Torna su
Quadro emissivo di riferimento
Figura 2
Figura 3
Poiché a scala locale la conoscenza delle pressioni emissive che gravano sul territorio risulta un supporto informativo indispensabile per sviluppare strategie di abbattimento dell’inquinamento e individuare priorità attraverso modelli integrati, nonché per verificare le conseguenze a diversi livelli delle politiche regionali e delle misure intraprese dagli Enti istituzionali per ridurre le emissioni, l’IREA deve essere uno strumento dinamico in costante evoluzione, sia in termini di affidabilità che di aggiornamento delle informazioni.
Inoltre, poiché l’IREA costituisce la base dati a partire dalla quale viene predisposto l’input emissivo ai modelli di dispersione utilizzati da Arpa Piemonte per le proprie attività a supporto della
pianificazione regionale, gli aggiornamenti sulle pressioni emissive si estendono anche al recupero e analisi delle informazioni di carattere territoriale e temporale necessarie per ottimizzare la modellizzazione delle emissioni (es. utilizzo mezzo mobile per campagne di rilevamento locali).
Per la rappresentazione dinamica su base cartografica delle pressioni emissive che gravano sul territorio regionale, oltre che per il confronto dal punto di vista emissivo con i territori circostanti (area transfrontaliera Italia-Francia ALCOTRA), si rimanda al visualizzatore geografico realizzato da Regione Piemonte nell’ambito del Progetto AERA
GLI SCENARI EMISSIVI
BOX
Per approfondimenti sul progetto e i suoi risultati si rimanda al sito: http://www.shair-alcotra.eu/it/.
EMISSIONI - INTRODUZIONE
L’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) è uno strumento conoscitivo di fondamentale importanza per la gestione della qualità dell'aria, in quanto fornisce, ad un livello di dettaglio comunale, la stima delle quantità di inquinanti introdotte in atmosfera da sorgenti naturali e/o attività antropiche; la sua realizzazione e il suo aggiornamento periodico comportano non solo il reperimento dei dati di base - parametri e fattori di emissione - da molteplici fonti, sia istituzionali che private, ma anche l’applicazione di metodologie di calcolo in continua evoluzione.
La Regione Piemonte aggiorna periodicamente - sulla base della metodologia INEMAR - l'Inventario regionale, effettuando l'analisi dei requisiti e delle informazioni necessarie per la stima delle emissioni totali annuali di macro e microinquinanti,
La Regione Piemonte aggiorna periodicamente - sulla base della metodologia INEMAR - l'Inventario regionale, effettuando l'analisi dei requisiti e delle informazioni necessarie per la stima delle emissioni totali annuali di macro e microinquinanti,
disaggregate per attività emissiva secondo la nomenclatura SNAP (Selected Nomenclature for Air Pollution). La prima versione dell'Inventario Regionale risale all'anno 1997; sono disponibili gli aggiornamenti per gli anni 2001, 2005 e 2007, 2008 e 2010.
Per ciascuna delle sorgenti emissive - suddivise in sorgenti puntuali (singoli impianti industriali), sorgenti lineari (strade e autostrade) e sorgenti areali (fonti di emissione diffuse sul territorio) - vengono stimate le quantità di inquinanti emesse dalle diverse attività SNAP; gli inquinanti considerati sono metano (CH4), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O), ammoniaca (NH3), composti organici volatili non metanici (NMVOC), ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2) e polveri inalabili (PM10).
Per ciascuna delle sorgenti emissive - suddivise in sorgenti puntuali (singoli impianti industriali), sorgenti lineari (strade e autostrade) e sorgenti areali (fonti di emissione diffuse sul territorio) - vengono stimate le quantità di inquinanti emesse dalle diverse attività SNAP; gli inquinanti considerati sono metano (CH4), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O), ammoniaca (NH3), composti organici volatili non metanici (NMVOC), ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2) e polveri inalabili (PM10).
