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SALUTE

IMPATTO SULLA SALUTE DEGLI IMPIANTI NUCLEARI IN ITALIA E IN PIEMONTE

Nel 2015 si è concluso uno studio epidemiologico coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità che ha analizzato la mortalità nei comuni che sono o sono stati sede di impianti nucleari in Italia. (Stato di salute della popolazione residente nei Comuni già sedi di impianti nucleari: Analisi della mortalità, stima dei casi attesi e rassegna degli altri studi epidemiologici).


Degli 8 impianti considerati (Bosco Marengo, Caorso, Ispra, Latina, Rotondella, Saluggia, Sessa Aurunca,Trino Vercellese), ben 3 sono presenti in Piemonte (Bosco Marengo, Saluggia, Trino Vercellese). Arpa Piemonte ha contribuito allo studio sia con messa a disposizione di dati epidemiologici sia con commenti ai risultati dell’analisi.
L’analisi epidemiologica ha riguardato sia le patologie con evidenza sufficiente associata a radiazioni ionizzanti (tipo B) sia le patologie con evidenza limitata (Tipo C) riportate nella tabella 1 del Rapporto Citato.

Tabella 1
Elenco delle patologie tumorali associate a radiazioni ionizzanti

Evidenza di cancerogenicità Fonte Patologie tumorali
Sufficiente Lista Tab.2.7 IARC (2012) (7): tumore dello stomaco; tumore del colon-retto; tumore della trachea, bronchi e polmone; altri tumori della pelle; tumore della mammella (solo femmine); tumori della tiroide; leucemie*.
Altri IARC (2012) (6): tumori delle ghiandole salivari principali; tumore della vescica; tumore dell’esofago; tumori delle ossa e della cartilagine articolare; tumore del rene e di altri non specificati organi urinari; tumore dell’encefalo e del sistema nervoso centrale.
Limitata IARC (2012) (11): tumore primitivo del fegato e dei dotti biliari intraepatici; tumori dell’intestino tenue, duodeno incluso; tumore del pancreas; tumore del connettivo e di altri tessuti molli; melanoma della pelle; tumore dell’utero; tumore dell’ovaio e degli altri annessi uterini; tumore della prostata; linfomi non Hodgkin; malattia di Hodgkin; mieloma multiplo e tumori immunoproliferativi.
*La IARC non include la leucemia linfatica cronica (CLL) nel gruppo delle leucemie che sono in relazione causale con le radiazioni ionizzanti, ma studi recenti (sul personale delle squadre di emergenza che hanno operato a Chernobyl, Zablotska et al 2013) hanno mostrato un ruolo eziologico delle radiazioni ionizzanti per le CLL analogo alle altre leucemie, per cui nel presente rapporto sono state considerate tutte le leucemie insieme (codici ICD-9-CM 204–208).

Si riporta di seguito un estratto dei risultati complessivi dello studio con un approfondimento dei dati relativi ai 3 comuni piemontesi.

Tabella 2
Analisi di mortalità aggregata, nelle tre decadi e nei 30 anni (classe d’età 0–99 anni, maschi e femmine)

