elettrodotti) sia collocabile nella classe di esposizione medio-bassa, oppure tra i non esposti. Esistono però in Piemonte alcuni casi di criticità (classe di esposizione medio-alta per circa l’8% della popolazione), legati alla specificità del territorio. A differenza infatti delle altre regioni italiane, il Piemonte è caratterizzato da flussi energetici piuttosto elevati (sia per importazione dell’estero in transito verso altre regioni sia per produzione e consumo all’interno della regione stessa), e da vincoli territoriali che focalizzano in pochi corridoi il passaggio di molte linee ad alta tensione. Proprio per questo motivo, la Regione Piemonte in diversi atti di indirizzo e accordi programmatici degli ultimi anni ha richiesto la mitigazione degli impatti sul territorio della rete di elettrodotti di Terna.

Popolazione esposta ai campi elettrici generati dagli impianti per telecomunicazioni

Il dato della popolazione esposta ai campi elettrici generati dagli impianti per telecomunicazione è ricavato come stima sulla base dei livelli di campo calcolati a partire dai dati tecnici degli impianti (presenti nel catasto regionale delle sorgenti di campo elettromagnetico), in termini di valori medi di esposizione nelle aree impattate da tali impianti, calcolati a partire dalle potenze massime irradiabili dalle antenne. Si tratta pertanto di un’indicazione di massima, utile per concludere che, in generale, la grande maggioranza della popolazione piemontese risulta esposta a valori molto bassi di campo elettrico.

Figura 2
Percentuale di popolazione totale piemontese esposta in determinati intervalli di valori di campo elettrico generato da impianti per telecomunicazioni

Fonte: Arpa Piemonte
La stima è stata aggiornata ad aprile 2016, tenuto conto sia delle valutazioni teoriche del livello di campo elettrico a questa data sia dei dati del censimento 2011 (disponibili recentemente, mentre per la valutazione 2014 i dati erano quelli del censimento 2001). È possibile riscontrare un trend di diminuzione nella classe di esposizione inferiore, e invece di crescita della popolazione esposta a livelli “medi” di campo elettrico (ampiamente al di sotto dell’obiettivo di qualità, ma comunque significativi rispetto al fondo): tale situazione è la naturale conseguenza del notevole aumento di potenza degli impianti per telecomunicazione - e in particolare di quelli per la telefonia passata da un contributo pari al 34% del totale nel 2006 al 65% del totale nel 2016 - nonché delle modifiche normative messe in atto a partire dal 2012.

POPOLAZIONE ESPOSTA ALLA RADIAZIONE OTTICA: LA RADIAZIONE SOLARE UV

Dal 2010 l’Arpa Piemonte ha intrapreso un’attività di monitoraggio sistematico della radiazione solare UV presso tre stazioni ubicate rispettivamente ad Ivrea, Verbania e Sestriere. Questa attività è finalizzata a valutare l’esposizione alla radiazione UV solare della popolazione. Per l’anno 2015 non vengono riportate le distribuzioni dei valori giornalieri di Indice UV misurati a mezzogiorno nelle tre stazioni, a causa di problemi tecnici che hanno diminuito significativamente il numero di dati rilevati.

Accanto all’attività di monitoraggio dell’indice UV, dal 1° luglio 2009 Arpa Piemonte ha intrapreso un programma previsionale, pubblicando sul proprio sito internet le previsioni di UVI su scala regionale, sia in condizioni di cielo sereno sia, limitatamente ad alcuni punti, di copertura nuvolosa prevista.
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Le lampade abbronzanti, valutazione della conformità delle apparecchiature alla normativa vigente

L’esposizione alle lampade per l’abbronzature artificiale è causa di danni alla pelle, agli occhi e al sistema immunitario. In generale, l'esposizione a radiazione UV può provocare effetti immediati, quali l'eritema, o effetti a lungo termine, come l'invecchiamento precoce della pelle, reazioni infiammatorie dell'occhio, cataratte e tumori della cute. Con particolare riferimento all’insorgenza di tumori, nel 2009 la IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha inserito le lampade abbronzati tra gli agenti sicuramente cancerogeni per l’uomo (gruppo 1). Nonostante la classificazione IARC, attualmente sul nostro territorio queste apparecchiature vengono ancora diffusamente utilizzate.
Al fine di tutelare l’utilizzatore di questi dispositivi, nel 2011 è stato emanato il decreto ministeriale n. 110 del 12 maggio che prescrive che tutte le lampade per l’abbronzatura indoor siano conformi alla norma tecnica CEI EN 60335-2-27 (2005) ”Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per gli apparecchi per il trattamento della pelle con raggi ultravioletti e infrarossi” e alle sue successive varianti A1 e A2 (2009)
Dopo una prima campagna di misura della radiazione UV emessa dagli apparecchi abbronzanti effettuata negli anni 2010 e 2011 (Facta S; Saudino S; Bonino A.; Anglesio L.; d’Amore G. UV Emissions from Artificial Tanning Devices and Their Compliance with the European Technical Standard - Health Physics. 04(4):385-393, April 2013), 
Arpa Piemonte ha effettuato e continua ad effettuare, su richiesta delle ASL, nuove misurazioni.
Nel corso del 2014 sono stati effettuati 24 sopralluoghi in 17 centri estetici diversi distribuiti sul territorio regionale, per un totale di 84 apparecchi differenti. Di questi 24 sopralluoghi, 7 sono stati effettuati in centri risultati non a norma nel corso di un precedente controllo.
In totale le verifiche di conformità su singolo dispositivo abbronzante sono state 97 (84 su nuovi apparecchi controllati e 13 su apparecchi ricontrollati).
Obiettivo di tali indagini è stata la verifica della conformità delle apparecchiature alle prescrizioni riportate nella norma tecnica sopra citata, con particolare riferimento al limite di 0,3W/m2 sull’irradianza efficace eritemale emessa dalle lampade stesse. L’irradianza eritemale è un parametro significativo della efficacia della radiazione UV nel causare l’eritema. Il valore limite fissato corrisponde ad un indice UV uguale a 12, valore tipico registrabile ai tropici a mezzogiorno in piena estate in condizioni di cielo sereno.
Nella figura 3 vengono riportati i valori di irradianza eritemale misurati all’interno degli apparecchi indagati ad una distanza di trattamento dalla lampade coerente con l’ingombro umano.I dati sono divisi tra dispositivi abbronzanti a bassa (44 verifiche) e ad alta pressione (53 verifiche).

Figura 3
Valori di irradianza eritemale emessi dalle lampade abbronzanti - anno 2015

Dai dati riportati nel grafico si evince che il 51% degli apparecchi ad alta pressione (77 apparecchi) e il 68% degli apparecchi a bassa pressione (30 apparecchi) non rispettano il limite sull’irradianza efficace eritemale. Rispetto ai risultati derivati dalla precedente campagna di misura del 2010-2011, precedente all’entrata in vigore del DM n° 110, in cui il 78% degli apparecchi ad alta pressione e il 100% di quelli a bassa non rispettavano il limite sull’irradianza eritemale, la situazione attualmente risulta migliorata, ma rimangono un numero elevato le situazioni di non conformità. Tali non conformità si traducono per gli utilizzatori in maggiori livelli di esposizione a radiazione ultravioletta rispetto a quelli massimi prescritti nelle norme, e di conseguenza in maggiori rischi sanitari derivanti dalle sovraesposizioni.