risposte
Torna su

STRATEGIA DI ADATTAMENTO

In tema di Adattamento l’azione della Regione si inserisce nella cornice di indirizzi europei e nazionali delineati rispettivamente dalla Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici _ EAS e dalla correlata Strategia nazionale di adattamento.

La Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici _ EAS

Lanciata  ufficialmente a Bruxelles Il 29 aprile 2013, la Strategia Europea in tema di adattamento ai cambiamenti Climatici sviluppa alcuni strumenti già preannunciati nel  libro bianco del 2009.
La strategia Europea prevede un approccio flessibile e partecipativo per identificare le misure necessarie a livello sovra nazionale, nazionale e locale al fine di fronteggiare i cambiamenti climatici e i loro inevitabili impatti economici, ambientali e sociali e al tempo stesso cogliere le opportunità.
Il documento, partendo dal libro bianco del 2009 e dagli impatti correnti e previsti identifica tra le aree a maggiore rischio: il bacino del Mediterraneo, la regione Alpina, le aree densamente popolate e le zone inondabili.

Pilastri della strategia europea di adattamento sono:

  • il portale Climat Adaptation Platform: piattaforma europea lanciata nel marzo 2012 che contiene informazioni sulle azioni di adattamento e strumenti di supporto, da sviluppare ulteriormente collegandola con altre rilevanti piattaforme nazionali e locali (speciale attenzione è riservata alle valutazioni costi/benefici ed alle esperienza di innovative funding) e con l’inclusione dei servizi climatici offerti da Copernicus
  • le Strategie nazionali di adattamento adottate dagli Stati membri, alcune delle quali sono anche dotate del relativo Piano di Azione (es: UK, Francia, Germania) basate sulla valutazione della vulnerabilità e del rischio;
  • il monitoraggio e la valutazione (temi particolarmente difficili e poco sviluppati in relazione ai quali la Commissione Europea sta lavorando per rendere disponibili indicatori e metodologie)

Criteri portanti della strategia europea sono:

  • la sussidiarietà e proporzionalità;
  • l’approccio ecosistemico considerato il più efficace in presenza di diversi scenari di cambiamento (benefici molteplici, riduzione del rischio alluvioni e della erosione dei suoli, miglioramento della qualità di acqua e aria e riduzione degli effetti delle isole di calore nei centri urbani, ecc).
  • le azioni win win1, low cost e no regret2 da privilegiare in relazione all’incertezzadei cambiamenti;.
  • la sinergia con il Disaster Risk Management Policies in corso di sviluppo;
  • l’attenzione a cogliere le opportunità del cambiamento nei diversi settori (es: tecnologie nel settore dell’agricoltura e delle costruzioni, l’ecosystem management, il water management e il comparto assicurativo)
La Strategia individua nell’adozione di strategie nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici, da parte degli Stati membri, basaste sulle migliori conoscenze, gli strumenti necessari ad assicurare coordinamento e coerenza delle azioni settoriali attraverso l’identificazione di priorità nazionali che indirizzino gli investimenti, in sinergia con il National Risk Management Plan.
La strategia si propone altresì l’obiettivo di promuovere l’adattamento attraverso l’internalizzazione dei suoi principi e obiettivi nei settori più vulnerabili, anche mediante l’impiego dei fondi europei in materia di PAC e Coesione.

Indica nei fondi LIFE un possibile strumento da utilizzare per superre i gaps conoscitivi e supportare la capacità di adattamento e le azioni necessarie nelle seguenti aree:

  • gestione transfrontaliera delle alluvioni,
  • gestione transfrontaliera delle coste,
  • integrare l’adattamento nella pianificazione urbanistica e territoriale,
  • aumentare la sostenibilità e resilienza nei settori agricoltura, foreste e turismo, uso sostenibile dell’acqua per contrastare la desertificazione, gli incendi nelle aree soggette a siccità, (priorità agli approcci intersettoriali, transregionali e transfrontalieri) con particolare riferimento alle aree montane.

I fondi LIFE possono altresì concorrere a migliorare:

  • a migliorare la valutazione della vulnerabilità e delle strategie di adattamento
  • la consapevolezza dei cambiamenti e la comunicazione e gestione del rischio.

