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IL CLIMA E LO STATO DI SALUTE DEI BOSCHI
cLIMA E Rischio di incendi boschivi
BOSCHI E FORESTE
IL CLIMA E LO STATO DI SALUTE DEI BOSCHI
I boschi e le foreste sono fortemente influenzati dal clima. Eccessi di temperature, siccità oppure all’opposto precipitazioni elevate possono indebolire i boschi e renderli più sensibili agli attacchi dei patogeni. A esempio gli insetti rispondono in modo immediato a cambiamenti climatici anche momentanei come il susseguirsi di annate calde e siccitose che hanno contribuito, qualche anno fa, al diffondersi di specie di lepidotteri più termofili che hanno dato luogo a defogliazioni di elevata intensità.
Tali problematiche sono affrontate in modo concertato tra l’Assessorato Boschi e Montagne e il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte.
Nell'ambito delle funzioni del Settore Fitopatologico nel monitoraggio e ricerca di soluzioni alle problematiche che si presentano in ambito forestale, se ne menzionano alcune tra le più importanti:
• Gestione dell’emergenza causata dalla diffusione dell’Imenottero cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) originario della Cina, in grado di arrecare ingenti perdite produttive e compromettere lo stato vegetativo dei castagni. Il Settore Fitosanitario, grazie ai contatti intercorsi con il dr. Seiichi Moriya del National Agricultural Research Center di Tsukuba, ha coordinato, a partire dal 2003, il progetto per l’introduzione del parassitoide Torymus sinensis nelle aree infestate del Piemonte. Questo progetto, realizzato con l’Università di Torino (DISAFA) Settore Entomologia, ha ottenuto il controllo biologico del cinipide in diverse aree castanicole e nell'arco di uno o al massimo due anni in tutto il Piemonte la presenza delle sue galle non avrà più alcun impatto significativo sullo sviluppo vegetativo dei castagni. (Quaderni Agricoltura 2015).
Per approfondimenti consulta il sito del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte
Per approfondimenti sul deperimento dei cedui di castagno consulta anche un articolo di IPLA sui Quaderni Agricoltura.
• Raccolta segnalazioni della presenza del coleottero scarabeide (Popillia japonica) a partire da luglio 2014 nella zona del Ticino tra Piemonte e Lombardia. L'insetto, introdotto accidentalmente dagli Stati Uniti, si è rivelato particolarmente dannoso su un gran numero di piante coltivate e spontanee. Nella normativa fitosanitaria è inserito tra gli organismi di quarantena (Direttiva 2000/29/CEE e s.m.i.) di cui deve essere vietata l’introduzione e la diffusione nel territorio dell’Unione Europea.
Vedi scheda e articolo su Quaderni Agricoltura.
• Raccolta segnalazioni su attacchi di processionaria del Pino (Traumatocampa pityocampa) dal territorio piemontese, in cui spesso sono coinvolte aree montane e pedemontane. Divulgazione informazioni su quanto previsto dal relativo Decreto di lotta obbligatoria (DM 30/10/2007) nonché sulle tecniche di lotta consigliabili. Tale parassita è da sempre presente nei boschi piemontesi ma negli ultimi tre anni si sono avute segnalazioni causate da una sua crescente e preoccupante espansione che può provocare problemi per la salute delle persone. Tra le varie azioni il Settore Fitopatologico ha inviato una lettera alle Amministrazioni comunali per sensibilizzarle sulla necessità di informare la popolazone su questa problematica.
Per approfondimenti consulta il sito della Regione Piemonte
• Raccolta segnalazioni, sopralluoghi, identificazione e consulenza su insetti e patologie che interessano essenze forestali di zone montane, tra cui attacchi del Dittero cecidomide (Dasineura laricis) su larice in Val Varaita (alcuni anni fa, articolo su Quaderni Agricoltura
• Raccolta segnalazioni dell'Imenottero argide (Aproceros leucopoda) su olmo in Val d’Ossola (2014). Originario dell'Asia orientale questo insetto è stato segnalato prima nell'Italia nord orientale, dove risultava colpire olmi presenti in prossimità di aree di servizio o di sosta lungo gli assi autostradali, quindi legato al flusso di autocarri proveniente dall'Est Europa. Le defogliazioni possono essere anche molto intense. Gli attacchi si sono manifestati nel corso del 2014 nella bassa Val d'Ossola e nel Parco del Ticino, mentre nel 2015 è stata rilevata la presenza di questo insetto anche lungo le sponde del Po, nella zona tra Pancalieri e Faule.