Patologie per le quali vi è sufficiente evidenza di un ruolo eziologico dell’esposizione a radiazioni ionizzanti (patologie incluse nelle tabelle di tipo B dell’Allegato 1) (per tutti i comuni (escluso Latina)
Causa 1980–1989 1990–1999 2000–2008 1980–2008
OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%)
Tumore dello stomaco 129 97 (83–112) 133 117* (101–135)* 57 86 (68–107) 319 103 (93–113)
Tumore del colon-retto 103 85 (72–100) 113 79 (67–92) 107 97 (82–113) 323 86 (78–95)
Tumore della trachea, bronchi e polmone 239 92 (82–102) 271 89 (80–99) 190 85 (75–96) 700 89 (83–95)
Altri tumori della pellea 9 163 (85–285) 4 81 (28–185) 1 28 (1–135) 14 100 (60–156)
Tumore della mammellab 85 88 (73–106) 87 83 (69–99) 61 82 (65–101) 233 85 (76–94)
Tumori della tiroide 12 189* (109–306)* 7 112 (53–211) 6 147 (64–290) 25 150* (105–210)*
Leucemie 44 100 (77–129) 43 89 (68–115) 41 114 (86–148) 128 100 (86–116)
Tumori delle ghiandole salivari principali 1 43 (2–206) 5 192 (76–404) 1 53 (3–253) 7 103 (48–194)
Tumore della vescica 58 107 (85–133) 67 112 (91–138) 29 74 (53–101) 154 101 (88–115)
Tumore dell’esofago 14 71 (43–111) 11 59 (33–97) 4 36 (12–82) 29 58 (42–79)
Tumori delle ossa e della cartilagine articolare 11 101 (57–168) 4 67 (23–153) 1 29 (1–138) 16 79 (50–121)
Tumore del rene e di altri non specificati organi urinari 20 94 (63–137) 30 109 (79–148) 17 84 (53–125) 67 97 (78–119)
Tumore dell’encefalo e del sistema nervoso centrale 41 133* (101–173)* 34 103 (76–137) 21 87 (58–125) 96 109 (91–129)
Tutte le patologie 766 95 (89–101) 809 93 (87–98) 536 87 (81–93) 2111 92 (89–95)
a escl. melanoma della pelle e pelle degli org.genitali, b solo per le femmine.
OSS = numero di casi (decessi) osservati, SMR = rapporto standardizzato di mortalità, IC = intervallo di confidenza.
Con * i risultati statisticamente significativi superiori alla media regionale; sottolineati i risultati statisticamente significativi inferiori alla media regionale; in nero i risultati statisticamente non significativi.


Per quanto riguarda Latina, va precisato che la centrale nucleare distava dal nucleo abitato centrale del Comune di Latina circa 9 km, ma lo studio ha analizzato la mortalità relativa all’intero Comune, la cui popolazione residente dista fino a circa 20 km dall’impianto. Per tale motivo il dato di Latina, rilevante per numerosità dei casi ma anche per un’esposizione poco convincente, è stato comunque incluso nell’analisi, ma si è preferito fornire risultati complessivi anche scorporando tale dato dal totale.
Complessivamente, lo stato di salute delle popolazioni residenti negli 8 Comuni e nell’area attorno all’ENEA-Casaccia non appare, per quel che riguarda la mortalità, scostarsi sistematicamente e significativamente dalla situazione media regionale delle regioni di appartenenza, anche se sono stati riscontrati alcuni eccessi di mortalità, ma anche alcuni difetti, rispetto ai corrispondenti valori medi regionali.
Nell’analisi della mortalità delle popolazioni residenti in ognuno degli 8 Comuni e nell’area Roma-Casaccia per quel che riguarda l’insieme delle sole patologie della classe B, si osserva
nell’insieme dei Comuni senza Latina un difetto di mortalità (nei trent’anni, –8%, e nella seconda e terza decade, –7% e –13%), mentre includendo anche Latina non si riscontrano differenze con le mortalità di riferimento regionali.
Analizzando singolarmente le patologie tumorali della classe B (cioè quelle con evidenza sufficiente di un ruolo eziologico delle radiazioni ionizzanti), nell’analisi complessiva sull’insieme dei Comuni si riscontrano alcuni eccessi di mortalità rispetto alla media regionale in uno o più dei periodi considerati. In particolare, nell’analisi esclusa Latina, risulta un chiaro eccesso di mortalità per il tumore della tiroide, riscontrabile sia nell’insieme dei 30 anni, +50%, che nella prima decade, +89%. Risultano inoltre eccessi di mortalità anche per i tumori dello stomaco (nella seconda decade, +17%), dell’encefalo e del sistema nervoso centrale (nella prima decade, +33%). Nell’analisi inclusa Latina, risultano eccessi di mortalità per tumori delle ghiandole salivari (nella seconda decade, +78%), della pelle (nella prima decade, +83%) e del rene (nella seconda decade, +24%). Da notare che si osservano numerosi difetti di mortalità sia nell’analisi escluso Latina che con l’inclusione di tale comune.
Bosco Marengo

A Bosco Marengo l’analisi epidemiologica dei dati di mortalità ha mostrato un eccesso, rispetto alla popolazione regionale, della mortalità generale, così come della mortalità per le malattie del sistema circolatorio. Tra le patologie con una evidenza sufficiente o limitata di associazione con esposizioni a radiazioni ionizzanti, il tumore della tiroide risulta in eccesso nel trentennio, anche se basato su un numero esiguo di casi e in eccesso, seppur non significativo, nelle singole decadi. Il tumore del polmone risulta in eccesso nella prima decade e sull’insieme dei 30 anni e in eccesso, seppur non significativo, nelle altre decadi. Il tumore dell’utero risulta in eccesso a partire dal 1990, eccesso che si riscontra anche nell’analisi sull’intero trentennio. La mortalità per la malattia di Hodgkin risulta in eccesso sin dal secondo periodo analizzato, compreso nell’intero trentennio. La bassa numerosità della popolazione potrebbe avere inficiato la precisione delle stime prodotte.

