Fattori che influenzano lo stato della risorsa
L’interazione tra le attività antropiche e l’ambiente naturale può incidere in modo significativo sulla qualità ambientale e determinare il peggioramento dello stato della risorsa sia qualitativo sia quantitativo. Sono diverse le criticità ambientali riscontrate sulle acque e i fattori di pressione che le vanno a determinare, in generale sempre valutati e affrontati con modalità integrate, all’interno della pianificazione regionale e di distretto.

AGRICOLTURA

Il comparto agricolo-zootecnico crea importanti criticità in relazione allo stato delle acque superficiali e sotterranee, tenuto costantemente sotto osservazione dal monitoraggio ambientale.
Nitrati e prodotti fitosanitari sono i principali contaminanti ma una pressione importante è determinata anche dai prelievi idrici dai corsi d’acqua naturali che rappresentano circa l'80% del consumo di acqua.

Corpi Idrici superficiali con pressione significativa: 40%

Prelievi a uso irriguo

Negli areali di pianura i prelievi a uso irriguo captano durante il periodo estivo elevati volumi idrici e riducono, in maniera severa, la portata dei fiumi. Si stima che dai corpi idrici superficiali siano derivati circa 6 miliardi di metri cubi all’anno d’acqua di cui 5 miliardi utilizzati a uso irriguo, al servizio di una superficie di oltre 400.000 ettari, concentrati nel semestre estivo (aprile-settembre) la maggior parte dei quali utilizzati per l’irrigazione del riso, nell’areale nord-orientale del Piemonte (soprattutto nei territori delle province di Novara, Vercelli e in porzioni di territorio del biellese e dell’alessandrino) ed esportandone in parte anche in Lombardia al servizio dei territori agrari della Lomellina (tramite i grandi canali irrigui dal fiume Ticino del Naviglio Langosco e del Naviglio Sforzesco). La rimanente frazione d’acqua derivata viene impiegata nel restante territorio di pianura per l’irrigazione del mais, delle colture foraggere, ortive e frutticole.
Le esigenze idriche delle colture agrarie irrigue sono quindi massime in coincidenza del minimo deflusso idrico naturale dei fiumi e dei torrenti a regime nivo-pluviale. Solamente i deflussi della Dora Baltea e del Sesia vengono sostenuti in estate dal contributo derivante dallo scioglimento dei ghiacciai alpini. Le acque di questi corsi d’acqua derivate dal sistema dei canali irrigui della pianura vercellese e novarese contribuiscono in gran parte al soddisfacimento delle idroesigenze del vasto comprensorio risicolo a scavalco tra Piemonte e Lombardia. Negli areali agricoli del Piemonte meridionale nella pianura alessandrina e cuneese, nel corso degli ultimi decenni, alla scarsa disponibilità di risorsa idrica superficiale si è ovviato, in parte, trivellando un numero rilevante di pozzi che interessano sia la falda freatica che quella profonda.

Tabella 1
Aziende e Superficie media irrigata - anni 2008-2010

 

Province

Aziende

Superficie media irrigata

numero

ha

AL

2.225

33.855,98

AT

631

1.884,96

BI

502

7.314,46

CN

13.203

122.328,61

NO

1.237

46.035,05

TO

8.089

77.994,60

VB

123

158,02

VC

2.020

89.542,51

Fonte: Censimento agricoltura 2010

Figura 1
Superficie media irrigata - anni 2008-2010

Fonte: Censimento agricoltura 2010

I dati evidenziano come la maggiore estensione di aree irrigate sia localizzata nella provincia di Cuneo, per la grande estensione di superfici dedicata alla coltivazione del mais, e nella provincia di Vercelli per la presenza di coltivazioni a riso.

Figura 2
Volumi di acqua (m3) per tecnica di irrigazione - anni 2008-2010

Fonte: Censimento agricoltura 2010

Figura 3
Volumi d'acqua (m3) per coltura - anni 2008-2010

Fonte: Censimento agricoltura 2010

Dal grafico si evidenzia come le superfici maggiormente irrigate siano quelle dedicate al mais e al riso, colture peraltro particolarmente idroesigenti. I consumi di acqua in tali superfici sono pertanto quelli più elevati.

Per tutti i dati relativi al sistema irriguo piemontese (aziende e superficie irrigata, consumi, approvvigionamenti e sistemi di irrigazione utilizzati) è possibile consultare l'apposita sezione Agricoltura sul sito di Sistema Piemonte che mette a disposizione i dati dei Censimenti dell’Agricoltura, di cui l’ultimo avvenuto nel 2010 anche con comparazione di dati tra questi.

228 Corpi Idrici, corrispondenti a circa il 40% del totale (596), sono sottoposti ad una pressione significativa per quanto riguarda i prelievi complessivi (da agricoltura, civile, industriale, idroelettrico).

Fitosanitari

Per i prodotti fitosanitari, il Sesto programma di azione per l’ambiente adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio nel 2002 ha previsto l’elaborazione di una strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi con l’obiettivo di ridurre l’impatto di queste sostanze sulla salute umana e sull’ambiente e, più in generale, di conseguire un uso più sostenibile dei pesticidi e ridurre in modo significativo i rischi, compatibilmente con la necessaria protezione delle colture.

