SALUTE
IMPATTO SULLA SALUTE DELLA GESTIONE DEI Rifiuti
A fronte di una letteratura scientifica piuttosto consistente relativa agli studi epidemiologici condotti in prossimità di impianti di smaltimento rifiuti, i risultati contraddittori disponibili non consentono una risposta chiara e univoca al problema1. Valutare l’impatto sulla salute di vecchi impianti, anche con studi epidemiologici ad hoc, non può significare predire lo stesso impatto per gli impianti di nuova generazione. La tecnologia cambia a velocità elevate, le stesse modalità di gestione e smaltimento sono in continuo rinnovamento.
I risultati complessivi accumulati, soprattutto per le patologie tumorali, sono contrastanti e il livello di evidenza per una relazione tra la residenza in prossimità degli impianti ed effetti sulla salute è spesso limitato o inadeguato2.
Nel 2010 il CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione e il controllo delle Malattie) ha finanziato il progetto SESPIR - Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione residente intorno agli impianti di trattamento rifiuti, che aveva come obiettivo generale quello di fornire metodologie e strumenti operativi per l’implementazione di sistemi di sorveglianza in materia di rifiuti e salute per la valutazione dell’impatto del ciclo di trattamento dei rifiuti solidi urbani sulla salute della popolazione coinvolta, tenendo conto delle differenze informative delle diverse realtà presenti sul territorio nazionale.
Il Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale di Arpa Piemonte ha preso parte al progetto. Presupponendo l’esistenza effettiva di alcune associazioni,
Per la stima dell’impatto sulla salute sono stati definiti tre tipi di scenari su cui effettuare le stime: uno scenario di partenza definito “Baseline” che si riferisce alla situazione esistente negli anni 2008/2009 nelle regioni partecipanti e per il quale sono stati censite le tre tipologie di impianto (Inceneritori, Discariche, Impianti di Trattamento Meccanico Biologico); un secondo scenario definito “Regionale” relativo alla situazione degli impianti fotografata al 2012 sulla base delle linee di indirizzo dettate dai Piani Regionali per la Gestione dei Rifiuti; e un terzo scenario chiamato “Green 2020” per il quale si è tenuto conto delle indicazioni derivanti dalla Direttiva Europea 2008 (Directive 2008/98/EC Waste Framework Directive) immaginando il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- riduzione del 10% dei rifiuti prodotti
- raccolta differenziata/compostaggio al 70%
- divieto di conferimento in discarica del rifiuto indifferenziato tal quale.
1 Vedi voci bibliografiche 1-4
2 Porta D. et al, 2009
Figura 1
Progetto SESPIR. Percentuali di distribuzione dei rifiuti per tipologia di trattamento
Figura 2
Progetto SESPIR. Popolazione esposta alle emissioni degli Inceneritori secondo i 3 scenari
Figura 3
Progetto SESPIR. Popolazione esposta alle emissioni delle Discariche secondo i 3 scenari
Figura 4
Progetto SESPIR. Popolazione esposta alle emissioni degli impianti di Trattamento Meccanico Biologico secondo i 3 scenari
Tabella 1
Progetto SESPIR Somma degli esiti nelle 5 regioni partecipanti
Esito (casi/anno) |
baseline |
regionale |
green |
Tumori |
1-2 |
1 |
0-1 |
Esiti gravidanza |
26 |
23 |
14 |
Sintomi respiratori |
102 |
84 |
32 |
Annoyance |
995 |
820 |
172 |
Consulta gli approfondimenti del progetto SESPIR
Bibliografia
1. Vrijheid M. Health effects of residence near hazardous waste landfill sites: a review of epidemiologic literature. Environ Health Perspect 2000;108(Suppl 1):101-12.
2. Allsopp M, Costner P, Johnston P. Incineration and human health. State of knowledge of the impact of waste incinerators on human health. Environ Sci & Pollut Res 2001;8:141-5.
3. Franchini M, Rial M, Buiatti E, Bianchi F. Health effects of exposure to waste incinerator emissions:a review of epidemiological studies. Ann Ist Super Sanita. 2004;40(1):101-15.
4. Porta D, Milani S, lazzarino AI, Perucci CA, Forastiere F. Systematic review of epidemiological studies on health effects associated with management of solid waste. Environ Health. 2009; 8:60.
