RIFIUTI URBANI
La transizione verso un’economia circolare sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti. Quel che normalmente si considera come “rifiuto” può essere trasformato in una risorsa.
L’economia circolare, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. Nell’economia lineare, invece, terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica a riprendere continuamente lo stesso schema: estrazione, produzione, consumo, smaltimento.
Tutto ciò potrebbe portare con sé la fine di uno dei meccanismi su cui si basa l’economia lineare (l’obsolescenza programmata dei prodotti) e introdurre una serie di cambiamenti anche a livello culturale.
È proprio in questo contesto che la Commissione europea, con Comunicazione COM (2014) 398 del 2 luglio 2014 “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”, i cui contenuti sono stati ripresi dal Consiglio UE con risoluzione del 9 luglio 2015 sull’efficienza delle risorse e verso un’economia circolare, si impegna affinché, relativamente ai rifiuti, sia rivista la normativa prevedendo la definizione di obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti “urbani, commerciali e industriali” entro il 2025, un aumento degli obiettivi di riciclaggio per i rifiuti urbani e per i rifiuti di imballaggio, uno sprone per i mercati dei materiali riciclati derivanti dai rifiuti di costruzione e demolizione, una riduzione della produzione di rifiuti alimentari anche nella fase della produzione e distribuzione delle materie prime, una limitazione dell’incenerimento (anche se con recupero di energia) ai soli rifiuti non riciclabili e non biodegradabili entro il 2020, il divieto di smaltimento in discarica di rifiuti riciclabili e una riduzione vincolante e graduale di tutti i tipi di smaltimento in discarica fino al divieto completo nel 2030, ad eccezione di determinati rifiuti pericolosi e rifiuti residuali per i quali la discarica rappresenta lo smaltimento più ecologico.
Da ultimo la Commissione UE con la Comunicazione COM (2015) 614 del 2 dicembre 2015 “L'anello mancante - Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare” ha individuato le misure che saranno attuate per i diversi settori (produzione, consumo, gestione dei rifiuti, mercato delle materie prime secondarie, materie prime essenziali, costruzione e demolizione, biomassa e biomateriali, innovazione, investimenti e azioni specifiche per la plastica e per i rifiuti alimentari).
In merito alla gestione dei rifiuti, in particolare, le misure che l’UE mette in campo sono relative a revisionare la legislazione (proposte di modifica delle direttive presentate a dicembre 2015), intensificare la cooperazione con gli Stati membri per una migliore attuazione della legislazione UE sui rifiuti e la lotta alla spedizione illecita dei veicoli fuori uso, migliorare il rispetto del regolamento riveduto sulla spedizione di rifiuti, promuovere la certificazione volontaria degli impianti di trattamento dei principali flussi di rifiuti/materiali riciclati, attivare iniziative sulla trasformazione dei rifiuti in energia nell’ambito dell’Unione dell’energia, individuare e diffondere le migliori prassi in materia di raccolta dei rifiuti.
Produzione rifiuti urbani
In termini di quantità pro capite2 ogni abitante piemontese ha prodotto circa 456 kg di rifiuti (RT) di cui 244 kg (RD) sono stati raccolti in modo differenziato e avviati a recupero, mentre 212 kg sono stati avviati a smaltimento (RU).
Tabella 1
Dettaglio dati di produzione rifiuti urbani - anno 2014
Province |
PR |
PT |
RT |
RU |
RD |
ALTRI |
% |
AL |
431.885 |
228.472 |
228.006 |
116.884 |
111.122 |
466 |
48,7% |
AT |
219.292 |
88.203 |
87.900 |
34.728 |
53.172 |
303 |
60,5% |
BI |
181.089 |
83.911 |
83.776 |
39.473 |
44.303 |
135 |
52,9% |
CN |
592.060 |
269.431 |
267.590 |
127.918 |
139.672 |
1.841 |
52,2% |
NO |
371.418 |
171.920 |
168.003 |
59.728 |
108.275 |
3.917 |
64,4% |
TO |
2.291.719 |
1.036.267 |
1.023.013 |
501.508 |
521.504 |
13.254 |
51,0% |
VCO |
160.883 |
80.012 |
79.804 |
28.728 |
51.076 |
208 |
64,0% |
VC |
176.121 |
80.341 |
80.009 |
29.892 |
50.118 |
331 |
62,6% |
Piemonte |
4.424.467 |
2.038.557 |
2.018.101 |
938.858 |
1.079.243 |
20.456 |
53,5% |
Nella figura 1 è riportata la produzione di rifiuti urbani negli anni 2000-2014. Si evidenzia che nel 2014 la produzione di rifiuti è di poco inferiore a quella rilevata nel 2000 (-0,9%), ma la RD è aumentata di circa 707.000 t (+189%) e i rifiuti avviati a smaltimento si sono ridotti di circa 725.000 t (-43,6%).