Questo concetto è stato concretizzato nella Direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro comune per l’azione
comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, che contemplano sia i prodotti fitosanitari sia i biocidi anche se al momento viene applicata solo ai primi. L’Italia ha recepito la Direttiva con il Decreto Legislativo n. 150 del 30 agosto 2012.

Nelle figure 4-5 si riportano i quantitativi di fitosanitari e di principi attivi contenuti nei fitosanitari distribuiti in Piemonte dal 1999 al 2012 e nella figura 6 i quantitativi di principi attivi contenuti nei fitosanitari sono rapportati agli ettari di superficie trattabile. Si evidenzia una consistente diminuzione nella distribuzione dei fitosanitari in particolare per i fungicidi.

Figura 4
Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo, per categoria - anni 1999-2012

M: milioni

Fonte: Istat

Figura 5
Principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari, per categoria - anni 1999-2012

M: milioni

Fonte: Istat

Figura 6
Distribuzione principi attivi per ettaro di superficie trattabile - anni 2003-2011

Fonte: Istat. Elaborazione Ispra


Per quanto riguarda il consumo di fitosanitari, secondo l’Istat, ogni anno, in Piemonte vengono consumati circa 6-7 milioni di kg di principi attivi puri contenuti negli agrofarmaci, dei quali 4-5 milioni di kg ammessi in agricoltura biologica (zolfo, rame, olio minerale, estratti naturali, ecc.) e circa 2 milioni di kg non ammessi in agricoltura biologica (organici di sintesi). Il consumo di principi attivi contenuti negli agrofarmaci è in continua diminuzione, sia per le molecole ammesse sia per quelle non ammesse in agricoltura biologica per le quali la riduzione risulta ancora maggiore.

Fertilizzanti

In Italia nel 2012 sono stati distribuiti in totale 47,5 milioni di quintali di fertilizzanti per uso agricolo, di cui 26 milioni di quintali di concimi minerali. Tra il 2002 e il 2012 i fertilizzanti distribuiti sono diminuiti del 5,8%.
In Piemonte, secondo le statistiche ufficiali, nel 2012 sono stati
distribuiti oltre 1,3 milioni di quintali di concimi semplici azotati, 16 mila quintali di semplici fosfatici e 149 mila quintali di semplici potassici. Rispetto al 2011 si è assistito ad un aumento consistente dei concimi azotati, mentre per fosfatici i valori sono rimasti pressoché stazionari e per i potassici sono diminuiti.

Figura 7
Fertilizzanti minerali semplici e composti distribuiti in agricoltura - anni 2004-2012

Fonte: Istat



A questi quantitativi occorre sommare gli elementi escreti dalla zootecnia e apportabili al campo (es. azoto al netto delle perdite per volatilizzazione; coefficienti di escrezione estrapolati dagli allegati al Regolamento 10/R). Mentre gli apporti derivanti dalla zootecnia, restando relativamente costante la consistenza del patrimonio zootecnico regionale, sono costanti, si è assistito negli ultimi anni ad una progressiva riduzione della commercializzazione di fertilizzanti minerali, soprattutto fosfatici e potassici. Le province più virtuose in questa riduzione sono risultate Cuneo e Alessandria. In controtendenza, l’azoto commercializzato. I surplus di azoto e fosforo a livello regionale, vale a dire le immissioni totali meno gli asporti globali (GNB, Gross Nitrogen Bilance e Gross Phosphorus Bilance, BPB) hanno avuto un andamento decrescente nel tempo, a testimonianza di un miglioramento generale della tecnica agronomica e della gestione della fertilizzazione (figura 8), fino al 2011, anno in cui il trend si è riconfermato per fosforo e potassio, mentre si è registrato un picco di aumento per quanto riguarda l’azoto.

Figura 8
Indici Gross Nitrogen Bilance (GNB) e Gross Phosphorus Bilance (BPB)

Gli indici descrivono l’andamento del surplus di azoto e fosforo a livello regionale, vale a dire le immissioni totali meno gli asporti globali.
Fonte: Istat

Inquinamento da nitrati

I nitrati derivano principalmente dall’utilizzo in agricoltura di fertilizzanti minerali e dallo spandimento di liquami zootecnici; anche se in alcuni contesti specifici e localizzati non può essere escluso il contributo di altre fonti non agricole.
Lo SQA a livello comunitario per i nitrati è 50 mg/L. Nella figura 9 viene riportata la distribuzione territoriale dei punti della rete, con il dettaglio dei superamenti di SQA e lo Stato Chimico dei GWB per la falda superficiale (aree in rosso).

Figura 9
Nitrati. Stato Chimico puntuale e complessivo falda superficiale - anno 2012



Fonte: Arpa Piemonte

Si osserva come per la falda superficiale i settori maggiormente vulnerati siano l’area est dell’Alessandrino (GWB-S9), l’area Cuneese sinistra Stura (GWB-S6) e il settore NE dell’altopiano di Poirino (GWB-S4a). In tutte queste zone sono prevalenti le pressioni di tipo agricolo e zootecnico. Per quanto concerne le falde profonde, si riscontra solo un punto che presenta valori superiori al VS di 50 mg/L.