Torna su
Il Piano di qualità dell’Aria
CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLA QUALITA’ DELL’ARIA
Figura 1
Zonizzazione, popolazione e sua distribuzione
In merito al primo punto la norma definisce criteri e procedure per effettuare la zonizzazione e i requisiti a cui devono essere conformi le stazioni che fanno capo alla rete di misura ufficiale a gestione o controllo pubblico. La norma infine impone anche un processo di razionalizzazione finalizzato all’eliminazione di stazioni in eccesso. Gli agglomerati sono individuati sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della densità abitativa.
La nuova zonizzazione così realizzata non solo permetterà di ottenere una valutazione anno per anno della qualità dell'aria, individuando in maniera più dettagliata le aree di superamento dei livelli minimi di emissioni, i fattori che condizionano i superamenti e le sorgenti su cui agire, ma consentirà anche di ridimensionare, in termini di apparecchiature e quindi anche di costi di manutenzione, l’intera rete di rilevamento regionale delle stazioni di rilevamento fisse.
Figura 2
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Figura 7
Figura 8
Figura 10
Figura 11
Tabella 1
Dai dati riportati (tabella 1) si evidenzia come la popolazione insediata nelle aree classificate come agglomerato, zona Pianura e zona Collina rappresenti la quasi totalità della popolazione della regione. Tali zone, sintetizzate nella figura 10, sono quindi le aree sui cui è stato predisposto il Programma di Valutazione.
Tabella 2
Figura 12
PIANO QUALITÀ DELL'ARIA
Il Piano di qualità dell’Aria
Il Piemonte, come le altre regioni del bacino padano, presenta ancora numerosi superamenti, dovuti principalmente alle particolari condizioni meteo climatiche che ci caratterizzano (assenza di venti, fenomeni di inversione termica nei periodi invernali) nonché alla complessità del fenomeno di formazione del materiale particolato (PM10) e degli Ossidi di Azoto (NOx) e dell’Ozono (O3).
Sappiamo bene però, che le indicazioni ricevute dall’Europa sono a tutela della salute di tutti i cittadini, specialmente quelli più deboli (anziani e bambini). Dal 2013 ce lo ha detto chiaramente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) che l’effetto carcinogenico delle polveri fini è un dato di fatto.
Negli ultimi decenni la qualità dell’aria in Piemonte è migliorata significativamente, riducendo sia i valori di lungo periodo come le medie annuali che i valori di breve criticità, come le medie giornaliere o orarie, ma non si sono ancora raggiunti i livelli che la normativa vigente ha indicato a protezione della salute dei cittadini.
Sin dal 2000, la Regione Piemonte si è dotata di una Legge regionale di Piano per la Tutela e il Risanamento della Qualità dell’Aria (L.R. 43/2000), articolata per piani stralcio relativi a singoli comparti di applicazione (Trasporti, Riscaldamento, Industria), che ha permesso di mettere in campo numerose misure che hanno contribuito al miglioramento della qualità dell’aria.
La Regione Piemonte, insieme alle altre regioni del Bacino padano, è già stata oggetto di condanna da parte della Corte di giustizia europea per aver superato i valori limite del PM10 negli anni 2006 e 2007 in numerose zone e agglomerati. Attualmente è soggetta a due nuove procedure di infrazione che potrebbe portare al pagamento di pesanti sanzioni, con gravi ripercussioni sulla futura disponibilità di risorse afferenti ai fondi europei.
È apparsa evidente la necessità di rivedere interamente il vigente Piano Aria e le azioni in esso contenute. Le azioni, nuove o riproposte che siano, coinvolgeranno pressoché tutte le politiche regionali. Le misure previste nei Piani Aria sono necessariamente rivolte alla riduzione degli inquinanti emessi in atmosfera: effetto purtroppo legato alla quasi totalità delle attività antropiche. Ma, a differenza della restante totalità della pianificazione regionale, non possono limitarsi al raggiungimento di obiettivi di riduzione, seppure ambiziosi.