• Osservazioni su diffusione della piralide del bosso (Cydalima perspectalis), insetto particolarmente dannoso al bosso e introdotto accidentalmente dalla Cina che si sta diffondendo in tutta Europa. I primi attacchi di questo lepidottero in Piemonte risalgono al 2012. Forti infestazioni, con esiti spesso devastanti per le siepi di bosso, sono state riscontrate in alcune province e interesseranno in poco tempo tutto il Piemonte. Attacchi non controllati possono mettere a rischio la sopravvivenza stessa del bosso, specie ornamentale tipica del giardino all’italiana. Per approfondimenti consulta la scheda specifica.
• Raccolta segnalazioni sulla cimice asiatica (Halyomorpha halys). Questo insetto, originario dell’Estremo Oriente e segnalato per la prima volta in Italia nel 2012 in provincia di Modena, è stato ritrovato in Piemonte già nel 2013, nel Saluzzese. Nel corso del 2014 e del 2015 ha causato danni importanti in frutteti (nettarine, melo, pero) e coltivazioni quali mais di secondo raccolto e soia. È una specie altamente polifaga, adulti e giovani si nutrono a spese dei tessuti vegetali, soprattutto di frutti e semi, di molte colture, causando danni elevati. Non avendo limitatori naturali specifici nel nostro continente, questa cimice si sta diffondendo velocemente in nuove aree, con un progressivo incremento delle popolazioni.
• Osservazioni nel 2015 sul complesso costituito dal Coleottero scolitide (Pityophthorus juglandis) e dal fungo (Geosmithia morbida), responsabile del fenomeno del deperimento del noce nero (Juglans nigra) denominato TCD (Thousand Cankers Disease) che causa disseccamenti e morte degli alberi di questa specie. Originari del Nord America sia lo scolitide che il fungo sono stati recentemente ritrovati in Veneto (2013). In Piemonte sono stati trovati in due località, rispettivamente in provincia di Torino e di Novara. È stata accertata la comparsa di questo deperimento sul noce europeo (Juglans regia) anche se finora non sembra avere la stessa virulenza che manifesta nei confronti della specie di origine nordamericana.
Questo argomento è stato sviluppato anche nelle diverse edizioni del Rapporto Stato Ambiente, in particolare:
Anno 2009 - Situazione entomologica dei boschi e foreste, pagina 9
Anno 2010 - Variazioni climatiche e loro influenza su lepidotteri defogliatori negli ecosistemi forestali
Anno 2012 - Cambiamenti climatici e protocollo di Kyoto pagina 43
Tali problematiche sono affrontate in modo concertato tra l’Assessorato Boschi e Montagne e il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte.
Nell'ambito delle funzioni del Settore Fitopatologico nel monitoraggio e ricerca di soluzioni alle problematiche che si presentano in ambito forestale, se ne menzionano alcune tra le più importanti:
• Gestione dell’emergenza causata dalla diffusione dell’Imenottero cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) originario della Cina, in grado di arrecare ingenti perdite produttive e compromettere lo stato vegetativo dei castagni. Il Settore Fitosanitario, grazie ai contatti intercorsi con il dr. Seiichi Moriya del National Agricultural Research Center di Tsukuba, ha coordinato, a partire dal 2003, il progetto per l’introduzione del parassitoide Torymus sinensis nelle aree infestate del Piemonte. Questo progetto, realizzato con l’Università di Torino (DISAFA) Settore Entomologia, ha ottenuto il controllo biologico del cinipide in diverse aree castanicole e nell'arco di uno o al massimo due anni in tutto il Piemonte la presenza delle sue galle non avrà più alcun impatto significativo sullo sviluppo vegetativo dei castagni. (Quaderni Agricoltura 2015).
Per approfondimenti consulta il sito del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte
Per approfondimenti sul deperimento dei cedui di castagno consulta anche un articolo di IPLA sui Quaderni Agricoltura.
