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SITI CONTAMINATI

L’insieme dei siti sui quali si è concluso il procedimento di bonifica rappresenta la risposta in termini di azioni di rimedio alla pressione esercitata dai siti contaminati così come la conclusione del procedimento di bonifica di un sito costituisce il riconoscimento che la situazione ambientale del sito stesso è accettabile in termini di rischio sanitario-ambientale, sulla base di standard validi a livello nazionale. La normativa italiana di riferimento è il DLgs 152/06 “Norme in materia ambientale”, che ha recepito le direttive comunitarie nella Parte IV, Titolo V “Bonifiche di siti contaminati” e nella Parte VI “Norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente”, strettamente correlata ai siti contaminati che ha subito ripetute revisioni e integrazioni per allinearsi alla normativa comunitaria. L'impegno della Regione Piemonte è volto ad assicurare, innanzitutto, la continuazione delle operazioni di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale (SIN) presenti sul territorio piemontese.
Con il recente Decreto 11 gennaio 2013, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha
approvato l'elenco dei siti che non sono più considerati tra i SIN di interesse nazionale: diventano così 5 i SIN piemontesi, non essendo più compreso in elenco il sito di “Basse di Stura” di Torino. Del resto lo stato ambientale di questo sito, reso più chiaro a seguito della definizione del modello concettuale prodotto da Arpa Piemonte sulla base dei risultati di caratterizzazione di terreni e acque sotterranee effettuata da soggetti pubblici e privati per l’intera area perimetrata, mostra una situazione di impatto sulle matrici ambientali meno grave rispetto a quanto si osserva in generale sui SIN. Il sito sarà pertanto gestito a livello locale secondo le competenze stabilite dalla l.r. 42/00 e dall'art. 43 della LR 9/07. Per quanto riguarda le rimanenti aree di interesse nazionale, continuano le operazioni sui siti di Balangero, Casale Monferrato, Pieve Vergonte, Serravalle Scrivia e gli interventi lungo la valle Bormida, legati alla ex ACNA di Cengio e Saliceto.
Per maggiori dettagli vai alla pagina web dedicata della Regione Piemonte.
Contributi per le bonifiche di siti contaminati
Nel corso del 2013 è stata data continuità alle attività relative al finanziamento degli interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica realizzati in danno da Comuni e Province nell’ambito dei programmi regionali attivati ai sensi dell’art. 16 della L.R. 42/2000

Amianto
In tema di amianto, accanto alle attività di bonifica dei siti di interesse nazionale di Casale Monferrato e Balangero, nel 2013, come per gli anni precedenti, grande impegno è stato profuso nelle tematiche dell'amianto di origine naturale ed antropica.
Nel 2013 è continuata la gestione dei bandi di finanziamento ai sensi della L.R. 30/2008. e, in particolare, sono stati assegnati, a Comuni e Province, contributi per la bonifica nell'ambito di un bando regionale in collaborazione con l'Edilizia Scolastica e con il settore Politiche Energetiche.
Nel corso del 2013 è proseguito il rilevante progetto di mappatura della presenza di amianto di origine antropica, ai sensi del D.M. 101/2003.

Inquinamento diffuso - Valori di fondo naturale ed antropico
Nel corso del 2013 è continuata la costante attività di confronto con le strutture di Arpa Piemonte individuate per la realizzazione di uno specifico progetto avente per oggetto le problematiche dell’inquinamento diffuso, mirato all’individuazione dei valori di fondo naturale ed antropico di determinati inquinanti nelle acque sotterranee e nel suolo.
I risultati del lavoro discusso nel corso degli incontri sono di particolare rilievo ed hanno lo scopo, nel corso del 2014, di pervenire ad un utilizzo a scala regionale anche nell'applicazione dei procedimenti di bonifica.

Linee guida per la gestione delle terre e rocce da scavo
I non pochi problemi applicativi della normativa nazionale sulla gestione delle terre e rocce da scavo, all’articolo 186 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, hanno indotto l’Amministrazione regionale a redigere delle “Linee guida per la gestione delle terre e rocce da scavo”, in considerazione del suo ruolo di programmazione, indirizzo e controllo ed al fine di uniformare sul territorio l’applicazione delle disposizioni in materia e proporre indirizzi e direttive condivise.
Con l’entrata in vigore del d.m. 161/2012, le linee guida sono state abrogate, restando in vigore solamente per i progetti per i quali è in corso una procedura ai sensi e per gli effetti dell'articolo 186 del d.lgs. 152/2006 e che non sono adeguati entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del citato d.m. alle procedure in esso previste.
Nel corso del 2013 la normativa ha subito una nuova modifica con l’entrata in vigore della legge n. 98 del 9 agosto. L’articolo 41 comma 2 prevede infatti l’applicazione del Regolamento di cui al d.m. 10 agosto 2012, n. 161 solo alle terre e rocce da scavo che provengono da attività o opere soggette a valutazione d'impatto ambientale o ad autorizzazione integrata ambientale mentre tutte le altre casistiche sono regolate dall’articolo 41 bis.