La direttiva europea, che esplicitamente detta le linee guida in uno specifico allegato, impone il raggiungimento dei valori realmente rilevati in aria ambiente nel più breve tempo possibile. E non ammette rimandi temporali quant’anche motivati dalla onerosità delle misure stesse o da periodi di crisi economica.
Il Piano regionale per la Qualità dell'Aria, in fase di elaborazione, non può che fare propri gli obiettivi ambientali che il nostro Paese si è dato, ratificando il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) che all’art. 191 stabilisce:
Oggi ci troviamo in dirittura d’arrivo per un documento di Piano che delineerà le linee di intervento che saranno normate dai futuri Stralci di Piano ma che presenterà una chiara valutazione delle necessità e degli sforzi che dovranno essere messi in campo per potere raggiungere i risultati richiesti.
La valutazione globale dell’impatto e la realizzazioni degli scenari di Piano (peraltro prevista dalla normativa) viene realizzata utilizzano i tre grandi strumenti di Valutazione della qualità dell’aria che la Regione Piemonte ha negli scorsi predisposto: l’Inventario regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA), la Rete regionale di rilevamento della Qualità dell’Aria, e il Sistema regionale di modellistica della Qualità dell’Aria.
L’Arpa Piemonte è il supporto tecnico di riferimento che realizza di fatto gli scenari di Piano e gli approfondimenti scientifici del caso.
Sappiamo bene però, che le indicazioni ricevute dall’Europa sono a tutela della salute di tutti i cittadini, specialmente quelli più deboli (anziani e bambini). Dal 2013 ce lo ha detto chiaramente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) che l’effetto carcinogenico delle polveri fini è un dato di fatto.
Negli ultimi decenni la qualità dell’aria in Piemonte è migliorata significativamente, riducendo sia i valori di lungo periodo come le medie annuali che i valori di breve criticità, come le medie giornaliere o orarie, ma non si sono ancora raggiunti i livelli che la normativa vigente ha indicato a protezione della salute dei cittadini.
Sin dal 2000, la Regione Piemonte si è dotata di una Legge regionale di Piano per la Tutela e il Risanamento della Qualità dell’Aria (L.R. 43/2000), articolata per piani stralcio relativi a singoli comparti di applicazione (Trasporti, Riscaldamento, Industria), che ha permesso di mettere in campo numerose misure che hanno contribuito al miglioramento della qualità dell’aria.
La Regione Piemonte, insieme alle altre regioni del Bacino padano, è già stata oggetto di condanna da parte della Corte di giustizia europea per aver superato i valori limite del PM10 negli anni 2006 e 2007 in numerose zone e agglomerati. Attualmente è soggetta a due nuove procedure di infrazione che potrebbe portare al pagamento di pesanti sanzioni, con gravi ripercussioni sulla futura disponibilità di risorse afferenti ai fondi europei.
È apparsa evidente la necessità di rivedere interamente il vigente Piano Aria e le azioni in esso contenute. Le azioni, nuove o riproposte che siano, coinvolgeranno pressoché tutte le politiche regionali. Le misure previste nei Piani Aria sono necessariamente rivolte alla riduzione degli inquinanti emessi in atmosfera: effetto purtroppo legato alla quasi totalità delle attività antropiche. Ma, a differenza della restante totalità della pianificazione regionale, non possono limitarsi al raggiungimento di obiettivi di riduzione, seppure ambiziosi.
La direttiva europea, che esplicitamente detta le linee guida in uno specifico allegato, impone il raggiungimento dei valori realmente rilevati in aria ambiente nel più breve tempo possibile. E non ammette rimandi temporali quant’anche motivati dalla onerosità delle misure stesse o da periodi di crisi economica.
Il Piano regionale per la Qualità dell'Aria, in fase di elaborazione, non può che fare propri gli obiettivi ambientali che il nostro Paese si è dato, ratificando il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) che all’art. 191 stabilisce:
- la tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente
- la protezione della salute umana
- l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali
- la promozione di misure destinate a risolvere i problemi ambientali.
