AMIANTO
L’amianto rappresenta uno di temi ambientali di grande interesse, sia in relazione alla sua presenza naturale sia al suo sfruttamento nelle lavorazioni industriali cui la Regione dedica la necessaria e costante attenzione al fine di tutelare la qualità ambientale del territorio e vigilare sulla salute di tutti i cittadini.
In particolare tra le azioni attivate che testimoniano il costante impegno da parte di Regione sul proprio territorio si possono segnalare le seguenti attività.
Mappatura della presenza naturale di amianto ai sensi del DM 101/03
La Regione Piemonte, in applicazione del DM 101/03 (Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell'articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93) è costantemente impegnata nella mappatura delle zone del territorio regionale interessate dalla presenza di amianto . Per tutte le informazioni e i dettagli sugli aggiornamenti di tale attività, visita la pagina web dedicata.
Sostegno alle attività di bonifica degli edifici pubblici
In data 14 ottobre 2008 è stata emanata la LR 30/08 “Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto", relativa a questioni di natura sanitaria e ambientale.
Poiché i quantitativi di amianto ancora in opera in Piemonte, la cui mappatura viene effettuata con il coinvolgimento di Arpa, sono ancora molto rilevanti, nella prima fase di attuazione della legge è stato dato avvio alla concessione di contributi in favore delle Province e dei Comuni per la bonifica degli edifici scolastici di proprietà delle stesse Amministrazioni. Attraverso le risorse rese disponibili dalla stessa legge pari a 3,75 milioni di euro, ad oggi, è stato possibile contribuire alla bonifica di circa 150 edifici pubblici.
Siti inquinati di interesse nazionale per presenza di amianto
Casale Monferrato-Eternit e Balangero-Amiantifera sono i 2 comuni piemontesi nei quali sono presenti siti inquinati di interesse nazionale per presenza di amianto. Tali siti sono costantemente monitorati (vedi testo rete di monitoraggio Amianto) ed è continua l’attività che Regione svolge per gestire la bonifica e il recupero di tali aree.
I dettagli delle attività sono sul sito di Regione Piemonte nella sezione ambiente bonifiche.
Il sito Eternit di Casale Monferrato
Una vasta area del casalese è stata di conseguenza interessata da una larghissima diffusione di materiali contenenti amianto, in matrice friabile e compatta ed è stata perimetrata, con Decreto del Ministero dell'Ambiente del 10 gennaio 2000, quale sito di interesse nazionale (SIN).
Il territorio classificato come SIN si estende su una superficie di circa 730 km2 e comprende il territorio di 48 Comuni, dei quali 45 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Vercelli e 1 in provincia di Asti.
La programmazione degli interventi per il risanamento del territorio ha avuto avvio con finanziamenti statali e regionali sui programmi PTTA 1994-96, poi integrati con le risorse finanziarie attribuite dal Ministero dell'Ambiente nell'ambito dello specifico Piano Nazionale delle Bonifiche. Il soggetto attuatore dell’intervento è il Comune di Casale Monferrato, individuato quale capofila tra i Comuni perimetrati del SIN. Nel corso degli anni è stato avviato un intenso programma che va dalle bonifiche concluse dell’area dello stabilimento “Eternit”
Oggi l’intervento principale su tale sito consiste prevalentemente nella decontaminazione attraverso la bonifica di utilizzi impropri degli sfridi di produzione dei manufatti di cemento-amianto (il cosiddetto “polverino”) e delle coperture in cemento-amianto. In relazione alla vicenda del processo Eternit la Regione Piemonte ha mantenuto e seguito la costituzione di parte civile anche nel grado di appello dove ha visto confermate le pronunce di risarcimento del danno a suo favore relativo ai costi sostenuti per la bonifica e per le cure delle patologie conseguenti all’esposizione all’amianto.
La Regione si è inoltre attivata e ha portato il proprio contributo, partecipando a incontri sia di natura legale sia con gli amministratori locali dei Comuni interessati nel processo, per ottimizzare e finalizzare le azioni (da parte delle istituzioni pubbliche) per garantire l’effettivo introito dei risarcimenti complessivamente disposti dalla Corte di Appello.