Quadro emissivo di riferimento
L'Inventario Regionale delle Emissioni raccoglie quindi su scala comunale le emissioni inquinanti prodotte da circa 200 attività antropiche e biogeniche presenti sul territorio regionale.
La figura 1 rappresenta in modo sintetico il contributo percentuale alle emissioni dei principali inquinanti da parte dei differenti comparti emissivi.
Per le emissioni di SO2 l'Industria contribuisce per il 48,5% con la combustione e per il 36% con i processi produttivi.
Per NOx il maggior contributo è dato dai Trasporti stradali (51%), segue la Combustione nell'industria (16%).
Le emissioni di NMVOC (Non-methane volatile organic compounds) derivano principalmente dall'Uso dei solventi (26,85%), segue Natura e Foreste con 16,97%.
Per il PM10 il riscaldamento incide per il 49%, seguono i Trasporti stradali (30,49) e Agricoltura e allevamento (12,%).
Per la CO il contributo preponderante è dato dal Riscaldamento (63%), mentre per NH3 Agricoltura e allevamento incidono per il 95%
La figura 1 rappresenta in modo sintetico il contributo percentuale alle emissioni dei principali inquinanti da parte dei differenti comparti emissivi.
Per le emissioni di SO2 l'Industria contribuisce per il 48,5% con la combustione e per il 36% con i processi produttivi.
Per NOx il maggior contributo è dato dai Trasporti stradali (51%), segue la Combustione nell'industria (16%).
Le emissioni di NMVOC (Non-methane volatile organic compounds) derivano principalmente dall'Uso dei solventi (26,85%), segue Natura e Foreste con 16,97%.
Per il PM10 il riscaldamento incide per il 49%, seguono i Trasporti stradali (30,49) e Agricoltura e allevamento (12,%).
Per la CO il contributo preponderante è dato dal Riscaldamento (63%), mentre per NH3 Agricoltura e allevamento incidono per il 95%
Figura 1
Contributo percentuale ai diversi inquinanti per comparto emissivo (Macrosettore SNAP) - IREA 2010
Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte
Esiste una elevata variabilità stagionale delle emissioni inquinanti: infatti i superamenti dei valori limite si riscontrano per lo più nel periodo invernale, durante il quale da una parte sono attivi gli impianti di riscaldamento e dall’altra sono ridotte le capacità dispersive dell’atmosfera. Per tale motivo le emissioni regionali annuali di NOx e di PM10 sono state ripartite mensilmente sulla base di profili di modulazione temporale
specifici per ciascun comparto emissivo: come si può osservare dai grafici della figura 2, nel periodo invernale le emissioni di PM10 sono rappresentate per più del 75% dal riscaldamento domestico; le emissioni di NOx risultano invece quasi uniformemente distribuite nel corso dell’anno, in particolare per quanto riguarda le loro fonti principali (traffico e combustione industriale).
Figura 2
Contributo dei comparti emissivi (Macrosettori SNAP) nel corso dell’anno. Emissioni di ossidi di azoto
IREA 2010
K: migliaia
Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte
Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte
Figura 3
Contributo dei comparti emissivi (Macrosettori SNAP) nel corso dell’anno. Emissioni di PM10 - IREA 2010
K: migliaia
Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte
Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte
Poiché a scala locale la conoscenza delle pressioni emissive che gravano sul territorio risulta un supporto informativo indispensabile per sviluppare strategie di abbattimento dell’inquinamento e individuare priorità attraverso modelli integrati, nonché per verificare le conseguenze a diversi livelli delle politiche regionali e delle misure intraprese dagli Enti istituzionali per ridurre le emissioni, l’IREA deve essere uno strumento dinamico in costante evoluzione, sia in termini di affidabilità che di aggiornamento delle informazioni.