Oggi ci troviamo in dirittura d’arrivo per un documento di Piano che delineerà le linee di intervento che saranno normate dai futuri Stralci di Piano ma che presenterà una chiara valutazione delle necessità e degli sforzi che dovranno essere messi in campo per potere raggiungere i risultati richiesti.
La valutazione globale dell’impatto e la realizzazioni degli scenari di Piano (peraltro prevista dalla normativa) viene realizzata utilizzano i tre grandi strumenti di Valutazione della qualità dell’aria che la Regione Piemonte ha negli scorsi predisposto: l’Inventario regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA), la Rete regionale di rilevamento della Qualità dell’Aria, e il Sistema regionale di modellistica della Qualità dell’Aria.
L’Arpa Piemonte è il supporto tecnico di riferimento che realizza di fatto gli scenari di Piano e gli approfondimenti scientifici del caso.
CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLA QUALITA’ DELL’ARIA
L’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte ha lanciato – nel periodo compreso tra l’11 maggio ed il 31 agosto 2015 – una consultazione, a partecipazione volontaria, dedicata alla tematica “Qualità dell’Aria” rivolto alla cittadinanza e finalizzato alla raccolta di informazioni che verranno analizzate, valorizzate ed utilizzate per integrare la redazione dei contenuti del Piano Regionale per la Qualità dell’Aria.
La consultazione è una prassi della Commissione europea, la quale per alcuni temi specifici o in previsione di una iniziativa legislativa futura, decide di consultare le parti interessate al fine di assicurare la coerenza e la trasparenza delle azioni dell’Unione.
La consultazione è una prassi della Commissione europea, la quale per alcuni temi specifici o in previsione di una iniziativa legislativa futura, decide di consultare le parti interessate al fine di assicurare la coerenza e la trasparenza delle azioni dell’Unione.
Anche il Governo italiano – con il portale partecipa.gov.it – sostiene e promuove l’utilizzo dello strumento della consultazione sulle politiche pubbliche da parte delle Pubbliche Amministrazioni italiane.
La Regione Piemonte, allo stesso modo, ha ritenuto necessario sulla presente tematica – che è determinata anche dai comportamenti dei singoli cittadini e ha ricadute dirette sulla salute, gli interessi e le aspettative della comunità – di costruire la propria azione politica a partire da questa forma di democrazia partecipativa.
Con la compilazione del sondaggio la Regione Piemonte ha inteso dar vita ad un percorso partecipato con la cittadinanza per:
È possibile consultare il documento che riporta l’analisi dei dati raccolti.
Qui di seguito si riportano solo alcune delle valutazioni più significative. Al fine dell’interpretazione dei risultati si segnala che il periodo di indagine del questionario lanciato dalla Regione Piemonte ha preceduto, e quindi non è stato influenzato dall’effetto sull’opinione pubblica di eventi come lo scandalo “Diesel Gate”, la conferenza internazionale delle Nazioni unite sul clima di Parigi – COP 21 - e l’emergenza smog in Pianura Padana.
Il questionario era costituito di 36 domande (a risposta anonima) organizzate in 8 sezioni:
In sintesi i partecipanti al sondaggio si sono dimostrati cittadini consapevoli dei rischi dell’inquinamento e chiedono investimenti per mezzi pubblici, più piste ciclabili e incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.
La maggior parte dei cittadini ha una percezione molto grave del livello di inquinamento ed è consapevole che la situazione sia ancora più critica nel bacino padano, rispetto ad altre zone d’Italia. C’è consapevolezza dell’influenza dell’inquinamento atmosferico su salute e spesa sanitaria. I partecipanti hanno individuato traffico veicolare privato, traffico da trasporto merci e riscaldamento civile come le tre principali cause dell’inquinamento dell’aria. Gran parte dei cittadini sa che ci sono strumenti di monitoraggio e di controllo della qualità dell’aria, consultando dati e informazioni, in primis attraverso tv, radio e quotidiani.