Tabella 3
Bosco Marengo

Mortalità per i principali gruppi di cause di morte nelle tre decadi e nei 30 anni (classe d’età 0–99 anni, maschi e femmine)
Causa


1980–1989


1990–1999

2000–2008 1980–2008
OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%)
Tutte le cause 453 106 (98–114) 403 106 (98–115) 256 110 (99–122) 1112 107* (102–112)*
Tutti i tumori 105 110 (93–129) 93 97 (81–115) 72 112 (92–137) 270 106 (95–117)
Malattie sistema circolatorio 239 111 (99–123) 212 119* (106–134)* 114 116 (99–136) 565 115* (107–123)*
Malattie apparato respiratorio 20 71 (47–103) 24 95 (66–134) 14 82 (49–128) 58 82 (65–102)
Malattie apparato digerente 16 74 (46–112) 11 66 (37–109) 16 166* (104–253)* 43 90 (68–116)
Malattie apparato genitourinario 3 58 (16–149) 1 22 (1–104) 16 122 (42–279) 8 62 (31–111)
OSS = numero di casi (decessi) osservati, SMR = rapporto standardizzato di mortalità, IC = intervallo di confidenza.
Saluggia

In sintesi sono risultate in eccesso, nel Comune di Saluggia, rispetto alla media regionale, la mortalità generale e, in particolare, quella per malattie del sistema circolatorio. Non si sono evidenziati eccessi di mortalità per nessuna delle patologie con una evidenza sufficiente o limitata di associazione con le radiazioni ionizzanti. Tra queste, la mortalità per il tumore del fegato è risultata in difetto, rispetto alla mortalità regionale. La bassa numerosità della popolazione può aver influito sulla precisione delle stime.

Tabella 4
Saluggia

Mortalità per i principali gruppi di cause di morte nelle tre decadi e nei 30 anni (classe d’età 0–99 anni, maschi e femmine)

Causa
1980–1989 1990–1999 2000–2008 1980–2008
OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%)
Tutte le cause 535 103 (96–111) 544 108* (101–116)* 362 106 (97–116) 1441 106* (101–110)*
Tutti i tumori 120 95 (81–111) 159 116* (102–133)* 87 88 (73–105) 366 101 (93–110)
Malattie sistema circolatorio 280 113* (102–124)* 256 114* (102–126)* 169 121* (106–137)* 705 115* (108–123)*
Malattie apparato respiratorio 41 126 (95–163) 19 60 (39–87) 25 103 (71–143) 85 96 (80–115)
Malattie apparato digerente 25 89 (62–124) 21 92 (61–132) 9 63 (33–109) 55 84 (67–106)
Malattie apparato genitourinario 5 81 (32–171) 5 86 (34–182) 5 107 (42–225) 15 90 (56–139)
OSS = numero di casi (decessi) osservati, SMR = rapporto standardizzato di mortalità, IC = intervallo di confidenza.

Trino Vercellese


Nel trentennio 1980–2008 a Trino Vercellese la mortalità generale e, in particolare, quella per malattie del sistema circolatorio, è risultata in eccesso rispetto al resto della regione. La mortalità per le malattie dell’apparato respiratorio e di quello digerente sono invece in difetto rispetto alla media regionale. Tra le patologie con evidenza sufficiente di associazione con l’esposizione a radiazioni ionizzanti, si sono osservati diversi difetti di mortalità rispetto alla media regionale, mentre per il tumore dell’encefalo e del sistema nervoso centrale è risultato un eccesso di mortalità nel primo periodo considerato e nel trentennio complessivamente. Non è stato evidenziato alcun eccesso di mortalità per le patologie con evidenza limitata di associazione con le radiazioni ionizzanti, rispetto alla media regionale.

