ENERGIA
Sfuggono alle statistiche i dati relativi all’autoproduzione di energia attraverso l’uso di energia solare e di biomasse e l’utilizzo locale di geotermia che non richiedono incentivazioni o qualificazioni.
Visualizza le serie storiche degli indicatori di energia.
Produzione di energia elettrica
Tabella 1
Produzione di energia elettrica in Piemonte - anno 2014
Tipologia di produzione energia |
Operatori |
Autoproduttori |
Totale |
GWh |
|||
Produzione lorda |
|
|
|
Idroelettrica |
8.621,8 |
8 156,2 | 8.778,0 |
Termoelettrica |
11.286,7 |
1.497,3 | 12.784,0 |
Eolica |
26,1 |
|
26,1 |
Fotovoltaica |
1.646,5 |
1.646,5 | |
Totale produzione lorda |
21.581,1 |
1.653,5 |
23.234,6 |
Servizi ausiliari della produzione |
523,3 |
40,3 |
563,7 |
Produzione netta |
|
|
|
Idroelettrica |
8.486,0 |
154,3 |
8.640,3 |
Termoelettrica |
10.932,9 |
c |
12.391,7 |
Eolica |
25,7 |
- |
25,7 |
Fotovoltaica |
1.613,1 |
- |
1.613,1 |
Totale produzione netta |
21.057,7 |
1.613,1 |
22.670,8 |
Energia destinata ai pompaggi |
501,2 |
|
501,2 |
Produzione netta destinata al consumo |
23.210,4 |
2.021,3 |
25.231,7 |
Tabella 2
Impianti per la produzione di energia elettrica in Piemonte al 31.12.2014
Produttori |
Autoproduttori |
Totale |
||
Impianti idroelettrici |
||||
Impianti |
numero |
694 |
16 |
710 |
Potenza efficiente lorda |
MW |
3.698,10 |
26,5 |
3.724,60 |
Potenza efficiente netta |
MW |
3.639,50 |
25,5 |
3.665,00 |
Producibilitàà media annua |
GWh |
9.507,40 |
138,2 |
9.645,60 |
Impianti termoelettrici |
||||
Impianti |
numero |
390 |
76 |
466 |
Sezioni |
numero |
479 |
100 |
579 |
Potenza efficiente lorda |
MW |
4.705,80 |
352,3 |
5.058,10 |
Potenza efficiente netta |
MW |
4.587,20 |
342,4 |
4.929,60 |
Impianti eolici |
||||
Impianti |
numero |
15 |
15 |
|
Potenza efficiente lorda |
MW |
18,8 |
|
18,8 |
Impianti fotovoltaici* |
||||
Impianti |
numero |
45.880 |
45.880 |
|
Potenza efficiente lorda |
MW |
1.504,90 |
1.504,90 |
|
* sono inclusi gli impianti fotovoltaici incentivati attraverso il "conto energia" gestito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE)
Produzione di energia da fonti rinnovabili
Grazie a misure quali i certificati verdi, il conto energia fotovoltaico e le tariffe onnicomprensive si è fortemente sviluppato il mercato di queste fonti alternative che, insieme all’eliminazione degli sprechi e all’uso di tecnologie efficienti, completano l’approccio al miglioramento dell’efficienza energetica.
Impianti alimentati da fonti rinnovabili (IAFR)
La qualificazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili (Qualifica IAFR), disciplinata dal DM 18/12/2008, è un prerequisito necessario per l’ottenimento dei Certificati Verdi (CV), in funzione dell’energia elettrica netta prodotta, o per l’accesso alla Tariffa incentivante Onnicomprensiva (TO), in funzione dell’energia elettrica netta prodotta e immessa in rete.