La Regione Piemonte, allo stesso modo, ha ritenuto necessario sulla presente tematica – che è determinata anche dai comportamenti dei singoli cittadini e ha ricadute dirette sulla salute, gli interessi e le aspettative della comunità – di costruire la propria azione politica a partire da questa forma di democrazia partecipativa.
Con la compilazione del sondaggio la Regione Piemonte ha inteso dar vita ad un percorso partecipato con la cittadinanza per:
- coinvolgere i cittadini, raccogliendo le loro consuetudini ed assicurando che le loro preoccupazioni ed aspirazioni siano comprese e considerate;
- valutare la percezione che il territorio ha in merito a quanto finora è stato fatto dall'amministrazione per contrastare l'inquinamento atmosferico, con riferimento a quanto riportato dalla “Relazione sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte 2014” a cura di Regione Piemonte ed ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale;
- informare, sostenendo i cittadini nella comprensione del problema, attraverso degli approfondimenti tematici sugli argomenti toccati dal questionario;
- collaborare con i cittadini che potranno così contribuire al processo decisionale dell’amministrazione regionale aiutandola ad individuare e sviluppare soluzioni sempre più condivise.
È possibile consultare il documento che riporta l’analisi dei dati raccolti.
Qui di seguito si riportano solo alcune delle valutazioni più significative. Al fine dell’interpretazione dei risultati si segnala che il periodo di indagine del questionario lanciato dalla Regione Piemonte ha preceduto, e quindi non è stato influenzato dall’effetto sull’opinione pubblica di eventi come lo scandalo “Diesel Gate”, la conferenza internazionale delle Nazioni unite sul clima di Parigi – COP 21 - e l’emergenza smog in Pianura Padana.
Il questionario era costituito di 36 domande (a risposta anonima) organizzate in 8 sezioni:
- domande introduttive
- la sua opinione sull’inquinamento atmosferico
- inquinamento atmosferico e salute dei cittadini
- fonti di inquinamento ed emissioni
- informazioni sulla qualità dell’aria
- inquinamento atmosferico: trasporti
- inquinamento atmosferico: efficientamento energetico
- qualità dell’aria: azioni e attori
In sintesi i partecipanti al sondaggio si sono dimostrati cittadini consapevoli dei rischi dell’inquinamento e chiedono investimenti per mezzi pubblici, più piste ciclabili e incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.
La maggior parte dei cittadini ha una percezione molto grave del livello di inquinamento ed è consapevole che la situazione sia ancora più critica nel bacino padano, rispetto ad altre zone d’Italia. C’è consapevolezza dell’influenza dell’inquinamento atmosferico su salute e spesa sanitaria. I partecipanti hanno individuato traffico veicolare privato, traffico da trasporto merci e riscaldamento civile come le tre principali cause dell’inquinamento dell’aria. Gran parte dei cittadini sa che ci sono strumenti di monitoraggio e di controllo della qualità dell’aria, consultando dati e informazioni, in primis attraverso tv, radio e quotidiani.
Figura 1
Consultazione pubblica sulla qualità dell'aria: percezione del livello di inquinamento
Fra i comportamenti ritenuti più adeguati per contribuire al miglioramento delle condizioni dell’atmosfera i partecipanti al test hanno indicato al primo posto l’uso dei mezzi di trasporto pubblici, seguiti dalla bici e dall’acquisto di auto ecologiche. Eppure solo il 37% del totale usa i mezzi pubblici per gli spostamenti quotidiani, mentre l’automobile privata è sempre più gettonata. Le auto elettriche, a quanto emerge dal sondaggio, sono considerate troppo costose. Chi usa auto e moto private in esclusiva non considera favorevolmente il car sharing. Gli utenti chiedono l’aumento delle corse di autobus, tram e treni e l’ampliamento della rete di piste ciclabili. Tuttavia il mezzo più utilizzato resta sempre l’automobile.
