stato

RETE DI MONITORAGGIO

In Piemonte il Sistema Regionale di Rilevamento per la misura della qualità dell’aria è costituito, al 30 settembre 2014, da:
  • 66 stazioni fisse per il monitoraggio in continuo di parametri chimici, delle quali 6 di proprietà privata;
  • 6 laboratori mobili attrezzati, per realizzare campagne brevi di monitoraggio;
  • 7 Centri Operativi Provinciali (COP), presso i quali sono effettuate le operazioni di validazione sia dei dati rilevati automaticamente sia dei dati prodotti nei laboratori dell’Agenzia.
La rete regionale nel 2013 è stata oggetto di adeguamenti sia nella collocazione di alcune stazioni sia nella dotazione strumentale e pertanto in alcuni casi non si sono potuti utilizzare i dati prodotti in quanto la loro percentuale è stata inferiore a quella utile per ottenere una sufficiente rappresentatività temporale.
Sono in corso ulteriori attività di razionalizzazione delle stazioni e della strumentazione installata al fine di rendere la rete sempre più adeguata a quanto richiesto dalla normativa nazionale.
I dati puntuali prodotti dalla rete di rilevamento sono disponibili sulle pagine del sito Sistemapiemonte.

Figura 1
Rete di monitoraggio

 
Le stazioni sono dislocate sul territorio in modo da rappresentare in maniera significativa le diverse caratteristiche ambientali inerenti la qualità dell’aria. Più in dettaglio le stazioni di traffico sono collocate in posizione tale da misurare prevalentemente gli inquinanti provenienti da emissioni veicolari; le stazioni di fondo rilevano livelli di inquinamento non direttamente influenzati da singole sorgenti ma riferibili al loro contributo integrato, mentre le stazioni industriali rilevano il contributo connesso alle limitrofe attività produttive.
I punti di misura ove sono misurati o campionati i principali inquinanti possono essere descritti in relazione alla loro collocazione per tipo di zona o per tipo di stazione. Per quanto riguarda la zona nella sottostante tabella si nota come buona parte della strumentazione sia installata in zone urbane ossia nelle zone ove vive una parte rilevante della popolazione e ove sono generalmente più elevati i valori degli inquinanti.

Tabella 1
Stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria, suddivisione per tipo di zona

Tipo zona

Benzene

Benzo (a) pirene

NO2

SO2

CO

O3

PM10

PM2,5

rurale

 

6

12

4

3

9

13

9

suburbana

5

9

13

4

2

10

12

7

urbana

19

23

38

12

20

14

41

15

Riguardo al tipo di stazione la sottostante tabella mostra che le stazioni di fondo ospitano una parte importante della strumentazione in quanto tali stazioni rappresentano meglio il contributo medio ambientale all’esposizione della popolazione.

Tabella 2
Stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria, suddivisione per tipo di stazione

Tipo stazione

Benzene

Benzo (a) pirene

NO2

SO2

CO

O3

PM10

PM2,5

fondo

15

24

43

11

9

31

43

26

industriale

 

 

 

1

 

 

1

0

traffico

9

14

20

8

16

2

22

5



I Dipartimenti Arpa effettuano attività specifiche sul territorio di appartenenza. Di seguito si riportano alcuni approfondimenti a livello provinciale.

Tabella 3
Monitoraggio della qualità dell'aria in ambito provinciale

Approfondimenti in ambito provinciale
Alessandria
Stazioni Fisse qualità dell’aria
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/alessandria/aria-1/relazioni-qualita-aria-stazioni-fisse

Mezzo Mobile
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/alessandria/aria-1/relazioni-qualita-aria-mezzo-mobile
Biella
Stazioni Fisse qualità dell’aria
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/biella/aria/qualita-dellaria/relazioni-qualita-dellaria/relazioni-qualita-dellaria

Mezzo Mobile
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/biella/aria/qualita-dellaria/campagne-di-monitoraggio                    
Cuneo
Stazioni Fisse qualità dell’aria e Mezzo mobile
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/cuneo/aria

Torino
Stazioni Fisse qualità dell’aria
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/torino/aria/Pubblicazioni