Inoltre, poiché l’IREA costituisce la base dati a partire dalla quale viene predisposto l’input emissivo ai modelli di dispersione utilizzati da Arpa Piemonte per le proprie attività a supporto della
pianificazione regionale, gli aggiornamenti sulle pressioni emissive si estendono anche al recupero e analisi delle informazioni di carattere territoriale e temporale necessarie per ottimizzare la modellizzazione delle emissioni (es. utilizzo mezzo mobile per campagne di rilevamento locali).
Per la rappresentazione dinamica su base cartografica delle pressioni emissive che gravano sul territorio regionale, oltre che per il confronto dal punto di vista emissivo con i territori circostanti (area transfrontaliera Italia-Francia ALCOTRA), si rimanda al visualizzatore geografico realizzato da Regione Piemonte nell’ambito del Progetto AERA
GLI SCENARI EMISSIVI
L’analisi di scenario è un metodo per stimare con sistemi modellistici gli effetti attesi sulla qualità dell’aria a seguito dell’applicazione di misure di riduzione delle emissioni, in funzione del raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa. Per la realizzazione delle analisi di scenario devono essere predisposti degli scenari emissivi futuri - a partire da uno scenario base relativo ad un determinato anno, considerato come riferimento - che tengano conto delle evoluzioni tecnologiche e comportamentali, nonché dell’applicazione delle misure di riduzione delle emissioni decise ai vari livelli (comunitario, nazionale, regionale).
Il modello GAINS (Greenhouse Gas – Air Pollution Interactions and Synergies) è un modello sviluppato a livello europeo dalla IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis) per poter elaborare scenari emissivi di gas serra (GHGs) e considerare così le interazioni tra inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici. La versione nazionale del modello (GAINS-Italia), adottata come strumento ministeriale nell’ambito del tavolo Ministero-Regioni, è il riferimento metodologico che - armonizzando informazioni di scala europea, nazionale e regionale - consente la messa a punto di scenari futuri regionali in un contesto coerente, assumendo una serie di ipotesi (economiche, di evoluzione delle normative e delle strategie di controllo progressivamente applicate), sulla base delle quali possono essere ricavati dei trend emissivi regionali per i principali indicatori ambientali: ammoniaca (NH3), anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossidi di azoto (NOX), protossido di azoto (N2O), particolato (TSP, PM10, PM2.5), biossido di zolfo (SO2) e composti organici volatili (VOC).
Lo scenario evolutivo GAINS integra al suo interno:
È opportuno ricordare che uno scenario è sempre caratterizzato da un certo grado di incertezza, dipendente dai deficit di conoscenza dei fattori e dei processi determinanti le emissioni; alcune di tali lacune possono essere colmate con strumenti statistici o con maggiori ricerche; altre risultano invece intrinseche al processo di elaborazione degli scenari e quindi difficilmente eliminabili.
Nelle figure 4-5-6, i quadri emissivi risultanti per gli scenari futuri 2020 e 2030, applicando i trend regionali ricavati dallo scenario SEN 2014 di GAINS, sono confrontati con lo scenario emissivo riferito all’anno base (IREA 2010). Per quanto riguarda il particolato PM10, il bilancio tra aumenti e riduzioni porta globalmente ad un aumento di emissioni al 2020 e ad una riduzione delle stesse al 2030; in particolare si nota un aumento di emissioni legato al riscaldamento residenziale (previsione di aumento dei consumi di legna) e una riduzione di quelle dei trasporti stradali (evoluzione tecnologica dei veicoli e maggiori vendite di veicoli elettrici e ibridi). Invece le emissioni di NOx risultano in forte calo dal 2010 al 2030, soprattutto grazie al miglioramento dal punto di vista emissivo del comparto trasporti. Anche per l’anidride carbonica (CO2), espressa in chilotonnellate /anno a differenza degli altri inquinanti espressi in tonnellate/anno, si osserva una progressiva riduzione delle emissioni dal 2010 al 2030 legata principalmente al riscaldamento residenziale e ai processi industriali.