Per chi si sposta in treno, di grande importanza è la qualità del viaggio. Per chi predilige la bici, le richieste riguardano più piste e maggiore sicurezza. Al di là dei comportamenti dei singoli, i cittadini che hanno preso parte al test sostengono in maggioranza che gli attori il cui impegno è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria siano le amministrazioni pubbliche.
Tre i comportamenti virtuosi maggiormente considerati: la riduzione delle perdite di calore, un maggiore uso dei mezzi pubblici e un incremento dell’utilizzo dei mezzi senza motore. E infatti, stando ai numeri, il campione intervenuto sostiene per il 60% che la Regione debba finanziare il miglioramento del trasporto pubblico e il 38% che si debbano dare incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici privati.
Per chi si sposta in treno, di grande importanza è la qualità del viaggio. Per chi predilige la bici, le richieste riguardano più piste e maggiore sicurezza. Al di là dei comportamenti dei singoli, i cittadini che hanno preso parte al test sostengono in maggioranza che gli attori il cui impegno è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria siano le amministrazioni pubbliche.
Tre i comportamenti virtuosi maggiormente considerati: la riduzione delle perdite di calore, un maggiore uso dei mezzi pubblici e un incremento dell’utilizzo dei mezzi senza motore. E infatti, stando ai numeri, il campione intervenuto sostiene per il 60% che la Regione debba finanziare il miglioramento del trasporto pubblico e il 38% che si debbano dare incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici privati.
Zonizzazione, popolazione e sua distribuzione
La direttiva 2008/50/CE “Qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa” prevede che il territorio dei singoli stati debba essere suddiviso in zone e agglomerati, come elemento essenziale per assicurare l’uniformità delle attività connesse alla sua attuazione ai diversi livelli territoriali.
Il DLgs 155/10 (di recepimento della suddetta direttiva comunitaria) ha definito a sua volta, in coerenza con la normativa comunitaria, nuovi criteri per la definizione delle zone, aggiornando anche le modalità per una corretta valutazione e gestione della qualità dell’aria. La classificazione delle nuove zone governa l’intera attività di valutazione della Qualità dell’Aria che deve essere basata - in ciascuna regione - su un programma (Programma di Valutazione) nel quale sono definiti la rete di misura ufficiale, i modelli e le stime obiettive. Questo nuovo quadro normativo ha avviato un profonda revisione su tutto il territorio italiano delle zonizzazioni realizzate negli anni passati dai soggetti competenti (Regioni e province autonome).
I punti salienti della riforma normativa sono di seguito riassunti:
Il DLgs 155/10 (di recepimento della suddetta direttiva comunitaria) ha definito a sua volta, in coerenza con la normativa comunitaria, nuovi criteri per la definizione delle zone, aggiornando anche le modalità per una corretta valutazione e gestione della qualità dell’aria. La classificazione delle nuove zone governa l’intera attività di valutazione della Qualità dell’Aria che deve essere basata - in ciascuna regione - su un programma (Programma di Valutazione) nel quale sono definiti la rete di misura ufficiale, i modelli e le stime obiettive. Questo nuovo quadro normativo ha avviato un profonda revisione su tutto il territorio italiano delle zonizzazioni realizzate negli anni passati dai soggetti competenti (Regioni e province autonome).
I punti salienti della riforma normativa sono di seguito riassunti:
- individuazione della zonizzazione come fase essenziale per assicurare l’uniformità delle attività di valutazione e di gestione della qualità dell’aria da parte delle autorità regionali;
- razionalizzazione dell’utilizzo delle misurazioni e delle altre tecniche di valutazione della qualità dell’aria;
- individuazione del campo di applicazione dei piani regionali di qualità dell’aria;
- possibilità di ricorrere a misure nazionali e interventi di carattere nazionale;
- coordinamento e verifica dello stato sull’adempimento da parte delle regioni.
