Fattori che influenzano lo stato della risorsa
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INDUSTRIA

Dopo tre anni consecutivi di recessione, nel 2015 l’economia italiana è tornata a registrare una crescita, seppur contenuta, del prodotto interno lordo. All’iniziale spinta delle esportazioni, favorite da una domanda internazionale vivace e da un deprezzamento del cambio dell’euro, si è via via sostituito un apporto positivo dei consumi privati, in particolare nel secondo e terzo trimestre 2015, sostenuti da un incremento dei redditi reali e da una ripresa dei livelli di occupazione. Per approfondimenti consulta la pubblicazione Istat su la domanda di lavoro delle imprese italiane.

Per quanto riguarda il Piemonte, considerando complessivamente l’andamento dell’intero 2015 emerge, da Unioncamere Piemonte, come la produzione dell’industria manifatturiera abbia realizzato una variazione tendenziale media annua pari a +0,7%.

L’aumento dei livelli produttivi ha interessato quasi tutti i principali settori di attività economica.
Le industrie chimiche e delle materie plastiche hanno realizzato la performance migliore (+2,9%), seguite dalle industrie tessili e dell’abbigliamento (+2,7%) e da quelle dei metalli (+1,9%).
In crescita, anche se in misura minore rispetto alla media regionale, anche l’industria alimentare e quella dei mezzi di trasporto, entrambe con una variazione della produzione industriale dello +0,8% rispetto al IV trimestre 2014. Le industrie elettriche ed elettroniche hanno realizzato una performance debolmente positiva (+0,6%), mentre le industrie meccaniche e le altre industrie hanno manifestato una sostanziale stabilità dei livelli produttivi. È risultata negativa, invece, la variazione tendenziale della produzione industriale delle industrie del legno e del mobile (-1,5%).
A livello territoriale si rileva una crescita della produzione industriale per la maggior parte delle province piemontesi, con Cuneo che registra il risultato migliore (+3,6%), seguita da Novara (+2,6%) e Asti (+2,4%). Il risultato meno brillante appartiene al territorio biellese, dove la produzione industriale ha registrato una flessione dello 0,8%.

UNITÀ LOCALI

Le unità locali in Piemonte nel 2014 sono complessivamente 139.032 (dato InfoCamere). Le due maggiori categorie sono rappresentate delle costruzioni, per il 56%, e dall’industria manifatturiera, per il 41%. Rispetto al 2013 si registrano 2.846 unità locali in meno di cui la maggior parte nel settore delle costruzioni (-2.152).

I dati delle unità locali sono relativi alla classificazione delle
attività Ateco, adottata dall’Istat per le rilevazioni di carattere economico. Il calo delle unità locali si è manifestato in tutte le province, anche se più accentuato in provincia di Cuneo e di Verbania.
La provincia di Torino è quella con il più elevato numero di unità locali (69.331), soprattutto nel settore delle costruzioni e delle industrie manifatturiere, seguita dalle province di Cuneo e di Alessandria.

Figura 1
Unità locali delle imprese per attività economica (Ateco 2007) - anno 2014

k: migliaia

Fonte: InfoCamere, banca dati Stock view, Telemaco

Figura 2
Unità locali delle principali imprese per attività economica (Ateco 2007) - anni 2005-2014

k: migliaia

Fonte: InfoCamere, banca dati Stock view, Telemaco

Addetti nell'industria

Gli addetti nell’industria nel 2012 sono 526.397 (in diminuzione di 18.000 unità rispetto all’anno precedente) di cui il 72% è impiegato nell’industria manifatturiera, il 24% nelle costruzioni e il rimanente 4% nella altre attività industriali. Per quanto riguarda la suddivisione provinciale, la provincia di Torino è quella con il più elevato numero di addetti (oltre 257mila), seguita dalle province di Cuneo (85mila addetti) e di Alessandria con 50mila.

Figura 3
Addetti alle unità locali delle imprese per attività economica - anno 2012

k: migliaia

Fonte: Istat

Figura 4
Addetti alle unità locali delle imprese – anni 2001-2012


k: migliaia

Fonte: Istat

Emissioni da Industria

Per quanto riguarda le pressioni emissive legate al comparto industriale è stata utilizzata l’ultima versione disponibile dell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA), che fa riferimento all’anno 2010.

Per la quantificazione delle emissioni industriali è stata presa come riferimento la classificazione delle attività economiche ATECO (strumento di codifica adottato da tutto il mondo della statistica ufficiale che consente di attribuire un codice sulla base di una descrizione sintetica dell'attività economica) adottata da Arpa Piemonte per quanto riguarda gli indicatori ambientali legati all’industria: estrazione di minerali[1], attività manifatturiere[2], produzione industriale di energia elettrica[3], trattamento industriale delle acque e dei rifiuti[4].