Tabella 3
impianti alimentati da fonti rinnovabili in esercizio al 30/6/2015 in Piemonte
Fonte |
Numero |
POTENZA (MW) |
Idroelettrici a serbatoio |
5 |
156 |
Idroelettrici a bacino |
8 |
368 |
Idroelettrici ad acqua fluente |
371 |
599 |
Idroelettrici su acquedotto |
13 |
3 |
Eolici |
7 |
19 |
Solari |
2 |
0 |
Biomasse solide |
28 |
138 |
Biogas |
153 |
122 |
Bioliquidi |
33 |
48 |
Gas di discarica |
26 |
35 |
Totale complessivo |
646 |
1.487 |
Tabella 4
Totale impianti qualificati IAFR in esercizio per provincia - al 30/6/2015
Province |
Idraulica |
Eolica |
Solare |
Biomasse solide |
Biogas |
Bioliquidi |
Gas di discarica |
Totale complessivo |
AL |
16 |
1 | 5 | 31 | 7 | 3 | 63 | |
AT |
1 |
3 | 1 | 5 | ||||
BI |
22 |
2 | 2 | 6 | 2 | 34 | ||
CN |
111 |
3 | 8 | 51 | 5 | 7 | 185 | |
NO |
25 |
2 | 16 | 1 | 2 | 46 | ||
TO |
125 |
4 | 1 | 7 | 36 | 10 | 11 | 194 |
VB |
70 |
2 | 72 | |||||
VC |
27 |
4 | 14 | 2 | 47 | |||
Piemonte |
397 |
7 | 28 | 153 | 33 | 26 | 646 |
Il Conto Energia è il programma che incentiva l'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica.
Questo sistema di incentivazione è stato introdotto in Italia nel 2005, con il Decreto Ministeriale del 28 luglio 2005 (Primo Conto Energia) successivamente regolato da altri Decreti, ultimo il Decreto Ministeriale del 05 luglio 2012 (Quinto Conto Energia).
Il Conto Energia ha cessato di applicarsi il 6 luglio 2013, gli ultimi impianti che hanno usufruito di questo incentivo sono entrati in funzione in Piemonte nel maggio 2014 per cui la situazione è immutata rispetto all’anno scorso e non subirà modifiche. Gli impianti complessivamente incentivati dal Conto Energia in Piemonte sono 38.530 per una potenza complessiva di 1.443 MW.
Figura 1
Impianti fotovoltaici in Piemonte - anni 2006-2014
Bilancio di energia elettrica
Figura 2
Bilancio elettrico per il Piemonte - anno 2014
Fonte: Terna
BOX
COMPATIBILITÀ AMBIENTALE DELL’AMPLIAMENTO DEL TELERISCALDAMENTO A TORINO
Sono stati analizzati dieci scenari (uno per anno dal 2014 al 2023) di sviluppo dell’area servita dal teleriscaldamento (TLR) del Comune di Torino e prima cintura metropolitana, con un aumento delle volumetrie teleriscaldate da 58 Mlnm3 (2014) a 72,60 Mlnm3 (2023).
Figura 3
Città di Torino - Area servita dal Teleriscaldamento
Gli step seguiti nella valutazione sono stati i seguenti:
- Valutazione di emissioni in atmosfera
- Bilancio Locale (NOx - PM10 - SO2)
- Bilancio Globale (NOx - PM10 - SO2 - CO2)
- Ricaduta al suolo di NOx e PM10 (Bilancio tra emissioni)
Il bilancio ambientale ha fornito le basi numeriche per la comparazione tra i diversi scenari cogenerativi. Si è fatto riferimento per le caldaie domestiche sostituite a Fattori di Emissione (FE) da letteratura, con medie pesate in base al combustibile utilizzato, mentre, per gli impianti di produzione, ci si è basati sulle emissioni dichiarate dal gestore.
Risultati vantaggiosi su scala locale sono emersi per il particolato (PM1010) e per gli ossidi di zolfo (SO2) per cui, allargando la rete di teleriscaldamento e aumentando il calore prodotto dal sistema di recupero termico, si è giunti a un risparmio in atmosfera: nel massimo scenario di teleriscaldamento si sono, infatti, riscontrati riduzioni rispettivamente di -266 t/anno per gli ossidi di zolfo e -76,4 t/anno per il particolato. Risultati svantaggiosi per gli NOx che, nonostante mostrino un peggioramento a livello locale, all’aumentare dell’area teleriscaldata presentano un danno ambientale decrescente.