In merito al primo punto la norma definisce criteri e procedure per effettuare la zonizzazione e i requisiti a cui devono essere conformi le stazioni che fanno capo alla rete di misura ufficiale a gestione o controllo pubblico. La norma infine impone anche un processo di razionalizzazione finalizzato all’eliminazione di stazioni in eccesso. Gli agglomerati sono individuati sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della densità abitativa.
La nuova zonizzazione così realizzata non solo permetterà di ottenere una valutazione anno per anno della qualità dell'aria, individuando in maniera più dettagliata le aree di superamento dei livelli minimi di emissioni, i fattori che condizionano i superamenti e le sorgenti su cui agire, ma consentirà anche di ridimensionare, in termini di apparecchiature e quindi anche di costi di manutenzione, l’intera rete di rilevamento regionale delle stazioni di rilevamento fisse.
La nuova zonizzazione
La Regione Piemonte già da qualche anno ha avviato un processo di revisione dei propri strumenti per la valutazione della qualità dell’aria. Con DGR n. 41-855 del 29 Dicembre 2014 è stato approvato il progetto di Zonizzazione e Classificazione del Territorio Regionale relativa alla qualita' dell'aria ambiente, redatto in attuazione degli articoli 3, 4 e 5 del DLgs 155/2010. Contestualmente è stato approvato il Programma di Valutazione, recante la nuova configurazione della rete di rilevamento della qualità dell'aria e degli strumenti necessari alla valutazione della stessa.
Per la nuova zonizzazione del territorio sono state analizzati i seguenti aspetti, relativamente a tutto il territorio regionale:
I dati utilizzati per l’individuazione delle zone sono stati analizzati sia su base comunale sia su griglia di 1 km per lato: densità abitativa da Land Cover Piemonte; densità emissiva per NH3, NOx, PM10 e COV (fonte IREA); classe prevalente della distribuzione della velocità del vento (fonte Arpa Piemonte). Sono state così delimitate quattro zone: Agglomerato; Pianura; Collina; Montagna.
Il Piemonte per sue caratteristiche territoriali presenta condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli per la qualità dell’aria in cui le emissioni di inquinanti si distribuiscono, ma faticano a disperdersi: i venti medi sono tra i più bassi d’Europa, frequentemente si instaurano condizioni di alta pressione associata a stabilità atmosferica, con gli inquinanti che si disperdono in altezza solo fino a pochi metri dal suolo.
Per supportare al meglio l'analisi dei dati raccolti sono state predisposte carte di sintesi: alcuni esempi sono la carta con la suddivisione dei Comuni per fascia altimetrica (secondo classificazione ISTAT); la carta orografica in cui sono prese in considerazione la morfologia del territorio, le aree edificate, l'idrografia e le principali vie di comunicazione; le mappe di distribuzione oraria della velocità del vento.
Per la nuova zonizzazione del territorio sono state analizzati i seguenti aspetti, relativamente a tutto il territorio regionale:
- la densità abitativa;
- le caratteristiche orografiche e meteoclimatiche;
- il carico emissivo;
- il grado di urbanizzazione del territorio.
I dati utilizzati per l’individuazione delle zone sono stati analizzati sia su base comunale sia su griglia di 1 km per lato: densità abitativa da Land Cover Piemonte; densità emissiva per NH3, NOx, PM10 e COV (fonte IREA); classe prevalente della distribuzione della velocità del vento (fonte Arpa Piemonte). Sono state così delimitate quattro zone: Agglomerato; Pianura; Collina; Montagna.
Il Piemonte per sue caratteristiche territoriali presenta condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli per la qualità dell’aria in cui le emissioni di inquinanti si distribuiscono, ma faticano a disperdersi: i venti medi sono tra i più bassi d’Europa, frequentemente si instaurano condizioni di alta pressione associata a stabilità atmosferica, con gli inquinanti che si disperdono in altezza solo fino a pochi metri dal suolo.
