impatti
Torna su

RADIAZIONI IONIZZANTI

DOSE EFFICACE INDICATIVA DOVUTA AL CONSUMO DI ACQUA

La normativa italiana (DLgs 31/01 e DLgs 28/16) stabilisce in 0,1 mSv/anno il limite per la dose totale indicativa derivante dal consumo di acqua potabile. La dose tuttavia non è una grandezza direttamente misurabile, ma si calcola moltiplicando il consumo di acqua per la concentrazione di ogni radionuclide presente in essa per un opportuno coefficiente di conversione. Occorre poi sommare su tutti i radionuclidi presenti nell’acqua. Ovviamente questa procedura risulta alquanto onerosa e complicata. In ambito internazionale sono quindi stati stabiliti dei livelli di riferimento espressi in termini di concentrazione di attività alfa e beta totale. Questi livelli di riferimento sono stati ripresi nella recente normativa italiana e sono stati stabiliti pari a 0,1 Bq/l per l’attività alfa totale 0,5 Bq/l per l’attività beta totale (DLgs 28/16).
Tali valori sono dei cosiddetti “limiti derivati”: il rispetto di tali valori, facilmente verificabile tramite misure radiometriche, garantisce infatti il rispetto del limite dosimetrico. Nel caso in cui le concentrazioni superino o siano prossime a questi livelli, occorre effettuare misure di approfondimento per identificare i singoli radionuclidi emettitori alfa e/o beta e poter così identificare meglio il problema ed effettuare un più preciso calcolo della dose.

Per approfondimenti consulta anche la sezione: ACQUA - fattori radiazioni ionizzanti - monitoraggio radioattività nelle acque
La dose dovuta al consumo di acqua, calcolata con i dati a disposizione della concentrazione di uranio, è risultata di molto inferiore al limite di legge, come si evince dalla figura 1.

Figura 1
Dose efficace indicativa dovuta al consumo di acqua per le diverse province piemontesi

Fonte: Arpa Piemonte