Tabella 5
Trino Vercellese

Mortalità per i principali gruppi di cause di morte nelle tre decadi e nei 30 anni (classe d’età 0–99 anni, maschi e femmine)

Causa
1980–1989 1990–1999
2000–2008
1980–2008
OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) OSS SMR (IC 90%)
Tutte le cause 1300 100 (95–104) 1152 104 (99–110) 708 102 (96–109) 3160 104* (101–107)*
Tutti i tumori 293 94 (85–104) 271 90 (81–100) 176 87 (76–98) 740 91 (86–97)
Malattie sistema circolatorio 762 120* (113–127)* 569 115* (107–123)* 299 105 (95–116) 1630 118* (113–123)*
Malattie apparato respiratorio 60 72 (57–89) 67 95 (77–116) 44 89 (68–114) 171 85 (75–97)
Malattie apparato digerente 56 80 (63–100) 39 78 (58–101) 27 92 (65–127) 122 83 (71–97)
Malattie apparato genitourinario 14 90 (54–140) 9 70 (37–123) 7 73 (34–138) 30 80 (58–109)
OSS = numero di casi (decessi) osservati, SMR = rapporto standardizzato di mortalità, IC = intervallo di confidenza.


Confronti con le evidenze epidemiologiche disponibili
Gli studi epidemiologici sullo stato di salute delle popolazioni che vivono attorno ad impianti nucleari in buona parte dei casi non hanno evidenziato eccessi di mortalità o di incidenza per patologie per le quali l’esposizione a radiazioni ionizzanti ha un ruolo eziologico. Un incremento di rischio di leucemia infantile per chi risiede in prossimità di impianti nucleari è stato però riscontrato in due studi di grandi dimensioni: nello studio tedesco KiKK (pubblicato 2008) e in una delle due analisi dello studio francese Geocap (pubblicato 2012), quella in cui si usa come indicatore di esposizione approssimato la distanza dall’impianto (nell’altra analisi, in cui vengono utilizzate stime di esposizione basate sui rilasci di radioattività dichiarati, non vengono invece osservate leucemie in eccesso). In entrambi i casi non sono state trovate finora spiegazioni convincenti dei risultati ottenuti. In precedenza, negli anni ’80, era stato osservato (in un periodo di 30 anni) un eccesso di incidenza di leucemie e linfomi non-Hodgkin in bambini, adolescenti e giovani adulti del villaggio di Seascale in prossimità dell’impianto di Sellafield, nel sud-ovest dell’Inghilterra, e un simile eccesso di leucemie in una cittadina nei pressi
dell’impianto nucleare di Dounreay, in Scozia. In uno studio recente (pubblicato nel 2014) tali eccessi non risultano più esser presenti dai primi anni ’90 in poi. Anche in questi casi, nonostante le numerose analisi effettuate nel corso degli anni, non sono state dimostrate le cause degli eccessi e del loro successivo venir meno. Una delle ipotesi avanzate consiste in una sorta di epidemia a base infettiva prodotta dal rilevante mescolamento di popolazione verificatosi in connessione alla costruzione e sviluppo degli impianti nucleari e di altri impianti industriali nelle due aree.

I risultati dello studio italiano non riportano invece eccessi significativi per leucemie, che sono pari all’atteso, ma solo per i tumori della tiroide, non presenti invece nella letteratura internazionale.
Tale eccesso specifico in Piemonte compare peraltro solo a Bosco Marengo, mentre negli altri due siti non si discosta dalla media regionale.

IMPATTO SULLA SALUTE DEI SITI CONTAMINATI

Nell’ambito dello studio Sentieri 2011 e  Sentieri 2014 sono state eseguite dall’Istituto Superiore di Sanità varie analisi di mortalità, incidenza e ricoveri ospedalieri dei Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche (SIN), in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia Ambientale di Arpa Piemonte.

Per quanto riguarda il territorio Piemontese l’analisi ha riguardato:
  • Il SIN di Balangero
  • Il SIN di Serravalle Scrivia
  • Il SIN di Pieve Vergonte
  • Il SIN della Valle Bormida

Si riportano le conclusioni del Rapporto di Mortalità SENTIERI pubblicato sul supplemento speciale della rivista Epidemiologia e Prevenzione nel 2011. La mortalità è stata studiata per ogni sito, nel periodo 1995-2002, attraverso i seguenti indicatori: tasso grezzo, tasso standardizzato, rapporto standardizzato di mortalità (SMR) e SMR corretto per un indice di deprivazione socioeconomica messo a punto ad hoc. Nella standardizzazione indiretta sono state utilizzate come riferimento le popolazioni regionali.

