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NEVE

Stagione invernale 2014-2015

La peculiarità della stagione invernale 2014-15 piemontese è stata la marcata irregolarità nella distribuzione delle precipitazioni nevose, concentrate in tardo autunno sopra i 2.000 metri e a fine inverno, quando sono state così intense da riportarne la sommatoria annuale entro i valori medi. Nella figura 1 si riportano i quantitativi di neve fresca (espressa in cm) registrati sui settori alpini piemontesi oltre i 650 m di quota. Si può notare come a quota oltre i 2.500 m circa, i valori di neve fresca cumulata siano superiori a 9-11 m.

Figura 1
Distribuzione della neve fresca in funzione della quota sui settori alpini piemontesi dal 01-nov-2014 al 31-mag-2015

Fonte: Arpa Piemonte
Dall’analisi della neve fresca stagionale (figura 2) si può notare che la maggior parte delle stazioni analizzate hanno fatto registrare valori superiori alla media stagionale di riferimento (1981-2010). Solo la stazione di Bardonecchia−L. Rochemolles (1.975 m) presenta valori leggermente inferiori. In questo caso si può dire che, essendo situata in una zona molto continentale delle Alpi piemontesi occidentali, ha risentito meno degli intensi flussi perturbati di febbraio e marzo provenienti da sud. Nei settori occidentali il surplus è stato maggiore alle quote medie rispetto alle quote più elevate (> 2.000 m), viceversa nei settori settentrionali e meridionali dove le precipitazioni autunnali (nevose solo oltre i 1.800-2.000 m) sono state più abbondanti, hanno determinato un surplus significativo prossimo al 30% alle quote più elevate.

Figura 2
Valori di neve fresca (HN) da novembre a maggio stagione 2014-2015 a confronto con la media ('81-'10)
per alcune stazioni rappresentative dell'arco alpino piemontese

Fonte: Arpa Piemonte
Nel tardo autunno, a inizio e metà novembre, si sono verificate intense e diffuse precipitazioni a carattere nevoso oltre i 1.800-2.000 m. I mesi tipicamente invernali, dicembre e gennaio, poveri di precipitazioni nevose, hanno lasciato le zone montane a quote medie con un innevamento da ridotto ad assente.

Nelle stazioni a quote medie (1.500 m), la quasi totalità della neve fresca stagionale è caduta nei mesi di febbraio e marzo. Come si può vedere dalla figura 3, in questi mesi le precipitazioni nevose, registrate anche a quote collinari e in pianura, sono state molto intense e hanno riportato i valori di neve fresca nella media o poco sopra e spessori di neve al suolo importanti proprio alle quote medie, determinando inoltre un’intensa attività valanghiva spontanea.

Figura 3
Valori di giorni nevosi (SD) da novembre a maggio stagione 2014-2015 a confronto con la media ('81-'10)
per alcune stazioni rappresentative dell'arco alpino piemontese

Fonte: Arpa Piemonte
Le nevicate nei mesi primaverili sono state nuovamente da molto scarse ad assenti e sempre sotto la media mensile. Le temperature elevate e l’irregolarità delle precipitazioni hanno condizionato la rapida scomparsa del manto nevoso alle medie quote, formatosi già tardivamente.
Infatti il numero di giorni con neve al suolo (figura 4) sono quasi ovunque sotto la media, da - 10% a -25%, nelle stazioni alle quote intorno ai 1.500 m; solo alle quote superiori ai 2.000 m il manto nevoso ha avuto una durata pressoché nella media in tutti i settori e le precipitazioni nevose autunnali hanno garantito il permanere della neve al suolo anche durante i mesi primaverili. La temperatura è stata generalmente sopra la media per la maggior parte della stagione: nei mesi da ottobre a gennaio e, in particolare, da aprile a maggio è stata registrata un’anomalia positiva importante, mentre soltanto i due mesi più nevosi (febbraio e marzo) sono stati pressoché nella media.

Figura 4
Valori di giorni con neve al suolo (HSD) da novembre a maggio stagione 2014-2015
a confronto con la media ('81-'10)
per alcune stazioni rappresentative dell'arco alpino piemontese

Fonte: Arpa Piemonte

Stagione invernale 2015-2016

L’inizio delle stagione invernale 2015-2016 è stata caratterizzata da una importante anomalia negativa dal punto di vista delle precipitazioni nevose. Dopo il mese di ottobre, che ha presentato alcuni episodi nevosi seppur di debole entità, i mesi di novembre e dicembre si sono caratterizzati per la totale assenza di nevicate se non si considerano gli esigui apporti di sporadiche e veloci perturbazioni che al più hanno determinato valori di neve generalmente inferiori ai 5 cm. Questa situazione non si è riscontrata solo sulle Alpi occidentali ma è stata comune pressoché a tutto il versante alpino italiano.

Analizzando tutta la serie storica, i mesi di novembre e dicembre 2015 (figura 5) sono in assoluto i più carenti di neve da quando si dispone di dati diffusi sul territorio piemontese con continuità (ultimi 90 anni). Tra gli anni con simile anomalia negativa (nei mesi di novembre e dicembre) si può evidenziare come questi siano piuttosto concentrati negli ultimi trent’anni: a partire dai più recenti si rilevano 2006, 2001, 1998, 1994, 1989 e 1980. Occorre tornare indietro fino al 1953 per ritrovare un inizio inverno così poco nevoso come quelli appena citati.
Per quanto riguarda gli anni con inizio di stagione invernale molto nevoso invece si rileva il 2008, che è stato quello con anomalia positiva maggiore, 2003, 1996, 1981 per arrivare poi fino al 1960 e 1959. Si osserva inoltre come in questi ultimi 30 anni ci sia stata una maggiore variabilità nelle precipitazioni dei mesi di novembre e dicembre tanto da far registrare un’elevata frequenza di eventi eccezionali sia positivi che negativi.

Tornando alla stagione invernale 2015-2016, nonostante alcuni episodi di foehn da NW con limitati apporti nevosi sulle creste di confine nord-occidentali, la situazione è rimasta pressochè invarita fino alla metà di febbraio (figura 6).
Tra la fine di febbraio e la metà del mese di marzo sono stati registrati alcuni eventi nevosi significativi che hanno causato una significativa attività valanghiva spontanea che ha interessato anche la viabilità di fondovalle (figura 7).
I valori di neve al suolo e di neve fresca si sono riportati su valori prossimi a quelli medi del periodo anche se a fine stagione i valori di neve fresca sono comunque risultati sotto la media in quasi tutte le stazioni (figura 8).

Figura 5
Anomalia delle nevicate nei mesi di novembre e dicembre dal 1925 al 2015

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 6
Alta Valle Anzasca: assenza di neve fino in alta quota nel mese di dicembre 2015

Figura 7
Zona di Scorrimento e Accumulo di una valangha sulla provinciale che collega Stroppo a Elva (CN)

Figura 8
Stazione nivometrica presso la diga Chiotas (Entraque CN)

In alto l’andamento giornaliero della neve al suolo -HS- dove la linea blu spessa indica l’HS della stagione, la linea tratteggiata indica l’andamento medio dell’HS e l’area colorata in grigio indica +/- la deviazione standard rispetto alla media.
In basso le nevicate -HN-: le barre nere indicano i singoli valori di neve fresca giornaliera (asse y di riferimento di sinistra), la linea spessa rossa indica la relativa cumulata, mentre la linea tratteggiata si riferisce alla cumulata media (queste ultime due linee fanno riferimento all’asse y di destra). I numeri riportano rispettivamente il totale di neve fresca della stagione e della media storica.