In termini di bilancio ambientale globale, le valutazioni effettuate
Per la stima dei contributi emissivi di NOx e PM10 al suolo, è stato utilizzato il Software AERMOD, in grado di simulare l’evoluzione stagionale, giornaliera e oraria dei carichi termici a partire dalla simulazione dei dati esistenti. Da un lato al suolo vi è un peggioramento diffuso della qualità dell’aria per gli NOx perché, mentre le caldaie domestiche sono utilizzate per lo più durante il periodo invernale per il servizio di riscaldamento, il sistema delle centrali cogenerative lavora incessantemente per quasi tutto l’anno. Nei giorni critici, corrispondenti al picco di richiesta termica (periodo invernale), è comunque possibile risparmiare, in alcune aree, valori al suolo di ossidi di azoto fino a 20 µg/m3. Dall’altro lato l’ampliamento del teleriscaldamento arreca al suolo un miglioramento diffuso della qualità dell’aria in termini di PM10. Questo perché le centrali cogenerative sono dotate di appositi sistemi filtranti che trattengono il particolato. Il trend è confermato soprattutto nel giorno con massimo decremento al suolo di PM10, con valori massimi che dal I° scenario (2014) pari a -0,38 µg/m3 passano al X° scenario (2023) a valori di -0,80 µg/m3. Visti i risultati ottenuti, è possibile constatare che l’ampliamento del teleriscaldamento apporta alla collettività che utilizza il servizio, e non solo, benefici ambientali a livello sia di ricadute al suolo di NOx unicamente per i giorni di massimo riscaldamento, sia per la ricaduta al suolo di PM10 per quasi tutto l’arco dell’anno. Ciò viene confermato dal bilancio delle esternalità che suggerisce un «danno ambientale evitato».
BOX
IMPIANTI DI DIGESTIONE ANAEROBICA
Gli impianti di digestione anaerobica individuati e georeferenziati sul territorio piemontese, a seguito di quest’ultimo aggiornamento (settembre 2014), risultano in totale 171, di cui 148 in esercizio, 18 in costruzione e 5 in fase di autorizzazione. La potenza elettrica complessiva installata fino al 2014 è pari a 116 MWe. Dalla figura 5 si osserva nel 2012 il boom degli impianti, mentre negli anni successivi si registra una crescita molto ridotta, in quanto sono nettamente diminuite le richieste di realizzazione di nuovi impianti a biogas, a seguito del calo degli incentivi.
Figura 4
Potenza elettrica complessiva installata - anni 2009-2014
Figura 5
Numero di impianti di biogas per comune
BOX DI ARGOMENTO
PROTOCOLLO ITACA: LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITA’ ENERGETICO-AMBIENTALE DEL COSTRUITO
Residenziale, Commercio, Scolastico, Uffici
ITACA sostiene la metodologia SB Method, sviluppata dal 1996 nell’ambito del processo di ricerca e sviluppo denominato Green Building Challenge e ora gestita a livello internazionale da iiSBE (International Iniziative for a Sustainable Built Environment), che tra i vari sistemi di certificazione per la valutazione della qualità ambientale ed energetica, si caratterizza per molteplici aspetti positivi:
- riconoscimento internazionale: ITACA è membro della Sustainable Building Alliance, l'Alleanza tra i principali sistemi di valutazione europei (inglese Bream, francese HQE, tedesco DGNB), il cui obiettivo è favorire l'adozione di pratiche di edilizia sostenibile attraverso la condivisione di indicatori prestazionali per la costruzione di sistemi nazionali di valutazione delle prestazioni energetiche ambientali delle costruzioni;
- riconoscimento europeo: ITACA partecipa al gruppo di lavoro (Building assessment schemes) costituito dalla Commissione Europea, e coordinato dal JRC di Siviglia, che ha il compito di definire i criteri chiave per l'armonizzazione dei sistemi di valutazione della sostenibilità degli edifici in Europa;
- motore di sviluppo europeo: ITACA è tra i promotori dell’iniziativa CESBA (Common European Sustainable Building Assessment), avviata da organizzazioni afferenti all’ambito pubblico (ministeri, regioni, città, agenzie), che vede ad oggi coinvolte 14 nazioni: Francia, Italia, Germania, Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Svizzera, Grecia, Portogallo, Malta. Punto focale di CESBA sono i sistemi di valutazione della sostenibilità di edifici ed aree urbane di natura pubblica. I sistemi di questa natura trovano principalmente impiego in politiche di incentivazione, piani urbanistici, regolamenti edilizi, gare d’appalto. Obiettivo principale di CESBA è la definizione di un cuore europeo di indicatori e criteri per la valutazione della sostenibilità delle costruzioni, che funga da minimo comune denominatore per i sistemi di certificazione utilizzati in Europa;
- valutazione globale delle prestazioni dell’edificio;
- costante aggiornamento al quadro normativo;
- versatilità: il sistema di valutazione, originato da iiSBE Italia (International Initiative for a Sustainable Built Environment) si presta ad essere declinato per verificare il livello di sostenibilità ambientale di tutte le tipologie di interventi edilizi, dalla scala di “edificio” fino alla scala “urbana” e oltre.