Il modello GAINS (Greenhouse Gas – Air Pollution Interactions and Synergies) è un modello sviluppato a livello europeo dalla IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis) per poter elaborare scenari emissivi di gas serra (GHGs) e considerare così le interazioni tra inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici. La versione nazionale del modello (GAINS-Italia), adottata come strumento ministeriale nell’ambito del tavolo Ministero-Regioni, è il riferimento metodologico che - armonizzando informazioni di scala europea, nazionale e regionale - consente la messa a punto di scenari futuri regionali in un contesto coerente, assumendo una serie di ipotesi (economiche, di evoluzione delle normative e delle strategie di controllo progressivamente applicate), sulla base delle quali possono essere ricavati dei trend emissivi regionali per i principali indicatori ambientali: ammoniaca (NH3), anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossidi di azoto (NOX), protossido di azoto (N2O), particolato (TSP, PM10, PM2.5), biossido di zolfo (SO2) e composti organici volatili (VOC).
Lo scenario evolutivo GAINS integra al suo interno:
- l’evoluzione attesa dei consumi energetici e delle attività produttive (modello MARKAL Italy, scenari di attività produttive ENEA/ISPRA, ecc…);
- le misure di controllo previste dalla CLE (Current Legislation);
- il complesso dei Piani della Qualità dell’Aria predisposti dalle Regioni italiane (nel nostro caso il complesso delle azioni previste dalle disposizioni regionali del Piemonte).
È opportuno ricordare che uno scenario è sempre caratterizzato da un certo grado di incertezza, dipendente dai deficit di conoscenza dei fattori e dei processi determinanti le emissioni; alcune di tali lacune possono essere colmate con strumenti statistici o con maggiori ricerche; altre risultano invece intrinseche al processo di elaborazione degli scenari e quindi difficilmente eliminabili.
Nelle figure 4-5-6, i quadri emissivi risultanti per gli scenari futuri 2020 e 2030, applicando i trend regionali ricavati dallo scenario SEN 2014 di GAINS, sono confrontati con lo scenario emissivo riferito all’anno base (IREA 2010). Per quanto riguarda il particolato PM10, il bilancio tra aumenti e riduzioni porta globalmente ad un aumento di emissioni al 2020 e ad una riduzione delle stesse al 2030; in particolare si nota un aumento di emissioni legato al riscaldamento residenziale (previsione di aumento dei consumi di legna) e una riduzione di quelle dei trasporti stradali (evoluzione tecnologica dei veicoli e maggiori vendite di veicoli elettrici e ibridi). Invece le emissioni di NOx risultano in forte calo dal 2010 al 2030, soprattutto grazie al miglioramento dal punto di vista emissivo del comparto trasporti. Anche per l’anidride carbonica (CO2), espressa in chilotonnellate /anno a differenza degli altri inquinanti espressi in tonnellate/anno, si osserva una progressiva riduzione delle emissioni dal 2010 al 2030 legata principalmente al riscaldamento residenziale e ai processi industriali.
Figura 4 - Emissioni per comparto emissivo - anno 2010
K: migliaia
Fonte: GAINS Italia. Elaborazione: Arpa Piemonte
Fonte: GAINS Italia. Elaborazione: Arpa Piemonte
Figura 5 - Emissioni per comparto emissivo - scenario 2020
K: migliaia
Fonte: GAINS Italia. Elaborazione: Arpa Piemonte
Fonte: GAINS Italia. Elaborazione: Arpa Piemonte
Figura 6 - Emissioni per comparto emissivo - scenario 2030
K: migliaia
Fonte: GAINS Italia. Elaborazione: Arpa Piemonte
Fonte: GAINS Italia. Elaborazione: Arpa Piemonte
BOX
LA VALUTAZIONE DEL CONTRIBUTO DELLE SORGENTI EMISSIVE
La pianificazione regionale sulla qualità dell’aria ha il compito di individuare e attuare nuove strategie che consentano di ottenere continui miglioramenti nell’ambito del percorso di risanamento atmosferico. Tale obiettivo non può prescindere da un approccio di valutazione ambientale in grado di integrare i dati di monitoraggio della qualità dell’aria, le stime sulle sorgenti emissive dell’Inventario Regionale e le elaborazioni modellistiche meteodispersive. Una volta identificati gli inquinanti più critici per ogni area del territorio sulla base delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, il passo successivo nel percorso di risanamento atmosferico è la determinazione del contributo -
per ciascuno degli inquinanti e per ciascuna area - delle varie sorgenti emissive.
