RADIAZIONI IONIZZANTI
DOSE GAMMA IN ARIA
La dose gamma in aria è una grandezza che descrive la quantità di energia rilasciata dai raggi gamma nell’unità di massa d'aria. La radioattività naturale, esistente fin dai tempi della formazione della Terra, determina, unitamente ai raggi cosmici, un irraggiamento gamma a cui tutti gli esseri viventi sono continuamente sottoposti. In caso di incidenti nucleari la radioattività dispersa in aria può però creare un aumento dei livelli naturali di dose gamma. Per questo motivo sono istituite delle reti di monitoraggio in continuo dei valori della dose gamma. Normalmente la dose gamma in aria viene misurata in termini di rateo di dose gamma, cioè la dose riferita all’unità di tempo espressa in μSv/h (microSievert all’ora).
Consulta gli approfondimenti sulla radioattività ambientale.
Alcuni radionuclidi naturali sono normalmente presenti nel pulviscolo atmosferico e vengono trasportati con le masse d’aria che si muovono in atmosfera. Quando avviene un
Consulta gli approfondimenti sulla radioattività ambientale.
Alcuni radionuclidi naturali sono normalmente presenti nel pulviscolo atmosferico e vengono trasportati con le masse d’aria che si muovono in atmosfera. Quando avviene un
fenomeno di precipitazione (es. pioggia) il dilavamento dell’atmosfera fa sì che il pulviscolo precipiti al suolo e con esso i radionuclidi presenti, determinando un temporaneo aumento dei livelli di dose. Questo aumento però rientra ai valori normali nel giro di poche ore dalla fine dell’evento piovoso.
Un’altra curiosità da notare è che il fondo di radioattività ambientale varia da zona a zona. Questa variazione è legata sia alla radioattività naturale presente nel terreno che alla radioattività di origine cosmica. Inoltre per le stazioni ad alta quota (dai 2.000 m.s.l.m.) la stagionalità gioca un ruolo fondamentale nel livello del fondo naturale. La copertura di neve nei periodi invernali è tale da riuscire a schermare la radioattività che proviene dal suolo e così il fondo naturale misurato dal sensore si abbassa considerevolmente, alle volte anche del 50%, rispetto ai periodi estivi.
Un’altra curiosità da notare è che il fondo di radioattività ambientale varia da zona a zona. Questa variazione è legata sia alla radioattività naturale presente nel terreno che alla radioattività di origine cosmica. Inoltre per le stazioni ad alta quota (dai 2.000 m.s.l.m.) la stagionalità gioca un ruolo fondamentale nel livello del fondo naturale. La copertura di neve nei periodi invernali è tale da riuscire a schermare la radioattività che proviene dal suolo e così il fondo naturale misurato dal sensore si abbassa considerevolmente, alle volte anche del 50%, rispetto ai periodi estivi.
Figura 1
Dose gamma in aria
Figura 2
Effetto della pioggia sulla diminuzione della radioattività
Effetto della pioggia sulla diminuzione della radioattività
Figura 3
Effetto della neve sulla diminuzione della radioattività
IL RADON
Il radon, gas radioattivo naturale, per la sua natura e le sue proprietà chimico fisiche entra facilmente negli ambienti confinati come abitazioni, luoghi di lavoro, scuole. Costituisce un pericolo per la salute perché può causare il tumore polmonare.
La media radon attualmente stimata nelle abitazioni in Piemonte risulta essere 71 Bq/m3, con ampia variazione su tutto il territorio regionale.
Ad oggi sono state raccolte in Piemonte più di 3.000 misure di concentrazione annuale in scuole e abitazioni, distribuite sui 1.206 Comuni piemontesi. La mole di dati raggiunta ha permesso nel 2008 la realizzazione di una prima caratterizzazione del territorio regionale.
Consulta la mappatura del radon in Piemonte.