Mezzo Mobile
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/torino/aria/relazioni-mezzo-mobile/elenco-relazioni-qualita-aria
Novara
Stazioni Fisse qualità dell’aria
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/novara/aria-2/report-annuali-qualita-dellaria-novara-e-vco

Mezzo Mobile
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/novara/aria-2/relazioni
Verbania
Stazioni Fisse qualità dell’aria
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/novara/aria-2/report-annuali-qualita-dellaria-novara-e-vco

Mezzo Mobile
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/verbania/aria/controlli-della-qualita-dellaria
Vercelli
Stazioni Fisse qualità dell’aria e Mezzo Mobile
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/vercelli/aria/relazioni-e-monitoraggi

BOX DI TEMA
Termovalorizzatore di Torino

Il Termovalorizzatore (TRM) di Torino ha lo scopo di bruciare i rifiuti urbani residui dalla raccolta differenziata e i rifiuti speciali assimilabili agli urbani con potenzialità pari a 421.000 t/a. Il trattamento dei rifiuti, attraverso la termovalorizzazione, consente di ridurre il quantitativo di rifiuti che diversamente andrebbero in discarica.

Il TRM recupera l’energia contenuta nei rifiuti, producendo elettricità ed energia termica (acqua calda) per il teleriscaldamento. L’impianto può operare in assetto esclusivamente elettrico oppure in assetto cogenerativo, cioè fornendo sia energia elettrica sia energia termica per il teleriscaldamento: nel primo caso il termovalorizzatore produce l’energia corrispondente al fabbisogno annuale di circa 175.000 famiglie di tre persone; nel secondo caso genera, ogni anno, l’energia termica in grado di scaldare 17.000 abitazioni da 100 m2 e l’elettricità consumata da circa 160.000 famiglie. Il recupero dell’energia contenuta nei rifiuti consente di risparmiare circa 70.000 tonnellate l’anno di combustibile fossile, contribuendo a tutelare l’ambiente e a generare un’economia sostenibile.

L’impianto è costituito da tre linee di incenerimento, tra loro uguali, ciascuna delle quali è costituita da una propria sezione di combustione, recupero energetico e depurazione fumi. Le tre canne fumarie sono installate in una ciminiera comune alle tre linee. I fumi di combustione, che devono raggiungere la temperatura di almeno 850°C, in uscita dalla caldaia vengono depolverati da un elettrofiltro. Successivamente sono abbattuti i gas acidi, i metalli pesanti e i microinquinanti organici. Un filtro a maniche trattiene i prodotti di reazione e infine viene effettuato un ulteriore trattamento degli ossidi di azoto.

Tutte le Amministrazioni, in modo coordinato, esercitano su tale impianto, i compiti loro attribuiti dalla legge nel campo della prevenzione e della tutela ambientale. Arpa, nello specifico, esercita le attività di controllo e supporta dal punto di vista tecnico-scientifico la Regione, la Provincia, i Comuni e le Aziende Sanitarie locali territorialmente coinvolte.

Le principali attività:

Consulta gli approfondimenti sulle attività di Arpa.


Consulta gli approfondimenti sull’impianto.

Visualizza un'infografica riguardante il termovalorizzatore.

Box di TEMA
Odori molesti

Le emissioni odorigene - associate ad attività quali il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, gli impianti a biogas, gli spandimenti in agricoltura e alcune specifiche tipologie di produzione industriale - rappresentano un problema di grande attualità. La mancanza, in ambito sia comunitario che italiano, di una normativa che fornisca valori limite di riferimento e i relativi metodi di misurazione rende più complesso il lavoro delle Agenzie e di tutti coloro i quali si trovano ad operare su tali temi. Nel panorama italiano, ad oggi, solo la Regione Lombardia ha emanato, nel febbraio 2012, una norma (DGR 15 febbraio 2012 n. IX/3018) che fornisce indicazioni sulla caratterizzazione e l’autorizzazione delle emissioni in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno e, in particolare, sui requisiti che devono essere rispettati negli studi di impatto olfattivo mediante simulazioni di dispersione.