Per supportare al meglio l'analisi dei dati raccolti sono state predisposte carte di sintesi: alcuni esempi sono la carta con la suddivisione dei Comuni per fascia altimetrica (secondo classificazione ISTAT); la carta orografica in cui sono prese in considerazione la morfologia del territorio, le aree edificate, l'idrografia e le principali vie di comunicazione; le mappe di distribuzione oraria della velocità del vento.
Figura 2
Carta dei comuni calssificati per fascia altimetrica
Figura 3
Classe prevalente distribuzione oraria della velocità del vento
Si è quindi passati alla individuazione degli agglomerati urbani sul territorio regionale. Inizialmente è stata analizzata la densità di popolazione su base comunale: la valutazione demografica all’anno 2009 evidenzia che, nel territorio regionale, se si esclude Torino, non esistono altri Comuni aventi una popolazione superiore a 250.000 abitanti né una densità di popolazione superiore a 3.000 abitanti/ km2.
Figura 4
Densità abitativa per comune
Sono state quindi analizzate le emissioni totali per ogni inquinante attraverso l’analisi dei dati VEA (Valutazione Emissioni in Atmosfera Regione Piemonte).
In una prima fase sono stati analizzati i dati VEA che evidenziano la componente emissiva sul territorio comunale, quindi le “Emissioni totali annue per Comune (t/km2)” relativamente agli inquinanti: COV; NOx, NH3, PM10.
Infine sono stati presi in considerazione, per ciascun anno su base comunale, i dati VEA che derivano dalla spazializzazione su griglia (1 km per 1 km) delle emissioni per i principali inquinanti calcolate dal sistema INEMAR – l’INventario delle EMissioni in Atmosfera utilizza il software INEMAR che stima le emissioni dei diversi inquinanti a livello comunale per diversi tipo di attività (quali ad esempio riscaldamento, traffico, agricoltura e industria) e per tipo di combustibile: COV NH3 NOx, PM10.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di mappe del carico emissivo spazializzato su griglia, per gli inquinanti sopraccitati.
In una prima fase sono stati analizzati i dati VEA che evidenziano la componente emissiva sul territorio comunale, quindi le “Emissioni totali annue per Comune (t/km2)” relativamente agli inquinanti: COV; NOx, NH3, PM10.
Infine sono stati presi in considerazione, per ciascun anno su base comunale, i dati VEA che derivano dalla spazializzazione su griglia (1 km per 1 km) delle emissioni per i principali inquinanti calcolate dal sistema INEMAR – l’INventario delle EMissioni in Atmosfera utilizza il software INEMAR che stima le emissioni dei diversi inquinanti a livello comunale per diversi tipo di attività (quali ad esempio riscaldamento, traffico, agricoltura e industria) e per tipo di combustibile: COV NH3 NOx, PM10.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di mappe del carico emissivo spazializzato su griglia, per gli inquinanti sopraccitati.
Figura 5
Densità emissiva NOx anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/km2/a)
Figura 6
Densità emissiva PM10 anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/km2/a)
Figura 7
Densità emissiva NH3 anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/km2/a)
Figura 8
Densità emissiva COV anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/km2/a)
In area metropolitana, per ciascun inquinante, è stata prodottauna carta di maggior dettaglio in modo da valutare con esattezza l’insieme dei comuni da includere nell’agglomerato di Torino.
Figura 9
Densità emissiva NOx anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/Km2 a) agglometato Torino
Figura 9
Densità emissiva NOx anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/Km2 a) agglometato Torino
Alla fine di questa analisi, la prima ipotesi di zonizzazione è stata confrontata con quella ottenuta da ARPA Piemonte in collaborazione con il Dipartimento di Statistica e Matematica Applicata “De Castro” dell'Università di Torino con il metodo della Functional Cluster Analysis considerando PM10 e NO2, attualmente gli inquinanti più critici.
Il confronto tra la prima ipotesi di zonizzazione (figura 10) e il risultato della Functional Cluster Analysis (figura 11) ha messo in evidenza la necessità di rivedere l’assegnazione di alcuni territori comunali situati al confine tra la zona altimetrica di montagna e quella di collina, nonché tra quella di montagna e quella di pianura.