Impatto sulla salute DEL RUMORE
Gli effetti riconosciuti del rumore presenti nel documento OMS sono i seguenti (tabella 2):
Tabella 2
Effetti con evidenza sufficiente
|
Effetto |
Indicatore |
Soglia (dB) |
Effetti biologici |
Cambiamento dell’attività cardiovascolare |
* |
* |
Risveglio (valutato con EEG) |
LAmax |
35 |
|
Motilità notturna |
LAmax |
32 |
|
Alterazioni nella durata degli stadi del sonno, nella struttura del sonno e nella frammentazione del sonno |
LAmax |
35 |
|
Qualità del sonno |
Risveglio notturno o risveglio anticipato al mattino |
LAmax |
42 |
Prolungamento della fase di addormentamento |
* |
* |
|
Frammentazione del sonno, riduzione del periodo complessivo di sonno |
* |
* |
|
Aumento motilità notturna |
Lnight |
42 |
|
Benessere |
Disturbi del sonno auto riferiti |
Lnight |
42 |
Uso di sonniferi e sedativi |
Lnight |
40 |
|
Condizioni mediche
|
Insonnia Ambientale ** |
Lnight |
42 |
Ipertensione |
Lnight |
50 |
|
Depressione (donne) |
* |
* |
|
Infarto del miocardio |
Lnight |
50 |
|
Riduzione dell’attesa di vita (mortalità prematura) |
* |
* |
|
Disturbi psichici |
Lnight |
60 |
|
Incidenti sul lavoro |
* |
* |
* Soglie non determinabili con precisione.
**L’insonnia ambientale è il risultato di una diagnosi medica
Le evidenze esistenti sono considerate “sufficienti” dagli esperti internazionali per poter affermare che l’esposizione a rumore notturno determini un aumento dei disturbi del sonno, dell’uso di farmaci ipnoinducenti, di insonnia nella popolazione.
Questi effetti sono in grado di determinare un considerevole impatto sanitario in termini di peggioramento dello stato di salute nella popolazione.
Valori di 40 dB sono pertanto considerati come soglia oltre la quale sono osservabili i primi effetti avversi (LOAEL). Sopra i 55 dB gli effetti cardiovascolari diventano il principale problema di sanità pubblica.
Per alcuni effetti documentati (ipertensione, infarto del miocardio, depressione, ansia e disturbi respiratori ad essa correlati) sono disponibili vari studi che dimostrano la correlazione tra gli esiti sanitari citati e l’esposizione a rumore notturno e, benché l’associazione presenti ampia plausibilità biologica, sono necessari studi di migliore qualità per poter fugare alcune incertezze metodologiche riscontate nei lavori finora pubblicati (2-5).
In sintesi la posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul rumore notturno è la seguente:
- il sonno è una necessità biologica e i disturbi del sonno sono associati con un considerevole numero di impatti avversi sulla salute
- vi è evidenza sufficiente di effetti biologici durante il sonno: aumento della frequenza cardiaca, modificazione delle fasi del sonno, risvegli prematuri
- vi è evidenza sufficiente che l’esposizione a rumore notturno determini disturbi riferiti del sonno, aumento dell’uso di farmaci, aumento dei movimenti corporei notturni e insonnia di origine ambientale
- vi è evidenza sufficiente che i disturbi indotti del sonno da parte del rumore determinano conseguenti impatti per la salute e il benessere
- vi è evidenza limitata che i disturbi del sonno causino affaticamento, incidenti e riduzione della performance in lavoratori e studenti
- vi è evidenza limitata che il rumore notturno causi cambiamenti dei livelli ormonali circolanti e condizioni cliniche correlate a patologie cardiovascolari, depressione e malattie mentali
- si sottolinea che tuttavia questi effetti ad evidenza limitata presentano elevata plausibilità biologica e ampia dimostrazione della catena causale
I bambini, pur presentando una soglia di risveglio più elevata degli adulti, presentano maggiori effetti durante le fasi del sonno e pertanto sono considerati un gruppo a rischio.
Gli anziani, che presentano fisiologicamente una struttura delle fasi del sonno maggiormente frammentata, sono anch’essi un gruppo a rischio.
I lavoratori che svolgono lavori a turni sono anche considerati un gruppo a rischio, presentando uno stress aggiuntivo del ritmo del sonno fisiologico.
I valori di rischio relativo per Ipertensione e infarto del miocardio considerati dall’OMS sono riportati in tabella 3 (6).