L’elaborazione su base comunale dei dati dell’inventario regionale (IREA), anche con una rappresentazione cartografica che consenta una immediata visualizzazione della distribuzione territoriale delle pressioni emissive, può essere utile per uno sguardo d’insieme sulla regione, ma non può essere utilizzata per le valutazioni a scala locale o per l’individuazione delle diverse responsabilità da parte delle sorgenti emissive presenti sul territorio (figura 7).
L’elaborazione su base comunale dei dati dell’inventario regionale (IREA), anche con una rappresentazione cartografica che consenta una immediata visualizzazione della distribuzione territoriale delle pressioni emissive, può essere utile per uno sguardo d’insieme sulla regione, ma non può essere utilizzata per le valutazioni a scala locale o per l’individuazione delle diverse responsabilità da parte delle sorgenti emissive presenti sul territorio (figura 7).
Figura 7 – Emissioni da traffico su base comunale
Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte
Esistono modalità di elaborazione dei dati emissivi in grado di fornire maggiori informazioni sulle criticità legate alle diverse sorgenti:
- la declinazione spaziale delle emissioni, ossia l’attribuzione delle emissioni alle porzioni territoriali che ne sono effettivamente responsabili, tenendo conto degli elementi cartografici disponibili (uso del suolo, layer tematici): ad esempio le emissioni da riscaldamento non sono attribuite all’intero territorio comunale, ma alle sole aree residenziali edificate; le emissioni da traffico sono
assegnate ai layer di strade e autostrade; le emissioni legate alle pratiche agricole sono associate e spazializzate sulla base delle rispettive categorie di uso del suolo;
- la declinazione temporale delle emissioni, cioè la distribuzione delle emissioni - stimate su base annuale nell’Inventario Regionale - nelle varie ore dell’anno, sulla base di profili di modulazione temporale (giornalieri, settimanali, annuali) specifici per ciascuna sorgente, in modo da evidenziarne il reale contributo nei periodi maggiormente critici dal punto di vista meteorologico.
Figura 8 – Emissioni da traffico declinate spazialmente e temporalmente
Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte
Tali elaborazioni, normalmente realizzate per la predisposizione dell’input emissivo ai modelli di dispersione, si riferiscono ovviamente alla sola componente primaria degli inquinanti presenti nell’Inventario Regionale delle Emissioni: per poter correlare le pressioni emissive - presenti in un determinato territorio e in un determinato periodo - alle concentrazioni in atmosfera rilevate nello stesso periodo dalle stazioni di monitoraggio, si deve necessariamente ricorrere alla modellistica dispersiva, in grado di ricostruire la distribuzione spaziale delle componenti primarie e secondarie degli inquinanti simulando le reazioni fotochimiche che avvengono in atmosfera.
In particolare il source apportionment modellistico è lo strumento specifico che permette di valutare, qualitativamente e quantitativamente, il contributo delle diverse sorgenti emissive alla concentrazione in aria dei singoli inquinanti. Tale metodologia - per la cui applicazione è stato sviluppato, nell’ambito del sistema modellistico di chimica e trasporto di Arpa Piemonte, un modulo specifico basato su un approccio di analisi di sensitività (detta 3D sensitivity runs o BFM-Brute Force Method) - permette la valutazione del contributo di una specifica sorgente (o di un insieme di sorgenti) analizzando la risposta del modello, in termini di concentrazione di uno specifico inquinante, al variare della sua emissione.