Il confronto tra la prima ipotesi di zonizzazione (figura 10) e il risultato della Functional Cluster Analysis (figura 11) ha messo in evidenza la necessità di rivedere l’assegnazione di alcuni territori comunali situati al confine tra la zona altimetrica di montagna e quella di collina, nonché tra quella di montagna e quella di pianura.
Figura 10
Rappresentazione grafica della nuova zonizzazione relativa agli inquinanti diversi da ozono
Figura 11
Classificazione dei Comuni piemontesi mediante Functional Cluster Analysis
Sulla base delle carte prodotte e dei vari fattori analizzati sono state quindi individuate le seguenti quattro zone relative a tutti gli inquinanti ad esclusione dell’ozono (O3):
Tabella 1
Le quattro zone individuate nell'ambito della zonizzazione del territorio
|
u.m. |
Agglomerato Torino IT0118 |
Zona pianura IT0119 |
Zona collina IT0120 |
Zona montagna IT0121 |
Totale |
N° Comuni |
|
32 |
269 |
660 |
245 |
1.206 |
Popolazione |
|
1.555.778 |
1.326.067 |
1.368.853 |
195.532 |
4.446.230 |
Superficie Comuni |
km2 |
838 |
6.595 |
8.811 |
9.144 |
25.389 |
Densità abitativa |
ab/km2 |
1.856 |
201 |
155 |
21 |
175 |
Densità em. PM10 |
t/km2 |
3,57 |
0,78 |
0,55 |
0,13 |
0,56 |
Densità em. NOX |
t/km2 |
16,68 |
3,70 |
2,36 |
0,34 |
2,45 |
Densità em. COV |
t/km2 |
19,44 |
3,11 |
4,18 |
2,05 |
3,64 |
Densità em. NH3 |
t/km2 |
2,76 |
4,02 |
1,03 |
0,19 |
1,56 |
Dai dati riportati (tabella 1) si evidenzia come la popolazione insediata nelle aree classificate come agglomerato, zona Pianura e zona Collina rappresenti la quasi totalità della popolazione della regione. Tali zone, sintetizzate nella figura 10, sono quindi le aree sui cui è stato predisposto il Programma di Valutazione.
Di seguito invece si riporta la tabella (tabella 2) riassuntiva relativa alla zonizzazione per l’inquinante ozono (O3), e relativa rappresentazione grafica (figura 12).
Tabella 2
Zonizzazione per l'inquinante O3
|
u.m. |
Agglomerato Torino IT0118 |
Zona Piemonte IT0122 |
Totale |
N° Comuni |
|
32 |
1174 |
1.206 |
Popolazione |
|
1.555.778 |
2.890.452 |
4.446.230 |
Superficie Comuni |
km2 |
838 |
24.551 |
25.389 |
Densità abitativa |
ab/km2 |
1.856 |
118 |
175 |
Figura 12
Rappresentazione grafica zonizzazione per l’inquinante ozono (O3)
Il progetto della nuova zonizzazione così realizzato da Regione Piemonte, ha visto l’espressione favorevole del Ministero dell’Ambiente.
La classificazione delle zone e degli agglomerati dovrà essere riesaminata almeno ogni 5 anni, e comunque, in caso di significative modifiche delle attività che incidono sulla qualità dell’aria per gli inquinanti di cui all’articolo 1, comma 2 del DLgs 155/10. Le eventuali modifiche alla delimitazione delle zone e degli agglomerati sono oggetto di comunicazione annuale alla Comunità Europea da parte del Ministero.
La classificazione delle zone e degli agglomerati dovrà essere riesaminata almeno ogni 5 anni, e comunque, in caso di significative modifiche delle attività che incidono sulla qualità dell’aria per gli inquinanti di cui all’articolo 1, comma 2 del DLgs 155/10. Le eventuali modifiche alla delimitazione delle zone e degli agglomerati sono oggetto di comunicazione annuale alla Comunità Europea da parte del Ministero.