• Raccolta segnalazioni della presenza del coleottero scarabeide (Popillia japonica) a partire da luglio 2014 nella zona del Ticino tra Piemonte e Lombardia. L'insetto, introdotto accidentalmente dagli Stati Uniti, si è rivelato particolarmente dannoso su un gran numero di piante coltivate e spontanee. Nella normativa fitosanitaria è inserito tra gli organismi di quarantena (Direttiva 2000/29/CEE e s.m.i.) di cui deve essere vietata l’introduzione e la diffusione nel territorio dell’Unione Europea.
Vedi scheda e articolo su Quaderni Agricoltura.
• Raccolta segnalazioni su attacchi di processionaria del Pino (Traumatocampa pityocampa) dal territorio piemontese, in cui spesso sono coinvolte aree montane e pedemontane. Divulgazione informazioni su quanto previsto dal relativo Decreto di lotta obbligatoria (DM 30/10/2007) nonché sulle tecniche di lotta consigliabili. Tale parassita è da sempre presente nei boschi piemontesi ma negli ultimi tre anni si sono avute segnalazioni causate da una sua crescente e preoccupante espansione che può provocare problemi per la salute delle persone. Tra le varie azioni il Settore Fitopatologico ha inviato una lettera alle Amministrazioni comunali per sensibilizzarle sulla necessità di informare la popolazone su questa problematica.
Per approfondimenti consulta il sito della Regione Piemonte
• Raccolta segnalazioni, sopralluoghi, identificazione e consulenza su insetti e patologie che interessano essenze forestali di zone montane, tra cui attacchi del Dittero cecidomide (Dasineura laricis) su larice in Val Varaita (alcuni anni fa, articolo su Quaderni Agricoltura
• Raccolta segnalazioni dell'Imenottero argide (Aproceros leucopoda) su olmo in Val d’Ossola (2014). Originario dell'Asia orientale questo insetto è stato segnalato prima nell'Italia nord orientale, dove risultava colpire olmi presenti in prossimità di aree di servizio o di sosta lungo gli assi autostradali, quindi legato al flusso di autocarri proveniente dall'Est Europa. Le defogliazioni possono essere anche molto intense. Gli attacchi si sono manifestati nel corso del 2014 nella bassa Val d'Ossola e nel Parco del Ticino, mentre nel 2015 è stata rilevata la presenza di questo insetto anche lungo le sponde del Po, nella zona tra Pancalieri e Faule.
• Osservazioni su diffusione della piralide del bosso (Cydalima perspectalis), insetto particolarmente dannoso al bosso e introdotto accidentalmente dalla Cina che si sta diffondendo in tutta Europa. I primi attacchi di questo lepidottero in Piemonte risalgono al 2012. Forti infestazioni, con esiti spesso devastanti per le siepi di bosso, sono state riscontrate in alcune province e interesseranno in poco tempo tutto il Piemonte. Attacchi non controllati possono mettere a rischio la sopravvivenza stessa del bosso, specie ornamentale tipica del giardino all’italiana. Per approfondimenti consulta la scheda specifica.
• Raccolta segnalazioni sulla cimice asiatica (Halyomorpha halys). Questo insetto, originario dell’Estremo Oriente e segnalato per la prima volta in Italia nel 2012 in provincia di Modena, è stato ritrovato in Piemonte già nel 2013, nel Saluzzese. Nel corso del 2014 e del 2015 ha causato danni importanti in frutteti (nettarine, melo, pero) e coltivazioni quali mais di secondo raccolto e soia. È una specie altamente polifaga, adulti e giovani si nutrono a spese dei tessuti vegetali, soprattutto di frutti e semi, di molte colture, causando danni elevati. Non avendo limitatori naturali specifici nel nostro continente, questa cimice si sta diffondendo velocemente in nuove aree, con un progressivo incremento delle popolazioni.
• Osservazioni nel 2015 sul complesso costituito dal Coleottero scolitide (Pityophthorus juglandis) e dal fungo (Geosmithia morbida), responsabile del fenomeno del deperimento del noce nero (Juglans nigra) denominato TCD (Thousand Cankers Disease) che causa disseccamenti e morte degli alberi di questa specie. Originari del Nord America sia lo scolitide che il fungo sono stati recentemente ritrovati in Veneto (2013). In Piemonte sono stati trovati in due località, rispettivamente in provincia di Torino e di Novara. È stata accertata la comparsa di questo deperimento sul noce europeo (Juglans regia) anche se finora non sembra avere la stessa virulenza che manifesta nei confronti della specie di origine nordamericana.