Figura 1
Variazione dei produzione dei rifiuti urbani - 2000-2014
La figura 2 mostra, a livello regionale, la serie storica 2000-2014 degli indici di produzione pro capite RT, RU, RD, con indicate le variazioni percentuali tra ciascun biennio analizzato.
Il confronto degli indici pro capite del 2014 con quelli dell’anno 2000 evidenzia per il rifiuto totale (RT) un decremento
del 4%, per la RD un incremento del 180% e una diminuzione del 45% dei rifiuti indifferenziati (RU).
Proseguendo sempre nel confronto con l’anno 2000 si evince un consistente aumento della percentuale di raccolta differenziata: nel 2000 tale valore era del 18,3% (figura 3).
Figura 2
Variazione dei principali indicatori negli anni - anni 2000-2014
Raccolta differenziata
Figura 3
Raccolta differenziata: anno 2000
Figura 4
Raccolta differenziata: anno 2014
Figura 5
Raccolta differenziata e produzione di rifiuti a livello comunale
FRAZIONI MERCEOLOGICHE PRESENTI NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
In termini di incidenza percentuale la carta rappresenta il 25,5% del totale del rifiuto raccolta differenziatamente, seguita dalla frazione organica con il 23,5% e dagli sfalci e potature con il 13,7% (figura 6).
Rispetto al 2013 i RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) registrano un aumento del 2% dei quantitativi raccolti (da 17.721 t a 18.078 t); riportando il valore pro capite di poco sopra i 4 kg.
Figura 6
Ripartizione rifiuti differenziati - anno 2014
Gestione rifiuti urbani
Come si può evidenziare nella figura 7 il quantitativo di rifiuti urbani avviati a smaltimento si è ridotto in totale del 44% rispetto al 2002: con l’entrata in pieno regime del termovalorizzatore di Torino sono notevolmente aumentati i rifiuti inviati ad incenerimento a scapito di quelli portati direttamente in discarica (-86% rispetto al 2002); il quantitativo di rifiuti avviati a trattamento meccanico biologico invece si è mantenuto costante.
Figura 7
Destinazione dei rifiuti urbani indifferenziati – serie storica 2002 - 2014
Il sistema di gestione dei rifiuti urbani indifferenziati (relativamente all’anno 2014) dispone della seguente dotazione impiantistica:
- 2 impianti di incenerimento: il termovalorizzatore sito a Torino3, località Gerbido, autorizzato con un carico 206 MWt, nel 2014 è entrato in esercizio a pieno regime trattando 403.310 t di rifiuti; l’inceneritore di Vercelli (chiuso a marzo 2014) ha incenerito 4.540 t di rifiuti. Inoltre in provincia di Cuneo è operativo un impianto di co-incenerimento che sostituisce parte del combustibile fossile con combustibile derivato da rifiuti (CCS);
- 15 discariche per rifiuti urbani, distribuite prevalentemente nelle province di Torino, Alessandria e Cuneo, nelle quali sono state conferite 196.141 t di rifiuti urbani (rifiuti indifferenziati CER 20) e 397.022 t di rifiuti derivanti da operazioni di trattamento effettuate sui rifiuti urbani (CER 19), oltre a 82.733 t di altri rifiuti speciali non pericolosi. Complessivamente sono state smaltite in discarica 675.895 t di rifiuti di cui 593.163 t provenienti dalla gestione dei rifiuti urbani (tabella 2).
3 Nel corso del 2015 è stata adeguata l’autorizzazione integrata ambientale attribuendo all’impianto stesso la qualifica di recupero energetico R1.
- 10 impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) di cui 5 impianti di preselezione e stabilizzazione biologica aerobica (Alessandria, Casale Monferrato, Valterza, Magliano Alpi, Sommariva Perno), 2 impianti di bioessiccazione (Cavaglià, Villafalletto), 1 impianto di sola separazione della frazione secca dalla frazione umida (Borgo San Dalmazzo) ed infine due impianti di sola produzione di CSS - Combustibile Solido Secondario (Roccavione e Pinerolo). Nei suddetti impianti sono state trattate circa 340.138 t di rifiuti urbani indifferenziati (in totale 535.496 t, compresi i rifiuti speciali) dalle quali sono state ottenute circa 103.626 t di CSS che è stato in parte recuperato presso l’impianto di coincenerimento (cementificio) in provincia di Cuneo (59.927 t) e in parte presso impianti di recupero energetico (termovalorizzatori) fuori regione. La frazione secca, non trasformata in CSS, e la frazione umida trattata e stabilizzata sono state conferite in discarica o inviate ad incenerimento fuori regione (figura 8).
Tabella 2
Rifiuti conferiti nelle discariche per rifiuti urbani nell’anno 2014
Dettaglio smaltimenti in discarica |
|
Rifiuti conferiti |
Quantità in t |
Rifiuti urbani ind. |
196.141 |
Totale da TMB |
397.022 |
Totale RU in discarica |
593.163 |
Fanghi |
161 |
RS NP |
82.571 |
Totale smaltito |
675.895 |
La figura 8 riassume la destinazione dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti in Piemonte nel 2014.