L’esecutivo regionale intende sviluppare le attività collegate e consequenziali al “Protocollo ITACA” al fine di facilitarne l’utilizzo da parte degli operatori pubblici e privati e di promuovere l’innovazione gestionale e tecnologica ed il ricorso alla certificazione di qualità.
L’Accordo Quadro, sottoscritto nel 2009 tra la Regione Piemonte e ITACA, ha consentito alla Giunta regionale di approvare il sistema di valutazione della sostenibilità ambientale applicato a edifici residenziali (Protocollo ITACA Sintetico 2009 Regione Piemonte), commerciali (Protocollo ITACA – Edifici Commerciali – Regione Piemonte 2012) e scolastici (Protocollo ITACA 2009 Regione Piemonte. Edifici scolastici: modello di relazione tecnica).
Il Protocollo ITACA è strumento che consente di determinare il livello di sostenibilità ambientale dell’edificio in progetto, misurandone la prestazione rispetto a un insieme di criteri, che, raggruppati in aree di valutazione (Selezione del Sito, Energia e Consumo di risorse, Carichi ambientali, Qualità ambientale interna e Qualità di servizio), sono stati ritenuti idonei dal gruppo di lavoro formato da tecnici esperti di volta in volta individuati per tipologia di struttura edilizia (residenziale, uffici, commercio, ecc.) per il raggiungimento degli obiettivi.
I criteri, infatti, hanno una valenza economica, sociale, ambientale di rilievo, sono quantificabili o definibili qualitativamente, ovvero oggettivamente rispondenti a scenari prestazionali predefiniti, perseguono un obiettivo di largo respiro, hanno comprovata valenza scientifica e sono dotati di prerogative di pubblico interesse. Ovviamente, tali criteri, analogamente a quanto avvenuto per le grandi strutture di vendita, saranno sottoposti ad una fase di sperimentazione e collaudo al fine della verifica della loro piena adeguatezza.
Accordo con Accredia
In quest’ottica nel 2012 è stato firmato il Protocollo d’intesa tra ITACA e ACCREDIA, l'Ente unico nazionale di accreditamento, per la definizione del sistema nazionale di accreditamento degli Organismi di Ispezione.
L'accordo, la cui firma era stata preceduta dall'approvazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, getta le basi per la realizzazione di un sistema di certificazione nazionale in materia di sostenibilità ambientale degli edifici. Con riferimento al Protocollo ITACA e sotto il cappello dell'accreditamento, si pone l'obiettivo di garantire l'indipendenza, l'imparzialità e la competenza di chi valuta le conformità alle norme di riferimento.
La collaborazione tra le due organizzazioni si pone l'obiettivo di elaborare uno standard unico nazionale sulla sostenibilità ambientale delle costruzioni, prevedendo in particolare la definizione di un sistema di certificazione unitario e a carattere volontario, coordinato ed integrato sia con i sistemi regionali, già attivi sul territorio e basati proprio sul Protocollo Itaca, sia con il sistema di normazione tecnica (UNI e CEN).
Scala urbana
Nel 2013 è incaricata la Regione Toscana di coordinare i lavori, che portano all’inizio del 2015 ad uno strumento composto da 10 AREE TEMATICHE:
- GOVERNANCE: qualità del processo di pianificazione, completezza del piano finanziario, fattibilità/sostenibilità economico-finanziaria, partecipazione dei cittadini alla definizione del progetto
- ASPETTI URBANISTICI: qualità del paesaggio e del sistema urbano, integrazione con il contesto
- ASPETTI ARCHITETTONICI: qualità architettonica, integrazione con il patrimonio storico-culturale
- SPAZI PUBBLICI: comfort, sicurezza, fruibilità, accessibilità e arredo degli spazi pubblici, mobilità pedonale.