Figura 1
La mappa dei SIN italiani considerati nello studio SENTIERI

SIN di Balangero

Il profilo di mortalità nel SIN mostra, nel complesso delle principali cause di morte, un eccesso della mortalità per tutte le cause, in entrambi i generi, per le malattie del sistema circolatorio nelle donne, per le malattie degli apparati respiratorio e digerente negli uomini.
La correzione per indice di deprivazione non muta questo quadro. Per le cause di morte per le quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali del SIN non si osservano eccessi o difetti. È presente un incremento della mortalità per tumore della pleura negli uomini, dato affetto da un’imprecisione della stima.

Tabella 6
Balangero. Mortalità per le principali cause di morte

Numero di casi osservati (OSS), rapporto standardizzato di mortalità grezzo (SMR) e corretto per deprivazione (SMR ID); IC 90%: intervalli di confidenza al
90%; riferimento regionale (1995-2002). Uomini e Donne
Causa



Uomini

Donne

OSS SMR ID (IC 90%) SMR ID (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%)
Tutte le cause 334 119 (109-131) 117 (107-128) 362 116 (107-127) 112 (103-123)
Tutti i tumori 99 107 (90-127) 108 (91-128) 78 107 (88-129) 110 (90-132)
Malattie dell’apparato circolatorio 124 116 (99-135) 112 (96-131) 194 130 (115-146) 122 (108-137)
Malattie dell’apparato respiratorio 34 159 (117-212) 155 (114-206) 14 77 (47-121) 77 (47-121)
Malattie dell’apparato digerente 27 209 (148-289) 203 (143-280) 15 112 (69-173) 108 (67-167)
Malattie dell’apparato genitourinario 4 115 (59-263) 122 (42-278) 3 80 (22-208) 76 (21-196)


Nel SIN, agli eccessi per le principali cause di morte possono aver contribuito fattori di rischio individuali. Il confronto dei dati relativi al mesotelioma pleurico con i due studi analitici citati nel paragrafo precedente sottolinea l’importanza dell’ampiezza temporale degli studi.
Il SIN di Serravalle Scrivia

Il profilo di mortalità nel SIN mostra, nel complesso delle principali cause di morte, un eccesso nelle donne per tutte le cause e per le malattie dell’apparato circolatorio.
L’eccesso nella mortalità per tutte le cause può essere in parte attribuibile all’aumento di rischio per malattie dell’apparato circolatorio. Si osservano altri eccessi, affetti però da imprecisione della stima.
Per le cause di morte per le quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali del SIN si documenta un eccesso negli uomini per tumore dello stomaco.

Tabella 7
Serravalle Scrivia. Mortalità per le principali cause di morte

Numero di casi osservati (OSS), rapporto standardizzato di mortalità grezzo (SMR) e corretto per deprivazione (SMR ID); IC 90%: intervalli di confidenza al
90%; riferimento regionale (1995-2002). Uomini e Donne
Causa
Uomini


Donne

OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%)
Tutte le cause 458 103 (95-111) 104 (96-113) 487 119 (110-128) 121 (112-130)
Tutti i tumori 130 93 (80-107) 93 (80-107) 101 106 (89-125) 105 (88-124)
Malattie dell’apparato circolatorio 173 98 (86-111) 100 (87-113) 238 120 (107-133) 123 (110-137)
Malattie dell’apparato respiratorio 41 113 (86-147) 116 (88-150) 26 108 (76-150) 110 (77-153)
Malattie dell’apparato digerente 24 121 (83-170) 120 (83-169) 14 80 (48-125) 79 (48-123)
Malattie dell’apparato genitourinario 9 153 (80-266) 154 (80-268) 7 142 (67-267) 144 (68-271)

Gli eccessi di mortalità osservati dovrebbero essere ulteriormente valutati tramite analisi di lungo periodo, anche in considerazione della esigua numerosità della popolazione.


Il SIN di Pieve Vergonte

Il profilo di mortalità nel SIN di Pieve Vergonte mostra un eccesso tra gli uomini e le donne per tutte le cause, tutti i tumori e per le malattie circolatorie.
Per le cause di morte per le quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali del SIN si osserva un eccesso per il tumore del colon-retto tra le donne e per il tumore dello stomaco in entrambi i generi, seppure con stime imprecise.