Questo argomento è stato sviluppato anche nelle diverse edizioni del Rapporto Stato Ambiente, in particolare:
Anno 2009 - Situazione entomologica dei boschi e foreste, pagina 9
Anno 2010 - Variazioni climatiche e loro influenza su lepidotteri defogliatori negli ecosistemi forestali
Anno 2012 - Cambiamenti climatici e protocollo di Kyoto pagina 43
cLIMA E Rischio di incendi boschivi
La Regione Piemonte, fin dal 1984, si è dotata di un sistema di calcolo dell’indice di pericolo di incendio che, sulla base di dati meteorologici, permette di valutare la predisposizione dei boschi a essere interessati dal fuoco. A partire dal 2007, si è scelto di utilizzare il sistema FWI, conosciuto anche come “metodo canadese” e, ai fini operativi, è stato deciso di suddividere il livello di pericolo in 5 classi di allerta: molto basso, basso, moderato, elevato, molto elevato, che dipendono dalle condizioni predisponenti l’innesco di incendio e il comportamento potenziale del fuoco.
Il sistema di previsione del pericolo di incendio contiene:
- definizione del livello di pericolo giornaliero sulla base dei dati osservati
- definizione del livello di pericolo previsto per i 10 giorni successivi
Il perdurare di particolari condizioni meteorologiche nei mesi di novembre, dicembre 2015 e gennaio 2016, ha aumentato il pericolo di incendi boschivi e ha favorito l’innesco e il propagarsi degli stessi su tutto il territorio piemontese. Queste condizioni hanno fatto si che venisse emesso lo stato di massima pericolosità per incendi boschivi, attivo dal 10 novembre 2015 al 4 gennaio 2016, successivamente riaperto il 19 gennaio fino al 9 febbraio 2016.
Il bollettino giornaliero, e previsionale, sull’indice di pericolo incendi boschivi (emesso da Arpa Piemonte) aveva evidenziato chiaramente, fin dai primi giorni di novembre 2015, la situazione meteorologica predisponente, alla quale hanno fatto seguito le prime segnalazioni di incendi, da parte della sala operativa del Corpo Forestale dello Stato.
Le condizioni meteorologiche predisponenti sono state caratterizzate da:
temperature decisamente al di sopra della media del periodo.
Tutto ciò ha concorso a produrre una vera e propria emergenza incendi boschivi, che ha fatto registrare, nel periodo sopra indicato, un numero di incendi (172) quasi pari a quello registrato in tutto il 2015.
È disponibile, sul sito della protezione civile, il rapporto di evento completo.
Il sistema di previsione del pericolo di incendio contiene:
- definizione del livello di pericolo giornaliero sulla base dei dati osservati
- definizione del livello di pericolo previsto per i 10 giorni successivi
Il perdurare di particolari condizioni meteorologiche nei mesi di novembre, dicembre 2015 e gennaio 2016, ha aumentato il pericolo di incendi boschivi e ha favorito l’innesco e il propagarsi degli stessi su tutto il territorio piemontese. Queste condizioni hanno fatto si che venisse emesso lo stato di massima pericolosità per incendi boschivi, attivo dal 10 novembre 2015 al 4 gennaio 2016, successivamente riaperto il 19 gennaio fino al 9 febbraio 2016.
Il bollettino giornaliero, e previsionale, sull’indice di pericolo incendi boschivi (emesso da Arpa Piemonte) aveva evidenziato chiaramente, fin dai primi giorni di novembre 2015, la situazione meteorologica predisponente, alla quale hanno fatto seguito le prime segnalazioni di incendi, da parte della sala operativa del Corpo Forestale dello Stato.
Le condizioni meteorologiche predisponenti sono state caratterizzate da:
- scarsità di precipitazioni
- assenza di neve al suoli
- numerosi ed estesi episodi di foehn
temperature decisamente al di sopra della media del periodo.
Tutto ciò ha concorso a produrre una vera e propria emergenza incendi boschivi, che ha fatto registrare, nel periodo sopra indicato, un numero di incendi (172) quasi pari a quello registrato in tutto il 2015.
È disponibile, sul sito della protezione civile, il rapporto di evento completo.