- METABOLISMO URBANO: qualità ambientale e flussi (aria, acqua, energia, rifiuti)
- BIODIVERSITÀ: spazi verdi, regreening della città esistente, protezione della natura
- ADATTAMENTO: strategie di adattamento alla minaccia posta dal cambiamento climatico
- MOBILITÀ / ACCESSIBILITÀ: mobilità e accessibilità ai trasporti
- SOCIETÀ E CULTURA: coesione e integrazione sociale, partecipazione/condivisione, prossimità alle strutture per il tempo libero dotazione di servizi (educativi, culturali, per la salute/assistenza) e di attrezzature commerciali.
- ECONOMIA: accesso alla residenza, ricadute positive sull’economia urbana (generazione di attività lavorative)
L’interesse del progetto risiede nella possibilità di utilizzare il protocollo scala urbana come strumento di semplificazione nelle procedure di VAS.
Stazioni di servizio
Ricalcando quando già fatto per le grandi strutture di vendita, il Settore regionale competente si è avvalso di un gruppo di lavoro (avvio dei lavori il 22 gennaio 2014) per la ricerca dei criteri di progettazione volti a migliorare la sostenibilità ambientale ed energetica degli impianti di distribuzione dei carburanti: nel gruppo di lavoro sono stati coinvolti professionisti esperti nella progettazione e realizzazione di impianti di distribuzione carburanti sul territorio piemontese, che hanno accettato di prestare gratuitamente la loro professionalità e competenza, supportati dai tecnici di iiSBE Italia.
Il “Protocollo ITACA – Stazioni di servizio” è quindi lo strumento che consente di stimare il livello di sostenibilità ambientale della stazione di rifornimento carburanti, misurandone la prestazione rispetto a un insieme di criteri, che, raggruppati in 3 aree di valutazione (Consumo di risorse, Carichi ambientali, Qualità di servizio), sono stati ritenuti idonei dal gruppo di lavoro per il raggiungimento degli obiettivi.
Il Protocollo è messo a disposizione dei titolari degli impianti di distribuzione di carburanti che intendano migliorare l’efficienza del proprio punto vendita realizzando risparmi economici diretti e contestualmente contribuiscano al perseguimento di una rete moderna e qualificata anche sotto il profilo ambientale. Tutti gli impianti di distribuzione carburanti che sceglieranno di certificare con il Protocollo ITACA la propria sostenibilità energetico-ambientale potranno fregiarsi di un apposito logo che sarà creato mediante concorso di idee destinato agli studenti del Politecnico di Torino.
Al fine di raggiungere le finalità e gli obiettivi declinati, si è inteso incentivare il processo con contributi in conto capitale da destinarsi a quelle soluzioni progettuali volte al contenimento dei fabbisogni energetici e idrici, lo sfruttamento delle energie da fonti di rinnovabili, la riduzione delle emissioni atmosferiche, il comfort termico degli spazi esterni, la gestione ed il riuso delle acque piovane, la permeabilità dei suoli, la qualità della gestione dell’esercizio commerciale.
Il contributo concesso è determinato nella misura massima del 50% della spesa ammessa e non oltre la misura massima di 3.000,00 euro (al netto dell’IVA) per gli interventi delle piccole e medie imprese del settore della rete distributiva carburanti piemontese che contemplino una riduzione dei consumi energetici pari o superiore al 15% rispetto ai valori rilevati nell’anno precedente, valorizzato tenendo conto sia del risparmio sia dell’autoproduzione da fonti rinnovabili, e contestualmente il raggiungimento del valore 1 del Protocollo ITACA – Stazioni di servizio dimostrato sulla base di apposita certificazione.
La determinazione della misura massima ammessa a contributo sopra menzionata deriva dagli studi e dalle esperienze condotte sia dal Politecnico di Torino congiuntamente alla soc. Archigia (presentati in un apposito seminario organizzato dal Settore nel marzo del 2013), sia dal gruppo di lavoro che ha definito lo strumento di valutazione energetico-ambientale; detti studi evidenziano che gli interventi più efficaci, ai fini del risparmio energetico per questa tipologia di punti vendita, sono quelli relativi ai fabbisogni energetici per l’illuminazione ed alle macchine a servizio delle attività accessorie (c.d. non oil).