La conoscenza della distribuzione del radon è inoltre importante per gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica del territorio regionale e per tutto ciò che attiene alla progettazione e costruzione di nuovi edifici o alla ristrutturazione di edifici esistenti. Una prevenzione mirata a limitare l’ingresso del radon nelle abitazioni e a garantire un determinato ricambio d’aria rappresenta infatti un valido strumento per ridurre l’esposizione media della popolazione a questo pericoloso inquinante.
Tra gli indicatori possibili per il radon si è scelto di fornire la media aritmetica comunale al piano terra e la probabilità di
La media radon attualmente stimata nelle abitazioni in Piemonte risulta essere 71 Bq/m3, con ampia variazione su tutto il territorio regionale.
Ad oggi sono state raccolte in Piemonte più di 3.000 misure di concentrazione annuale in scuole e abitazioni, distribuite sui 1.206 Comuni piemontesi. La mole di dati raggiunta ha permesso nel 2008 la realizzazione di una prima caratterizzazione del territorio regionale.
Consulta la mappatura del radon in Piemonte.
La conoscenza della distribuzione del radon è inoltre importante per gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica del territorio regionale e per tutto ciò che attiene alla progettazione e costruzione di nuovi edifici o alla ristrutturazione di edifici esistenti. Una prevenzione mirata a limitare l’ingresso del radon nelle abitazioni e a garantire un determinato ricambio d’aria rappresenta infatti un valido strumento per ridurre l’esposizione media della popolazione a questo pericoloso inquinante.
Tra gli indicatori possibili per il radon si è scelto di fornire la media aritmetica comunale al piano terra e la probabilità di
ottenere valori di concentrazione superiori ad una soglia di concentrazione. Il primo fornisce un’utile e immediata indicazione di dettaglio sulla distribuzione territoriale del radon, mentre il secondo è un indicatore rappresentativo dell’esposizione della popolazione. Per il loro aggiornamento si utilizza un modello di calcolo che tiene conto sia delle misure sperimentali sia delle caratteristiche geolitologiche del suolo. Il modello è in continuo aggiornamento per l’aggiunta di nuove misure sperimentali e per una sempre più accurata classificazione “radon-specifica” delle litologie. Pertanto con la progressiva disponibilità di nuovi dati vi saranno certamente in futuro degli aggiornamenti e degli affinamenti che potranno condurre a modifiche dell’attuale quadro.
Consulta gli approfondimenti sul radon.
Un importante aspetto legato al radon è quello che riguarda le azioni di rimedio. Arpa sta verificando l’efficacia di numerose azioni di bonifica intraprese in edifici in cui, nel corso dei monitoraggi effettuati, sono state riscontrate elevate concentrazioni. Agendo sul ricambio d’aria degli ambienti e sui meccanismi di ingresso del radon nelle strutture è possibile ridurre, con relativa facilità, la presenza del radon (figura 3).
Consulta la pagina degli impatti sulla salute del radon
Consulta gli approfondimenti sul radon.
Un importante aspetto legato al radon è quello che riguarda le azioni di rimedio. Arpa sta verificando l’efficacia di numerose azioni di bonifica intraprese in edifici in cui, nel corso dei monitoraggi effettuati, sono state riscontrate elevate concentrazioni. Agendo sul ricambio d’aria degli ambienti e sui meccanismi di ingresso del radon nelle strutture è possibile ridurre, con relativa facilità, la presenza del radon (figura 3).
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Figura 4
Azioni di rimedio attive e passive
NORMATIVA:
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- La legge regionale 5/2010 prevede che la Regione si doti di strumenti idonei per l’individuazione, la prevenzione e la riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas radon e alla radioattività di origine naturale e che competono all’Arpa le attività di controllo ambientale della radioattività di origine naturale
- Il DLgs 241/00, impone la misura nei Luoghi di Lavoro interrati e fissa un Livello d’Azione di 500 Bq/m3 oltre il quale è necessario adottare opportune azioni di rimedio;
- La recente Direttiva Europea 2013/59/Euratom fissa un Livello d’azione per abitazioni e Luoghi di Lavoro pari a 300 Bq/m3.
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