Arpa Piemonte, a seguito di numerose segnalazioni di episodi di molestia olfattiva, ha realizzato alcune simulazioni modellistiche di dispersione delle sostanze odorigene potenzialmente emesse da alcuni impianti relativi al trattamento e smaltimento rifiuti presenti nell’area metropolitana torinese. Le simulazioni sono state effettuate in corrispondenza di due episodi critici in termine di numero di esposti da parte della popolazione e i risultati delle simulazioni hanno permesso di individuare l’areale interessato dall’impatto odorigeno dei singoli impianti e, più dettagliatamente, delle singole sorgenti.

In assenza di informazioni di dettaglio sulle emissioni degli impianti, durante le segnalazioni di molestia olfattiva si è fatto ricorso ad un insieme di dati acquisiti nel corso di precedenti campagne di misura, ai limiti prescritti in autorizzazione e ad informazioni di letteratura1. I dati raccolti, caratterizzati spesso da un ampio range di variabilità, hanno evidenziato l’elevata incertezza nella determinazione di un valore emissivo rappresentativo per alcune delle sorgenti considerate e, di conseguenza, nella valutazione delle concentrazioni in immissione.
I risultati delle simulazioni sono stati rappresentati secondo due modalità:
  • mappe del 98° percentile delle concentrazioni di picco orarie per le sostanze odorigene sul periodo studiato, che forniscono un’indicazione immediata delle possibili aree di impatto rispetto alla localizzazione delle segnalazioni di molestia olfattiva;
  • mappe di diluizione per singola sorgente che, viste le forti incertezze relative alla caratterizzazione emissiva delle sorgenti, rappresentano un ulteriore strumento di analisi consentendo di stimare a posteriori, una volta noti i carichi emissivi della sorgente e a patto che le condizioni meteorologiche siano simili, i valori di concentrazione di odore nel dominio spaziale (figura 1).
Lo studio ha fornito elementi utili per una valutazione dell’applicabilità delle linee guida ed evidenziato da un lato le potenzialità dello strumento modellistico utilizzato nella valutazione dell’impatto odorigeno e dall’altro le criticità nella corretta descrizione della sorgente; a questo proposito, Arpa Piemonte si è dotata della necessaria strumentazione per effettuare campionamenti in situ e analisi di laboratorio mediante olfattometria dinamica per la determinazione del contributo emissivo in termini di concentrazione di odore2.


1 Manuali e Linee Guida APAT, Metodi di misura delle emissioni olfattive – Quadro normativo e campagne di misura, numero 19/2003
2 Secondo la procedura tecnica URP.T122 di Arpa Piemonte

Figura 2
Mappa di diluizione del 98° percentile della concentrazione di odore sul periodo di simulazione


Campionamenti per la determinazione dell’impatto olfattivo



Analisi in camera olfattometrica

Campionamenti per la determinazione dell’impatto olfattivo

Box di TEMA
Centrale termoelettrica “Torino Nord”:
valutazione dell’inquinamento atmosferico nel territorio circostante

Per l’entrata in esercizio della centrale termoelettrica “Torino Nord” (centrale termoelettrica a ciclo combinato cogenerativo entrata in esercizio alla fine del 2011), Arpa Piemonte ha predisposto, su richiesta dei comuni di Collegno e Venaria Reale, una serie di approfondimenti su PM10, PM2,5 e biossido di azoto, gli inquinanti più critici nell’area urbana torinese.
Gli obiettivi possono essere riassunti nelle seguenti linee di attività:
  1. verifica, nel periodo successivo all’entrata in esercizio dell’impianto, della presenza di variazioni significative della qualità dell’aria eventualmente riconducibili al contributo della centrale stessa;
  2. determinazione, prima e dopo l’entrata in funzione della centrale, della percentuale di componente primaria nel particolato aerodisperso, vale a dire quella frazione che può essere oggetto di azioni di risanamento a scala locale;
  3. valutazione del contributo percentuale delle principali sorgenti emissive presenti nell’area della centrale in relazione al particolato atmosferico e agli ossidi di azoto in atmosfera.
Sono quindi state condotte, a cura del Dipartimento di Torino, quattro campagne di monitoraggio ante operam e quattro post operam mediante una stazione mobile di rilevamento posta a Savonera, sito residenziale considerato rappresentativo dell’area di massima ricaduta potenziale dell’impianto. Il confronto delle concentrazioni, che è stato effettuato mediante un modello statistico-matematico che minimizza l’influenza delle differenti condizioni meteorologiche, non evidenzia una variazione significativa della qualità dell’aria nel sito dopo l’entrata in funzione dell’impianto.