Tabella 3
Rischi Relativi per patologia medica e categorie di esposizione
dB (A) |
51-55 |
56-60 |
61-65 |
66-70 |
71-75 |
76-80 |
Ipertensione Rischio Relativo (rumore stradale, Lday) |
1 |
1,01 |
1,05 |
1,09 |
1,19 |
1,47 |
Infarto del miocardio Rischio Relativo (rumore stradale, Lday) |
- |
1 |
1,03 |
1,09 |
1,21 |
1,37 |
La percentuale di popolazione disturbata /o infastidita dal rumore notturno aumenta con l’intensità del rumore, ma è diversa per tipologia di rumore (stradale, ferroviario, aeroportuale) (tabella 4).
Tabella 4
Percentuale di popolazione disturbata per disturbo e categorie di esposizione
dB (A) |
40-44 |
45-49 |
50-54 |
55-59 |
60-64 |
65-69 |
>70 |
Disturbi del sonno: % popolazione disturbata (rumore ferroviario, Lnight) |
NA |
2,3 |
3,3 |
4,8 |
6,6 |
8,8 |
|
Disturbi del sonno: % popolazione disturbata (rumore stradale, Lnight) |
NA |
4,5 |
6,6 |
9,6 |
13,2 |
17,6 |
|
Disturbi del sonno: % popolazione disturbata (rumore aereo, Lnight) |
NA |
6,2 |
8,8 |
12,2 |
16,3 |
21,1 |
|
Fastidio: % popolazione infastidita |
NA |
0,5 |
2,8 |
8,2 |
12,9 |
20,1 |
30,2 |
Dopo il progetto HYENA (7), nell’ambito di un progetto finanziato dal CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) dal titolo “Impatto dell’inquinamento ambientale prodotto dagli aeroporti sulla salute dei residenti”, Arpa Piemonte, Dip.to di Epidemiologia Ambientale, ha studiato nel 2010-2012 la relazione tra residenza nei pressi degli aeroporti (Torino, Pisa, Verona, Milano e Venezia) e la frequenza di ipertensione, l’insofferenza al rumore (annoyance) e disturbi respiratori. Nell’ambito di questo progetto sono stati valutati anche gli aspetti scientifici relativi all’inquinamento atmosferico generato dal traffico aeroportuale attraverso un sistema integrato di misure e di modelli di dispersione degli inquinanti.
Per l’aeroporto di Torino Caselle i dati di impatto sulla salute sono:
- ipertensione: 212 casi attribuibili (0-478)
- infarto: 1 caso attribuibile (0-3)
- annoyance: 1.517 casi attribuibili (1.078-1.541)
- disturbi del sonno: 763 casi attribuibili (290-1.569)
Bibliografia:
1. WHO, Night Noise Guidelines for Europe, ISBN 978 92 890 4173 7, Copenhagen 2009 (http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0017/43316/E92845.pdf)
2. Babisch W., “Transportation noise and cardiovascular risk: updated review and synthesis of epidemiological studies indicate that the evidence has increased”, in Noise Health, 2006, Jan-Mar; 8(30):1-29. Review.
3. Sørensen M., Hvidberg M., Andersen Z.J., Nordsborg R.B., Lillelund K.G., Jakobsen J., Tjønneland A., Overvad K., Raaschou-Nielsen O., “Road traffic noise and stroke: a prospective cohort study”, in Eur Heart J, 2011, Mar; 32(6):737-44. Epub 2011 Jan 25.
4. Haralabidis A.S., Dimakopoulou K., Vigna-Taglianti F., Giampaolo M., Borgini A., Dudley M.L., Pershagen G., Bluhm G., Houthuijs D., Babisch W., Velonakis M., Katsouyanni K., Jarup L., HYENA Consortium, “Acute effects of night-time noise exposure on blood pressure in populations living near airports”, in Eur Heart J., 2008, Mar;29(5):658-64.
5. Eriksson C., Rosenlund M., Pershagen G., Hilding A., Ostenson C.G., Bluhm G., “Aircraft noise and incidence of hypertension, in Epidemiology, 2007; 18 (6): 716- 721.
6. WHO, Burden of disease from environmental noise: quantification of healthy life years lost in Europe., ISBN 978 92 890 0229 5, Copenhagen 2011 (http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0008/136466/e94888.pdf)
7. Jarup L et al. Hypertension and exposure to noise near airports – the HYENA study. Environmental Health Perspectives, 2008, 116:329-333.
8 WHO, Methodological guidance for estimating the burden of disease from environmental noise, Copenhagen 2012 (http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0008/179117/Methodological-guidance-for-estimating-the-burden-of-disease-from-environmental-noise-ver-2.pdf)
9. European Parliament. Directive 2002/49/EC of the European Parliament and of the Council of 25 June 2002 relating to the assessment and management of environmental noise. Official Journal of the European Communities, 2002, L 189:12-25.