La Strategia introduce il tema dell’adattamento anche nella cornice del Patto dei Sindaci al fine di sostenere le relative iniziative nelle città mediante azioni volontarie finalizzate ad adottare strategie locali e ad aumentare la consapevolezza.
Ai fini del monitoraggio sullo stato di attuazione della Strategia la Commissione predisporrà un cruscotto con indicatori per verificare il livello di preparazione degli Stati membri ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Nel 2017 la Commissione presenterà un rapporto al Parlamento circa lo stato di avanzamento (utilizzando il Report Mechanism Regulation) della strategia di adattamento nei paesi dell’Unione e si riserva di proporre di attivare strumenti legalmente vincolanti se i progressi compiuti non saranno ritenuti sufficienti in relazione alla copertura territoriale e qualità.
Al fine di assicurare infrastrutture più resilienti la Commissione si è impegnata ad avviare la mappatura degli standard rilevanti nell’area dell’energia, dei trasporti e delle costruzioni al fine di identificare quelli da rivedere e per redigere opportune linee guida finalizzate ad assicurare la piena attuazione dell’approccio basato sulla protezione degli ecosistemi
La Strategia europea introduce una cornice e meccanicismi per innalzare il livello di preparazione dell’Unione al Cambiamento Climatico, incoraggia e supporta le azioni degli Stati membri in tema di adattamento fornendo le basi metodologiche e conoscitive per migliori e informate decisioni sull’adattamento e per aumentare la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici dei settori più rilevanti e vulnerabili.

[1] azioni che presentano aspetti positivi che riguardano anche altri aspetti (ad esempio mitigazione, salute, ecc)
[2] azioni che presentano benefici a prescindere dal verificarsi del cambiamento climatico

La Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici - SNACC

Sulla base degli indirizzi generali, dei principi e degli obiettivi della Strategia Europea, a conclusione di un percorso di approfondimento e consultazione durato circa due anni e che ha visto coinvolti la comunità scientifica, le Regione e gli Stakeholders, il Ministero dell’Ambiente con decreto 16 giugno 2015  ha formalmente approvato la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
La strategia nazionale di adattamento, basata sulle conoscenze scientifiche in merito a scenari climatici futuri, vulnerabilità e impatti sulle risorse naturali e sui settori socio economici potenzilamente impattati e individua possibili misure da adottare per ridurre i rischi ed aumentare la resilienza dei sistemi naturali ed antropici e per trarre vantaggio dalle eventuali opportunità.
Il documento individua altresi due ambiti territioriali di particolare inrteresse in relazione alla loro vulnerabllità e importanza sotto il profilo ambietle economico e sociale: l’area alpina e appenninica e il distretto del Po.proponendo un Piano di azione per le Alpi.
Alla Strategia è allegata una lista di possibili azioni soft, verdi e grigie declinate con riferimento a ciascun settore rilevante.
L’approvazione della Strategia Nazionale rientra nella condizionalità ex ante prevista per l’erogazione dei fondi europei della programmazione 2014-2020.

La Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici - SRACC

La strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici che la Giunta regionale intende predisporre, ha lo scopo di identificare i settori nei quali i potenziali impatti dei cambiamenti climatici in atto e futuri sono più rilevanti e di includere nella pertinente futura pianificazione regionale di settore i principi e gli obiettivi della SNAC.

In pratica ciò significa operare per:
  • identificare e valorizzare le sinergie con le azioni di mitigazione attivate in forza della normativa europea e nazionale e degli ambiziosi obiettivi assunti con la sottoscrizione del protocollo U2_MOU;
  • sfruttare le possibili sinergie tra le  misure attivate in settori di azione diversi;
  • evitare maladattamenti, ovvero misure di adattamento settoriali che possano determinare effetti negativi in altri ambiti (ambiente o altri settori di attività antropica).
  • cogliere le eventuali opportunità connesse con il cambiamento climatico

L’ampio spettro dei settori coinvolti rende indispensabile uno stretto coordinamento tra le direzioni regionali interessate e l’attivazione di uno strumento per il coinvolgimento attivo dei portatori di interesse e della società civile.

Le città e il processo di adattamento

IL necessario processo di adattamento al clima parte dalle città. La resilienza al clima che cambia è infatti la sfida che i centri urbani del nostro continente devono affrontare. Cosa fare, perché e a chi compete fare, c’è un po’ tutto questo nel rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) pubblicato il 5 luglio scorso dal titolo Urban adaptation to climate change in Europe 2016 - Transforming cities in a changing climate.
Attraverso sei capitoli la relazione EEA sottolinea i vantaggi di investire in misure di prevenzione a lungo termine per migliorare la capacità delle città del continente di adattarsi al clima, e fornisce input utili a governi locali, istituzioni regionali o nazionali per farlo. Perché le città europee - si legge nel rapporto - sono sempre più sensibili alle ricadute negative dei cambiamenti climatici, in particolare agli eventi meteorologici avversi.