Nell’ambito del progetto europeo SH’AIR - realizzato nel 2015 all’interno del Programma Europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg ALCOTRA e finalizzato all’individuazione delle sorgenti dell’inquinamento da particolato (PM10 e PM2.5) in una zona che comprende il Piemonte, la Valle d’Aosta e le regioni francesi Provence-Alpes-Côte d’Azur (PACA) e Rhône-Alps - sono stati utilizzati due differenti approcci di source apportionment modellistico: una ricerca delle responsabilità per settore di attività (comparti emissivi: combustione della legna, industria, agricoltura/zootecnia, trasporti stradali e altre sorgenti) e un’indagine sul ruolo del trasporto esogeno per settore geografico.
Si riportano, a titolo di esempio, due diverse rappresentazioni grafiche dei risultati:
In particolare il source apportionment modellistico è lo strumento specifico che permette di valutare, qualitativamente e quantitativamente, il contributo delle diverse sorgenti emissive alla concentrazione in aria dei singoli inquinanti. Tale metodologia - per la cui applicazione è stato sviluppato, nell’ambito del sistema modellistico di chimica e trasporto di Arpa Piemonte, un modulo specifico basato su un approccio di analisi di sensitività (detta 3D sensitivity runs o BFM-Brute Force Method) - permette la valutazione del contributo di una specifica sorgente (o di un insieme di sorgenti) analizzando la risposta del modello, in termini di concentrazione di uno specifico inquinante, al variare della sua emissione.
Nell’ambito del progetto europeo SH’AIR - realizzato nel 2015 all’interno del Programma Europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg ALCOTRA e finalizzato all’individuazione delle sorgenti dell’inquinamento da particolato (PM10 e PM2.5) in una zona che comprende il Piemonte, la Valle d’Aosta e le regioni francesi Provence-Alpes-Côte d’Azur (PACA) e Rhône-Alps - sono stati utilizzati due differenti approcci di source apportionment modellistico: una ricerca delle responsabilità per settore di attività (comparti emissivi: combustione della legna, industria, agricoltura/zootecnia, trasporti stradali e altre sorgenti) e un’indagine sul ruolo del trasporto esogeno per settore geografico.
Si riportano, a titolo di esempio, due diverse rappresentazioni grafiche dei risultati:
- un grafico a torta (figura 9) che specifica il contributo percentuale alle concentrazioni di particolato, sia primario che secondario, rilevate da una specifica stazione di monitoraggio della qualità dell’aria, da parte dei diversi settori di attività;
- una carta tematica (figura 10) che mostra il contributo percentuale - su tutte le celle del dominio di simulazione - di uno specifico settore di attività alle concentrazioni di particolato, sia primario che secondario.
Figura 9 – Contributo percentuale dei diversi settori di attività sulle concentrazioni simulate presso una stazione della rete di monitoraggio
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 10 – Contributo percentuale delle emissioni da traffico sulle concentrazioni simulate nel dominio di calcolo
Fonte: Arpa Piemonte
I risultati dello studio di source apportionment modellistico hanno evidenziato che in Piemonte le misure di pianificazione regionale per il miglioramento della qualità dell’aria dovranno essere prioritariamente indirizzate al contenimento delle emissioni correlate al trasporto su strada e alla combustione a biomassa legnosa, in particolare in ambito domestico. In alcuni contesti territoriali specifici - ad esempio nelle aree piemontesi a prevalente vocazione agricola e industriale - le misure su traffico e riscaldamento dovranno essere affiancate da interventi incentrati rispettivamente sulle pratiche colturali e zootecniche e sugli impianti produttivi.
Per approfondimenti sul progetto e i suoi risultati si rimanda al sito: http://www.shair-alcotra.eu/it/.
<-CANVAS_TXT_97->