La distribuzione delle emissioni industriali di particolato primario (PM10) e di ossidi di azoto (NOx espressi come NO2) risulta ovviamente connessa alla localizzazione sul territorio delle grandi attività produttive. In particolare, nel territorio piemontese, gli ossidi di azoto sono collegati alla presenza di centrali termoelettriche e di cementifici e alle lavorazioni dei prodotti petroliferi, del vetro e dei laterizi, mentre il particolato primario può essere rapportato alla presenza di industrie per la produzione e lavorazione del poliestere, di industrie cartarie, del ferro e dell’acciaio.

[1] SNAP: Macrosettore 05
[2] SNAP: Macrosettori 03,04 e 06
[3] SNAP: Settori 01.01, 01.02, 01.04
[4] SNAP: Attività 09.02.01, 09.04.05, 09.04.06, 09.09.02, 09.10.08

Figura 5
Emissioni da attività produttive (per tipologie produttive e per inquinanrti)

Per approfondimenti consulta la sezione dedicata del sito web della Regione Piemonte, dove è possibile trovare le informazioni inerenti il comparto delle attività produttive.

BOX 
Campagna di misura sulle emissioni dell’industria tessile

Nell’ambito della revisione dell’Autorizzazione di carattere generale del settore tessile (vedi AVG DD 416/DB1004 del 07/12/2011) la Regione Piemonte ha richiesto ad Arpa un approfondimento tecnico.

A tale proposito, tra le attività condotte dal Coordinamento Tematico Emissioni in Atmosfera nel 2015, è stata svolta una vasta campagna di misura dei parametri di combustione e di metano che ha coinvolto 8 impianti industriali (7 in provincia di Biella e 1 in provincia di Cuneo) per un totale di oltre 26 ore di campionamento a camino interessanti le fasi di essicazione e termofissaggio a scambio termico diretto del settore tessile. L’approfondimento tecnico richiesto ha dimostrato l’assoluta sostenibilità dei limiti imposti dalla DD 416/11, con particolare riferimento al parametro ossidi di azoto (NOx espressi come NO2), fornendo inoltre una concreta metodologia di calcolo dei fattori di emissione richiesti in riferimento al dato di potenza termica realmente impiegata in fase di essiccazione.

Tabella 1
Impianti tessili - Alcuni parametri considerati e confronto con il limite contenuto alla DD 416/DB1004 del 2011

Portata anidra Nm3/h Potenza nominale kW CO misurato mg/Nm3 NOx misurati mg/Nm3 di NO2 O2 
%v/v
NO2 misurato g/MWh nominale Potenza istantanea kW NO2
g/MWh
Limite NO2 g/MWh
Impianto 1 1.283 1.080 27,38 1,91 19,66 2,27 92,1 26,60 200
Impianto 2 15.048 880 19,59 2,52 20,06 43,09 758,1 50,02 200
Impianto 3 3.942 2.400 68,02 3,44 20,10 5,65 190,1 71,32 200
Impianto 4 9.205 1.940 29,20 6,06 19,90 28,75 542,6 102,80 200
Impianto 5 e 6 18.436 3.795 29,07 5,26 20,01 25,55 978,1 99,14 200
Impianto 7 13.743 2.320 45,08 4,01 19,71 23,75 950,1 58,00 200
Impianto 8 13.704 2.600 14,60 2,00 20,46 10,54 396,6 69,11 200
Fonte: Arpa Piemonte

BOX 
Campagne di interconfronto strumentale

Nel corso del 2015, sono state effettuate da Arpa, Coordinamento Tematico Emissioni in Atmosfera, tre campagne di interconfronto strumentale.
Le prime due campagne, svolte in data 10-11/06 e 01-02/07 presso gli stabilimenti TRM di Torino e Buzzi Unichem di Robilante (CN), hanno previsto la misura simultanea dei parametri di combustione (CO, NOx e Ossigeno) attraverso l’uso di tutti gli strumenti automatici disponibili all’Agenzia. La terza campagna, effettuata in data 03/11, è stata invece incentrata sulla determinazione del Carbonio Organico Totale (COT) alle emissioni della Ditta Filca Univel di Crescentino (VC) con strumenti basati sulla rilevazione a ionizzazione di fiamma (FID).
I risultati del confronto strumentale per le prime due campagne hanno fornito dati molto interessanti e comparabili, anche in riferimento allo SME aziendale; si è scelto di riportare nella figura 5 i risultati della campagna eseguita su Filca Univel per il maggior numero di strumenti Arpa coinvolti.

Figura 6
Risultati preliminari della campagna di interconfronto con strumentazione FID

Fonte: Arpa Piemonte
Le campagne organizzate hanno consentito di confrontare le prassi operative dei gruppi di campionatori operanti nei vari Dipartimenti, di affinare le tecniche e rendere più rigorosa l’applicazione dei metodi di riferimento, di fornire formazione agli operatori coinvolti e di raccogliere gli elementi necessari per la determinazione dell’incertezza estesa di misura.
Tale esperienza ha costituito un ottimo esempio di collaborazione tra parte pubblica e soggetti controllati finalizzato al miglioramento della qualità garantita dall’Organo accertatore nello svolgimento dei controlli al camino di propria competenza.