Fattori che influenzano lo stato della risorsa

PRODUZIONE IDROELETTRICA

Fin dal 2009 con l’organizzazione del Forum Acqua-Energia che ha prodotto la Dichiarazione “Idroelettrico: verso l’equilibrio con la tutela delle acque”, il Piemonte si occupa di questa tematica tentando di trovare soluzioni per conciliare la necessità di una produzione elettrica dalla fonte di energia rinnovabile maggiormente presente sul territorio regionale con la tutela dei corsi d’acqua su cui insistono gli impianti. In Piemonte infatti è stata verificata una percentuale elevata dei tratti di corsi d’acqua sottesi agli impianti, soprattutto nella parte montana delle aste principali dove, in alcuni bacini, si supera il 90%.
Nei documenti comunitari viene evidenziato che le attività legate alla produzione idroelettrica si sovrappongono e vanno conciliate con le norme europee di tutela della natura che fissano requisiti ambientali ed ecologici e con le strategie di implementazione della direttiva 2000/60/CE che individuano buone pratiche per la gestione degli impatti ecologici degli impianti idroelettrici.
Gli impianti idroelettrici, anche se utilizzando una fonte rinnovabile concorrono al raggiungimento dell’obiettivo strategico di riduzione dei gas serra, non sono privi di impatto ambientale a livello locale, essendo all’origine infatti di alterazioni idromorfologiche ai corsi d’acqua: dall’incidenza sul regime idrologico, all’interruzione della continuità fluviale, alla modifica della morfologia dell’alveo e delle sponde, senza regime idrologico, all’interruzione della continuità fluviale, alla
modifica della morfologia dell’alveo e delle sponde, senza dimenticare le problematiche legate alla modifica della dinamica del trasporto solido e alla gestione dei sedimenti accumulati in dighe e traverse.
Dall’analisi dei dati del parco impianti esistente effettuato in occasione del Forum citato è emerso come solo un numero contenuto di impianti idroelettrici in Piemonte sia realmente strategico dal punto di vista del bilancio energetico complessivo: con l’11% degli impianti si ottiene l’84% di produzione mentre i piccoli impianti al di sotto di 1 MW, rappresentano il 55% del parco ma contribuiscono solo per il 3% della potenza efficiente lorda installata.
Attualmente vi sono proposte (ossia istanze già depositate) per un ampliamento ulteriore del parco impianti di produzione idroelettrica con prelievo da corpo idrico naturale poiché l’attuale sistema di canoni, sovracanoni e di incentivazione delle energie rinnovabili (certificati verdi, tariffa onnicomprensiva) e i criteri di ripartizione tra i beneficiari, rendono gli impianti idroelettrici una fonte di risorse importante per i bilanci e l’economia delle comunità locali sebbene in alcuni casi il valore che questi impianti, soprattutto quelli a bassa produttività, hanno dal punto di vista della redditività per i proponenti e gli Enti rivieraschi, non è proporzionalmente correlabile al loro contributo al bilancio energetico regionale e alla valenza ambientale delle aree in cui si vorrebbero inserire.