Fattori che influenzano lo stato della risorsa

RADIAZIONI IONIZZANTI: MONITORAGGIO RADIOATTIVITà NELLE ACQUE

Nell'ambito del monitoraggio ambientale, una particolare attenzione è rivolta all'acqua potabile: il suo ingente consumo da parte della popolazione può infatti rendere potenzialmente critiche anche situazioni di moderata contaminazione. In situazioni normali, tuttavia, è molto difficile che la radioattività di origine artificiale vada ad inquinare significativamente gli acquiferi di approvvigionamento di acqua potabile: il severo regime autorizzativo e di controllo degli scarichi dei reflui radioattivi, basati su precise formule di scarico calcolate sulla ricettività ambientale, rende infatti queste eventualità piuttosto remota. La radioattività di origine naturale può invece essere presente, talvolta in modo significativo, nelle acque potabili, soprattutto quelle di origine sotterranea. Il monitoraggio della radioattività naturale avviene attraverso la misura dell’attività alfa totale e dell’attività beta totale.
Arpa monitora da diversi anni i principali acquedotti piemontesi con l’ausilio delle ASL territorialmente competenti che curano il prelievo dei campioni. Al momento è stato quasi interamente coperto l’intero territorio regionale.

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Figura 1
Punti di misura delle analisi di radioattività nelle acque


Fonte: Arpa Piemonte
Dalle analisi effettuate (circa 1.000 in tutto il Piemonte) non sono emersi casi di superamento del limite di dose per le acque potabili; anzi i valori calcolati per ciascuna provincia sono di gran lunga inferiori a 0,1 mSv/anno, il valore di “dose efficace indicativa”, stabilito dalla normativa italiana (Legge 31/01).

Consulta le analisi che vengono effettuate sulle acque potabili alla pagina Uso civile delle acque

Figura 2
Dose efficace indicativa dovuta al consumo di acqua

In ambito internazionale sono stati stabiliti i livelli di riferimento espressi in termini di concentrazione di attività alfa e beta totale: 0,5 Bq/l per l’attività alfa totale e 1 Bq/l per l’attività beta totale. Tali valori sono dei cosiddetti “limiti derivati”: il rispetto di tali valori, facilmente verificabile tramite misure radiometriche, garantisce infatti il rispetto del limite dosimetrico. Nel caso in cui le concentrazioni superino o siano prossime a questi livelli, occorre effettuare misure di approfondimento per identificare i singoli radionuclidi emettitori alfa e/o beta e poter così identificare meglio il problema ed effettuare un più preciso calcolo della dose.

BOX DI ARGOMENTO
CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELL’ACQUA DI FALDA SUPERFICIALE A SALUGGIA



  • si trova nell’area di esondazione del fiume Dora Baltea;
  • la zona è caratterizzata da un’alta vulnerabilità della falda acquifera superficiale;
  • vi è stoccata una grande quantità di rifiuti radioattivi - sia allo stato solido che liquido - e di combustibile nucleare irraggiato;
  • è situato a circa 1,5 km a monte del campo pozzi di uno dei più grandi acquedotti del Piemonte, l’Acquedotto del Monferrato.
Presso il sito è stata riscontrata - a partire dal 2006 - la presenza di Sr-90, Co-60, Cs-137 e H-3 nell’acqua di falda superficiale prelevata a valle degli impianti. Mentre è noto che la contaminazione da Co-60 è imputabile ad un incidente occorso nel 1986 presso il Complesso Sorin, molteplici sono le possibili fonti di rilascio di contaminanti in falda, alcune delle quali non sono ad oggi puntualmente individuate. L’area alla quale nel corso degli ultimi anni si è prestata maggiore attenzione è all’interno del Complesso Sorin ed è costituita dalle celle calde di manipolazione di sorgenti ad alta attività, dal deposito temporaneo di rifiuti radioattivi di I e II categoria e dal bunker dove sono stoccati i rifiuti provenienti dal decommissioning del reattore Avogadro.
I valori delle concentrazioni riscontrati non sono significativi dal punto di vista radioprotezionistico, e in particolare non costituiscono un rischio per la popolazione, ma rappresentano un importante indicatore ambientale di alcune criticità impiantistiche. Il calcolo della dose agli individui di riferimento della popolazione non ha mai evidenziato il superamento del limite di non rilevanza radiologica di 10 microSv/anno. Nella mappa sono riportati i punti di controllo dell’acqua di falda superficiale presso il sito nucleare di Saluggia secondo il programma di monitoraggio straordinario concordato con la Regione Piemonte e condiviso dal Tavolo Tecnico istituito presso la Regione Piemonte stessa. Il campo pozzi dell’Acquedotto del Monferrato è situato nell’area in basso a destra.

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Sito nucleare di Saluggia, punti di controllo dell’acqua di falda superficiale


Per dare una risposta alla problematica della presenza dei radionuclidi nell’acqua di falda superficiale a Saluggia, a partire dal 2006 è stato istituito un “Tavolo Tecnico nucleare” dedicato. Al Tavolo siedono la Regione, Ispra, Arpa, le Prefetture, le Province e i Comuni interessati, gli esercenti nucleari, l’Autorità d’Ambito n. 5 e il Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato. Gli incontri si sono intensificati nel corso degli anni e hanno affrontato le problematiche inerenti l’intero comprensorio (consulta anche SITI NUCLEARI). Le attività di monitoraggio radiologico della falda superficiale e le indagine impiantistiche e documentali presso gli impianti, coordinate dal Tavolo, hanno evidenziato la presenza di situazioni che necessitano di intervento e hanno dato l’impulso ad avviare le necessarie azioni di rimedio, finalizzate ad incrementare la sicurezza ed a determinare un complessivo riordino del sito.