Successivamente è stata effettuata la speciazione del particolato PM2,5, determinando le componenti primaria e secondaria (componente primaria, emessa direttamente come tale dalle fonti inquinanti - componente secondaria, originata da complessi fenomeni chimico-fisici che avvengono in atmosfera e comportano la trasformazione in particolato di sostanze che originariamente erano state emesse in forma gassosa) in campioni raccolti nella fase ante operam e in quella post operam. Le differenze che si riscontrano nei risultati della speciazione, riportati in figura 3 e 4, sono legate alla differente meteorologia che ha caratterizzato le due campagne. Sotto il profilo delle politiche di risanamento il dato più rilevante è che la frazione secondaria, per la quale non sono efficaci azioni svolte unicamente a livello locale, è dell’ordine del 50-60% nel semestre caldo e del 70-80% in quello freddo e pertanto nettamente prevalente su quella primaria.

Figura 3
Composizione media del PM2,5 ante operam

Carbonio elementare (EC); Componenti organica primaria (POA) e organica secondaria (SOA)
Fonte: Arpa Piemonte

Figura 4
Composizione media del PM2,5 post operam

Carbonio elementare (EC); Componenti organica primaria (POA) e organica secondaria (SOA)
Fonte: Arpa Piemonte
Per quanto riguarda la terza linea di attività, il Dipartimento Sistemi Previsionali ha valutato, mediante un sistema modellistico integrato, che calcola la dispersione di inquinanti emessi da varie tipologie di sorgenti, il contributo, in termini di concentrazione, delle sorgenti emissive più significative presenti nell’area circostante la centrale Torino Nord. Nella simulazione sono state incluse le emissioni da riscaldamento domestico, le emissioni da traffico, calcolate sulla base dei flussi veicolari forniti dalla società 5T sul grafo stradale provinciale e le emissioni provenienti dagli impianti industriali presenti nell’area circostante la centrale Torino Nord, inclusa la centrale stessa.
In figura 2 sono mostrati i risultati delle simulazioni modellistiche in termini di mappe di concentrazione di NOx e PM10 di origine primaria, che evidenziano come le concentrazioni più elevate siano stimate in prossimità delle principali arterie stradali. Valutando il contributo percentuale dei singoli comparti emissivi, è emerso che presso il sito di Savonera il contributo prevalente è dovuto al traffico della tangenziale di Torino, con percentuali che vanno dal 49% per gli NOx al 64% per il PM10 primario; il traffico sulle arterie urbane ed extraurbane contribuisce a circa il 30% delle concentrazioni di entrambi gli inquinanti, mentre il riscaldamento civile è responsabile del 18% degli NOx e il 7% del PM10. Il contributo della centrale termoelettrica risulta molto modesto anche ipotizzando condizioni di emissione a camino conservative.

Figura 5
Mappa di concentrazione di NOx di origine primaria

Figura 6
Mappa di concentrazione di PM10 di origine primaria

Figura 7
Sito di monitoraggio in frazione Savonera a Collegno
Contributo delle diverse sorgenti emissive alle concentrazioni simulate di NOx di origine primaria

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 8
Sito di monitoraggio in frazione Savonera a Collegno
Contributo delle diverse sorgenti emissive alle concentrazioni simulate di PM10 di origine primaria

Fonte: Arpa Piemonte
Consulta qui per approfondimenti:
Progetto di studio delle sorgenti di inquinamento atmosferico nel territorio circostante la centrale termoelettrica di IRIDE “Torino Nord “ - Analisi comparata della composizione del PM2.5 nei periodi precedente e successivo all’entrata in esercizio dell’impianto (Progetto SAVONERA).

Studio modellistico sull’area di Savonera (Relazione e allegato)