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Monitoraggio della radioattività nelle acque
Figura 1
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Figura 2
RADIAZIONI IONIZZANTI
Nell'ambito del monitoraggio ambientale, una particolare attenzione è rivolta all'acqua potabile: il suo ingente consumo da parte della popolazione può infatti rendere potenzialmente critiche anche situazioni di moderata contaminazione. In situazioni normali, tuttavia, è molto difficile che la radioattività di origine artificiale vada ad inquinare significativamente gli acquiferi di approvvigionamento di acqua potabile: il severo regime autorizzativo e di controllo degli scarichi dei reflui radioattivi, basati su precise formule di scarico calcolate sulla ricettività ambientale, rende infatti questa eventualità piuttosto remota. La radioattività di origine naturale può invece essere presente, talvolta in modo significativo, nelle acque potabili, soprattutto quelle di origine sotterranea. Il monitoraggio della radioattività naturale avviene attraverso la misura dell’attività alfa totale e dell’attività beta totale.
Le Linee Guida regionali, in applicazione del DLgs 31/01, affermano, sulla base di misure ambientali effettuate negli anni precedenti, che la misura della concentrazione di trizio nelle acque destinate al consumo umano non è necessaria, in quanto i livelli ambientali sono ampiamente inferiori al limite di concentrazione riportato sul DLgs 31/01 stesso (100 Bq/l).
Le Linee Guida regionali, in applicazione del DLgs 31/01, affermano, sulla base di misure ambientali effettuate negli anni precedenti, che la misura della concentrazione di trizio nelle acque destinate al consumo umano non è necessaria, in quanto i livelli ambientali sono ampiamente inferiori al limite di concentrazione riportato sul DLgs 31/01 stesso (100 Bq/l).
Monitoraggio della radioattività nelle acque
Arpa monitora da diversi anni i principali acquedotti piemontesi con l’ausilio delle ASL territorialmente competenti che curano il prelievo dei campioni. Al momento è stato quasi interamente coperto l’intero territorio regionale, come si rileva dalla figura 1.
Nel 2016 si prevede che questo monitoraggio subisca un nuovo impulso grazie alla recente emanazione del DLgs 28 del 15 febbraio 2016, specifico per la radioattività contenuta nelle acque destinate al consumo umano. In questo decreto viene anche stabilita la concentrazione limite per il radon disciolto in acqua (100 Bq/l).
Nel 2016 si prevede che questo monitoraggio subisca un nuovo impulso grazie alla recente emanazione del DLgs 28 del 15 febbraio 2016, specifico per la radioattività contenuta nelle acque destinate al consumo umano. In questo decreto viene anche stabilita la concentrazione limite per il radon disciolto in acqua (100 Bq/l).
Figura 1
Punti di misura delle analisi di radioattività nelle acque
Dalle analisi effettuate (circa 1.000 in tutto il Piemonte) non sono emersi casi di superamento del limite di dose per le acque potabili; anzi i valori calcolati per ciascuna provincia sono di gran lunga inferiori a 0,1 mSv/anno, il valore di “dose efficace indicativa”, stabilito dalla normativa italiana (Legge 31/01 e DLgs 28/16).
Consulta le analisi che vengono effettuate sulle acque potabili alla pagina Acque reflue urbane
Consulta le analisi che vengono effettuate sulle acque potabili alla pagina Acque reflue urbane
NORMATIVA
- Europea: Guidelines for drinking water, 4th edition, WHO, Geneva, 2011
- Italiana: DLgs 31/01; DLgs 28/16
- Regionale: Linee Guida per l’applicazione del DLgs 31/01
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CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELL’ACQUA DI FALDA SUPERFICIALE A SALUGGIA
Il sito nucleare di Saluggia (VC) manifesta un’alta criticità dal punto di vista radioprotezionistico, dal momento che:
I valori delle concentrazioni riscontrati non sono significativi dal punto di vista radioprotezionistico, e in particolare non costituiscono un rischio per la popolazione, ma rappresentano un importante indicatore ambientale di alcune criticità impiantistiche. Il calcolo della dose agli individui di riferimento della popolazione non ha mai evidenziato il superamento del limite di non rilevanza radiologica di 10 microSv/anno.
Nella mappa sono riportati i punti di controllo dell’acqua di falda superficiale presso il sito nucleare di Saluggia secondo il programma di monitoraggio straordinario concordato con la Regione Piemonte e condiviso dal Tavolo Tecnico istituito presso la Regione Piemonte stessa. Il campo pozzi dell’Acquedotto del Monferrato è situato nell’area in basso a destra.
- si trova nell’area di esondazione del fiume Dora Baltea;
- la zona è caratterizzata da un’alta vulnerabilità della falda acquifera superficiale;
- vi è stoccata una grande quantità di rifiuti radioattivi - sia allo stato solido che liquido - e di combustibile nucleare irraggiato;
- è situato a circa 1,5 km a monte del campo pozzi di uno dei più grandi acquedotti del Piemonte, l’Acquedotto del Monferrato.
I valori delle concentrazioni riscontrati non sono significativi dal punto di vista radioprotezionistico, e in particolare non costituiscono un rischio per la popolazione, ma rappresentano un importante indicatore ambientale di alcune criticità impiantistiche. Il calcolo della dose agli individui di riferimento della popolazione non ha mai evidenziato il superamento del limite di non rilevanza radiologica di 10 microSv/anno.
Nella mappa sono riportati i punti di controllo dell’acqua di falda superficiale presso il sito nucleare di Saluggia secondo il programma di monitoraggio straordinario concordato con la Regione Piemonte e condiviso dal Tavolo Tecnico istituito presso la Regione Piemonte stessa. Il campo pozzi dell’Acquedotto del Monferrato è situato nell’area in basso a destra.
Figura 2
Sito nucleare di Saluggia, punti di controllo dell’acqua della falda superficiale
Per dare una risposta alla problematica della presenza dei radionuclidi nell’acqua di falda superficiale a Saluggia, a partire dal 2006 è stato istituito un “Tavolo Tecnico nucleare” dedicato. Al Tavolo siedono la Regione, ISPRA, Arpa, le Prefetture, le Province e i Comuni interessati, gli esercenti nucleari, l’Autorità d’Ambito n. 5 ed il Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato. Gli incontri si sono intensificati nel corso degli anni e hanno affrontato le problematiche inerenti l’intero comprensorio (Siti nucleari). Le attività di monitoraggio radiologico della falda superficiale e le indagine impiantistiche e documentali presso gli impianti, coordinate dal Tavolo, hanno evidenziato la presenza di situazioni che necessitano di intervento e hanno dato l’impulso ad avviare le necessarie azioni di rimedio, finalizzate ad incrementare la sicurezza e a determinare un complessivo riordino del sito.
Per approfondimenti:
Relazioni tecniche di dettaglio
Per approfondimenti:
Relazioni tecniche di dettaglio