Tabella 8
Pieve Vergonte. Mortalità per le principali cause di morte

Numero di casi osservati (OSS), rapporto standardizzato di mortalità grezzo (SMR) e corretto per deprivazione (SMR ID); IC 90%: intervalli di confidenza al
90%; riferimento regionale (1995-2002). Uomini e Donne
Causa
Uomini


Donne

OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%)
Tutte le cause 275 114 (103-126) 113 (102-125) 256 109 (98-121) 108 (97-120)
Tutti i tumori 96 119 (100-141) 118 (99-140) 72 119 (97-145) 120 (98-146)
Malattie dell’apparato circolatorio 104 117 (98-138) 116 (98-137) 127 117 (101-136) 116 (99-134)
Malattie dell’apparato respiratorio 13 74 (44-118) 73 (43-116) 12 91 (53-148) 91 (52-147)
Malattie dell’apparato digerente 13 115 (68-183) 114 (68-182) 9 87 (45-152) 86 (45-150)
Malattie dell’apparato genitourinario 6 211 (92-417) 211 (92-416) <3

Si raccomanda l’acquisizione di dati per valutare la permanenza nel SIN dell’inquinamento ambientale da DDT e metalli di rilevanza tossicologica e una eventuale attività di sorveglianza epidemiologica per esiti diversi dalla mortalità, anche alla luce della più recente rassegna epidemiologica degli effetti sulla salute dell’esposizione a DDT e/o DDE (dicloro-difenil-etilene). La rassegna ha incluso gli studi pubblicati dal 2003 al 2008 e conclude che in letteratura aumenta e si consolida l’evidenza relativa al fatto che l’esposizione a DDT e al suo sottoprodotto DDE può essere associata con effetti sulla salute quali il tumore della mammella, il diabete, una diminuita qualità dello sperma, aborti spontanei e alterato sviluppo neurologico nei bambini.

Il SIN Valle Bormida

I risultati di SENTIERI mostrano, per la maggior parte delle principali cause di morte e per entrambi i generi, che l’osservato è simile all’atteso regionale. La mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori negli uomini e delle malattie dell’apparato respiratorio in entrambi i generi risultano in difetto rispetto all’atteso. Non viene registrato nessun eccesso di rischio e la correzione per deprivazione non modifica le stime.
Per quanto riguarda i gruppi di cause di morte, per i quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali presenti nel SIN, si osserva un eccesso in entrambi i generi per il tumore dello stomaco e un eccesso (basato su 10 casi) nelle donne, per l’asma, sia in presenza sia in assenza di correzione per fattori socioeconomici; negli uomini si osservano solo tre casi per i quali la stima di rischio, seppur imprecisa, è in difetto.

Tabella 9
Valle Bormida. Mortalità per le principali cause di morte

Numero di casi osservati (OSS), rapporto standardizzato di mortalità grezzo (SMR) e corretto per deprivazione (SMR ID); IC 90%: intervalli di confidenza al
90%; riferimento regionale (1995-2002). Uomini e Donne

Causa

Uomini


Donne

OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%) OSS SMR (IC 90%) SMR ID (IC 90%)
Tutte le cause 2342 95 (92-98) 95 (92-98) 2217 99 (95-102) 99 (95-102)
Tutti i tumori 717 92 (86-98) 92 (86-98) 480 92 (85-99) 93 (86-100)
Malattie dell’apparato circolatorio 955 98 (93-104) 99 (94-105) 1072 99 (94-104) 100 (95-106)
Malattie dell’apparato respiratorio 142 72 (62-83) 73 (63-84) 102 82 (69-97) 84 (71-99)
Malattie dell’apparato digerente 94 86 (72-102) 86 (72-102) 95 98 (82-116) 97 (82-115)
Malattie dell’apparato genitourinario 35 103 (76-137) 102 (76-136) 27 95 (67-132) 93 (65-128)


In conclusione, il profilo di mortalità nel SIN, nonostante una situazione ambientale degna di attenzione, mostra un profilo di mortalità non molto distante dall’atteso regionale, a eccezione di eccessi di rischio per il tumore gastrico, osservati in entrambi i generi.
L’interpretazione dei risultati è resa complessa dal fatto che gli inquinanti sono veicolati dal fiume Bormida, pertanto potrebbe essere utile monitorare i comuni siti lungo il corso del fiume, come effettuato in passato dall’indagine OMS. Da quell’analisi supplementare, tuttavia, non si trassero spunti ulteriori, anche a causa dell’instabilità delle stime di rischio dovuta alle ridotte dimensioni della popolazione, soprattutto sul versante piemontese.