Tra le PMI ammesse a contributo sarà stilata apposita graduatoria che utilizzerà congiuntamente i seguenti parametri valutativi:
1) risparmio energetico conseguito (≥ al 15%),
2) punteggio Protocollo ITACA (≥ 1) dimostrato sulla base di apposita certificazione.
L’assegnazione dei contributi erogati ammonta a euro 75.000,00.
La prassi UNI
La prassi, nota anche come UNI/PdR 13:2015, è stata sviluppata a partire dal Protocollo ITACA nazionale, con il supporto tecnico-scientifico di iiSBE Italia inoltre è stata elaborata tenendo conto delle norme europee sulla valutazione della sostenibilità nelle costruzioni, in particolare con le norme predisposte dal Comitato Tecnico CEN/TC 350.
La valutazione ambientale attraverso questa prassi si traduce in un punteggio che viene determinato seguendo una procedura di valutazione dei criteri individuati che afferiscono alle 5 aree seguenti: qualità del sito, consumo di risorse, carichi ambientali, qualità ambientale indoor, qualità del servizio.
La UNI/PdR 13:2015 è strutturata in 2 sezioni:
- Sezione 0 che fornisce l’inquadramento generale e i principi metodologici alla base del sistema di analisi per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici per la determinazione del punteggio di prestazione;
- Sezione 1 che specifica i criteri, organizzati in “schede criterio” e raggruppati per categoria di riferimento, per la valutazione di sostenibilità ambientale e il calcolo del punteggio di prestazione degli edifici con destinazione d’uso residenziale.
Il risultato del calcolo del punteggio di prestazione è la “relazione di valutazione”, effettuata su un singolo edificio e la sua area esterna di pertinenza, e contenente gli esiti della valutazione rispetto all’insieme dei criteri presi in considerazione.
L’UNI ricorda che tali prassi “non sono norme ma documenti, al servizio della formazione, che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche elaborati sulla base di un rapido processo di elaborazione ristretta ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI.
PROGRAMMA INTERREG SPAZIO ALPINO 2014-2020: Progetto CESBA Alps – Sustainable territories
Obiettivo specifico della priorità del programma è Stabilire politiche transnazionali integrate per la riduzione delle emissioni di CO2.
La durata del progetto è di 36 mesi, a partire dal 16 dicembre 2015 (data di fine progetto: 16.12.2018).
Descrizione sintetica del progetto
I sistemi di valutazione della sostenibilità attualmente disponibili si occupano di edifici e aree urbane: manca il supporto alla scala territoriale tipica delle zone rurali, a bassa densità, delle regioni alpine. Il progetto intende facilitare lo sviluppo, la coordinazione e l’implementazione di politiche innovative per la pianificazione a scala di territorio, basate su sistemi di valutazione comuni. Tramite lo sviluppo di un sistema strutturato per la valutazione e l’attribuzione di un marchio per i territori sostenibili e a ridotte emissioni di CO2, il progetto migliorerà la sostenibilità e la prestazione energetica dell’ambiente costruito alpino. Gli strumenti sviluppati faranno uso di criteri e indicatori oggettivi, che aiuteranno gli enti pubblici, i progettisti e le imprese a valutare la sostenibilità di un territorio. Tramite questi strumenti sarà possibile definire obiettivi prestazionali trasparenti e concreti, dare supporto alla decisione nella pianificazione territoriale, implementare e monitorare politiche low carbon efficienti, facilitando così l’adozione di processi innovativi per tutti i portatori d’interesse a livello territoriale. I risultati principali includono: un sistema generico transnazionale per la valutazione alla scala di territorio, un pacchetto di sistemi di valutazione territoriale armonizzati, validati e contestualizzati ad ogni regione, una linea guida per l’implementazione dei sistemi di valutazione nei regolamenti e piani territoriali, un kit per l’attivazione di processi di attribuzione del marchio per territori sostenibili e a basse emissioni di CO2, la creazione e promozione dei comitati CESBA locali, e infine la definizione di strategie per l’edilizia sostenibile per territori e città. Il progetto CESBA Alps è parte dell’iniziativa internazionale CESBA, che garantisce la disponibilità a lungo termine della struttura tecnica e della rete di contatti, facilitando l’adozione e l’uso degli strumenti a scala territoriale nell’intero arco alpino.