IMPATTO SULLA SALUTE DEI RAGGI ULTRAVIOLETTI

Tutte le persone sono esposte quotidianamente a una certa dose di radiazioni ultraviolette (UV), in gran parte derivanti dal sole, ma anche da fonti artificiali. Le radiazioni UV coprono quella porzione dello spettro elettromagnetico con una lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nanometri (nm) e si dividono in tre categorie principali:
  • UVA (315-400 nm)
  • UVB (280-315 nm)
  • UVC (100-280 nm)

In generale, la capacità di penetrazione e quindi la “pericolosità” per l’uomo dei raggi UV aumenta al diminuire della lunghezza d’onda e, di conseguenza, all’aumentare della frequenza.
La maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UVA e, in piccola parte, UVB, mentre gli UVC sono totalmente assorbiti dall’atmosfera.
Sulla base della letteratura scientifica, l’Oms ha identificato nove malattie strettamente legate all’esposizione a radiazioni ultraviolette, tra cui melanoma cutaneo, carcinomi squamo e baso cellulari, cheratosi, ustioni, cataratta corticale, pterigio e riattivazione dell’herpes labiale.
Di questi, il melanoma cutaneo, per la sua pericolosità, è oggetto di particolare sorveglianza dal punto di vista epidemiologico.
In Italia i dati AIRTUM (Associazione italiana registri tumori)
stimano (2009) una media di circa 13 nuovi casi all’anno ogni 100.000 persone nel nord Italia e di 6-7 casi ogni 100.000 abitanti nel sud, con un impatto nazionale (2009) di circa 3.150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2.850 tra le donne. Inoltre, l'incidenza è in continua crescita in Italia ed è raddoppiata negli ultimi 10 anni.

Dal 2011 Torino è al primo posto tra le città italiane per numero di melanomi diagnosticati con circa 19 casi all'anno ogni 100.000 abitanti e con un’incidenza quasi quintuplicata dal 1985 ad oggi. Le popolazioni del nord Italia sono a maggior rischio per la carnagione chiara e per la scarsa abitudine della pelle all'esposizione solare.
La figura 2, estratta dalla banca dati ITACAN dell’AIRTUM, mostra l’andamento dell’incidenza e della mortalità a Torino per melanoma cutaneo. Si evidenzia che, mentre l'incidenza è andata aumentando, la mortalità si è mantenuta sostanzialmente stabile grazie alla diagnosi precoce e al miglioramento delle terapie.

Figura 2




Sulla base dei dati più recenti di incidenza media (13 x 100.000, anno 2014) si stimano circa 550 nuovi casi/anno di melanoma nella popolazione piemontese.

Fattori di rischio
I livelli di UV sono più elevati al crescere dell’altitudine (ogni 1.000 m di altezza i livelli di UV crescono del 10-12%) e dell’altezza del sole (specialmente verso mezzogiorno nei mesi estivi) e al diminuire della latitudine e della nuvolosità.
Altri fattori ambientali che influenzano i livelli di UV sono lo spessore dello strato di ozono e la capacità riflettente della superficie terrestre (per esempio, la neve riflette circa l’80% delle radiazioni UV, la sabbia asciutta della spiaggia circa il 15% e la schiuma del mare il 25%).
L’uso dei lettini abbronzanti o delle lampade facciali aumenta di circa il 16% il rischio di sviluppare un melanoma, rispetto alla popolazione generale. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro e l’Organizzazione mondiale della Sanità hanno inserito nel 2009 l’abbronzatura artificiale tra i fattori di rischio certi dei tumori cutanei. Il DM n.110 del 12/05/2011 vieta l’utilizzo delle apparecchiature abbronzanti a minori di 18 anni, donne in stato di gravidanza, soggetti che soffrono o hanno sofferto di neoplasie alla cute, soggetti che non si abbronzano (o che si scottano) facilmente all’esposizione al sole.